MILANO – Lo sanno bene i milanesi, che incarnano lo stereotipo della vita appresso al lavoro, scandita da poche e brevi stop. La pausa caffè, per tutti i lavoratori, è un elemento che salva dalla routine quotidiana. Eppure, secondo un’indagine sugli impiegati europei, più di un quarto dei lavoratori non avrebbe tempo per staccare per ‘na tazzulella.
Non importa se sarebbe bellissimo sentirne il gusto (56%). Non importa se potrebbe aiutare a stare svegli (29%) o a migliorare la propria produttività (43%).
Pausa caffè: non solo necessaria, ma anche utile
Peccato, anche perché una ricerca della London School of Hygiene and Tropical Medicine ha rivelato che la caffeina migliora la memoria e la concentrazione e riduce il numero di errori.
Sulla pausa caffè si sono concentrati in tanti
Le ricerche sono andate nel dettaglio: uno studio condotto da Emily Hunter e Cindy Wu della Baylor University del Texas ha individuato anche il momento migliore per la pausa, che sarebbe a metà mattina e non nel pomeriggio.
Bere quella tazzina di caffè non è banale: la European Food Safety Authorityha confermato che 75 mg di caffeina (quello che c’è in una tazzina) hanno un effetto concreto sulla produttività: si sarebbe effettivamente più svegli e concentrati.
Il dibattito
Concedendosi una pausa caffè si perde tempo o lo si guadagna? Considerato che l’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico (Oecd) ha dimostrato che lunghe ore di lavoro non corrispondono necesariamente a una maggiore produttività, per cui – come dire – forse limitare le pause caffè potrebbe anche essere un errore. O no?