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martedì 22 Aprile 2025
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Starbucks presenta il Ristretto Shot by Nespresso

MILANO – La colazione o la pausa in cui bere un caffè sono spesso momenti di pochi minuti, ma sono anche le occasioni in cui si vivono emozioni intense fatte di scambi e confidenze, in compagnia di un amico, di un collega o di una persona cara. Con questa stessa intensità è stato concepito il nuovo Ristretto Shot by Nespresso, un caffè che si gusta in un attimo ma che riesce a regalare un’esperienza unica e avvolgente.

Il Ristretto Shot by Nespresso

È la novità che fa il suo ingresso nel portafoglio Starbucks nella versione At Home, per regalare indimenticabili momenti ristretti, ma intensi, con tutto il comfort di casa propria.

La nuova miscela 100% Arabica, in capsule compatibili esclusivamente con il sistema Nespresso, esprime in maniera autentica l’arte del caffè ristretto per incontrare il gusto dei consumatori italiani.

È un caffè dalla personalità vibrante, con un’intensità elevata (livello 11), un’ottima corposità e un sapore straordinario. La miscela, realizzata meticolosamente, unisce chicchi di caffè provenienti dall’America Latina e dall’Africa, che sono tostati lentamente per offrire una sensazione in bocca deliziosamente ricca, bilanciando sapientemente le note dolci di caramello con il tocco finale di frutti rossi.

La nuova offerta è raccontata chiaramente già attraverso i colori verde e nero del packaging che evocano un caffè intenso e che riporta le caratteristiche distintive del profilo del prodotto, evidenziandone gusto, crema e corposità.

Ristretto Shot by Nespresso è disponibile nei migliori supermercati, negozi specializzati e online in comode confezioni da 10 capsule al prezzo consigliato di 3,99€.

Per scoprire tutta la gamma Starbucks At Home basta cliccare qui.

La scheda sintetica del Gruppo Nestlé

Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la sua firma e il nostro mondo.

Presente da più di 110 anni in Italia, rinnova ogni giorno il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera in Italia in 9 categorie merceologiche con un portafoglio di oltre 90 marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, Solgar, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

Nespresso e Gruppo Hera per il riciclo delle capsule in alluminio in Emilia-Romagna con 6 stazioni ecologiche

BOLOGNA – Nespresso, pioniera nella produzione di caffè porzionato di alta qualità, continua nel suo impegno per rendere il progetto di riciclo delle capsule di caffè in alluminio, Da chicco a chicco, sempre più capillare sul territorio italiano e facilmente accessibile ad un numero ancora più alto di cittadini.

Con 6 nuove stazioni ecologiche a Zola Predosa, Imola, Sassuolo, Cesena, Ravenna Sud e Faenza, la collaborazione con il Gruppo Hera si amplia passando da 5 a 11 punti di raccolta in cui è possibile riconsegnare le capsule in alluminio esauste.

Le nuove stazioni si affiancheranno a quelle messe a disposizione dalle altre società di gestione operanti sul territorio, per un totale di 44 punti di raccolta, tra le 35 stazioni ecologiche partner e le 9 Boutique Nespresso.

Con una partecipazione che sin dall’inizio del progetto ha contraddistinto la regione per la sua sensibilità nel mettere in pratica comportamenti virtuosi e responsabili, l’Emilia-Romagna ha registrato negli anni un incremento costante nel riciclo delle capsule e un totale di oltre 1.000 tonnellate di capsule portate a nuova vita dal 2011 ad oggi, recuperando i due materiali di cui sono composte, per oltre 600 tonnellate di caffè esausto e circa 70 tonnellate di alluminio.

Risultati resi possibili grazie proprio al coinvolgimento di partner come Gruppo Hera che, aderendo al progetto, hanno contribuito nel corso degli anni ad alimentare lo smaltimento responsabile delle capsule da parte dei cittadini. Solo nel 2024 è stato infatti registrato un incremento di oltre il 90% delle stazioni ecologiche aderenti all’iniziativa in regione, permettendo di mandare a riciclo oltre 200 tonnellate di capsule (+14% rispetto al 2023), equivalenti a oltre 100 tonnellate di caffè esausto e 12 di alluminio.

Nato nel 2011, Da Chicco a Chicco è il progetto di economia circolare con cui Nespresso si impegna a trasformare un chicco di caffè in un chicco di riso. Frutto di un accordo siglato con CiAl (Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio), Utilitalia e CIC (Consorzio italiano Compostatori), il progetto parte dalla necessità e volontà di dare una seconda vita alle capsule di caffè in alluminio che, in Italia, e in tutta l’Unione Europea, non sono considerate imballaggio riciclabile, a causa del caffè esausto all’interno, ma rifiuto urbano generico. In altre parole, sono considerate un rifiuto urbano e come tali dovrebbero essere smaltite nel residuo secco indifferenziato.

Ma non solo. L’Italia possiede infatti impianti all’avanguardia per il trattamento dei rifiuti, ma quasi tutti non sono in grado di recuperare le parti piccole e leggere come le capsule di caffè, come alcuni altri componenti in alluminio, senza contare che ad oggi non è consentito ad aziende come Nespresso di gestire la raccolta dei rifiuti urbani porta a porta.

“Da Chicco a Chicco” consente quindi ai clienti, parte attiva e fondamentale del progetto, di riconsegnare le capsule esauste in alluminio nell’apposita area recycling presente all’interno delle Boutique Nespresso e in stazioni ecologiche partner dell’iniziativa in tutta Italia. Una volta raccolte dai gestori dei Servizi Ambientali, tra cui il Gruppo Hera in Emilia-Romagna, gli unici ad oggi a poter gestire un ritiro dedicato grazie al progetto e agli accordi Nespresso, le capsule vengono trattate in un apposito impianto affinché il caffè e l’alluminio, vengano separati e avviati a riciclo.
L’alluminio, materiale infinitamente riciclabile, viene destinato alle fonderie per essere trasformato in nuovi oggetti come penne, biciclette, coltellini e molto altro. Il caffè esausto, invece, viene destinato a un impianto di compostaggio per la sua trasformazione in compost e successivamente può essere ceduto a una risaia in Italia. Il riso prodotto grazie a questo concime naturale viene poi riacquistato da Nespresso e donato a Banco Alimentare in cinque regioni italiane e a Fondazione Progetto Arca per supportare chi ne ha più bisogno.

“E’ un orgoglio rafforzare la collaborazione con il Gruppo Hera, una realtà fondamentale nella gestione dei Servizi Ambientali in Emilia-Romagna, che ci consente di ampliare ulteriormente la portata del progetto ‘Da Chicco a Chicco’, ha dichiarato Silvia Totaro, SHE & sustainability manager di Nespresso Italiana.

Totaro aggiunge: “L’aggiunta di sei nuove stazioni ecologiche rappresenta un passo concreto verso una maggiore capillarità del progetto, rendendolo ancora più accessibile per i cittadini. Questo risultato si inserisce in un approccio virtuoso che caratterizza la Regione, già protagonista nel 2024 con l’ingresso del Banco Alimentare regionale tra i beneficiari del riso prodotto dal caffè esausto, confermando l’importanza di unire le forze per promuovere comportamenti non solo sostenibili, ma anche solidali.”

Alla fine del 2024, primo anno dell’adesione del Banco alimentare dell’Emilia-Romagna al progetto, è stato possibile donare 100 quintali (circa 110.000 piatti) di riso a circa 200 tra le organizzazioni benefiche che sul territorio assistono quotidianamente oltre 20.000 persone in difficoltà.

“Rafforziamo con convinzione la nostra collaborazione con Nespresso allargando la rete di stazioni ecologiche dove i cittadini possono conferire le capsule di caffè in alluminio – afferma Giulio Renato, Direttore Centrale Servizi Ambientali e Flotte del Gruppo Hera –. Supportare le aziende nel perseguire obiettivi di economia circolare è infatti parte integrante della nostra mission. Siamo certi che la transizione ecologica sia un percorso da intraprendere insieme a cittadini, imprese e istituzioni; per questo siamo pronti a mettere a disposizione la nostra esperienza con l’obiettivo comune di favorire la decarbonizzazione dei consumi, salvaguardando l’ambiente”.

A livello nazionale il progetto ‘Da Chicco a Chicco’ ha consentito, dal 2011, di recuperare oltre 12.000 tonnellate di capsule in alluminio esauste che hanno permesso di generare nuove risorse: circa 730 tonnellate di alluminio, quasi 7.000 tonnellate di caffè esausto e più di 6.600 quintali di riso, equivalenti a circa 7 milioni di piatti (1 piatto=90gr) destinati a chi ne ha più bisogno.

Di seguito il dettaglio delle nuove stazioni ecologiche di Hera entrate nel progetto.
Zola Predosa (BO) – Via Roma, 65
Imola (BO) – Via Brenta, 4
Sassuolo (MO) – Via Madre Teresa, 1
Cesena (FC) – Via Spinelli, 216
Ravenna Sud (RA) – Via Don Carlo Sala
Faenza (RA) – Via Righi, 6

Per conoscere tutti i punti di raccolta e partecipare attivamente al progetto, basta cliccare qui.

La scheda sintetica di Nespresso

Nespresso è pioniera e punto di riferimento per il caffè porzionato di altissima qualità. L’azienda lavora con oltre 157.000 coltivatrici e coltivatori in 18 Paesi attraverso il suo Programma AAA Sustainable Quality per integrare le pratiche di sostenibilità nelle aziende agricole e nei territori circostanti.

Lanciato nel 2003 in collaborazione con la ONG Rainforest Alliance, il Programma aiuta a migliorare la resa e la qualità dei raccolti, assicurando una fornitura sostenibile di caffè di alta qualità e migliorando le condizioni di vita delle coltivatrici, dei coltivatori e delle loro comunità. Nel 2022 Nespresso ha ottenuto la certificazione B Corp, unendosi a un movimento internazionale di oltre 9.000 aziende che soddisfano gli elevati standard di responsabilità sociale e ambientale e di trasparenza B Corp.

Con sede a Vevey, Svizzera, Nespresso opera in 93 mercati e conta 14.000 dipendenti. Nel 2023 ha gestito una rete globale di vendita al dettaglio globale di 791 boutique. Per ulteriori informazioni basta cliccare qui.

La scheda sintetica del Gruppo Hera

Il Gruppo Hera è una delle maggiori multiutility italiane e opera nei settori ambiente, energia e idrico, con oltre 10.000 dipendenti. Oltre 7,5 milioni di cittadini hanno almeno un servizio fornito dal Gruppo. Quotata dal 2003, è tra le prime 40 società italiane per capitalizzazione (fa parte dell’indice Ftse Mib) e dal 2020 è entrata nel Dow Jones Sustainability Index, World e Europe.

Iiac assegna le platinum medal 2025: vincono l’italiana Mokador e la coreana Darich

MILANO – I prodotti di Mokador (Italia) e Darich (Corea) si aggiudicano le platinum medal 2025, il massimo riconoscimento assegnato da Iiac – International institute of coffee tasters nel suo concorso International Coffee Tasting. Per Mokador sono premiate le capsule Diva Brigitte e Diva Sophia, mentre per Darich la miscela espresso Oro.

La competizione ha visto in gara il top 20% dei prodotti vincitori della gold medal 2024, quindi una ristretta selezione di caffè già estremamente alti qualitativamente.

“I nostri giudici sensoriali hanno svolto un lavoro di notevole precisione, percependo la responsabilità di valutare prodotti già premiati con gold medal e quindi di ottimo livello, dimostrando grande capacità di analisi di stili differenti poiché in gara avevamo prodotti di diversi paesi – ha dichiarato Carlo Odello, presidente Iiac – Per la prima volta dalla nascita del concorso nel 2006 vincono la platinum medal due capsule, un riconoscimento che manda un segnale forte al mercato: la capsula, con una miscela di qualità sviluppata da una tecnologia adeguata, può dare grandi soddisfazioni in tazza”.

International Coffee Tasting si basa sulle rigide regole dell’analisi sensoriale. Si avvale infatti di assaggiatori che operano alla cieca, quindi senza conoscere il prodotto. Inoltre, i dati di assaggio sono elaborati tramite un ampio numero di strumenti statistici per valutare la loro qualità e arrivare a profili sensoriali validati statisticamente. A riprova della massima trasparenza del concorso, la formula per il calcolo del punteggio attribuito ai prodotti in gara è pubblica, disponibile sul sito di International Coffee Tasting con la spiegazione dettagliata ed esauriente del peso attribuito alle singole caratteristiche sensoriali.

La scheda sintetica di Iiac – International institute of coffee tasters

Iiac – International institute of coffee tasters è un’associazione senza fini di lucro che vive delle sole quote sociali. È stato fondato nel 1993 con l’obiettivo di mettere a punto e diffondere un metodo scientifico per l’assaggio del caffè.

Dalla sua fondazione Iiac ha svolto centinaia di corsi ai quali hanno partecipato 13.000 allievi da più di 40 paesi nel mondo. Il manuale Espresso Italiano Tasting, edito in italiano e in inglese, è stato tradotto in spagnolo, portoghese, tedesco, francese, russo, giapponese, cinese, coreano e tailandese. Iiac è dotato di un importante comitato scientifico che pianifica la ricerca per garantire l’innovazione del settore: ne fanno parte docenti universitari, tecnici e professionisti. Ha inoltre filiali dirette in Cina, Corea e Giappone.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Altromercato celebra San Valentino con la nuova offerta di cioccolato buono e sostenibile

MILANO – San Valentino si avvicina e come per magia tutto si tinge di rosso e l’aria profuma di cioccolato. Ebbene sì, il cioccolato il nettare degli dei è uno dei regali più amati per la festa degli innamorati, forse per la sua infinita dolcezza, per i sorrisi che lascia o per la prelibatezza intrinseca. Il cioccolato di Altromercato ha tutte queste qualità, oltre a essere un cioccolato sostenibile, proveniente da filiera etica, di ottima qualità per noi e per il pianeta. Un cioccolato davvero buono, per tutti.

Scegliere il cioccolato di Altromercato significa fare una scelta di valore con amore per chi si ama, per il nostro pianeta e per tutti coloro che lo abitano.

Ecco le proposte di Altromercato per San Valentino:

La linea ChocoMagnEtico composta da 4 tavolette di cioccolato da filiera etica dai gusti unici: cioccolato al latte con more e sale, cioccolato fondente gianduia con fave di cacao, cioccolato al latte con liquirizia e cioccolato bianco con cannella e mirtilli.

Ogni tavoletta si può abbinare a una calamita messaggio realizzata in collaborazione con lepalle.it per trovare il modo più dolce per dire qualcosa.

Tra i messaggi per San Valentino troviamo calamita in stoffa “TVB” e “Mi ricordo di te” e “Figurati è solo un pensierino”

Tutte le ricette sono frutto di una collaborazione tra Altromercato e Bodrato, un’azienda familiare che lavora il cioccolato con sapienza e passione curando tutti i processi della lavorazione in modo artigianale.

Prezzo Consigliato: € 7.00

Cofanetto Mascao assortito – bio – 8 tavolette
Una selezione dei migliori cioccolati biologici Altromercato, otto tavolette con ingredienti pregiati e accostamenti inediti per esplorare il mondo del cioccolato. Il regalo perfetto per gli amanti del cioccolato gourmet: dai fondenti extra alle tavolette al latte, in purezza o con deliziose inclusioni.

Contiene:

– Tavoletta di cioccolato Mascao fondente extra 70%

– Tavoletta di cioccolato Mascao fondente con fave di cacao

– Tavoletta di cioccolato Mascao fondente con limone e zenzero

– Tavoletta di cioccolato Mascao fondente con riso e quinoa

– Tavoletta di cioccolato Mascao fondente all’arancia

– Tavoletta di cioccolato Mascao al latte

– Tavoletta di cioccolato Mascao al latte con mandorle e sale

– Tavoletta di cioccolato Mascao al latte con caramello e sale

Prezzo Consigliato: € 25.00

Cioccolato Mascao Esperienza fondente – bio – 5 tavolette

Una selezione dei migliori cioccolati biologici Altromercato, cinque tavolette fondenti con ingredienti pregiati e accostamenti inediti che ti porteranno nel piacere puro di inebrianti fragranze e sapori.

Contiene:

– Tavoletta di cioccolato Mascao Fondente Extra 85%

– Tavoletta di cioccolato Mascao Fondente Extra 70%

– Tavoletta di cioccolato Mascao Fondente Extra con fave di cacao

– Tavoletta di cioccolato Mascao Fondente Extra all’arancia

– Tavoletta di cioccolato Mascao Fondente Extra al melograno

Prezzo Consigliato: € 18.00

Cofanetto Mascao Esperienza latte – bio – 5 tavolette

Selezione di 5 tavolette di cioccolato al latte in purezza o con deliziose inclusioni.
Tutte biologiche e adatte agli amanti del cioccolato al latte di qualità.

Contiene:

– Tavoletta di cioccolato Mascao al latte

– Tavoletta di cioccolato Mascao al latte con nocciole intere

– Tavoletta di cioccolato Mascao al latte con mandorle e sale

– Tavoletta di cioccolato Mascao al latte con caramello e sale

– Tavoletta di cioccolato Mascao Vegan al latte di cocco

Prezzo Consigliato: € 18.00

Nocciolatini – cioccolatini fondenti alla nocciola

Cioccolatini fondenti con un cuore di crema alla nocciola e nocciola intera tostata, ricoperti con cioccolato fondente, arricchiti da zucchero di canna da filiere etiche.
Prezzo Consigliato: € 12.50

Nocciolatini crisp

Cioccolatini al latte con ripieno cremoso alla nocciola e croccanti crispies alla quinoa, ricoperti con delizioso cioccolato al latte. Cacao da filiera equa e diretta e dolcificato con zucchero di canna.
Prezzo Consigliato: € 12.50

Sfere ripiene – fondente e pistacchio

Deliziose praline artigianali in due gusti: al cioccolato fondente ripiene con una crema fondente e al cioccolato al latte con un cuore di crema al pistacchio. Confezionati in un’elegante confezione regalo riutilizzabile.
Prezzo Consigliato: € 18.50

Tutte le proposte di San Valentino Altromercato sono disponibili su shop.altromercato e nei punti vendita Altromercato.

*Sullo shop online sono presenti combinazioni predefinite, nelle botteghe Altromercato è possibile creare la propria combinazione con tanti altri messaggi da abbinare alle tavolette di cioccolato.

La scheda sintetica di Altromercato

Altromercato è la più grande realtà di Commercio Giusto in Italia e una delle principali al mondo. È un’organizzazione formata da oltre 80 Soci e più di 200 negozi a marchio che gestisce da 35 anni rapporti con 140 gruppi di produttori in oltre 40 paesi, nel Sud e nel Nord del mondo.

Le persone, le comunità e il pianeta sono sempre al centro dell’agire di Altromercato. La sua mission è costruire filiere etiche per le materie prime principalmente alimentari, facendosi garante di un modo di coltivare la terra e di produrre prodotti che rispetti le persone e il pianeta, attraverso il modello del commercio giusto e la cooperazione internazionale. Per costruire un’economia più sostenibile giorno dopo giorno.

Altromercato propone prodotti alimentari quali cioccolato, caffè, zucchero, banane etc., molti dei quali biologici, una selezione di prodotti da agricoltura italiana, una linea di cosmesi naturale Natyr, oggetti di artigianato etico per la casa e le ricorrenze On Earth.

I suoi prodotti sono presenti nel suo shop online, in 1500 punti vendita della Grande Distribuzione, 2000 negozi specializzati bio, oltre che in ristoranti, mense scolastiche, bar ed erboristerie. Inoltre, grazie alla business unit Made In Dignity, Altromercato diventa un partner strategico anche per le grandi industrie alimentari che possono dar vita a progetti di Corporate Social Responsability e, attraverso l’acquisto delle sue materie prime (zucchero, caffè e cacao), partecipare alla costruzione di filiere etiche, dirette, partecipate, tracciate e sostenibili.

Auguri Presidente Maurizio Maccagnani, tutta La Spaziale festeggia il suo compleanno con un brindisi: “Grazie per averci reso partecipi di una storia tutta italiana tra eccellenza e visione”

CASALECCHIO DI RENO (Bologna) – La famiglia dell’azienda La Spaziale, specializzata nel settore delle macchine per caffè espresso dal 1947, celebra il compleanno del Presidente Maurizio Maccagnani, dedicandogli un messaggio ricolmo di stima e viva riconoscenza. Di seguito riportiamo il testo integrale condiviso dall’azienda.

Il compleanno del Presidente Maccagnani

“Caro Signor Maccagnani,

ci sono traguardi che non si misurano solo in numeri, ma nei segni indelebili che lasciano. E il suo viaggio, alla guida di La Spaziale, ne è la prova vivente. Oggi tutti noi dipendenti e collaboratori vogliamo prenderci un momento del nostro tempo per celebrare non solo le sue primavere, ma una storia di visione, determinazione e successo che ha trasformato questa azienda in un’icona riconosciuta in tutto il mondo.

Ci piace pensare a La Spaziale come una grande orchestra, fatta di mani che lavorano, idee che nascono e obiettivi condivisi. Ogni orchestra ha, tuttavia, bisogno del suo direttore d’orchestra, e Lei, Signor Maccagnani, non si è limitato a dirigere: ha saputo ispirare, osare, e trascinare tutti verso successi che oggi ci rendono fieri di appartenere a questa realtà.

Dalla prima macchina da caffè uscita dalle nostre officine fino alle sfide di oggi, Lei è stato per tutti noi molto più di una guida. La Sua visione strategica, la capacità di intuire le tendenze del mercato, e quell’instancabile spirito innovativo ci hanno permesso di distinguere La Spaziale non solo per l’eccellenza tecnologica dei suoi prodotti, ma anche per lo stile e l’autenticità che oggi ci definiscono in tutto il mondo.

Ogni dettaglio delle nostre macchine da caffè porta la Sua firma invisibile: dal design al funzionamento impeccabile, c’è quella ricerca continua dell’eccellenza che è diventata il nostro marchio distintivo.

In un mondo fatto di accelerazioni e cambiamenti, Lei ha saputo bilanciare la tradizione con lo slancio verso il futuro, rendendo La Spaziale un ponte tra artigianalità e avanguardia tecnologica. Ma, soprattutto, ci ha dimostrato che dietro a ogni successo ci sono, non solo i numeri, ma le persone, non solo macchine ma la somma delle mani, delle idee e della dedizione quotidiana al lavoro.

Il suo più importante insegnamento che ci accompagna: è credere sempre in ciò che facciamo. E se la nostra macchina da caffè serve oggi gli aromi migliori in ogni angolo del globo, è perché quel credo ha fatto la differenza.

Lavorare con Lei non è mai stato “ordinario”. Lei ha reso straordinario ogni piccolo risultato, accendendo il desiderio di spingersi sempre oltre, di migliorarsi, di dare il meglio ogni giorno. Noi tutti non ci siamo mai sentiti solo dipendenti; siamo sempre stati parte di un viaggio da costruire insieme.

Oggi siamo qui per festeggiarla, non solo per celebrare il suo compleanno, ma per dirle grazie. Grazie per averci reso partecipi di una storia di eccellenza tutta italiana qual è La Spaziale.

E, mentre il caffè scorre nelle tazzine e gli auguri si rincorrono, noi Le dedichiamo un applauso pieno di riconoscenza e di stima.

Buon compleanno, Signor Maccagnani!”

                                                                                La grande famiglia de La Spaziale

Andrej Godina dopo REPORT si rivolge a torrefattori e baristi: “Cambiare rotta: è necessario essere più chiari con il consumatore finale”

La puntata di REPORT andata in onda su Rai 3 il 9 febbraio ha evidenziato un problema sostanziale per il settore del caffè in Italia: la scarsa trasparenza delle informazioni riportate sulle confezioni dei caffè sugli scaffali del supermercato. Andrej Godina, caffesperto e ricercatore di scienza, tecnologia e industria del caffè ha esaminato i falsi miti sul consumo a casa e ha fatto luce sui fattori che alimentano la non sostenibilità dell’intera filiera produttiva.

Un nuovo modello da adottare

di Andrej Godina

Godina: “In un contesto di mercati internazionali in cui il prezzo del caffè verde è aumentato toccando i massimi storici, il mercato non può più reggersi esclusivamente sulla fedeltà del consumatore al marchio e sulla guerra dei prezzi.

Le torrefazioni devono guidare un cambiamento culturale, comunicando il valore del caffè in termini di prodotto proveniente da una lunga e complessa filiera di produzione. In questo modo, è possibile giustificare da un lato un aumento dei prezzi al dettaglio, e dall’altro garantire ai gestori dei bar di poter aumentare il prezzo dell’espresso e ottenere così un giusto guadagno, che possa permettere a queste attività di essere più sostenibili”.

Un mercato più informato è un mercato più sostenibile

“Un consumatore informato non si limita a scegliere sullo scaffale il caffè in base al prezzo o alla marca, ma considera altre caratteristiche di prodotto come la composizione della miscela in termini di specie botanica, la provenienza geografica del caffè, il tipo di tostatura e le sue implicazioni sensoriali, il contenuto di caffeina.

Come abbiamo visto in tv, l’italiano medio, sia esso un consumatore domestico che usa la moka o il barista professionista al bar, non sa preparare il caffè a regola d’arte.

Ancora oggi l’estrazione al bar spesso è demandata a baristi che si sono formati alla scuola della strada e l’estrazione con la moka a casa si basa su falsi miti come l’errata dosatura e la credenza che la moka non debba mai essere lavata.

Per questo motivo in etichetta, dovrebbero essere riportate informazioni utili alla sua preparazione con il suggerimento di ricette di estrazione da seguire per esaltare la qualità della bevanda.

Migliorare la trasparenza delle informazioni sul prodotto e la comunicazione di dati utili ad accrescere la cultura di prodotto, non è solo un vantaggio per il consumatore, ma crea benefici lungo tutta la filiera, a partire dai produttori nei Paesi di origine, fino ad arrivare alle torrefazioni e ai baristi”.

Per approfondire il concetto, bisogna soffermarsi su altre filiere di prodotto.

1) Maggiore comunicazione e valorizzazione dei produttori di caffè verde: l’industria dipende dai coltivatori, dislocati nella fascia tropicale del pianeta, dove la volatilità dei prezzi e le pratiche di acquisto poco etiche, spesso, mettono in difficoltà gli agricoltori. Se i consumatori ricevono informazioni più dettagliate sulle origini del caffè verde, possono sviluppare una maggiore consapevolezza e preferire prodotti provenienti da filiere più sostenibili, stimolando così la domanda di caffè socialmente responsabili e premiando i produttori che investono in coltivazioni di migliore qualità.

Per esempio, nel settore del vino, l’indicazione dell’origine e delle caratteristiche del terroir ha permesso a piccoli produttori di differenziarsi, valorizzando il proprio prodotto e ottenendo prezzi più alti rispetto ai vini generici.

Lo stesso può accadere nel mondo del caffè, dove specificare la regione di coltivazione e le tecniche agronomiche adottate e raccontare la storia del coltivatore e il terroir della sua piantagione, possono giustificare un prezzo superiore e favorire pratiche di produzione più sostenibili.

2) Un mercato più rimunerativo per le torrefazioni: se queste aziende adottassero politiche di trasparenza con una maggiore e migliore comunicazione di prodotto, potrebbero differenziarsi maggiormente dalla concorrenza e fidelizzare i clienti non solo attraverso il prezzo, ma grazie alla maggiore qualità percepita.

Oggi molte miscele sono vendute senza dettagli sulle specie e varietà botaniche, sulle origini dei caffè utilizzati, sulla tostatura e sul flavore, impedendo così al consumatore di compiere una scelta consapevole.

Per esempio, nel settore del cioccolato, la trasparenza sulle origini del cacao ha dato vita al segmento del cioccolato bean-to-bar, che ha consentito ai produttori di vendere a prezzi più alti, garantendo margini migliori e dando al consumatore una maggiore qualità percepita del prodotto.

Lo stesso approccio può essere applicato al caffè, dove evidenziare la provenienza del caffè verde e descriverne il processo produttivo può aumentare la fiducia del consumatore e di conseguenza il valore del prodotto finale.

3) Un prezzo più sostenibile per i gestori dei bar: se il caffè al bar viene venduto con trasparenza comunicando maggiormente la sua filiera, le sue caratteristiche e la sua qualità, sarà più facile per i baristi spiegare ai clienti perché un espresso deve avere un prezzo più alto. Oggi molti consumatori percepiscono l’aumento del prezzo del caffè come una forzatura, perché manca una chiara comunicazione sul valore reale del prodotto e non viene data alcuna informazione di filiera.

In un altro settore, per esempio nell’ambito della birra artigianale, i birrifici hanno investito in comunicazione delle materie prime utilizzate, affiancando il racconto dei metodi di produzione. In questo modo il settore ha ottenuto la fiducia di un pubblico disposto a pagare di più rispetto alle birre industriali.

Se i bar e le caffetterie raccontassero i passaggi della filiera di produzione e la qualità del caffè servito, potrebbero replicare questo modello, giustificando un prezzo più alto per un espresso che, invece di essere indistinto, racconta una storia.

Dopo questo aumento del prezzo giustificato da una maggiore trasparenza di filiera sarà più facile agire sul secondo step di aumento, ovvero quello legato alla differenziazione di prezzo in base alla qualità del caffè.

4) Maggiore consapevolezza del consumatore e scelta più razionale del prodotto: il caffè è un prodotto estremamente complesso, eppure molti consumatori lo considerano ancora un prodotto indifferenziato. Oggi, quasi tutte le persone sanno distinguere tra un vino DOCG e un vino da tavola, ma pochissimi riescono a capire le differenze tra i diversi caffè commerciali, tanto meno tra uno Specialty Arabica e un Fine Robusta. Creare maggiore cultura aiuta il consumatore a fare scelte più consapevoli e a non basarsi solo sul prezzo. Nel settore dell’olio extravergine d’oliva le certificazioni DOP e IGP hanno educato il consumatore sulle differenze di qualità e origine, spingendo il mercato a offrire prodotti più pregiati.

Lo stesso modello può essere applicato al caffè, con etichette che indichino le informazioni sul caffè verde, il grado di tostatura, il tenore dell’acidità e dell’amaro, l’intensità del corpo e il contenuto di caffeina, permettendo una scelta basata su parametri oggettivi.

Credo fermamente che le torrefazioni potrebbero, in alcuni cluster geografici, unirsi e regolamentare la produzione del caffè secondo un disciplinare geografico. In questo modo il consumatore potrebbe essere tutelato da una certificazione territoriale del caffè prodotto a Napoli, così come a Trieste, Venezia o Milano.

Conclusione, Godina: ” Il settore deve cambiare rotta”

Il mercato del caffè in Italia si trova a un bivio: continuare con la strategia della guerra dei prezzi e della scarsa trasparenza al consumatore, oppure adottare un modello basato su “maggiore informazione, qualità raccontata e differenziazione di prodotto e di prezzo”.

Godina aggiunge: “La trasmissione REPORT ha evidenziato un problema che il settore non può più ignorare: la necessità di essere più chiari e trasparenti con il consumatore. Investire nella trasparenza non è solo una questione etica, ma un’opportunità per l’intera filiera; le torrefazioni possono uscire dalla logica del prezzo basso e dei prodotti indifferenziati e possono invece focalizzarsi sull’aumentare la percezione di prodotto del consumatore e sul produrre prodotti maggiormente distintivi.

In questo modo i baristi potranno giustificare prezzi più alti e offrire esperienze di consumo migliori e i consumatori potranno compiere scelte più consapevoli e scoprire il vero valore del caffè”.

Godina conclude: “Il settore del vino, del cioccolato, della birra artigianale e dell’olio extravergine d’oliva ci dimostrano come la trasparenza e l’educazione del pubblico possano creare un mercato più sano, sostenibile e redditizio per tutti. E il caffè, in Italia, merita lo stesso percorso”.

                                                                                                          Andrej Godina

Fabio Verona in risposta a REPORT: “Possiamo solo affidarci alla serietà e trasparenza delle aziende”

Fabio Verona, esperto del chicco e responsabile formazione ed eventi presso Caffè Costadoro, ha espresso la sua opinione sull’ultima puntata di REPORT su Rai Tre analizzando nel dettaglio la situazione in Italia per quanto riguarda le confezioni di caffè. Leggiamo di seguito la sua opinione.

Il trattamento del caffè da parte delle torrefazioni

di Fabio Verona

MILANO – “Resto sempre interdetto di fronte all’ignoranza. La puntata di REPORT di domenica sera ha evidenziato nuovamente quanto la mancanza di conoscenza della gente possa essere utilizzata per creare scalpore.

Questo però consente a trasmissioni come quella in oggetto di far aprire gli occhi alle persone su molti aspetti che sovente non vengono presi in considerazione.

Per chi lavora nel settore delle torrefazioni, è risaputo che l’invenduto che torna dalla GDO debba in qualche modo essere recuperato, a maggior ragione in un periodo come questo, dove il prezzo del caffè ha assunto delle quotazioni davvero imbarazzanti.

Per non parlare dei trattamenti che possono essere fatti sul caffè crudo per privarlo da ocratossine o da sapori negativi, rendendo quindi poi il caffè utilizzabile.

È ovvio ed è palese che però poco si sappia di queste pratiche messe in atto da più di un’azienda, pratiche talvolta effettuate presso terzisti, in quanto il costo di acquisto e gestione di attrezzature industriali in grado di aprire, separare accuratamente e recuperare il caffè contenuto nelle confezioni piuttosto che di effettuare trattamenti specifici, è davvero elevato.

Attenzione, quello di cui stiamo parlando è tutto perfettamente legale, semplicemente c’è, se vogliamo, poca trasparenza, un’omissione nella comunicazione, ma che purtroppo non è assolutamente obbligatoria.

Io arrivo dal mondo della ristorazione, e vi pongo un quesito: un ristoratore che va ad acquistare presso un grossista merce prossima alla scadenza e la utilizza per la realizzazione dei piatti che vengono serviti ai suoi clienti, sempre nel massimo della correttezza e della salubrità degli ingredienti, non compie alcun illecito nulla di male, ma in questo modo riesce a risparmiare parecchi soldi rispetto a comprare un prodotto di primissima scelta, consentendogli di continuare a servire i suoi clienti con menu a prezzi contenuti ed avere ancora un margine per poter continuare a lavorare. E mica ve lo viene a dire, nel caso

Nel caffè la legge parla chiaro, questa è la tabella C del decreto del Presidente della Repubblica 16 febbraio 1973, n. 470

Limiti in peso delle impurità ed imperfezioni consentite dal caffè torrefatto

1) Impurità di origine minerale; in misura non superiore complessivamente all’uno per cento;

2) in misura mai superiore complessivamente al 5 per cento:

a) impurita’ vegetali e chicchi difettosi indicati al n. 2), lettera a), b) e c) della tabella B;

b) chicchi di colore nero, generalmente molto leggeri e di aspetto spugnoso ed opaco, dal gusto amaro, carbonioso (chicchi neri e carboniosi);

c) chicchi a superficie chiara, spesso raggrinzita, che reagiscono stentatamente alla torrefazione con gusto e colore sgradevoli che si accentuano quando la pellicola argentea rimane aderente (chicchi pallidi);

d) chicchi molto leggeri di colore tendente al nero, talvolta marmorizzati, con affioramento particolarmente abbondante di grasso, che al taglio emanano un odore sgradevole (chicchi cerosi o fermentati);

3) frammenti di chicchi in misura non superiore complessivamente al sette e cinquanta per cento;

4) chicchi con lesioni (fori) derivanti dall’azione dello Stephanoderes sp. e delle Araeocerus sp. in misura non superiore complessivamente al dieci per cento.

D’ordine del Presidente della Repubblica

Il Ministro per la sanità

Gaspari

Verona continua: “In base a quanto sopra, possiamo solo affidarci alla serietà e trasparenza delle aziende, alle loro eventuali certificazioni volontarie, alla dichiarazione delle percentuali di specie arabica e robusta utilizzate, come ad esempio fa la Costadoro, ed ovviamente al gusto che avremo nel caffè che andremo a bere”.

Verona aggiunge: “Ricordiamo anche che in un espresso, la percentuale di sostanze disciolte dal caffè e diluite in acqua può variare da un 5-6% fino ad un 10-12% circa, mentre ovviamente in una moka o in un caffè filtro la percentuale diminuisce, ma se in questa percentuale abbiamo sentori di bruciato, legno, vegetale, marcio, fermentato, affumicato, arachidi, rancido… beh, di certo non stiamo utilizzando una buona materia prima.

Se a questo aggiungiamo che il prezzo del caffè crudo di qualità ad oggi varia dai 5 ai 10€ al kg, (tralasciando gli specialty coffee che sono fuori scala…), che vi sono i costi di produzione, che perde circa il 20% di peso in tostatura e che, se rivenduto al banco di un supermercato, vi sono poi ancora i costi di distribuzione e i margini del punto vendita… a 1€ all’etto (alle volte anche meno), cosa pensate di poter ricevere all’interno?

A margine di tutto, ricordo anche un’ultima cosa sulla quale si sta facendo confusione: la conservazione in frigorifero o in freezer (consigliata rispetto alla prima), non è deleteria per un caffè macinato che debba essere utilizzato per la preparazione di una moka domestica o di un caffè filtro, dove per altro il quantitativo di 200-250g di una confezione viene consumata all’incirca in una settimana.

Certamente tutti i parametri cambiano, ma proprio tutti, quando invece si parla di conservazione e shelf life di caffè in grani per espresso.

Per il caffè in grani per espresso è fondamentale una conservazione in luogo fresco, lontano da fonti di calore e con una rotazione costante FiFo dei pacchi, il cui consumo ottimale non dovrebbe superare i tre mesi dalla tostatura. Per gli specialty realizzare delle porzioni predosate sottovuoto e congelate, vi garantisce invece una lunga freschezza di un prodotto che magari ha una bassa rotazione.

Ed ora, buon caffè a tutti”

                                                                                                                 Fabio Verona

Futures del caffè: secondo Sucafina la volatilità durerà ancora a lungo

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MILANO – I futures del caffè arabica volano a nuovi massimi storici, ma poi ritracciano in territorio negativo sotto la spinta delle prese di beneficio e chiudono in netto ribasso. Così il day after del lunedì nero del caffè, che ha fatto volare i mercati a nuovi massimi storici nella prima seduta della settimana. Nella giornata di ieri, martedì 11 febbraio 2025, il contratto per scadenza ravvicinata dell’Ice Arabica ha raggiunto un nuovo massimo intraday di 437,95 centesimi, ma è successivamente precipitato a un minimo di 409,50, per chiudere a 413,45 centesimi, in ribasso del 3,6%.

Maggio ha perso 16,70 centesimi terminando la giornata a 404,40 centesimi. Perdite più contenute a Londra, dove il contratto per scadenza maggio ha ceduto $34 finendo a 5.664 dollari. Che succede sui mercati? Cosa ha prodotto questa folle corsa al rialzo?

Tra i commenti che abbiamo letto in questi giorni, ci è sembrato particolarmente interessante quello scritto da Ilya Byzov – the Head of Research & Quant Trading di Sucafina North America – di cui riprendiamo di seguito i passaggi salienti.

A giudizio di Byzov sono tre i fattori principali che hanno portato a questa esplosione dei prezzi dei futures: la mancanza di liquidità, l’insufficiente copertura dei torrefattori e il rinnovato interesse per le materie prime dovuto ai rischi di guerre commerciali

Nei mercati del caffè sono tipicamente compratori di futures i Non-Commercials (o specs/speculators) e i torrefattori, mentre sono tipicamente venditori i commercianti e le origini (produttori).

Sul fronte degli acquisti, gli speculatori hanno molte ragioni per acquistare caffè: le svolte tecniche, i titoli in prima pagina e l’accresciuto rischio di guerre commerciali, che rendono i titoli azionari meno interessanti e le materie prime più sicure come investimento.

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Gli italiani fanno la spesa più spesso ma comprano sempre meno, trovando rifugio nei marchi del distributore

MILANO – Salvaguardia del potere d’acquisto delle famiglie e garanzia di qualità: sono queste le principali caratteristiche dei prodotti private label secondo YouGov, leader del mercato nelle indagini rivolte ai consumatori, che ha raccolto alcune evidenze in merito attraverso un consumer panel di 15.000 famiglie.

L’analisi di YouGov evidenzia infatti come sia in corso un significativo cambiamento delle abitudini di acquisto degli italiani, che si recano sempre più spesso a fare la spesa (mediamente 197,4 volte l’anno) ma comprano ogni volta sempre meno. Acquisti ridotti per limitare gli sprechi: se la frequenza è infatti ai massimi storici (in crescita del 3,7% rispetto al 2023 e addirittura del 14,8% se confrontata al 2021), i carrelli sono sempre più piccoli, diminuiti a 12,3 unità (-3,2% rispetto alle 12,8 del 2023) dalle 14,0 del 2021 (-12,0%).

In questo scenario economico, in Italia la penetrazione delle private label è pressoché totale e il 99,8% delle famiglie italiane ha acquistato almeno una volta nel 2024 prodotti a marchio del distributore, facendo registrare nuovi record sia per il valore della spesa totale (990 euro) che per la frequenza d’acquisto (l’anno scorso i consumatori hanno acquistato in media private label 102,2 volte).

A preferire la private label sono soprattutto le famiglie appartenenti a classi socio-economiche medio-alte, a testimonianza di come questi prodotti sappiano proporsi sempre più spesso come alternativa di qualità a prescindere dalla convenienza.

Il dato deriva chiaramente anche dalla maggior presenza delle private label nei comportamenti di acquisto delle famiglie del Centro-Nord, dove le condizioni socio-economiche sono migliori.

Una risposta efficace per il contenimento dei costi

A fronte della forte inflazione degli ultimi anni, la grande attenzione dei consumatori per il contenimento dello scontrino ha portato a una stabilizzazione dell’importo (21,89 euro) con un aumento contenuto sul lungo periodo (+2,0% negli ultimi quattro anni), addirittura in calo (-2,2%) rispetto al 2023 (22,37 euro). Acquisti più mirati, con un focus sul risparmio: è questa in sintesi la risposta degli shopper all’incertezza economica.

Uno scenario tradizionalmente favorevole alle private label e, non a caso, i numeri confermano un trend in corso da tempo. Negli ultimi cinque anni questa categoria di prodotti ha dimostrato una maggiore vitalità rispetto ai brand, facendo registrare crescite percentuali superiori per importo della spesa media (l’incremento è del 42% contro il 17% dei grandi marchi), frequenza d’acquisto (+38% vs. +28%) e spesa per atto (+2%, a fronte di un dato negativo dei brand che fanno segnare un -8%).

Analizzando le categorie di prodotto possiamo rilevare come, nonostante la differenziazione ancora molto forte, l’ultimo biennio abbia rappresentato un vero e proprio boom per le private label in alcune di queste come la pasta senza glutine (che ha registrato un aumento del 74,1% del numero di famiglie acquirenti), gli integratori (+67,8%), le gomme da masticare (+67,7%) e le salviette detergenti (+62,6%).

Le famiglie alto spendenti in private label: risparmio ma soprattutto qualità

L’analisi delle famiglie alto spendenti in private label (il 20% del totale che vale il 45,2% del mercato) – i cosiddetti heavy buyers – rivela come la loro spesa (2.235 euro) sia di gran lunga superiore alla media (988 euro), prodotto di una frequenza d’acquisto molto più alta (165,5 vs. 102,2 Euro) e di una spesa per atto superiore (13,51 vs. 9,67 Euro).

Questa tipologia di acquirenti è concentrata soprattutto al centro-nord e appartiene a classi socio-economiche medio alte; inoltre il responsabile acquisti è solitamente over 55, una fascia d’età che tradizionalmente privilegia la qualità del prodotto alla convenienza. Dati demografici che testimoniano un cambiamento culturale nei comportamenti d’acquisto, riconducibile non soltanto alla logica di contenimento dei prezzi ma che sembra suggerire come i prodotti a marchio del distributore stanno diventando sempre di più una vera e propria scelta primaria per le famiglie italiane.

La scheda sintetica di YouGov

YouGov è un gruppo globale di ricerca e analisi dei dati. La sua mission è offrire una visione senza precedenti di ciò che il mondo pensa e agisce nella vita reale. Con attività negli Stati Uniti, nelle Americhe, in Europa, in Medio Oriente, in India e nell’Asia Pacifica, dispone di una delle reti di ricerca più estese al mondo.

La peculiarità di YouGov è di essere supportato dalla realtà. Ciò deriva da un panel unico di milioni di membri registrati in 55 paesi, che comprende circa 18 milioni di acquisti e milioni di punti di dati interconnessi.

L’approccio unico al reclutamento e al coinvolgimento del panel, unito alle piattaforme tecnologiche all’avanguardia, gli consente di fornire approfondimenti in tempo reale che portano a un migliore processo decisionale e a un vantaggio competitivo per i suoi clienti.

Come innovatori e pionieri delle ricerche di mercato online, godono di una solida reputazione in qualità di affidabile fonte di dati e approfondimenti accurati. A riprova di ciò, i dati di YouGov vengono regolarmente citati dalla stampa internazionale ed è costantemente una delle fonti per ricerche di mercato più menzionata al mondo.

Dersut Caffè presenta il bilancio di sostenibilità 2023

CONEGLIANO (Treviso) – La torrefazione Dersut Caffè, con sede nel comune di Conegliano, in provincia di Treviso, conclude il 2024 analizzando e guardando a quanto ha conseguito l’anno precedente nel 2023 in termini di sostenibilità grazie alla pubblicazione del nuovo bilancio.

Il bilancio di sostenibilità di Dersut Caffè

Il bilancio di sostenibilità 2023 illustra gli obiettivi dell’azienda per uno sviluppo sostenibile secondo i principi di integrazione della dimensione economica, ambientale e sociale.

Il bilancio dell’azienda  inoltre, traccia la traiettoria di quelli dell’anno che si sta per volgere al termine.

È possibile scorrere in fondo alla pagina e leggere il Bilancio di Sostenibilità 2023 cliccando qui.