PIETRA LIGURE (Savona) – A Sanremo c’era chi timbrava il cartellino, talvolta pure in mutande, e poi lasciava il posto di lavoro per andare a fare la spesa, una passeggiata o una partita di basket. Non lontano, sempre in Liguria, c’è un Comune che forse esagera con l’inflessibilità. Stiamo parlando di Pietra Ligure, in provincia di Savona, dove il Sindaco ha imposto ai dipendenti comunali di recuperare pure la pausa caffè.
Il nuovo regolamento stabilisce che anche pochi minuti vanno recuperati. Dario Valeriani non trova la nuova norma eccessiva: “Sindaco-sceriffo? No, abbiamo varato regole ferree per tutelare i dipendenti in cui abbiamo fiducia”. I furbetti, se qui ci fossero, avrebbero ben poca possibilità di farla franca. Tutti gli altri avrebbero forse di che lamentarsi, ma non lo fanno. Ben lieti, evidentemente, di poter confermare la loro attitudine al lavoro stakanovista.
“Se un cittadino vede un ‘comunale’ al bar a prendere un caffè, adesso sa che non c’è spreco di denaro pubblico. Il lavoratore recupera anche pochi minuti”. Quelli necessari, appunto, a inghiottire una tazzina di caffè fumante e, magari, una brioche. Il regolamento è completo di tutto: oltre alle pause caffè, ci sono quelle per il pranzo, i ritardi e le uscite.
E la ‘Banca delle ore’ che serve per recuperare gli straordinari. “I ritardi in entrata determinano un debito orario”. E ci mancherebbe, in questo caso, che non fosse così. Se il dipendente dovesse evitare di recuperare i minuti persi e accumulati, si ritroverà una busta paga più leggera a causa della trattenuta dallo stipendio.
C’è qualche piccola eccezione, da contabilizzare esattamente: entro il limite di 36 ore annue, infatti, non ci sarà trattenuta. “In Comune gira tutto bene e mi risulta che anche i dipendenti siano contenti” chiude Valeriani. Del resto, pure per protestare, ci vuole qualche minuto e, nel caso, bisognerebbe poi recuperarlo.
