di Roberto Lodigiani
RETORBIDO (Pavia) – Finisce ancora all’asta quel che resta del tesoro Brasilia, a quasi tre anni dal fallimento decretato nel maggio 2012. (nel VIDEO vediamo l’interno dello stabilimento e degli uffici).
Cinque lotti, comprendenti anche un immobile della consociata «Gino Rossi» di Pontecurone, che il tribunale di Milano mette in vendita on line al miglior offerente (attraverso il sito delle aste giudiziarie Sivag.it), fino al 18 marzo. La fetta più sostanziosa riguarda marchi, brevetti, modelli e disegni dell’ex colosso delle macchine da caffè di Retorbido, proposti al prezzo base di 2 milioni 384mila euro, con rilancio di almeno 50mila euro. Poi due capannoni del complesso industriale di via dell’Artigianato, quotati rispettivamente 372mila e 535mila euro (rilanci di 25mila e 30mila euro); quindi mobili ed attrezzature da ufficio (lotto 1), valutati 35mila euro. Il totale ammonta così a circa tre milioni di euro. Sembra che soggetti interessati abbiano già chiesto informazioni in municipio.
Qualche gara, intanto, è già andata a buon fine. Aggiudicati per 50mila euro (rispetto a una richiesta iniziale di 33mila) impianti, mobili e attrezzature del reparto di produzione; venduto anche il magazzino dei prodotti finiti e semilavorati, per 90mila euro. Era purtroppo naufragata, invece, l’operazione messa in piedi subito dopo il fallimento dal curatore, l’avvocato Davide Lambicchi, che nell’asta on line a lotto unico aveva inserito i contratti di lavoro dei 132 dipendenti superstiti, oltre ai beni aziendali. Un patrimonio da 15milioni di euro. Chi se lo fosse aggiudicato, si sarebbe preso lo stabilimento «chiavi in mano», con tanto di operai e impiegati pronti a rientrare in fabbrica dopo la lunga, vana battaglia per il salvataggio. Ma nessuno malgrado i tentativi reiterati si è fatto avanti. E ora la vecchia Brasilia viene smembrata.