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sabato 19 Aprile 2025
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L’Espresso Martini in spina con il cold brew: l’idea di Luca Di Carmine, fondatore di Moon Ray

ROMA – Luca Di Carmine ha fatto il barman per tantissimi anni, cercando di usare ingredienti di qualità e fare ricerca: un obiettivo ambizioso, in un settore come quello dei cocktail, che spesso segue i trend – così racconta Di Carmine –. Dopo un periodo a Londra, dove l’Espresso Martini era sempre presente, (5-6 litri già pronti per la preparazione, con lo shaker insieme al Kalhua, la vodka, lo zucchero e uno shot di espresso) ha avuto l’intuizione di recuperare questa ricetta classica.

Di Carmine: “Volevo fare un lavoro differente proprio sul caffè. La vodka è inodore e insapore e influenza poco il gusto finale. Così la ricerca si è focalizzata sull’altro ingrediente principale e per questo ho scelto lo specialty coffee: le monorigini hanno dei sentori particolari rispetto all’espresso tipico del bar.

All’estero c’è più curiosità e richiesta di questo prodotto rispetto a quello che ancora viene chiesto in Italia. Sono un visionary drink strategist, e ho voluto puntare sull’Espresso Martini con lo specialty coffe di Cafè 124.”

La produzione avviene attraverso il marchio Moon Ray, azienda produttrice di cocktail alla spina nata nel 2018, che ha superato anche la prova del Covid grazie agli sforzi di Di Carmine, che oggi è qui a raccontare la forza e la visione di un bartender che sa cosa significa proporre qualità e innovazione (senza rinunciare alla praticità): “Sapevo che questa era la mia missione. Facendo sacrifici enormi, sono riuscito a crescere da un laboratorio di 60 metri quadri, ad un’azienda di 400 metri quadri già nel 2023.”

Ma l’Espresso Martini di Luca di Carmine non finisce qui

“Per conferirgli la sua foam caratteristica, ho impiegato diversi mesi di studio. Usare il cold brew deriva dal fatto che l’Espresso Martini si serve freddo: faccio fusti da 20 litri e mi interessava avere uno specialty brew coffee, più allungato che desse una persistenza importante al drink.

Sono produttore con il marchio Moon Ray, di drink alla spina artigianali, dallo Spritz al Gin Tonic, dalle sode alla ginger beer: seguendo molto le mode, ho capito che l’Espresso Martini avrebbe potuto facilmente ritrovare il suo mercato. Dopo aver realizzato la ricetta, l’abbiamo pensata per posizionarla all’interno di quei locali che raggiungono un certo volume di cocktail. Abbiamo un mercato aperto anche in Francia dove c’è stato richiesto, e sarà lanciato a Cannes e a Saint Tropez questa estate.”

Perché questa nuova versione dell’Espresso Martini?

“Preparare live l’Espresso Martini è complicato: è un drink che richiede tempo. Invece erogarlo alla spina, con la stessa identica schiuma, se non addirittura migliore, è l’ideale per il bartender. Il primo locale in cui l’abbiamo sperimentato è stato il The Sanctuary di Roma, un luogo frequentato specialmente da molta clientela estera che ha apprezzato tantissimo sia il cocktail che la sua preparazione.

Con un fusto da 20 litri si possono preparare 133 porzioni da 15 cl servite in coppa, e può durare fino ai sette-otto mesi.”

Quali sono le difficoltà tecniche maggiori affrontate e come le hai risolte?

“La prima cosa su cui abbiamo lavorato è la rotondità del gusto. Vogliamo prodotti buoni, di qualità, con ingredienti premium che portano le persone a ordinarne un secondo o un terzo. Le difficoltà maggiori sono state quelle di ridare la stessa consistenza di quando viene shackerato, ricreando l’effetto schiumoso del drink. È una tecnica che abbiamo messo a punto dopo tanti mesi di prove.

Abbiamo appurato che c’era da risolvere un problema legato al tipo di gas scelto. Il caffè ci aiuta molto, l’Etiopia 124, perché è un sapore che ci ha conquistato fin da subito e si sposa bene con la nostra vodka, la miscela di aromi naturali e lo zucchero.“

È qualcosa di ripetibile nei bar? A che prezzo?

“Assolutamente sì. Il bartender è entusiasta di questa soluzione perché è una novità ma non troppo eccessiva: chi usa oggi lo specialty per preparare un Espresso Martini?

Con il nostro metodo alla spina, riusciamo ad inserire questa materia prima pregiata innanzitutto all’interno di un cocktail, e allo stesso tempo ad ottimizzare i tempi di preparazione e dare qualità negli ingredienti.

La ricetta dell’Espresso Martini nasce a Londra nell’83, chiamata precedentemente “Vodka Espresso” dal suo creatore Dick Bradsell, ma tecnicamente in ogni bar del mondo viene un po’ modificata, perché ciascun bartender rivisita la sua ricetta. Il nostro Espresso Martini invece ha il pregio di restare sempre uguale e la qualità del prodotto viene stabilizzata con una certa consistency.

Dopo sedici anni di lavoro dietro al bancone, ho capito che era fondamentale: i più grandi cocktail bar di oggi hanno un menù molto complicato, come può essere per un ristorante stellato. Quindi chi propone qualità deve prima contare su ore di preparazione anticipata: spesso la maggior parte dei drink nel menù sono già pronti dentro bottiglie da un litro (prebatch) per limitare l’errore durante il servizio vero e proprio.

La nostra azienda dà la possibilità di averne 20 litri di livello premium e questo è un vantaggio innanzitutto per il gestore, perché si risparmia sul personale e sulle tempistiche.
Ci stiamo specializzando su questo e puntiamo ad entrare nei grandi locali.”

La qualità quindi non rischia di deperire durante la produzione e lo stoccaggio

“Quando produciamo il nostro Espresso Martini, acquistiamo il caffè specialty , preparato due giorni prima della spedizione che poi viene lavorato immediatamente una volta arrivato nel nostro laboratorio. In questo modo lo preserviamo: la qualità non è mai messa in discussione, siamo molto sicuri.”

Ma quindi la mixology a base caffè è un trend?

“Nel panorama dei cocktail, in Italia i drink al caffè stanno iniziando a vedersi. Se il nostro Espresso Martini si dimostrerà all’altezza delle nostre aspettative come pensiamo che accadrà, magari penseremo ad altre ricette a base caffè. Per ora abbiamo già molti appuntamenti su Roma, al centro Italia e in Francia. Abbiamo in mente poi di fare un salto a Milano per farlo assaggiare in qualche locale.”

E il tè?

“Ho provato a sperimentarlo come ingrediente circa 14 anni fa, a Londra, durante una gara di cocktail in cui ho creato un drink facendo un’infusione di Earl Gray nel Gin. Ma la realtà è che nel mondo dei drink è già stato inventato di tutto e molti cocktail sono stati codificati a livello internazionale. È entusiasmante visitare locali in cui un barman investe in sviluppo e ricerca e in quel preciso momento crea una ricetta apposita. Ma è qualcosa di estemporaneo.

Ora è difficilissimo che venga codificato un nuovo drink su scala globale. Il tè all’interno di questo discorso, ancora non risulta un ingrediente codificato nei cocktail internazionali. Rimane qualcosa di speciale legato all’evento, al particolare momento. Ma magari è solo questione di tempo.

Ricette tradizionali come l’Espresso Martini, possono soltanto essere riscritte e portate su un livello superiore: nel settore cocktail ormai spesso è una questione di riprendere ricette già rodate, e migliorarle. Il nostro supporto è dato dall’entrare nei locali per capire quali sono i drink più richiesti e aiutare a prepararli più semplicemente.

L’italiano ancora oggi è più settato per il caffè espresso, con la tazzina bollente e la bustina di zucchero. Invece gli stranieri, soprattutto in una città come Roma che è frequentatissima dai turisti, entrano nei locali e ordinano un Espresso Martini.”

Il tasso alcolico zero alla guida è un problema per il consumo di cocktail?

“Tutti i nostri drink sono low-alcol: un drink a 8,5 gradi, con il ghiaccio e aggiungendo del cibo è meno alcolico di un bicchiere di vino bianco che si può aggirare tra i 12-13 e mezzo gradi.”

Mercati del caffè ancora in preda all’incertezza, ecco le previsioni dell’Ico sulla loro possibile evoluzione a breve

MILANO – In una giornata segnata nuovamente da forti e opposti sommovimenti sui mercati finanziari, con Tokyo e le borse europee in rally e Wall Street in profondo rosso, le borse del caffè hanno chiuso ieri, giovedì 10 aprile 2025, con variazioni modeste. A New York, il contratto per scadenza maggio dell’Ice Arabica ha oscillato, ancora una volta, all’interno di un range abbastanza ampio, per chiudere poi con un rialzo contenuto (+115 punti), a 342,85 centesimi.

A Londra, il contratto per scadenza luglio ha conseguito guadagni più consistenti (+2%) terminando a 4.896 dollari.

In un clima di grande incertezza – rispetto alla situazione economica generale, ma anche ai fondamentali specifici – si naviga a vista, in attesa che le nebbie si diradino, almeno un po’, consentendo di avere indicazioni più precise sulle prospettive dei mercati.

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Wittenborg W100, la macchina da caffè professionale di Evoca Group, vince il Red Dot Design Award nella categoria Prodotto

VALBREMBO (Bergamo) – Evoca annuncia che la Wittenborg W100 ha vinto il prestigioso Red Dot Design Award nella categoria Prodotto. Questo risultato segna il terzo premio di design consecutivo, dopo l’European Product Design Award e l’iF Design Award, e sottolinea ancora una volta l’impegno dell’azienda verso l’eccellenza e l’innovazione nel design dei prodotti.

Il Red Dot Design Award, istituito nel 1955, è uno dei riconoscimenti più ambiti nel mondo del design. Ogni anno una giuria di esperti valuta migliaia di proposte provenienti da tutto il mondo, premiando solo i prodotti eccellenti per innovazione, funzionalità ed estetica.

W100 si è distinta per la perfetta combinazione di tecnologia, sostenibilità e design pensato per l’utente, confermando la sua posizione di riferimento nel settore del caffè professionale.

W100 è una macchina da caffè all’avanguardia, progettata specificamente per il segmento professionale.

La macchina Wittenborg W100 nel dettaglio (immagine concessa)

Questa soluzione innovativa combina sostenibilità, materiali di alta qualità e tecnologia avanzata per ridefinire l’esperienza di consumo.

Oltre al suo design di grande impatto, W100 è progettata per l’efficienza, offrendo operazioni semplificate e processi di manutenzione ottimizzati che riducono i tempi di inattività fino al 20%.

La sua perfetta integrazione con i servizi cloud consente il monitoraggio delle operazioni di manutenzione in tempo reale e offre la personalizzazione delle bevande, garantendo prestazioni ottimali ed un servizio unico.

Il monitoraggio delle operazioni di Wittenborg W100 (immagine concessa)

Oltre all’efficienza operativa, W100 si contraddistingue per la facilità d’uso, con un’interfaccia utente intuitiva e completamente personalizzabile.

Guidata dalle tendenze del design contemporaneo e arricchita dall’eleganza italiana, W100 combina linee minimal a forme morbide, creando un’estetica moderna e funzionale che valorizza qualsiasi ambiente.

Inoltre, l’efficienza energetica è una caratteristica centrale del prodotto, grazie alla classe A++ e alla modalità Eco che riduce al minimo il consumo di energia, rafforzando ancora una volta l’impegno del Gruppo verso la sostenibilità.

Evoca continua ad essere leader nel mondo delle macchine da caffè professionali, stabilendo nuovi standard per il design e l’innovazione. W100 è la perfetta combinazione di tecnologie all’avanguardia, attenzione alla sostenibilità e design orientato all’utente.

Il Red Dot Design Award è solo l’ultimo di una serie di riconoscimenti che evidenziano il successo continuo di Evoca e la sua capacità di offrire prodotti che ispirano e soddisfano i consumatori in tutto il mondo.

Per maggiori informazioni su W100, visita la pagina web, e per i dettagli sul Red Dot visita red-dot.org.

La scheda sintetica di Evoca Group

Evoca Group è un produttore leader a livello mondiale di macchine da caffè professionali e distributori automatici per il consumo fuori casa, con una storia nel settore di oltre 100 anni. Grazie al suo ampio portafoglio di marchi, è in grado di offrire una gamma completa di prodotti agli oltre 10.000 clienti del Gruppo, servendo i consumatori in hotel, ristoranti, uffici, spazi pubblici e molto altro.

Per maggiori info basta cliccare qui.

Luigi Morello a sostegno di Trieste Coffee Experts: “Una tappa fondamentale”

TRIESTE – Luigi Morello, presidente dell’Iei (Istituto espresso italiano) e fondatore della M25 Consulting, ha voluto esprimere il proprio pensiero riguardo l’ottava edizione del Trieste Coffee Experts, prevista per le giornate del 6 e del 7 dicembre 2025. Divulgatori, specialisti, leader di aziende e associazioni si incontreranno per discutere dei “Coffee Megatrends”, tra i quali: industria 5.0, intelligenza artificiale, l’eccellenza del Made In Italy, l’Umanocentrismo, la sostenibilità, l’innovazione e molto altro.

Il summit organizzato da Bazzara, che unisce ogni due anni importanti interpreti del mondo del caffè nella città di Trieste, si terrà nella splendida cornice dell’hotel Savoia Excelsior Palace.

Di seguito riportiamo il commento di Luigi Morello (presidente di Iei) riguardo l’appuntamento di dicembre:

Morello: “Il Trieste Coffee Experts rappresenta per me ormai un appuntamento fisso. Ho avuto il piacere di partecipare come partner a diverse delle rassegne organizzate dai Bazzara: prima come rappresentante del Gruppo Cimbali, poi con la M25 Consulting, che ho fondato nel 2023.

Ogni presenza è stata un’occasione unica per ascoltare e confrontarmi con molti personaggi di primo piano. Ritengo che l’ottava edizione, prevista per il 6 e 7 dicembre di quest’anno, rappresenti una tappa fondamentale, in quanto prevede al suo interno alcune grosse novità: in primis l’organizzazione degli Stati generali del caffè, che incarna la necessità di risposte dell’intero settore, in secondo luogo per l’apertura al mondo dei torrefattori.

In qualità di presidente di IEI sono molto felice di questo ampliamento della manifestazione, in quanto i torrefattori rappresentano un segmento strategico per un evento che cerca soluzioni concrete al momento molto caotico che stiamo vivendo. Sono convinto poi che i Bazzara daranno ampio spazio al valore divulgativo dell’evento e alla comune battaglia riguardo la diffusione della cultura del caffè di qualità“.

Parole che confermano quanto il Trieste Coffee Experts sia ormai un punto di riferimento imprescindibile per chi ha a cuore le sorti del mondo del caffè. Un’occasione preziosa per fare rete, condividere visioni e – soprattutto – costruire insieme il futuro di un settore in continua evoluzione.

Gruppo Nestlé in Italia: utilizzate oltre 6 tonnellate di bucce di nocciola come mangime per il progetto di economia circolare Live-Haze

ASSAGO (Milano) – Si consolida il progetto sperimentale Live-Haze, di cui il Gruppo Nestlé in Italia è partner. Grazie al finanziamento del fondo PRIN (Progetti di rilevante interesse nazionale) del Ministero dell’Università e della Ricerca, il progetto sta studiando la possibilità di valorizzare vari scarti agroindustriali, tra cui le cuticole di nocciola, impiegandoli come ingredienti per la produzione di mangimi zootecnici, con l’obiettivo di favorire la creazione di un nuovo modello di economia circolare.

Il progetto Live-Haze del Gruppo Nestlé in Italia

Nestlé ha destinato al programma gli scarti del processo di tostatura delle nocciole del suo stabilimento Perugina di San Sisto (PG) e, attraverso il contribuito di altre aziende del comparto che hanno aderito all’iniziativa, attualmente sono già state raccolte e utilizzate per l’alimentazione animale oltre 6 tonnellate di cuticole di nocciole.

Il loro uso nella nutrizione degli animali risulterebbe particolarmente idoneo grazie all’elevata concentrazione di polisaccaridi, acidi grassi e sostanze antiossidanti come i tocoferoli.

Al progetto Live-Haze prendono parte team di diverse università italiane: Università di Torino, Università di Catania, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Perugia e Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Oltre all’analisi qualitativa sulla carne e il latte derivante da bestiame che ha seguito questo tipo di alimentazione, i ricercatori stanno sondando l’opinione dei consumatori per capire se siano favorevoli a nutrirsi di carne ottenuta da bovini alimentati con mangimi non tradizionali, ma realizzati con sottoprodotti dell’industria agroalimentare.

Lo studio[1] condotto dal team dell’Università di Torino, composto da scienziati e scienziate dei Dipartimenti di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari e di Scienze Veterinarie, dimostra come il livello di consapevolezza e sensibilità ambientale dei i consumatori possa influenzare le loro scelte alimentari a tal riguardo.

In particolare, lo studio ha dimostrato come i partecipanti fossero tendenzialmente favorevoli all’idea di consumare carne ottenuta da bovini alimentati con mangimi non tradizionali, soprattutto se informati dei benefici ambientali e per la salute animale derivanti dai mangimi stessi.

Tuttavia, coloro che si dichiaravano poco interessati ai metodi di alimentazione animale e alle tematiche di sostenibilità ambientale, tendevano a manifestare un maggiore scetticismo nei confronti di questi mangimi alternativi.

Sulla disponibilità ad accettare ingredienti non tradizionali nell’alimentazione del bestiame pesano quindi vari fattori ideologici e caratteriali, tra cui la sensibilità ambientale e la paura di provare nuovi alimenti, che possono influenzare la percezione individuale di rischi e benefici associati agli stessi.

In sintesi, si può affermare che il livello di sensibilità verso tematiche ambientali rappresenti un elemento chiave nella disponibilità ad accettare questa novità, mentre le preoccupazioni riguardo ai possibili effetti sulla salute costituiscono il principale ostacolo da superare.

La partecipazione al progetto “Live-Haze” si inserisce nel più ampio impegno che Nestlé sta compiendo per la sostenibilità del proprio business, con l’obiettivo di generare un impatto positivo sulle comunità e sul pianeta.

Il Gruppo sta lavorando per accelerare la transizione verso pratiche di agricoltura rigenerativa, migliorare la riciclabilità dei propri imballaggi, promuovere la creazione di nuovi modelli di economia circolare, dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere quota zero entro il 2050.

“Il progetto Live-Haze dimostra che è possibile creare un innovativo modello di economia circolare, che non riduca solo gli sprechi, ma che riesca a trasformare uno scarto di produzione in mangime per animali, contribuendo così a una filiera più circolare. Siamo orgogliosi di prender parte alla sperimentazione e di aver contribuito, insieme agli altri partner, a raccogliere 6 tonnellate di cuticole di nocciola. Crediamo fermamente che iniziative come questa, che vedono lavorare fianco a fianco diversi attori, come aziende e università, possano fare davvero la differenza” ha dichiarato Marta Schiraldi, Head of Sustainability Nestlé Italia.

[1] La ricerca completa è consultabile cliccando qui.

La scheda sintetica di Gruppo Nestlé

ll Gruppo Nestlé opera in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 nella produzione e distribuzione di prodotti per la nutrizione, la salute e il benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo. Nel nido che condividiamo – simbolo di protezione, crescita e identità – lavoriamo ogni giorno per sostenere il benessere delle persone di tutto il mondo, con un impegno concreto verso la nutrizione, il pianeta, le persone e le comunità in cui operiamo.

Presente da oltre 110 anni in Italia, Nestlé rinnova ogni giorno il suo impegno attraverso azioni concrete, esprimendo con i propri prodotti e marchi tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera nel Paese in 9 categorie merceologiche, con un portafoglio di oltre 90 marche, tra cui: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite  e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

 

Daniele Ferrero, Venchi cacao e gelati: “Il nostro obiettivo? Raggiungere 290 milioni di ricavi a fine 2025”

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MILANO – Venchi, cacao e gelati, può vantare una rete con 203 store in tutto il mondo e un fatturato che, a fine 2025, si pensa possa quasi toccare la vetta dei 300 milioni di euro. La strategia del Gruppo è portata avanti da Daniele Ferrero, alla guida dalla fine degli anni ’90. Leggiamo di seguito un estratto dell’intervista a Daniele Ferrero condotta da Adriano Lovera per il portale d’informazione retail&food.

Partiamo da una delle operazioni più recenti, l’ingresso di De Agostini con circa il 10% del capitale. Qual è il significato di questa apertura del capitale?

Ferrero a retail&food: “Questo passaggio rappresenta un passo strategico per il gruppo, finalizzato a rafforzare ulteriormente la crescita e consolidare la nostra posizione nei mercati globali. Sul fronte del capitale, nel 2022 abbiamo coinvolto i manager nell’azionariato, anche questo un passo fondamentale per allineare la strategia di crescita e favorire una maggiore condivisione delle informazioni economico-finanziarie”.

Questo potrebbe aprire la strada a integrazioni con altri brand?

“Direi di no. I De Agostini sono entrati in Venchi come famiglia. Questa partecipazione non ha niente a che fare con quelle portate avanti dai fondi di Dea Capital o da altri veicoli riconducibili ai De Agostini. Peraltro, nella storia di Venchi è accaduto spesso di accogliere nuovi partner, tra cui family office”.

Rispetto al bilancio, avevate dichiarato per la chiusura 2024 l’obiettivo di 250 milioni di ricavi. Risultato centrato?

Sì, il 2024 si è chiuso intorno a questa cifra, che corrisponde a una crescita del 20% rispetto all’anno precedente. Quanto ai margini, siamo intorno al 20% di Ebitda. Mentre per il 2025, l’obiettivo è raggiungere 290 milioni di ricavi”.

Che cosa vuole diventare Venchi nei prossimi cinque anni?

“Vogliamo migliorare su ogni singolo aspetto dell’esperienza cliente, che sia essa digitale o fisica, cioccolato o gelato, e contiamo di aumentare la nostra presenza in diversi Paesi, soprattutto nei nodi centrali del turismo mondiale, in particolare nei grandi aeroporti”.

Per leggere l’intervista completa basta cliccare qui

Ecco come fare un caffè all’americana, metodo pour-over, più forte ma usando meno chicchi: lo studio

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MILANO – Un team di ricercatori dell’Università della Pennsylvania ha creato un metodo per ottenere una miscela di caffè più forte utilizzando meno chicchi,naturalmente per la preparazione del caffè americano. La ricerca, riportata su Physics of Fluids,  si è concentrata su come rendere più efficiente la preparazione di una delle bevande più consumate al mondo, soddisfacendo in tal modo l’elevata domanda globale. Nello studio è stato esplorato in particolare il metodo del filtrato con tecnica pour-over.

Lo studio sul caffè dell’Università della Pennsylvania

Per rivelarne le dinamiche interne, sono stati sostituiti inizialmente i fondi di caffè opachi con particelle di gel di silice in un cono di vetro, osservando il processo con un foglio laser e una telecamera ad alta velocità.

È stato scoperto un effetto valanga che porta a un forte mescolamento a diverse altezze di versamento, anche con un getto pour-over delicato. Inoltre, è stato constato che questo mescolamento non è significativamente influenzato da uno strato di grani galleggianti, spesso presente nei pour-over.

Successivamente, sono stati condotti esperimenti con fondi di caffè reali per misurare il rendimento di estrazione dei solidi totali disciolti.

Questi risultati indicano che l’estrazione del caffè può essere ottimizzata prolungando il tempo di mescolamento con versamenti più lenti ma più efficaci, sfruttando le dinamiche dell’effetto valanga.

“Quello che consigliamo è di alzare il livello di versamento il più possibile, mantenendo comunque un flusso laminare, in cui il getto non si interrompe quando colpisce la polvere di caffè”, ha affermato l’autore Ernest Park.

Questo suggerisce che, invece di aumentare la quantità di chicchi, il profilo sensoriale e la forza della bevanda possono essere regolati variando la velocità del flusso e l’altezza di versamento. In questo modo, l’efficienza dell’estrazione potrebbe essere meglio controllata, contribuendo a ridurre la pressione sulla domanda globale di chicchi di caffè.

Retail: arriva SumUp Bookings, soluzione per gestire gli appuntamenti dedicata ai piccoli business

MILANO – SumUp, fintech attiva nel settore dei pagamenti digitali con soluzioni innovative per business di ogni dimensione, annuncia il lancio di Bookings, il nuovo prodotto pensato per facilitare l’operatività e supportare la crescita di freelance ed esercenti che operano nel settore dei servizi, compresi estetisti e parrucchieri, ma anche professionisti e consulenti, grazie a funzionalità di pianificazione più efficienti. Gratuito e facile da usare, Bookings semplifica la gestione degli appuntamenti e la riscossione dei pagamenti per gli esercenti SumUp.

Il lancio di Bookings di SumUp

Grazie a una moderna tecnologia e alla possibilità di effettuare prenotazioni online, la pianificazione degli appuntamenti si è evoluta e consente ai potenziali clienti di beneficiare di un’alternativa più efficiente, anche laddove in passato abbiano riscontrato problemi con i tradizionali servizi di assistenza telefonica.

SumUp invita continuamente gli esercenti a fornire feedback sugli strumenti necessari per semplificare la gestione della loro attività e Bookings nasce proprio per rispondere alla richiesta, sempre più frequente – soprattutto da parte degli esercenti del mondo beauty, come i parrucchieri – di un sistema di prenotazione gratuito.

La prenotazione online considera le esigenze e le abitudini di molti consumatori: accorciando i tempi tra la ricerca di un servizio in rete e la prenotazione, le aziende possono registrare un aumento significativo dei tassi di conversione.

Un altro vantaggio della prenotazione online è che può essere effettuata in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo, con maggiore praticità per i potenziali clienti.

Le più tradizionali prenotazioni telefoniche sono, infatti, soggette a restrizioni orarie e, talvolta, può non essere facile riservare un taglio di capelli o una cena se si chiama in un momento di grande affluenza o se l’esercente scelto non è disponibile: online, al contrario, è possibile prenotare con calma ed esplorare tutte le opzioni disponibili. Tutto questo, oltre a semplificare la vita dei clienti, fa risparmiare tempo alle attività commerciali che non devono più rispondere alle telefonate durante l’orario di lavoro.

SumUp Bookings è disponibile dall’estate 2024 in Regno Unito, Francia, Germania, Irlanda, Austria Spagna e Svizzera.

Ora, insieme all’Italia, la soluzione viene lanciata anche negli altri paesi in cui la fintech opera nel continente.

Nel corso del 2025, inoltre, SumUp punta ad aggiungere ulteriori funzionalità, tra cui, ad esempio, prenotazioni multiple o ricorrenti, integrazione con calendari di terze parti e reportistica avanzata.

“Gli esercenti che operano nel settore dei servizi, come parrucchieri e professionisti, hanno bisogno di strumenti che semplifichino la richiesta e la gestione degli appuntamenti sia per intercettare nuove opportunità, sia per risparmiare tempo e potersi dedicare a migliorare costantemente il servizio che offrono ai propri clienti – dichiara Grzegorz Lech, vice president of engineering di SumUp -. Mettere a disposizione diverse opzioni di prenotazione può incrementare gli appuntamenti e il giro d’affari”.

“Con Bookings vogliamo offrire a esercenti e professionisti uno strumento per ottimizzare questo aspetto del loro business e ampliare ulteriormente l’ecosistema di soluzioni che SumUp mette ogni giorno a disposizione dei propri merchant per sostenerne la crescita”.

La scheda sintetica di SumUp

SumUp è l’azienda leader a livello mondiale nel settore della tecnologia finanziaria, con l’obiettivo di democratizzare il settore dei pagamenti digitali per i piccoli commercianti. Fondata nel 2012, SumUp è il partner finanziario di oltre 4 milioni di esercenti in 36 mercati nel mondo, aiutandoli ad avviare, gestire e far crescere la loro attività.

Attraverso la sua Super App, SumUp offre ai commercianti un conto e una carta aziendale gratuiti, un negozio online e una soluzione di fatturazione, oltre a pagamenti di persona e a distanza perfettamente integrati con i terminali per carte e i registratori di cassa SumUp.

Con l’intento di valorizzare il proprio successo per rendere il mondo un posto migliore, SumUp si è impegnata a donare l’1% del proprio fatturato a sostegno di cause ambientali e supporta progetti educativi e imprenditoriali a livello globale. Nel 2023 la società è stata riconosciuta come Top Global Employer per la comunità LGBTQ+ dallo Stonewall Workplace Equality Index. Per maggiori informazioni, visita il sito web.

Il maestro gelatiere Alberto Marchetti presenta il gusto AffogaTOH con caffè e nocciolini

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Il gusto di gelato AffogaTOH è l’ultima creazione del maestro Alberto Marchetti. Tra gli ingredienti si possono trovare gelato al caffè, panna montata e nocciolini di Chivasso Fontana. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Antonella Rea per il portale d’informazione Torino Cronaca.

Il gusto AffogaTOH di Alberto Marchetti

MILANO – Dall’incontro tra il maestro gelatiere Alberto Marchetti, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ETS e il TOH dell’artista Nicola Russo nasce una nuova delizia: “AffogaTOH”.

Dopo il successo di Zabà, Cremà e Pandò, Alberto Marchetti presenta un nuovo prodotto che mette l’accento sulla bontà e sulla semplicità. La filosofia è chiara: “solo quello che serve, niente di più”.

AffogaTOH è una reinterpretazione da passeggio del classico torinese Bicerin, trasformato in un concentrato delle golosità firmate Marchetti. Gli ingredienti includono gelato al caffè, Zabà, panna montata e i nocciolini di Chivasso Fontana.

Il gelato al caffè offre una base intensa e cremosa, mentre Zabà aggiunge una nota avvolgente e ricca. La panna montata dona leggerezza e morbidezza, bilanciando i sapori, mentre i croccanti nocciolini completano l’esperienza con una piacevole texture.

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Bruxelles: al Café de la Presse arrivano i coffee bar party, l’alternativa alle discoteche notturne

Il Café de la Presse di Bruxelles ha ospitato in data 6 aprile il primo coffee shop party della città. L’evento è stato un successo con oltre 300 partecipanti. Il concetto è quello di offrire un’alternativa sana alla vita notturna tradizionale. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del portale d’informazione 31 Mag.

I coffee bar party al Café de la Presse di Bruxelles

BRUXELLES – Domenica 6 aprile, il Café de la Presse di Bruxelles ha ospitato il primo coffee shop party della città, attirando decine di ballerini. Questo tipo di festa, che combina caffè e musica, è già una tendenza in altre città come Amsterdam e Londra, ma ora sta conquistando anche la capitale belga.

Il concetto è semplice: le caffetterie si trasformano in locali notturni durante il giorno, offrendo dj-set e un’alternativa sana alla tradizionale vita notturna.

Cameron Heal, del concept di festa Hangar, ha dichiarato che l’evento di domenica è stato un successo imprevisto, con oltre 300 partecipanti, rispetto ai 100 previsti inizialmente. Il DJ set è stato pensato come una promozione per Hangar Festival, che si terrà tra due settimane, dice Bruzz.

L’evento è iniziato alle 11:00 e non è stato servito alcol, in linea con l’idea di creare un ambiente più sano per chi vuole ballare senza esagerare.

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