MILANO – Per ottenere un caffè perfetto, che possa esprimere al meglio il suo potenziale aromatico, occorre fare molta attenzione anche a particolari come la temperatura di estrazione e la lunghezza di erogazione.
Con la nuova macchina Expert è possibile intervenire su entrambi gli aspetti, impostando la quantità e la temperatura del caffè, soddisfacendo così i propri gusti personali e esprimere al massimo il carattere del nostro caffè.
Come si prepara allora un caffè impeccabile e quali sono i fattori che incidono sul suo sapore? Massimiliano Marchesi (FOTO), Coffee Ambassador di Nespresso, ci ha accompagnati alla scoperta di alcuni dei segreti per la preparazione di un caffè perfetto
La temperatura conta!
Diverse temperature e lunghezze di estrazione del caffè consentono di estrarre diversi aspetti del bouquet aromatico di miscele differenti.
Con il termine estrazione, gli esperti intendono l’articolazione di aromi, gusto e robustezza nella polvere di caffè.
Si tratta di un procedimento molto rapido, stabilito a seconda del grado di macinazione, temperatura dell’acqua, pressione e tempo di contatto tra l’acqua e la polvere di caffè.
La temperatura dell’acqua e il tempo di estrazione hanno un’importanza determinante, perché incidono sulle qualità aromatiche e gustative di ogni Grand Cru e la loro variazione consente di estrarre differenti aspetti del bouquet aromatico di ogni miscela.
Una temperatura di estrazione bassa o moderata accentuerà le note delicate, come ad esempio quelle di Ristretto, provenienti dall’Africa Orientale, o quelle fruttate di Volluto, pura arabica del Sud America.
Una temperatura di estrazione elevata, invece, ci consentirà di percepire meglio l’intensità del caffè, accentuandone le note tostate, l’amarezza e la persistenza.
A ogni caffè la propria lunghezza
Ogni Grand Cru Nespresso ha una lunghezza preferita di erogazione per poter esprimere al meglio il suo potenziale.
Ciascuna capsula contiene una quantità di caffè ad un grado di tostatura e di macinatura appositamente studiati per permettere al caffè di esprimere tutto il suo potenziale in tazza da ristretto, da espresso o da lungo.
Quando beviamo un caffè sovraestratto, erogando in tazza da lungo un Grand Cru che nasce invece ristretto, percepiamo dei sentori indesiderati come il gusto dell’amaro, il tipico aroma di bruciato e, spesso, anche una sensazione di astringenza.
Estraendo, invece, in tazza da ristretto un Grand Cru che nasce come Lungo, come ad esempio Vivalto, otterremmo un caffè sottoestratto, caratterizzato da un numero eccessivo di spigolosità e durezze, acidità ed amarezza indesiderate.