NOVI LIGURE (Alessandria) – Più di 5 milioni bruciati in sei mesi e una ricapitalizzazione per 3 milioni che porta la data del 27 luglio 2018. Questa la difficile situazione che emerge dal verbale della riunione del Consiglio di amministrazione della Pernigotti. La quale si è tenuta lo scorso 14 dicembre.
Come riferisce Sivia Marzialetti su Sole 24 Ore, dal documento si evince anche l’affidamento dell’incarico a Vitale e Associati per la vendita della divisione I&P; quest’ultima impegnata nella produzione e commercializzazione di preparati per gelaterie artigianali e pasticcerie.
Perdite per 5,3 milioni
A fare il punto in cda sullo stato patrimoniale dell’azienda è stato il neo-presidente del Consiglio di amministrazione, Zafer Toksoz. Proprietario, insieme con il fratello Ahmet, della casa del gianduiotto dal 2013.
Il magnate turco si è soffermato, in particolare, sui risultati al 30 giugno 2018
Da cui emergono ricavi per 21,3 milioni e una perdita di 5,3 milioni, in conseguenza della quale il patrimonio netto della società è crollato a 0,6 milioni. È a fronte di tale situazione – nonché dei dati di forecast che al 30 settembre 2018 proiettavano un valore di patrimonio netto negativo – che l’azionista ha deciso di ricapitalizzare la società per 3 milioni; rinunciando a crediti di corrispondente importo. Pernigotti ha chiesto la Cigs al ministero del Lavoro per 100 dipendenti dell’hub di Novi Ligure dallo scorso 7 novembre e scelto di avviare la «cessazione delle attività produttive», espressione testuale riportata nel verbale del cda.
Si tratta di una strategia funzionale al piano di risanamento della società
L’hub di Novi è infatti «da sempre caratterizzato da volumi non abbastanza significativi per ottenere efficienza ed economie di scala, anche in funzione dello stato di avanzata obsolescenza funzionale e tecnologica dell’immobile e di buona parte dei macchinari».
Alla ricerca di un player industriale
Il verbale conferma l’intensa attività di scouting (affidata all’advisor Sernet) di un player industriale cui affidare la produzione: un passaggio chiave del documento parla della totale esternalizzazione delle produzioni in futuro e, parallelamente, della possibilità di cedere lo stabilimento con lo scopo di reindustrializzare l’area di Novi.
I nomi possibili
Durante l’ultimo incontro al ministero del Lavoro tra azienda, sindacati e Governo, sono trapelati i nomi di Laica – azienda di Novara specializzata nella produzione di Gianduiotti – e de La Suissa, azienda dell’alessandrino interessata ai macchinari del celebre brand piemontese.
L’ipotesi Sperlari
Ma per poter valutare le proposte occorre tempo e la firma dell’accordo per la Cassa integrazione per cessazione è rimandata al 5 febbraio. Al momento, la manifestazione d’interesse più concreta, appare quella della cremonese Sperlari, storico brand di caramelle e torroni di proprietà della tedesca Katjes International. Si è parlato anche di un fondo indiano che potrebbe entrare in partita.
Silvia Marzialetti