MILANO – Brusco calo dell’export peruviano nel primo trimestre 2015.
Secondo un comunicato del Consiglio nazionale del caffè (Jnc), gli imbarchi del Perù sono stati pari a soli 117.760 sacchi da 60 kg: oltre i due terzi in meno (-70,5%) rispetto al dato registrato nel pari periodo dello scorso anno.
Dimezzate le entrate, che sono scese a 28 milioni di dollari, contro i 56 dei primi 3 mesi del 2014.
“Il calo riflette la scarsità del raccolto 2014” precisa il Consiglio.
L’anno passato, il Perù ha raccolto 3,028 milioni di sacchi da 60 kg, contro i 4,45 milioni del 2013. La caduta produttiva è imputata principalmente all’epidemia di ruggine del caffè (roya), il cui impatto è stato particolarmente forte nel sud del paese.
Per quest’anno si prevede una consistente ripresa (+25%), che sarebbe resa possibile dai maggiori investimenti compiuti dai produttori in pratiche agricole e fertilizzanti.
Il settore teme tuttavia le ripercussioni negative sui produttori del calo dei prezzi manifestatosi sui mercati internazionali, come ha dichiarato il presidente del Jnc Roman Neira.
La stagione di raccolta in Perù inizia ad aprile per concludersi a ottobre. Il paese andino ha toccato il suo picco produttivo massimo nel 2011, con un raccolto di 5,52 milioni di sacchi, secondo i dati dell’organismo sopra citato.
Il Perù non fa parte dell’Organizzazione Mondiale del Caffè (Ico).