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SCA Italy a Tirreno C.T: Asia Zaffaroni vince la 1° edizione Coffee Triathlon

CARRARA (Massa Carrara) – Quattro giorni di competizioni, approfondimenti e networking hanno reso la SCA Arena di Tirreno C.T. un punto di riferimento per il mondo della caffetteria professionale in Italia. Il lancio delle nuove competizioni Coffee Triathlon e Latte art throwdown, insieme a momenti di confronto sulle tendenze del settore specialty coffee, ha segnato un’importante evoluzione nel percorso di SCA Italy, confermando l’interesse crescente per il mondo del caffè di qualità.

Coffee Triathlon: Asia Zaffaroni vince la prima edizione

Lunedì 24 febbraio ha debuttato il Coffee Triathlon, una competizione pensata per avvicinare nuovi talenti al mondo delle gare professionali. I partecipanti si sono sfidati in tre discipline fondamentali della caffetteria: espresso, caffè filtro e signature drink.

La competizione ha visto Asia Zaffaroni conquistare il primo posto, aggiudicandosi viaggio, vitto e alloggio per una selezione ufficiale SCA Italy in vista dei prossimi campionati.

A completare il podio:

Secondo posto, Giovanni Migliavacca; Terzo posto, Daniel Caiaffa; Quarta classificata, Beatrice Lino.

Oltre alla classifica generale, sono stati premiati anche i migliori in ogni disciplina, che hanno guadagnato l’accesso alle prossime selezioni delle rispettive categorie Barista, Brewing e Coffee in Good Spirits:

Best Espresso: Asia Zaffaroni

Best Filtro: Giovanni Migliavacca

Best Signature Drink: Beatrice Lino

Tutti i partecipanti hanno ricevuto premi e gadget messi a disposizione dagli sponsor: XLVI, Remidag, Fiorenzato & Pietro, Caffè Carraro, Centrale del Latte di Torino di Torino, Oatly, Metallurgica Motta, Balugani e PulyCaff.

I partecipanti (immagine concessa)

Latte Art Throwdown: vittoria per Elizabeth Restrepo Garcia

Martedì 25 febbraio si è svolto il Latte Art Throwdown, una gara a eliminazione diretta in cui i partecipanti si sono sfidati con versaggi sempre più complessi. Elizabeth Restrepo Garcia ha trionfato, ottenendo viaggio, vitto e alloggio per una selezione ufficiale Latte Art SCA Italy ai Campionati Italiani Baristi 2026.

Al secondo posto si è classificata Julet Gonzales, che ha guadagnato l’accesso diretto a una selezione ufficiale Latte Art di SCA Italy.

Anche in questa competizione, tutti i partecipanti hanno ricevuto premi e gadget messi a disposizione dagli sponsor.

Arena Talk e Villaggio Roaster: confronto sulle tendenze del settore specialty

Mercoledì 26 febbraio si è conclusa la manifestazione con una tavola rotonda dedicata alle sfide e opportunità del mercato specialty coffee, moderata da Andrea Lattuada (events coordinator SCA Italy).

Il Villaggio Roaster ha permesso ai partecipanti di scoprire nuove tecnologie e confrontarsi con esperti del settore, rendendo questa edizione un appuntamento di grande rilevanza per la caffetteria professionale.

“Siamo molto soddisfatti di questo primo appuntamento” ha commentato Andrea Lattuada, coordinatore eventi SCA Italy, “e ci aspettiamo una partecipazione ancora più numerosa nelle prossime tappe. Inoltre, siamo felici di aver contribuito ad avvicinare nuovi soci e partecipanti alla community della Specialty Coffee Association in Italia. Questo evento ha rappresentato un’importante occasione di confronto e crescita, e credo che tutti noi torniamo a casa con nuove conoscenze, maggiore consapevolezza e nuovi spunti di riflessione per il futuro del settore.”

Un evento che segna un nuovo percorso per il settore

Durante i quattro giorni, la SCA Italy Arena ha visto la partecipazione di numerosi esperti, che nei talk hanno affrontato temi centrali come il comportamento d’acquisto del consumatore, la corretta comunicazione del valore del caffè e le prospettive future del settore.

Un ringraziamento speciale va ai torrefattori, ai partecipanti e a tutti gli sponsor che hanno creduto in questo progetto e contribuito alla realizzazione e riuscita dell’evento.

Prossimo appuntamento: Horeca Expo Forum Torino

La SCA Italy Arena torna dal 16 al 18 marzo al Horeca Expo Forum – Lingotto Fiere Torino, per un nuovo appuntamento dedicato al mondo del caffè specialty.

Un’occasione imperdibile per approfondire il settore, scoprire nuove realtà e confrontarsi con i professionisti del settore. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti, seguite SCA Italy sui canali ufficiali.

Hausbrandt: una Pasqua dolce e colorata con la colomba Delice

TRIESTE – Non c’è Pasqua senza tradizione. E quando una tradizione, fatta di sapori e profumi inconfondibili, incontra un gusto estetico colorato e accattivante, il risultato non può che essere vincente. Non manca la prestigiosa firma di Hausbrandt in occasione del periodo pasquale 2025 grazie al ritorno nelle tavole della regina tra le dolci prelibatezze primaverili: la colomba Delice.

Dolcezza e morbidezza si fonderanno in un grande classico della pasticceria del Bel Paese: un dolce ricco di storia, reso unico da Hausbrandt grazie alla paziente creazione di un impasto soffice e profumato; lievitato in modo naturale e a lungo, impreziosito da scorzette di arancia candita e da polvere di baccelli di vaniglia del Madagascar.

La colomba Delice di Hausbrandt

Materie prime selezionate e lavorate con attenzione e cura: ogni fetta di colomba Delice è una poesia per il palato, che celebra la tradizione con la sua avvolgente morbidezza. La leggerezza della pasta morbida all’interno in contrasto con la friabile glassa esterna di mandorle e nocciole è un’esperienza sensoriale, un trionfo di sapori ed emozioni.

Piacevole al gusto e all’olfatto, colomba Delice sorprende anche alla vista grazie ad un incarto raffinato, che rappresenta a pieno tutte le bellezze della primavera. Il packaging di colomba Delice si trasforma in un fiorito e romantico dipinto primaverile, dove la carta avvolge il dolce come un delicato abbraccio in un trionfo di colori e sfumature. Il fiocco in doppio raso dona un tocco di colore e moderna raffinatezza.

Il brand Hausbrandt accoglie l’arrivo della bella stagione abbracciando la tradizione, con uno sguardo sempre rivolto all’eleganza. Ingredienti selezionati con attenzione e lavorati da mano esperta rendono colomba Delice il dolce ideale per la Pasqua 2025: ogni fetta è come una gioia per il palato.

Campionati nazionali di pasticceria: Milena Russo vince le selezioni per The world trophy of professional tiramisù

MARINA DI CARARRA (Massa-Carrara) – Si sono conclusi con grande successo i Campionati nazionali di pasticceria che hanno trasformato la fiera Tirreno C.T. di Carrara in un vero e proprio tempio della dolcezza. Organizzati e gestiti dalla Federazione internazionale di pasticceria, gelateria e cioccolateria (Fipgc), i campionati hanno l’obiettivo di celebrare l’eccellenza della pasticceria italiana, promuovere l’innovazione e definire le nuove tendenze del settore.

Oltre 180 maestri pasticcieri provenienti da tutta Italia si sono sfidati in diverse specialità, dando vita a creazioni spettacolari e dimostrando un livello di talento e creatività senza precedenti.

Al termine di una quattro giorni di intense competizioni, i migliori sono stati premiati con l’ambito titolo di Campione d’Italia e la medaglia d’oro.

Il presidente della federazione Matteo Cutolo ha espresso grande soddisfazione per la riuscita dell’evento, sottolineando la straordinaria partecipazione e l’eccezionale livello delle creazioni presentate: “Questa edizione dei Campionati nazionali di pasticceria ha superato ogni aspettativa. Abbiamo assistito a una vera e propria esplosione di talento e creatività, con opere che hanno lasciato a bocca aperta sia la giuria che il pubblico. La passione e la dedizione dei nostri maestri pasticcieri sono la testimonianza della vitalità e dell’eccellenza della pasticceria italiana”.

Miglior coppa gelato d’Italia: vince il gusto esotico di Raffaele di Benedetto

Il primo classificato del Campionato italiano miglior coppa gelato è Raffaele di Benedetto, maestro pasticciere originario di Avellino ma che vive a Rimini, che ha conquistato la giuria con una creazione raffinata dal nome: “Pesca melba esotica”. Crema alla vaniglia con un delicato profumo di limone, arricchita da un’insalata di pesche, mango, passion fruit e lime, il tutto coronato da meringa croccante e petali di cialde, per un’esplosione di freschezza e sapori esotici.

Al secondo posto si piazza “Come un ricordo” di Fabio Mellace da Catanzaro, Calabria, mentre il terzo posto va a Salvatore Ravese, sempre calabrese, di Gioia Tauro, con “Trilogy Gourmet”, una coppa gelato che celebra la perfezione con tre diverse sfumature di gusto.

La miglior pralina d’Italia è allo zafferano e mirtillo

Il primo classificato per la Miglior Pralina è la “Pralina Goccia d’Oro” di Nicolas Vella, maestro gelataio proveniente Val della Torre, Piemonte. Si è distinta per la sua raffinata composizione, che ha unito una delicata ganache allo zafferano, un croccante e un gel al mirtillo, creando un equilibrio perfetto di sapori avvolgenti.

L’argento va al lombardo Gianpaolo Porrino con la sua “Pralina al Cioccolato e Mandarino”. La composizione, con una ganache al cioccolato Madirofolo al 65%, un gelée al mandarino tardivo di Ciaculli e cioccolato bianco, gli è valso il secondo posto sul podio.

Terzo classificato il catanzarese Fabio Mellace con “Pralina Greenwood”: ganache fondente al 64% arricchita da un croccante al caramello, una ganache al caramello e lampone, e cioccolato bianco. Il tutto completato da una gelatina di lamponi.

Tiramisù: trionfa la versione senza glutine e senza lattosio ai profumi degli agrumi di Sicilia. La concorrente ora affronterà il mondiale a novembre.

I Campionati nazionali di pasticceria sono stati anche teatro delle selezioni per il prossimo campionato mondiale dedicato al dolce più conosciuto al mondo, il The world trophy of professional tiramisù che si terrà a novembre 2025.

A spiccare tra tutti è stata Milena Russo, pastry chef di Capo d’Orlando, Messina, che ha creato un tiramisù innovativo, apprezzato all’unanimità dalla giuria. Milena ha presentato un tiramisù senza glutine e senza lattosio, ispirato ai profumi agrumati della sua splendida terra. La sua creazione includeva gelée di mandarino, gelée di caffè, mousse al mascarpone, savoiardo al cacao, marzapane, sablée al cioccolato e una copertura di cioccolato bianco.

La stratificazione chiara, con sapori ben distinti, e l’esplosione di freschezza del mandarino, che esaltava l’armonia tra il gelée e la mousse al mascarpone, le ha permesso di conquistare il primo posto del podio e la medaglia d’oro.

Ora, a lei spetta l’arduo compito di affrontare il prossimo The World Trophy of Professional Tiramisù, una sfida che la vedrà protagonista nel far valere la sua creatività e abilità, con l’obiettivo di affermarsi come la migliore in tutto il mondo.

Conferito Premio Speciale al maestro pasticciere riminese Simone Fausto Barbuto per la sua eccellente presentazione, la pulizia e l’organizzazione del lavoro.

La scheda sintetica di Federazione internazionale pasticceria, gelateria e cioccolateria

La Federazione internazionale pasticceria, gelateria e cioccolateria (Fipgc) è l’ente che promuove la pasticceria italiana in tutto il mondo. Vanta una presenza radicata e capillare sul territorio italiano, con delegati per ogni regione e dei sotto-delegati per ogni provincia. Ha lo scopo di unire tutte le realtà esistenti sul territorio (scuole, grossisti, associazioni, imprese del settore pasticceria, gelateria, cioccolateria, panificazione), per rafforzarne la collaborazione ed ottenere la crescita di tutto il settore e dei prodotti Made in Italy.

Fipgc organizza in tutta Italia eventi, fiere, corsi di formazione di alto livello, preparazione One-to-One o di squadra per gareggiare nei concorsi a livello nazionale e internazionale. Dal 2015 organizza i Campionati Italiani e i Campionati Mondiali di Pasticceria e Cake Design. Nel 2017 nascono anche i Campionati Nazionali di Pasticceria Alberghieri d’Italia: promossi insieme al MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è il primo campionato Juniores di pasticceria dedicato agli istituti alberghieri, che dà modo ai giovani che vogliono intraprendere la professione di confrontarsi con i grandi maestri d’Italia.

Fipgc è un soggetto che ha acquisito in questi ultimi anni una grande importanza a livello istituzionale. Un ruolo suggellato dai protocolli d’intesa con il Ministero degli Esteri, con lo scopo di sostenere il made in Italy e delle eccellenze italiane nel mondo e con il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) per rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro.

Per ulteriori informazioni basta cliccare qui.

Associazione museo del caffè di Trieste: 4° appuntamento dei Cenacoli con lo storico d’arte Sergio Vatta

TRIESTE – Giovedì 27 febbraio è ritorno il ciclo 2024-2025 dei Cenacoli del caffè, organizzati dall’Associazione museo del caffè di Trieste guidata da Gianni Pistrini e giunti ormai al traguardo dell’ottava edizione. L’incontro si è svolto nella tradizionale sede dell’Hotel Savoia Excelsior, con inizio alle ore 17.30, e ha visto in quest’occasione l’intervento, di specifico rilievo per le vicende della città, dello studioso e storico dell’arte Sergio Vatta, che ha trattato il tema “Dal Bauhaus alla illycaffè, Xanti Schawinskj a Trieste nel 1934”.

Quarto appuntamento dei Cenacoli del caffè

La presentazione trae origine dalla pubblicazione nel 2023 di una ricerca originale di Vatta, riguardante l’attività svolta a Trieste, tra il 1934 e i primi mesi del 1935, da uno dei maggiori protagonisti del rinnovamento artistico in Italia, in campo grafico e pubblicitario, Xanti Shawinskj, il quale, prima di essere perseguitato dal regime nazista in Germania, fu, fino al 1933, uno dei docenti più apprezzati del celebre istituto Bauhaus di Weimar.

Sono stati illustrati  in particolare i suoi lavori per le aziende triestine in quel periodo e più specificamente l’importante relazione professionale con l’allora giovane torrefazione triestina chiamata con il cognome del suo fondatore: Francesco Illy.

Dopo un rapido excursus sulle origini dell’azienda, sul suo sviluppo nei primi anni di attività in stretta relazione con un’altra celebre impresa triestina del settore, la H. Hausbrandt, sono state esaminate nel dettaglio le realizzazioni tecniche e artistiche che Shawinskj realizzò per la Illy Caffè, che hanno segnato a lungo i percorsi promozionali della ditta.

Sergio Vatta, storico dell’arte nato a Trieste, sin dagli inizi della sua attività ha orientato le sue ricerche nel campo delle arti decorative e della grafica pubblicitaria ed editoriale, con particolare riferimento all’importante e differenziata produzione artistica commissionata dalle grandi compagnie di navigazione triestine nella prima metà del secolo scorso.

Autore di svariate pubblicazioni scientifiche e di ricerche sugli artisti triestini del primo Novecento. A Trieste ha collaborato e in alcuni casi curato mostre al Civico Museo del Mare, Biblioteca Civica, Biblioteca Statale, Civico Museo Revoltella, Civici Musei di Storia e Arte, all’Amministrazione Provinciale e con l’Erpac. Tra i suoi ultimi lavori la pubblicazione del primo volume della nuova collana del Civico Museo del Mare e la cura, assieme allo storico navale Maurizio Eliseo, della mostra “Un mare di carta” tenutasi negli ultimi mesi dello scorso anno al Magazzino delle Idee e della pubblicazione del relativo catalogo.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti. L’incontro è stato seguito anche on line sul portale web dell’Associazione: www.amdctrieste.it e tramite il profilo Facebook aMDCTrieste.

Il ciclo dei “Cenacoli” 2024-2025, stavolta organizzato attorno al tema-guida “La trasversalità del caffè”, è coordinato anche quest’anno da Nicoletta Casagrande (responsabile dell’InfoLibro-Salotto multimediale del libro italiano di Capodistria) assieme al vicepresidente di AMDC Doriano Simonato.

Giacomo Biviano, Domori: “Previsto un rallentamento dei prezzi del cacao solo nel 2027: si punta su prodotti di qualità”

MILANO – Giacomo Biviano, amministratore delegato di Domori e Pintaudi, nonché presidente di Achillea, tutti brand appartenenti al Polo del Gusto, la holding fondata e presieduta da Riccardo Illy, ha analizzato la delicata situazione dell’aumento dei prezzi della materia prima del cacao, esponendo la filosofia del marchio per far fronte ad una forte volatilità di mercato. Leggiamo di seguito la sua opinione.

È stato un anno record per i prezzi del cacao. A cosa sono riconducibili le cause?

“Principalmente la causa è da ricondursi alla crisi climatica, la quale ha portato prima siccità e in seguito diluvi che hanno devastato innumerevoli piante riducendo la produzione di fave di cacao.

Inoltre, c’è una domanda in crescita nel mondo di cacao e le scorte non sono abbastanza per soddisfarla. La somma di tutto ciò ha portato ad un aumento di prezzo incredibile.

Una situazione analoga si riscontra anche nel caffè il cui il prezzo si è triplicato: non si era mai visto un aumento dei costi simili nella storia dei prodotti coloniali. La situazione drammatica si è presentata non solo a causa delle speculazioni ma anche per via di diversi problemi strutturali”.

Come ci si può adattare alla volatilità di mercato? Che filosofia sta seguendo Domori?

“Su una volatilità di questo tipo c’è ben poco da fare. Ovviamente ci si può preparare tramite i futures, ovvero i sistemi finanziari che permettono di bloccare il prezzo ad una certa cifra. Ovviamente questo funziona solo se si scommette su una crescita del prezzo del prodotto.

In questo caso specifico, tutte le aziende nel campo del cioccolato stanno portando degli aumenti di prezzo sul mercato che sono sostanzialmente obbligatori: il costo del cacao è quintuplicato e risulta impossibile non agire altrimenti.

Perciò considerando la domanda che è cresciuta di molto e, a seguire, l’aumento vertiginoso dei prezzi a due cifre, questo porterà ad un rallentamento del mercato e quindi a un riassestamento.

Le previsioni prevedono infatti un piccolo rallentamento dei prezzi nel 2027: è il vecchio e caro principio della domanda e dell’offerta”.

Al convegno sul cacao e cioccolato organizzato da Comunicaffè e Comunicaffe International al SIGEP l’esperta internazionale Monica Meschini ha detto che contemporaneamente all’aumento del prezzo la qualità del cioccolato è diminuita. Che cosa ne pensa ?

“Tanti operatori del settore per riuscire a cagliare questo momento e rimanere competitivi sul mercato vanno a cercare prodotti di qualità inferiore. È sempre stato così anche nel mondo del caffè.

La filosofia di Domori è completamente all’opposto. Lavoriamo solo con fornitori che conosciamo. Abbiamo sempre riconosciuto differenziali dei prezzi in maniera che si tenga conto dell’impegno della filiera nel mantenere una qualità di alto livello. Siamo completamente sul fronte opposto: è la nostra strategia aziendale”.

Domori è sia produttore che coltivatore diretto. Che approcci avete cambiato per far fronte alla situazione?

“Siamo soci di due aziende che producono cacao in Venezuala e Equador. Lì è cambiato relativamente poco. Continuiamo a produrre secondo standard di alta qualità.

Ovviamente siamo stati costretti a subire il costo dell’aumento del prezzo poiché abbiamo registrato danni legati al clima con molte piante inutilizzabili. Ci siamo subito attrezzati per ridurre il danno, ripiantando i campi”.

In che modo la tecnologia, ad esempio la blockchain, sta cambiando la filiera del cacao? Come rende la filiera più sostenibile?

La tecnologia ci aiuta a mappare ogni singolo passaggio della filiera. Ormai è indispensabile per capire tutti i passaggi dell’industria e per avere il controllo assoluto della qualità e tutto ciò che è legato alla sostenibilità.

Sicuramente l’evoluzione della tecnologia aiuterà ad avere un controllo completo della filiera: dalla mappatura delle piante di cacao fino alla garanzia che non ci sarà sfruttamento del lavoro, tipico in alcune realtà dei Paesi produttori”.

Prevedete che la volatilità dei prezzi sia destinata a salire ancora?

“È una domanda a cui è difficile rispondere. Solo un’anno e mezzo fa sarebbe stato imprevedibile anche solo pensare che saremmo giunti a questo punto con un prezzo quintuplicato a quasi 11mila dollari a tonnellata. Non credo che salirà ancora.

Alcuni segnali fanno presumere che tra un anno il mercato dovrebbe riassestarsi poiché di fronte alla domanda in incremento si pianterà di più e ci sarà più produttività. Oggi per molte aziende si tratta di sopravvivenza.

Basta considerare che il capitale circolante è quintuplicato e se prima il cacao si pagava allo scarico, quando la merce veniva sdoganata dalla nave in porto, ora bisogna farlo in anticipo”.

Sono cambiate completamente tutte le logiche di approvvigionamento che esistevano fino a poco prima di un anno fa”.

Quali saranno le sfide nei prossimi anni per Domori?

Domori continuerà la sua strategia di crescita legata alla scommessa che la richiesta di prodotti di qualità sia sempre in crescita: ciò lo abbiamo già riscontrato sia nell’azienda che è cresciuta del 10% nel 2024, ma anche quest’anno siamo partiti bene.

Tutte le aziende le Polo del Gusto sono convinte che la gente sia attratta da prodotti di alta qualità e sani. La nostra strategia di Gruppo perciò è continuare ad offrire il miglior prodotto possibile”.

Domori ha previsto ricavi per il 2024 stimati a 30 milioni di euro, in netta crescita rispetto allo scorso anno che erano 26,3 milioni, aumentando il giro d’affari complessivo.

Inoltre, in un quadro generale, il Polo del Gusto ha pianificato investimenti pari a 50 milioni di euro nel triennio 2023-2025.

Franco Bazzara sui prezzi della tazzina: “Necessario spostare l’attenzione sul valore della bevanda”

Franco Bazzara, presidente dell’omonima torrefazione triestina, parla del prezzo della tazzina in Italia. Nonostante il costo sia sempre più elevato, Bazzara afferma che è necessario far comprendere al consumatore finale il valore del prodotto e le ragioni per cui il rito dell’espresso sta diventando sempre più caro. Leggiamo di seguito la sua opinione.

Un caffè sempre più salato?

di Franco Bazzara

TRIESTE – “Perché ormai, pagare un caffè 1,50€ fa tanta notizia? Come poter far comprendere il valore del prodotto? Unire le associazioni, divulgare meglio e ampliare la platea: questi sono sicuramente i primi passi da compiere.

L’obiettivo? Spostare l’attenzione dal costo al valore. Un caffè ben fatto merita il giusto prezzo, come qualsiasi altro prodotto di qualità. Ma prima, è fondamentale ribadire ancora una volta le profonde cause della crisi del settore, per comprendere meglio la situazione attuale e le possibili azioni da intraprendere.

Cambiamento climatico

Brasile, Vietnam e Africa: aree lontane, terre di produzione del caffè, unite da una problematica comune, il cambiamento climatico. Il Brasile è il primo esportatore di Arabica al mondo, circa il 30% dei chicchi presenti sul mercato internazionale provengono proprio dal Gigante del Sud America, che negli ultimi anni vive una situazione climatica tragica, condizionata da una gravissima e costante siccità.

La mancanza di acqua, specialmente nella regione di Minas Gerais (area strategica per la produzione del caffè), influisce sul ciclo colturale, portando un netto calo della produzione, con un conseguente aumento dei prezzi. Come recita il detto: “Se Atene piange, Sparta non ride”.

Il Vietnam infatti, roccaforte e leader internazionale nella produzione di Robusta si trova a fare i conti con eventi atmosferici inversi ed estremi, come il tifone Yagi, che a settembre 2024 ha messo in ginocchio il Paese, spazzando via gran parte delle coltivazioni di Robusta.

A mettere il punto esclamativo su questa crisi ci pensa l’Africa, la culla del caffè vede diradarsi giorno dopo giorno le terre da destinare alla coltivazione del verde a causa di temperature costantemente sopra la media storica. Una crisi economica che ricade su intere popolazioni che basano la propria sussistenza sulla produzione dei grani di caffè.

Logistica e crisi geopolitiche

Anche il trasporto del caffè verde dai paesi produttori a quelli di consumo sta diventando un’operazione sempre più costosa.

L’aumento dei prezzi dell’energia, il giusto riconoscimento della manodopera nei paesi produttori e la volatilità delle tariffe dei container – sempre più introvabili -, stanno influenzando il rincaro dei prezzi.

Ad accrescere i problemi di approvvigionamento ci sono anche i conflitti e le crisi geopolitiche in molti stati, specie in Medio Oriente con il blocco del canale di Suez, una serie di condizioni che rendono più ostiche le tratte commerciali.

Aumento della domanda e speculazione

Ma i fattori capaci di far schizzare gli indici finanziari legati a questo prodotto sono molteplici. Tra questi c’è l’aumento della domanda: la cultura del caffè è diventata un fatto globale, non più appannaggio esclusivo dei popoli occidentali, questa nuova dimensione ha portato un incremento delle richieste di grani in molti mercati emergenti, specie in India, Cina e in alcuni stati del Medio Oriente, rallentando ulteriormente una – già di per sé complessa – ripresa del settore.

Non solo, il caffè non è unicamente un prodotto agricolo, ma una commodity (materia prima) scambiata sui mercati finanziari, questo fa rientrare il caffè anche in alcune logiche speculative. Infatti non appena gli investitori percepiscono una potenziale diminuzione del raccolto acquistano i futures (contratti finanziari) sul caffè, facendo lievitare il prezzo e costringendo le aziende a pagare a un costo maggiorato il verde, una dinamica che poi si ripercuote a catena naturalmente anche sul consumatore finale.

Politiche e inflazione

Pure le buone pratiche, come la sostenibilità, hanno un prezzo. Come il regolamento sulle EUDR adottato dal Parlamento Europeo nel 2023 per combattere la deforestazione. Questa legge impone alle aziende legate al commercio di caffè e altre materie prime di garantire che i prodotti immessi nel mercato europeo non siano stati legati alla deforestazione, sia legale che illegale.

Le imprese devono provvedere a fornire prove di tracciabilità e certificazione riguardo la provenienza di tali materie prime. Anche l’inflazione gioca un ruolo rilevante: altri prodotti legati al mondo del caffè, come il latte e lo zucchero, hanno visto negli ultimi anni un incremento dei prezzi.

Proprio in questi momenti l’Italia, emblema di eccellenza e di Grande Bellezza e del marchio riconosciuto in tutto il mondo, del made in Italy, a livello globale dovrebbe valorizzare la propria posizione. Diffondere una nuova sensibilità su ciò che si cela all’interno di una tazzina.

Formazione, cultura, innovazione… tutto ciò ormai non basta più. È necessario:

  • Confederare le tante Associazioni per parlare con una voce sola per avere forza e peso.
  • Informare il consumatore di quanto gravita attorno al duro lavoro del settore per spiegare che il prezzo della tazza va legato al “valore” proposto. In ogni angolo del paese sentiamoci nel dovere di informare i media della “bellezza” ma soprattutto della complessità del nostro comparto.
  • Portiamo finalmente le nostre istanze, con l’aiuto dei grandi del Caffè nazionali a numerose trasmissioni divulgative come quelle diretta da giornalisti del calibro di Bruno Vespa e Alberto Angela, per fare due esempi.

Quindi confederare e divulgare, ovvero fare rete, cosa che noi Bazzara fortemente da sempre auspichiamo per il bene di tutti. Noi porteremo questi argomenti, tra gli altri, all’ottava edizione del Trieste Coffee Experts presso il Savoia Excelsior Palace – Starhotels Collezione di Trieste. Uniti si è forti”.

                                                                                                           Franco Bazzara

Jde Peet’s, #1 mondiale del caffè, chiude il 2024 a €8,8 mld (+7,9%), negli Usa il caffè di Keurig frena a $4 mld (-2,6%)

MILANO – Risultati superiori alle aspettative per Jde Peet’s, che ha reso noti ieri, mercoledì 26 febbraio, i risultati del bilancio di esercizio per l’anno 2024. Il numero uno mondiale pure-play nel settore del caffè e del tè, ha ottenuto, nell’anno trascorso, un Ebit di 1,28 miliardi di euro, in crescita del 13,2% rispetto al 2023 e superiore al consenso degli analisti posto a 1,25 miliardi, grazie a crescita organica e disciplina dei costi.

Unica nota negativa l’utile sottostante e l’eps sottostante in calo dello 0,7% rispettivamente a 729 milioni di euro e 1,50 euro. Il board ha proposto un dividendo per il 2024 di 73 centesimi, con una maggiorazione del 4,3% rispetto all’esercizio precedente.

Le vendite sono ammontate e 8,837 miliardi di euro, in crescita del 7,9%. La variazione organica, al netto del consolidamento di Maratá e Caribou e di un -2,1% di effetto negativo dei cambi, è stata positiva del 5,3%.

L’utile lordo rettificato è stato di 3,273 miliardi, a sua volta in crescita del 7,3% (variazione organica: 6,1%).

L’utile lordo segna un +7,9% (6,7% organico) a 3,257 miliardi. L’Ebitda rettificato segna un +11,3%, a 1,587 miliardi. L’Ebit rettificato è di 1,277 miliardi (+13.2 % e + 10.4 % organico). Il risultato operativo segna un +54,2% (+52,4% organico) a 1,056 miliardi.

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Santa Teresa Arabica Coffee Cask Finish, il whisky, il caffè: “E poi lavoreremo sul cacao”

MILANO – Distillato e caffè in un prodotto ricercato di cui si è parlato su queste pagine diverse volte negli ultimi tempi: entriamo nella realtà storica di Santa Teresa 1796, fondata nel 1796, nella Valle di Aragua in cui coltivavano le materie prime locali come: caffè, cacao e canna da zucchero.

Santa Teresa Arabica Coffee Cask Finish è la creazione che mette d’accordo gli appassionati del rum e del caffè. Avviene una trasformazione aggiuntiva, determinata da tre mesi all’interno di botti di quercia bianca americana precedentemente utilizzate per una macerazione a freddo di rum venezuelano e caffè 100% monorigine arabica di loro coltivazione.

Realizzato con chicchi di caffè Arabica di alta qualità, coltivati biologicamente, tostati a livello medio e macinati grossolanamente sotto la guida dei maestri distillatori del marchio presso Hacienda Santa Teresa, è disponibile all’acquisto online su Tannico e fisicamente nella Rinascente di Milano, con la distribuzione in esclusiva da Meregalli per On trade.

Con una tradizione che si estende per oltre 225 anni, Hacienda Santa Teresa, di proprietà familiare da cinque generazioni, produce tutto il suo rum nella storica tenuta in Venezuela.

L’impegno per la qualità e la tradizione sottolinea la dedizione del marchio non solo all’eccellenza, ma anche al supporto delle comunità locali attraverso iniziative come il Proyecto Alcatraz, un programma di reintegrazione sociale gestito dalla “Fundación Santa Teresa”.

Registrato nel 1909, il marchio Santa Teresa vanta il titolo di primo marchio di rum del Venezuela, nonché il diritto di portare orgogliosamente l’etichetta DOC “Ron de Venezuela”.

Racconta Andrea Pomo, brand ambassador di Santa Teresa 1796 in Italia:

Andrea Pomo, Santa Teresa 1796 (foto concessa)

“Parliamo di un’attività nata non solo per il commercio di rum, ma di caffè 100% Arabica, coltivato sempre attraverso le persone del progetto Alcatraz con una classica coltivazione manuale e naturale, con una tostatura e l’infusione del rum avviene con i chicchi leggermente pressati. Per far uscire un po’ di oli e aromi. “

Perché avete utilizzato chicchi di caffè tostati e non macinati per l’infusione?

“Selezionando i chicchi più grandi, è garantito un sapore più ricco. È poi durante il processo di tostatura che si sviluppa la maggior parte dell’aroma, che abbiamo cercato di trasmettere a questo eccezionale rum attraverso la botte.

Perché poi abbiamo scelto la frantumazione dei chicchi anziché la loro macinazione? Perché migliora l’estrazione di aromi e sapori e allo stesso tempo si evitano l’amarezza e l’acidità tipiche del caffè.”

Quale Arabica avete utilizzato per la miscela?

“È un caffè dal sapore unico, coltivato nello stato di Aragua, sulle montagne dell’Hacienda Santa Teresa, dalle note gustative che includono caramello, polvere di cacao, cioccolato fondente e acidità malica.

I chicchi sono di arabica, in particolare la varietà Bourbon Villanueva, coltivata nell’hacienda della famiglia.”

Che tipo di tostatura utilizzate? In caso Perché tostatura media e non chiara o scura?

“Grazie a diversi test approfonditi, abbiamo scoperto che una tostatura media restituiva il profilo ideale del caffè necessario per completare i sapori del rum. Questo livello di tostatura mantiene invariate alcune delle note fruttate di ciliegia.”

Avete usato la tecnica del cold brew, oppure del cold drip per realizzare il distillato?

“Il termine più corretto probabilmente è quella di un’infusione a freddo di caffè e rum. L’idea è stata quella di mantenere il profilo organolettico del nostro prodotto di referenza, veicolando un sentore particolare. Aromatizziamo la botte attraverso un’infusione a freddo di caffè e rum per mesi, rilasciando nella botte i sentori del caffè stesso. Per il nostro Coffee task finish, è stato inserito il Santa Teresa nella botte per altri tre mesi. Abbiamo un rum che ricorderà un sentore piacevolmente dolce. “

Quali sono le ricette ideali per impiegare il Santa Teresa coffee task finish

“Il prodotto così come lo abbiamo realizzato è equilibrato e bilanciato tra le due bevande. In Italia vogliamo lavorare più sul prodotto liscio, anche se in miscelazione potrebbe funzionare molto bene con i coffee drinks (un Espresso Martini, un highball con della soda) oppure rappresentare una valida alternativa per l’Old fashioned, o ad esempio può essere utilizzato in un Manhattan con al posto del vermouth al Barolo che si sposa bene con il caffè.

Sul mercato italiano il rum è inteso ancora più come prodotto da bere in purezza o associato con il cioccolato. Tuttavia stiamo notando una certa curiosità rispetto ad altre soluzioni parallele. L’italiano medio è abituato a pasteggiare con vino e birra, non come può succedere a Londra dove i drink accompagnano anche i piatti.

Stiamo cercando di svecchiare questo classico abbinamento, magari studiando cose più innovative, attraverso diverse collaborazioni con i cocktail bar, all’interno dei quali è già utilizzato in altre maniere. Dal primo gennaio abbiamo una partnership con Meregalli, un Gruppo molto improntato sulla ristorazione e le enoteche.”

Avete pensato a questo prodotto più per i bartender o per la mixology a casa?

“Sono del parare che abbiamo tra le mani un prodotto trasversale: perfetto con ghiaccio da bere liscio e da bere a casa magari con un buon sigaro, ricostruendo un po’ quella che è l’immagine iconica legata storicamente al rum.

Ma è ottimo anche – per la sua bassissima percentuale zuccherina – nelle altre categorie di miscelazione e persino nella cucina come componente aromatica differente. Il classico resta ovviamente più semplice da far passare al consumatore e la variante che abbina il caffè invece rientra in una categoria specifica di drink di cui abbiamo parlato prima, ancora di nicchia.”

Il mercato dei liquori al caffè come sta andando e verso quali direzioni?

“Santa Teresa lavora con un concept e degli obiettivi su scala mondiale. In Italia abbiamo un bel panorama dove indubbiamente il mondo del caffè sta prendendo piede. Ci sono una serie di attività che stanno trasformando questo settore, a partire da un interesse da parte dei baristi e alle nuove tecniche di estrazione. Quindi come azienda dobbiamo muoverci in sinergia rispetto a questa crescita seppur non esponenziale: per questo abbiamo investito in questo nuovo prodotto. Il mondo dei distillati varia a seconda dei trend.”

Pensate di utilizzare degli specialty per un prodotto così evoluto come il vostro rum in prossime edizioni?

“Il prossimo anno lavoreremo su un’altra materia prima del nostro territorio, ovvero il cacao. Abbiamo lanciato il primo anno una ricetta dedicata agli amanti del whisky, importando dalla Scozia le botti.

In seguito è nata la soluzione al caffè e adesso è il turno del cacao. Sempre restando fedeli al nostro proporci come single estate, spingendo sempre sul chilometro zero: Venezuela e cacao vanno di pari passo e si rispecchia nella nostra filosofia di artigianalità. Forti di questo principio continueremo a creare ricette nuove legate alla tradizione del territorio.”

Ci parlate del progetto Alcatraz?

“Nasce nel 2003, il 23 aprile, a causa di un avvenimento che ha svoltato la vita del proprietario dell’Hacienda: il furto organizzato da parte delle gang criminali. Il rugby ci ha aiutato a creare sinergie e a crescere come progetto dal forte impatto sociale. Così è partito il progetto che dopo vent’anni ha abbassato il tasso di mortalità da 200 morti al giorno, agli 8. Un risultato davvero notevole.

C’è un’azione importante legata alla produzione locale. Tra le altre professioni, queste persone possono essere impiegate anche come coltivatori di caffè, ma non solo: a loro vengono anche proposte diverse sessioni di supporto psicologico per dar loro modo di superare le loro esperienze pregresse nel mondo del crimine. Alcuni sono riusciti ad entrare nel circuito professionistico come atleti, nel rugby. Ci sono poi anche alcune risorse che al termine del programma aprono una propria attività e ricominciamo una nuova vita totalmente avulsa dall’illegalità.”

Qual è il costo di questo prodotto?

“Meregalli lo vende a 37 euro più IVA ai locali. La release invece parte dai 50 in su più IVA. Qualità prezzo rimangono bilanciate. Le edizioni limitate ovviamente hanno un costo più elevato, dedicati ai collezionisti. Siamo in linea con il resto del mercato.”

Previsioni consumi 2025: incremento nullo a volume, a rischio crescita economica

MILANO – Se i consumi del mese di dicembre hanno chiuso al +1,3% a valore riallineandosi al trend debole del 2024 fermo a +0,7%, le previsioni per il 2025 non segnalano al momento un cambio di passo. Anzi la crescita dei volumi è stimata con un perfetto +0,0%. In calo anche quella a valore con una media ponderata del +1,7% a fronte di un tasso d’inflazione del +1,5% (dati Banca d’Italia), dunque pari al +0,2%.

La brusca frenata degli ultimi 3 mesi del 2024, che è passata dal 34,7% di ottobre 2024 al 24,7% di gennaio 2025, ha inciso sulle previsioni dell’anno in corso con il rischio reale che si possa aprire un periodo di stagnazione.

Dando uno sguardo più allargato, nell’insieme il ciclo dell’Italia non si discosta dall’evoluzione media delle economie europee, in cui le contrazioni di Germania e Francia hanno pesato sull’economia dell’Eurozona. Inoltre, se i dazi annunciati dagli Stati Uniti dovessero concretizzarsi, avranno senza dubbio un impatto negativo sul settore industriale e sui prezzi a carico dei consumatori e destabilizzeranno il sistema internazionale.

In sintesi, ci dobbiamo aspettare un altro anno complesso per le aziende di retail, con particolare attenzione alla ristorazione impattata dell’incremento delle materie prime alimentari e dall’aumento del costo del lavoro, fenomeno questo generalizzato a tutti i settori di attività.

Per le aziende sarà fondamentale realizzare accorte politiche di convenienza per ritenere i propri clienti e attirarne di nuovi, il tutto abbinato ad attente politiche di contenimento dei costi e miglioramento della produttività

Le stime del Retail Barometer semestrale Confimprese-Jakala con l’elaborazione di Global Strategy sull’andamento dei consumi per l’anno 2025 in corso evidenziano una media ponderata del +1,7%, che si scompone nei macrosettori come segue: solo altro retail (casa-arredo, ottica, entertainment, cura persona e servizi) lascia intravedere aspettative più rosee con un +3,1%, mentre per l’abbigliamento al +0,5% e per la ristorazione al +0,4% sono riviste al ribasso sul 2024.

“Le catene del retail e ristorazione rappresentate nell’Osservatorio consumi Confimprese-JAKALA – spiega Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese – chiudono l’anno 2024 con un +2,8% a totale perimetro rispetto a un totale mercato indicato a un perfetto 0,0% con chiaro segnale di stagnazione a livello Paese”.

Maiocchi aggiunge: “Quello che ancora più preoccupa è la brusca frenata dell’economia nell’ultimo trimestre 2024 che ha portato alla revisione al ribasso delle previsioni ufficiali 2025 per esportazioni, Importazioni e occupati, tutte stime abbassate in dicembre di oltre mezzo punto percentuale rispetto a quanto valutato solo un paio di mesi prima. Risulta quindi difficile immaginare come uno scenario di ridotto import/export ed occupazione non impatti ulteriormente sui consumi ora previsti da Banca d’Italia a +1,0% e rimasti invariati rispetto alla stima fatta precedentemente”.

A fronte di uno scenario che non promette crescite rilevanti per il 2025, è necessario un cambio di strategia per attirare il consumatore finale in punto vendita. Tra le prime voci rientra il ritocco dei listini, che le aziende dichiarano di volere mantenere stabili con una media ponderata del +1,2% praticamente in linea con l’attuale tasso di inflazione.

Non sorprende che il 79 delle aziende non preveda di aumentare la frequenza della spinta promozionale in un momento in cui poco meno della metà dei consumatori, pari al 40,9%, dichiara di rivolgersi alle insegne a basso prezzo.

È vero che le iniziative di maggior successo sono promozioni, Black friday e saldi, ma non sono tuttavia sufficienti a risollevare l’andamento dei consumi e a incrementare i fatturati. Il settore su cui avverranno i rialzi maggiori pari al +1,8% è altro retail. Medie più contenute per la ristorazione +1,1%, mentre l’abbigliamento, che ha chiuso il 2024 con una modesta crescita del +1,0%, si prevede un listino ritoccato al ribasso a -0,1%.
Sulla leva promozionale, invece, l’intento delle aziende è quello di ridurre le politiche aggressive del 2024, guarderanno, dunque, più alla marginalità e meno al fatturato.

Quanto ai canali di vendita, i centri commerciali hanno chiuso il 2024 con gli stessi andamenti del totale mercato consumi. Il sentiment è che anche per il 2025 l’interesse dei consumatori verso il canale possa continuare a mantenersi inalterato. Rispetto al 2023, nell’ultimo trimestre 2024 si è registrato un aumento del +2,2% delle visite nei centri commerciali in tutto il territorio nazionale rispetto allo stesso periodo 2023, con un incremento significativo dei centri commerciali di categoria A.

“La ripresa seppur lieve del traffico nei diversi ambienti d’acquisto, sia centri commerciali che centri storici – chiarisce Raffaele Cerchiaro, managing director JAKALA – rappresenta un segnale di positività su cui far leva in un contesto ancora governato da grande incertezza e da crescita non legata ai volumi ma solo all’effetto prezzo. Per le aziende diventa cruciale da un lato convertire tale traffico in acquisti attraverso investimenti in branding e comunicazione verso il consumatore finale e dall’altro di aumentare la fidelizzazione della clientela con modelli di servizio che puntino all’eccellenza. In tale contesto il ruolo del personale di vendita, preparazione, hard skills e capacità soft nella cerimonia di vendita, diverrà sempre più importante nel sostenere vantaggio competitivo”.

Particolarmente positivo il trend nelle regioni del Nord-ovest, che mostra valori al di sopra della media Italia, mentre le regioni del centro mostrano risultati per lo più in linea con lo scorso anno. Anche per le vie commerciali, nell’ultimo trimestre 2024 sono aumentate del +2,29% le visite in tutto il territorio nazionale, trainate dalle regioni del Nord-ovest e del Sud, che mostrano valori non solo positivi, ma anche al di sopra della media Italia.

Stime 2025: comportamenti di spesa dei consumatori

Sentiment negativo per l’81,2% degli italiani
(Dati Innovation Team-Cerved per Confimprese)

Quanto alle previsioni per il 2025 sull’economia familiare dei prossimi mesi pesa innanzitutto l’impatto dei fenomeni di attualità come la ripresa dell’inflazione segnalato dal 43% degli italiani contro il 36,7% della rilevazione di ottobre 2024.

La quasi totalità dei consumatori pari all’81,2%, il livello più alto degli ultimi 24 mesi, dichiara un sentiment negativo per il 2025, continuano le preoccupazioni per il contesto geopolitico internazionale per il 36,9%, per i fenomeni climatici (35,2%) e, in minor misura, per la situazione politica nazionale (29,8%).

In un’ottica di maggiore risparmio, la maggior parte dei consumatori pensa di agire sia sul numero di acquisti sia sulla variante prezzo. La metà pensa di ridurre le spese sulla ristorazione. Del resto, il trend è già in atto da qualche mese ed è interessante notare un cambiamento sostanziale nelle abitudini di consumo: le famiglie dichiarano di volere aumentare la spesa in alimentari e di spendere meno in ristorazione.

Si arricchisce, dunque, il carrello della spesa a discapito dei consumi fuori casa. A riprova la voce alimentari è quella dove si pensa di ridurre meno la spesa. Lo dichiara il 18,8%, mentre CIRCA un terzo pensa addirittura di aumentarla. Un dato allarmante riguarda la riduzione generale sul fuori casa, in cui i settori meno impattati sono bar-caffetterie, delivery e ristoranti di prossimità:

Tra i settori potenzialmente più colpiti oltre alla ristorazione vi sono casa 48,7%, entertainment 45,2%, e in minor misura elettronica 39,1%, beauty 28,9%.

Quanto all’abbigliamento, il 43,4% dichiara di volere risparmiare, ma è comunque significativo che il 43,1% voglia mantenersi sugli stessi livelli del 2024 (Dati Innovation Team-Cerved).

illycaffè festeggia ad ARCOmadrid 20 anni di unione tra arte e caffè

MADRID – illycaffè, azienda globale del caffè nota per il legame privilegiato che ha costruito con il mondo dell’arte contemporanea, celebra i 20 anni di coffee partner della Fiera internazionale d’arte contemporanea ARCOmadrid, che si svolgerà dal 5 al 9 marzo 2025. Diciott’anni fa, inoltre, da questa collaborazione è nato illy Sustain Art, un progetto pensato per sostenere la diffusione dell’arte e della cultura premiando il miglior artista emergente della fiera, che viene selezionato da una giuria specializzata. Il vincitore di illy Sustain Art riceve un premio di 15.000 euro.

“È con orgoglio che continuiamo a sostenere ARCOmadrid, una delle fiere d’arte più importanti d’Europa, dove, da due decenni, trasmettiamo i valori del brand illy attraverso il linguaggio dell’arte, dando inoltre visibilità ad artisti emergenti e a grandi maestri grazie al nostro premio illy Sustain Art, ormai maggiorenne”, ha dichiarato Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè.

Le lounge illy

Allo stand B26 del padiglione 7 e allo stand D29 del padiglione 9 i visitatori potranno conversare di arte, gustare una tazzina di caffè illy preparato da esperti baristi o scoprire l’ultima illy Art Collection firmata dalla siriana Simone Fattal, dall’iraniana Shirin Neshat, dall’italiana Monica Bonvicini e dalla milanese di origine senegalese Binta Diaw.

Le quattro artiste, ognuna con il proprio codice espressivo, hanno utilizzato la tazzina illy come una tela bianca per riflettere attorno ad alcune delle più urgenti questioni culturali, ambientali e sociali, riportando la propria esperienza di donne in differenti contesti geografici e sociali e facendosi così portavoce della condizione femminile nel mondo.

Premio illy Sustain Art

Questa edizione di ARCOmadrid celebra il diciottesimo anniversario di illy Sustain Art, il riconoscimento rivolto ai giovani artisti under 40 che espongono in fiera. Finalizzato a sostenere e promuovere i talenti emergenti, ogni anno assegna un premio di 15.000 euro e la possibilità di esporre l’opera nella successiva edizione di ARCOmadrid. Si tratta di un’importante opportunità per i giovani talenti, che quest’anno ha visto la presenza di 93 artisti.

Il vincitore dell’edizione 2025 di illy Sustain Art sarà annunciato giovedì 6 marzo alle ore 16:30 nella lounge illy. La giuria che selezionerà il vincitore è composta da personalità di spicco del mondo dell’arte e della cultura, tra cui Inma Prieto (Direttrice della Fundació Tàpies), Javier Díaz-Guardiola (Critico d’arte di ABC e coordinatore della sezione arte di ABC Cultural), Mariano Mayer (curatore d’arte indipendente) e Carlo Bach (curatore artistico di illycaffè).

Mónica Mays, vincitrice del premio 2024, quest’anno avrà una superficie dedicata per esporre i suoi lavori. L’attività di Mays si colloca in uno spazio ibrido tra scultura, installazione e performance. Esplora il simbolismo degli oggetti mentre crea narrazioni basate sull’autobiografia, sugli archivi storici e sulla conoscenza dei materiali.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica.

Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp.

Tutto ciò che è made in illy viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.