CIMBALI M2
sabato 23 Novembre 2024
  • CIMBALI M2
Home Blog Pagina 52

L’incontro al MUMAC con il Gruppo italiano torrefattori caffè, Omar Zidarich: “L’Eudr è confermato, cosa possiamo fare insieme per affrontarlo”

0
Barbara Foglia presenta i relatori al convegno sull'Eudr, Claudio Torresan Sales Director Italy Cimbali Group, Omar Zidarich, Presidente Gruppo Italiano Torrefattori Caffè, Luigi Morello, presidente IEI e Andrea Crocilla, people and organization manager
Barbara Foglia presenta i relatori del convegno sull'Eudr, Claudio Torresan Sales Director Italy Cimbali Group, Omar Zidarich, Presidente Gruppo Italiano Torrefattori Caffè, Luigi Morello, presidente Iei e Andrea Crocilla, Group People & Culture Manager Cimbali Group

BINASCO (Milano) – Il rosso del MUMAC, Museo delle macchine del caffè espresso di Cimbali Group, e la sua enorme tazza all’ingresso hanno dato il benvenuto agli ospiti del congresso organizzato dal Gruppo italiano torrefattori caffè. La sede di Binasco e i collegamenti via Zoom sono stati per due ore lo spazio comune e ideale per discutere su come affrontare le sfide imposte dal nuovo regolamento europeo Eudr che ha pesanti effetti anche sul settore caffeicolo.

Regolamento che, è stato confermato proprio la sera prima dell’incontro al presidente del Gitc Omar Zidarch non avrà proroghe.

Già questa prima, importantissima notizia, ha fatto il giro tra i presenti all’evento, ancor prima di iniziare con gli interventi previsti, nella sala caffetteria del Museo, tra un espresso e l’altro, sempre preparati a regola d’arte.

Una premessa da cui partire per addentrarsi nella discussione a cui hanno partecipato una ventina di persone in presenza, raggiungendo Binasco chi da Genova, chi da Trieste, e da remoto. In totale ben 95 operatori.

Barbara Foglia Mumac director introduce gli interlocutori al pubblico, Omar Zidarich, Presidente Gruppo italiano torrefattori caffè, Luigi Morello, presidente Iei, Claudio Torresan Sales Director Italy Cimbali Group e Andrea Crocilla, Group People & Culture Manager sempre di Cimbali Group.

Apre, con “Il nuovo regolamento Eudr: stato dell’arte e prossime iniziative per gli associati”, Omar Zidarich

Eudr
Omar Zidarich, Presidente Gruppo italiano torrefattori caffè che ha organizzato il convegno sull’Eudr al MUMAC

“Daremo spazio ai nostri soci sostenitori e ordinari nelle prossime riunioni, presso le sedi in cui si respira aria di caffè. Abbiamo bisogno di un ambiente che ci accolga per dialogare tra di noi ed esprimerci al meglio.”

È stata una riunione intensa, che ha in scaletta diversi argomenti importanti. “Il Gruppo è stato una delle maggiori organizazioni che si è prodigata per la causa delle norme sulla deforestazione. Lasceremo oggi la parola ai tecnici per far comprendere cosa succederà con questa legge Eudr che entrerà in vigore, improrogabilmente, il primo di gennaio 2025.

Abbiamo saputo che la comunicazione della Commissione europea di competenza ha decretato questa data ufficiale proprio la sera del 26 settembre.

La legge quindi esiste al 30 dicembre, c’è. Si pensava ad una proroga, ma non sarà così. Di conseguenza dobbiamo prepararci, fino a nuove comunicazioni. Per ora non ci sono linee guida ma soltanto indicazioni poco chiare. Oggi spiegheremo cosa sta succedendo nel mondo del caffè.

Eudr, innanzitutto di che regola parliamo?

Di una legge che per le piccole e medie imprese inizierà dal primo luglio del 2025 e per le grandi aziende si applicherà dal primo gennaio 2025. Bisogna sapere innanzitutto che per l’Europa non c’è il concetto di PMI, piccola e media industria italiana. Piuttosto la normativa, definisce micro imprese da 350mila euro a 700mila euro di fatturato netto e sino a 10 dipendenti. La piccola impresa: 4 milioni di bilancio patrimoniale e fatturato netto sino a 8 milioni e 50 dipendenti. Media impresa, da 20 milioni di euro sino a 40 milioni e fino a 250 dipendenti.

Fondamentale pertanto è che le aziende che possono beneficiare della proroga al primo luglio sono le micro, piccole e medie aziende. Attenzione però: rispetto alla foto della chiusura del 31-12-2020.

Le aziende non devono superare i limiti numerici di almeno due dei tre criteri citati. Ci sono più piccole e medie imprese di quello che pensiamo. Perché non conta soltanto il fatturato, ma anche altri parametri che permetterebbero eventualmente di rientrare nella proroga di inizio luglio. Partiamo quindi da un discorso di base perché ci siamo accorti che c’è ancora molta disinformazione, quindi si parte da zero.”

Cominciamo dalla piattaforma Dimitra, azienda socio sostenitore del Gruppo italiano torrefattori caffè. Viene messo in onda un video che descrive questo strumento che dialogherà con il sistema Tresis. Che è fornito gratuitamente dall’Unione europea per registrare i dati di importazione. Un po’ come accade per la fatturazione elettronica in Italia.

Quali dati? La legge parla di un certificato verde, di una due diligence che ha un’azienda produttrice di caffè verde che dal 2020 ad oggi tramite una foto di Google earth, può dimostrare che la macchia verde fotografata in passato è stata mantenuta intatta. Così che può esportare il caffè lì coltivato. Questo è il regolamento.

Cos’è prima di tutto Dimitra. È una piattaforma che garantisce la corretta importazione dei dati (come le informazioni sul fornitore, preregistrato nel sistema, con un ID aziendale, il paese di importazione, l’ordine d’acquisto o qualsiasi dato per identificare il lotto e la descrizione del prodotto libero; la verifica delle posizioni, la valutazione della deforestazione, la dichiarazione di mitigazione del rischio) e poi si occupa di caricarli direttamente sul sistema informativo dell’UE, dialogando con Tresis.

Si inserisce Francesca Marchi collegata da remoto per conto di Area di ricerca Science Park, ente finanziato dallo Stato che collabora con il Gruppo italiano Torrefattori per capire quali siano le piattaforme performanti. Ne ha scartate più del 90% tra quelle già sul mercato: Dice Marchi: “Abbiamo fatto una prima analisi del regolamento, vedendo cosa richiedesse, ovvero dimostrare, retroattivamente, il fatto che la materia prima importata in Italia provenisse da aree non deforestate dal 2020 ad oggi tramite l’uso di tecnologie satellitari in grado di mappare e fotografare le aree produttive. Ma anche di tecnologie di blockchain che certifichino tutti i passaggi dalla coltivazione all’import e un confronto tecnico delle diverse piattaforme che offrivano questi servizi.

Abbiamo avviato un tavolo di lavoro all’interno del Gruppo con diversi attori della filiera che hanno condiviso tutti i documenti che giungevano dalla Commissione Europea, da vari stakeholder e associazioni. Ciascuno ha continuato poi a contattare i diversi organi per fare il punto della situazione.

La Commissione Europea non farà passi indietro. A livello italiano ha preposto il Masaf (Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e sovranità alimentare) per occuparsi della normativa nazionale. Come controllori saranno deputati i carabinieri delle Guardie Forestali.

I carabinieri, ad oggi, non sanno ancora le sanzioni da applicare. È ancora un work in progress complesso. Siamo tutt’ora in contatto con tutti gli attori che dovranno applicare la normativa sul territorio nazionale, con l’obiettivo di arrivare alla conformità delle aziende, in primis quelle che sono membri del Gruppo.”

Il 25 ottobre, durante la Trieste Espresso Expo (che si svolgerà dal 24 al 26 ottobre), sarà affrontato il tema sia dal punto di vista istituzionale che da quello operativo. Ci sarà un tavolo di lavoro insieme ai Paesi produttori presenti in Fiera – per controllare il loro stato di avanzamento con la conformità di prodotto – e agli importatori, trader, spedizionieri, torrefattori.

Si discuteranno gli aggiornamenti della normativa, verrà discussa l’opzione di affidarsi a un tecnico per l’uso delle piattaforme e fornire nuove linee guida che facciano un paragone tra i diversi sistemi. Quali siano i più facili, i più economici, come producono le due diligence. Infine proporre eventualmente di acquistare un’unica piattaforma comune per tutti i soci del Gitc.

Tutto questo processo di valutazione e ricerca, è stata anche l’occasione per il Gruppo italiano torrefattori caffè di entrare in contatto con delle nuove figure di sostegno. Presenti all’incontro del MUMAC, le rappresentanti di uno studio legale dedicato ad offrire sostegno e suggerimenti ai membri dell’Associazione, in materia di normativa Eudr.

Introdotte da Omar Zidarich, sono intervenute sull’Eudr gli avvocati Marta Enne e Francesca Gaeta, di SLED, studio legale associato che ha quattro sedi a Milano, Roma, Napoli e Siena.

Marta Enne: “Non ci sono ancora delle linee guida. Sicuramente la normativa esiste dal punto di vista legale e presenta molte lacune e diverse contraddizioni. Sia sugli adempimenti posti a carico degli operatori e commercianti, sia sui rapporti tra i vari soggetti che fanno parte della catena di produzione.

Fatta questa premessa si può affermare che il regolamento prevede delle responsabilità da parte dei grandi e dei piccoli. Ci sono delle esenzioni per ciò che riguarda le piccole e medie imprese. Individuate, ricordiamo, secondo la normativa europea e non italiana. Per cui si deve fare attenzione anche nella valutazione personale della propria azienda per rientrare nella giusta categoria.

Le esenzioni per i piccoli. Questi non saranno chiamati ad eseguire tutte le attività per portare a termine la due diligence. La normativa europea però afferma che, in ogni caso, la piccola e media impresa è comunque tenuta alla sorveglianza. E, anche, a fornire l’informativa e l’informazione su chi ha fornito i dati di due diligence eseguite.

Il torrefattore dovrà comunque avere un occhio di riguardo e strutturare dal punto di vista legale, i processi che in caso di controllo dimostrino effettivamente che sono stati raccolti i dati informativi e sono state fatte le opportune valutazioni.

Non basta quindi per il piccolo ricevere il codice, il numero restituito dal sistema di due diligence eseguita da chi ha importato o da chi è onerato dell’adempimento secondo regolamento. Anche il piccolo dovrà rispondere della responsabilità che lo riguarda.

È previsto anche che se si delega a terzi (come una società di consulenza o se si appaltano le attività di due diligence), la responsabilità dell’imprenditore comunque non verrà mai meno. L’attività del consulente, pur con tutte le riserve e postille possibili poste nel contratto, non lascia indenni da responsabilità.

Il nostro compito è analizzare la norma, capire le richieste, trovare una soluzione operativa che risponda alle esigenze di chi ci ha conferito l’incarico, ma dal punto di vista normativo. Stiamo attualmente anche nel settore della gomma e del cacao, assistendo i clienti su un terreno senza certezze. L’obiettivo è strutturare una procedura che sia adeguata e miri alla conformità.

Ecco gli unici, pochi, punti saldi disponibili oggi sull’Eudr

Una soluzione che non si può offrire oggi operativamente ed economicamente, perché le incertezze sono tante. Gli unici punti saldi sono innanzitutto l’entrata in vigore (dal primo gennaio o dal primo luglio 2025 a seconda della dimensione dell’azienda) la responsabilità, le sanzioni e i controlli.

I carabinieri della forestale navigheranno per primi inizialmente al buio: ma farsi trovare preparati, in seguito a un processo interno che ha portato a una struttura di garanzia, può aiutare ad essere esenti da sanzioni. Questo vuol dire non solo affidarsi ad un sistema informatico che valuta il rischio e fornisce una prima luce, verde, gialla, rossa. Ma anche strutturarsi per attenuare il rischio. Per acquisire tutte le informazioni necessarie e che non vengono inserite nel sistema ma sono richieste dai controlli.“

Francesca Gaeta continua: “Come strutturare quindi, dal punto di vista operativo che si bilanci con i costi d’impresa. Stiamo tentando di capire come il sistema informativo si coordinerà con le disposizioni da regolamento.

C’è qualche discrasia: ciò che viene previsto come modalità di compilazione sono più agevoli, ma la filiera è vasta e si snoda in tanti attori. Come quindi si adeguerà il sistema informativo rispetto a chi trasforma il prodotto.

Come andrà compilata la due diligence? Ci sono dei punti bui. E l’operatore finale seppur non chiamato a fare direttamente la due diligence, avrà l’onere di garantirsi un pacchetto di informazioni da tutta la filiera.

Se pensiamo a chi prepara le miscele, dovrà garantire di avere effetvamente non solo il riferimento di due diligence sul singolo lotto, ma che questo abbia viaggiato separato da lotti non conformi. Un altro aspetto importante: l’interscambio tra il sistema informativo europeo con quello doganale.

Sappiamo che di recente il sistema di interscambio doganale europeo è entrato in vigore. Permetterà uno scambio tra tutte le dogane dei Paesi aderenti. Non si potrà sdoganare il prodotto in libera immissione sul mercato, senza avere il riferimento di due diligence.

Certo è che il regolamento dice che salvo che ciò non comprometta la produzione del prodotto specifico, l’ente anteposto al controllo arriverà in azienda senza essere preannunciato.

Teniamo in considerazione infine che non ci saranno soltanto le sanzioni finali (le famose multe in percentuale al fatturato) ma anche quelle provvisorie. In caso di promiscuità in fase di accertamento, la merce potrebbe essere sospesa nella sua immissione sul mercato. A livello di abbattimento di responsabilità e adempimenti contrattuali, le cose cambiano a catena. Perché ci sarà un sistema di responsabilità di tipo privatistico contrattuale.

La raccolta di informazioni e la loro archiviazione su una piattaforma adeguata, sono però due passaggi essenziali.”

Zidarich riprende la parola: “È fondamentale capire che l’acquisto di una piattaforma sarà quindi un modo per unificare il più possibile i nostri soci al controllore. Vorremmo fare tavole rotonde con il legislatore, ovvero il Ministero dell’agricoltura e i carabinieri sezione anti frode, cioè i controllori. Sono all’opera per organizzare il prossimo evento di Trieste Espresso Expo su queste tematiche.”

E il microfono va ad Alessandro Sietti, responsabile della fiera internazionale di Trieste. Ben 42 Paesi i rappresentati, quest’anno con un servizio dedicato a espositori e visitatori per organizzare appuntamenti di business mirati durante la manifestazione, con tutte le categorie merceologiche presenti. “Un evento che si svolgerà in un momento storico complicato.

È un appuntamento dedicato al settore caffeicolo, riprendendo le tematiche dell’EUDR affrontate su due livelli: innanzitutto su un tavolo inaugurale che coinvolgerà le istituzioni che solleciteremo a condividere le informazioni necessarie alle varie categorie. Cui seguirà un approfondimento più tecnico per affrontare la questione in maniera più operativa.

Inoltre verrà discussa la crescita dei costi della materia prima e di conseguenza, le nuove strategie per il settore. Trieste Espresso si conferma come evento sempre più internazionale dove l’operatore ha bisogno di un confronto diretto con i fornitori, con i clienti, per discutere di queste tematiche.”

Il valore della sostenibilità per Cimbali Group

Eudr
Andrea Crocilla, Group People & Culture Manager Cimbali Group

Andrea Crocilla, Group People & Culture Manager Cimbali Group sull’aspetto sociale che l’ESG (dall’inglese: principio di investimento che dà priorità alle questioni ambientali, sociali e alla governance aziendale n.d.C.) prevede, che le aziende possano dare il proprio contribuito sul tema della responsabilità sociale, attuata internamente ma anche al fine di ‘spronare’ altre realtà aziendali a fare lo stesso.

“Cosa ha fatto Cimbali Group in tema di sostenibilità?”

“Ricordiamo innanzitutto che non siamo una società quotata, lavoriamo per anticipare rispetto agli obblighi di rendicontazione che i temi di sostenibilità avranno in base alle direttive europee. Tutte le diverse azioni di miglioramento continuo sul tema parità di genere, ad esempio, sono inserite all’interno di un piano triennale strategico, sono volontarie. E il Gruppo si è imposto per misurarsi e farsi misurare (attraverso degli audit annuali) al fine di stabilire parametri oggettivi di cosa si sta facendo bene o meno bene e poter migliorare.”

“Alcuni dati che raccontano come sta l’azienda rispetto al 2022 e che sono di partenza per migliorare nel corso del prossimo triennio. Cito due dati: 823 dipendenti totali del gruppo di cui il 29% è composto da donne.”

“Su questo aspetto è significativa la certificazione UNI/PdR 125:2022 sulla parità di genere che consente di misurare il Gruppo e il suo organico anno su anno per i prossimi tre anni. Con una storia di 112 anni, siamo in grado di affrontare queste tematiche con grande coerenza. Abbiamo ottenuto l’80% su 100% del risultato di certificazione, quella più alta.”

“Testimonianza del fatto che questo traguardo non è frutto soltanto degli ultimi due anni necessari per conseguire la certificazione, ma è il risultato di un percorso più lungo. Ora la responsabilità è di mantenerla ogni anno, quando verremo valutati per confermare coerenza e miglioramento continuo. È un investimento economico, un punto di partenza e non di arrivo, facendo parlare le nostre persone e creando valore aggiunto.”

Claudio Torresan, Sales Director Italy Cimbali Group al convegno sull'Eudr
Claudio Torresan, Sales Director Italy Cimbali Group al convegno sull’Eudr

Claudio Torresan, Sales Director Italy Cimbali Group: “Cimbali Group offre sul mercato prodotti meno energivori e ottimizzati in termini di life cycle assessment, con una valutazione del prodotto nella sua intera vita. Partendo da che percentuale di materia prima riciclata viene utilizzata, dai consumi, a quanto può essere riciclato.

Questa è una valutazione fatta sulla gamma attualmente disponibile che è stata la base per lo sviluppo dei nuovi lanci fatti ad Host 2023. Un altro obiettivo a cui mira Cimbali Group è quello di incentivare la decarbonizzazione dell’intera azienda.

Questa operazione punta a coinvolgere tutti gli aspetti aziendali: dai tragitti dei dipendenti alle emissioni delle attività manifatturiere, sino alla produzione.

L’impegno verso la sostenibilità è un percorso che l’azienda ha intrapreso formalmente da più di tre anni e che ora arriva ad una tappa molto importante: il report sulla sostenibilità 2023 che verrà presentato a breve e che vuole essere espressione della responsabilità verso la trasparenza e il miglioramento delle performance ambientali, sociali e di governance (ESG) e del percorso di allineamento alle richieste della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).”

Vantaggi della sostenibilità e della società benefit

Riprende la parola Omar Zidarich: “Tutti i torrefattori fanno già sostenibilità senza saperlo. E farlo ha dei vantaggi. Come Associazione dobbiamo aiutare i nostri soci a capire il valore di quello che stanno già facendo su questo fronte virtuoso.”

Continua Luigi Morello, in qualità di Presidente Iei (Istituto espresso italiano): “Anche per noi la sostenibilità, non è il punto di arrivo ma quello di partenza.”

Eudr
Luigi Morello presidente dell’Iei al convegno sull’Eudr e la sostenibilità che si è tenuto al Mumac

“Si tratta di un percorso in cui l’aspetto più importante è misurarsi e darsi degli obiettivi raggiungibili. Non dev’essere un’operazione di marketing, ma una serie di piccole azioni che tutti insieme compiamo. Il nostro settore è più virtuoso di quello che si racconta ed infatti tutte le società hanno già in atto una serie di attività che spesso non comunicano neppure.

Nel 2018, con l’idea di dare una svolta, l’Iei ha cambiato forma giuridica. Siamo diventati una S.r.l. Benefit dove ogni socio è direttamente coinvolto in diverse attività. Cosa vuol dire? Che siamo una società di lucro che fa profitto, che oltre agli impegni più classici ed economici, si assume anche quelli di compiere qualcosa a tutela dell’ambiente e poi lo dichiara, lo certifica, perché esiste un obbligo legale per dimostrarlo.

Per l’Iei tutto questo si traduce nella formazione e nel racconto di tutto ciò che fa il nostro settore tramite i soci sul piano della sostenibilità. Ottenendo così una rendicontazione strutturata delle iniziative: misurarsi quindi è il primo step.

Poi bisogna restare coerenti, monitorandosi continuamente e migliorandosi.

Un altro punto su cui far chiarezza: quando si parla di sostenibilità. Si sente parlare spesso di B Corp, un’ulteriore certificazione rilasciata da un ente benefico. In questo caso ogni azione corrisponde a un punteggio, che se viene superato può portare a richiedere la certificazione. All’interno di Iei c’è già una società B Corp che è Costadoro di Torino.

La differenza tra società Benefit e B Corp sta in questo: non è necessario essere una per essere anche l’altra. Benefit acquista però dieci punti in ranking se si trasforma B.Corp e avviene quindi un cambio di forma giuridica.

Noi ci muoviamo su tre pilastri: ambientale, sociale, governance. E su questi possiamo fare una fotografia dei nostri soci. Per quanto riguarda il sociale, siamo molto virtuosi, sull’ambientale lo siamo abbastanza. Mentre spesso è proprio la parte di governance la più difficile. Bisogna quindi strutturare un sistema di misurazione di attività. Il punto focale per il nostro settore è di rafforzare questo terzo pilastro.

Cosa abbiamo fatto come Iei? Ci diamo dati degli obiettivi, dei propositi: la partnership con le altre associazioni di settore e fare rete, la formazione su tutti i livelli.

A luglio abbiamo svolto una survey interna per misurarci. Abbiamo notato come in questo periodo ci siamo migliorati in termini di percentuali. Perché il 90% delle imprese prendono parte ad attività benefiche anche sul territorio. Mentre sulla formazione, l’Iei, soltanto quest’anno, ha certificato più di mille operatori.

Un focus poi sui consumatori: attraverso una ricerca commissionata all’Università Cattolica di Piacenza e con il supporto di GFK, è stato evidenziato un paradosso. Più del 60% degli intervistati sono favorevoli alla sostenibilità, ma solo 35% si è dichiarato pronto a spendere di più per essa.

Il messaggio da cogliere è che dobbiamo comunicare meglio tutte le attività che già vengono svolte. Lancio un invito a tutti noi che rappresentiamo le associazioni. Raccontiamo insieme che il settore del caffè, che viene demonizzato sull’impatto di una tazzina, è per contro virtuoso. La filiera è lunga, iniziamo a raccontare la parte che ci compete. Possiamo agire molto sul campo che governiamo e possiamo raccontarlo.”

Ha partecipato da remoto Marino Petronio, presidente del Consorzio torrefattori delle Tre Venezie, annunciando l’iscrizione al Mepa, che darà così la possibilità di accedere a diverse sovvenzioni, contributi statali da parte della pubblica amministrazione per sostenere manifestazioni più ampie.

L’appello sull’Eudr e la sostenibilità

All’incontro non sono mancati neppure il precedente Presidente di Assocaffè Trieste e del Consorzio Promozione Caffè. Rispettivamente, Fabrizio Polojaz e Michele Monzini. Infine ha preso la parola dalla sala il Conte Giorgio Caballini di Sassoferrato del Comitato per il riconoscimento dell’espresso italiano.

Fabrizio Polojaz Eudr
Fabrizio Polojaz al convegno sull’Eudr al MUMAC
Eudr
Il Conte Giorgio Caballini di Sassoferrato al convegno sull’Eudr che si è tenuto al MUMAC
Eudr
Michele Monzini presidente del Consorzio promozione caffè al convegno sull’Eudr

A conclusione di questa panoramica e approfondimento per fare chiarezza nel mare incerto dell’Eudr, un salto nella storia della macchina professionale per il caffè espresso: al MUMAC, un bel giro per esplorare l’evoluzione passata, presente e futura, attraverso i diversi modelli in esposizione.

Dersut Caffè presente a Triestespresso con nuovi prodotti e miscele

0
dersut
La miscela Non Plus Ultra (immagine concessa)

CONEGLIANO (Treviso) – Dersut Caffè è pronta per la prossima fiera Triestespresso dal 24 al 26 ottobre. Per la storica torrefazione veneta, Triestespresso rappresenta un appuntamento immancabile per diffondere la cultura di settore, presentare prodotti e soluzioni innovative, scoprire le ultime tendenze e stringere accordi e collaborazioni con i migliori interlocutori.

Plus Caffè Light (immagine concessa)

Durante i giorni di manifestazione, presso la Hall 28 – Stand 14, sarà possibile gustare una varietà di miscele Dersut, quali Non Plus Ultra, Plus Oro e le miscele decerate Plus Light e Plus Decalight.

La miscela Plus Oro (immagine concessa)

Quest’anno sarà anche possibile assaggiare Giusto, la nuovissima specialità a base di caffè espresso, ideata proprio per l’evento fieristico.

Plus Decalight (immagine concessa)

I trainer dell’ABCD Accademia Baristi Caffè Dersut vi aspettano numerosi per 3 giorni di degustazioni e scoperte.

Trieste Coffee Festival: presentato il programma della 9° edizione, tanti eventi in città dal 21 al 27

0
trieste coffee edition
La nona edizione del Trieste Coffee Edition (immagine concessa)

TRIESTE – Un intero mese, ottobre, tutto dedicato al caffè, tra visite guidate, workshop, incontri, laboratori, competizioni diventate ormai molto popolari e altri approfondimenti. Torna Trieste Coffee Festival, giunto alla nona edizione, un evento che punta a diffondere una sempre più corretta cultura del caffè e a valorizzare tutte le realtà che compongono la filiera locale, con diverse iniziative studiate per il grande pubblico.

Tante le novità del 2024, ma molte anche le conferme, come la nota Capo in B Championship, la gara per il miglior capo in B, che metterà a confronto 10 baristi.

Il ritorno del Trieste Coffee Festival

La manifestazione è stata presentata nella sala Giunta del Comune di Trieste dall’assessore al Bilancio Everest Bertoli, con Pierluigi Medeot, segretario generale della Camera di Commercio Venezia Giulia e direttore generale di Aries Scarl, con Arianna Mingardi, presidente dell’Associazione Caffè Trieste, con Roberto Nocera, general manager de “La San Marco”, main sponsor tecnico, e con gli organizzatori Alberto Polojac e Filippo Vidiz di Freshmedia.

Il Festival, come da tradizione, si svolgerà in modo diffuso, in diverse location della città, e coinvolgerà crudisti, torrefattori, produttori, esperti del settore, caffè storici e nuovi esercizi. Lo spazio che accoglierà diversi eventi e le competizioni sarà invece lo Workshop Co al Generali Convention Center.

Il Festival sarà quindi itinerante e rappresenterà̀ inoltre un vero e proprio “Fuori Salone” del TriestEspresso Expo (TEE), il più importante incontro B2B dell’industria mondiale del caffè, in programma dal 24 al 26 ottobre al Generali Convention Center del Porto Vecchio.

La finalità è quella di dar vita nella settimana dal 21 al 27 ottobre alla città che rappresenterà a pieno il marchio Trieste Capitale del Caffè registrato dalla Regione FVG, dal Comune di Trieste e dalla Camera di commercio Venezia Giulia, coinvolgendo durante il Festival vari attori del territorio per diffondere il caffè fuori dalla tre giorni internazionale riservata ai professionisti.

Il Trieste Coffee Festival nasce da un’idea di Alberto Polojac, responsabile acquisti e qualità di Imperator Srl. È organizzato da Freshmedia srls, in collaborazione con l’Associazione Caffè Trieste, Aries e Camera di commercio Venezia Giulia, in co-organizzazione con il Comune di Trieste e Trieste Convention and Visitors Bureau. Con il patrocinio di Confcommercio Trieste, FIPE Trieste e io SONO FVG.

Gli eventi principali

Saranno l’International Coffee Day, le aziende aperte alla scoperta della filiera tra caffè verde, decaffeinizzazione, macchine del caffè e torrefazione. E ancora “Trieste Coffee Tour”, visite guidate dei luoghi storici legati al caffè. Anche in bicicletta. Degustazioni e visite con abbinamenti. Conferenze, laboratori e diverse competizioni (9ª edizione Capo in B Championship e 3ª edizione Moka Contest).

Le gare

Torna la “Capo in B Championship”, l’apprezzata e sempre seguitissima sfida tra baristi della città che si svolgerà presso la Workshop & Competition Area venerdì 25 ottobre dalle 14. Realizzata in collaborazione con la FIPE di Trieste, prevede la valutazione dei caffè da parte di una giuria di esperti che analizzeranno l’aspetto visivo, le proporzioni tra caffè e schiuma e il gusto di quattro preparazioni, che dovranno essere realizzate in un tempo massimo di 5 minuti, dando prova di abilità manuale e spirito artistico.

Sabato 26 ottobre alle 15 sarà invece il momento del Moka Contest, aperta agli appassionati di caffè con la moka. A disposizione 10 minuti di tempo per ogni partecipante. La preparazione del caffè può essere sia già macinato che in grani e macinato all’istante. La moka (ad induzione) può essere portata da casa così il come caffè. Chi ne sarà sprovvisto potrà utilizzare l’attrezzatura fornita dall’organizzazione del Festival.

Il tema della nona edizione

Co&phi, il caffè tra spazio fisico e spazio digitale è il filo conduttore del 2024, scelto con l’intento di esplorare il connubio tra il mondo fisico e quello digitale attraverso il tema del caffè, attraverso eventi culturali e artistici che combinano l’esperienza tradizionale del caffè con le più moderne tecnologie digitali.

Tra le iniziative da segnalare il 22 ottobre dalle 18 alle 20 alla Sala Maggiore della Camera di Commercio “Trieste Capitale del Caffè 2.0: esperienze sensoriali e immersive con digital districts e cinexo per definire la nuova capitale del caffè digitale” e il 24 ottobre dalle 16.30 alle 18.30 in sala Bobi Bazlen “Coffee Imprint: presentazione del progetto di tracciabilità e trasparenza di filiera”.

Durante tutti gli eventi del Trieste Coffee Festival sarà promossa l’iniziativa “Offri un Caffè Buonissimo” per sostenere i piccoli pazienti e le famiglie seguiti da A.B.C. Associazione per i Bambini Chirurgici del Burlo.

Per ulteriori informazioni su Trieste Coffee Festival basta cliccare qui

Il programma completo

27 settembre 2024

Comune di trieste                                     

12.00  Conferenza stampa: con la partecipazione di Everest Bertoli, assessore al bilancio, comune di trieste, Alberto Polojac, direttore artistico trieste coffee festival e socio amministratore freshmedia srls, Arianna Mingardi, presidente associazione caffè trieste, Pierluigi Medeot, segretario generale della cciaa vg e direttore generale di aries scarl, Roberto Nocera, general manager la san marco, main sponsor tecnico.

1-16 ottobre 2024

Le aziende aperte aprono in occasione dell’international coffee day le aziende della filiera del caffè.

  • 1 ottobre Amigos
  • 2 ottobre Bloom Specialty Coffee con possibilità di bike coffee tour
  • 3 ottobre Demus
  • 4 ottobre Guatemala torrefazione caffe’
  • 5 ottobre La San Marco
  • 6 ottobre Excelsior industrie caffè
  • 8 ottobre amigos con visita del presidente della cciaa vg, antonio paoletti
  • 15 ottobre coffee tree
  • 16 ottobre Bloom Specialty Coffee con possibilità di bike coffee tour

3 ottobre 2024

Sala bobi bazlen: 16.30 – 18.30    arie di caffè

In apertura e in chiusura degli eventi del giovedì al gopcevich letture di poesie a tema caffè con sottofondo musicale di igor longhi, pianista e compositore.

A seguire il caffè: bevanda salutare

intervento a cura dell’ingegner Marino petracco in collaborazione con Associazione museo del caffè.

10 ottobre 2024

Sala bobi bazlen: 16.30 – 18.30  arie di caffè

In apertura e in chiusura degli eventi del giovedì al gopcevich letture di poesie a tema caffè con sottofondo musicale di igor longhi, pianista e compositore.

Il mondo in una tazzina di caffè

Recital di edda vidiz. Con il quartetto d’archi diretto dal maestro    piero zanon. A cura dell’associazione xiii casade aps.

16 ottobre 2024

Urban caffè: 15.00-16.00       bean 2 cup by bloom specialty coffee

17 ottobre 2024

Sala bobi bazlen 16.30 – 18.30: arie di caffè

In apertura e in chiusura degli eventi del giovedì al gopcevich. Letture di poesie a tema caffè con sottofondo musicale di Igor Longhi, pianista e compositore.

A seguire  presentazione del libro di Roberto Morelli  “Muovere merci, muovere il mondo” la famiglia, L’impresa, il contesto storico: i 90 anni del gruppo Pacorini 

19 ottobre 2024

Fun active: 10.00 partenza del bike coffee tour

Urban caffè:  11.00-12.00 letture al caffè con triestebookfest

Giocomondo aps: 15.00 – 18.00 laboratori per bambini

20 ottobre 2024

Antico caffè torinese                   11.00-12.00 letture al caffè con triestebookfest

21-27 ottobre 2024             

Settimana Trieste capitale del caffè

Nei ristoranti aderenti: 20.00 -23.00 piatti al caffè in collaborazione con fipe

Nei bar aderenti: 18.00 – 24.00  aperitivi al caffè by trieste cocktail week in collaborazione con fipe

22 ottobre 2024

Sala maggiore cciaa vg: 18.00 – 20.00 trieste capitale del caffè 2.0: Esperienze sensoriali e immersive con digital districts e Cinexo per definire la nuova capitale del caffè digitale

23 ottobre 2024

 Urban caffè: 15.00 – 16.00 gioca con gli aromi con la Guida del caffè

Antico Caffè San Marco: 17.30-19.30  aperitivi al caffè deca

Ai fiori: 20.00 – 23.00  cena al caffè

24 ottobre 2024

 Sala bobi bazlen:16.30 – 18.30 arie di caffè

In apertura e in chiusura degli eventi del giovedì al gopcevich

Letture di poesie a tema caffè con sottofondo musicale di igor longhi, pianista e compositore.

A seguire  coffee imprint: la tracciabilità immersiva

 25 ottobre 2024

Triestespresso expo

Workshop & competition

Area pad 27: – 16.00  9ª edizione“capo in b” championship gara tra i baristi triestini in collaborazione con Fipe Trieste.

26 ottobre 2024

Fun active: 14.00 partenza bike coffee tour

 Triestespresso expo

Sala ressel pad 27: 15.00 – 17.00  3ª edizione moka contest, la gara di moka aperta al pubblico

La muta: 18.00 – 24.00  after party triestespresso expo con svn senses coffee liquer e domina venti vodka

 27 ottobre 2024

Bar e ristoranti:10.00-17:00    trieste coffee tour con guide nordest e la San Marco

28 ottobre 2024

Antico caffè san marco 18.00-20.00  Presentazione del libretto “il monocolo” con Maurizio Stagni e Alberto Polojac

30 ottobre 2024 – 4 novembre

Piazza borsa: 10.00-17:00    corner caffè presso trieste science fiction

31 ottobre 2024

Hilton double tree 18.00 – 24.00 halloween closing party con creativa

 

Così la Svizzera è diventata il secondo esportatore e il primo commerciante mondiale di caffè

0
SVizzera
Espresso e cappuccino hanno ormai preso il sopravvento sul tradizionale café crème (Credits: Nataliya da Pixabay)

MILANO – La Svizzera si conferma un hub mondiale del commercio del caffè: l’anno scorso la confederazione elvetica è stata, in assoluto, il secondo esportatore a valore di caffè (primo esportatore di caffè trasformato). Inoltre, ai crudisti svizzeri fanno capo oltre i due terzi del commercio mondiale di caffè verde: flussi che non passano fisicamente per il paese alpino, ma la cui logistica è gestita dalle grandi aziende localizzate sulle rive del lago Lemano o nel zurighese.

Queste alcune delle interessanti considerazioni contenute nell’introduzione del report Deloitte Coffee Study 2024 (“Forces shaping the market and consumer behaviours”), che la divisione svizzera del prestigioso analista britannico ha presentato alla stampa lo scorso fine settimana.

Lo studio si basa su un’indagine condotta su un campione significativo di 7mila consumatori, di età superiore ai 16 anni, condotta nel marzo 2024, in 13 paesi: Brasile, Cina, Corea del sud, Francia, Germania, Giappone, India, Italia, Messico, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e, appunto, Svizzera.

L’indagine online è stata integrata da interviste in presenza con esperti dell’industria.

Tornando alla Svizzera è sorprendente l’ascesa dell’industria elvetica sui mercati internazionali, avvenuta negli ultimi tre decenni

Sino agli anni novanta, la confederazione – fermo restando quanto già scritto per il commercio – non presentava volumi significativi dell’export.

Contenuto riservato agli abbonati.

Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.

La San Marco avvia lo sviluppo delle vendite in Messico insieme a Cucinamatte

0
san marco
Team La San Marco & Cucinamatte nella Expo Abastur 2024 a Citta' del Messico (immagine concessa)

CITTÀ DEL MESSICO – La San Marco ha siglato un accordo, attraverso il suo distributore locale, con Cucinamatte a supporto dello sviluppo commerciale del brand in Messico. Una partnership importante, che sancisce la collaborazione tra le due realtà, finalizzata alla promozione e alla valorizzazione dell’intera filiera del caffè, oltre che allo sviluppo del brand storico italiano sul territorio Messicano.

La San Marco insieme a Cucinamatte per lo sviluppo del brand in Messico

Sinonimo di macchine per il caffè espresso e fondata nel 1920, La San Marco è un punto di riferimento mondiale per chi pretende il meglio da tradizione e innovazione.

L’evoluzione nel tempo delle sue macchine è scandita dai tanti modelli che hanno lasciato il segno per le loro qualità uniche ed è la storia di una realtà italiana che ha esportato con successo in tutto il mondo la grande tradizione e passione dell’espresso e che oggi, attraverso una consolidata organizzazione e un’efficiente rete commerciale, si è garantita un posto stabile ai vertici del settore.

Cucinamatte, marca registrata a Città del Messico nel 2020, in piena pandemia, nasce come bazar gourmet con consegna a domicilio che offre un’ampia scelta di cibi e bevande 24 ore su 24. Con un solo box i clienti potranno vivere un’esperienza culinaria unica nel comfort di casa propria. Inoltre Cucinamatte utilizza il metodo “NONNAANNA” per la preparazione e la consegna dei suoi prodotti, garantendone la qualità e la freschezza.

Il trade union tra la piantagione e il made in Italy con LSM (immagine concessa)

Lo studio e l’investigazione maniacale di tutta la filiera caffeicola sono culminate nel 2023 con la presentazione nella SCA EXPO di Portland (Aprile 2023) del prodotto principale del marchio Cucinamatte: una miscela di specialty selezionate, come da descrizione del prodotto da un italiano che vive in Messico da anni (il fondatore ndr) e che ha avuto l’opportunità di viaggiare e degustare i principali “Paesi del caffè” in America Centrale/Sud, spinto da una grande passione: “un buon caffè”, una ricerca senza fine della perfezione nel caffè. “De la Finca a la taza” : dalla piantagione alla tazza. Alla tazzina, appunto.

Lo scorso gennaio 2024 è stato inaugurato a Città del Messico il primo flagship store, nella centralissima colonia San Rafael: Cucinamatte ’82. Si tratta appunto di una caffetteria di specialità e di una cucina “versatile”, dove, insieme al supporto de La San Marco si organizzeranno corsi formazione specializzata nella preparazione e nel servizio del caffè, comprese la conoscenza delle diverse miscele e le modalità di preparazione della tazzina. Presto diventera’ anche una microtorrefazione.

Cucinamatte ’82, il primo flagshipstore Cucinamatte a Città del Messico (immagine concessa)

L’accordo con La San Marco si inserisce nella più ampia mission di Cucinamatte di avvicinare origini e consumo, accrescere conoscenza e capacità di chiunque sia coinvolto nella filiera del caffè, dall’agricoltore al torrefattore, al barista e aprire per i produttori, in questo caso messicani, una più ampia finestra sul mondo del consumo.

Dalla pianta di caffè alla tazzina di espresso con LSM (immagine concessa)

La collaborazione tra le due parti vuole migliorare la promozione del caffè di origine, promuovere il consumo e la conoscenza del caffè di qualità, promuovere la tracciabilità del caffè e incoraggiare la produzione di caffè virtuosi in un contesto di sostenibilità ambientale.

Papa Francesco ordina come tutti noi un espresso in un bar nel Principato del Lussemburgo

0
papa francesco wikimedia commons
Papa Francesco I (immagine: Wikimedia Commons)

Papa Francesco, in occasione del viaggio in Lussemburgo, ha ordinato un caffè insieme ad altri collaboratori in un locale vicino alla Casa Arcivescovile. André Ribeiro, un dipendente del locale Grupetto, ha raccontato di essere rimasto scioccato quando il pontefice è entrato. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa.

La tazzina di caffè di Papa Francesco a Lussemburgo

LUSSEMBURGO – Il Papa al bar per un caffè. È il curioso e del tutto insolito fuori programma del Pontefice in occasione del viaggio in Lussemburgo che si è concluso con l’incontro con la comunità cattolica. “Dopo pranzo Papa Francesco ha preso un caffè con alcuni collaboratori in un locale nei pressi della Casa Arcivescovile”, racconta Silere non possum, pubblicando una foto del Papa sulla sedia a rotelle accanto ai suoi collaboratori davanti al bancone di un bar gestito da un giovane in attesa di un caffè.

Dopo aver lasciato il bar, frequentato soprattutto da tifosi del ciclismo, lungo il percorso ha incontrato e benedetto una donna incinta. Ha poi fatto ritorno alla residenza.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Lavazza apre il primo Training & Experience Center in Belgio ad Anversa

0
lavazza
Il Training Center Lavazza ad Anversa (immagine concessa)

ANVERSA – Il 25 settembre è stato inaugurato il primo Lavazza Training & Experience Center in Belgio, un traguardo significativo nell’espansione della rete globale del brand. Questo nuovo centro, situato ad Anversa, sottolinea l’impegno a promuovere e condividere la cultura del caffè italiano di alta qualità con i coffee lover belgi.

Il primo Lavazza Training Center in Belgio

Con oltre 55 Training Center in tutto il mondo, il brand Lavazza offre la rete di formazione internazionale più grande del settore. La sede di Anversa diventa così il quarto centro nel Benelux e il primo in Belgio, segnando un importante traguardo nello sviluppo strategico di Lavazza. L’obiettivo è formare sia i professionisti del settore che gli amanti del caffè, arricchendo la cultura della tazzina in Belgio.

Siebren Nicolai, marketing manager Benelux del brand Lavazza, afferma: “Siamo orgogliosi di aprire il primo Lavazza Training Center in Belgio, una nazione nota per il profondo amore per il caffè. Il Belgio è tra i primi 10 paesi per consumo di caffè pro capite e abbiamo notato un crescente interesse per la qualità. L’esperienza di Lavazza, unita alla sua dedizione all’innovazione e all’eccellenza, contribuirà senz’altro a elevare la cultura del caffè nella regione”.

La partnership strategica con Bluespresso

Questo risultato è stato reso possibile grazie alla collaborazione vitale con Bluespresso, il distributore ufficiale di Lavazza per il settore della ristorazione nei Paesi Bassi dal 2010 e in Belgio dal 2019. Bluespresso è stato fondamentale non solo nella distribuzione dei prodotti Lavazza nel mercato horeca belga, ma anche nel facilitare questo nuovo capitolo creando un collegamento diretto tra il marchio e la comunità locale del caffè.

Maayk de Poorter, ceo Bluespresso, afferma: “Il nostro caffè di alta qualità può esprimere tutto il suo potenziale solo se, oltre ai giusti prodotti Lavazza, consigliamo le migliori attrezzature e ci assicuriamo che i dipendenti delle nostre relazioni horeca siano in grado di preparare la tazzina perfetta. Offriamo formazione illimitata e gratuita durante la collaborazione, per garantire che i dipendenti abbiano le conoscenze e le competenze giuste per offrire ai clienti la migliore esperienza del caffè italiano”.

lavazza
Il Training Center Lavazza (immagine concessa)

Maayk de Poorter continua: “Il Training Center viene anche utilizzato per organizzare sessioni di degustazione per supportare i clienti nella scelta del caffè giusto per il loro locale, creando ambasciatori che conoscono tutto su Lavazza, la cultura del caffè italiano e i metodi di preparazione, con l’obiettivo di servire l’espresso migliore agli ospiti.”

Eredità globale di educazione al caffè, innovazione e design

Il Training Center – fondato a Torino nel 1989 e oggi attivo in oltre 55 sedi nel mondo – considera il caffè come un elemento culturale e soggetto di studi continui. I suoi due pilastri principali sono la “Scuola del Caffè”, che fornisce formazione professionale sui sistemi di preparazione dell’espresso, e il “Coffee Design”, che si concentra sulla ricerca e sviluppo di ricette e strumenti per offrire un’esperienza sensoriale unica.

Nel nuovo Training Center, Lavazza offrirà una vasta gamma di corsi appositamente progettati per il settore Horeca belga. Baristi certificati dalla SCA (Specialty Coffee Association) guideranno le sessioni di formazione, dotando i partecipanti di competenze in coltivazione del caffè, tecniche di preparazione, latte art e il concetto rinomato di “Coffee Design” di Lavazza.

Il “Coffee Design” di Lavazza, creato in collaborazione con il filosofo del cibo Ferran Adrià nei primi anni 2000, è un approccio che combina una profonda conoscenza del caffè con discipline come biologia, chimica, estetica, alta cucina e la storia delle tradizioni culinarie, dando vita a ricette come caviale di caffè e torta di pan di spagna al tiramisù.

L’erogazione del caffè (immagine concessa)

Inoltre è stata presentata l’ultima aggiunta alla gamma ¡Tierra!: ¡Tierra! Special Edition, creata in occasione del 20º anniversario della Fondazione Lavazza, nata per promuovere e implementare progetti di sostenibilità economica, sociale e ambientale per le comunità produttrici di caffè in tutto il mondo.

“Crediamo fermamente che la formazione professionale sia la chiave per offrire ai consumatori la migliore esperienza di caffè possibile. Da oltre 30 anni, il Lavazza Training Center è leader in questo campo e siamo entusiasti di aprire la nostra prima sede belga qui ad Anversa. Questo porta la rete del Training Center a un totale di 56 sedi. Siamo ansiosi di accogliere professionisti del settore dell’ospitalità e appassionati di caffè per condividere l’arte della preparazione della bevanda,” Marcello Arcangeli, direttore globale Lavazza Training Center.

Così il Consorzio promozione caffè celebra la Giornata internazionale della tazzina

0
giornata internazionale caffè
La Giornata internazionale del caffè (immagine concesssa)

MILANO – Possono essere di ceramica, di vetro o di carta: quel che è certo, è che ogni giorno, sono 3,1 miliardi le tazzine di caffè che si bevono in tutto il mondo . Da una città all’altra del globo, le tradizioni e le abitudini con cui si gusta questa bevanda, seconda per consumo solo all’acqua, possono essere le più diverse, ma con un filo rosso che le lega: il caffè è rito, momento di condivisione che cambia a seconda delle tradizioni e dei paesi.

È il profumo del mattino, la conclusione di un pasto, il momento di pausa, il dopo cena. È un’esperienza che, con il suo aroma e il suo gusto inconfondibile, celebra la vita.

Nella Giornata internazionale del caffè, che si festeggia ogni anno il 1° ottobre, il Consorzio promozione caffè celebra l’iconica bevanda simbolo del made in Italy sottolineando il suo carattere globale e la sua capacità di esprimere lo spirito di ogni luogo, conservando allo stesso tempo la sua essenza. Perché tutto il mondo è un caffè.

Una filiera globale dal cuore italiano

Nel suo lungo viaggio fino alla tazzina, il caffè racchiude le influenze di numerosi paesi: il caffè verde, infatti, dalle piantagioni del Brasile, della Colombia e dell’Etiopia, tra i principali produttori della varietà Arabica, e da quelle dell’Africa Occidentale, dell’Indonesia e dell’India, dedicate invece alla coltivazione di Robusta, è trasportato per migliaia di chilometri fino in Nord America e in Europa, dove sono situati i principali paesi consumatori, per trasformarsi grazie al processo di tostatura che conferisce al chicco il proprio aroma inconfondibile.

Ed è proprio questo uno dei tratti distintivi del caffè italiano, un’arte che i maestri torrefattori italiani si tramandano di generazione in generazione: un processo fondamentale che richiede tempi e temperature diversi e accuratamente studiati per ogni varietà e origine di caffè per consentire ai chicchi di esprimere al massimo la loro potenzialità di aroma, acidità, corpo e sapore.

L’eccellenza nella torrefazione made in Italy ci vede protagonisti a livello globale, con il Belpaese secondo esportatore al mondo di caffè torrefatto (2,25 miliardi di euro nel 2023 in crescita del 6,8%) .

Mille modi per gustare il caffè, un’unica passione

Lungo lo Stivale, è possibile gustarlo in infinite preparazioni: dalla mitica moka all’espresso napoletano dalla caratteristica crema, passando per il “nero” triestino e per quello valdostano, perfetto da bere in compagnia grazie alla tipica “grolla”. O ancora le varianti corrette al rum, come la moretta di Fano e il ponce di Livorno, per arrivare in Puglia con il caffè freddo leccese, con ghiaccio e latte di mandorla.

“Da eccellenza del Made in Italy, il caffè è il simbolo che meglio racconta il senso dell’italianità: la nostra capacità di aprirci al mondo e di interpretarlo, senza dimenticare la nostra essenza e la nostra tradizione. In occasione della Giornata Internazionale del Caffè non possiamo che celebrare la vocazione globale di questa bevanda, la sua capacità di adattarsi ai gusti più diversi, che interpretano le tradizioni dei luoghi, e agli abbinamenti più particolari, restando sempre protagonista di un momento di convivialità e condivisione. Il caffè è forse la bevanda che meglio interpreta nel mondo le nostre diversità, valorizzandole e unendole in un rito che ci fa sentire più vicini”, dichiara Michele Monzini, Presidente di Consorzio promozione caffè.

Paese che vai, caffè che trovi

Ed è proprio dal nostro Paese, dalle sue piccole e grandi torrefazioni dove viene macinato e confezionato, che riparte il viaggio del caffè in tutto il mondo, per essere servito su migliaia di banconi e tavolini di un bar o assaporato nell’intimità di milioni di case. Con usi e costumi diversi, ma uniti in un grande rito collettivo. Perché grazie a una tradizione lunga oltre 400 anni, gli italiani sono il popolo che maggiormente ha contribuito a rendere il caffè un rito internazionale.

La diffusione delle macchine da espresso da bar a partire dal Secondo Dopoguerra, per esempio, ha contribuito alla nascita di innumerevoli tradizioni locali, in cui gli aromi e il gusto del caffè si sono uniti ai sapori e ai costumi tipici del luogo.

Ne è una testimonianza, per esempio, il caffè cubano, detto anche Cafecito, dove si aggiunge un cucchiaino di zucchero di canna direttamente nel portafiltro insieme alla miscela, per conferire alla bevanda un gusto decisamente più dolce.

A base di espresso sono anche il caffè bombon, una rivisitazione a base di latte condensato tipica della città di Valencia, o il galão portoghese, che ricorda sia il gusto sia l’aspetto visivo del “nostro” latte macchiato.
Abbinamenti sorprendenti

La versatilità del caffè si conferma anche nella sua capacità di adattarsi alle tradizioni gastronomiche di ogni Paese, dando vita ad abbinamenti inusuali. Se in Italia può essere macchiato con il latte o bevande vegetali, abbinato sia a pietanze dolci che salate, come a frutta fresca, secca e yogurt, in Finlandia è spesso accostato al leipäjuusto, un formaggio lappone cotto a fiamma che si scioglie lentamente con il calore della bevanda, mentre il messicano caffè de olla, preparato in una pentola di terracotta, è arricchito con una speciale miscela di chiodi di garofano, anice, cannella e uno zucchero lavorato noto come piloncillo.

Gli accostamenti curiosi sono anche in Estremo Oriente, come in Vietnam, dove si può gustare l’Egg Coffee, con l’aggiunta di tuorlo d’uovo frullato, o a Singapore, con il tradizionale Kopi Gu You servito con una noce di burro appoggiata direttamente sul cucchiaino.

Con fantasia e creatività, il caffè continua a scrivere la sua grande storia, continuando ad essere protagonista e compagno quotidiano dei consumatori in tutto il mondo.

Un tour mondiale del caffè secondo le sue numerose preparazioni differenti

Il viaggio del caffè intorno al mondo non è solo attraverso ingredienti, aromi e sapori, ma anche negli strumenti per prepararlo.

Uno dei più famosi è il cezve turco, un bricco dalla forma allungata che dona una consistenza densa al caffè, per cui è necessario qualche minuto di decantazione per far depositare i sedimenti sul fondo delle tazzine che potranno essere interpretati secondo l’antica arte della caffeomanzia.

Tipica dei paesi arabi è invece la dallah, una caffettiera dal caratteristico beccuccio a mezzaluna e impreziosita da incisioni decorative, dove il caffè viene bollito con zucchero e cardamomo e posto sul fuoco per tre volte prima di essere servito nella finjaan, una tazzina senza manico.

Alternativa d’oltralpe all’italianissima moka è la cafetière à piston, meglio conosciuta come french press: basata sul principio dell’infusione, è particolarmente apprezzata da chi ama il caffè lungo e vuole dosare gusto e intensità.

Dal Nord Europa al Giappone, passando per l’India, il filtro è una vera istituzione in tutto il mondo. La sua estrazione si basa sul principio della percolazione: gocciolando lentamente attraverso uno strato di caffè macinato posto in un filtro di carta, l’acqua calda trasferisce nella bevanda le sostanze idrosolubili, conferendole aromi e sentori differenti dagli altri metodi di estrazione.

La magia del caffè non avviene solo ad alte temperature: ce lo ha insegnato il cold brew, il caffè freddo di tendenza ottenuto dalla macerazione della miscela con acqua e ghiaccio.

ll Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale celebra la Giornata dedicata al chicco con la promozione del rito a patrimonio Unesco

0
consorzio
Il logo del Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale

MILANO – Il primo ottobre ricorre la Giornata internazionale del caffè, celebrata in molti locali storici di tutta Italia con la regia del Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale, per promuovere la candidatura a patrimonio immateriale Unesco del rito del caffè espresso italiano tradizionale, elemento identitario del nostro Paese.

Una storia affascinante e un futuro ricco di novità, come spiegherà l’evento online, trasmesso in live streaming dalle ore 11.00, organizzato dal Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale, presieduto da Giorgio Caballini di Sassoferrato.

Il programma inizia con la relazione del vice direttore generale e direttore ufficio studi di Fipe, Luciano Sbraga suLe sfide dei bar in prospettiva futura, tra competenze professionali e capacità manageriali”.

Seguirà il confronto tra alcuni protagonisti del mondo dell’associazione e della formazione nel settore del caffè moderati dal Presidente del Comitato Scientifico del Consorzio, Helga Sanità su “La formazione professionale. Una chiave per sviluppare competenze ed abilità per rendere il rito del caffè un momento unico“.

A seguire alcune interviste a tre donne del mondo del caffè. Grande attenzione sarà dedicata al progetto di candidatura del Rito del caffè espresso italiano tradizionale a patrimonio immateriale dell’umanità da parte di Unesco con il Referente della Rete delle Comunità rappresentative d’Italia, Luigi Morello e la Direttrice per le politiche culturali e il turismo della Regione Campania, Rosanna Romano.

Ci si collegherà infine con alcune Comunità del Rito del Caffè in Italia che si sono impegnate a diffondere e a promuovere la Carta dei Valori e in conclusione il videomessaggio del Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha la titolarità del dossier di candidatura del Rito del Caffè Espresso Italiano Tradizionale.

Eventi si terranno inoltre in tutta Italia – sempre il primo ottobre e a cura delle Comunità rappresentative del Rito del Caffè Espresso – per sostenere la candidatura Unesco e promuovere la raccolta delle firme a supporto. E non è tutto: Il Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale promuove anche quest’anno l’iniziativa denominata “Un caffè per…”, dedicata alla Fondazione Telethon (qui per la donazione e per sostenere la candidatura), organizzazione per la ricerca biomedica e la cura delle malattie generiche rare: un’abitudine solidale della tradizione napoletana trasferita dal Consorzio su un piano più ampio attraverso una campagna benefica realizzata in collaborazione con le Comunità italiane rappresentative del Rito del Caffè Espresso.

Ecco gli appuntamenti nelle principali città italiane

Le comunità rappresentative del Rito del Caffè Espresso – a Torino, Milano, Venezia, Trieste, Bologna, Roma, Napoli, Lecce, Pescara, Palermo, Modica –  che sostengono il dossier di candidatura a patrimonio Unesco, promuovono il 1° ottobre queste iniziative:

Trieste

Antico Caffè San Marco: La giornata si inserisce nel programma del “mese del caffè”, con il Trieste Coffee Festival e Triestespresso Expo. Le aziende della filiera saranno aperte al pubblico per scoprire cosa succede dal chicco di caffè alla tazzina servita al bar.

Venezia

Caffè Florian: Adv bilingue esposti all’interno del locale in più postazioni, con il QR code del rito del caffè espresso, sostenendone la candidatura come bene immateriale dell’Unesco.

Bologna

“Giovani e caffè: l’energia del futuro in ogni tazza”: all’Istituto alberghiero Veronelli si terrà un incontro rivolto ai giovani come futuri ambasciatori di un consumo consapevole e sostenibile, per sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza di preservare le tradizioni legate al caffè.

Roma

“Voci di caffè”: il Rito del caffè espresso raccontato dai coffee lovers nei bar della Capitale, le cui testimonianze sono raccolte in brevi video diffusi attraverso una campagna social, per evidenziare come questo antico rito, ancora oggi, rappresenti un momento di convivialità, confronto e riflessione.

Alcune di queste testimonianze verranno trasmesse in occasione dell’evento online del Consorzio.

Napoli

Ore 12.00, Gran Caffè Gambrinus: saranno premiati i vincitori del contest fotografico “Il rito del caffè in uno scatto fotografico”. Le 10 foto più votate saranno esposte nei locali dello storico Caffè.

Lecce

Programma permanente per la diffusione della cultura del Rito del Caffè Espresso e la raccolta firme a sostegno della candidatura Unesco attraverso quotidiani e canali social.

Palermo

ore 10.00: “Dai cafè ai caffè. Il Rito dell’Espresso nel tempo”. La caffetteria simbolo della Belle Époque palermitana, il Caffè Palermo, ospiterà il giornalista Gaetano Basile per raccontare la storia dei caffè letterari e l’evoluzione del caffè al giorno d’oggi.

In altre città anche grazie alla Fipe, all’Associazione Locali storici d’Italia, ad alcuni Musei dedicati alla storia del caffè, nonché a singole iniziative si svolgeranno eventi volti alla raccolta benefica a favore di Fondazione Telethon e alle firme a sostegno della candidatura.

Julius Meinl lancia per il primo ottobre l’edizione limitata Burundi Gakenke

0
julius meinl burundi
L’edizione limitata Burundi Gakenke (immagine concessa)

VICENZA – Julius Meinl, storica torrefazione viennese con cuore produttivo a Vicenza e icona nel mondo del caffè, celebra la Giornata internazionale del caffè 2024 – 1° ottobre – con il lancio di un’esclusiva edizione limitata: il Burundi Gakenke 100% Arabica. Questo caffè speciale, parte della serie The Originals Limited Edition, si distingue per le sue straordinarie caratteristiche sensoriali e il forte legame con pratiche sostenibili, confermando l’impegno dell’azienda verso la qualità e la responsabilità sociale.

Julius Meinl per la Giornata internazionale del caffè con Burundi Gakenke

Come sottolinea Christina Meinl, membro della famiglia di quinta generazione: “Il caffè è molto più di una semplice bevanda: è un momento di riflessione, connessione e creatività. Con il nostro nuovo Burundi Specialty Coffee, offriamo ai nostri partner l’opportunità di regalare ai loro clienti un’esperienza di caffè davvero eccezionale in occasione di questa importante celebrazione globale. Che si tratti di una pausa di riflessione personale o di un momento condiviso con gli altri, una tazza di caffè ha il potere di arricchire ogni istante della giornata”.

Il Burundi Gakenke è un caffè monorigine proveniente dalla Gakenke Station nella provincia di Kayanza, in Burundi. La varietà Red Bourbon, lavorata naturalmente, è raccolta e selezionata a mano da un ampio gruppo di piccoli agricoltori locali, per poi essere essiccata interamente come ciliegia.

Questo processo conferisce al caffè un profilo aromatico unico, caratterizzato da una vibrante fragranza floreale, sapori fruttati e una dolcezza ricca. In tazza, ogni sorso rivela un’esplosione di arancia rossa, con delicate note di tè nero e zucchero di canna caramellato.

La stazione di Gakenke, che rappresenta oltre 1700 coltivatori, è gestita dall’azienda burundese Greenco, che fornisce assistenza agrotecnica e sviluppa programmi per migliorare le condizioni socio-economiche e ambientali della comunità. Questa collaborazione riflette la dedizione di Julius Meinl verso pratiche agricole sostenibili, mirate a migliorare il benessere delle comunità del caffè per le generazioni future.

Un’eccellenza premiata: 86 punti sulla scala SCA

Il Burundi Gakenke si inserisce nell’ambito della serie The Originals Limited Edition, una selezione di micro-lotti tostati presso la sede centrale di Julius Meinl a Vienna secondo gli elevati standard della Specialty Coffee Association (SCA).

Questo caffè ha ottenuto un notevole punteggio di 86 punti sulla scala SCA, confermandosi come un prodotto di assoluta eccellenza, perfetto per coloro che desiderano offrire ai propri clienti un’esperienza di caffè senza pari.

La scheda sintetica di Julius Meinl

Julius Meinl è un’azienda familiare austriaca di grande successo internazionale e da 160 anni è l’ambasciatrice nel mondo della cultura delle caffetterie viennesi. Il successo globale di Julius Meinl si basa su valori tradizionali: cinque generazioni di esperienza nel caffè, prodotti di qualità premium e un eccellente servizio ai clienti.

Julius Meinl è ambasciatrice globale per la cultura del caffè viennese e oggi ispira le persone in tutto il mondo, proprio come facevano in passato i caffè letterari.

• Fondata nel 1862 a Vienna
• 1000 dipendenti in tutto il mondo
• Presente in più di 70 paesi in tutto il mondo: market leader in Austria e nei Paesi dell’Europa Centrale e settimo player nel mercato Ho.Re.Ca. Italiano
• Circa 40.000 clienti in tutto il mondo
• Centri di produzione a Vicenza (Italia) e a Vienna (Austria)