MILANO – Davide Paolini è noto come il gastronauta (neologismo che ha una sua pagina su Wikipedia). Ex manager della Formula 1 e uno dei padri del giornalismo enogastronomico in Italia. Ma anche conduttore radiofonico di successo per Radio 24 la radio del Sole 24 Ore, Paolini è uno dei massimi esperti mondiali di panettone.
Sua infatti la campagna affinché il classico dolce venga prodotto e consumato in estate. In tantissime combinazioni d’assaggio. Vi proponiamo qui un articolo di Paolini tratto dal suo blog Il gastronauta dedicato al dolce più famoso d’Italia.
Panettone: una ricetta tanto amata quanto copiata
Pasticcieri, panettieri, pizzaioli quali produttori di panettone tradizionale, state all’erta. Il successo degli ultimi anni potrebbe avere delle insidie. Soprattutto quando un prodotto comincia ad andare a ruba anche nei mercati esteri.
Un dolce tarocco
Soprattutto chi produce con qualità (farine, burro, uvette, canditi, etc.) deve stare attento ai tarocchi. Perché i pericoli arrivano dai mercati esteri dove il fenomeno “italian sounding” colpisce già tanti giacimenti gastronomici. Di conseguenza, anche la qualità espressa dal made in Italy e la bilancia commerciale.
Mentre il panettone è diventato come “Figaro“, c’è di contro uno strano silenzio attorno ai tanti panettoni taroccati. Prodotti oltre frontiera; mentre si sbraita a tutti i livelli se un formaggio o un salume dop, igp (e chi più ne ha, più ne metta) sono prodotti fuori confine con “nomi” italianissimi (che sia la forza delle lobbying assai diversa?).
Bauducco e D’Onofrio
I pericoli sono nell’aria. Si chiamano Bauducco in Brasile e D’Onofrio in Perù. (non di meno chi esporta dall’Italia con margarina al posto del burro, come è successo in Svizzera).
Soprattutto l’azienda di Bauducco ha raggiunto risultati davvero impressionanti con la scritta “panettone” e con la Colomba Pascal (marchio depositato in Brasile, ma in Italia non lo è).
Se da un lato si può essere orgogliosi, come italiani, del successo di un emigrante che ha colmato un vuoto di mercato lasciato colpevolmente dai nostri produttori; dall’altro viene da chiedersi chi non abbia difeso istituzionalmente il panettone e la colomba dall’italian sounding.
Poi si “piange” quando si annunciano le cifre dei tarocchi italianizzati. (i francesi insegnano come proteggere i loro prodotti anche fuori Ue), quasi fossero gli emigranti abili i responsabili.
In Perù con le facce dei politici
Stessa storia anche in Perù. Dove si divora il panettone non solo a Natale, ma pure a luglio, grazie a un figlio di emigranti. Antonio D’Onofrio infatti, ha creato un brand di successo (poi ceduto alla Nestlè).
L’aspetto bizzarro dell’uso del panettone in Perù è da parte dei politici locali
Si fanno stampare sopra la confezione la loro faccia (grande idea per le prossime elezioni).
Pasticcieri, panettieri, pizzaioli unitevi per far diventare il panettone “patrimonio dell’umanità Unesco”, una protezione dal tarocco.
Davide Paolini