MILANO – «Mai nella mia vita ho provato il senso e la forza di un’energia così straordinaria come in questa riunione. Grazie, grazie per essere venuti, grazie per avere lavorato cosi intensamente in questi tre giorni».
È il ringraziamento emozionato che il fondatore di Slow Food Carlo Petrini rivolge alle centinaia di delegati presenti in occasione della cerimonia di chiusura di Terra Madre Giovani.
«Chi ha in testa lo stereotipo del vecchio contadino, sbaglia! Essere contadino non è un retaggio del passato. Voi siete il futuro della terra, perché lavorate con la terra e dalla terra prendete questa energia. Chi lavora la terra è il tutto, non la parte, ed è ora che questo messaggio politico passi. Non siamo qui un’assise di contadini, una parte dell’umanità: questa è una parte dell’umanità che si fa carico della complessità del vivere perché il cibo è l’unica cosa che ci rende viventi – continua Petrini -. La più grande gioia per una persona è vedere che ciò che ha costruito continua: ricordatevi ragazzi, quando costruite qualcosa ci deve essere la gratificazione per quello che fate, ma nello stesso tempo mettete i presupposti perché il vostro lavoro abbia una continuità. Hanno ragione i nostri amici francesi quando usano l’espressione durable. Ho l’impressione che l’attività di Slow Food e il progetto di Terra Madre Giovani siano durable. Abbiamo costruito con caparbietà un’idea e questa oggi ha le gambe, le mani, il cuore di una nuova generazione presente in questa platea. E anche se non vi conosco tutti personalmente so che voi continuerete su questa strada, e ricordate: farete meglio dei fondatori».
Petrini ha quindi ringraziato per il lavoro svolto tutta la rete di Slow Food Youth Network che ha organizzato l’evento, cimentandosi per la prima volta con l’imponente macchina organizzativa che ha portato 2500 giovani produttori da oltre 120 paesi a Milano e ha invitato la platea: «Fate Terra Madre a casa vostra. Fate nascere Terra Madre nei nostri villaggi: la rete si costruisce, si amplifica per irradiazione. In questo modo costruiamo un’organizzazione non verticistica, piramidale. Costruiamo un’organizzazione che si allarghi. Se ci sono meno strutture e più idee meglio stiamo in salute e in felicità».
Un ringraziamento speciale è andato anche a Milano, che ha saputo reagire a questo affetto con gratitudine, non solo aprendo le proprie case ai delegati da tutto il mondo, ma anche attraverso le parole del sindaco Giuliano Pisapia: «Milano dice arrivederci ai contadini e pescatori che sono arrivati in città per Terra Madre Giovani, dal Nord e dal Sud del mondo, nell’anno dell’Expo dedicata alla sicurezza alimentare e allo sviluppo sostenibile. Milano dà loro un arrivederci, perché vogliamo averli al nostro fianco – con i loro sogni, l’energia vitale e la passione – per l’elaborazione di politiche alimentari più intelligenti cui ci impegna il Milan Urban Food Policy Pact, il patto tra i Sindaci del mondo che 100 metropoli internazionali firmeranno il 15 ottobre, quale eredità concreta di Expo 2015. Una sfida ambiziosa che si può vincere solo lavorando tutti insieme. Il contributo dei giovani contadini 3.0, con il loro bagaglio di nuove conoscenze, sarà molto prezioso. A Milano, come nei loro Paesi».
E se Milano ha accolto i delegati e la manifestazione, altrettanto ha fatto Expo, che ha ospitato l’incontro di chiusura nell’Auditorium. Il Commissario unico delegato del Governo per Expo Milano 2015 Giuseppe Sala ha portato il suo saluto ai giovani delegati, sottolineando come la presenza di tanti giovani lavoratori della terra abbia colmato un vuoto: quello dell’assenza dei produttori locali all’Esposizione Universale.
«Con Terra Madre Giovani – ha spiegato Sala – l’Esposizione Universale dimostra una volta di più di essere una piattaforma di dialogo e di confronto unica. Le esperienze che i giovani agricoltori e pescatori hanno raccontato qui oggi, così come la loro stessa presenza in Expo, sono testimonianza concreta e reale di come si può e si deve fare agricoltura con il progresso. Abbiamo bisogno del loro contributo”.
Un saluto caloroso ai delegati è giunto anche dal ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, intervenuto a sottolineare il valore dell’esperienza del lavoro svolto nei giorni scorsi: «Le esperienze e le idee dei migliaia di agricoltori under 40 arrivati a Expo oggi con Slow food per Terramadre giovani aumentano ancora la forza del messaggio che parte da Milano: battere la fame entro il 2030 è possibile. Un impegno che prendiamo insieme a chi è e sarà protagonista della sfida alimentare: i giovani contadini del mondo. Expo si è rivelata una grande lezione di educazione civica, non solo ambientale. Il tema agricolo e alimentare è sopratutto una sfida di cittadinanza. L’Italia vuole continuare a impegnarsi anche dopo Expo, perché il lavoro fatto in questi mesi diventi uno stimolo stabile alle politiche internazionali. Con la Carta di Milano abbiamo dato un contributo importante all’elaborazione dei nuovi Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite. Da qui deve partire un lavoro quotidiano che veda insieme cittadini, associazioni, imprese e istituzioni per una concreta garanzia del diritto al cibo per tutti. Credo molto nell’idea che la generazione Expo, anche grazie Terra madre giovani, possa diventare a tutti gli effetti la prima generazione Fame zero».
Un riferimento colto anche dal Ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni. Nel suo intervento ha ricordato lo stretto legame tra questa e altre problematiche, come il riscaldamento globale e la gestione dei flussi migratori, e ribadito il senso particolare che la presenza dei contadini ha all’interno dell’Esposizione: «Credo che quest’evento sia una delle dimostrazioni più grandi della riuscita di Expo, qui si vede che non è stata solo una vetrina , ma che ha avuto un anima. Per questo ringrazio tutti i giovani che sono venuti fin qui da 120 paesi: i nostri risultati dipendono dal vostro lavoro e dal vostro entusiasmo e vi assicuro che l’impegno dell’Italia non si fermerà con la fine di Expo. Si tratta di una grande sfida, che riguarda tutti i Governi e tutti i cittadini del mondo e che può essere vinta con il contributo di tutti. Voi siete e sarete i protagonisti di questo straordinario cambiamento. Voi potreste essere la generazione che riuscirà a conciliare la Terra Madre con l’umanità».
L’incontro si è chiuso con il ringraziamento alle autorità e ai delegati da parte di Joris Lohman, presidente della Slow Food Youth Network e leader del progetto Terra Madre Giovani – We Feed The Planet. Nelle sue parole, il senso profondo di quella che è certamente la fine di una tappa di un lungo percorso che da oggi si sposta nelle comunità dei giovani presenti: «Quando tornerete nei vostri paesi sapete che avete il supporto di questa rete ma sapete anche che è il momento di iniziare ad agire, di fare un salto di livello».
Sulla piattaforma www.feedingtheplanet.atavist.com, da oggi, potete trovare il manifesto della gioiosa rivoluzione cominciata in questi giorni a Milano, raccontata da una lettera aperta a tutto il mondo e articolata in quattro punti fondamentali: equilibrio naturale, equità nel sistema alimentare, azione politica e istituzionale e responsabilità di ogni singolo cittadino.
Un modo di sottolineare come oggi non ci si sia limitati a celebrare l’importanza fondamentale del lavoro dei giovani contadini per il futuro e il benessere di tutti, ma come piuttosto si siano piantati i semi di una rivoluzione che è destinata a coinvolgere ogni angolo del mondo.
L’evento è stato organizzato da Slow Food, Slow Food Youth Network, Fondazione Terra Madre e Università di Scienze Gastronomiche, in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, con il patrocinio della Città di Milano. Official Partner dell’evento sono UniCredit Foundation, Unaproa, Coldiretti Giovani Impresa e Lavazza.