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venerdì 22 Novembre 2024
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Piccolo Café a New York, dall’espresso a tutta la cucina italiana di eccellenza

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MILANO – Cominciare dall’autentico caffè espresso – di Filicori Zecchini – per arrivare a una vasta offerta di specialità italiane di eccellenza, da servire quotidianamente al pubblico newyorchese. È il sogno, diventato realtà, di Michele Casadei Massari, lo chef e imprenditore italiano sbarcato nella Grande Mela con Piccolo Café. Il successo del primo locale gli ha consentito di aprirne altri tre.

Casadei Massari, che nel frattempo è diventato anche Brand Ambassador per gli Usa della torrefazione bolognese, ha recentemente raccontato la sua storia in un’intervista al sito mauxa.com. Ve ne proponiamo i passaggi più interessanti

Come è nata l’idea del Piccolo Café?

Era il 2008. Estate, agosto in Sardegna a Porto Rotondo mentre durante un breve momento di relax dal ristorante stavo lavorando, guardando il mare e immaginando dove e come volessi intraprendere la prossima sfida importante. E ho pensato in un secondo: New York perché se riesco a farcela lo farò ovunque!

Quello è stato il momento: chiudendo gli occhi mi sono immaginato a New York, da quell’attimo ho ascoltato la mia voce interiore e la creatività, ho deciso di ricominciare dall’inizio. Incontrare persone per strada, realizzare e servire in un primo momento solo un autentico caffè espresso, e dopo originali panini e anche pasta. Quel giorno il mio viaggio è iniziato e non è mai terminato.

Qual è il piatto più richiesto in questo momento?

Risotto con tartufo Urbani. Siamo nei 100 giorni della Stagione del Tartufo bianco e tutti noi adoriamo il tartufo.

Hai origini bolognesi. Hai dato un tocco italiano al Café?

Ce l’ho, io sono al cinquanta per cento dell’Emilia Romagna e al cinquanta delle Marche, quindi ho restituito un autentico tocco italiano partendo dall’insegnare poche parole italiane qua e là.

Cosa apprezzano di più i tuoi clienti del caffè?

Ai nostri clienti piace avvertire il nostro amore e la nostra passione per quello che facciamo, con un autentico pasto italiano contemporaneo proprio a New York, e sempre preparandolo per il meglio.

La clientela è esigente?

Certo che lo è.

Qual è la più grande difficoltà nella gestione di diversi locali?

Logistica, risoluzione dei problemi, gestione del tempo e il mantenimento di un buon lavoro, così da offrire un prodotto e un servizio molto coerenti ai clienti. Sembra facile ma lavoriamo duramente per ottenerlo.

Quale è stato il menu di Natale che avete preparato?

Crostini di paté di mortadella, tortellini in brodo, bollito e cotechino con purè di patate schiacciate, gelato alla crema con amarena Fabbri. Sì, è così italiano e così bolognese!

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