I finanzieri di Palermo hanno eseguito un’ordinanza del gip che ha disposto il sequestro di due imprese nel settore delle gelaterie e il relativo marchio Sharbàt che aveva due punti vendita a Palermo, in via Terrasanta e a Mondello. I soldi provenienti dalle attività avrebbero contribuito al sostentamento dei parenti detenuti in carcere. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Microsoft Start.
L’ordinanza del sequestro delle gelaterie a Palermo
PALERMO – “La merenda preferita dei nostri piccoli… E non solo”. Veniva pubblicizzato così il gelato di Cosa nostra su Facebook. Soldi freschi, proventi del gelato, per il sostentamento di parenti detenuti in carcere e non. I finanzieri di Palermo hanno eseguito un’ordinanza del gip che ha disposto il sequestro di due imprese nel settore delle gelaterie-pasticcerie e il relativo marchio Sharbàt che aveva due punti vendita a Palermo, in via Terrasanta e a Mondello.
Gelaterie frequentate e apprezzate con valutazioni a 5 stelle su portali come Tripadvisor. L’indagine rientra nel filone di inchiesta condotto dal nucleo di polizia economico-finanziaria che ad agosto aveva portato in carcere il boss Michele Micalizzi e l’imprenditore Mario Mancuso, accusati, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, trasferimento fraudolento di valori e bancarotta fraudolenta. Michele Micalizzi, 75 anni, genero dello storico capomafia Rosario Riccobono, era tornato in libertà nel 2015 dopo 20 anni di carcere.
Per mano sua nel 2021 era avvenuto il misterioso crac di una delle aziende più floride di Palermo – le gelaterie Brioscià poi diventate Sharbàt – che lasciò senza lavoro 30 dipendenti. Colpa del Covid, dei lockdown e della stagione turistica a mezzo servizio, si disse di fronte alla chiusura di negozi sempre pieni come quelli di via Pipitone Federico e via Mariano Stabile, in pieno centro del capoluogo siciliano, ma anche della Pasticceria Badalamenti di piazza Partanna Mondello.
La realtà, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Palermo, è diversa: c’erano le mani di Cosa nostra dietro la bancarotta della Magi srl (e le gelaterie Bioscià) dell’imprenditore Mario Mancuso: Il boss Michele Micalizzi, della famiglia mafiosa di Partanna Mondello ed esponente di spicco del mandamento di San Lorenzo. Micalizzi era già stato condannato in passato per associazione a delinquere di stampo mafioso e indicato da numerosi pentiti come organizzatore dell’attività di importazione di eroina dalla Thailandia.
Secondo gli inquirenti il boss esercitava un “pervasivo potere di controllo sull’attività commerciale”, intervenendo sia nella scelta del personale da assumere sia nelle strategie aziendali.
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New Cold, società di spicco nella logistica alimentare, e Froneri, secondo produttore al mondo di gelato confezionato, hanno posato la prima pietra di un nuovo polo logistico che sarà attivo dal 2026, vicino alla fabbrica Froneri di Ferentino nella provincia di Frosinone. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Roberto Pacifico per il portale d’informazione Mark Up.
La partnership tra Froneri e New Cold
FERENTINO (Frosinone) – New Cold, società globale nella logistica alimentare, e Froneri, secondo produttore al mondo di gelato confezionato e primo nella produzione di gelati a marchio del distributore, uniscono le forze e aprono il più grande magazzino logistico automatizzato del Centro-Sud Italia: a Ferentino, provincia di Frosinone, hanno posato oggi la prima pietra di uno stabilimento che entrerà in funzione nel 2026 e sarà determinante nella strategia della società per coprire logisticamente il centro-sud. Previsti investimenti di oltre 70 milioni di euro e dai 150 ai 200 nuovi posti di lavoro.
La struttura sorgerà vicino allo stabilimento Froneri a Ferentino, collegata attraverso un tunnel dedicato: una soluzione inedita per il mercato italiano, che permetterà: benefici ambientali, riduzione dell’inquinamento da trasporto, supportando la crescita del business di Froneri.
All’evento di presentazione del nuovo Polo sono intervenuti Bram Hage, fondatore e ceo di NewCold, Luca Quaresima, country manager Italy di NewCold, Pietro Monaco, global head of operations di Froneri, e Piergianni Fiorletta, sindaco di Ferentino.
Bram Hage è ovviamente contento di integrare questa struttura nella rete italiana New Cold: “Il magazzino di Ferentino stabilirà nuovi standard in termini di automazione e sostenibilità, rafforzando il ruolo dell’Italia nella filiera alimentare europea”.
“Questo progetto rappresenta un punto di svolta per la logistica in Italia – aggiunge Luca Quaresima, country manager Italy di NewCold-. Non solo aumenterà l’efficienza della catena di fornitura, ma consoliderà anche la nostra posizione nel mercato in rapida espansione della catena del freddo”.
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MERANO – 12oz, il retail format italiano specializzato nel servizio di bevande coffee&milk based, apre il suo primo store in Alto Adige a Merano con la formula del franchising. La società Hd Food – di Enrico Bianchi, franchisee attivo anche con altre catene attive nel retail e con esperienza pregressa nella ristorazione – supporterà l’espansione della rete di 12oz sul territorio altoatesino.
12oz arriva in Alto Adige a Merano
“Siamo molto contenti di aver siglato questa partnership – commenta il fondatore e ceo David Nathaniel – che ci permetterà di portare il nostro format anche in questa regione. A Merano vogliamo diventare il punto di riferimento dove i giovani sceglieranno di incontrarsi per godersi un’atmosfera cosmopolita e un’offerta food&beverage unica in città.”
“ Ho scelto 12oz – dichiara Enrico Bianchi, fondatore di Hd Food – perché è un brand giovane, dinamico, molto attento ai nuovi trend e con un design accattivante molto apprezzato dai giovani. 12oz sta delineando nuovi modi di consumare il caffè e questo lo rende il format adatto soprattutto alle nuove generazioni, che guardano molto all’estero attraverso i social. In quest’area geografica, nuova per il brand, intendo offrire 12once di novità e modernità!”
Il nuovo store 12oz apre al primo piano dello Stadt Centrum, galleria commerciale situata proprio nel centro della città di Merano, e sarà l’unico punto di ristoro all’interno dell’edificio.
Il locale di 60 mq (al netto del magazzino) ospita circa 30 posti a sedere. L’assortimento dei prodotti è completo: il menù, infatti, oltre all’iconica selezione di bevande caffeine based calde e fredde servite in pochi secondi, anche più elaborate e adatte sia alla colazione che alla merenda, propone tutta la gamma di prodotti food dolci e salati, caratteristica della catena. In particolare, la gamma dei prodotti salati sarà dedicata allo store, in linea con le richieste dei clienti locali.
Merano rappresenta il primo passo di uno sviluppo sul territorio che vedrà nei prossimi mesi l’apertura di altri store 12oz nelle vicinanze come anche in altre importanti città italiane.
La scheda sintetica di 12oz
Retail format di caffetterie 2.0, nato nel 2015 con un primo locale a Milano, dall’intuizione dell’imprenditore italiano e ceo David Nathaniel, da oltre trent’anni nel settore della prima colazione per l’hotellerie di lusso.
Nel 2018 è nata la joint venture con JDE Peet’s, secondo torrefattore al mondo e parte del colosso internazionale JAB Holding Company, che ha nel suo portafoglio primari brand della ristorazione.
JDE Peet’s ha investito nel concept, in cui crede fortemente, diventandone il socio di maggioranza. Il potente piano di sviluppo prevede l’apertura di centinaia di locali diretti e in franchising, in Italia e all’estero.
12oz promuove i nuovi trend di bevande da consumare in movimento, già pienamente nelle abitudini di Millennials e GenZ. Integra il gusto globale e cosmopolita dell’offerta con la rapidità di servizio tipica del bar all’italiana, grazie a un sistema di macchine tecnologicamente avanzate, che consente di erogare la metà delle bevande a menù in meno di 30 secondi, e ingredienti di alta qualità.
TRIESTE – Il conto alla rovescia per l’undicesima edizione del Triestespresso Expo 2024, che si terrà dal 24 al 26 ottobre 2024, scandisce gli ultimi giorni. Non si tratta solo di un’esposizione del settore del caffè, ma di un’esperienza che unisce la passione per l’espresso con il fascino e l’eleganza di una delle città simbolo del Bel Paese.
Ecco perché visitare Triestespresso Expo?
Conferenze e focus
Sarà possibile partecipare a discussioni e approfondimenti offerti dai massimi esperti del settore del chicco.
Il programma di quest’anno includerà conferenze di alto profilo, come l’attesissima sessione sull’introduzione della Regolamentazione europea sul divieto di utilizzo di caffè proveniente da un luogo che è stato soggetto a deforestazione (Eudr): un tema cruciale per i professionisti a livello europeo.
Workshop professionali
Ci saranno workshop esclusivi pensati per potenziare le proprie competenze professionali e far crescere il business. Guidate da marchi rinomati come illy, queste sessioni tratteranno diversi argomenti: dal miglioramento delle performance economiche e commerciali delle caffetterie alla maestria nella preparazione del caffè.
Le competizioni di caffè
I migliori baristi del mondo si sfideranno in entusiasmanti gare, tra cui le finali del World Latte Art Grading Battle (WLAG), la dimostrazione Ibrik organizzata da Sca Italy e le sfide dedicate all’iconica Moka e al Capo in B.
Un’esperienza unica
Trieste offre un’atmosfera speciale. Che si tratti di gustare un espresso in riva al mare o di esplorare la vivace cultura del caffè della città, la città rappresenta una piacevole alternativa ai consueti contesti fieristici. È un luogo dove il business si unisce al piacere e dove il caffè non è solo un prodotto, ma uno stile di vita.
Una delle novità più rilevanti di questa edizione è l’introduzione di un’attività di match making B2B per ampliare i contatti organizzando i propri appuntamenti, a cui possono partecipare tutti gli operatori del settore caffeicolo che siano espositori o visitatori consentendo pertanto di cercare, trovare e incontrare potenziali clienti italiani e stranieri.
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MILANO – Arianna Mingardi a partire dal 5 settembre, è stata eletta nuovo presidente dell’Associazione Caffè Trieste. Un primato che è ancora freschissimo ma che in realtà è frutto di un lavoro di riflessione e sviluppo professionale durato anni, proprio con la consapevolezza che trovarsi a ricoprire un ruolo di questo tipo comporta specifiche responsabilità.
E Arianna Mingardi non si tira certo indietro, anzi.
Ma lei non si vuole far chiamare presidente, è corretto?
“Insieme alle persone che si muovono all’interno dell’Associazione Caffè Trieste, preferisco collaborare senza comandare sugli altri, esattamente così come hanno fatto tutti coloro che mi hanno preceduto da presidente. Il fatto di aver ricevuto la fiducia dei consiglieri attuali per ricoprire questa carica, non mi fa sentire superiore: lo spirito di amicizia e di collaborazione, è la cosa più importante.
Quindi invito tutti a chiamarmi Arianna: poi ovviamente sono presidente, ma credo che si lavori meglio considerandosi tutti alla pari, senza che venga messa su un piedistallo. Sento una responsabilità rispetto a questa posizione: è da qualche anno che mi veniva proposta ma ho sempre rimandato perché, nonostante mi muova all’interno dell’Associazione da 10 anni e nella azienda Amigos Caffè da 33, sentivo e sento che ho ancora tanto da imparare e scoprire.
Aggiungo continuamente nuove competenze e informazioni al mio bagaglio personale che è tutt’oggi in divenire. Certo, tutti mi chiameranno presidente, ma quando entro nel Consiglio direttivo sento il “buonasera Arianna” e quando vado via, un “arrivederci Arianna”.”
Come mai questo è stato l’anno in cui ha deciso di ricoprire questo ruolo?
“Nel 2021 ho preferito accettare prima la carica di presidente della Categoria Alimentaristi Artigiani all’interno di Confartigianato Trieste, in quanto Amigos Caffè è ancora un’azienda artigiana, come molte aziende del comprensorio di Trieste lo sono e per questo ho voluto prima mettermi alla prova nella mia “confort zone”. Ho voluto verificare che le mie conoscenze potessero portare benefici in un ambiente che considero più cucito sulla realtà della mia azienda
Poi, onestamente, c’era bisogno di riorganizzarci tutti per ripartire dalla pandemia e nel post Covid mi sono dedicata soprattutto ad Amigos Caffè. Volevo essere certa di poter portare qualcosa in più e trovarmi pronta per l’Associazione: non sono una persona che fa le cose con superficialità, pronta sempre ad aiutare tutti: non mi sottraggo mai.
Quindi, perché quest’anno?
Quando ne ho parlato in famiglia, con mio marito e con le mie due figlie, che sono il mio sostegno e con i quali mi confronto sempre, mi hanno dato il loro appoggio. Il Direttivo si è fatto avanti con la proposta e a casa mi è stato chiaramente detto: “Ora o mai più, Arianna”. Ed era quello che mi serviva.
Con questo spirito di gioia, nonostante avessi messo sul tavolo di discussione tutti i miei dubbi di fronte ai consiglieri, compreso quelli personali, il mio essere madre e nonna, gli impegni con il volontariato, ho trovato il loro completo appoggio.
C’è stata anche un po’ di emozione la sera del 5 settembre, lo confesso, quando il consiglio direttivo ha ricordato la figura di mio padre, Severino Mingardi, fondatore di Amigos Caffè, dicendomi che erano certi che sarei stata in grado a mia volta di dare la mia impronta alla filiera del caffè di Trieste, come fatto a suo tempo da lui.”
Donna, presidente e imprenditrice: cosa può dire a riguardo?
“In 133 anni, mi sento ancora più responsabile ad essere la prima presidente: sino ad oggi questo incarico non era stato mai accettato da una donna, anche se non sono informata se in passato fosse mai stato proposto ad altre donne. Non sono per niente intimorita però dall’essere alla guida, perché già educata subito da mio padre a non avere paura di affrontare qualsiasi sfida.
Da quando sono entrata 33 anni fa in Amigos, ho trovato soltanto supporto e so quindi che si può fare. È vero che però i 33 anni mi hanno completato come individuo e il fatto di essere ora presidente, mi fa innanzitutto presentare come persona e non come donna imprenditore. Sono Arianna Mingardi, ed è l’essere umano che vale, più di qualsiasi differenza tra uomo e donna.”
Quali sono i suoi propositi e il programma che lei ha in mente a capo dell’associazione?
“E’ troppo presto parlare di obiettivi per il futuro. Dal 5 settembre a oggi, così come ho scritto ai soci in una lettera, ho preso in carico ciò che mi è stato consegnato dalla precedente presidenza e che deve essere portato a compimento. Ci sono ancora situazioni, eventi, workshop, Festival e la TriesteEspresso Expo che devono essere conclusi nel mese di ottobre che è molto vivace a Trieste per l’Associazione Caffè.
Uno dei miei obiettivi poi a lungo termine, è cercare di creare coesione e sinergia tra le aziende del territorio, tra quelle del caffè e di altri comparti: credo sempre nella comunione di intenti. È difficile, ma ho potuto già notare ad Host Milano, il successo dello stand collettivo con Demus: ci sono state delle perplessità ma non mi arrendo.
È stata un’esperienza valida che ha stuzzicato gli altri soci e partiremo di nuovo da questo punto per dimostrare che si può lavorare insieme pur rimanendo competitivi anche in visione di tante altre Fiere e manifestazioni.”
Quindi lei, anche dal punto di vista di titolare di impresa, trova oggi utile fare parte ed essere rappresentati da un’associazione?
“Ne sono assolutamente certa. Credo che l’Associazione (forte anche dell’esperienza come presidente degli alimentaristi Confartigianato) per la nostra città, abbia ancora motivo di esistere.
Ci sono sfide sul mercato internazionale che conosciamo tutti e che ci attendono. Le quotazioni attuali della materia prima, tra speculazioni, regolamenti e cambiamento climatico, la chiusura di rotte di navigazione, i conflitti che continuano a peggiorare la situazione economica non solo sul piano internazionale danneggiano la filiera del caffè e rendono ancora più necessaria l’esistenza di un’Associazione sul nostro e per il nostro territorio che ha un indotto importante.
Già il post Covid era il principio di una situazione di continuo stress per il nostro settore, che è culminata quest’anno e che ci accompagnerà nel 2025 e oltre. Ci saranno sempre dei fattori straordinari da gestire: il fatto di poter trovare soluzioni e confrontarsi, essere coesi, è fondamentale
Ha contato su dei presidenti di estremo valore: alcuni li ho conosciuti e altri tutt’ora li conosco. l’Associazione caffè Trieste è una delle poche rimaste attive e ne sono orgogliosa.
Per questo può ancora agire, e fare qualcosa, aiutandoci a farci ascoltare anche di fronte alle istituzioni del territorio. Ne abbiamo bisogno, perché siamo spesso considerati come un settore che non ha bisogno di sostegno.
Come mai?
Probabilmente perché il prodotto di cui ci occupiamo è il bene coloniale per eccellenza, infatti il caffè, assieme al tè, alle spezie e al cioccolato, rappresenta la materia prima più esportata al mondo sul totale del valore mondiale delle esportazioni e per questo, trova maggiore difficoltà ad attirare l’attenzione.”
Parliamo invece dell’altra anima di Arianna Mingardi, Amigos Caffè: ora che TriestEspresso Expo è alle porte, che cosa possiamo anticipare di ciò che attende gli ospiti allo stand? Ormai nelle edizioni precedenti, li avete abituati bene.
“Senza svelare troppi dettagli, che attendono giustamente l’elaborazione completa in vista della fiera: proporremo uno stand rivisitato, che farà capire a chi ci verrà a trovare che stiamo attuando un nuovo cambiamento nella comunicazione. Si noterà che stiamo puntando su una diversa immagine dell’azienda, una nuova brand identity.
Il nostro intento, sin dal 2016, è stato quello di far prima conoscere la nostra famiglia, le persone, l’impegno e la professionalità. Ora crediamo sia giunto il momento di far comprendere anche la nostra passione e il nostro know how.
Vogliamo continuare a portare il messaggio che la bevanda caffè non è da bere soltanto frettolosamente: il prodotto caffè è un viaggio, che non deve essere fatto solo raggiungendo paesi attraverso i vari mezzi di trasporto, ma ci sono anche altri strumenti sui quali Amigos vuole far riflettere i propri visitatori.”
Gianluigi Goi è un lettore nonché giornalista specialista di agricoltura affezionato a queste pagine che con la sua lunghissima esperienza e il suo punto di vista ha contribuito diverse volte proponendo contenuti sempre interessanti. Questa volta Goi esprime le sue considerazioni sul caffè del mattino di papa Francesco a Bruxelles del 28 settembre nel quartiere popolare di Saint-Gilles. Leggiamo di seguito le sue considerazioni.
Papa Francesco e il caffè del mattino a Bruxelles
di Gianluigi Goi
MILANO – “Nella prima mattinata di sabato scorso 28 settembre papa Francesco, con uno dei suoi fuori programma che mettono in ansia e fibrillazione lo staff al seguito dei viaggi apostolici, essendo presente a Bruxelles si è recato nel quartiere popolare di Saint-Gilles dove ogni giorno la locale parrocchia offre il cosiddetto “Caffè del Mattino” ai meno abbienti, sia stranieri che belgi, che bussano alla sua porta.
Ne dà conto un servizio (sulla newsletter Vatican News) di Salvatore Cernuzio nell’articolo “Caffè e cornetti con poveri e rifugiati, il Papa a colazione in una parrocchia di Bruxelles”.
Una colazione speciale in compagnia di un gruppo di uomini e donne di Africa, Est-Europa e della stessa Bruxelles che si è svolta nella chiesa parrocchiale di Saint-Gilles, “edificio sacro di metà Ottocento che ogni mattino, su tavoli apparecchiati al centro della navata in stile gotico romanico, offre ‘il Caffè del Mattino’ a senzatetto, rifugiati, poveri del centro città”.
Nella capitale del Belgio, viene sottolineato, “i ricchi stanno in periferia, mentre al centro, a pochi passi dalle sedi istituzionali dell’Ue, ci sono i quartieri poveri e le case popolari”. E Saint-Gilles – evidenzia il parroco congolese, frate minore francescano, da 19 anni in Belgio, Benjamin Kabongo – costituisce “un microcosmo nella realtà generale di Bruxelles”. Fra altre attività d’assistenza significativo l’avviamento al lavoro con la produzione della birra “Biche Saint-Gilles”.
In questi tempi tanto travagliati in cui lo spettro nucleare è persino esibito, il richiamo del caffè della fraternità (nobile concetto che unisce a tutto tondo sia il mondo laico che quello cristiano) e della solidarietà di papa Francesco in un microcosmo specchio della multiforme realtà contemporanea apre il cuore alla speranza.
L’augurio è che il mondo del caffè, nella sua interezza, continui ad interpretare al meglio il ruolo di strumento e facilitatore sociale sia della fraternità che delle emozioni . Come è successo, al più alto livello a Bruxelles, nel centro cittadino: “ma vicino alle periferie, quelle esistenziali”.
MILAN – Il Brasile massimo produttore mondiale di caffè, anche per i robusta: uno scenario che sarebbe stato considerato poco realistico non molti anni fa. Ma che oggi appare invece potenzialmente possibile: secondo alcune proiezioni, il sorpasso sul Vietnam potrebbe avvenire addirittura nel giro di una decina di anni.
Ricaviamo questo e altri spunti da un’analisi di recente pubblicazione a firma di Guilherme K.K. Morya, Senior Analyst di Rabobank, che fa il punto sull’ascesa nei mercati mondiali del caffè robusta brasiliano, noto anche con il nome di conilon, da una storpiatura del nome della cultivar congolese Kouilou, da cui deriva.
L’ipotesi è tutt’altro che peregrina. Secondo i dati del dipartimento Usa dell’agricoltura (Usda), la produzione di caffè robusta brasiliano è cresciuta, nell’ultimo decennio, a un tasso annuo del 3,3%. Le stime per quest’anno parlano di un raccolto di 21,7 milioni (molto più bassa la stima ufficiale Conab, di 15,2 milioni).
Se gli incrementi produttivi proseguissero a questo ritmo, il Brasile potrebbe superare i 30 milioni di sacchi entro 10 anni e scavalcare il Vietnam, che nello stesso periodo ha registrato un tasso di accrescimento negativo del -0,2%.
Sul fronte dell’export, la leadership vietnamita appare inscalfibile. Ma gli imbarchi di robusta del Brasile sono in vorticosa ascesa: nei primi 8 mesi dell’anno solare 2024 hanno raggiunto quota 6,1 milioni di sacchi, con un impressionante incremento del 212%.
A differenza di quanto accade in Vietnam, dove molti coltivatori hanno sostituito il caffè con il pepe o gli alberi da frutto – come l’avocado o il durian – in Brasile, i produttori stanno invece investendo in tecnologie di irrigazione, gestione del terreno e selezione colturale, per migliorare tanto le rese unitarie, quanto la qualità
Ciò ha consentito di raggiungere livelli di produttività senza precedenti nell’EspíritoSanto, massimo stato brasiliano per la produzione dei robusta, ma anche e soprattutto in Bahia e Rondônia.
Quest’ultimo stato – che era, un tempo, uno dei fanalini di coda della caffeicoltura brasiliana – ha registrato, quest’anno, una produttività media vicina ai 53 sacchi/ha.
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MILANO – Gusto 8 Lift è la prima macchina Necta a essere lanciata sul mercato con il nuovo nome Gusto, che d’ora in poi identificherà la gamma snack & food. Questo nuovo nome sarà declinato in base alla capacità di ogni singolo distributore e al suo posizionamento sul mercato: una svolta epocale, che rispecchia appieno l’idea dell’azienda di basarsi sulla semplicità per guidare i clienti nella scelta delle macchine. Ma quali sono le principali caratteristiche di questo nuovo modello?
Attenzione alla sostenibilità
Gusto 8 Lift si distingue subito per l’elevata efficienza energetica (Classe C secondo la scala IEC EN 63252), tra le migliori della categoria. Il sistema di raffreddamento con gas R290 e il perfetto isolamento schiumato del cabinet consentono un rapido raggiungimento della temperatura desiderata.
In ultimo l’utilizzo di plastiche bio-circolari è il segno tangibile di una reale attenzione alla sostenibilità. Inoltre, Gusto 8 Lift offre la possibilità di gestire fino a tre temperature all’interno della cella o di essere impostato con layout 100% Food o Ambiente.
Massima flessibilità
Gusto 8 Lift dispone di una tecnologia che rivoluziona l’utilizzo dei vassoi all’interno del distributore. La macchina è in grado di erogare prodotti più pesanti dai vassoi superiori e, grazie al sistema Vertical Flex (V-Flex), offre la possibilità di spostare facilmente fino a 7 vassoi. Non solo.
È prevista la predisposizione per vassoio ad alta capacità Visioshop, gestibile come accessorio, per aumentare il numero di selezioni possibili.
Inoltre, Gusto 8 Lift è compatibile con le soluzioni di pagamento Newis: con Breasy è possibile selezionare e pagare il prodotto in modalità completamente touchless.
Design e interfaccia utente
Gusto 8 Lift si fa apprezzare per il design elegante e pulito, caratterizzato dalla illuminazione a LED della cella bianca – che garantisce la massima visibilità dei prodotti esposti – e dall’interfaccia utente realizzata tramite display TFT a colori da 4,3”.
Gusto 8 Lift è progettata per migliorare l’esperienza di vendita, offrendo prestazioni e flessibilità superiori: è la prima macchina a 8 spirali in grado di offrire tutte le funzionalità di un modello premium a un costo contenuto e si pone, da subito, come il modello di riferimento per la categoria snack & food.
TRIESTE – Inizia ufficialmente oggi, 1 ottobre, nella Giornata internazionale del caffè, la nona edizione del Trieste Coffee Festival, con una cinquantina di eventi diffusi in tutta la città, con visite guidate, a piedi e in bicicletta, e ancora workshop, incontri, laboratori, gare e approfondimenti, che quest’anno puntano sul tema dell’abbinamento tra caffè e mondo digitale.
Il ritorno del Trieste Coffee Festival
Il programma completo è pubblicato qui con tutte le proposte aperte al pubblico, per offrire una lunga serie di appuntamenti studiati con l’intento di diffondere sempre più la cultura del caffè.
Il Trieste Coffee Festival nasce da un’idea di Alberto Polojac, responsabile acquisti e qualità di Imperator Srl. “Il festival riunisce vari aspetti sotto un unico cappello, realtà istituzionali e imprenditoriali racchiuse nella filiera, ma anche iniziative culturali, per la prima volta numerose, e soprattutto abbina lo spazio fisico al digitale – ricorda Polojac – perché mai come quest’anno è in atto una vera e propria rivoluzione digitale che interessa la filiera e che riguarda in particolare la tracciabilità e la trasparenza. Le nuove tecnologie saranno presenti in modo importante, come l’esperienza immersiva che presenteremo in anteprima nei prossimi giorni, ma si valorizzerà anche la tradizione, penso ai caffè storici come luogo d’incontro e anima fondamentale della città”.
Il festival è realizzato in co-organizzazione con il Comune di Trieste e Trieste Convention and Visitors Bureau. “La filiera del caffè e tutto il comparto per Trieste hanno sempre rappresentato un punto di forza e un asse importante per l’economia, – sottolinea il vicesindaco Serena Tonel – legato allo sviluppo del porto e sempre di più alla filiera stesa, che si sta ampliando. Oltre alla logistica o alla lavorazione, tende sempre più ad allungarsi, anche grazie all’innovazione, alla ricerca e ai principi di economia circolare, utilizzando il prodotto caffè come una risorse a largo raggio. È giusto quindi che ci sia una manifestazione come questa, che promuove la conoscenza del caffè e di questa filiera tra i cittadini e tra tutte le persone che in questo periodo visitano Trieste”.
Il festival è organizzato da Freshmedia srls, in collaborazione con l’Associazione Caffè Trieste, Aries e Camera di commercio Venezia Giulia, con il patrocinio di Confcommercio Trieste, FIPE Trieste e io SONO FVG. Arianna Mingardi, presidente dell’Associazione Caffè Trieste, evidenzia che “Trieste Coffee Festival è l’opportunità per l’Associazione Caffè Trieste di fare cultura e di far conoscere la filiera del caffè Triestina anche al consumatore finale. Dietro ad un caffè degustato con i vari metodi di preparazione, a seconda del gusto personale, c’è un mondo che per buona parte deve ancora farsi scoprire. Quale metodo migliore se non un festival”.
Il festival sarà quindi itinerante, ma sarà anche un vero e proprio “Fuori Salone” del TriestEspresso Expo (TEE), il più importante incontro B2B dell’industria mondiale del caffè, in programma dal 24 al 26 Ottobre al Generali Convention Center del Porto Vecchio.
Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio Venezia Giulia, spiega che “la fiera mondiale Trieste Espresso Expo che si terrà dal 24 al 26 ottobre, ed è riservata alla clientela business. Per far comprendere meglio cosa si intende per Trieste Capitale del Caffè, marchio registrato da Cciaa VG, Comune di Trieste e Regione Fvg, abbiamo inteso collaborare con Trieste Coffee Festival. Dai cocktail al caffè, ai piatti con sentori di caffè proposti da alcuni ristoranti della Fipe, all’incontro di approfondimento che ospiteremo nella sala Maggiore camerale, alle visite anche istituzionali alle imprese, alla Capo in B Championship che si svolgerà nella Workshop & Competition area della Fiera Trieste Espresso Expo, possiamo dire che il cerchio di Trieste Espresso Expo si allarga con l’obiettivo di iniziare a coinvolgere in maniera crescente la cittadinanza e gli appassionati”.
Main sponsor tecnico del festival è “La San Marco”, il general manager dell’azienda Roberto Nocera, si dice “fiero che le macchine de La San Marco, gloriosa azienda italiana presente sul mercato dal lontano 1920, siano state scelte per contribuire al successo della manifestazione in qualità di ultimo tedoforo’ della lunga filiera del caffè che, dalle lontanissime regioni di produzione, porta la magica bevanda sulle nostre tavole”.
Nocera aggiunge: “Macchine allineate allo stato dell’arte della tecnologia per consentire ai baristi di tutto il mondo di esprimere le loro abilità e competenze e, agli amanti dell’apprezzatissima bevanda, di poter gustare le molteplici caratteristiche sensoriali dei diversi caffè, diversi per origine botanica, provenienza, terroir e modalità di lavorazione”.
Nocera conclude: “Inoltre considero fondamentale la nostra presenza al Trieste Coffe Festival come segno di un impegno significativo nella tutela e promozione dell’espresso, riconoscendo le sue variazioni sensoriali nelle diverse comunità emblematiche. La consapevolezza e la valorizzazione delle tradizioni legate al caffè possono contribuire, non solo a preservare il patrimonio culturale italiano, ma anche a incrementare l’apprezzamento globale per questa bevanda icona del ‘saper fare’ tutto italiano”.
MODENA – Tetra Pak Packaging Solutions annuncia la nomina di Roberto Mastri come nuovo managing director. Già vice president of customer Issue Resolution dell’azienda, Mastri succede a Sara De Simoni, che ha assunto di recente la carica di Executive Vice President Development & Technology (D&T) di Tetra Pak.
Grazie ad un’esperienza pluriennale nell’ambito B2B del settore Food & Beverage e una specializzazione in R&S, sales e assistenza post-vendita, Mastri ha guidato con successo il lancio da parte dell’azienda di nuovi prodotti e tecnologie sul mercato, ricoprendo diverse posizioni di leadership in varie sedi internazionali. In questi contesti, tra cui gli Stati Uniti e il Brasile, ha raggiunto importanti risultati, ottenendo una crescita significativa delle vendite e un incremento delle performance.
Dopo un percorso in campo engineering, Mastri ha conseguito un MBA presso l’Università di Tor Vergata di Roma e ottenuto una formazione manageriale avanzata presso la IMD Business School. In Tetra Pak da oltre 20 anni, Mastri ha acquisito una profonda conoscenza del mondo del packaging, seguendo progetti di sviluppo di nuovi prodotti e miglioramento della qualità degli imballaggi.
Nel suo nuovo ruolo di Managing Director, sarà responsabile della definizione e implementazione della strategia aziendale del Centro di Sviluppo di Modena.
“Sono onorato di assumere questo nuovo incarico e di poter dare un contributo ancora maggiore alla crescita dell’azienda”, dichiara Roberto Mastri, managing director di Tetra Pak Packaging Solutions. “L’innovazione sarà un fattore sempre più determinante per garantire la competitività a lungo termine delle imprese del F&B, un settore in evoluzione chiamato ad affrontare innumerevoli sfide. Per questo motivo, sono lieto di guidare il nostro team di esperti e di continuare a lavorare insieme per esplorare nuove opportunità e sviluppare soluzioni di confezionamento all’avanguardia e in grado di rispondere alle esigenze del mercato e dei nostri clienti”.
La scheda sintetica di Tetra Pak
Tetra Pak è un’azienda leader a livello mondiale nella lavorazione degli alimenti e nelle soluzioni di confezionamento. In collaborazione con i nostri clienti e fornitori, garantiamo ogni giorno l’accesso a cibi sicuri e nutrienti a centinaia di milioni di persone in oltre 160 Paesi.
Con oltre 24.000 dipendenti in tutto il mondo, ci impegniamo a rendere il cibo sicuro e disponibile, ovunque, e promettiamo di proteggere ciò che è buono: il cibo, le persone e il pianeta.
Maggiori informazioni su Tetra Pak sono disponibili qui.
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