TORINO – Nei mesi scorsi avevamo riferito di una bella storia nata nel carcere torinese «Lo Russo e Cotugno» dove la Cooperativa sociale Pausa Caffè ha creato un piccolo stabilimento di torrefazione. Presto, nella stessa casa circondariale, verrà tostato anche il cacao.
La notizia è stata data in occasione della presentazione del libro «Conoscere il cioccolato» (Ponte alle Grazie), scritto dal giornalista della Stampa Luciano Cambellotti con la moglie Clara Vada Padovani.
Il merito dell’iniziativa va ancora una volta a Pausa Caffè.
Attualmente, la cooperativa tratta i chicchi pregiati provenienti dal presidio Slow
Food di Huehuetenango, in Guatemala.
Grazie all’ arrivo di una nuova macchina rompi-cacao, essa si accinge ad allargare le sue attività anche al cibo degli dei.
La lavorazione avverrà con criteri artigianali utilizzando dei metodi ormai soppiantati dall’industria e fornirà “massa di cacao” (semi macinati) di alta qualità ai mastri pasticceri locali.
Grazie alla nuova iniziativa di Pausa Caffè – che potremo presto ribattezzare Pausa cacao – sarà più facile, per i laboratori artigianali, allacciare dei contatti diretti con i produttori di cacao creando così i presupposti per la nascita di nuove filiere di commercio equo e solidale.