di Emanuele Scarci
MILANO – illycaffè si dota dei mezzi finanziari per crescere a livello globale e raddoppiare il fatturato. La società ha emesso obbligazioni senior unsecured (cioè non assistite da particolari garanzie) per un importo nominale complessivo di 70 milioni di euro.
Il prestito, non soggetto a rating, è interamente sottoscritto da Pricoa Capital Group e prevede la possibilità per la società di estendere l’emissione obbligazionaria fino a 140 milioni di dollari.
Le obbligazioni hanno una durata di 12 anni e una vita media di 10 anni con una cedola fissa del 3,35% su base annua.
«L’operazione – spiega Andrea Illy, ceo di illycaffè – garantisce maggiore flessibilità finanziaria e un’efficace differenziazione delle fonti di finanziamento per sostenere i progetti di sviluppo della società. Inoltre questa emissione rappresenta un importante segnale di fiducia dei mercati finanziari. È una dimostrazione della credibilità del nostro progetto in un momento in cui illycaffè è impegnata in un piano di sviluppo globale».
In effetti la società con questa operazione ottimizza il costo del debito: sostituisce il bond da 66 milioni di dollari della consociata olandese lanciato 3 anni fa al tasso fisso in dollari del 4,61%.
Andrea Illy ha sostenuto, anche recentemente, che «nel mass market la dimensione è un fattore di competizione molto importante. Noi però siamo nel prodotto di qualità e la nostra strategia rimane valida per i prossimi 5 o 10 anni».
Infatti nel mercato globale, dopo la nascita di JDE con oltre 8 miliardi di fatturato nel fresh coffee, davanti a Nestlé, è partita la caccia alle fusioni e acquisizioni.
Lavazza potrebbe avvicinarsi alla soglia dei 2 miliardi a breve e Segafredo-Zanetti ha acquistato l’asiatica Boncafé.
Si tratta di capire se la corsa continuerà e se anche le nicchie rischiano di essere coinvolte nello shopping.
La società friulana si ritiene fuori e si avvale anche di un recente audit strategico affidato a Roland Berger & Partner: questo ha confermato la sostenibilità della strategia di illycaffè, che punta al raddoppio del fatturato nel lungo termine.
Il piano di crescita, supportato da un mix equilibrato di mezzi propri e strumenti finanziari innovativi, si concentra su due aree di rilievo: l’aumento della quota mercato nel segmento della premium hospitality a livello globale e l’estensione alle altre occasioni di consumo, come quella domestica, attraverso sistemi di preparazione punti vendita monomarca.
Insomma, l’obiettivo è poter continuare a operare (senza scosse) nella nicchia dorata del caffè di alta qualità che garantisce al gruppo triestino un Ebitda del 16% senza scendere nell’arena del prodotto mass market nella grande distribuzione (dove la pressione promozionale è del 49%).
«Noi ci siamo e ci restiamo – ha detto Illy – ma con prudenza: preferiamo l’Horeca (hotel, ristoranti e bar ndr)». Nel 2014 illycaffè ha realizzato un fatturato consolidato di 391 milioni (+4,5%), un Ebitda di 62 milioni (+15%) e un utile netto di 12 milioni dai 7,8 dell’esercizio precedente.
Il mercato italiano continua a perdere consumi: -2,2% a volume e -3,4% a valore. L’incidenza delle vendite all’estero di illycaffè ha raggiunto il 62%, il 63% nel primo semestre 2015.