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sabato 23 Novembre 2024
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Casa Optima: Javier Ferrán nominato presidente del Consiglio di amministrazione

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Da sinistra: il ceo Francesco Fattori e il presidente CdA Javier Ferrán (immagine concessa)

SAN CLEMENTE (Rimini) – Casa Optima, gruppo italiano attivo in oltre 150 Paesi e titolare di otto marchi tra i più diffusi e apprezzati nel mercato del gelato artigianale, della pasticceria di alta qualità e del bere miscelato, annuncia con entusiasmo l’ingresso di Javier Ferrán come presidente del Consiglio di amministrazione.

Javier Ferrán, che in passato ha ricoperto il ruolo di ceo di Bacardi, è attualmente presidente di Diageo, società quotata leader globale nella produzione e distribuzione di bevande alcoliche, e di International Consolidated Airlines Group, la società madre di British Airways, Iberia, Vueling e altre importanti compagnie aeree.

“Il mercato in cui opera Casa Optima presenta eccellenti opportunità di crescita a medio e lungo termine – dichiara Javier Ferrán, “Casa Optima è un gruppo leader e ben gestito, con performance superiori alla media del mercato, sia in termini di crescita che di margini. Vedo grandi opportunità, organiche e inorganiche, per far crescere e consolidare ulteriormente il mercato nel futuro”.

“Siamo entusiasti di accogliere Javier Ferrán nel nostro CDA come Presidente. Javier affiancherà un team già molto motivato e performante e il suo contributo sarà per noi una inestimabile opportunità per consolidare ulteriormente i piani di espansione internazionale e i progetti di M&A nei nostri mercati core e in nuovi mercati strategici adiacenti”, aggiunge Francesco Fattori, CEO di Casa Optima.

“La nomina di Javier segna una tappa fondamentale nel percorso di crescita di Casa Optima, successiva al nostro investimento – conclude Antonio di Lorenzo, Partner di Charterhouse Capital Partners LLP, azionista della società, “La sua visione e leadership daranno un impulso strategico alla capacità dell’azienda di sfruttare al meglio le numerose opportunità di espansione futura. Sotto la guida di Javier e Francesco, la società è pronta a scrivere un nuovo e sfidante capitolo di successo”.

Con l’ingresso di Ferrán come Presidente del CDA, Casa Optima si prepara a rafforzare la sua posizione di leader globale nel mercato e a sfruttare nuove opportunità di crescita sia a livello organico che attraverso acquisizioni strategiche.

La scheda sintetica di Casa Optima

Casa Optima – Making Life Sweeter Together è il gruppo multibrand numero uno, a livello mondiale, del Gelato artigianale italiano, della Pasticceria d’eccellenza e del Bere miscelato. Una sola realtà creata dalla sinergia di 8 diversi brand: MEC3, Giuso, Modecor, Pernigotti Maestri Gelatieri Italiani, Blend, Florensuc, Ambra’s e DOuMIX?.

Con 5 siti produttivi, è presente in oltre 150 paesi nel mondo ed impiega complessivamente oltre 1000 collaboratori, di cui circa 700 in Italia. Dal 2016 il gruppo è parte di Charterhouse Capital Partners LLP, una delle principali società di private equity in Europa. Nell’esercizio 2023 Casa Optima ha realizzato ricavi in crescita del 7% a circa 234 milioni di euro.

Con forze vendite dedicate e una virtuosa rete di partnership distributive, si distingue per essere un gruppo Customer Centric poiché, da sempre, si allena all’ascolto dei clienti, rispondendo con puntualità alle loro richieste e supportandoli in ogni momento, per aiutarli ad accrescere il proprio business. Attento alle tematiche ESG, il Gruppo ha avviato numerosi progetti in quest’ambito, adottando scelte consapevoli e comportamenti virtuosi.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Grancaffè Quadri di Venezia: il restauro mostrato dal documentario

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Il restauro del Grancaffè Quadri di Venezia nel documentario Quadri

VENEZIA – Un documentario ha sintetizzato in 40 minuti tutto il lavoro di restauro di cui è stato protagonista lo storico Grancaffè Quadri di Venezia. La caffetteria è nata nel 1700 ed è stata acquistata nel 2011 dal gruppo Alajamo che ha rinnovato l’insegna sotto le Procuratie Vecchie con l’aiuto dell’architetto Philippe Starck.

Il restauro del Grancaffè Quadri di Venezia

Dopo un periodo di chiusura, il locale ha spalancato nuovamente le porte nel 2017 con una struttura completamente rinnovata.

Il Grancaffè Quadri, dopo il restauro, ha l’angolo caffetteria interno e su piazza. Al piano superiore è invece situato il Ristorante Quadri con 1 stella Michelin con a capo lo chef Sergio Preziosa.

Di seguito riportiamo il documentario pubblicato su YouTube nel 2018 del restauro.

Carimali pubblica il primo Rapporto di sostenibilità del Gruppo VEA

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Il rapporto di sostenibilità (immagine concessa)

CHIGNOLO D’ISOLA (Bergamo) — Il Gruppo Carimali presenta il primo Rapporto di sostenibilità del Gruppo VEA, segnando una tappa fondamentale nel loro impegno verso un futuro sostenibile e sottolineando il contributo alle iniziative globali di sostenibilità. “Questo Rapporto segna solo l’inizio del percorso del gruppo nel misurare, documentare e pubblicare gli sforzi fatti per contribuire a un futuro sostenibile” – commenta Umberto Doglioni Majer, Presidente del Gruppo VEA – “Dobbiamo assumerci il dovere di minimizzare l’impatto della nostra azienda sull’ambiente, fornire soluzioni sostenibili ai nostri clienti e, ogni volta che sia possibile, utilizzare le nostre risorse per fare del bene nel mondo.”

Il Rapporto offre una visione dettagliata delle pratiche aziendali secondo i criteri ESG (Environment, Social, Governance), che valutano la performance ambientale, sociale e di governance del Gruppo.

La sezione Governance esamina come il Gruppo sia guidato e gestito, con particolare attenzione alla trasparenza nelle decisioni e scelte aziendali. Per il Gruppo VEA, essere un’azienda socialmente responsabile va oltre il semplice rispetto delle leggi applicabili. Si tratta di incrementare costantemente gli investimenti nel capitale umano, nell’ambiente e nelle relazioni con gli stakeholder.

Punti chiave includono innovazione e sviluppo, performance finanziaria, etica e governance. La sezione dedicata ai criteri Social analizza l’impatto del Gruppo e le relazioni con il territorio, le persone, i dipendenti, i fornitori e i clienti.

All’interno del Gruppo VEA, le persone sono considerate risorse cruciali e preziose per il corretto funzionamento dell’azienda. L’attenzione alla sicurezza fisica e al benessere dei lavoratori è una priorità, perseguita garantendo un ambiente sicuro e sereno in cui il rispetto per tutti è garantito.

Aspetti chiave includono salute e sicurezza sul lavoro, benessere aziendale e coinvolgimento nella comunità. Infine, la sezione Ambiente valuta come il Gruppo si comporta nei confronti dell’ambiente in cui opera. Il rispetto per l’ambiente è al centro delle riflessioni sulla sostenibilità del Gruppo VEA. Si impegna a fornire soluzioni sostenibili ai propri stakeholder e a utilizzare le risorse disponibili per distinguersi nel settore del caffè. Gli sforzi si concentrano su infrastrutture efficienti, economia circolare ed emissioni atmosferiche.

Il primo Rapporto di Sostenibilità del Gruppo VEA è disponibile qui

L’Associazione dei caffè storici di Torino e del Piemonte protagonista a Terra Madre

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Il fascino dei caffè storici del Piemonte a Terra Madre (immagine concessa)

TORINO – L’Associazione dei caffè storici di Torino e del Piemonte è stata protagonista di un partecipato incontro nel pomeriggio di venerdì 27 settembre, nell’ambito della manifestazione internazionale dedicata al Food, Terra Madre. Ospiti nello stand della Camera di Commercio di Torino, l’appuntamento è stata l’occasione per raccontare il suggestivo fascino dei caffè storici: una realtà culturale che affascina turisti e residenti, dove è possibile immergersi in ambienti curati, custodi di antiche memorie, ma anche di tradizioni gastronomiche che sono eccellenza, tradizione e tipicità.

Terra Madre ospita l’Associazione dei caffè storici di Torino e del Piemonte

In rappresentanza dei 20 caffè storici iscritti all’omonima associazione piemontese, si sono ritrovati davanti l’interessata platea di Terra Madre, Edoardo Cavagnino, presidente dell’Associazione Caffè Storici e titolare del Caffè – Gelateria Pepino (1884), Fulvio Griffa del Caffè Elena (1889), Claudia Carità di The Tea – Torrefazione Moderna (1892), Michela Lertora della Pasticceria Bonfante di Chivasso (1922) e Francesco Roletti della Pasticceria Roletti (1896) di San Giorgio Canavese.

“Non siamo solo musei, ma siamo storia che rivive nella quotidianità, tradizione che si rinnova ogni giorno per residenti e turisti – ha dichiarato Edoardo Cavagnino –  L’Associazione è nata per un’esigenza primaria, quella di conoscerci e confrontarci, e da lì è partita la voglia di fare squadra per fare cultura, tutela e promozione. In Piemonte abbiamo raccolto l’adesione ad oggi di 20 locali, equamente divisi tra città di Torino e il resto della regione e auspichiamo che altri se ne aggiungano, perché solo uniti possiamo far conoscere e capire l’importanza dei Caffè Storici e ambire al riconoscimento di Patrimonio Culturale Immateriale Unesco”.

“Facciamo anche parte di un più grande progetto europeo – ha sottolineato Fulvio Griffa – riconosciuto dal Consiglio d’Europa come uno degli itinerari culturali. A livello locale invece, la nostra Associazione ha promosso la legge regionale per la tutela dei Caffè Storici a cui si sta ispirando il Ministero della Cultura per una legge nazionale. Essere riconosciuti come Patrimonio Immateriale dell’Umanità sarebbe davvero un grande risultato, anche perché è ormai accertato che i turisti che arrivano in Europa cercano di visitare per primi i siti Unesco”.  Griffa ha concluso invitando tutti venerdì 4 ottobre al Caffè Elena per festeggiare un importante compleanno: i 135 anni del locale di piazza Vittorio.

I partecipanti all’evento hanno potuto degustare alcuni prodotti proposti dai Caffè Storici: Claudia Carità di The Tea ha proposto una bevanda ricavata da un’antica ricetta del 1850 di Giovanni Velardi, capo cuoco alla corte dei Savoia. Un tea-punch a base di tè verde, arancia, limone e zucchero, sottolineando la modernità di Casa Savoia in cui già in quel tempo il tè verde era in uso.

La degustazione (immagine concessa)

Bonfante ha proposto gli iconici Nocciolini di Chivasso, rigorosamente prodotti con ingredienti semplici ma di altissima qualità: Nocciole Piemonte IGP, zucchero e bianco d’uovo. Mettendo in evidenza la versatilità del “dessert più piccolo del mondo”. È infatti un ottimo fine pasto, adatto ad accompagnare il caffè, ma trova posto anche nella merenda degli sportivi per il suo valore proteico e per il contenuto energetico immediato.

La Pasticceria Roletti di San Giorgio Canavese ha messo in degustazione il suo biscotto più iconico: il Biscotto della Duchessa. La tradizione vuole che la Duchessa di Pistoia, Lidia d’Arenberg, ospite nel castello di Agliè, usasse andare a San Giorgio Canavese per acquistare “le Duchesse da Roletti”.

Grande apprezzamento per due pasticcini che fanno parte della tradizione piemontese le Paste di Meliga della pasticceria Grigolon di Mondovì e i Garessini della pasticceria Cagna di Garessio. Ambedue sono frutto dell’ingegno sollecitato dalla crisi delle materie prime, quella del frumento per le paste di meliga e quella del cacao per i garessini.

Le Paste di Meliga, che nel monregalese sono una vera e propria istituzione, sono prodotte con farina di mais ottofile e ingredienti selezionati. I produttori sono riuniti in consorzio e dal 2000, le loro paste di meliga, sono diventate presidio Slow Food.

I Garessini – inventati della pasticceria Cagna e divenuti dolce tipico di un intero paese – sono biscotti a base di nocciole e cacao: l’aggiunta di nocciole fu introdotta, come avvenne per il Gianduiotto, per sopperire alla carenza di cacao. Leggermente croccanti all’esterno e morbidi all’interno, sono biscotti dal sapore raffinato e goloso, frutto di una ricetta segreta che si tramanda di generazione in generazione solo all’interno della famiglia Cagna. Ogni garessino è speciale perché viene fatto esclusivamente a mano.

I Caffè Storici sono quindi custodi della vita passata tra le loro mura, fatta anche da personaggi che hanno lasciato un segno nella storia, nella letteratura o nelle arti in generale. Ma sono anche luoghi dove sono nati prodotti iconici, vere eccellenze del nostro patrimonio enogastronomico. Ricordiamo il successo planetario del gelato su stecco ricoperto (il Pinguino di Pepino), del tramezzino nato da Mulassano o del Vermouth di Torino, perfezionato al Caffè Elena, solo per citarne qualcuno. Una delle caratteristiche dei Caffè Storici è che mantengono un altissimo livello qualitativo, tanto nei prodotti offerti quanto nel servizio, oltre ad un’atmosfera autentica e ricca di storia, nella quale immergersi per un piccolo viaggio nel tempo.

Dolce & Gabbana apre la prima caffetteria al mondo a Shanghai

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Il logo Dolce & Gabbana

Dolce & Gabbana apre il suo primo café al mondo a Shanghai. L’opening si inserisce nel piano di espansione della maison italiana nel mercato locale e segue la recente inaugurazione, proprio nella metropoli cinese lo scorso giugno, della sua nuova Casa dedicata alla linea home. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Elena Passeri per il portale Fashion Network.

La caffetteria Dolce & Gabbana a Shanghai

SHANGHAI – Lo spazio di 200 mq promuove lo scambio tra Cina e Italia, facendo leva sul food come ponte tra le due culture, e segna un nuovo passo per Dolce & Gabbana anche in ottica lifestyle.

Situato al secondo piano del flagship store di Citic Square, Dg Caffè offre proposte enogastronomiche gourmet con un menù ispirato alla cucina tipica italiana, pensato per soddisfare i consumatori locali con opzioni adatte sia per cene formali che conviviali.

Insieme al rito del tè pomeridiano, la carta presenta antipasti, portate principali e fine pasto dal gusto del Sud Italia. I dessert includono torte a forma di limoni siciliani e le rose di Dolce & Gabbana, insieme al tiramisù servito in caffettiere Moka ornate con il motivo del Carretto Siciliano.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Associazione museo del caffè per il Trieste Coffee Festival con l’ingegnere Marino Petracco, 03/10

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L'ingegnere Marino Petracco (immagine concessa9

TRIESTE – Anche l’Associazione museo del caffè parteciperà con propri contributi all’edizione 2024 del Trieste Coffee Festival, la kermesse ottobrina che si dispiegherà con diverse manifestazioni e in varie sedi cittadine, in “omaggio” alla nera bevanda. Giovedì 3 ottobre, con inizio alle ore 16.30, alla Sala “Bazlen” di Palazzo Gopcevic (via Rossini 4, sul Canal Grande di Trieste), lo specialista ingegner Marino Petracco intratterrà i presenti in un incontro sul tema “Il caffè: bevanda salutare”.

Associazione museo del caffè partecipa al Trieste Coffee Festival

Sarà un’occasione per meglio approfondire in particolare – come lo stesso titolo indica – gli aspetti riguardanti la salute, anche in relazione al consumo quotidiano, assieme ad altre notizie e curiosità sulle caratteristiche del prezioso chicco.

Marino Petracco, ingegnere chimico e appassionato cultore della materia, è stato per oltre un trentennio ricercatore scientifico presso la Illycaffè ed è oggi un apprezzato protagonista degli incontri e delle attività della AMDC.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Max Fabian per la Giornata Internazionale del Caffè a tema condivisione: “Il settore è fortemente interconnesso”

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Il presidente e amministratore delegato di Demus, Massimiliano Fabian: oggi è il vice presidente dell'Ecf, l'European coffee federation, l'associazione che riunisce le associazioni nazionali degli operatori del caffè (immagine concessa)

MILANO – In occasione della Giornata internazionale del caffè, che questo 2024 ha posto l’attenzione sul tema della condivisione come chiave per far evolvere l’intera filiera, arriva il commento del past president del consiglio internazionale dell’Ico, Max Fabian e presidente Demus . Questa iniziativa promossa dall’Organizzazione internazionale del caffè, celebra in questa edizione la volontà di restare coesi per affrontare le prossime sfide del mercato.

Condivisione, parola d’ordine di questa Giornata internazionale del caffè nel viaggio comune dalla coltivazione alla tazzina: come si deve tradurre questo concetto nel concreto, attraverso la lunghissima filiera?

“Partirei dal fatto che la maggioranza dei consumi di questa bevanda avviene proprio nei Paesi in cui non viene prodotto il chicco e questo ci rende strettamente interconnessi l’uno con l’altro: ci sono delle eccezioni come il Brasile, ma mediamente la situazione racconta di forti consumi in Europa e Nord America, dove il prodotto non viene coltivato.

Faccio notare questo punto proprio per evidenziare come il nostro settore sia fortemente interconnesso e sia un sistema all’interno del quale gli uni dipendono dagli altri.

Per questo la condivisione dovrebbe essere un comportamento naturale. Di fatto, il mercato tende ad autoregolarsi e quindi dovrebbe aiutare il processo. Tuttavia non sempre accade che i produttori ottengano il giusto premio per ciò che fanno e che l’equa distribuzione del valore aggiunto avvenga lungo tutta la filiera: per ragioni di diversa natura, come ad esempio le dimensioni aziendali degli acquirenti che regolano il mercato o le imperfezioni normative presenti da un contesto all’altro, da una sbilanciata distribuzione del valore aggiunto tra Paesi consumatori e produttori.

In più, affinché la condivisione sia effettiva, ci dev’essere un equilibrio tra vari aspetti della sostenibilità – intesa proprio come il fatto che il mercato sia solido -. Partendo dal versante economico per poi avere ricadute su quello sociale e ambientale, senza porre però tutto l’accento su quest’ultimo aspetto: perché la condivisione è un giusto principio e deve valere a tutti i livelli.

Se ci si focalizza su un aspetto, inevitabilmente si lavora per implementare gli altri ambiti. Bisogna innanzitutto aiutare la competitività di un’impresa e questo poi avrà effetti positivi anche sull’ambiente. Viceversa, si rischia che crolli tutto il sistema, dall’economia sino al piano sociale. Ricordiamoci che le persone devono innanzitutto poter vivere bene per poter dare la giusta attenzione al resto.

Quindi è necessario creare un contesto virtuoso che tenga conto di tutti gli aspetti.”

Si parla molto del coinvolgimento degli stakeholder in tutta la supply chain, ma il consumatore? Come includerlo di più in questa giornata?

“Fabrizio Polojac, amico e collega, dice che bisogna premiare la diversificazione e la peculiarità di una tazzina del caffè, in particolare guardando al prezzo. L’espresso a un euro, al di là del consumo al bar e del paragone con quello che si trova all’estero e oltre al parallelismo tra il quotidiano e l’espresso che ora sono distanti, deve cambiare nell’impostazione: esistono caffè differenti, di qualità diverse e caratteristiche che dovrebbero rispecchiarsi in un costo più o meno alto.

Per fare questo, però, il discorso deve essere compreso da un consumatore educato e preparato, una cosa tutt’altro che semplice. Gradualmente è stato fatto nel settore del vino, ma anche in altri campi che esulano dal food. Il consumatore che acquista l’espresso, dovrebbe essere allo stesso modo consapevole della scelta che sta compiendo. E questo non è un passaggio banale: il caffè è sempre stato un prodotto da scoprire anche in termini culturali, ma per coinvolgere meglio il consumatore nel discorso di filiera, dovrebbe essere più informato.

A quel punto ci sarebbe la disponibilità a spendere qualcosa in più e così potrebbe avvenire una crescita positiva per tutti. Questo è accaduto con gli specialty in altre parti del mondo, dove il consumatore è disposto a pagare un prezzo maggiore per un caffè diverso.

Questo processo è ancora in corso; tuttavia, coinvolgere totalmente il consumatore resta complesso e le risorse da investire sono tante: è di interesse per il mercato e la Giornata internazionale del caffè va in questa direzione, per far prendere maggiore consapevolezza dell’importanza della materia prima. Certo poi sarà il consumatore in base a queste informazioni, a fare i conti con i suoi gusti e le sue tasche.

Anche altre manifestazioni come il Trieste Coffee Festival, B2C, si danno questo obiettivo.”

Sostenibilità sociale, per un trattamento equo alle origini: quali sono le possibili strategie per ottenere questo risultato nel contesto attuale?

“Le iniziative in tal senso sono state tantissime, con l’obiettivo di portare equilibrio nella distribuzione di valore nella catena del caffè. Una delle mission di ICO è quella di promuovere condizioni di vita migliori per i piccoli produttori. C’è sempre attenzione su tutte le operazioni messe in campo sia dall’Organizzazione che dalle aziende, che per prime vogliono tutelare questi loro fornitori strategici e garantire loro dei ricavi adeguati.

Questa è una delle linee d’azione principali per l’ICO: esistono diversi progetti di cooperazione e sviluppo che perseguono questo scopo. Oltre la promozione di best practices agricole e di promozione del consumo, c’è la volontà di rendere le entrate per il farmer sostenibili nel tempo.

Essere economicamente indipendenti si ripercuoterà poi sull’aspetto sociale della sostenibilità. Bisogna avere entrambe le premesse e si deve partire da una buona base economica. È evidente.

Quindi, ad esempio un’implementazione del regolamento della deforestazione, seppur sicuramente condivisibile e positivo nei suoi obiettivi, se attuata in maniera troppo “frettolosa” rischia di avere effetti negativi dal punto di vista economico e sociale, a 360 gradi. Non solo quindi per i paesi produttori, ma anche per i consumatori che sono interconnessi.

Insisto quindi sull’importanza dell’equilibrio da mantenere tra questi aspetti: anche quando si agisce sulla normativa bisogna tenerne conto nel loro insieme. Al contrario, si potrebbero creare maggiori danni che benefici.”

Nello spirito di questa Giornata, condividiamo un messaggio a chi ancora insiste sull’euro a tazzina?

“Ognuno compie la propria scelta di fronte a un prodotto che già costa poco: se il consumatore inizia a porre la giusta attenzione nell’ottica di sostenibilità che diventa anche sinonimo di qualità, non si soffermerà solo sul prezzo ma sul rapporto prezzo-valore.

Chi insiste sull’euro a tazzina dovrebbe considerare in termini più ampi il contesto, comprendendo i concetti di qualità e sostenibilità. Solo a quel punto potrà prendere una decisione consapevole. Ci sarà sempre chi preferirà un prodotto di minor livello a un costo più basso, ma tutto questo deve passare per l’educazione.

Da parte dello stesso consumatore dovrebbe iniziare un processo di riscoperta della bevanda, per cui sarà lui il primo a interessarsi di cosa ci sia dietro quella tazzina e cosa si intenda per qualità.

D’altro canto, non può essere considerato un problema il costo eccessivo, se non si ha la voglia di indagare cosa ci sia dietro quel prezzo più alto. Manca ancora un po’ questo passaggio di raccordo.

Invece ci dev’essere proporzione tra qualità e prezzo. E questo è l’auspicio che abbiamo noi aziende del caffè, che saremmo felici di un rinnovato interesse verso il prodotto e di acquisti più consapevoli.”

International Coffee Day: fu istituita da Ico e Onu il 1° ottobre 2015 a Expo Milano: 3,2 mld di razioni bevute ogni giorno

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Giornata Internazionale del caffè
Il logo dell'evento realizzato dall'Ico (International coffee organization) per la Giornata internazionale del caffè

MILANO – Il primo ottobre si celebra la Giornata internazionale del caffè. Le radici dell’evento affondano nel marzo del 2014, quando l’Organizzazione internazionale del caffè (Ico) decise di lanciare la prima ricorrenza dedicata alla bevanda il primo ottobre 2015 nell’ambito di Expo Milano. Era un martedì. Quel giorno, di pomeriggio, le delegazioni di oltre 50 Paesi produttori di caffè, si riunirono nella sala più grande di Expo, vicino all’ingresso, per versare in un grande contenitore un sacchetto del caffè prodotto. Una super miscela per significare l’abbraccio tra tutti i Paesi produttori. Un evento eccezionale e affollatissimo anche di coltivatori molti nei loro tipici costumi della festa.

La Giornata internazionale del caffè 2025

Il claim dell’edizione del 2025 è: “Caffè: il vostro rituale quotidiano, il nostro viaggio condiviso”. Le parole chiave per descrive la filiera sono proprio condivisione e collaborazione al fine di creare una industria più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale.

Qui è possibile visitare il sito dedicato all’evento (ne abbiamo parlato qui). Diverse aziende del mondo del caffè del Bel Paese hanno deciso di abbracciare la causa dell’Ico organizzando diversi eventi volti a celebrare una supply chain più etica e green sotto ogni punto di vista.

Per divulgare al meglio il messaggio dietro la Giornata internazionale del caffè si può utilizzare l’hashtag #Icd2024.

Il report dell’Ico certifica che le esportazioni mondiali di caffè ammontavano a 11,29 milioni di sacchi a luglio 2024, rispetto ai 10,06 milioni di luglio 2023, registrando una forte crescita.

Ricordiamo che nel mondo sono 3,2 miliardi le razioni di caffè, quindi non soltanto tazzine come, sbagliando, scrivono in molti per lo meno in Italia, bevute ogni giorno. Il valore indicato è stimato in crescita a 3,8 miliardi di porzioni entro il 2030 anche per via del dilagare del consumo in Cina.

MUMAC partecipa alla mostra sull’espresso italiano in Brasile per la festa della bevanda

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La Cimbali Brillante (immagine concessa)

BINASCO (Milano) – In occasione della Giornata internazionale del caffè, MUMAC Museo della macchina per caffè di Cimbali Group, annuncia la sua partecipazione alla prestigiosa mostra “Passione italiana: l’arte dell’espresso”, che si terrà in Brasile in due importanti tappe: al Museu do Café di Santos dal 1° ottobre 2024 al 4 febbraio 2025 e al Museu da Imigração do Estado de São Paulo dal 21 febbraio 2025 al 26 maggio 2025.

La mostra, curata da Elisabetta Pisu, rende omaggio al design, all’innovazione e alla storia del caffè espresso, uno dei simboli italiani più amati al mondo, mettendo in risalto il legame con la storia dell’emigrazione italiana in Brasile, che nel 2024 celebra 150 anni, e l’origine della vasta diffusione del caffè nel Paese sudamericano.

MUMAC alla mostra “Passione italiana: l’arte dell’espresso”

La mostra viene inaugurata il 1° ottobre 2024, in occasione della Giornata Internazionale del Caffè, una data particolarmente significativa per onorare la bevanda che è diventata un emblema dello stile di vita italiano e del legame culturale con il Brasile.

Oltre alla narrazione storica, la mostra presenta una serie di approfondimenti tematici che analizzano il significato sociale della bevanda più bevuta al mondo attraverso luoghi, riti domestici e designer che hanno maggiormente segnato le abitudini e l’immaginario collettivo.

Con un percorso espositivo che include oltre 60 oggetti, tra macchine per caffè domestiche e da bar, immagini di caffè storici, riti, usi e costumi dell’italian way of life legati al consumo della bevanda, MUMAC porterà in mostra una selezione significativa della sua collezione.

Tra i pezzi in esposizione, alcuni dei modelli più iconici della storia delle macchine per caffè espresso:

Snider Insuperabile, con la particolare forma a colonna degli albori della produzione delle macchine per caffè espresso dei primi decenni del ‘900;

La Cimbali Brillante degli anni ’50 con la caratteristica dicitura che ha consentito di diffondere la conoscenza del caffè espresso con la crema in tutto il mondo con il nome di Cimbalino;

Gaggia TS, un esempio del design dell’epoca in cui l’american style del secondo dopoguerra si era esteso a tutti i settori;

La Pavoni Lilliput, macchina a leva, esempio di design di grandi firme con lo stile dello Studio PFR (Gio Ponti, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli);

La Pavoni Lilliput (immagine concessa)

La Dorio Kapitan, prodotta in differenti varianti di colore e qui proposta nella colorazione rossa;

Faema E61, l’intramontabile icona degli anni ’60, ancora oggi prodotta e diffusa in ogni parte del mondo.

La Faema E61 (immagine concessa)

“Il prestito di questi modelli, provenienti dai fondi Cimbali e Maltoni del MUMAC, celebra l’eccellenza delle collaborazioni del museo, esportando la conoscenza del design e dell’ingegno italiano e testimoniando l’evoluzione tecnologica e stilistica che ha caratterizzato l’industria delle macchine per caffè espresso nel corso degli anni”, afferma Barbara Foglia, MUMAC Director.

Attraverso un excursus che abbraccia due secoli di storia, la mostra evidenzia l’evoluzione delle macchine per caffè espresso e il loro impatto sulla società. Ogni pezzo esposto, inclusi quelli della collezione MUMAC, rappresenta un tassello fondamentale di questa evoluzione, dalla ricerca di innovazioni tecnologiche fino all’estetica del design italiano.

La collaborazione conferma il ruolo di MUMAC come punto di riferimento globale per la diffusione della cultura e della storia delle macchine per caffè, in questo caso attraverso la narrazione del legame tra Italia e Brasile.

Produzione e organizzazione di IMF Foundation ed EP studio. Mostra realizzata in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia a San Paolo e l’Instituto de Preservação e Difusão da História do Café e da Imigração.

Lo studio di Deloitte: ecco i trend che caratterizzano i massimi mercati mondiali

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Chicchi di caffè tostato (credits: Alexa from Pixabay)

MILANO – Due nuovi trend emergenti nei consumi di caffè: praticità e funzionalità. Lo dice il report Deloitte Coffee Study 2024 (“Forces shaping the market and consumer behaviours”), di cui abbiamo anticipato ieri i dati relativi alla Svizzera. Lo studio – come già detto – si basa su un’indagine condotta su campione significativo di 7mila consumatori, di età superiore ai 16 anni, condotta nel marzo 2024 in 13 paesi: Brasile, Cina, Corea del sud, Francia, Germania, Giappone, India, Italia, Messico, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e, appunto, Svizzera.

L’indagine online è stata integrata da interviste in presenza con esperti dell’industria. Fra le tendenze emergenti quelle, appunto, legate al salutismo e alla praticità di preparazione e consumo.

Esse si aggiungono a trend di fondo già delineati da tempo: quelli, in particolare, dei caffè speciali, della sostenibilità, delle certificazioni e degli schemi di commercio diretto

“Quello del caffè funzionale è ancora un mercato relativamente piccolo, ma che offre un grande potenziale per l’industria del caffè” spiega il dottor Chahan Yeretzian, responsabile del Centro per l’eccellenza del caffè presso l’Università di scienze applicate di Zurigo (Zhaw), citato nel rapporto.

“I consumatori di caffè funzionali sono attivamente alla ricerca di questa tipologia di prodotti e la integrano spesso nei loro consumi quotidiani”.

Per alimento funzionale si intende un cibo che, in virtù della presenza di componenti fisiologicamente attive, determina un effetto benefico per la salute oltre la sua funzione nutriente di base.

Un alimento funzionale può essere un “cibo naturale”, oppure un alimento al quale, mediante trattamento tecnologico, è aggiunto o tolto un componente; può inoltre essere un alimento in cui uno o più componenti sono stati modificati.

Esistono diversi tipi di caffè funzionali, a seconda degli additivi che si aggiungono a integrare le qualità benefiche già presenti nel chicco e nella bevanda.

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