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venerdì 29 Novembre 2024
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Gruppo illy: i tre rami di famiglia ottengono una cedola di 12,7mln, illycaffè nel 1° semestre 2024 utile a 13,6mln, ricavi 289,1mln +3,8%

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Gruppo Illycaffè polo gusto illy illetta
Il logo illycaffè

MILANO – I dati più recenti, come si legge nell’articolo di Piercarlo Fiumanò su nordesteconomiagelocal.it, parlano di un 2024 partito con il piede giusto per l’azienda illycaffè: con dei ricavi consolidati positivi a +3,8% sul 2023, pari a 289,1 milioni e un utile netto di 13,6 milioni (6,4 milioni nel 2023), la strada sembra meno in salita di come ci si aspetterebbe davanti al rincaro del verde. illycaffè continua a crescere nonostante tutto, persino la marginalità è in aumento del 16% con tre punti percentuali superiori.

I numeri positivi continuano con una posizione finanziaria netta a quasi +17% che raggiunge i 144,8 milioni ed un Ebidta che va oltre i 46 milioni a + 26,2%.

Risultati che, come ha detto in un’intervista a nordesteconomia.geolocal.it l’amministratore delegato Cristina Scocchia, sono tutt’altro che scontati e continua, scendendo nel dettaglio dei mercati più in crescita: “Nel primo semestre del 2024 tutti i principali mercati sono risultati in crescita rispetto al 2023.

illycaffè scocchia
Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè (immagine concessa)

Tutti i canali, sia nel segmento casa che fuori casa, hanno registrato un aumento rispetto all’anno precedente. In particolare in Usa, che ormai sono il nostro secondo mercato, registriamo ricavi oltre ai 100 milioni (+11%) spinti dall’e-commerce e dalla nostra partnership con Amazon con cui abbiamo ottime relazioni. In Usa nell’arco del piano puntiamo al raddoppio del business per raggiungere circa i 200 milioni.”

E per quanto riguarda l’Europa, Cristina Scocchia su nordesteconomia.gelolocal.it ha indicato la Spagna come Paese di particolare interesse (+21%) e sviluppi ulteriori grazie al canale del monoporzionato e il segmento premium del mercato Modern Trade.

Le previsioni rivelate dall’amministratore delegato sono ancora di un’evoluzione in positivo per la seconda parte dell’anno, con cifre in termini di ricavi e reddittività ancora più elevati. Ha concluso con l’obiettivo di raddoppiare la capacità produttiva e logistica dell’impianto con sede a Trieste nei prossimi 4 anni.

Qui l’articolo completo.

E non solo: la famiglia triestina Illy ha ricevuto una cedola di 12,7 milioni di euro, la quale è stata incassata a seguito dell’approvazione del bilancio 2023 del Gruppo

Le 11,5% delle azioni nella controllata  sono state assegnate in parti eguali ad Anna e Andrea Illy e il 95% di Polo del Gusto a una terza newco con a capo Riccardo Illy. Leggiamo di seguito un estratto della prima parte dell’articolo di Andrea Giacobino per Italia Oggi.

La cedola del Gruppo

MILANO – È di circa 12,7 milioni di euro la cedola che i tre rami della famiglia triestina Illy hanno incassato qualche settimana fa dopo l’approvazione del bilancio 2023 di Gruppo illy, il primo esercizio che recepisce la scissione dello scorso anno con la quale l’11,5% delle azioni detenute nella controllata Illycaffè sono state assegnate in parti eguali a due newco facenti capo rispettivamente a Anna e Andrea Illy e il 95% di Polo del Gusto a una terza newco facente capo a Riccardo Illy.

Il bilancio 2023 del Gruppo (che oggi quindi detiene il 69% di illycaffè, partecipata anche dal fondo Rhone Capital, e il 2,5% di Polo del Gusto) s’è chiuso con un utile di 6,7 milioni rispetto a quello di 2,3 milioni del precedente esercizio e che è stato erogato quasi interamente ai soci come cedola e al quale sono stati aggiunti 2,14 milioni tratti dagli utili portati a nuovo e 3,8 milioni attinti dalle riserve.

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Massimo Trapletti, Confida: “La provincia di Bergamo è la valley delle vending machine”

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confida trapletti pehi vending
Massimo Trapletti, presidente di Confida (immagine concessa)

BERGAMO – Bergamo è leader della distribuzione automatica. La provincia della città è anche chiamata la vending valley dei distributori: sono ben trentasei le aziende presenti sul territorio orobico che operano nel settore del vending e che danno lavoro a circa 1900 persone, ovvero quasi il 42% degli addetti dell’industria nella regione.

Riportiamo di seguito la breve intervista a Massimo Trapletti, il presidente di Confida, Associazione italiana distribuzione automatica, rilasciata dal canale YouTube dell’organizzazione.

Massimo Trapletti sul vending in Italia

Massimo Trapletti: “La provincia di Bergamo è considerata la vending valley perché è la sede di due leader di mercato per produzione di distributori automatici che sono EvocaBianchi Industry. Soprattutto, all’interno della provincia, è presente anche il leader di mercato, nonché secondo a livello europeo delle società di gestione: IVS Italia”.

Oltre alle aziende di gestione vanno aggiunte altre imprese che compongono il comparto del vending: pratiche, veloci e sempre aperte che offrono dalle bevande agli snack ma anche prodotti parafarmaceutici all’elettronica di consumo.

I guadagni con la vending machine sono immediati e i margini di profitto possono variare molto: tanto da essere compresi tra il 50% e il 90% rispetto al prezzo di vendita.

Trapletti aggiunge: “Stiamo cercando delle alternative di prodotto che possano compensare la riduzione dei consumi negli uffici e nelle fabbriche. Sicuramente in futuro avremo uno sviluppo sia venendo incontro al consumatore sulla strada che proponendo prodotti alternativi a quelli classici”.

Il settore della distribuzione automatica per cui il nostro Paese è leader a livello internazionale nel 2023 ha registrato un fatturato di oltre 1,6 miliardi di euro, in crescita rispetto al 2022.

L’Italia ha inoltre la più ampia rete di distribuzione automatica d’Europa con oltre 830mila vending machine installate che nel 2023 hanno erogato quasi 4 miliardi di consumazioni (ne abbiamo parlato qui).

Lo studio: ecco perché la robusta è più climate-smart dell’arabica e ha maggiori possibilità di adattarsi al cambiamento climatico

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robusta Brasile
Una pianta di coffea canephora (credits - Wouter Hagens - Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1890101)

MILANO – Il caffè del domani sarà sempre più caffè robusta: più produttivo e più resiliente. E dunque maggiormente in grado di adattarsi al mutamento climatico. Questa almeno l’indicazione che emerge da uno studio pubblicato da poco su “Crop Science”, prestigiosa rivista scientifica edita da American Society of Agronomy (ASA), Crop Science Society of America (CSSA), e Soil Science Society of America (SSSA).

“Storicamente, i consumatori di caffè preferisco l’arabica per il suo sapore e il suo aroma”, spiega Felipe Ferrao, ricercatore in scienze orticolturali dell’Università della Florida e autore principale dello studio.

“Ma entro il 2050, si prevede che circa l’80% della produzione diminuirà a causa del cambiamento climatico”.

La coffea arabica è una pianta delicata e alquanto suscettibile alle malattie e agli stress biotici

Si rende dunque necessario sviluppare nuove cultivar resilienti al clima e capaci di adattarsi alle mutate condizioni di coltivazione, in grado di soddisfare requisiti di tolleranza biotica e abiotica, nonché di qualità.

“In questo contesto – si legge nella presentazione dello studio – la C. Canephora emerge come un potenziale condidato, in grado di conciliare plasticità e qualità in tazza”. Ferrao ha collaborato con i colleghi francesi di RD2 Vision e brasiliani di Istituto Incaper.

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REPA diventa distributore autorizzato di ricambi originali per De’ Longhi, Kenwood, Braun e Ariete

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Il centro logistico di REPA (immagine concessa)

CESENA – REPA, il leader europeo nella distribuzione di ricambi per la ristorazione professionale, caffè, vending e domestico, ha appena siglato un accordo su scala globale con il Gruppo De’ Longhi, diventando così distributore autorizzato di ricambi originali per quattro dei suoi brand: De’ Longhi, Kenwood, Braun e Ariete.

Il Gruppo De’ Longhi è uno dei principali attori a livello mondiale nel settore del piccolo elettrodomestico dedicato al mondo del caffè, della cucina, della climatizzazione e della cura della casa.

L’accordo di REPA con il Gruppo De’ Longhi

Da oggi REPA offre più di 64.000 ricambi originali dei quattro brand del Gruppo, senza esclusiva, estendendo le opzioni disponibili per i clienti al di fuori del network distributivo ufficiale di De’ Longhi.

I clienti del Gruppo, tra i quali centri assistenza indipendenti, tecnici e rivenditori specializzati, hanno ora l’opportunità di lavorare con un partner attivo da oltre 40 anni nella distribuzione dei ricambi a livello globale, già fornitore di fiducia di alcuni dei principali OEM del settore Caffè.

Oltre ai vantaggi di un servizio assistenza clienti impeccabile e alla vasta scelta di articoli, i centri assistenza e i loro tecnici possono ora acquistare i ricambi originali De’ Longhi, Kenwood, Braun e Ariete senza minimo d’ordine.

Con il più ampio stock del settore accessibile in un webshop all’avanguardia, ampia disponibilità a magazzino e centri logistici automatizzati che garantiscono una consegna rapidissima, REPA fornisce ai propri clienti il ricambio giusto, nel momento giusto, ovunque si trovino, riducendo al minimo i tempi di inattività causati dai guasti alle attrezzature.

Gilberto Guidi, group director professional coffee commenta: “Siamo entusiasti di accogliere questi quattro importanti brand all’interno della grande famiglia REPA, espandendo così in maniera sostanziale l’offerta di ricambi più ampia e completa d’Europa. Il Gruppo De’ Longhi, che continuerà a mantenere la propria rete di distribuzione indipendente, ha concesso a REPA l’opportunità di utilizzare i suoi brand senza diritto di rappresentanza esclusiva. Siamo orgogliosi di collaborare con questa prestigiosa realtà e di estendere ai suoi clienti il valore aggiunto di REPA, leader globale nel settore ricambi sinonimo di rapidità, ampia offerta ed efficienza.”

La scheda sintetica di REPA

REPA è il principale distributore europeo di ricambi per attrezzature per la ristorazione, caffè, distributori automatici ed elettrodomestici ed è un partner di fiducia per i produttori di apparecchiature. Dal 2022 REPA è una divisione di Parts Town Unlimited, leader mondiale nella distribuzione high-tech di parti di ricambio indispensabili, prodotti e servizi correlati per i settori della ristorazione, degli elettrodomestici e dell’HVAC.

I clienti di REPA beneficiano di una forte competenza in materia di ricambi, con oltre 40 anni di esperienza nel mercato da parte di REPA Italia, REPA Deutschland, REPA France, REPA Iberia, ATEL e Big Warehouse. Con il più grande database del settore accessibile attraverso webshop all’avanguardia, un’elevata disponibilità di magazzino e centri logistici altamente innovativi che assicurano la consegna dei ricambi più rapida del settore, REPA fornisce a ogni cliente il pezzo giusto, al momento giusto, ovunque.

La scheda sintetica di Parts Town Unlimited

Parts Town è il distributore leader, ad altissima innovazione tecnologica, di ricambi originali OEM (Original Equipment Manufacturer) per la ristorazione, gli elettrodomestici e le apparecchiature HVAC. Quando si verifica un problema con qualsiasi apparecchiatura Parts Town è pronta a intervenire con la gamma di ricambi più ampia del pianeta, una tecnologia innovativa e un’esperienza cliente senza uguali.

Le soluzioni personalizzate vanno a beneficio dei tecnici di tutti i tipi di attrezzature, nonché di ristoranti indipendenti e di catene, scuole, strutture sanitarie e ricettive.

Grazie alla collaborazione con i principali produttori di ricambi per la ristorazione, gli elettrodomestici e l’HVAC, Parts Town migliora la catena di fornitura, aumenta le vendite di ricambi originali OEM e fa sì che l’attività di ogni cliente funzioni alla perfezione. Parts Town collabora anche con rivenditori di attrezzature e forniture di tutte le dimensioni per offrire un one-stop shop attraverso il suo marketplace “Parts Town”.

Massimo Zanetti, Virtus Bologna, sulla possibile cordata israeliana: “Resto qui e non me ne vado”

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Massimo Zanetti, è anche il presidente della squadra di basket Virtus Segafredo Bologna (immagine concessa)

Alcuni giornali hanno fatto trapelare la forte possibilità dell’ingresso di una cordata israeliana inizialmente come terzo partner ma destinato poi ad assumere le quote di maggioranza della Virtus. Massimo Zanetti ha tuttavia smentito le voci di corridoio: l’attuale azionista di maggioranza della Virtus non ha ancora intenzione di andarsene. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Marco Marini pubblicato sul portale Backdoor Podcast.

Massimo Zanetti ribadisce la volontà di rimanere a capo della Virtus

BOLOGNA – Sono state giornate molto frenetiche in casa Virtus Bologna. La Segafredo, dopo settimane di silenzio, ha annunciato quasi tutto il roster della prossima stagione e ora sta lavorando alle ultime possibili aggiunte come quella di Rayjon Tucker. Tuttavia, la questione più bollente in pentola non riguarda il mercato ma le dinamiche societarie.

Come vi abbiamo spiegato, infatti, c’è la forte possibilità dell’ingresso di una cordata israeliana inizialmente come terzo partner ma destinato poi ad assumere le quote di maggioranza della Virtus. Operazione non semplice, visto che bisogna calcolare anche le richieste e i desideri non solo del proprietario Massimo Zanetti ma anche dell’altro azionario Carlo Gherardi. Tuttavia, le trattative sono in corso e si sta ragionando per trovare un accordo.

Ufficialmente, la Virtus ha smentito queste voci e lo stesso proprietario della Virtus Massimo Zanetti si è spinto anche oltre, dipingendo come false le voci attorno alla cordata israeliana. Il proprietario di Segafredo, recentemente intervistato da Giffoni Sport, ha affermato che questi rumors sono “roba inventata dai giornali” ribadendo la propria volontà di rimanere a capo della Virtus.

Zanetti: “Non è vero. Io resto là e non me ne vado. I giornali hanno inventato questa roba con gli israeliani ma non è così. Adesso le prime partite le faremo all’Unipol Arena e poi faremo il nuovo palazzetto pronto nel 2026, dodicimila posti. Quindi fino al 2026 io resto là. Ovviamente dico anche ai tifosi del Bologna che non sono immortale. Parliamo del progetto del palazzetto dal 2019 e con il Comune abbiamo fatto tante conferenze stampa. Ho detto diverse volte che se non avessimo potuto a Bologna, l’avremmo fatto a Castel San Pietro”.

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Gelati: aumenti del 30% in tre anni, Forlì è la città più cara con il prezzo medio di una vaschetta di 8,20 euro al chilo

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Una varietà di gelati (immagine: Pixabay)

Come di consueto con l’arrivo della bella stagione, si è registrato un incremento di vendite nonostante il caro coppetta per i prodotti industriali e per quelli artigianali. Dallo studio del Centro di ricerca sui consumi, nel quale si mettono a confronto i prezzi attuali del gelato industriale in vaschetta da 1 chilo con quelli del 2021, è emerso un rincaro pari a circa il 30% in tre anni (da 4,52 euro a 5,86 euro/kg). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Maddalena De Franchis per Il Resto del Carlino.

Il caro gelati

CESENA – È uno degli alimenti più desiderati quando il termometro schizza verso l’alto, ma quest’anno, più che sui gusti di tendenza, la discussione si concentra su un unico tasto dolente: il cosiddetto ‘caro coppetta’. Che sia artigianale o industriale, il gelato continua infatti a registrare aumenti da capogiro: a confermarlo è l’ultima rilevazione del Crc (Centro di ricerca sui consumi), che ha elaborato i dati pubblicati dall’osservatorio del ministero delle Imprese e del made in Italy.

Dallo studio, nel quale si mettono a confronto i prezzi attuali del gelato industriale in vaschetta da 1 chilo con quelli del 2021, è emerso un rincaro pari a circa il 30% in tre anni (da 4,52 euro a 5,86 euro/kg).

E sul podio del gelato più caro del Belpaese si piazza Forlì, città in cui il prezzo medio di una vaschetta industriale (venduta, dunque, nei supermercati e discount) è di 8,28 euro al chilo: quasi 3 euro in più rispetto alla media nazionale. Quanto ai gelati artigianali, i prezzi variano dai 20 ai 28 euro al chilo (tra +20% e +30% rispetto al 2021): per un cono piccolo si spendono in media 2,70 euro e alcune gelaterie, nei centri storici delle città turistiche, praticano prezzi non inferiori a 5 euro.

Abbiamo chiesto, dunque, a Daniele Bazzocchi – direttore di una delle aziende produttrici di gelato industriale più importanti del territorio, la Centrale del latte di Cesena – di spiegare le ragioni di tali rincari: “I prezzi delle materie prime hanno subito una forte impennata già nel 2022, in coincidenza con la ripresa dei consumi post-Covid – esordisce Bazzocchi – Al caro degli ingredienti come zucchero, latte e latticini, cacao e carruba, ha fatto seguito l’aumento sia dei costi energetici, sia dei materiali di confezionamento e imballaggio”.

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Bari: ecco le gelaterie in cui un cono con due gusti e la panna costa ancora 2,50 €

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Un cono gelato (immagine: Pixabay)

L’aumento dei costi delle materie prime non ha portato, sorprendentemente, ad un forte incremento dei prezzi in alcune delle gelaterie di Bari: questo è il caso della gelateria Gentile, situata proprio di fronte al castello Svevo, che nonostante i rincari delle materie prime ha deciso di mantenere invariati i prezzi di quasi tutte le produzioni. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata su La Repubblica.

Il caro gelato a Bari e la resistenza delle gelaterie artigianali

BARI – Il gelato, meglio se artigianale, è un simbolo dell’estate pugliese. Per i turisti in giro per Bari fa ormai parte dell’esperienza culinaria, servito in un cono croccante o in una coppetta, con una varietà di gusti e proposte che spesso stupisce gli avventori: dal gelso al caramello salato, dal pistacchio alle varianti di cioccolata e l’immancabile panna. Sul settore però incombono dei pesanti rincari delle materie. Lo dimostrano le rilevazione del Crc, il Centro di formazione e ricerca sui consumi dati pubblicati sull’Osservatorio Mimit del governo.

Tutti i listini sono saliti rispetto alla scorsa estate: lo zucchero ha raggiunto il picco dei prezzi nell’agosto del 2023, e anche la panna e il latte hanno raggiunto la vetta lo scorso anno, rispettivamente nell’agosto e nell’aprile 2023. Idem per le uova. L’andamento viene confermato anche dai maestri gelatieri cittadini.

La storica attività a Bari vecchia, la gelateria Gentile, proprio di fronte al castello Svevo, nonostante i rincari delle materie prima ha deciso di mantenere invariati i prezzi di quasi tutte le produzioni: “Quest’anno – ci spiega Fabio Lopez – abbiamo deciso di assorbire internamente gli aumenti e dei costi fissi di gestione, mantenendo invariati i prezzi dei formati di coni e coppette più richiesti dal pubblico e aumentando di circa il 5% il prezzo di alcuni prodotti più marginali”. Così un cono con due gusti e la panna qui costa ancora 2,50 euro.

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Aeroporto di Fiumicino: richiesti 25 baristi-camerieri a 1425 euro al mese

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Roma Fiumicino (immagine: Pixabay)

ROMA – Il portale per il lavoro Risorse SpA è alla ricerca di 25 baristi-camerieri da inserire presso le imprese della ristorazione nell’aeroporto di Fiumicino. I compiti richiesti dagli aspiranti candidati richiedono l’accoglienza, la preparazione di caffè e cappuccini, il lavaggio di bicchieri e tazzine e il servizio al banco.

La ricerca di personale presso l’aeroporto di Fiumicino

L’annuncio è stato pubblicato anche dal portale Lavoro Facile. I requisiti comprendono: licenzia media, esperienza nella mansione, essere automuniti e disponibilità full-time su turni anche nei weekend e giorni festivi. La retribuzione è di 1425 euro al mese.

Per candidarsi è possibile inviare un curriculum ai dati personali entro il 23 agosto a bologna@risorse.it.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Caffè Florian di Venezia, il più antico al mondo: dopo 300 anni il personale senza giacca e papillon per il troppo caldo

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Gli interni del Caffè Florian

Troppo caldo anche per la tradizione secolare del Caffè Florian di Venezia: la nuova divisa estiva prevede panciotto e pochette per camerieri e commis. Il vice direttore Amedeo Zugnaz afferma che è stata una scelta doverosa. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Costanza Francesconi per Il Corriere della Sera.

Il nuovo stile del Caffè Florian

VENEZIA – È un cambio di look in tipico stile veneziano, elegantissimo, ma per la prima volta chiamato a combattere le temperature bollenti del centro storico di Venezia. Da luglio il Caffè Florian in piazza San Marco ha rivisto le divise della trentina di camerieri che da mattina a sera volteggiano tra i 400 posti dove sono soliti accomodarsi migliaia di turisti ogni anno. Via papillon e giacca, da quasi un mese il personale indossa pochette e panciotto.

La trama damascata del tessuto con cui l’azienda toscana Cirri Collection ha confezionato su misura l’accessorio fa l’eco ai toni dei monumenti della piazza, chiaro e dai riflessi metallizzati, ricorda il marmo baciato dal sole. “Scelta doverosa, nell’aria già dallo scorso anno, e quest’anno approvata anche a seguito delle allerte meteo diffuse dalla Regione Veneto”, racconta l’assistente di direzione Amedeo Zugnaz.

Impeccabili, i camerieri del caffè che nel 2020 ha festeggiato tre secoli di storia, escono con vassoi d’argento imbastiti di leccornie e pesanti fino a sette chili. D’inverno la brigata vede gli chef de range (i primi camerieri) in frac, i demi chef (secondi camerieri) e i commis in smoking. Divisa classica e raffinata fino ai mocassini o scarpe stringate allacciate sopra a calze nere, in filo di Scozia o cotone.

Fino alla scorsa estate, il cambio stagione prevedeva giacca bianca con bottoni e alamari dorati. Spettava al colore del papillon distinguere i ruoli: nero per gli chef de rang, con ai polsi gemelli impreziositi dalla “F” di Florian, grigio per i demi chef, bianco per i commis. Ora è la pochette di tonalità diverse nel taschino a indentificare i ranghi. Senza giacca, al vestiario estivo si sono aggiunti anche cintura e porta palmare, prima tenuto in tasca.

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Caffè gratis in autostrada per prevenire gli incidenti: ecco l’iniziativa

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Un'autostrada (immagine: Pixabay)

Caffè gratis in autostrada e in tangenziale, durante l’estate, per garantire la sicurezza stradale e prevenire i colpi di sonno e gli incidenti: questa l’iniziativa di Milano Serravalle e CAV-Concessioni Autostradali Venete S.p.A. per una stagione più sicura. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Marta Bettini per il portale d’informazione Trasporti-Italia.

Caffè gratis in autostrada: i dettagli

MILANO – Tutti i fine settimana dal 27 luglio al 1 settembre 2024 e nel giorno di Ferragosto, Milano Serravalle torna a promuovere un’iniziativa per la sicurezza stradale, offrendo in tutte le Aree di Servizio della propria rete un caffè gratuito ai viaggiatori durante le ore notturne.

Il progetto punta, infatti, a sensibilizzare gli automobilisti a prevenire colpi di sonno e incidenti stradali, fruendo di una sosta e un caffè offerto, per ristabilire la necessaria prontezza di riflessi e rimettersi al volante in sicurezza, salvando la vita a se stessi e agli altri.

L’iniziativa, che coinvolge le Aree di Servizio presenti lungo l’Autostrada A7 (nel tratto di competenza di Milano Serravalle) e le tangenziali milanesi, è in programma ogni notte tra sabato e domenica dal 27 luglio al 1 settembre da mezzanotte alle cinque del mattino.

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