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martedì 22 Aprile 2025
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illycaffè presenta a Frieze Los Angeles la nuova illy Art Collection

LOS ANGELES – illycaffè, il brand globale di caffè conosciuto per la qualità sostenibile e per il legame privilegiato con il mondo dell’arte contemporanea, conferma la collaborazione con Frieze Los Angeles come partner ufficiale globale per il caffè. In occasione della sesta edizione di questa importante fiera internazionale d’arte contemporanea, illycaffè presenta al mercato americano la sua ultima illy Art Collection, che racconta le storie di quattro celebri artiste.

La nuova illy Art Collection

Si tratta della siriana Simone Fattal, dell’iraniana Shirin Neshat, dell’italiana Monica Bonvicini e di Binta Diaw, artista milanese di origine senegalese. Ogni artista ha utilizzato la tazzina illy come una tela bianca sulla quale esprimere alcune fra le più urgenti questioni culturali, ambientali e sociali, riportando la propria esperienza di donne in differenti contesti geografici e sociali e facendosi così portavoce della condizione femminile nel mondo.

I diritti umani sono valori fondamentali che illycaffè rispetta e promuove nell’ambito del proprio modello di business, anche attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea.

“Essere presenti a Frieze Los Angeles significa celebrare il legame tra arte e caffè e ribadire il nostro impegno verso le questioni sociali, che assumono un significato ancora più profondo in un momento in cui la comunità di Los Angeles sta affrontando i devastanti incendi delle scorse settimane. In illycaffè crediamo che l’arte abbia il potere di connettere culture e persone, trasformandosi in un linguaggio universale capace di sensibilizzare e ispirare”, ha commentato Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè.

La creatività della illy Art Collection veste anche lo spazio illy situato nell’area esterna, accanto all’ingresso. Qui il bello dell’arte e il buono del blend illy – realizzato selezionando solo l’1% dei migliori chicchi di caffè Arabica – si mescolano e si fondono, regalando a visitatori, artisti ed espositori un momento di relax.

La illy Art Collection delle quattro artiste è disponibile in kit da 2 e 4 tazze sia espresso che cappuccino in alcuni musei internazionali, negli store (illy Caffè e illy Shop), nei canali della grande distribuzione al dettaglio e nei canali di e-commerce indiretti.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica.

Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp.

Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.

The Coffee Hunter: a Lecce la mostra fotografica realizzata da Flavio&Frank e parte del progetto di Francesco Sanapo

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LECCE – Grazie al format “Guarda in Camera”, per il terzo anno il Chiostro dei Domenicani di Lecce apre le porte del suo hotel e lo fa non metaforicamente, ma trasformando temporaneamente spazi di ospitalità in luoghi espositivi accessibili al pubblico.
Con l’opening di venerdì 28 febbraio alle ore 18.30, in cinque delle diciotto camere dell’albergo e nel suo maestoso corridoio centrale, sarà presentata la mostra “The Coffee Hunter”, realizzata dai fotografi Flavio&Frank, frutto del loro viaggio in Uganda del 2019 e parte del progetto di “coffee hunting” ideato da Francesco Sanapo, coffee lover, pluripremiato campione di caffè e fondatore di Ditta Artigianale, torrefazione italiana di alta qualità con sedi a Firenze e a Milano.

Tra gli obiettivi del reportage, il principale è sensibilizzare il consumatore, mostrando il mondo che c’è dietro una tazzina, per far comprendere l’importanza di scegliere consapevolmente.

Una collaborazione, quella tra il Chiostro e Flavio&Frank, di grande valore: la mostra, infatti, sarà presentata per la prima volta in Puglia e permetterà ai visitatori, attraverso l’intensità delle fotografie, di scoprire uno dei Paesi d’origine del caffè, mostrando i luoghi e le persone che, con il loro lavoro, contribuiscono a diffondere la cultura del buon caffè e a cui questo prezioso prodotto restituisce dignità e prospettive.

È un racconto vero, quello che hanno fatto i fratelli Sabato dell’Africa e della sua gente: mantenendo il loro stile inconfondibile, attraverso gli scatti a contadini, operai, donne riscattate dalla loro condizione emarginata, un ex ministro dell’agricoltura, e molti altri personaggi, hanno raccontato la forte componente umana dell’Uganda, facendo emergere l’autenticità di questo Paese.

Proprio per i suoi contenuti e la sua forza espressiva, il progetto – presentato in anteprima a novembre 2019 durante il Milano Coffee Festival – ha ricevuto un grande apprezzamento da parte degli addetti ai lavori e dei media. A Lecce l’allestimento di “The Coffee Hunter” sarà site specific, con soluzioni espositive inattese e oltre venti fotografie esposte di diversi formati.

La suggestione sonora del vernissage della mostra sarà a cura di Dj Vivaz; wine partner la cantina Castello Frisari.

La mostra sarà visitabile sino all’11 marzo, su prenotazione (email info@chiostrodeidomenicani.it e whatsapp 3371410988)
Chiostro dei Domenicani Via San Pietro in Lama 23 Lecce per maggiori informazioni basta cliccare qui.

FLAVIO&FRANK, fotografi e fratelli, salentini di origine, sono da anni impegnati nella fotografia di moda e nei ritratti. Collaborando con le maggiori case editrici e i più importanti artisti della scena musicale italiana, si sono imposti nel panorama della fotografia di qualità, con un focus sui ritratti. Il viaggio alla scoperta del caffè, proposto da Francesco Sanapo, è stato da loro accolto come una sfida. Flavio&Frank sono anche ideatori e promotori di Yeast Photofestival.

Autogrill lancia AMORE Do Eat Better, il concept di casual dining, all’Aeroporto di Bologna

BOLOGNA – Autogrill, leader nella ristorazione per chi viaggia e parte di Avolta, ha inaugurato all’interno dell’aeroporto di Bologna, AMORE Do Eat Better, il concept proprietario con servizio al tavolo che coniuga un’offerta fast a una di casual dining. AMORE, già presente negli scali internazionali di Dusseldorf e Atene e sulle autostrade italiane a Montepulciano Est, Badia al Pino Ovest e Po Brennero, atterra per la prima volta in un aeroporto italiano, segnando l’inizio di un percorso di sviluppo del concept sul canale aeroportuale.

Il nuovo locale rappresenta anche la prima declinazione ibrida di AMORE che prevede la coesistenza di due modelli di servizio: un’offerta bar e snack con servizio al banco per una pausa fast e un’offerta di casual dining con servizio al tavolo e self ordering.

“Gli aeroporti rappresentano un segmento sempre più importante del nostro business e, a oggi, siamo presenti in 8 scali con un portafoglio brand diversificato e innovativo, in grado di rispondere ai gusti e alle esigenze di tutti i viaggiatori”, ha commentato Massimiliano Santoro, ceo Italy F&B di Avolta. “Questa nuova apertura ci consente non solo di consolidare il nostro posizionamento negli aeroporti italiani, ma anche di ampliare la nostra offerta restando attrattivi in un mercato fortemente competitivo. Un ringraziamento particolare va ad Aeroporto di Bologna, con cui collaboriamo da tempo e con cui arricchiamo la nostra presenza all’interno di uno dei principali scali del Paese”.

“Con l’inaugurazione del primo concept AMORE in un aeroporto italiano, continuiamo il nostro percorso di crescita e di espansione sul canale aeroportuale, dove, rafforzati anche dalla nostra dimensione internazionale come parte di Avolta, siamo sempre più competitivi in termini di investimenti e di proposta per i viaggiatori, in linea con la strategia Destination 2027”, ha dichiarato Luca D’Alba, General Manager Italy F&B di Avolta.

“Prosegue – ha commentato Nazareno Ventola, amministratore delegato di Aeroporto di Bologna – il nostro impegno per un aeroporto sempre più accogliente, funzionale e al servizio del passeggero. Nei mesi scorsi abbiamo aperto la nuova area di attesa in area imbarchi Schengen, con 750 metri quadri aggiuntivi a disposizione dei nostri passeggeri e tante sedute in più, ed ora stiamo arricchendo i nuovi spazi con punti di ristorazione e negozi, per rendere più piacevole l’attesa prima del volo. I prossimi mesi saranno ancora caratterizzati dallo sviluppo per fasi del cantiere, in particolare nelle aree dei gate di imbarco, per completare questa prima fase di riqualifica e ampliamento entro la fine del 2025”.

“L’apertura di AMORE costituisce un punto di ripartenza per Aeroporto di Bologna: dopo un 2024 caratterizzato da molteplici cantieri, è il primo punto vendita ad alzare la serranda nel 2025 e ad accogliere i passeggeri all’interno della nuova area commerciale” ha dichiarato Stefano Gardini, direttore business Non Aviation di Aeroporto di Bologna. “Questa apertura, inoltre, rafforza la partnership di lunga data tra Aeroporto di Bologna ed Autogrill attraverso un format che incarna i nostri valori: eccellenze della tradizione eno-gastronomica italiana in un format che richiama elementi architettonici iconici della nostra cultura il tutto racchiuso in un format moderno ed accattivante”.

Inaugurato per la prima volta nel 2022 a Montepulciano Est, il nuovo AMORE Do Eat Better rappresenta una novità nel panorama della ristorazione on the road e nasce per soddisfare sempre più viaggiatori grazie a una proposta innovativa e di alta qualità, che riflette i trend gastronomici e i bisogni del consumatore moderno, sempre più attento al proprio benessere e all’autenticità del prodotto e dell’esperienza di consumo.

Un format che offre alla clientela un’esperienza della qualità e dello stile italiano a tutto tondo: ogni elemento di AMORE infatti mira a valorizzare l’italianità in chiave moderna grazie a un’ampia varietà di ricette e a un design degli ambienti che, con una sala tavoli suddivisa in tre diverse zone, rispecchia le Regioni del Nord, del Centro e del Sud, accompagnando la clientela in un viaggio attraverso l’Italia, alla scoperta di sapori e atmosfere ispirati a luoghi, culture e tradizioni locali.

L’offerta di AMORE Do Eat Better risponde alle esigenze di tutti i viaggiatori, con una proposta gastronomica varia e sfiziosa espressione delle varie tradizioni regionali: dagli antipasti caldi e freddi, passando a primi piatti gourmet, secondi e piatti unici, come hamburger e insalate, fino ad arrivare ai dolci, ogni piatto è accomunato dall’eccellenza delle materie prime. Il menù del nuovo punto vendita di Bologna, inoltre, prevede alcune novità studiate ad hoc per il canale aeroportuale, come, ad esempio, la colazione al tavolo, lo Spritz per il “momento aperitivo” o ancora il Bar Snack con la proposta di caffetteria, croissant e bakery, panini e pizze.

Infine, un’altra importante novità riguarda il self ordering, che consentirà ai clienti di ordinare autonomamente attraverso il proprio smartphone, attraverso la scansione di un QR code che consente la navigazione digitale dei piatti. Un plus pensato per ridurre al minimo i tempi di attesa e migliorare il servizio.

Cupper presenta il nuovo infuso Love me truly chai bio

MILANO – Una tazza di infuso biologico che si trasforma in un gesto d’amore, un piccolo ma profondo atto di benessere, sia per se stessi che per chi ci sta accanto, Love me truly chai bio è un invito a celebrare quei momenti di intimità e piacere, dove ogni sorso racconta una storia di emozioni e calore.

Le note speziate di cannella, chiodi di garofano e zenzero si intrecciano perfettamente con la freschezza dei semi di finocchio, la vivacità della scorza di arancia e il dolce equilibrio della radice di liquirizia. Il risultato è una miscela 100% naturale e avvolgente, che non solo coccola il palato, ma regala un’esperienza sensoriale che affascina e incanta.

Love me truly chai bio è l’esito di una ricerca attenta di Cupper dove ogni ingrediente è stato scelto con l’intenzione di offrire non solo ingredienti di alta qualità e un gusto inebriante, ma anche un viaggio sensoriale di puro piacere.

E’ un infuso che Cupper ha voluto rendere disponibile tutto l’anno, nel formato di 20 bustine; ogni bustina è non sbiancata e non OGM.

Un modo perfetto per celebrare l’amore tutto l’anno che sia per sé o per chi si ama.

Ingredienti dell’infuso

Cannella * (47%), semi di finocchio*, radice di zenzero* (12%), scorza d’arancia*, radice di liquirizia*, chiodi di garofano (3%), cicoria.*

*Ingredienti da agricoltura biologica

Informazioni sul prodotto (distribuzione e prezzo consigliato al pubblico)

Infuso Biologico Love Me Truly è disponibile tutto l’anno nei migliori supermercati e online su Amazon.it. Love Me Truly Chai Bio (20 bustine): 3,49€

Packaging

  • Confezione in cartone riciclabile Bustine di carta riciclabili
  • Filtri non sbiancati, con un’etichetta riciclabile e un filo di cotone biologico
  • Caratteristiche 100% naturale Bio

La scheda sintetica di Cupper

Cupper nasce nel 1984 dal desiderio di una coppia inglese di unire il proprio amore per il tè ad un approccio etico nell’approvvigionamento delle materie prime e ad una produzione naturale. Oggi tutti i prodotti Cupper sono certificati Bio. Fedele alla sua vocazione etica, Cupper è il primo marchio di tè Fairtrade del mondo che, ad oggi, opera a livello internazionale in oltre 50 paesi con 150 referenze.

Con la sua partnership con Fairtrade, che dura da quasi tre decenni, Cupper sostiene oltre 114.000 produttori e le loro famiglie in tutto il mondo. Una scelta fairtrade fatta da Cupper per garantire ai produttori un trattamento economicamente equo e che ha permesso importanti investimenti in infrastrutture per lo sviluppo locale.

Anche le scelte che riguardano il packaging sono all’insegna della sostenibilità, con confezioni riciclabili, e per sigillare le bustine si utilizza materiale completamente plastic-free e OGM-free.

Youth Academy Italia 2025: quali sono le novità formative e professionali del progetto avviato da Simonelli Group

RIMINI – Proprio durante la fiera di Rimini, SIGEP 2025, è stata presentata la nuova edizione di Youth Academy Italia, progetto formativo e professionale portato avanti da anni da Simonelli Group – proprietaria dei brand Nuova Simonelli e Victoria Arduino – con l’obiettivo di intercettare le nuove generazioni e avvicinarle al mondo del caffè con un approccio didattico ben strutturato.

Sei le borse di studio, percorso certificato completo di SCA. Gli elementi per costruire una figura a tutto tondo ci sono.

Youth Academy 2025 è partito con l’apertura delle iscrizioni: quanti si iscrivono che arrivano dagli Istituti alberghieri e quanti invece conoscono già il mondo dello specialty?

Federica Parisi, Coffee and Beverages Community Director:”Al momento il bacino di iscritti e iscritte è abbastanza variegato, arrivano giovani aspiranti professioniste da ogni settore. In generale, molti di loro conoscono già la Specialty Coffee Association e il programma di formazione che offre e che riconosce la competenza di chi opera all’interno del mondo del caffè con le certificazioni e i diplomi riconosciuti a livello internazionale.

Molti di loro lavorano nel settore dell’ospitalità, qualcuno all’interno di realtà specialty o ha l’aspirazione di voler lavorare in questo settore, qualcuno all’interno di catene non per forza orientate al caffè, altri si innamorano del caffè proprio grazie a questa esperienza.

Alcuni hanno appena finito di studiare o stanno cercando un modo per trovare il loro posto all’interno della coffee industry.

Abbiamo la fortuna di entrare in contatto con la giovane generazione che desidera lavorare in questo settore e che potrà contribuire all’evoluzione di questo settore.”

Da quanto esiste questo programma formativo e come si è evoluto nel tempo sino ad oggi?

“Il programma esiste dal 2018, è cambiato molto negli anni. Abbiamo iniziato a strutturarci
sempre di più. Da ormai qualche anno abbiamo suddiviso il programma di formazione in quattro diverse date in location itineranti (di cui la prima e l’ultima sempre presso la sede di Simonelli Group) con lo scopo di offrire più di una formazione accademica a chi partecipa, aggiungendo un’autentica connessione con la realtà del caffè e occasioni di networking uniche.

Le due date in Simonelli Group sono sempre molto emozionanti, visitiamo la nostra sede
produttiva, conosciamo molti dei dipartimenti che lavorano in Simonelli Group come Sales, Operations, Marketing, R&D e non solo.

Per il 2025 saremo ospiti di Scuola del Caffè a Firenze, ormai come da tradizione e avremo una tappa a Milano in una location che condividerò presto. Lo scorso anno ci ha ospitato il fantastico team di Diemme Academy e l’anno prima un’altra azienda a cui siamo molto legati che è Cafezal a Milano.

A queste tappe itineranti aggiungiamo sempre, oltre ai corsi in programma anche delle visite ai coffee shop della città che ci ospita, questo è un momento straordinario perché ci permette di mettere subito in connessione la vita dei coffee shop e delle realtà del caffè e i contenuti che insegniamo in aula.

Abbiamo coinvolto un gruppo di trainer che ormai fanno parte della famiglia della Youth Academy:

– Dario Ciarlantini che oltra ad essere uno dei fondatori del progetto insieme ai miei
colleghi Sara Gagliesi e Lauro Fioretti, è la colonna portante di ogni edizione dal 2018 è
responsabile di tutto il curriculum Barista Skills fino al Professional e del modulo
Brewing Foundation;
– fin dalla prima edizione Marco Cremonese è stato al nostro fianco per la formazione del
Roasting Foundation e per molti anni anche il Green Foundation;
– Francesca Bieker, dallo scorso anno è la nostra trainer ufficiale per il modulo Green
Foundation;

Io ho il piacere di occuparmi del corso Sensory Foundation dal mio arrivo in azienda e dal
2025 aggiungeremo al programma formativo anche il modulo Sustainability Foundation per offrire un piano di formazione completo.”

La formazione è lungo tutta la filiera, ma un occhio particolare sui diversi livelli dei moduli SCA si concentra sul corso Barista: come mai non sviluppare anche gli altri sino all’ultimo grado di preparazione, il professional?

I ragazzi della Youth Academy (foto concessa)
I ragazzi della Youth Academy Italia (foto concessa)

“Grazie per questa domanda, è un tema di cui abbiamo parlato proprio alla riunione dei soci
SCA. All’interno della coffee industry è sempre più difficile incontrare persone preparate
che vogliano lavorare nel mondo dell’ospitalità. Anni fa, proprio all’interno di una delle
riunioni dei soci era già venuto fuori questo tema e come azienda abbiamo deciso di fare la
nostra parte e di iniziare mettere la nostra conoscenza a disposizione della community. In
particolare, le nuove generazioni.

La figura del barista non è purtroppo ancora valorizzata e riconosciuta come figura
professionale, ecco perché il nostro impegno di spinge molto in questa direzione.
Supportare un gruppo di professioniste e professionisti con una competenza solida e
approfondita del modulo Barista Skills è il nostro modo per contribuire in modo concreto.”

La figura che esce dalla Youth Academy, poi viene inserita nel mondo del lavoro e in che ambito può operare?

“Ognuno di loro trova il proprio percorso all’interno del settore del caffè e dell’ospitalità
anche in accordo alle proprie caratteristiche, personalità e obiettivi per il futuro.

Uno sbocco chiaro è sicuramente l’opportunità di lavorare in un coffee shop con vari ruoli
di responsabilità. Alcuni di loro hanno aperto dei coffee shop o sono proprietari di realtà di alta qualità all’interno del panorama nazionale e internazionale. C’è chi lavora all’interno del mondo del caffè verde, chi si occupa di tostatura.

Insomma, la Youth Academy apre le porte del proprio futuro di chi ha voglia di mettersi in
gioco all’interno della coffee industry, la formazione di alto livello che si riceve e lo spirito
che cerchiamo di trasmettere sono le solide fondamenta per costruire la propria carriera.
Non c’è un unico percorso, ma uno spazio per tutti.”

Quali sono i criteri per poter vincere le sei borse di studio?

“Non cerchiamo persone che abbiano un’esperienza strutturata nella coffee industry, ma
cerchiamo persone che vogliano imparare, mettersi in discussione e che abbiano
l’attitudine a lavorare in gruppo e supportarsi a vicenda all’interno della community della
Youth Academy sia durante il loro anno di partecipazione che quello successivo.
Noi siamo qui, per condividere conoscenza e competenza, che con studio, impegno e
dedizione si imparano. L’attitudine, la passione e la voglia di fare non possiamo insegnarle,
ma solo provare ad ispirarle.”

In quest’ultima edizione, ci sono due importanti novità: i due Student Mentor e il focus sulla sostenibilità. Che cosa significa nella pratica?

“Dal 2025 abbiamo deciso di aggiungere anche il modulo Sustainability Foundation al
programma di formazione, perché è una parte fondamentale del nostro settore e visto che
vogliamo veramente aiutare le giovani generazioni ad essere delle menti pensanti è
importante condividere competenze e conoscenze che hanno un grande impatto in questo
settore. È un argomento, a cui personalmente tengo molto. Non si parla di sola
sostenibilità ambientale, ma parliamo anche di sostenibilità sociale ed economica.

L’altra grande novità sono appunto i mentor, ex studenti della Youth Academy che dal 2025
saranno a disposizione delle giovani generazioni più giovani della Youth Academy per
offrire supporto e guida all’interno di questo mondo che cambia anche velocemente.
Federico Pinna, Barista e titolare Urban Cafe Treviglio e Campione italiano Baristi 2024, e

Lisa Taddei, Quality Control Coordinator presso Sucafina Europe, hanno accettato di
supportarci in questo progetto di mentorship e saranno protagonisti durante tutto l’anno di
workshop, articoli e webinar dedicati a questa favolosa community.

Entrando a contatto ogni anno con le nuove leve del settore, che cosa si può intravedere nel futuro del caffè?

“Questa è forse la domanda più difficile a cui rispondere. Quello che vedo ogni anno, in ogni edizione della Youth Academy e in ogni colloquio che faccio è la voglia di imparare e di far parte di una community, di un gruppo che capisce le cose che ti appassionano.

Allo stesso tempo vedo le difficoltà che molti di coloro che fanno domanda per partecipare hanno nel farsi strada in questo settore, in particolare rispetto alla zona geografica di provenienza, le possibilità anche economiche e il grande ed evidente gender gap che viviamo in questo settore in ogni giorno.

Il futuro è in costante cambiamento, il nostro mercato è in evoluzione e anche in consumi. Penso che sia responsabilità di tutti noi, supportare le generazioni più giovani nel trovare una strada in questo settore. Io sono qui per questo.”

Cioccolato e caffè, un abbinamento che funziona sempre, ma come? Risponde il team Perfero

MILANO – Gli esperti trasformatori e selezionatori di specialty coffee e cocoa di Perfero tornano su queste pagine per discutere di un tema che fa parte della tradizione nei bar italiani: abbinamento cioccolato e caffè. Come avvicinarsi a queste due materie prime e alla loro combinazione, senza rinunciare alla qualità a favore di un servizio che spesso procede in automatico nei locali?

Cioccolato e caffè: funziona sempre, ma lo si fa bene o nella maggior parte dei casi si propone perché il primo deve coprire il sapore di bruciato della tazzina nei bar?

“Proviamo a partire dal classico chicco di caffè ricoperto di cioccolato: già la scelta della materia prima non estratta ma da masticare, deve essere coerente con un progetto dietro di filiera eco-solidale. Ovviamente lo stesso discorso deve valere per il grano verde e la fava di cacao: la qualità deve guidare tutta la produzione.

Cioccolato e caffè poi possono trovare anche diverse espressioni dalla tazzina con cioccolatino al lato, ad esempio in alcuni gusti di gelato come nella stracciatella.
Tornando invece a quello che si trova spesso offerto nei bar, anche il cioccolatino di solito non è da degustazione, per via dei costi che comporterebbe questa scelta. “

Voi che trattate cacao e specialty, quali pensate siano gli abbinamenti che più funzionano?

Ci sono degli esempi di accordanza e per contrasto tra cioccolato e caffè?

Gli abbinamenti possibili di qualità consigliati dai ragazzi di Perfero (foto concessa)

“Se usiamo un caffè con una bassa acidità possiamo spostarci per bilanciare, su un cacao con alta acidità: è un modo di spezzare e di percepire le differenze tra uno e l’altro. Un Sao Thomè, per la sua dolcezza, lo affiancherei ad un caffè del Centro America, tostato chiaro. Ma funzionerebbe anche se combinato con gli africani, che invece sono piuttosto corposi. Le fave acide di Colombia e Venezuela possono poi giocare con un Sumatra o un Brasile.

Noi facciamo esperimenti di continuo.

E una soluzione insolita potrebbe anche essere usare direttamente la fava di cacao accanto all’espresso: è un chicco grande che va ripulito dalla pellicola amara e va gustato con un 100% Arabica, perché deve essere avvertita una leggera acidità che sgrassa il palato dalla fava.

Ed è un’idea interessante per i bar proprio perché non incide tantissimo sui costi: una fava di cacao – che pesa due grammi – messa accanto alla tazzina non è solo conveniente, ma invita i clienti ad ascoltare il racconto sulla materia prima. È un modo per interrompere una routine quotidiana e stupire lo stesso barista che deve ritrovare la voglia di comunicare con i clienti.”

Ma di solito nei bar domina la miscela con Robusta: suggerimenti con il cioccolato?

“In questo caso metterei un pezzettino di cioccolato al 70% di India e Perù. È importante mantenere limitata al 30% la percentuale di zucchero perché riescono ad essere dolcissimi anche senza inserire ulteriori ingredienti. Possiamo pensare di usare un ottimo cioccolato bianco, ma dipende tutto dalla lavorazione svolta dietro: se quindi non si usano addensanti, additivi, ma si produce in purezza, lo vedrei bene accompagnato ad un indiano monsonato, dall’acidità bassissima e un maggiore senso di pastosità in bocca.

Si potrebbe anche pensare al cioccolato al latte, ma dato che non lo produciamo non saprei cosa fare nello specifico. Probabilmente sperimenterei con un Guatemala lavato, che è dolce ma molto equilibrato, con una leggera punta di acidità.

Questo discorso si rivolge all’espresso come al filtro, andando avanti sempre per affinità e contrasto. In questo tipo di estrazione però si può andare tranquillamente con Perù, Guatemala, Costa Rica insieme al fondente al 70%.

Usare invece il caffè come ingrediente da inserire all’interno del cioccolato, quali sfide apre?

“Certo anche questa è un’opzione, ma bisogna essere bravissimi nella tostatura del caffè, affinché possa valorizzare bene questo legame, senza bruciare il chicco che risulterebbe troppo con dei sentori poco piacevoli avvolto dal cioccolato.”

Con il cold brew le viene in mente qualcosa?

“Con l’infusione a freddo proverei a distribuire uno strato sottile di polvere di cioccolato, un cacao non potassato piuttosto chiaro, che unito ad un nitro cold brew fa un ottimo effetto sulla schumina. Per restare su temperatura basse, serviamo poi tantissime gelaterie che si prestano un po’ da cavia con il nostro caffè che inseriscono nella granita. Usando un buon Brasile e un Colombia, si ottiene un ottimo legame nell’affogato.”

L’evento Italgrob a Rimini: per il canale horeca un futuro da 185 miliardi di fatturato e lavoro per 475mila occupati

RIMINI – Alla Fiera di Rimini, nel contesto dell’International Horeca Meeting, si è tenuto l’evento “Fuori Casa: l’ora del cambiamento! Politiche e strategie per una ripresa sostenibile”, organizzato da Italgrob, la Federazione italiana dei distributori horeca. L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di confronto sulle prospettive del settore horeca e sul suo ruolo chiave nella filiera agroalimentare italiana.

Nel corso della giornata è stata presentata da Benedetta Brioschi, partner e responsabile acenario Food&Retail e sustainability, The European House – Ambrosetti, la ricerca “Lo scenario di oggi e di domani e il valore del Canale Horeca per il Sistema-Paese”, un’analisi approfondita sulla situazione attuale e il futuro del settore horeca.

L’importanza del canale horeca per l’economia italiana

Anche nel contesto di incertezza attuale, la filiera agroalimentare italiana si conferma un asset strategico per il Paese.

Il canale horeca svolge un ruolo chiave nella valorizzazione dei prodotti agroalimentari italiani, promuovendone la qualità sia a livello nazionale che internazionale, e contribuendo alla diffusione dell’eccellenza gastronomica del Paese.

Con oltre 3,4 milioni di occupati, di cui 475mila Food&Beverage (F&B), e un valore aggiunto agroalimentare che supera i 72 miliardi di euro, di cui 32,7 miliardi di euro del F&B, nel 2023 la filiera agroalimentare si è dimostrata un motore essenziale per la competitività del Paese.

Il settore, che genera un fatturato complessivo di 261,4 miliardi di euro, di cui 185 miliardi di euro di F&B, ha registrato nel 2023una crescita del +37,6% rispetto al 2015.

Se si considera l’intero indotto, nel 2023 la filiera agroalimentare estesa ha generato 371,2 miliardi di euro, pari al 19,4% del PIL italiano. Parallelamente, l’export agroalimentare ha raggiunto 69,2 miliardi di euro nel 2024, di cui 60 miliardi di F&B, con un aumento del +68,5% rispetto al 2015, consolidando l’Italia come leader nella produzione di qualità, con 856 produzioni certificate, il numero più alto in Europa.

Un contesto globale in trasformazione: tra incertezze e segnali positivi

L’analisi ha evidenziato come il panorama economico e sociale sia caratterizzato da una profonda incertezza. Tra i principali fattori di criticità emergono le tensioni geopolitiche, in particolare le relazioni tra USA e Cina, e le preoccupazioni demografiche: l’Europa si avvia verso un declino della popolazione di 40 milioni di abitanti entro il 2050, con l’Italia che potrebbe perdere circa 6 milioni di residenti.

Anche i cambiamenti climatici rappresentano una sfida cruciale. Il 2024 è stato il primo anno in cui le anomalie termiche globali hanno superato +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, con l’Italia che ha registrato un incremento ancora maggiore (+2,95°C). La crescente frequenza di eventi climatici estremi ha causato danni economici significativi, posizionando l’Italia al terzo posto nell’UE per perdite economiche legate al clima nel 2023.

Tuttavia, accanto a queste criticità, emergono segnali positivi. Il mercato del lavoro italiano ha registrato una crescita record dell’occupazione, superando 24 milioni di occupati a settembre 2024, il livello più alto dal 1977. Il calo del numero di NEET (giovani che non studiano né lavorano) è stato particolarmente marcato in Italia (-7,4 punti percentuali in quattro anni), con un miglioramento superiore alla media europea.

Inoltre, il PNRR potrebbe portare a una crescita dell’11,5% del PIL entro il 2035, mentre l’Italia si conferma il secondo Paese in UE per bilancia commerciale manifatturiera.

Trend e prospettive per il futuro

I consumi alimentari stanno subendo una fase di stagnazione a causa dell’inflazione, ma il canale horeca ha dimostrato una grande capacità di ripresa dopo le difficoltà della pandemia. Nel 2023, la spesa destinata ai consumi fuori casa ha raggiunto il 5,7% del budget familiare, segnando il valore più alto degli ultimi dieci anni.

Il settore horeca sta attraversando un’importante fase di trasformazione, spinta da nuove abitudini di consumo e dall’evoluzione tecnologica.

La digitalizzazione, la sostenibilità e l’evoluzione delle abitudini di consumo sono i principali driver del cambiamento. L’integrazione dell’intelligenza artificiale per migliorare l’esperienza dei clienti e ottimizzare la logistica, la crescente attenzione alla salute e alla nutrizione, così come l’adozione di modelli di business più sostenibili, rappresentano le direttrici su cui costruire una ripresa solida e duratura.

Istat, export agroalimentare in crescita

L’export agroalimentare cresce e nel 2024, secondo i dati Istat, registra un aumento dell’8% in valore rispetto al 2023. La bilancia commerciale per il cibo tricolore segna un surplus di oltre un miliardo.

Le esportazioni agroalimentari hanno chiuso l’anno a quota 69,1 miliardi. Il prodotto più esportato è risultato il vino davanti all’ortofrutta trasformata, i formaggi, la pasta e gli altri derivati dai cereali, frutta e verdura fresche, salumi e olio d’oliva.

Il senatore Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ha dichiarato: “Il Governo sta lavorando a sostegno del settore con misure strutturali e interventi mirati. In questo periodo storico, stiamo vivendo una fase di crescita occupazionale che non è mai stata così forte. Abbiamo fatto significativi passi avanti per favorire il matching tra domanda e offerta e stiamo investendo risorse importanti per dare ancora più forza a questo processo. L’aumento del nostro export è un dato incoraggiante in un contesto economico particolarmente complesso. Il Governo è disponibile al confronto per dare risposte concrete ed efficaci nell’ottica di promuovere il rilancio del comparto”.

L’onorevole Mirco Carloni, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, ha detto: “Il settore agroalimentare rappresenta un’eccellenza indiscussa del nostro Paese, un pilastro della nostra identità e del nostro sistema economico. Le istituzioni sono costantemente impegnate a sostenerlo e promuoverlo, sia a livello nazionale che internazionale. In questo contesto, il canale horeca riveste un ruolo strategico fondamentale, contribuendo in maniera significativa alla crescita economica e alla valorizzazione del made in Italy”.

Carloni aggiunge: “Il fuori casa non è solo sinonimo di socialità e convivialità, ma incarna anche tradizione, innovazione e sostenibilità, elementi chiave per il futuro del nostro sistema imprenditoriale. Credo che qualunque azione avviata per supportare lo sviluppo di questo ambito della distribuzione nazionale aiuti anche a rafforzare i piccoli produttori agricoli sui mercati. Eventi come questo rappresentano un’importante occasione per riflettere sul presente e pianificare il futuro del comparto, che è essenziale per promuovere e valorizzare i prodotti agroalimentari italiani nel mondo”.

Il senatore Giorgio Salvitti, consigliere del Ministro dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, ha affermato: “La distribuzione horeca è un settore importante in termini economici e rappresenta un vero e proprio ponte fra la produzione e il gusto. Si tratta di un comparto sul quale il Governo ha dimostrato la massima attenzione”.

Salvitti continua: “Un aspetto fondamentale e incoraggiante è l’aumento del consumo fuori casa. Dobbiamo attuare provvedimenti in grado di liberare le energie presenti nel Paese, in tal senso, abbiamo promosso investimenti consistenti ad esempio nell’ambito della logistica per adeguare la rete infrastrutturale e facilitare la distribuzione. Inoltre, il riconoscimento degli operatori del comparto horeca, attuato con il provvedimento presentato dal Senatore Matteo Gelmetti, rappresenta un ulteriore passo in avanti che va nella giusta direzione”.

Secondo Antonio Portaccio, presidente di Italgrob: “Il settore dei consumi fuori casa sta vivendo un momento cruciale, messo alla prova dall’incertezza economica e dalla carenza di personale nella ristorazione e nel turismo. Tuttavia, chi opera nell’horeca è determinato a innovare e rilanciare un comparto che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy e un motore per il turismo. Italgrob è pronta a supportare questo cambiamento, aggregando la filiera e promuovendo la crescita professionale del settore. Serve un cambio di passo: solo ripensando strategie e investendo su talento e risorse potremo garantire un futuro solido e sostenibile per l’horeca”.

Per Dino Di Marino, direttore generale di Italgrob: “Il settore horeca ha dimostrato una straordinaria capacità di adattamento e resilienza anche nei momenti più difficili. Oggi, grazie a eventi come questo, abbiamo l’opportunità di confrontarci e costruire insieme un percorso di crescita sostenibile. Lo speciale elenco dei distributori Horeca e la definizione ufficiale di “Operatori della distribuzione Horeca”, inseriti nel disegno di legge sulle piccole e medie imprese promosso dal Ministro delle imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, sono un riconoscimento fondamentale che contribuirà a migliorare l’offerta di servizi e prodotti, innalzando gli standard qualitativi dell’intera filiera. Dobbiamo lavorare affinché il comparto possa beneficiare pienamente delle risorse del PNRR e delle nuove tecnologie, continuando a valorizzare il Made in Italy. La collaborazione tra aziende, istituzioni e associazioni sarà essenziale per affrontare il futuro con determinazione”.

All’evento hanno preso parte: Corrado Peraboni, Amministratore Delegato IEG; Alfredo Pratolongo, Presidente Assobirra; Giangiacomo Pierini, Presidente Assobibe; Vittorio Cino, Direttore Centromarca; Roberto Calugi, Direttore Generale Fipe.

Nuova guida spiega perché i prezzi dei caffè speciali sono così diversi da quelli della Borsa di New York

MILANO – In tempi di rialzi senza precedenti per i futures del caffè, qual è l’andamento dei prezzi dei caffè speciali nel mercato fisico? E in che misura esso ha seguito e segue l’evoluzione del contratto “C” newyorchese, considerato da sempre il benchmark per il commercio mondiale del caffè arabica? Una risposta a questa e ad altre domande arriva dal 2024 Specialty Coffee Transaction Guide, da poco disponibile a questo link.

Giunta quest’anno alla sua sesta edizione (Version 7.0), la guida è pubblicata su iniziativa della Goizueta Business School, presso la Emory University di Atlanta (Usa), ed è basata sui dati forniti da 123 aziende della filiera del caffè, relativi a 105.000 contratti per un volume totale di 2 miliardi di libbre (15,12 milioni di sacchi) di caffè verde specialty, nell’arco di sei annate caffearie (dal 2018/19 al 2023/24).

Circa i due terzi dei contratti (67%) e i tre quarti dei volumi (73%) di cui al periodo sopra indicato sono relativi a dati forniti dagli importatori. La parte rimanente arriva dagli esportatori (19% dei contratti e 13% dei volumi) e dai torrefattori (13% dei contratti e dei volumi).

Scopo della guida: creare un database aggregato anonimo, che fornisca un quadro di riferimento per i prezzi fob dei caffè speciali suddivisi per punteggi di qualità, entità dei lotti e paese di origine

Quale è stata dunque l’evoluzione dei prezzi? Partiamo dalla media del contratto “C” dell’Ice Arabica, che è passata dai 104 centesimi alla libbra del 2018/19 a 208 centesimi nel 2023/24, con un picco di 225 centesimi nel 2021/22.

I primi 4 mesi e mezzo del 2024/25 – come sappiamo – hanno visto un’ulteriore escalation dei prezzi sino ai massimi di oltre 440 centesimi raggiunti la settimana scorsa.

(fonte: 2024 Specialty Coffee Transaction Guide)

Il prezzo mediano per gli specialty di punteggio compreso tra 80 e 83,9, venduti in container, è passato da $1,57 alla libbra, nel 2018/19, a $2,38 nel 2023/24.

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REPA è il distributore ufficiale di Rocket Espresso Milano, produttore di macchine da caffè

CESENA – REPA, leader nella distribuzione dei ricambi per attrezzature per la ristorazione, caffè e distributori automatici, e divisione europea di Parts Town Unlimited, è ora distributore ufficiale Rocket Espresso Milano, produttore delle migliori macchine da caffè espresso nella tradizione del “Fatto a Mano”.

Con questo accordo, REPA garantisce la distribuzione veloce di 2300 ricambi originali Rocket Espresso Milano in Italia e nel resto del mondo, arricchendo un’offerta di ricambi OEM in continua espansione.

Attraverso una piattaforma eCommerce semplice e intuitiva, i ricambi per macchine caffè Rocket sono facilmente accessibili, corredati da un’ampia gamma di esplosi per i modelli macchina più richiesti e acquistabili senza minimo d’ordine.

Con REPA, i tecnici dei centri assistenza, i torrefattori, le caffetterie e gli importatori di attrezzature possono velocizzare il processo di manutenzione, grazie a rapidità, efficienza e disponibilità degli articoli, garantite dalla rete di centri di logistici automatizzati di REPA in tutta Europa e da un servizio di assistenza tecnica specializzato.

Il barcode scanner (immagine concessa)

Gilberto Guidi, Group Director Professional Coffee REPA, commenta: “Rocket Espresso Milano è uno dei migliori brand della produzione artigianale italiana e si distingue per passione, qualità, cura e attenzione ai dettagli. La condivisione di valori li ha portati a vedere in REPA il partner ideale per la distribuzione dei loro ricambi. Siamo orgogliosi di questa partnership, che consente a Rocket di concentrarsi sulla produzione di macchine in grado di regalare esperienze memorabili nella preparazione del caffè.”

Rocket Espresso Milano aggiunge: “Di REPA apprezziamo non solo i valori, ma anche la competenza logistica, l’ampia gamma di servizi, l’attenzione al cliente e l’impegno per una fornitura rapida. Questi fattori hanno reso l’avvio di questa partnership una decisione naturale e siamo certi che questa collaborazione porterà benefici
all’intero settore del caffè.”

La scheda sintetica di REPA

REPA è il principale distributore europeo di ricambi per attrezzature per la ristorazione, caffè, distributori automatici ed elettrodomestici ed è un partner di fiducia per i produttori di apparecchiature.

Dal 2022 REPA è una divisione di Parts Town Unlimited, leader mondiale nella distribuzione high-tech di parti di ricambio indispensabili, prodotti e servizi correlati per i settori della ristorazione, degli elettrodomestici e dell’HVAC. I clienti di REPA beneficiano di una forte competenza in materia di ricambi, con oltre 40 anni di esperienza nel mercato da parte di REPA Italia, REPA Deutschland, REPA France, REPA Iberia, ATEL e Big Warehouse.

Con il più grande database del settore accessibile attraverso webshop all’avanguardia, un’elevata disponibilità di magazzino e centri logistici altamente innovativi che assicurano la consegna dei ricambi più rapida del settore, REPA fornisce a ogni cliente il pezzo giusto, al momento giusto, ovunque.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui e qui.

Nutella: addio a Francesco Rivella, il chimico che inventò la formula

Il chimico Francesco Rivella ha contribuito a creare la formula della Nutella. Anche grazie a lui, la crema di nocciole è passata da prodotto tipico piemontese a successo di scala planetaria. Rivella è morto a 97 anni il 14 febbraio. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione l’Adige.

Addio a Francesco Rivella

TORINO – Erano gli anni del boom economico e Francesco Rivella contribuì, con le sue competenze di chimico appena laureato a Torino, a creare anche quello della Ferrero. Morto venerdì a 97 anni, iniziò a lavorare subito nella piccola azienda e ci rimase quarant’anni, assunto da Giovanni Ferrero, zio di Michele Ferrero.

Di quest’ultimo, che guidò la trasformazione da stabilimento locale a marchio di livello internazionale, Rivella divenne uno stretto collaboratore.

Era della zona, era nato a Barbaresco (Cuneo) e la fabbrica di Alba, dove tuttora resta la sede principale della multinazionale, non l’avrebbe portato lontano da casa, almeno non nell’immediato. I suoi viaggi alla scoperta di nuove materie prime furono infatti poi molti.

Michele aveva preso le redini della ditta alla morte del padre, Pietro, ed era inizialmente affiancato dallo zio, ma ben presto le sue intuizioni lo spinsero a pensare in grande. Rivella divenne presto il braccio destro di Michele Ferrero: analizzava in un laboratorio creato appositamente a Milano le materie prime che Michele andava a comprare con lo zio Giovanni, così come i prodotti della concorrenza di mezza Europa. A quel punto Rivella diventò uno dei collaboratori più preziosi, tanto da accompagnare il titolare in questi viaggi.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui