MILANO – In un post sui social l’astronauta Paolo Nespoli, che aveva già raccontato un divertente aneddoto sul caffè, ha spiegato agli utenti le caratteristiche della tazzina “spaziale”. Le riprendiamo dal sito sciencesue.it con la firma dello specialista Antonio Piazzolla.
In un nuovo post sui social l’astronauta Paolo Nespoli, che aveva già raccontato un divertente aneddoto sul caffè, ha continuato il precedente racconto spiegando agli utenti le caratteristiche della tazzina “spaziale“.
Paolo Nespoli: bere un caffè è una delle cose più semplici al mondo
Un po’ meno forse in condizioni di microgravità. E’ per questo infatti che la tazzina predisposta al consumo della bevanda in orbita è stata realizzata con un design “spaziale“.
Una tazzina “spaziale”
La tazzina è stata realizzata alcuni anni fa da Mark Weislogel, docente della Portland State University che, insieme al suo team, ha rielaborato il bicchiere disegnato dall’astronauta americano Don Pettit nel lontano 2008.
Come funziona?
La sua forma particolare, frutto di un mix tra creatività, scienza, fisica, scienza dei fluidi e matematica, permette di trattenere il caffè all’interno della tazzina, convogliandolo verso un punto dal quale l’astronauta può sorseggiarlo in serenità.
Paolo Nespoli racconta come bere caffè in orbita
“Il liquido che ti tocca le labbra e gli aromi che ti entrano nel naso non sono una cosa da tutti i giorni nello spazio. Normalmente, si beve con una cannuccia da una bustina sigillata. E’ proprio il caso di dire: ‘Barista, un espresso spaziale grazie!’ (anche se il barista sei sempre tu…)”