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venerdì 22 Novembre 2024
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Perugina, Nestlè: «Rilancio con pasticceria ed export»

I manager della multinazionale al Mise e in Senato: «Azienda non è in vendita, per il 2016 volumi stabili. Core business cioccolato ma puntiamo anche su altri prodotti». La solidarietà può essere prorogata sino al 2018

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«Rilancio del canale pasticceria e una sempre maggiore focalizzazione sull’export, facendo leva sui prodotti iconici del marchio Perugina». E’ questa la strategia del gruppo Nestlè che «in un contesto di mercato difficile, sta lavorando ad un piano industriale e

commerciale finalizzato al rilancio della produzione e alla crescita sostenibile del business nel lungo periodo, a garanzia della continuità occupazionale nella fabbrica di San Sisto».

Il responsabile delle relazioni industriali di Nestlè Italia, Gianluigi Toia, insieme al direttore corporate affairs, Manuela Kron, lo hanno ribadito a governo, istituzioni locali e sindacati nell’incontro che si è svolto al ministero dello Sviluppo economico mercoledì pomeriggio. Prima, Toia era stato in audizione alla commissione Industria al Senato.

Livelli produttivi stabili Al Mise i rappresentanti Nestlè sono stati chiamati a fare luce sulle strategie per lo stabilimento di San Sito, ma anche in generale sull’Italia. Sulla Perugina, hanno sottolienato che «la fabbrica è riuscita a mantenere una stabilità dei volumi produttivi, in questi anni di crisi di consumi, proprio grazie al network internazionale di Nestlé: ad oggi oltre il 40% dei volumi di questa fabbrica è infatti destinato agli altri business in cui opera Nestlé in Italia e all’estero. Per il prossimo anno, l’azienda prevede livelli produttivi in linea con quelli realizzati lo scorso anno, anche se ridistribuiti su produzioni diverse, che richiedono modalità e tempi di lavorazione differenti rispetto al precedente mix produttivo. Questo per assecondare le richieste del mercato che vedono crescere i prodotti legati al canale retail, mentre continua la contrazione dei volumi destinati al canale “pasticceria”».

Piano di rilancio Uno schema produttivo, questo, che «si inserisce in un più ampio piano industriale che prevede progetti di rilancio del canale pasticceria – di cui comunque Nestlé ricorda di mantenere la leadership nazionale – e una sempre maggiore focalizzazione sull’export, facendo leva sui prodotti iconici del marchio Perugina. Un percorso – sottolinea sempre la multinazionale – che è stato già avviato, come testimoniano gli investimenti sostenuti per garantire la presenza di Perugina ad Expo 2015 con un padiglione interamente dedicato, che sta contribuendo a consolidare la visibilità del marchio a livello sia nazionale che internazionale».

L’azienda, quindi ha auspicato «la prosecuzione di un confronto sereno e costruttivo con le istituzioni e le sigle sindacali, con il comune obiettivo di offrire nuovo slancio alla fabbrica, al territorio di Perugia e, più in generale, al Paese valorizzando brand ambasciatori di italianità nel mondo».

Contratto di solidarietà In audizione al Senato, Toia in precedenza non aveva escluso che il contratto di solidarietà in scadenza l’anno prossimo possa essere prolungato di due anni, fino a settembre 2018, tempo che verrà usato per scrivere il piano industriale che si adegui alle esigenze attuali del mercato. Il manager ha precisato che la Perugina «non è in crisi perciò mi stupisce il titolo di questa audizione» e «neppure in vendita».

Anzi, Toia ha rimarcato come quello di San Sisto «rimane uno stabilimento strategico e il primo in Italia». Da qui ha confermato la «volontà di investire». Toia non ha fornito, invece, indicazioni sulla notizia della joint venture tra Nestlè e R&R per creare un “maxi polo del gelato” sostenendo che «in ogni caso non riguarda Perugina».

Piano industriale ed esuberi I commissari hanno incalzato Toia sulla necessità di un piano industriale. Il manager ha respinto l’idea di una volontà di ridimensionamento per il sito, sottolineando la stabilizzazione della produzione a circa 25 mila tonnellate.

L’esubero di ore-lavoro, dunque, non sarebbe tanto dovuto a un calo di vendite, ma «allo spostamento dei consumi verso la grande distribuzione, che assorbe prodotti che richiedono meno manodopera». I prossimi mesi serviranno, perciò, secondo Toia a ricalibrare il piano industriale verso queste produzioni. «Abbiamo tempo – ha detto – anche considerando che possiamo prolungare il contratto di solidarietà di altri due anni, fino al 2018».

Differenziare Toia ha riconosciuto che il Bacio da solo non può bastare, anche se il «core business resta il cioccolato». L’idea, comunque, è di studiare altri prodotti, soprattutto adatti alla grande distribuzione e che guardino a nuovi mercati.

Cardinali: «Confronto resti aperto» La senatrice Pd Valeria Cardinali, presente in commissione, insieme ai colleghi Nadia Ginetti e Gianluca Rossi, sottolinea come «Toia ha ribadito che la Perugina non è tecnicamente in stato di crisi ma per noi, in una situazione in cui permangono comunque i contratti di solidarietà, resta fondamentale l’esigenza di un piano industriale che preveda volumi e tipologie di prodotti tali da garantire il futuro dello stabilimento di San Sisto, sia riguardo la posizione sul mercato, sia per il mantenimento dei livelli occupazionali. Occorre un piano strategico industriale di Nestlè per adeguare lo stabilimento agli intenti oggi dichiarati dal Direttore Toia. Questo è un primo incontro e visto che oggi si apre anche il tavolo con il governo, abbiamo espressamente chiesto che questo canale rimanga aperto con il coinvolgimento di parlamentari e Istituzioni locali».

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