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sabato 23 Novembre 2024
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Cafezal arriva a 4 punti, apre il panificio pasticceria in Via San Gregorio a Milano: “Passaggio verso il food è molto naturale”

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Carlos Bitencourt all'ingresso del nuovo Cafezal
Carlos Bitencourt all'ingresso del nuovo Cafezal

MILANO – Si entra nel prossimo capitolo del romanzo di Cafezal, innanzitutto torrefazione e caffetteria specialty e poi panificio e pasticceria: la creatura di Carlos Bitencourt, Cafezal, continua a crescere – tutto parte nel 2017 con il primo locale in Via Solferino, seguito poi da Viale Premuda e dal terzo locale in Corso Magenta – e segna il numero 4 sul piano di espansione del marchio che fonde l’impronta brasiliana del suo fondatore con lo spirito italiano del bar.

Apertura al pubblico, da sabato 16.

Dopo la campagna di crowdfunding che ha raccolto oltre a 850mila euro da 150 investitori, ora è il turno di conquistare Porta Venezia, in Via San Gregorio 29, dove lo specialty sarà l’alleato ad un ampio laboratorio dedicato alla produzione di pasticceria e panificazione.

La pianta del caffè protagonista anche in questo nuovo store

Intanto quello che si può osservare a qualche giorno dall’apertura al pubblico, è una macchina in costruzione che promette già alla vista un altro punto ben segnato dall’azienda.

Perché è così che Carlos Bitencourt ha da sempre impostato tutto il progetto targato Cafezal.

Come è l’impianto dell’ultimo locale Cafezal

Focus sulla produzione di pasticceria e panificazione. Presente ovviamente anche la caffetteria, con una Maverick Black Eagle da due gruppi posizionata davanti alla vetrina, dallo stesso punto in cui sarà possibile prendere il take-away. A disposizione del barista, tre macinini Mythos 85 e un EK43 Mahlkoenig.

Pasticceria appena sfornata, con le attrezzature da brewing nello sfondo dietro al bancone, un totale di 12 posti a sedere dentro e 8 fuori nel dehors. Spazio anche per gli accessori e alle attrezzature da retail, 3 silos in rame che ricordano Via Solferino appesi alla parete.

Poi il pezzo forte: lo show-cooking che mette in mostra l’artigianalità – un po’ sull’impronta della roastery a vista in Viale Premuda, in cui verrà posizionata la sfogliatrice, con la professionista Monica Paviera in azione davanti ai clienti.

Un dettaglio all’interno

Dietro le quinte in comunicazione con la parte esposta, il punto della produzione vera e propria dotata di strumentazioni all’avanguardia, come il forno Rational da 20 teglie, un top di gamma necessario al balzo in avanti di qualità produttiva.

Bitencourt racconta: “Questo passaggio verso il food è molto naturale. Dalla fornitura esterna in Via Solferino siamo arrivati a Viale Premuda con una produzione interna, che però ormai non regge più i nostri piani di sviluppo per nuove aperture. Qua ci sarà il cuore della fornitura di pasticceria e panificazione per tutti i punti Cafezal.

Da settembre-ottobre 2024 rispetto all’anno precedente, solo nel canale retail siamo cresciuti del 44% a parità di numero di negozi (Solferino, Premuda, Magenta). Il nostro brand nel tempo si è fatto conoscere sempre di più, e allo stesso tempo abbiamo notato che lo specialty attira: questo prodotto si sta sempre più sdoganando. Quindi la nostra crescita è dovuta sia al food ma anche al nostro essere torrefattori di specialty.

A dimostrazione di questo fatto, anche qui dove il focus è sulla produzione, non abbiamo escluso il caffè. Il nostro sviluppo è molto legato alla qualità, alla competenza dell’operatore e all’apertura della città di Milano – dai turisti ai locali, agli stranieri che vivono qui – rispetto agli specialty.”

Ma come commenta che con tanti bar che chiudono, le catene come Cafezal – ma pensiamo a Pavè, Ditta Artigianale, Marchesi per fare alcuni nomi – continuano invece ad aprire se non addirittura attirano l’attenzione di grandi nomi?

“La nostra crescita, come quella di altri colleghi che portano avanti un’idea di caffetteria moderna in Italia e non, la sento come naturale: il pubblico per primo chiede un’offerta più contemporanea con degli ingredienti di un certo livello come lo specialty coffee. La sostenibilità e la qualità rappresentano le esigenze espresse dalle nuove generazioni.

Magari i bar tradizionali sono costretti a chiudere perché non sono stati in grado di evolversi, non hanno cercato di aggiornarsi. Chi invece rappresenta la tradizione ed è ancora in attività, si è comunque sviluppato per adeguarsi al mercato mantenendo la propria autenticità – cosa importante in un Paese come l’Italia -. Chi resta fermo, nel mezzo, fa fatica.

Per me la caffetteria moderna si deve basare sullo specialty sia in espresso che in filtro. Sulla qualità, la vicinanza con i coltivatori della materia prima, sulla prossimità tra barista e cliente che aiuta il racconto della filiera, dei processi, delle varietà: tutti temi che attirano molto.

C’è poi da curare la tecnologia, il tipo di macchine scelte: da tanti anni collaboriamo con Victoria Arduino che produce modelli particolarmente avanzati che ci mettono nelle condizioni di estrarre un ottimo caffè. Insomma, una caffetteria moderna è aggiornata su tanti livelli.

La cura delle decorazioni in Cafezal

Compreso quello dell’estetica – in questo locale ad esempio abbiamo scelto dei toni pastello più tenui che rappresentassero meglio l’idea di pasticceria -.”

È una scelta obbligata continuare ad espandersi?

“Non è un dovere. Ogni imprenditore, o ogni artigiano ha la sua visione: ho grande rispetto per chi decide di restare fermo ad una o due caffetterie, perché conserva la bellezza di una bottega. Dipende dalla visione di partenza: io prevedo un piano di espansione di Cafezal anche oltre Milano e l’Italia, come azienda che vuole diventare uno dei player principali in Europa. Attraverso degli investimenti, premiando sempre la qualità e la formazione in una crescita organica.”

Non ha paura di un calo nella qualità con questa moltiplicazione?

“L’espansione ci permette al contrario di standardizzare e la crescita della qualità su certi prodotti: contando su dimensioni più grande, se ci si concentra sull’eccellenza, si può garantire una costanza della qualità.

L’esempio è proprio la pasticceria: con questo nuovo assetto produttivo riusciremo a rafforzare la nostra offerta food. Certo si complicano alcune cose, ma stiamo cercando di strutturarci maggiormente ad esempio garantendo formazione ai nostri baristi in un percorso professionalizzante importante. Cafezal non perderà la sua cura della qualità, anzi, rimarrà stabile o addirittura migliorerà.”

Il fatto di essere in buona compagnia con tanti altri specialty coffee shop (molti anche nelle vicinanze) cosa rappresenta per lei?

“Abbiamo contato 9 aperture quest’anno a Milano nel settore e la trovo una cosa positiva per tutti. È un fenomeno che si vede anche a Roma e a Firenze, ma credo che l’aspetto importante è la crescita degli stessi operatori. Noi stessi vorremo aprire altri punti vendita nel prossimo anno, sempre muovendosi con i tempi e i modi giusti”.

Ma perché in questa posizione nasce l’ultimo Cafezal?

“Porta Venezia è un quartiere molto importante, con una movida interessante. Quando abbiamo identificato questa location era perchè aveva tutte le caratteristiche per diventare il luogo di produzione per Cafezal, per metratura, posizionamento, canone di affitto etc.”

L’offerta si distinguerà?

“Si spingerà su altri prodotti, anche se i nostri best seller come il pastel de nata rimarranno, degli sfogliati e dei muffin con creme particolari che presenteremo con l’apertura. Poi introdurremo anche qui il mate, in cui io credo molto: è di nostra produzione, in Premuda lo facciamo in polvere per lo sviluppo delle creme di farcitura che di bevande al posto del matcha.

Il mate per noi significa riprendere quell’identità di Cafezal legata alle sue origini latine. Qui non è ancora conosciuto ma è un aspetto che mi interessa approfondire, proprio perché nessuno lo propone”.

Cartoline aperto a Milano con una cucina vegetale e lo specialty coffee

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Dentro Cartoline credits Federico Bontempi
Dentro Cartoline credits Federico Bontempi

MILANO – Maela Galli è il volto e la mente dietro Cartoline, nuovo progetto milanese, sua città d’origine. Il nome è ispirato alle bellezze italiane, ed è un ambiente casalingo nella sua accezione più calorosa e autentica, dove il cibo è frutto di scelte precise, mirate. Il concept aperto il 21 ottobre, ovviamente non manca anche della parte caffè, stavolta però come accompagnamento ad una cucina differente.

Cartoline, nasce da una visione

“Questo spazio nasce dall’altra mia grande passione oltre al caffè, ovvero il cibo: il mio tempo libero lo passo a scoprire i ristoranti. Nell’ultimo anno ho lavorato a questo nuovo progetto in cui la caffetteria e la colazione saranno protagonisti, ma accompagnati dalla cucina vegetale (non solo vegana), perché è un po’ di tempo che sto studiando questo mercato e ho fatto ricerca per avere una proposta di pausa pranzo differente, sana e giusta.

Questo è stato possibile grazie alle diverse collaborazioni tra cui quella con il Procacciatore di cibo che ha un piccolo terreno a Meolo, e coltiva in verticale sfruttando così gli spazi meglio e solo Treviso che hanno sviluppato con me alcuni prodotti.

Ci saranno anche proteine animali (da cucina della nonna), ma nella parte vegetale non ci sarà ad esempio l’avocado, se non quando sarà di stagione in Sicilia. L’offerta è molto legata alle emozioni: serviamo tutto fresco e lavorato nel nostro locale, con preparazioni e insalate stagionali che mischiano ortaggi crudi e cotti e frutta.”

Ha avuto problemi nel trovare personale?

“A Milano ho avuto contatto con Restworld che mi ha seguito nel trovare il personale, credendo in questo progetto. Abbiamo assunto 9 risorse e ne mancherebbe ancora una che si occupi dell’assistenza in cucina.

La proposta di caffè limitata nel numero di proposte sarà comunque variegata e ricca di caffè da presidi slow food o selezionati da Shadhilly e saranno proposti sia brewing che espresso.

L’espresso di Cartoline credits Federico Bontempi

Il nostro blend è composto invece da un 50% Brasile specialty e 50% da un Fine Robusta dell’Uganda.

Tutti i nostri caffè saranno disponibili sia in mescita che sia in vendita.

La macchina per espresso credits Federico Bontempi

Per la macchina espresso ho scelto di collaborare con La Marzocco optando per La Strada X personalizzata con il colore del nostro logo blu elettrico di Cartoline.

Il listino non prevedrà nessuna differenza tra banco e tavola per il prezzo dell’espresso e di apportare il sovrapprezzo per il macchiato. Probabilmente partiremo con un euro e sessanta per il single shot e uno e novanta il macchiato. Mentre le fasce degli specialty avranno prezzi più alti.

Questa osteria moderna è stata realizzata grazie anche al supporto di Monica Campaner che ha contribuito a rendere funzionali le mie idee di piatti.”

Mercati ancora in rialzo alla vigilia del voto sugli emendamenti all’Eudr

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mercati del caffè robusta futures Eudr arabica esportazioni
Il logo dell'Ice

MILANO – Nuovo balzo in avanti dei mercati del caffè alla vigilia del “D-Day”: nella seduta di ieri, mercoledì 13 novembre, il contratto per scadenza marzo dell’Ice Arabica ha guadagnato ulteriori 810 punti (+3,1%) chiudendo a 271,20 centesimi, massimo per la scadenza principale dalla fine di settembre. A Londra, il contratto per scadenza gennaio dell’Ice Robusta si è rivalutato del 2,1% (+$95%) terminando la giornata a 4.632 dollari, il livello più alto delle ultime tre settimane.

Vari i fattori che contribuiscono a tenere i mercati in tensione catalizzando gli acquisti speculativi. A cominciare dalla situazione nei due principali paesi esportatori mondiali. In Brasile, i produttori vendono a rilento convinti che i prezzi cresceranno ancora.

Ad alimentare tali aspettative rialziste, le prospettive incerte per quanto riguarda lo sviluppo del nuovo raccolto, il cui potenziale è stato già sensibilmente ridotto da mesi di siccità invernale.

Preoccupazione anche per l’evoluzione meteo attuale e le previsioni di tempo sempre secco e caldo. L’indicatore Cepea/Esalq per l’Arabica tipo 6 è intanto risalito ai massimi dai primi mesi del 2022.

In Vietnam, il maltempo recente ha rallentato le operazioni di raccolta, che in questo periodo dell’anno entrano nel vivo.

Ma il tema che tiene banco nei mercati del caffè (e non solo) è quello dell’Eudr

La proposta della Commissione di rinviare di un anno l’applicazione della normativa antideforestazione sbarca oggi in aula al parlamento europeo.

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La Cimbali, riconosciuto il brand come Europe’s Best Coffee Equipment Manufacturer nella categoria Fully Automatics

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la cimbali
La Cimbali premiato come Europe's Best Coffee Equipment Manufacturer nella categoria Fully Automatics presso European Coffee Symposium di Berlino (immagine concessa)

MILANO – Il brand La Cimbali di Cimbali Group è stato insignito del prestigioso premio Europe’s Best Coffee Equipment Manufacturer nella categoria Fully Automatics promosso da Coffee Ventures Europe in occasione dello European Coffee Symposium di Berlino.
Con oltre 500 esperti del settore riuniti per l’occasione, i premi hanno omaggiato le aziende leader che stanno guidando l’evoluzione dei settori del caffè e dell’ospitalità in Europa.

“Questo premio rappresenta per noi una conferma e una ulteriore motivazione a proseguire nella ricerca e nello sviluppo di macchine superautomatiche sempre più vicine alle esigenze dei nostri clienti – commenta Andrea Clerici, group business director di Cimbali Group -. L’obiettivo rimane quello di avere macchine più efficienti, capaci di garantire la migliore qualità del caffè e del latte, e che offrano una gestione, settaggio e utilizzo semplice ed efficace per tutti gli utilizzatori”.

Clerici continua: “Tutto questo, avvalorato ulteriormente dalla connettività delle nostre attrezzature e il monitoraggio da remoto, per offrire un service ancora più rapido ed efficiente a vantaggio dei tempi e dei costi. Un impegno costante che ci ha permesso di affermarci in mercati strategici come partner di fiducia per clienti di prestigio, tra i quali importanti catene europee e internazionali con le quali seguiamo lo sviluppo”.

European Coffee Symposium di Berlino (immagine concessa)

Da quasi 60 anni, Cimbali Group è pioniere nel settore delle macchine superautomatiche. Questo riconoscimento celebra l’impegno continuo di Cimbali Group nell’innovazione e nella qualità delle proprie soluzioni, consolidandone il ruolo di spicco nel settore delle macchine per caffè superautomatiche a livello mondiale.

La scheda sintetica de LaCimbali

Con oltre 100 anni di storia LaCimbali è un simbolo dell’eccellenza made in Italy nella progettazione e realizzazione di attrezzature professionali per la preparazione del caffè espresso e bevande a base di latte. LaCimbali offre al mercato una gamma completa di prodotti (macchine tradizionali e superautomatiche, macinadosatori e accessori) in grado di soddisfare tutte le esigenze degli operatori del settore.

Il brand fa parte di Gruppo Cimbali, leader nella progettazione e produzione di macchine professionali per caffè, bevande a base di latte fresco e bevande solubili e di attrezzature dedicate alla caffetteria.Il Gruppo, di cui fanno parte i brand La Cimbali, Faema, Slayer e Casadio, opera attraverso tre stabilimenti produttivi in Italia e uno negli Stati Uniti (a Seattle, dove vengono prodotte le macchine a marchio Slayer), impiegando complessivamente oltre 700 addetti.

La Marzocco vince il premio Best Coffee Equipment Manufacturer – Europe per l’european coffee symposium e il coffee hospitality show & awards a Berlino

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La Marzocco all’European Coffee Symposium (ECS) & Coffee Hospitality Show (CoHo) (immagine concessa)

BERLINO, Germania – La Marzocco vince nuovamente il premio di migliore azienda produttrice di attrezzature da caffè in Europa. La Marzocco e Modbar hanno partecipato all’European Coffee Symposium (ECS) & Coffee Hospitality Show (CoHo) in qualità di partner di macchine del caffè espresso all’Intercontinental a Berlino (11-14 novembre), riuscendo a ottenere nuovamente il primo premio per la categoria “Best Coffee Equipment Manufacturer – Europe”.

L’appuntamento ha visto la partecipazione dell’amministratore delegato Guido Bernardinelli e del direttore marketing Christopher Salierno che sono intervenuti come relatori nel corso dell’evento.

I quattro giorni di conferenze rappresentano un’occasione importante di incontro internazionale per professionisti, appassionati e innovatori del mondo del caffè, offrendo opportunità di networking, apprendimento, confronto e celebrazione della cultura del caffè, delle tecnologie e della comunità.

La Marzocco vince nuovamente il
premio di migliore azienda produttrice di attrezzature da caffè in Europa (immagine concessa)

I partecipanti di ECS & CoHo hanno la possibilità di vivere momenti interattivi all’insegna del design, dell’ingegneria e dell’ospitalità, con contenuti di thought-leadership, Roaster Village, stand dedicati con il montatore automatico di latte, Wally, e il sistema modulare per l’estrazione del caffè, Modbar, fino al nuovo modello iconico Strada X.

Inoltre, l’Accademia del Caffè Espresso – il centro culturale sul caffè de La Marzocco – presenterà in anteprima europea il documentario The Rise of Espresso, che sarà contornata da un panel di esperti del settore, la sera di mercoledì 13 novembre, per approfondire con il pubblico il significato dell’eredità, delle tendenze e delle attività legate al caffè espresso nella Germania di oggi.

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Il premio dell’azienda (immagine concessa)

La scheda sintetica de la Marzocco

La Marzocco, fondata nel 1927 dai fratelli Bambi, fin dall’inizio si è specializzata nella produzione artigianale di macchine da caffè espresso per bar con particolare attenzione alla qualità, al risultato in tazza ed allo stile.

In oltre 90 anni di storia l’azienda fiorentina ha introdotto una serie di tecnologie e brevetti rivoluzionari, diventando leader per design ed innovazione nel settore delle macchine per caffè tradizionali.

Tutti i modelli, compresi gli ultimi nati per il consumatore finale, sono realizzati a mano ed esportati in più di 100 paesi dove si incontrano nelle migliori caffetterie, nei più raffinati ristoranti del mondo e nelle case.

Scotsman Ice presenta la nuova landing page alla gamma EcoX: dal 2025 produrrà solo macchine per il ghiaccio con refrigeranti naturali

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Scotsman Ice per la sostenibilità (immagine concessa)

MILANO – Scotsman Ice presenta il lancio della nuova landing page dedicata alla gamma EcoX dell’azienda – la linea completamente rivolta al futuro, dove ogni macchina per il ghiaccio utilizza esclusivamente refrigeranti naturali. Questa scelta rappresenta l’iimpegno concreto verso la sostenibilità ambientale e una produzione a basso impatto ecologico.

Da gennaio 2025, Scotsman Ice produrrà solo macchine per il ghiaccio con
refrigeranti naturali, come il propano (R290) o il gas R744, garantendo performance ottimali e una drastica riduzione del potenziale di riscaldamento globale (GWP).

Cosa troverete nella pagina EcoX?

Informazioni sulla sostenibilità: scopri i vantaggi dei refrigeranti naturali e l’impegno dell’azienda per ridurre le emissioni.

Gamma EcoX: una presentazione dei prodotti EcoX, che abbracciano la nuova tecnologia rispettosa dell’ambiente, senza compromettere la qualità e l’efficienza.

Aggiornamenti normativi: informazioni sulle direttive europee, come il Regolamento F-Gas, che incentiva l’adozione di refrigeranti naturali entro il 2025.

Innovazione continua: con EcoX, ogni macchina per il ghiaccio rappresenta l’avanguardia della tecnologia verde, progettata per garantire una durata elevata, efficienza energetica e rispetto per l’ambiente.

Visita ora la nuova pagina EcoX e scopri come Scotsman Ice sta plasmando il futuro della refrigerazione in modo sostenibile

International Chocolate Awards: premiati i migliori produttori di cioccolato tra cui Guido Castagna e Monia Achille

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Premiati al World Final di International Chocolate Awards (immagine concessa)

MILANO – Milano si è risvegliata oggi con una consapevolezza in più: è la città del cioccolato d’eccellenza a livello mondiale. Sabato 9 novembre si è svolta nell’elegante cornice della sala Fontana del Rosa Grand Starhotels a due passi dal Duomo, la cerimonia della World Final di International Chocolate Awards il premio più ambito che mette sul podio i migliori produttori di cioccolato al mondo, in base ad un’attenta selezione curata dall’International Institute of Cacao and Chocolate Tasting (IICCT).

La World Final di International Chocolate Awards

L’evento è stato organizzato da Beebest srl agenzia specializzata nel mondo del food e del design grazie al supporto di FBM Boscolo, azienda italiana leader nella produzione di macchine per la lavorazione del cacao e del cioccolato, per il prezioso supporto all’evento. Oltre ai presenti provenienti da tutta Italia, dal nord Europa e da diversi paesi del centro e sud America è stato effettuato un collegamento in diretta streaming con New York e Bangkok.

Dal Venezuela a Santo Domingo agli Stati Uniti, passando per i paesi dell’Europa in particolare la Scandinavia, Italia e Francia per arrivare all’estremo Oriente con la Thailandia, Taiwan e l’India i gran juror e juror dell’International Chocolate Awards guidati da Monica Meschini, massima esperta di cacao e cioccolato, hanno decretato i migliori cioccolati al mondo dopo mesi di assaggi.

Hanno partecipato al mondiale circa 200 prodotti che erano già stati giudicati in ogni parte del mondo per passare alle qualificazioni. Sono stati assegnati centinaia di premi tra oro argento e bronzo nelle oltre cinquanta categorie che coprono un mondo infinito di applicazioni e trasformazioni, ma anche prodotti puri come il burro di cacao o la polvere.

I maestri del cioccolato italiano hanno saputo distinguersi soprattutto nel settore delle spalmabili con Guido Castagna e Monia Achille e nel mondo delle praline con diverse medaglie d’oro come Falicetto Cioccolato Puro Piacenza con i suoi boeri Sgranfgnon, Bellantoni Cioccolato con le Drageès alla liquirizia e arancia candita, quelle al pinolo e camomilla, pepe rosa e cioccolato al latte, i cremini alla liquirizia e al pistacchio di Gardini, il marzapane ricoperto al cioccolato all’origano selvatico di montagna e limone di Pietro Macellaro della Pasticceria Agricola Cilentana.

Il maestro Guido Castagna ha vinto numerosi premi per la sua capacità incredibile di lavorare il cioccolato fondente con le nocciole prendendo l’oro ancora una volta con il suo gianduiotto Giunott e l’argento con i suoi cremini malva e cardamomo, calendula e cannella e menta con la liquirizia. Stefania Massera della famosa pasticceria Gino Massera di Biella ha ricevuto numerosi riconoscimenti per la sua straordinaria abilità nella realizzazione dei tartufi. Anche Riccardo de Petris fantasioso chocolate maker del Monviso ha ricevuto un Silver per il suo tartufo al cioccolato al latte al Persi Pien, tipico dolce piemontese con pesche ripiene di amaretti e cacao.

I vincitori dell’International Chocolate Awards 2024 ritorneranno a Milano dal 14 al 16 febbraio 2025 in occasione di ChocoLOVE che si svolgerà sempre a Palazzo Bovara, il luogo perfetto per assistere alle masterclass dei grandi maestri del mondo, degustare i migliori abbinamenti con il cioccolato e poter comprare l’eccellenza del cioccolato mondiale.

Il Gruppo Pacorini vende Santandrea ad Aprile S.p.A.

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Il logo Pacorini

TRIESTE – In data 16 ottobre 2024 il Gruppo Pacorini ha perfezionato la cessione della società Santandrea S.r.l. ad Aprile S.p.A., società del Gruppo Savino Del Bene leader nel settore del freight forwarding con oltre 125 anni di esperienza. Santandrea, fondata nel 1989 a Trieste, è riconosciuta dal mercato nazionale ed internazionale come una società affidabile e professionale grazie al suo capitale umano.

“I motivi che ci hanno portato a questa decisione risiedono nella consapevolezza che l’ingresso di Santandrea nel Gruppo Savino Del Bene potrà rappresentare un’opportunità di crescita e sviluppo dell’attività.” – dichiara Enrico Pacorini, ceo del Gruppo Pacorini.

aprile
Il logo di Aprile

L’Aprile ritiene “questa acquisizione importante per la posizione strategica del porto di Trieste di estremo interesse sia per Aprile che estende la propria presenza in Italia che per l’intero gruppo Savino Del Bene e per le possibili sinergie intragruppo che contribuiranno alla crescita di Santandrea” afferma Il Presidente e CEO di Aprile Spa Ivo Giovannini, società che prossimamente festeggerà i 50 anni di attività.

Le Nazioni Unite scelte come sede per guardare al caffè e al Premio internazionale Ernesto Illy 2024

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Andrea Illy (immagine concessa)

NEW YORK – In un mondo che deve affrontare sfide climatiche senza precedenti, il futuro del caffè è in pericolo. Dalla siccità in Brasile alle condizioni climatiche estreme in Vietnam, la volatilità del clima mette a rischio il sostentamento di oltre 12,5 milioni di coltivatori di caffè, per lo più piccoli proprietari.

Il Premio internazionale del caffè Ernesto Illy 2024 ha scelto la sede delle Nazioni Unite per sottoporre all’attenzione internazionale una questione cruciale: Come possiamo garantire il futuro del caffè alla luce di queste minacce ambientali e socio-economiche?

La tavola rotonda, organizzata da illycaffè nell’ambito dell’Ernesto Illy International Coffee Award di quest’anno, è stata moderata da Clare Reichenbach, CEO della James Beard Foundation, ed ha visto la partecipazione di importanti leader e visionari del caffè e della sostenibilità.

Tra questi: Andrea Illy, presidente di illycaffè e co-presidente della Regenerative Society Foundation; Massimo Bottura, chef di fama mondiale e ambasciatore di buona volontà delle Nazioni Unite; Jamil Ahmad, Direttore dell’Ufficio UNEP di New York; Andrea De Marco, Project Manager dell’UNIDO; Raina Lang, Senior Director of Sustainable Coffee di Conservation International; e Vanusia Nogueira, Direttore esecutivo dell’International Coffee Organization.

“Dall’Expo 2015, abbiamo lavorato instancabilmente per costruire un quadro che protegga il caffè per le generazioni a venire “, ha dichiarato Andrea Illy, ”L’agricoltura rigenerativa ha dimostrato di poter produrre alti rendimenti e qualità, ripristinando al contempo le risorse naturali. Dobbiamo agire in fretta per applicare queste soluzioni a livello globale attraverso un fondo internazionale. È fondamentale implementare le soluzioni rigenerative adesso, perché funzionano egregiamente e generano ottimi risultati”.

Il panel ha sottolineato l’urgente necessità di convertire la coltivazione globale del caffè in un modello rigenerativo per aumentarne la resilienza, per migliorare i mezzi di sussistenza dei coltivatori e per ridurre l’impatto ambientale. Un’attenzione particolare è stata rivolta alla necessità di creare un fondo pubblico-privato da 10 miliardi di dollari nel prossimo decennio, che si rivolgerà ai piccoli coltivatori di caffè nelle regioni tropicali fortemente colpite dai cambiamenti climatici.

Massimo Bottura, chef patron dell’Osteria Francescana e di Casa Maria Luigia, fondatore di Food for Soul, UNEP Goodwill Ambassador e SDG Advocate, ha espresso la sua visione. “Il caffè è emozione. Il caffè ha il potenziale per incarnare l’heritage, la qualità e il piacere”, ha detto Bottura. “Dobbiamo migliorare l’atto di bere una tazzina di caffè, trasformandolo da routine in un atto sostegno consapevole. Questo cambiamento ha un impatto diretto e positivo per coloro che lo producono e lo coltivano, favorendo un futuro sostenibile per le comunità dei coltivatori di caffè“.

“Mentre affrontiamo il crescente impatto del cambiamento climatico, le comunità produttrici di caffè, soprattutto i piccoli coltivatori delle regioni in via di sviluppo, si trovano ad affrontare sfide senza precedenti che minacciano i loro mezzi di sostentamento e il loro patrimonio culturale”, ha dichiarato Vanusia Nogueira, direttore esecutivo dell’Organizzazione Internazionale del Caffè.

Vanusia Nogueira aggiunge: “Questo fondo, e la collaborazione che rappresenta, è un passo fondamentale per costruire la resilienza, assicurare mezzi di sussistenza sostenibili e preservare il futuro del caffè. Insieme, grazie a partenariati pubblico-privati e all’impegno globale, possiamo consentire a queste comunità di adattarsi, prosperare e continuare a condividere il caffè con il mondo”.

“In qualità di leader nel settore dell’alimentazione e della sostenibilità, abbiamo la responsabilità di promuovere modelli in grado di garantire sistemi alimentari vitali come il caffè”, ha dichiarato Clare Reichenbach, ceo della James Beard Foundation. “È stato un privilegio moderare questa importante discussione e ascoltare i molti leader di pensiero nel campo della sostenibilità che vi hanno partecipato”.

La tavola rotonda si è conclusa con un messaggio forte rivolto alla comunità mondiale del caffè, alle istituzioni finanziarie e ai singoli consumatori: I Paesi produttori di caffè hanno bisogno di investimenti significativi e di cooperazione pubblico-privata per creare pratiche agricole modulabili, resilienti e rispettose dell’ambiente.

Il fondo previsto mira a sostenere i coltivatori nella transizione verso pratiche rigenerative, garantendo la sostenibilità economica dell’industria del caffè e affrontando al contempo le sfide climatiche e sociali.

Caffè speciali certificati: sempre più torrefattori nell’associazione

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coffee caffè speciali
Caffè speciali certificati: crescono i numeri delle torrefazioni (immagine concessa)

MILANO – Cresce il numero dei coffee enthusiast, ovvero di professionisti e coffee lover per i quali il caffè è fonte di grande interesse. Le torrefazioni che aderiscono a CSC – Caffè speciali certificati, vanno oltre e si definiscono Coffee quality enthusiasts, perché hanno messo al primo posto la passione per la ricerca di ingredienti e processi di pregio, e sono guidate da persone che con entusiasmo ricercano la migliore qualità a tutto tondo, pensando alle generazioni che verranno.

Le torrefazioni dentro Csc – Caffè speciali certificati

Al comune denominatore di Coffee quality enthusiast ogni torrefazione ha unito le proprie peculiarità e sensibilità: sono conoscenze, competenze ed esperienze diverse che non mettono in competizione i soci, ma arricchiscono e danno più forza nel raggiungere un obiettivo comune, supportandosi e mantenendo alti gli standard qualitativi del Consorzio.

Il confronto si fa più vero e profondo nel corso dei sopralluoghi periodici presso le piantagioni, ai quali i fondatori di CSC diedero il via già negli anni ’90 quando i viaggi nelle terre d’origine del caffè erano difficili da organizzare e da realizzare.

Oggi come ieri l’obiettivo è duplice: ricercare nuovi caffè di alta qualità e mantenere un rapporto costante con i produttori, aiutandoli a fare una decisa scelta di campo e a innalzare la qualità del caffè attraverso la collaborazione reciproca.

Il vantaggio che se ne ottiene ricade positivamente anche sulla vita dei lavoratori. Si tratta di produzioni medio-piccole, dove la cura prende il via con potature e fertilizzazioni regolari, la realizzazione di ombreggiature che migliorano la qualità dei caffè, la cura meticolosa in fase di raccolta (picking selettivo) e delle successive lavorazioni.

Se il caffè crudo presenta i requisiti di qualità prefissati dalla Commissione Tecnica, sarà considerato “speciale”, ovvero certificato e ciascun torrefattore lo potrà acquistare e proporre con quel vero marchio di garanzia che è il bollino CSC.

Un’altra peculiarità di questa squadra compatta è lo “spazio”, il supporto dato ai giovani che fanno il loro ingresso in torrefazione con tanta voglia di imparare e innovare; perché il mondo del caffè è in continua evoluzione e richiede un notevole impegno per essere compreso a fondo e anche per anticiparne le tendenze.

E mentre il mercato globale assiste a un progressivo declino qualitativo dei caffè, i torrefattori di CSC (ai quali è garantita la fornitura costante di materie prime di alta qualità) puntano con decisione su prodotti superiori, con certificazioni di filiera, per diffondere la cultura e la qualità di caffè di eccellenza.

Periodi complessi come l’attuale possono infatti rappresentare una difficoltà, ma anche un’opportunità: lavorare sulla qualità significa offrire un prodotto dalla qualità garantita e capace di giustificare il giusto prezzo, per il bene di tutta la filiera. È un ulteriore importante elemento per entrare a far parte del consorzio CSC; il risultato non potrà che essere “speciale”.

Su Instagram e Facebook un’icona azzurra richiama l’attenzione e pone ai visitatori una domanda: Sei un coffee quality enthusiast?

Il rapido filmato che segue invita i torrefattori ad unirsi a CSC e rendere i propri caffè ancora più speciali. Quindi la parola passa ai soci, per i quali la passione per il caffè di qualità fa parte del DNA o è da sempre uno di famiglia, come osservano Vittorio Barbera di Barbera 1870 e Serena e Benedetta Nobili di Dini Caffè. Prunella Meschini de Le Piantagioni del Caffè spiega che solo l’entusiasmo dà l’energia per selezionare caffè di qualità elevata, tracciabili e supportati da storie interessanti; soprattutto vere.

Un secondo video, pubblicato lunedì 11 novembre, dà la parola a Paola e Silvia Goppion di Goppion Caffè, che si definiscono Coffee Quality Enthusiasts perché “i nostri caffè sono sempre un’esperienza speciale”. Giuliano Bartoli di Blaser Café incalza affermando “life is too short to drink bad coffee” (la vita è troppo breve per bere un pessimo caffè); Giovanni e Daniele Corsini di Caffè Agust riportano alla tradizione e affermano “perché per noi il caffè è condivisione in famiglia”, mentre Franco Mondi, tra i fondatori del Consorzio afferma “dal 1995 Mondicaffè orgogliosamente socio CSC”.

Sei un Coffee Quality Enthusiast? Contatta l’azienda a questo link o scrivi a segreteria@caffespeciali.it