MILANO – Una Pasqua anomala quella del 2020, dove le persone non sono libere di andare dal proprio pasticcere di fiducia per acquistare Uova di cioccolato e Colombe. E, soprattutto, che colpisce duramente gli artigiani dei dolci che vedranno ridotti i loro incassi in maniera impressionante. Si parla di quasi 40 milioni di fatturato. Confartigianato non può stare fermo ad assistere a questo “massacro” economico e ha fatto una richiesta precisa al Governo. Leggiamo l’appello dei pasticceri dall’articolo di Mariachiara Giacosa, su repubblica.it.
Pasticceri uniti per salvare la loro Pasqua
Senza la possibilità di vendere colombe e uova di cioccolato, e discriminati rispetto ai negozi di altri generi alimentari che possono continuare l’attività, pasticceri e cioccolatieri chiedono il “salva Pasqua”. Un intervento, che può essere solo del governo, per consentire agli artigiani del dolce di non perdere quasi 40 milioni di fatturato: 34 milioni di mancate vendite a cui se ne aggiungono 7 di perdite per il materiale già acquistato e destinato al deperimento.
L’appello alla riapertura arriva da Confartigianato che chiede all’esecutivo di rivedere ” l’interpretazione del decreto dell’11 marzo 2020 in base alla quale le imprese artigiane di pasticceria, obbligate alla chiusura, non possono vendere i loro prodotti nemmeno attraverso la modalità di asporto che è consentita invece ad altre attività”.
Come ad esempio i forni del pane. Pasticcerie e gelaterie sono infatti chiuse al pubblico e possono unicamente consegnare a domicilio, con corrieri o direttamente. Rispettando tutte le norme di sicurezza. Per Confartigianato, che rappresenta 1600 imprese alimentari artigiane, si tratta di ” un’assurda discriminazione rispetto ai negozi e alla grande distribuzione. Ai quali è invece permessa la commercializzazione di prodotti dolciari”.
Il caso. In difficoltà anche i grandi marchi del dolce pasquale
Insomma il lockdown per contrastare il coronavirus rischia di pesare particolarmente su un settore che in queste settimane si gioca quasi metà del fatturato annuo. ” Siamo i primi a rispettare le regole, ma non accettiamo una palese e assurda penalizzazione delle nostre produzioni che colpisce le nostre aziende e nega la libertà di scelta ai consumatori ” sottolinea Alessandro Del Trotti, referente dei produttori dolciari di Confartigianato Piemonte.
Ed è il presidente Giorgio Felici, a chiedere interventi di supporto alla categoria “con un piano straordinario di liquidità che ci garantisce il posto di lavoro ai nostri collaboratori per ripartire più forti e motivati di prima, quando l’emergenza sanitaria sarà conclusa ” . Anche da Cna arriva la richiesta di ” particolare attenzione per gli artigiani del gusto. Sappiamo che è difficile in questo momento riaprire le nostre pasticcerie – spiega Alessio Stefanoni – ma chiediamo al governo un attenzione mirata a questo settore”.