CIMBALI M2
martedì 22 Aprile 2025
  • CIMBALI M2
Home Blog Pagina 58

Il maestro Ernst Knam presenta le praline di cioccolato da abbinare con il vino Brachetto d’Acqui Docg

Il celebre maître chocolatier Ernst Knam ha presentato un cooking show esclusivo con l’utilizzo di un vino d’eccezione: il Brachetto d’Acqui Docg, prodotto tutelato dal Consorzio tutela vini d’acqui. Il maestro ha presentato tre praline a forma di cuore, in due casi ripiene di Brachetto d’Acqui Docg. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Identità Golose Web.

Il cooking show di Ernst Knam

MILANO – Lo avete detto con un cuore (di cioccolato)? A Milano è scoccata una scintilla che ha assicurato una corrispondenza di amorosi (leggi, anche gustativi) sensi per il recente San Valentino, complice l’affascinante territorio di Acqui. È la collaborazione esclusiva tra il Brachetto d’Acqui Docg, prodotto tutelato dal Consorzio Tutela Vini d’Acqui, e lo chef e maître chocolatier Ernst Knam che ha avuto la presentazione ufficiale nello spazio Martino Crespi Eventi con un cooking show esclusivo, rivolto a giornalisti e influencer del mondo del food, vino e lifestyle.

Un tris di delizie è stato preparato dal re del cioccolato che ha entusiasmato tra gesti e rivelazioni nel processo creativo: praline a forma di cuore, in due casi ripiene di Brachetto d’Acqui Docg e nel terzo invece solo da abbinare al vino per esaltare questo loro incontro. Brak è il loro nome, come una formula magica che ha evocato l’unione tra eleganza e intensità. Ma non è mancato un finger food a base di focaccia, mortadella Favola del Salumificio Palmieri e scaglie di cioccolato. Questo proprio per confermare l’anima versatile del Brachetto d’Acqui Docg che si accompagna al dolce e al salato con uguale armonia.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Rivoluzione dehors nella capitale: arriva un più severo regolamento per i locali nella zona del sito Unesco nella capitale

0

È prevista per giovedì 20 febbraio la delibera per il regolamento sui dehors a Roma. In alcune delle zone della capitale sarà vietato installare pedane e gli esercenti dovranno attenersi al nuovo catalogo degli arredi. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Matteo Torrioli per il portale d’informazione Roma Today.

Nuove regole per dehors e tavolini a Roma

ROMA – Sarà una rivoluzione, specialmente per il sito Unesco di Roma. Giovedì 20 febbraio, arriva in aula la delibera per l’approvazione del nuovo regolamento per “l’occupazione di suolo pubblico per attività di somministrazione”, presentato a fine 2023. Parliamo dei dehors di bar e ristoranti che hanno invaso le strade grazie, soprattutto, alle proroghe del regime semplificato pensato per la pandemia da covid – 19.

Le nuove regole riguarderanno i titolari degli esercizi che svolgono in via esclusiva o prevalente attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande. Coinvolgerà anche i titolari degli alberghi che svolgono attività di somministrazione aperta al pubblico, posta al piano terra o al piano rialzato.

La novità più importante riguarda lo spazio concedibile agli esercenti su suolo pubblico per piazzare pedane, tavolini e sedie. Non sarà più possibile, infatti, utilizzare una superficie pari a quella dell’”ampiezza della vetrina” del locale, come previsto dal D.A.C. 21/2021. Si potrà occupare uno spazio pari a una percentuale della somma delle superfici di somministrazione, servizi igienici e locali di lavorazione e cucine. Verranno quindi premiati, per fare un esempio, quei locali che hanno realizzato bagni grandi, idonei anche per i disabili. Inoltre, le superfici occupabili varieranno in base all’area in cui si trova l’attività.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Caffè Greco: nuova gestione del locale storico di Roma da giovedì 20

Dopo la conferma da parte della Cassazione delle sentenze della Corte d’Appello di Roma, lo sfratto del locale Caffè Greco diventa esecutivo. Tuttavia questo non rappresenta la fine della caffetteria, la quale verrà affittata ad un altro gestore. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Laura Martellini pubblicato sul quotidiano Il Corriere della Sera.

Lo sfratto del Caffè Greco

ROMA – Una controversia che dura da un decennio, e ora quella che a tutti gli effetti sembra essere la svolta definitiva: dopo la conferma da parte della Cassazione di diverse sentenze della Corte d’Appello di Roma, l’ordine di rilascio dell’immobile in cui ha sede il Caffè Greco (di proprietà, come noto, dell’Ospedale israelitico) diventa esecutivo: giovedì 20 l’ufficiale giudiziario busserà alle porte del blasonato scrigno di via Condotti. La parola fine dopo oltre due secoli e mezzi di storia, anche se non è così, si tiene a precisare. E per fortuna.

Le salette rivestite di broccato rosso saranno affittate a un altro gestore, e i beni e le opere presenti all’interno continueranno a essere tutelati “nel rigoroso rispetto del vincolo ministeriale. La chiusura del Caffè Greco non è mai è stata presa in considerazione e sarebbe contro la legge. L’Israelitico sarà rispettoso del valore storico e culturale che il prestigioso immobile rappresenta per la città” garantisce la proprietà.

A fianco dell’avvocato Alessandro Ciciarelli è prevista giovedì al civico 86 di via dei Condotti anche la presenza di un esperto d’arte, con il compito di custodire e preservare dipinti e sculture. Per alcuni oggetti di valore esposti all’interno e inamovibili sarà previsto un indennizzo. Se dietro al bancone si racconta della fatica a sostenere canoni in rapida ascesa, il locatore giudica a sua volta di aver già perso un milione d’entrate, 100mila euro all’anno.

Le rassicurazioni

Il contratto di affitto si è concluso nel settembre del 2017: da allora cinque sentenze del Tribunale e della Corte d’Appello di Roma hanno decretato l’obbligo di rilascio.

Vi è però è la volontà (e il dovere) da parte dell’ospedale, “di cambiare inquilini ma mai la struttura, soggetta a vincoli ministeriali e prescrizioni di cui siamo ben consapevoli. L’Antico Caffè Greco continuerà ad avere una lunga storia nel rispetto della tradizione e della sua vicenda gloriosa. Cambierà l’esercente, il servizio di somministrazione verrà effettuato da un conduttore diverso, così come già accaduto nel corso del tempo, ma la città, i romani ed i suoi turisti potranno continuare a gustare il caffè nella famosa tazzina striata d’oro e d’arancione per i prossimi secoli”.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Caffè Corsini alla fiera Tirreno CT con le miscele horeca

AREZZO — Il sapore unico e deciso di un espresso italiano superiore, esaltato dalle migliori tecnologie di preparazione automatica, per una pausa caffè indimenticabile. Caffè Corsini porta le sue eccellenze alla 45esima edizione di Tirreno CT, il salone dedicato ai professionisti dell’horeca, in programma dal 23 al 26 febbraio al polo Carrarafiere, che quest’anno accoglierà circa 500 espositori e rappresenterà quasi mille marchi commerciali, attirando migliaia di operatori del settore.

La storica torrefazione aretina, che nel 2021 è entrata a far parte del gruppo internazionale Melitta ed oggi è leader nel food & beverage e portavoce della qualità “Made in Tuscany” nel mondo, sarà presente allo stand di Nardini liquori (padiglione B, corsia 15), partner commerciale per il canale horeca, per far conoscere le soluzioni integrate dedicate agli amanti del caffè.

Tra queste saranno presenti le esclusive varietà in grani “Riserva Silvano Corsini” ed “Elitè”, due miscele pensate in particolare per i professionisti, che sarà possibile gustare durante i quattro giorni della kermesse.

Nello specifico, la “Riserva Silvano Corsini” è un prodotto da agricoltura biologica, con caffè in grani arabica e robusta, caratterizzata da note speziate al cacao e alla mandorla e da un gusto corposo e rotondo, mentre la varietà “Elitè” è una miscela scelta tra i migliori caffè arabica e robusta della selezione di Caffè Corsini e si caratterizza per le note di frutta secca, caramello e cacao, presentandosi in tazza con un perfetto equilibrio nel gusto ed un aroma soave.

Qualità, queste, che si esaltano alla perfezione con le macchine automatiche da caffè “Melitta Professional”, delle quali Caffè Corsini è fornitore unico per l’Italia, in grado di garantire prestazioni di altissima qualità nei prodotti caffè e latte, grande longevità, ed una semplicità di utilizzo senza pari.

Tali caratteristiche portano l’esperienza di gustare un buon caffè o un cappuccino ad un livello superiore, che alla fiera Tirreno Ct sarà possibile provare direttamente grazie ai due modelli presenti, ovvero l’XT6 ed l’XT7, entrambi caratterizzati da un corpo e da componenti realizzati completamente in acciaio, per garantire una maggiore solidità e resistenza.

Tali macchine riescono ad offrire una grande varietà di bevande in modo semplice e veloce, senza necessità di smontaggio per la pulizia, poiché dotate di un sistema completamente automatizzato che garantisce sicurezza igienica e risparmio di tempo. Un aspetto, questo, che le rende particolarmente versatili e adatte ad essere impiegate in numerosi contesti. Non manca, infine, la connessione digitale che consente di monitorare i modelli a distanza, attraverso tablet o smartphone, per un controllo completo anche da remoto.

La scheda sintetica di Caffè Corsini

Fondata ad Arezzo nel 1950 da Corsino Corsini, da un piccolo laboratorio artigianale di lavorazione del caffè, Caffè Corsini, sotto la guida di Patrick Hoffer, è diventata una delle più importanti torrefazioni italiane, la più grande del centro Italia. 

Per uno sviluppo sempre più forte, da novembre 2021 è entrata a far parte della famiglia allargata di Melitta Group, gruppo a proprietà familiare attivo a livello internazionale che si occupa di sviluppo, produzione e vendita di prodotti di marca per il consumo di caffè, grazie ad un accordo strategico con l’obiettivo di portare la torrefazione a crescere sul mercato, consolidando la presenza oltreconfine.

Caffè Corsini offre un ampio portafoglio di prodotti ai settori della vendita al dettaglio, della gdo e della ristorazione. Primi a immettere nel mercato italiano il concetto di caffè doc negli anni ’80, i marchi Caffè Corsini e Compagnia dell’Arabica hanno un profilo distintivo e godono di un alto livello di brand awareness in tutto il mondo.

L’azienda si è guadagnata un’eccezionale reputazione in particolare nel settore dello specialty coffee.

Per ulteriori informazioni basta cliccare qui

La Scuola del Caffè di Ditta Artigianale porta i tostatori in Honduras, 20-29/03

FIRENZE – La Scuola del Caffè di Ditta Artigianale, insieme a Esperanto Specialty coffee, organizza Honduras Origin trip un viaggio all’origine del caffè e invita i torrefattori di specialty coffee a unirsi all’esperienza. In programma dal 20 al 29 marzo Honduras Origin trip permetterà di prendere parte ad un esclusivo viaggio di formazione dedicato ai roaster.

Una grande opportunità per visitare alcune delle principali aziende produttrici, incontrare i farmer e prendere parte all’Honduras Coffee Expo 2025.

L’evento di settore diventa così l’occasione per costruire un network con i partner presenti, di conoscenza del mercato nazionale, di incentivo per gli acquisti collettivi e di consulenza logistica.

Honduras Origin trip, non è solo un viaggio, ma un’importante opportunità di formazione sulle tendenze e le innovazioni del caffè, tutte da scoprire anche attraverso le sessioni di cupping organizzate dalle fincas partecipanti come Beneficio San Vincente, Finca el Puente e molte altre.

L’intero viaggio sarà guidato da Francesco Sanapo, co-founder di Ditta Artigianale e tra i principali coffee expert italiani. Una guida utile per approfondire la conoscenza del caffè specialty direttamente alle origini, un supporto nell’interagire con i produttori e per comprendere i processi di lavorazione.

Il progetto Honduras Origin trip è stato istituito anche grazie alla collaborazione di Café de Honduras, IHCAFE Instituto Hondureño del Cafe, Esperanto Specialty Coffee, Victoria Arduino.

Iscrizioni aperte fino al 3 marzo 2025.

Per informazioni e modalità di iscrizione:

Francesco Sanapo francesco@dittaartigianale.it

Simone Amenini simonea@dittaartigianale.it

Autogrill: firmato il contratto integrativo aziendale, riferimento per il comparto, per un ambiente di lavoro più sano e salari migliori

MILANO – Autogrill, leader nella ristorazione per chi viaggia e parte di Avolta, e la controllata Nuova Sidap hanno firmato con le Segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali l’accordo per il nuovo contratto integrativo aziendale, in vigore dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2027.

“La firma del nuovo contratto integrativo, che nasce da un dialogo responsabile tra le parti sociali e di cui siamo particolarmente orgogliosi, non solo rappresenta un importante traguardo per Autogrill, ma anche un nuovo significativo punto di riferimento per tutto il comparto”, commenta Alessandro Premoli, head of HR di Autogrill Italia.

Premoli aggiunge: “Il contratto conferma la centralità delle persone per la nostra azienda e, in linea con il framework di sostenibilità di Avolta Journey Sustainably On, la volontà di creare un ambiente di lavoro sempre più attento al benessere e al work life balance di tutti i nostri dipendenti, che rappresentano il vero motore di Autogrill e che vogliamo valorizzare per il loro importante contributo quotidiano”.

Il nuovo contratto integrativo aziendale di Autogrill

Frutto di un dialogo responsabile tra le parti sociali, l’ipotesi di accordo sottoscritta a dicembre 2024 è ora stata approvata dalle Assemblee dei Lavoratori e diventa pienamente efficace, rappresentando un concreto esempio di contrattazione avanzata e un riferimento per il settore della ristorazione, a partire dall’introduzione di significative novità a livello economico, come la rivisitazione del premio di risultato.

Il premio, infatti, ha l’obiettivo di valorizzare il contributo di tutti i dipendenti nel progresso economico aziendale e prevede una quota base annuale sulla scorta della performance complessiva dell’azienda, cui si aggiunge una quota aggiuntiva riconosciuta ai punti vendita che migliorano il proprio andamento e che contribuiscono in modo più significativo al risultato aziendale.

Dopo un periodo di test che ha dato ottimi risultati, è stata prevista inoltre la possibilità di convertire, con un meccanismo incentivante, il premio di risultato in credito welfare, spendibile su una piattaforma dedicata che offre diversi beni e servizi.

Applicato a oltre 9.000 dipendenti, il nuovo contratto integrativo conferma la centralità delle persone e la loro valorizzazione, grazie a un ulteriore miglioramento delle condizioni di lavoro e del benessere di ciascun dipendente. Un’attenzione particolare viene posta all’equilibrio tra vita privata e lavoro, in linea con il framework di sostenibilità di Avolta Journey Sustainably On che, insieme alla più ampia strategia Destination 2027, si impegna a generare un impatto positivo sul pianeta. Guidata da un approccio “traveler-first”, Avolta incorpora la sostenibilità nel proprio modello di business attraverso impegni concreti e iniziative tangibili con impatti misurabili.

Significative sono le nuove misure in tema di organizzazione del lavoro funzionali a contemperare le esigenze di servizio alla clientela con le necessità dei dipendenti, come ad esempio la programmazione su tre settimane dei turni di lavoro, il diritto a due giorni di riposo consecutivo in specifiche ipotesi, nonché l’ampliamento della pausa retribuita; non meno importanti alcune misure a sostegno della vita personale, tra le quali i permessi per caregiver o per malattia dei figli, e, in aggiunta, l’introduzione delle ferie e permessi solidali e l’ampliamento delle causali di anticipo del TFR.

Valorizzato anche lo sforzo di chi effettua prestazione in giornata festiva, con una maggiorazione migliorativa rispetto a quella prevista dal CCNL di settore.

Rispetto alla sicurezza e alla prevenzione, Autogrill, costantemente impegnata a favore della parità di genere, come testimonia anche la recente Certificazione UNI/PdR 125:2022 per la Parità di Genere, ha istituito una Commissione per le pari opportunità e per il contrasto alle molestie, introducendo specifici corsi di formazione in un’ottica di prevenzione e contrasto a ogni forma di violenza.

Il nuovo contratto integrativo prevede, inoltre, il rafforzamento delle relazioni sindacali attraverso il potenziamento del confronto territoriale, così da garantire un dialogo sempre più efficace e un clima di collaborazione su tematiche con impatto diretto sulle persone quali le modifiche temporanee o strutturali dei regimi orari del personale part time e, ancora, la programmazione dell’annuale piano ferie.

Iiac premia Manolo Marcandalli come miglior assaggiatore di caffè

MILANO – Manolo Marcandalli, per il secondo anno consecutivo, vince il premio Iiac Best Taster, la competizione di Iiac – International Institute of Coffee Tasters tra i propri assaggiatori. Secondo il metodo IIAC gli assaggiatori sono valutati statisticamente in ogni sessione di assaggio, una procedura unica a livello internazionale che permette di verificare in modo rigoroso l’attendibilità dei loro assaggi.

Il premio IIAC Best Taster 2025 è basato sulle performance registrate nell’anno 2024 per ogni singolo assaggiatore.

“L’esperienza e la formazione contano moltissimo, naturalmente, ma sono solo un punto di partenza nella valutazione sensoriale. La nostra psicofisiologia è soggetta a variazioni non solo tutti i giorni ma anche più volte al giorno – ha commentato Carlo Odello, presidente Iiac – Da qui la necessità di valutare non soltanto il prodotto ma anche chi lo valuta sensorialmente. Il giudizio di un singolo assaggiatore, che magari valuta addirittura conoscendo la marca del caffè che ha di fronte, non è purtroppo scientificamente valido”.

Il vincitore di Iiac Best Taster 2025 Manolo Marcandalli ha così raccontato il significato di questa vittoria: “Questo premio rappresenta sicuramente un traguardo e una soddisfazione personale molto gratificante, donandomi ulteriori conferme sulle competenze acquisite insieme a Iiac in questi anni. In ambito lavorativo mi supporta offrendo ulteriori garanzie alle mie competenze per meglio svolgere il compito di controllo qualità del prodotto finito in azienda, dandomi la possibilità di poter aumentare la mia credibilità come professionista, sia con i miei collaboratori che con i nostri clienti”.

Il rapporto tra Iiac, le aziende e gli assaggiatori si caratterizza per una continua collaborazione e crescita reciproca, rappresentando un’importante rete di supporto per lo sviluppo del settore del caffè.

Per Marcandalli Iiac rappresenta “un mondo parallelo all’attività professionale, un ambiente amichevole e dopo tanti anni oserei dire quasi famigliare, che mi offre la possibilità di ampliare le mie conoscenze con un continuo scambio di vedute con i miei colleghi giudici, migliorandosi a vicenda, avendo una finestra aperta sul mondo dell’analisi sensoriale che offre attraverso i panel organizzati spunti di riflessione continui.”

Qual è il segreto della doppia vittoria, nel 2024 e nel 2025? “Ciò che porto con me e mi accompagna durante gli assaggi sono alcuni passaggi appresi durante il Master in analisi sensoriale e scienza del caffè di IIAC – ha affermato Marcandalli – In particolare l’approccio a un assaggio spontaneo, la velocità di traduzione degli stimoli sensoriali e una grande coerenza nella misurazione.”

La scheda sintetica di Iiac

IIiac– International institute of coffee tasters è un’associazione senza fini di lucro che vive delle sole quote sociali. È stato fondato nel 1993 con l’obiettivo di mettere a punto e diffondere un metodo scientifico per l’assaggio del caffè. Dalla sua fondazione Iiac ha svolto centinaia di corsi ai quali hanno partecipato 13.000 allievi da più di 40 paesi nel mondo.

Il manuale Espresso Italiano Tasting, edito in italiano e in inglese, è stato tradotto in spagnolo, portoghese, tedesco, francese, russo, giapponese, cinese, coreano e tailandese. IIAC è dotato di un importante comitato scientifico che pianifica la ricerca per garantire l’innovazione del settore: ne fanno parte docenti universitari, tecnici e professionisti. Ha inoltre filiali dirette in Cina, Corea e Giappone. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Caffè svizzeri: una storia che si perde nell’800 e arriva sino ad oggi

MILANO – Si pensa al bar all’italiana, un modello strettamente legato alla cultura del Paese dell’espresso che ha conquistato anche l’estero, al punto di ispirare menti imprenditoriali come quella di Howard Schultz, folgorato a Milano dalla caffetteria made in Italy. Ma esistono anche tanti altri esempi di questi luoghi di incontro e di consumo fondati dai grigionesi: da swissinfo.ch, firmato da Luca Beti, riportiamo l’analisi storico-sociale dei caffè svizzeri, della loro funziona, della loro evoluzione.

Caffè svizzeri: altri spazi che hanno segnato la cultura dei luoghi

Nell’Ottocento, i caffè gestiti da emigranti grigionesi si diffusero nelle maggiori città europee, trasformandosi in centri di ritrovo per l’élite culturale e sociale. Da Palermo a Copenhagen, questi locali non solo offrirono innovazioni culinarie e ambienti di lusso, ma divennero anche autentici poli di dibattiti letterari e politici e protagonisti nella diffusione di nuove idee e tendenze culturali.

“La sottoscritta si prende la libertà di informare l’egregio pubblico che i cantanti italiani Annato e Perecini si esibiscono ogni giorno nella mia tenda a Jagersborg Dyrehave”. Sono gli anni Venti dell’Ottocento.

Dopo la morte del marito, la poschiavina Barbara Lardelli gestisce da sola un caffè a Copenhagen. A Jagersborg e poi a Charlottenlund, al margine del parco faunistico a nord della capitale danese, durante la bella stagione, oltre ad offrire i prodotti della sua pasticceria, propone nel parco divertimenti spettacoli musicali per intrattenere la sua clientela.

Siamo agli albori dell’epoca d’oro delle pasticcerie e dei caffè svizzeri all’estero

A fondarli furono soprattutto migranti grigionesi, tra cui molti poschiavini, che dalla metà del Settecento fino ai primi decenni del Novecento aprirono i loro locali nelle maggiori città europee, dalla Spagna all’Inghilterra, dall’Italia alla Polonia.

All’inizio dell’Ottocento, nella sola Copenhagen se ne contavano 18, di cui la metà gestiti da grigionesi. “In Danimarca, questi locali erano un fenomeno nuovo. E i grigionesi furono dei pionieri nel proporre nuovi prodotti”, spiega Silva Semadeni.

Qui l’articolo completo.

Ecco il cappuccino ligure con la salsiccia di Bra: la ricetta dello chef Ivano Ricchebono

0

MILANO – In Liguria arriva la salsiccia di Bra in una nuova veste grazie alla ricetta dello chef stellato Ivano Ricchebono, l’anima dietro il ristorante The Cook di Genova. La sfida dello chef ha visto l’unione della Liguria con il Piemonte: si tratta di un cappuccino di patate quarantine con salsiccia di Bra cotta e cruda, tartufo nero estivo, polvere di porcini, toma piemontese e olio alle erbe liguri.

Il cappuccino di patate con salsiccia di Bra di Ivano Ricchebono

La ricetta preparata per omaggiare le caratteristiche delle due regioni è stata ideata in vista del calendario di Bra’s dal 19 al 22 settembre in Piemonte.

Per vedere il video della ricetta pubblicata su Repubblica basta cliccare qui.

Dal Piemonte, i cioccolatini al formaggio e cavolfiore

Dalla cioccolateria Giraudi di Alessandria arrivano i nuovi prodotti che mischiano cioccolato e formaggio, ma anche cavolfiori. Questi nuovi cioccolatini con nuove e incredibili varianti di gusto stanno acquisendo sempre più popolarità. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Rosalia Gigliano per La voce di Torino.

I cioccolatini al formaggio e cavolfiore

ALESSANDRIA – Avreste mai pensato di mangiare dei cioccolatini al formaggio o, ancora, delle praline a gusto cavolfiore? Ebbene, queste sono le nuove novità, in materia di piccoli dessert, che provengono direttamente dai maestri pasticcieri piemontesi.

Gusti che sembrano davvero non c’entrare nulla fra di loro, eppure stanno insieme e possono essere anche buoni. Certo, non al palato di tutti piacciono ma, comunque, sono al top.

Questo è quello che stanno sperimentando e provando i maestri pasticcieri piemontesi che sono in gioco per degli abbinamenti del cioccolato alquanto singolari.

Cioccolato e formaggio, ma anche cavolfiore: l’invenzione arriva dalla cioccolateria Giraudi di Alessandria. Buoni e, anche, molto gettonati: questi nuovi cioccolatini con nuove e incredibili varianti di gusto stanno letteralmente prendendo il sopravvento.

Lo studio del maestro cioccolatiere Giacomo Boidi, con la collaborazione di suo figlio Davide, ha portato alla creazione di queste nuove piccole bontà.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui