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mercoledì 23 Aprile 2025
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Giappone: quasi scomparsa la tradizione del cioccolato a San Valentino

Secondo un nuovo sondaggio condiviso dall’agenzia di stampa Kyodo, solo il 12,5% delle donne prevede di portare avanti la tradizione di San Valentino e regalare il cioccolato. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione askanews.

La tradizione di San Valentino in Giappone

ROMA – In Giappone sta svanendo la caratteristica tradizione del cioccolato di San Valentino. Secondo un sondaggio, di cui dà notizia l’agenzia di stampa Kyodo, solo il 12,5% delle donne prevede di regalare il cioccolato di San Valentino, rispettando la tradizione consolidata.

In particolare, ad ammazzare questa abitudine, sarebbe la sempre maggiore diffusione del telelavoro. Fatto sta che si tratta della cifra più bassa mai registrata, secondo Nippon Life Insurance, che ha prodotto lo studio.

In Giappone, le donne tradizionalmente regalano una scatola di cioccolatini agli uomini della loro vita per San Valentino, il cosiddetto, oltre a portare cioccolatini “obbligatori” (il cosiddetto “giri-choko”) ai colleghi e ad altri. Gli uomini sono chiamati poi a ricambiare il 14 marzo.

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Mario Rubino, il Presidente di Kimbo, in risposta a REPORT: “La nostra promessa di qualità sforzo continuo, a ogni costo”

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Il Presidente di Kimbo S.p.A., tra i maggiori torrefattori italiani, il dottor Mario Rubino, ha deciso di lanciare un personale appello al programma d’inchiesta REPORT direttamente dalle pagine di Comunicaffè, in seguito alla puntata andata in onda la scorsa domenica. Riportiamo di seguito la sua opinione.

L’appello a REPORT

di Mario Rubino

“Vorrei rivolgere, attraverso le pagine di una testata così seria e autorevole come Comunicaffè, una preghiera a tutti gli organi di informazione perché sono profondamente amareggiato dai recenti servizi giornalistici televisivi che hanno aggredito tutto il comparto caffè: torrefattori, trasportatori, distributori, ricercatori, bar e caffetterie.

Il caffè in Italia è molto più di una semplice bevanda: è l’espressione di una tradizione che parte dalle origini più pregiate, attraversa mani esperte e arriva fino ai consumatori, racchiudendo tutta la passione per l’eccellenza.

Le nostre miscele, ad esempio, sono il risultato di un lavoro che combina le migliori varietà al mondo, armonizzandole in un’esperienza unica, capace di emozionare ad ogni sorso. Partiamo dall’Arabica. Dal Brasile, terra di colline soleggiate e tradizioni secolari, arriva il Santos, raccolto nelle regioni del Minas Gerais e del Cerrado, che infonde nel caffè Kimbo una dolcezza che ricorda il cioccolato, le noci e il caramello. Dalla Colombia, dove la terra e il clima si uniscono in un equilibrio perfetto, provengono caffè che incantano con una vivace acidità e sfumature di agrumi e frutta tropicale”.

Rubino aggiunge: “Dalle alture di Honduras, Guatemala e Nicaragua, selezioniamo varietà raffinate ed eleganti, che regalano profumi di fiori, miele e frutta matura. Infine, la Canephora, detta comunemente Robusta, cuore delle nostre miscele più intense, con il suo carattere deciso e le note di cacao amaro e frutta secca tostata, cresce nelle terre fertili dell’India e della Tanzania.

Oggi però i costi di tutte queste deliziose e preziose materie prime si sono moltiplicati e si stanno moltiplicando all’infinito: stando ai dati in nostro possesso e che purtroppo sono in continua evoluzione, negli ultimi dodici mesi l’Arabica ha subito un aumento del 110% mentre negli ultimi quattro anni il costo della Rubusta è più che triplicato (+330% da febbraio 2021)“.

Rubino prosegue: “Noi torrefattori italiani stiamo facendo del nostro meglio, con il sacrificio e l’impegno dei nostri cari dipendenti, per far pesare il meno possibile questi rincari sulle tasche degli italiani, ma l’aumento dei prezzi della materia prima è un dato inconfutabile, risultato di un intreccio di fattori che, negli ultimi anni, ha trasformato il mercato globale: il crescente impatto del cambiamento climatico, che ha limitato la produzione con gelate impreviste, siccità sempre più frequenti e raccolti decimati; le difficoltà logistiche, che hanno rallentato la distribuzione con l’aumento dei costi e la carenza di trasporti; e la speculazione sui mercati internazionali, che ha aggravato una situazione già fragile, danneggiando tutti gli attori coinvolti nella filiera, dai coltivatori ai produttori; il costo dell’energia e il costo del dollaro, che variano in senso crescente giorno dopo giorno, e che gravano su tutta la filiera alimentare.

In questa congiuntura, che potrei definire quasi una tempesta perfetta, un programma così autorevole come Report, al quale lavorano giornalisti seri e motivati, sembra quasi che abbia deciso di fare guerra al caffè italiano, di insinuare dubbi nel consumatore anziché dare una mano al settore per far comprendere a tutti le necessità e le urgenze di un cambiamento dei prezzi.

Sono sinceramente molto dispiaciuto dai toni dei servizi che Report ha diffuso a più riprese, in tv e attraverso i suoi canali social. In un momento così difficile per tutto il mondo delle torrefazioni italiane, alcune delle quali hanno dovuto, dopo anni di investimenti e di sacrifici, chiudere i battenti e licenziare persone, con tutte le ricadute negative possibili sulla enorme filiera, non riesco a credere che qualcuno abbia scelto proprio questo tempo di criticità per infierire così brutalmente e, a tratti, anche superficialmente, sull’economia italiana del caffè.

Ciò non significa che io non ritenga giusto che si indaghi sulla qualità del prodotto, sulla conservazione e sulla preparazione, anzi. Come ho cercato di spiegare proprio alle telecamere di Report, in Kimbo sviluppiamo progetti culturali di education con il contributo dei più accreditati “caffesperti”.

Abbiamo dato vita al Kimbo Training Center proprio per formare baristi e consumatori e dare alla qualità del caffè la stessa attenzione che si dà a quella del vino, del cioccolato o degli oli. E, come noi, fanno tanti altri illustri torrefattori.

Ecco perché mi sconforta che una grande redazione del servizio pubblico possa decidere di voler infondere dubbi sul consumatore finale senza approfondire in maniera sufficientemente equilibrata tutti gli aspetti della questione.

E sono preoccupato per tutti quelli che lavorano, a tutti i livelli, nel comparto caffè in Italia.

Quello che mi sta a cuore sottolineare ai lettori è che oggi, nonostante tutte le criticità derivanti dalla materia prima, noi di Kimbo, come tutte le principali torrefazioni italiane, manteniamo intatta la qualità dei nostri caffè con tutte le certificazioni ed i controlli di qualità che da sempre ci contraddistinguono. Continueremo perciò a sostenere le origini che da sempre caratterizzano i nostri profili di tostatura, soprattutto la nostra celebre tostatura scura, oggi nota a tutti come “Arruscato”.

E voglio rassicurare i consumatori che sono certo del fatto che ogni torrefattore continuerà a lavorare con passione, perché ogni tazza di caffè italiano sia non solo un momento di piacere, ma anche il simbolo di un legame di fiducia e di un impegno condiviso, per celebrare insieme la tradizione del caffè di casa e l’arte italiana dell’espresso, sempre al massimo delle sue potenzialità, con tutta la ricchezza delle varie diversità che il mercato italiano riesce ad esprimere”.

                                                                                                              Mario Rubino   

Francesco Sanapo: “Prezzo del caffè raggiunge vette inaudite: è giunto il momento di una nuova idea di business”

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Francesco Sanapo, fondatore di Ditta Artigianale insieme a Patrick Hoffer, coffee hunter, barista, campione italiano di diverse gare Sca, lancia un appello su Instagram per invogliare i protagonisti del settore ad abbracciare una nuova idea di business, ormai indispensabile dopo che il prezzo del caffè ha raggiunto vette di prezzo impensabili fino a pochi anni fa. Leggiamo di seguito le sue considerazioni.

Una nuova idea di business

di Francesco Sanapo

MILANO – “Il caffè è molto più di una bevanda: è l’essenza della nostra cultura, il calore che unisce le nostre giornate e la passione che ci spinge a sognare. Oggi, mentre il suo prezzo raggiunge vette inedite, non si tratta di un semplice dato di mercato, ma dell’inizio di una nuova era. È l’occasione per abbracciare un modo diverso di fare business, dove la qualità non è solo un’idea, ma un impegno quotidiano.

 

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Immaginate un mondo in cui ogni tazza racconta la storia di chi l’ha coltivata, in cui la trasparenza e la tracciabilità sono il nostro patto per il futuro. Un mondo in cui bere caffè non sia più un gesto scontato, ma un’esperienza che celebra il lavoro, la passione e il rispetto per una tradizione che ci appartiene.

Uniamoci per proteggere il caffè, per farlo diventare simbolo di eccellenza e cultura. Un brindisi a questo nuovo modo di gustare e condividere il caffè, per il bene di tutti noi”.

                                                                                                    Francesco Sanapo

Futures del caffè a nuovi massimi storici, export brasiliano in crescita verso l’Italia (+31%), Costa mette il segno meno al caffè di Coca-Cola (-3%)

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MILANO – L’incertezza sui mercati, legata tanto ai fondamentali quanto a fattori tecnici e speculativi, continua a spingere i futures del caffè a livelli stellari. Nella giornata di ieri, mercoledì 12 febbraio 2025, entrambe le borse sono volate a nuovi massimi recuperando completamente le perdite determinate martedì dalle prese di beneficio.

A New York, il contratto per scadenza marzo ha chiuso a un nuovo massimo di 431,80 centesimi guadagnando il 4,4% sul giorno precedente.

Maggio si è rivalutato del 3,9% terminando a 420,20 centesimi. Londra non è stata da meno: il contratto futures per scadenza maggio ha chiuso infatti al rialzo del 2,8%, a un nuovo picco storico di 5.821 dollari.

L’export brasiliano segna il passo a gennaio, ma crescono gli imbarchi verso l’Italia

Cecafé ha diffuso il suo consueto report mensile, con tutti i dati aggiornati.

A gennaio 2025, le esportazioni in tutte le forme dal Brasile hanno registrato una parziale flessione (-1,6%) rispetto allo stesso mese dell’anno scorso risultando pari al volume, comunque ragguardevole, di 3.976.765 sacchi.

(fonte: Cecafé)

Più marcato il calo delle esportazioni di caffè verde, che sono diminuite del 3,8%, a 3.606.199 sacchi. Esso va imputato, quasi per intero, agli imbarchi di robusta, in caduta del 28,9%, a 328.074 sacchi, mentre i volumi di arabica sono più o meno in linea (-0,3%) con quelli di gennaio 2024, a 3.278.125 sacchi.

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Bar e ristoranti, crescono le mance pagate col pos: +41% di transazioni nel 2024

MILANO – A incassare le mance, in Italia, è ancora solo una piccola parte dei commercianti: tuttavia, negli ultimi due anni il trend ha visto una progressiva crescita, trainata dalla Legge di Bilancio del 2023, che ha introdotto una tassazione agevolata per le mance, e dal costante aumento dei pagamenti digitali, in particolare della possibilità di selezionare la mancia pagando con il pos.

Il successo del cashless pos in tutti i settori merceologici sta avendo un ruolo fondamentale nel diffondere l’abitudine della mancia anche in Italia, dove è meno radicata che all’estero: introducendo nel proprio business quotidiano strumenti digitali che permettono ai clienti di lasciare la mancia anche quando pagano senza contanti, per gli esercenti è più semplice ricevere e gestire questa tipologia di pagamenti che valorizzano il lavoro degli addetti al servizio.

Lo conferma SumUp – fintech attiva nel settore dei pagamenti digitali con soluzioni innovative per business di ogni dimensione – che ha condotto un’analisi su 1.500 esercenti fra bar, ristoranti, hotel e barbieri per osservare il fenomeno delle mance digitali in Italia.

Se le transazioni con mancia sono cresciute del +41% rispetto all’anno precedente, tra il 2022 e il 2024 gli esercenti che utilizzano la funzionalità “Tipping” sulle soluzioni Tap To Pay, Solo e Solo Lite sono aumentati del +24%. Analizzando lo stesso intervallo temporale, l’incasso da mance è più che quintuplicato mentre l’importo medio è aumentato del +7%.

“In Italia gli esercenti che utilizzano i pos per incassare le mance restano ancora una minoranza. Le ragioni sono culturali, per premiare il servizio si tende più a fare pagare il “coperto” o ad arrotondare il conto, ma anche dovute a un certo ritardo tecnologico: secondo quanto riporta FIPE(1), infatti, solo un pos su quattro è abilitato a ricevere la mancia”, commenta Umberto Zola, Responsabile Online Sales per l’Europa di SumUp. “Per rispondere a questa esigenza e semplificare l’accettazione e rendicontazione delle mance, SumUp consente ai propri esercenti di utilizzare la funzionalità ‘Tipping’ sulle soluzioni Solo, Solo Lite e Tap To Pay: come emerge dai nostri dati, negli ultimi due anni, il trend della mancia digitale è in crescita, spinto dalle novità normative e da una sempre maggiore abitudine ad accettare e a utilizzare i pagamenti con carta“.

Quanto valgono le mance digitali

Se negli ultimi due anni l’importo medio della mancia è aumentato del +7%, guardando ai singoli settori sono gli hotel a registrare la crescita maggiore (+29%), seguiti dai barbieri (+13%) e da caffè e ristoranti (+8%).

Il valore della mancia, inoltre, sale con l’aumentare della spesa: tra il 2022 e il 2024 a registrare l’incremento maggiore (+18%) sono stati gli acquisti superiori ai 100 euro. Rispetto al solo 2023, invece, le transazioni con mancia hanno visto un aumento soprattutto in hotel (+480%), ristoranti (+50%), bar (+37%) e fast food (+13%), mentre sono diminuite tra i barbieri (-12%).

Le mance col pos? Le accetta il 24% di esercenti in più rispetto al 2022

Negli ultimi due anni, in media, sono cresciuti del +24% i commercianti che hanno scelto di offrire ai propri clienti la possibilità di selezionare la mancia pagando con strumenti digitali: l’aumento maggiore è tra i merchant del settore fast food (+107%), seguiti dagli hotel (+49%), caffè e ristoranti (+32%), bar (+12%); quella dei barbieri è l’unica categoria in cui la percentuale diminuisce (-8%).

SumUp propone ai merchant tre soluzioni per accettare le mance digitali, rendendo l’operazione più immediata e aiutando a diffondere l’abitudine del tipping anche tra i consumatori italiani. Oltre allo Smart Card Terminal Solo, il POS mobile semplice da usare e trasportabile ovunque, e a Solo Lite, il card reader che consente di accettare tutte le principali tipologie di carte e consente di accettare pagamenti digitali, monitorare le vendite e tenere traccia delle performance aziendali tramite l’app SumUp, tra gli strumenti di SumUp più diffusi tra gli esercenti c’è anche Tap to Pay su iPhone: questa soluzione consente ai merchant di accettare tutte le tipologie di pagamenti senza la necessità di alcun hardware o dispositivo fisico aggiuntivo, è sufficiente un iPhone su cui sia installata l’app gratuita SumUp iOs.

Cosa prevede la normativa per la tassazione delle mance

A regolare la tassazione delle mance è la Legge di Bilancio 2023, che prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva del 5% sulle mance ricevute dai lavoratori del settore privato (tra cui hotel, ristoranti e bar).

Fino al 2024 tale agevolazione coinvolgeva il 25% del reddito annuo percepito ed era applicabile solo ai lavoratori dipendenti con reddito non superiore a 50mila euro.

Con la Legge di Bilancio 2025, invece, la tassazione con aliquota agevolata (5%) è estesa dal 25% al 30% del reddito annuo percepito, mentre si alza da 50mila a 75mila euro la soglia di reddito per l’esenzione fiscale.

“Digitalizzare la gestione e rendicontazione delle mance semplifica il processo non soltanto per l’esercente, ma anche per il consumatore, che può versare questo compenso extra in pochi click, anche quando non ha contanti con sé, valorizzando il lavoro di chi opera nella ristorazione, nell’hospitality e nei servizi alla persona. La normativa del 2023 è stata un passo avanti in questa direzione e nei prossimi mesi ci aspettiamo che l’ulteriore agevolazione inserita nella Legge di Bilancio 2025 darà al fenomeno delle mance digitali una nuova spinta”, conclude Zola.

Note

[1] La gestione delle mance al ristorante, FIPE

La scheda sintetica di SumUp

SumUp è l’azienda leader a livello mondiale nel settore della tecnologia finanziaria, con l’obiettivo di democratizzare il settore dei pagamenti digitali per i piccoli commercianti. Fondata nel 2012, SumUp è il partner finanziario di oltre 4 milioni di esercenti in 36 mercati nel mondo, aiutandoli ad avviare, gestire e far crescere la loro attività.

Attraverso la sua Super App, SumUp offre ai commercianti un conto e una carta aziendale gratuiti, un negozio online e una soluzione di fatturazione, oltre a pagamenti di persona e a distanza perfettamente integrati con i terminali per carte e i registratori di cassa SumUp.

Con l’intento di valorizzare il proprio successo per rendere il mondo un posto migliore, SumUp si è impegnata a donare l’1% del proprio fatturato a sostegno di cause ambientali e supporta progetti educativi e imprenditoriali a livello globale.

Nel 2023 la società è stata riconosciuta come Top Global Employer per la comunità LGBTQ+ dallo Stonewall Workplace Equality Index.

illycaffè è partner ufficiale del Salone del Mobile.Milano

MILANO – illycaffè, leader globale del caffè di alta qualità sostenibile, si conferma anche per il 2025 partner ufficiale del Salone del Mobile.Milano, in programma dall’8 al 13 aprile. Giunta alla sua 63° edizione, la manifestazione vedrà illycaffè protagonista non solo all’interno della fiera, ma anche durante gli eventi collaterali ufficiali in programma in tutta la città di Milano, con spazi dedicati alla degustazione e alla scoperta dell’inconfondibile blend illy 100% Arabica.

“Siamo entusiasti di rinnovare la nostra partnership con il Salone del Mobile.Milano nella sua 63ª edizione. Un evento che condivide con illycaffè i valori di qualità, innovazione e sostenibilità. Essere parte di questa manifestazione internazionale ci dà l’opportunità di connettere il nostro impegno di eccellenza con il mondo dell’arredo e del design, celebrando il gusto come espressione di creatività e bellezza”, commenta Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè.

Il più importante appuntamento internazionale per la design industry torna ad animare il quartiere Fiera Milano Rho e mette in scena un racconto polifonico che esplorerà le connessioni profonde tra umanità e progettualità, luce e materia.

Anche quest’anno, illycaffè, in qualità di partner ufficiale dell’evento, accompagnerà i visitatori e i professionisti del settore come designer, architetti e giornalisti, nei suoi principali luoghi di ritrovo: dalla Red Lounge, all’International Business Lounge, fino al Caffè della Stampa.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi.

L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica. Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.

Il museo del caffè Dersut ospita la mostra Eco-rete sostenibile by Ricrearti

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CONEGLIANO (Treviso) – Il museo del caffè Dersut di Conegliano ospita per la terza volta la mostra Eco-rete sostenibile by Ricrearti, giunta alla sua dodicesima tappa. Al taglio del nastro erano presenti Lara Caballini di Sassoferrato, amministratore delegato di Dersut, insieme a Debora Basei, artista ed eco-designer ideatrice di Ricrearti e del progetto Eco-rete sostenibile.

Hanno preso parte alla manifestazione anche l’Assessore all’istruzione e alle politiche Giovanili del Comune di Conegliano Gianbruno Panizzutti, Carlotta Wagmeister, dell’Area Sostenibilità di Confindustria Veneto Est, e rappresentanti delle aziende coinvolte, tra cui Giovanni Carraro di Carraro Concessionaria, Sabrina Carraro di Dotto Trains e Monica Baratto di Buzzi Unicem.

La mostra Eco-rete sostenibile al museo del caffè Dersut

A simbolo di questa collaborazione, su idea di Debora Basei e Giovanni Carraro un albero di Betulla Pendula, simbolo di rinascita e impegno verso l’ambiente, ispirato da Gustav Klimt che lo Ha spesso rappresentato nelle sue opere.

L’esposizione sarà aperta nel mese di febbraio anche con visite dedicate alle scuole nell’ambito dei progetti di educazione ambientale avviati da Savno nei Comuni della Sinistra Piave. A guidare i visitatori i giovani studenti dell’Istituto Da Collo.

Le opere esposte nascono dalla collaborazione tra Ricrearti – Debora Basei e gli ospiti delle associazioni Il Pesco” di Mogliano Veneto e Piccola Comunità Onlus che sostengono persone in difficoltà attraverso la creatività e vede anche la collaborazione di professionisti come l’artista Franco Corrocher.

Lara Caballini di Sassoferrato amministratore delegato di Dersut Caffè SpA: “Da molti anni collaboriamo con Debora Basei e Ricrearti, sua creatura. Inoltre, per il terzo anno, il Museo del Caffè ha aperto le porte per ospitare Eco – Rete, dando l’opportunità a chi lo visita di vedere, oltre all’esposizione storica, una mostra incredibilmente bella di oggetti di design creativo. Tostatrici, macinadosatori e macchine da caffè d’epoca, a febbraio, vengono impreziositi da creazioni artistiche, esempio concreto di economia circolare. Un importante gioco di squadra tra mondo dell’impresa, scuola, istituzioni e associazioni di cui siamo orgogliosi di fare parte”.

Debora Basei Artista ed eco-designer fondatrice di Ricrearti e di Eco-rete sostenibile
Ringrazio Lara Caballini di Sassoferrato per la fiducia data al nostro progetto.

In particolare, Dersut Reuse è l’iniziativa che rende possibile la realizzazione di accessori sostenibili e a favore dell’ambiente che permette di ridurre sprechi e creare innovazione. Dagli accessori semplici come i porta mozziconi salva ambiente a lampade di design. Una grande sensibilità di Dersut e di Savno che negli anni con consapevolezza insieme a Ricrearti si fanno portavoce di messaggi positivi per il nostro futuro.

Gianbruno Panizzutti, assessore all’istruzione e alle politiche giovanili del Comune di Conegliano, afferma: “L’evento, che ha coinvolto attivamente le scuole sia come visitatori che come guide, ha rappresentato un’importante opportunità di riflessione e crescita per le nuove generazioni. Durante l’incontro, è emerso quanto sia importante educare giovani e giovanissimi alla cura del nostro ambiente, attraverso pratiche di consumo responsabile e riciclo creativo”.

Panizzutti aggiunge: “I ragazzi, con la loro curiosità e voglia di imparare, hanno dimostrato come l’approccio sostenibile possa essere integrato nella vita quotidiana, portando idee innovative e soluzioni pratiche. È stato un momento di condivisione che ha sottolineato l’importanza di un futuro in cui la sostenibilità non sia solo un concetto, ma una realtà tangibile, grazie all’impegno di tutti”.

Giovanni Carraro – Carraro Concessionaria: “Oggi rappresento la mobilità in duplice veste: come concessionario, grazie alla partnership con il Progetto Eco-rete sostenibile by Ricrearti, e come project manager dell’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Ai ragazzi delle scuole presenti voglio ricordare che ci possiamo muovere con l’auto – e voi lo farete con veicoli a zero emissioni – e con gli scarponi, sul territorio Patrimonio dell’Umanità, simbolo di sinergia uomo-natura. Come dice il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: “I rifiuti si portano a casa nello zaino”» ha dichiarato Giovanni Carraro, sottolineando come questo messaggio sia in linea con l’iniziativa di Debora Basei per promuovere un futuro più sostenibile”.

Per Walter Bertin, vicepresidente di Confindustria Veneto Est delegato per Treviso e alla transizione ambientale e ESG: “E’ un piacere rinnovare questa collaborazione tra pubblico e privato che è esemplare della cultura ESG dove l’aspetto ambientale incontra quello sociale. Ringrazio Dersut e Ricrearti, insieme agli altri partner, per dare continuità a questo progetto che nasce all’interno di Confindustria Veneto Est e del suo Gruppo Sostenibilità a cui anche Dersut partecipa. E’ una cultura della sostenibilità che crea progetti e relazioni e produce risultati per la comunità e per le aziende. E’ il nostro approccio e sarà al centro dell’edizione 2025 della Settimana della Sostenibilità di Confindustria Veneto Est dal 25 al 28 marzo”.

Sanremo: nasce la gelateria Amarcord dedicata alla cantante Sarah Toscano

In occasione del Festival di Sanremo è stata presentata la Gelateria Amarcord dedicata alla cantante Sarah Toscano presente in Piazza Cristoforo Colombo numero 12. Per saperne di più leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione M Social Magazine.

La nascita della gelateria Amarcord

SANREMO – Per tutta la settimana del Festival di Sanremo nasce la Gelateria Amarcord, uno spazio speciale dedicato a Sarah Toscano, che ha presentato per la prima volta sul palco del Teatro Ariston il brano “Amarcord”.

Situata in Piazza Cristoforo Colombo 12, la gelateria rappresenta il quartier generale della giovanissima artista, che approda per la prima volta al Festival e che desidera farsi conoscere dal grande pubblico anche attraverso una delle sue più grandi passioni: il gelato.

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La fabbrica del cioccolato Said inaugura il nuovo store a Roma

ROMA – Said, antica fabbrica del cioccolato ed eccellenza del made in Italy, esportata fino in Medio Oriente, ha aperto un nuovo store nel cuore di Roma, in Via Tomacelli. Il nuovo store della Capitale, che si aggiunge alla storica fabbrica fondata nel 1923 nel quartiere San Lorenzo, rappresenta un ulteriore passo avanti nel lungo viaggio di Said, che da oltre 100 anni racconta una storia che unisce innovazione ed artigianalità attraverso un modello di retail che vede protagonista l’abbinamento del cioccolato all’hospitality, marchio di fabbrica del business guidato dal ceo Fabrizio De Mauro.

La nuova apertura di Said

Sono dunque due i punti vendita da ora presenti nella Capitale, snodo produttivo ed headquarter operativo di una rete di negozi in franchising che si estende dall’Italia all’estero, dove oggi Said è presente con tre store a Dubai – l’ultimo aperto a novembre 2024, e poi ancora a Doha, Riad e Al Kuwait, dove la “Fabbrica di cioccolato” è approdata ad aprile scorso.

La nuova apertura di Said (immagine concessa)

Situato in una posizione centrale e strategica, il nuovo store romano si sviluppa su un ampio spazio che collega Via Tomacelli a Via dell’Arancio. L’arredamento riflette lo stile inconfondibile di Said, con un’atmosfera elegante che nasce dal tradizionale timbro “di fabbrica” che invita a vivere un’esperienza immersiva. Un ambiente in cui passato e presente si intrecciano – anche in via Tomacelli non mancano i pezzi da museo, macchinari e arnesi di un tempo – per far conoscere ai romani e ai turisti  le caratteristiche di un grande laboratorio del secolo scorso, offrendo ai visitatori l’opportunità di scoprire la storia e i segreti della lavorazione artigianale del cioccolato.

Il locale è già operativo; il concept spazia dalla caffetteria alla cioccolateria, includendo un’ampia selezione di pasticceria artigianale, prodotta in loco ed esposta in una raffinata pasticceria a vista.

Durante il giorno la proposta si amplia grazie all’offerta di light lunch caratterizzato da opzioni healthy, questa una delle novità della nuova offerta. In vista dell’estate Said introdurrà una linea di gelati artigianali, una novità che promette di reinterpretare il cioccolato anche nelle sue varianti fredde, confermando l’attenzione del brand per la stagionalità e l’evoluzione dei gusti dei clienti.

L’offerta non si limita alla gastronomia: il corner shop, situato all’ingresso del locale, propone una selezione di prodotti iconici Said, confezionati con il design esclusivo che li contraddistingue. Dal packaging curato nei minimi dettagli ai nuovi prodotti pensati per celebrare festività quali San Valentino, Pasqua e Natale; ogni elemento continuerà a raccontare la passione per il cioccolato e l’artigianalità che lo rende unico: questa l’eredità di una famiglia che, costantemente, da tre generazioni si affida ad una precisa mission: essere “Artigiani del cioccolato, indipendenti ed esperti in ospitalità”.

Nestlé sospende la produzione in Argentina per il crollo delle vendite a causa della crisi economica

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Lo stabilimento Nestlé nella regione di Córdoba produce principalmente latte in polvere intero, istantaneo, scremato e UHT. L’azienda sospenderà per un mese la produzione a marzo per ridurre i volumi. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Efa News.

La sospensione della produzione in Argentina di Nestlé

CÓRDOBA – Nestlé sospende per un mese la produzione in Argentina, nel suo stabilimento nella regione di Córdoba per gestire le scorte in eccesso. La multinazionale ha dichiarato di dover ridurre i volumi di produzione a causa di una diminuzione delle esportazioni e di un “adeguamento” della domanda locale. Vendite giù a causa della crisi economica che attanaglia il Paese sudamericano.

Lo stabilimento di Cordoba produce principalmente latte in polvere intero, latte in polvere istantaneo, latte in polvere scremato e latte UHT. Produce anche prodotti pronti da bere per i marchi Nesquik e Nido. La fabbrica ha 189 dipendenti: circa il 70% di loro è interessato dalla misura.

“È importante chiarire -spiegano da Nestlé- che questa misura è temporanea, fino alla fine di marzo, con l’obiettivo principale di ridurre al minimo l’impatto sui dipendenti, sulle attività dello stabilimento e sulla catena del valore”.

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