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lunedì 21 Aprile 2025
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Angelo Crucitti, la parola al torrefattore: “Ci sono caffè commerciali con pochi difetti: spingiamo su questi”

Angelo Crucitti, titolare dell’omonima torrefazione di Reggio Calabria, interviene a commento di una realtà in trasformazione: il settore caffeicolo italiano sta attraversando un periodo critico e anche di forti cambiamenti, spinto da una parte dalle attuali condizioni del mercato e dei rincari, dall’altra dall’approdo sempre più rilevante degli specialty nella patria dell’espresso.

Crucitti, il sistema espresso: croce e delizia della torrefazione e del bar italiano. La tradizione come può e deve essere aggiornata?

La tradizione secondo me non deve essere aggiornata ma valorizzata, per questo bisogna conoscere bene le caratteristiche dei caffè che si utilizzano e le tecniche di torrefazione. Così come il sistema di estrazione in espresso che è soggetto a molte variabili, molte di più rispetto agli altri metodi. Eppure qui in Italia, la sua patria, è paradossalmente l’unica preparazione rispetto alla quale la maggior parte degli operatori non possiedono le competenze necessarie per offrire un ottimo prodotto. Credo che il miglioramento più grande che si possa auspicare in Italia sia rappresentato proprio da una seria formazione dei baristi.

E gli specialty coffee? Alcuni li vedono convivere con l’espresso, altri invece li mettono in contrapposizione: cosa ne pensa?

“L’importante è conoscere bene le caratteristiche dei grani che si decidono di utilizzare in espresso. Dire che per tutti i tipi di caffè sia sufficiente tracciare un profilo adatto ed una tostatura media, per essere valorizzati in espresso, sembra quasi un’offesa per chi opera nel nostro mondo con serietà.

Abbiamo avuto modo di apprezzare gli specialty coffee, con parere condiviso da tutti, in monorigine e tostature chiare per l’estrazioni in filtro. Tuttavia, nel momento in cui abbiamo provato ad adattarli all’espresso, per introdurre gli specialty nel mercato italiano, con delle cotture più spinte al fine di non eccedere nell’acidità spiccata, si è verificato, nella maggior parte dei casi, un risultato non entusiasmante.

A volte emergeva comunque l’acidità, nonostante tutto. In altre prove si sviluppava un po’ di amarezza e in generale si riscontrava una perdita di aromi gradevoli come quelli che invece si ritrovavano in filtro con una tostatura chiara.

Chiaramente esistono anche i casi in cui, per caratteristiche intrinseche del caffè o metodi di lavorazione, si ottiene un buon risultato, ma ahimè parliamo di pochi esempi. Ho specificato in precedenza il monorigine. Perché il discorso comincia ad essere e a dare risultati diversi se parliamo di miscele specialty, che regalano una tazza più bilanciata e
cremosa. Dove l’acidità spiccata non deve essere mitigata dalla tostatura molto spinta, ma può essere aggiustata dall’unione di un caffè meno acido per le sue caratteristiche.”

Gli specialty possono davvero prendere piede in un paese di consumatori abituati a tostature molto scure, a miscele con tanta robusta?

Crucitti: “Lo specialty coffee non credo sia destinato alla massa e mi auguro sarà sempre cosi. L’importante è che quei pochi appassionati non vengano allontanati da forzature o da cattive informazioni. Se si affronta il problema con onestà intellettuale, valutando cioè i risultati in tazza in maniera oggettiva e consigliando il metodo di estrazione più adatto in base al caffè, credo si possa ottenere un buon risultato in termini di pubblico e anche di aumento di coffeelovers.”

Esiste un caffè più commerciale che però dia una tazzina pulita, senza difetti?

“Assolutamente si, esistono caffè commerciali con pochi difetti, che superano anche gli 80 punti nel caso dell’Arabica, come anche Robusta puliti e molto aromatici. Da questi possiamo ottenere davvero delle ottime tazze in espresso (forse le migliori), buon corpo, acidità lieve, una buona dolcezza, aromi positivi di pasticceria, una tazza molto apprezzata dal pubblico italiano e non solo.

Dal mio punto di vista dovremmo puntare di più su questo tipo di tazze, per ottenere un buon riscontro sia dal pubblico nostrano che a livello internazionale. Lo specialty deve viaggiare in parallelo e trattato diversamente, magari spingendolo all’assaggio con altri metodi di estrazione, con tostature più adatte che ne esaltano le migliori caratteristiche.”

E quanto dovrebbe costare oggi la tazzina, Crucitti?

“Non amo indicare un prezzo di vendita, perché vorrebbe dire uniformare per l’ennesima volta i bar con un prezzo concordato. Questo perché il costo della tazzina di caffè è legato al servizio che viene offerto, alla location, alla preparazione di chi opera dietro il banco. E meno al costo del singolo chilo di materia prima. Il cliente, nel momento in cui paga, ritiene giusto o sbagliato quello che deve spendere, facendo una somma dell’esperienza che ha vissuto, sia a livello gustativo che personale.”

Il sistema espresso spesso è legato ad un altra consuetudine, ovvero quella del comodato d’uso e dei finanziamenti da parte dei torrefattori: Crucitti, voi lo fate oppure no ed è un limite?

Non lo abbiamo mai fatto e non ce ne siamo mai pentiti, anche se chiaramente a livello di acquisizione dei clienti è una lotta impari. La nostra politica aziendale si è sempre basata sul dare i migliori consigli sia in termini economici che qualitativi. Spieghiamo che questa spesa iniziale (l’acquisto di attrezzature), in futuro si traduce in un grande risparmio e maggiore libertà lavorativa.

Credo che in questo periodo di aumenti del caffè, la prima cosa che salterà, sarà proprio questa piaga. I bar si renderanno ben presto conto che non possono sostenere né un costo alto del chilo del caffè, né rispettare i vincoli ai quali sono legati, né aumentare più di tanto il costo della tazzina di caffè.

Chi riesce a liberarsi avrà qualche speranza di sopravvivere, gli altri moriranno insieme a questo sistema marcio.”

Con il mercato in estrema crisi per la volatilità dei prezzi in Borsa, la vostra torrefazione come sta reagendo? Avete aumentato o avete intenzione di alzare di molto i prezzi?

“Lavoriamo sempre con lo stesso ricarico. Abbiamo spiegato ai nostri clienti qual è la situazione attuale del mercato. E questa trasparenza, unita all’onestà che abbiamo sempre dimostrato in tutti questi anni, ha trovato il riscontro nella comprensione generale. La risposta di quasi tutti i nostri clienti è stata “mi fido di voi, il vostro caffè è buono e non mi interessa se aumenta il costo”.

Questo è un messaggio chiaro, il problema è la percezione che il consumatore ha di quel prezzo.

Alto o basso non esiste, esiste giusto o sbagliato ai loro occhi, in base a quello che vivono e percepiscono e che una ditta riesce a trasmettere. Chiaramente i prezzi non potranno aumentare all’infinito senza conseguenze sui consumi. Credo che ormai siamo quasi arrivati al punto di rottura, in cui il cliente per cause di forza maggiore verrà spinto verso il monoporzionato, più accessibile economicamente.”

Crucitti, lei come vede quindi il futuro dell’espresso italiano?

“Sono fiducioso e credo che il marcio di questo mondo avrà vita breve, gli impreparati chiuderanno e resteranno solo i competenti: abbiamo troppi imprenditori improvvisati.

I baristi non si potranno più permettere di svolgere questo lavoro con sufficienza e senza aver conseguito degli studi.

Ricordiamoci che un espresso sbagliato ad un costo alto corrisponde a un cliente perso e allo stesso modo, chi tenterà di allontanarsi di molto da quelli che sono i gusti medi dei consumatori, ne pagherà comunque le conseguenze.

Chi invece migliorerà le aspettative in tazza dell’utenza, verrà glorificato.

Chi deciderà infine di rivolgersi alla nicchia con gli specialty in espresso, sarà meglio che presti molta attenzione al parere del consumatore e al caffè che sta utilizzando, prima di allontanare anche quei pochi che si sono mostrati incuriositi, come è stato fatto generalmente fino ad oggi.”

Prezzi in calo, ma la filiera brasiliana è sottoposta a uno stress finanziario senza precedenti

MILANO – Prezzi dei futures in ulteriore ribasso in questa ultima settimana di febbraio. New York ha proseguito nella sua parabola discendente con altre quattro sedute consecutive in territorio negativo. Il contratto per scadenza maggio ha chiuso ieri, giovedì 27 febbraio, a 373,60 centesimi, sempre più lontano dal territorio dei 4 dollari per libbra, nel quale si era mantenuto per oltre una decina di giorni. Londra (maggio) ha iniziato la settimana perdendo $310 tra lunedì e martedì.

Dopo avere recuperato marginalmente nella seduta di mercoledì, il benchmark è tornato ieri in rosso (-$34) terminando la giornata a 5.376 dollari.

Secondo gli operatori del settore, l’inversione di trend osservata da una settimana a questa parte costituisce un prevedibile ripiegamento, dopo i massimi storici precedentemente raggiunti nel corso di questo mese.

Il broker Sucden Financial sostiene che il quadro tecnico lascia intravedere un’ulteriore evoluzione al ribasso nel breve termine. Che non esclude però futuri, nuovi rimbalzi in territorio positivo.

Alcune voci dell’industria – da prendere, come sempre, cum grano salis – ritengono che i prezzi dei futures degli arabica possano arrivare a oltrepassare la soglia dei 5 dollari

Qualcuno ipotizza persino livelli molto più alti citando il caso dei prezzi del cacao, che sono addirittura triplicati nei primi 4 mesi del 2024.

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Evoca Group presenta la nuova filiale commerciale in Olanda

VALBREMBO (Bergamo) – Evoca Group annuncia un traguardo significativo nel suo percorso di crescita con il lancio della nuova filiale commerciale, Evoca Nederland B.V., con sede a Gorinchem, nella provincia dell’Olanda Meridionale. Questa apertura strategica sottolinea l’impegno di Evoca per una crescita dinamica, il rafforzamento delle relazioni e il miglioramento del servizio per i nostri clienti nella regione.

Guidata dal country manager Tjerry Sanders, Evoca Nederland B.V. sarà il punto di riferimento per le attività con i clienti locali. Per supportare ulteriormente i partner, a inizio luglio 2025 aprirà uno showroom di 70mq, dove sarà possibile scoprire le ultime proposte di macchine da caffè professionali e vending sotto i marchi Gaggia, Necta e Saeco.

Lo showroom metterà inoltre in evidenza le eccellenze del Gruppo in termini di sostenibilità, TCO e innovazioni digitali all’avanguardia.

Durante queste prime settimane dall’apertura, le operazioni continueranno normalmente, garantendo un servizio senza interruzioni ai clienti. Seguiranno ulteriori dettagli sull’inaugurazione dello showroom, un’occasione per esplorare l’ampia gamma di prodotti e soluzioni innovative di Evoca.

Per ulteriori informazioni e richieste commerciali, è possibile contattare direttamente Tjerry Sanders (tjerry.sanders@evocagroup.com).

La scheda sintetica di Evoca Group

Evoca Group è un produttore di livello mondiale di macchine da caffè professionali e distributori automatici per il consumo fuori casa, con oltre 90 anni di tradizione nel settore del caffè e della distribuzione automatica. L’ampia gamma di prodotti serve circa
10.000 clienti, portando caffè e prodotti di distribuzione automatica di qualità in hotel, ristoranti, uffici, spazi pubblici e molto altro.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui

Moka: boom di ricerche online su idealo per i brand italiani

MILANO – Sarà il forte sentimento di appartenenza, l’ampia offerta disponibile o piuttosto il brand italiano sinonimo di qualità, a spingere i nostri connazionali a tenere in alta considerazione i prodotti italiani quando si tratta di finalizzare un acquisto. Ciò che è certo è che il legame con l’Italia è molto solido, come rivelato da un’indagine di idealo – portale internazionale leader europeo nella comparazione prezzi – che ha analizzato l’andamento delle intenzioni di acquisto online per le eccellenze italiane sulla propria piattaforma.

L’interesse generale è forte, con tutte le macrocategorie che a gennaio 2025 – rispetto allo stesso mese del 2024 – hanno registrato una crescita delle intenzioni d’acquisto per i brand italiani, con un aumento totale pari al +89,5% (1).

Un maggiore interesse per la moka made in Italy

Non solo, se considerate singolarmente, alcune di esse hanno totalizzato percentuali di crescita ancora maggiori, svelando interessanti preferenze d’acquisto: nel dettaglio, boom di ricerche quando si tratta di giocattoli & gaming di marchi italiani, con una crescita di oltre il +200%, mentre, nel comparto moda & accessori il trend si è fermato al +196%.

moka
(dati: Idealo)

Tuttavia, complici la storia, la cultura e le tradizioni dei territori dello Stivale – dall’artigianato all’arte culinaria -, le macrocategorie mangiare & bere e arredamento & giardino sono quelle per cui i nostri connazionali si dimostrano più fieri in fase d’acquisto. A gennaio 2025 infatti, più della metà (51%) delle intenzioni di acquisto registrate su idealo all’interno della macrocategoria mangiare & bere sono state esclusivamente per brand italiani, che hanno inoltre totalizzato una crescita di interesse del +187,5% rispetto a gennaio 2024.

Nel dettaglio idealo rende noto che, a gennaio 2025, nella top 3 delle categorie con più ricerche online per brand italiani si posizionano delle vere e proprio eccellenze, che hanno contribuito a rendere il nostro paese celebre in tutto il mondo: le capsule & cialde – con il 76% delle ricerche sul totale del comparto – seguite da vino e caffè – rispettivamente pari al 75% e al 49,5%.

Non solo l’universo food

La garanzia di un prodotto nazionale è rilevante anche per i consumatori alla ricerca di complementi e accessori per arredare la propria casa – in particolare la cucina – con grande interesse per elettrodomestici e mobili: a gennaio 2025 le intenzioni d’acquisto per brand italiani nella macrocategoria arredamento & giardino sono infatti cresciute del +118% (rispetto al medesimo periodo del 2024) e rappresentano il 10,5% sul totale del comparto.

Tra le categorie per cui si prediligono i marchi tricolore, come la moka, spiccano le cucine componibili – per le quali le intenzioni d’acquisto solo per brand italiani sono pari all’80% sul totale – ma anche mobili di design come sedie e tavolini (con il 79,5% sul totale) e servizi da tavola – dai set per mise en place uniche agli utensili per la cucina – dove il 49,5% delle ricerche sul totale della categoria sono per brand nazionali.

(dati: Idealo)

Tale interesse trova riscontro anche nel settore dell’elettronica, dove a prevalere sono prodotti tech impiegati per cucinare, preparare e conservare alimenti e bevande, in linea con la tradizione culinaria del Bel Paese.

Secondo quanto emerge dai dati di idealo, a gennaio 2025, si è infatti preferito optare per un prodotto italiano per l’acquisto di caffettiere per la moka – con il 72% di ricerche effettuate per brand tricolori sul totale della categoria – affettatrici – con il 64,5% sul totale – ma anche macchine per sottovuoto (54,5%), macchine da caffè a cialde (46%) e per il pane (45,5%).

Le eccellenze italiane oltre i confini nazionali: tra i trend d’acquisto europei spicca l’interesse per la caffettiera moka, simbolo di italianità anche al di fuori del Bel Paese.

Consapevoli che le preferenze d’acquisto variano significativamente in base al paese, influenzate da numerosi fattori quali abitudini culturali, tradizioni e stili di vita caratteristici di ciascun territorio – alcuni beni di consumo, simbolo dell’italianità, come la moka, sono riusciti nel tempo a guadagnare interesse anche oltre i confini nazionali, suggestionando le abitudini di spesa europee.

Dai dati resi noti da idealo, che ha analizzato le intenzioni di acquisto online per i brand tricolori sul proprio portale internazionale a gennaio 2025(2), emerge infatti che l’Italia rivendica un posto di rilievo nelle case delle famiglie europee, soprattutto in cucina, dove a guidare l’interesse è la caffettiera moka, le cui ricerche per soli brand italiani si rivelano essere pari a ben l’80% (sul totale del comparto) in Francia e al 77% in Regno Unito.

Numeri interessanti anche in Austria, Germania e Spagna – dove rispettivamente il 68%, il 64,5% e il 38% delle ricerche effettuate per la categoria sono per marchi di nazionalità italiana.

In linea con queste preferenze, in Austria si posiziona inoltre nella top 3 dei prodotti tricolori con maggior numero di ricerche anche il macinacaffè mentre, mentre in Germania, spiccano il pressa caffè e la lattiera: tutto l’essenziale per preparare il perfetto espresso, cappuccino o latte macchiato, come insegna la tradizione del Bel Paese, che si conferma ancora una volta solida e capace di estendere la propria influenza e leadership ben oltre i confini nazionali.

Note

1 idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale italiano, in particolare quelle relative ai brand italiani. Periodo: gennaio 2025, messo a confronto con gennaio 2024.

2 idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale internazionale, in particolare quelle relative ai brand italiani. Periodo: gennaio 2025. Paesi: Germania, Francia, Spagna, Regno Unito e Austria.

La scheda sintetica di idealo

idealo è un comparatore prezzi internazionale con un totale di oltre 350 milioni di offerte da circa 50.000 negozi online. L’azienda viene fondata a Berlino nel 2000 e da allora è cresciuta costantemente. Dal 2006 entra a far parte del gruppo editoriale Axel Springer SE (editore anche di Bild Zeitung).

Attualmente è presente in Germania, Austria, Regno Unito, Francia, Italia, Spagna, con sei portali nazionali. Nel corso dei suoi primi 25 anni di attività ha ricevuto eccellenti recensioni e ha vinto numerosi test condotti da enti autorevoli e indipendenti impegnati nella tutela dei consumatori.

Nel 2014 ha ottenuto dall’ente di certificazione tedesco TÜV Saarland il marchio di “comparatore certificato” per la qualità delle informazioni reperibili sul portale e le misure a protezione dei dati degli utenti. idealo mette a disposizione dei propri utenti centinaia di test sui prodotti e opinioni di altri utenti, non limitandosi ad offrire un servizio di comparazione per individuare i prezzi più convenienti, ma ponendosi anche come una guida autorevole e imparziale allo shopping online con schede tecniche, filtri di ricerca avanzati e recensioni di esperti.

Circa 1000 persone provenienti da oltre 60 nazioni lavorano nella sede di Berlino. idealo è una partecipazione di maggioranza di Axel Springer SE.

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Chef Express e Roadhouse, dalla cucina ai motori: il progetto sugli oli vegetali

BOLOGNA – Crescono ancora gli oli vegetali esausti (OVE) che dalle cucine del gruppo Cremonini finiscono nei motori come biocarburante per alimentare la transizione ecologica della mobilità personale. Nel 2024, infatti sono salite a oltre 133 le tonnellate di OVE trasformate in biocarburante grazie alla collaborazione con il Gruppo Hera, con un incremento del 4% rispetto all’anno precedente.

Il progetto riguarda 220 punti ristoro Chef Express, Roadhouse, Calavera e Wagamama distribuiti su tutto il territorio nazionale, con una più forte concentrazione in Lombardia, Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto.

Un processo certificato

Il processo inizia con separazione e stoccaggio degli oli di scarto nelle cucine di ogni ristorante da parte di personale appositamente formato da Cremonini.

Tali scarti (ad esempio, gli oli di frittura) sono poi prelevati da Hera nei ristoranti e sottoposti a un pretrattamento secondo i rigidi parametri di qualità della Multiutility, che consente poi l’ingresso nelle bioraffinerie, dove avviene la trasformazione in biocarburante.

Hera, inoltre, cura trasparenza e tracciabilità dell’intero percorso, certificato da un istituto indipendente secondo lo standard AFNOR XP X30-901, il principale riferimento internazionale per l’implementazione di un sistema di gestione per progetti in ambito economia circolare.

L’impatto in termini di riduzione delle emissioni

L’utilizzo di biocarburanti prodotti da oli alimentari esausti ha permesso nel 2024 una riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra lungo l’intera filiera di produzione del biocarburante di circa l’83% rispetto al carburante fossile di riferimento per i trasporti, con una mancata emissione di 378 tonnellate equivalenti di CO2 (rispetto alla medesima produzione da fonti fossili).

Renato: “un’attività che migliora autonomia energetica e sostenibilità dei trasporti”

“Il progetto, pienamente coerente con l’impegno sulla decarbonizzazione previsto dal piano industriale del Gruppo Hera, parte da un presupposto rilevante: in Italia il 35% degli oli vegetali esausti, pari a oltre 100 mila tonnellate, viene generato da industria alimentare, ristorazione e artigianato”, spiega Giulio Renato, direttore Centrale Servizi Ambientali e Flotte Hera. “Dunque attività come queste valorizzano un potenziale ancora in buona parte da dispiegare per migliorare autonomia energetica e sostenibilità dei trasporti nel Paese”.

Castellano: “con Hera collaborazione più vasta per migliorare le performances ambientali”

“Per Chef Express l’impegno a migliorare le performances ambientali rientra nell’idea stessa di qualità e sicurezza che vogliamo offrire ai clienti”, afferma Sergio Castellano, chief quality & ESG officer di Chef Express. “E’ per questo che il recupero degli oli vegetali esausti, si inserisce nel quadro di una più ampia collaborazione del Gruppo Cremonini con il Gruppo Hera sull’economia circolare, che prevede, fra le altre cose, anche la produzione, dagli scarti organici, di biometano utilizzato per alimentare reti di trasporti pubblici”.

LMDV Hospitality Group di Leonardo Maria Del Vecchio acquisisce il Gruppo Twiga da Flavio Briatore e apre un nuovo locale a Milano

MILANO – LMDV Hospitality Group, la nuova capogruppo per il business dell’accoglienza a 360° nella holding di Leonardo Maria Del Vecchio, annuncia ufficialmente l’acquisizione del 100% del Gruppo Twiga, rafforzando la propria presenza nel settore della ristorazione e dell’hospitality.

Dalla fusione tra Triple Sea Food (che detiene i 3 brand Casa Fiori Chiari, Trattoria del Ciumbia, Vesta) e Twiga (parte del Gruppo Majestas di Flavio Briatore e Francesco Costa), infatti, nasce il nuovo gruppo LMDV Hospitality che gestirà l’intero business dell’ospitalità per LMDV Capital avviando un ambizioso piano di espansione.

Il locale a Forte dei Marmi (immagine concessa)

“L’acquisizione del Gruppo Twiga rappresenta un passo fondamentale per la crescita di LMDV Hospitality. Questo progetto non è solo un investimento, come il Twiga non è solo un brand, ma un impegno a valorizzare e ridefinire l’hospitality in Italia e all’estero” ha dichiarato Leonardo Maria Del Vecchio, presidente di LMDV Capital e di LMDV Hospitality.

“Twiga è stata un’icona dell’intrattenimento di lusso e uno dei brand più prestigiosi del nostro Gruppo. Oggi è arrivato il momento di affidarlo a una realtà capace di valorizzarne il futuro con una visione ambiziosa e strutturata”, dichiara Flavio Briatore. “LMDV Hospitality ha il potenziale per portare Twiga a un nuovo livello, rispettandone il DNA e aprendo la strada a nuove opportunità di crescita. Auguro a Leonardo Maria e al team di Triple Sea Food un futuro ricco di meritati successi”, conclude Briatore.

Il Gruppo ha una visione estetica specifica per la completa trasformazione dei locali Twiga e, per realizzarla, ha ingaggiato l’architetto Stefano Belingardi – per le location di Montecarlo e Porto Cervo – e lo studio Fanti Bozzetti Menegon per Forte dei Marmi.
A Forte dei Marmi, l’attuale ristorante Vesta si trasferirà all’interno del Twiga, mentre il precedente spazio che lo ospitava diventerà il nuovo stabilimento balneare Casa Fiori Chiari.

I tavoli all’esterno a Forte dei Marmi (immagine concessa)

In Sardegna, l’ex Billionaire verrà convertito in un nuovo Twiga, all’interno del quale sorgeranno due ristoranti: Casa Fiori Chiari e Vesta. Anche Montecarlo e Baia Beniamin vedranno l’inserimento del brand Vesta come ristorante all’interno dei Twiga, consolidando la sinergia tra i marchi del gruppo.

Marco Talarico, amministratore delegato di LMDV Capital e amministratore unico di LMDV Hospitality, ha aggiunto: “LMDV Hospitality non è solo un gruppo in espansione, ma una visione ambiziosa che sta ridefinendo gli standard dell’ospitalità in Italia e nel mondo. Dopo aver costruito un’identità solida con Triple Sea Food, fondata su qualità e innovazione, ora acceleriamo il nostro percorso con l’integrazione di Twiga, icona del luxury entertainment”.

Talarico aggiunge: “Questa operazione non è una semplice acquisizione, ma l’inizio di una nuova era: ristorazione, intrattenimento e lifestyle si fondono per creare destinazioni iconiche, in grado di dettare tendenze e attrarre un pubblico internazionale. Presto la Versilia vivrà una trasformazione epocale e nuove aperture rafforzeranno la nostra presenza su scala globale. Stiamo costruendo qualcosa di unico: un gruppo italiano che non si limita a crescere, ma che punta a essere un riferimento nel panorama internazionale dell’hospitality.”

L’acquisizione rappresenta una grande opportunità anche per il personale del gruppo, che conta oltre 600 professionisti, garantendo continuità occupazionale e nuove prospettive di crescita per i dipendenti.

LMDV Hospitality Group punta su una gestione improntata al rafforzamento e alla sinergia tra i brand. Questa strategia di consolidamento trova una concreta manifestazione nell’apertura a settembre di un nuovo Twiga a Milano, una mossa che espande la presenza del gruppo nel capoluogo lombardo.

Bialetti apre due nuovi punti vendita a Milano e Biella

MILANO – Bialetti, storico marchio italiano e punto di riferimento per la cultura del caffè, annuncia l’apertura di due nuovi punti vendita a Milano e Biella. Questa iniziativa si inserisce in una più ampia strategia di sviluppo del brand, finalizzata a consolidare la propria presenza nei centri urbani e a garantire ai consumatori un’esperienza d’acquisto distintiva e qualificata.

I nuovi store di Bialetti

Il nuovo store di Milano sorge in Corso Vittorio Emanuele 15, una delle vie più prestigiose e frequentate della città. Il punto vendita è stato pensato come uno spazio elegante e raffinato, dove la tradizione e l’innovazione si incontrano per celebrare l’autentica esperienza del caffè italiano.

L’allestimento della campagna di lancio del nuovo negozio è stato progettato in collaborazione con Tony Pignatelli Studio, e il concept dello store guida i visitatori in un viaggio sensoriale che esalta il rituale della preparazione del caffè, attraverso la selezione di miscele pregiate e la possibilità di ricevere consulenze personalizzate dagli esperti Bialetti.

Grande attenzione viene dedicata alla collezione di caffettiere della linea Exclusive e alla linea Dolce&Gabbana, a cui è stata riservata una vetrina speciale in occasione dell’inaugurazione.

Parallelamente, Biella accoglie un nuovo store situato in pieno centro storico, in via Italia all’angolo con via XX Settembre. Un’apertura che segna un cambiamento significativo per il brand, che trasferisce il suo punto vendita dal centro commerciale “Gli Orsi” direttamente nel cuore della città, contribuendo alla valorizzazione e al rilancio del tessuto commerciale locale.

L’interno dello store Bialetti a Milano (immagine concessa)

Il nuovo negozio offre ai clienti un’ampia selezione di prodotti iconici, dalla celebre Moka Express alle miscele di caffè più pregiate, creando un punto di riferimento per gli appassionati di caffè.

Enrico Segner, chief commercial officer di Bialetti Retail, sottolinea l’importanza di questo doppio traguardo: “Queste due nuove aperture rappresentano un passo significativo nella nostra strategia di crescita. Milano ci offre una vetrina esclusiva per consolidare la nostra presenza in una delle capitali mondiali dello shopping, mentre Biella ci permette di riaffermare il nostro impegno nel sostenere i centri urbani e la loro vitalità commerciale. In entrambi i casi, vogliamo offrire un’esperienza d’acquisto di alta qualità, celebrando il rito tradizionale italiano del caffè con uno sguardo sempre rivolto al futuro.”

Questa apertura è particolarmente significativa per Milano, in quanto rappresenta il secondo negozio Bialetti nella città, dopo quello di Piazza Duomo 17. Con questa nuova aggiunta, Bialetti continua a rafforzare la propria presenza in un contesto cosmopolita, confermando la città come una location chiave per il brand.

Attraverso questa doppia inaugurazione, Bialetti conferma la propria strategia di espansione e il costante impegno nella promozione dell’autentica esperienza del caffè italiano, coniugando artigianalità, innovazione e legame territoriale.

La scheda sintetica di Bialetti Industrie

Bialetti Industrie S.p.A. è una realtà industriale leader in Italia e tra i principali operatori nei mercati internazionali, cui oggi fa capo il marchio di lunga tradizione e assoluta notorietà come Bialetti.

La società opera nella produzione e commercializzazione di prodotti rivolti all’houseware e, in particolare, con il marchio Bialetti nel mercato di prodotti per la preparazione del caffè come caffettiere tradizionali, caffettiere elettriche e macchine elettriche per il caffè espresso oltre che moltissime referenze di caffè, tutte prodotte nella propria torrefazione di Coccaglio.

Bialetti è un’icona del “gusto italiano” nel mondo, espressione di creatività e design che unisce qualità, sicurezza e innovazione tecnologica. La Società nello svolgimento della propria attività è impegnata in una costante ricerca dell’eccellenza, adottando allo stesso tempo una strategia che consideri le responsabilità sociali e ambientali dell’impresa.

Roma: la storica pasticceria Andreotti riapre dopo due mesi dall’incendio

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La pasticceria Andreotti di Roma, storico punto di ritrovo in zona Ostiense dal 1931, è stata costretta a chiudere a causa di un corto circuito pochi giorni prima di Natale. Ora l’insegna annuncia la riapertura al pubblico. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Roma Today.

La riapertura della pasticcera Andreotti di Roma

ROMA – Andreotti, la nota pasticceria in zona Ostiense della Città Eterna, riapre al pubblico dopo mesi di chiusura a causa di un incendio. Le fiamme erano divampate lo scorso 20 dicembre, a seguito di un corto circuito, danneggiando la storica attività a pochi giorni dal Natale.

“Abbiamo subìto un grave danno nel periodo più importante per chi fa il nostro mestiere, ma ora siamo pronti a ripartire”, ha affermato il titolare Marco Andreotti, come riportato da Roma Today, felice di annunciare la riapertura dell’attività prevista da giovedì 27 febbraio.

Una brutta avventura per la storica insegna di via Ostiense: “Avevamo appena ristrutturato ad agosto 2024 e – ha raccontato il titolare – dopo soli quattro mesi, ci siamo ritrovati in un incubo. Pensavamo di non riuscire a riaprire, perché avevamo già sulle spalle le spese del precedente rinnovo. Abbiamo fatto tutti un grande sforzo, dalla proprietà ai dipendenti che sono rimasti a casa. Tutto per restituire ai cittadini un locale storico, amato dai romani e dagli artisti”.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Dersut Caffè cede al Comune di Conegliano un’area verde di oltre 8000 mq

CONEGLIANO (Treviso) – Si è perfezionato l’atto di cessione al Comune di Conegliano di una vasta area ubicata nei pressi della nuova sede di Dersut Caffè di proprietà della stessa torrefazione. Dersut Caffè ha ceduto gratuitamente all’amministrazione comunale un’area complessiva di oltre 8000 metri quadri composta da un’area verde per sgambamento cani di piccola e di grande taglia, un parcheggio pubblico, postazioni per la ricarica di veicoli elettrici e una pista ciclopedonale di raccordo con via San Giuseppe.

L’area verde (immagine concessa)

Dersut Caffè ha anche predisposto infrastrutture e reti tecnologiche di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, infrastrutture di allacciamento alla fognatura e di distribuzione dell’acquedotto, del gas e dell’energia elettrica, oltre alla segnaletica stradale verticale e orizzontale.

Una delle aree cedute (immagine concessa)

È stata così ufficialmente consegnata da Dersut Caffè al Comune un’area a verde pubblico attrezzato, pensata fin dall’inizio come opera a beneficio della collettività.

L’intesa tra la torrefazione e il Comune prova la volontà dell’azienda e della famiglia Caballini di Sassoferrato di supportare e di rimanere nel territorio, già evidenziata dall’apertura nel 2010 del Museo del Caffè adiacente lo stabilimento storico, e oggi dalla scelta di mantenere la nuova sede sempre a Conegliano.

Tirreno C.T. e Balnearia: successo per la Fiera con 56.000 visitatori tra gare e premi

CARRARA (Massa Carrara) – Tanti gli appuntamenti dedicati alla formazione e alle gare quelli che si sono susseguiti nella quattro giorni di Tirreno C.T., appuntamento imperdibile per gli operatori della ristorazione e dell’ospitalità che con il nuovo anno raggiunge la sua 45° edizione. Un evento che nel panorama delle mostre italiane è riconosciuto come uno dei più importanti di incontro e confronto dell’ospitalità.

Premi per pane, colombe, e cioccolato

Per quanto riguarda la gare, la Federazione internazionale di pasticceria, gelateria e cioccolateria (Fipgc) ha eletto i vincitori del Campionato nazionale miglior colomba d’Italia.

Ben 100 migliori maestri pasticceri provenienti da tutte le regioni d’Italia si sono sfidati nella realizzazione del dolce simbolo della Pasqua in due versioni classica e innovativa.

Il primo posto assoluto nella categoria classica è andato a Luigi Barbagallo, pastry chef di San Mango D’Aquino (Catanzaro), quindi medaglia d’argento al maestro pasticciere Raffaele Romano, di Solofra (Avellino), mentre il terzo posto va a Nicola Zanella, pasticcere ventisettenne di Pederobba (Treviso).

Nella categoria innovativa Roberto Moreschi, maestro pasticciere di Chiavenna (Sondrio) ha vinto la medaglia d’oro con una colomba al caffè e cioccolato al limone mentre il secondo posto è stato conquistato da Mattia Buffolo di Palestrina (Roma) e medaglia di bronzo alla colomba innovativa di Giuseppe Salzillo di Montecatini Terme (Pistoia) che ha realizzato una colomba Sangria Rivisitata con impasto rosso e frutti macerati nell’aroma alcolico Alchermes.

Per la panificazione la FIPGC ha premiato gli sfidanti, 30, di quattro categorie: pane tradizionale, pane innovativo, dolce da forno e pane artistico. Nel tradizionale, quella riservata ai prodotti realizzati esclusivamente con lievito madre e farina, ha vinto Antonio Milordo, di Acri (Cosenza). Oro per il miglior Pane innovativo a Rosa Raiola di Torre del Greco (Napoli). Dall’Abruzzo invece, il miglior Dolce da forno è di Massimiliano di Gennaro, di Tortoreto Lido (Teramo) mentre il premio all’originalità Pane Artistico è andato a Maria Grazia Frau, di Siniscola (Nuoro).

Infine, sfide per la Coppa Italia di gelateria organizzata dall’Associazione Italiana Gelatieri.

Gare anche nella ristorazione con il Pentathlon della cucina e il Triathlon del microonde che hanno visto in gara 9 concorrenti per ognuna delle sfide per ciascuno dei quattro giorni di fiera.

Le stelle Michelin a Tirreno C.T. con Metro Italia

Il 25 febbraio, evento di consegna delle targhe Michelin 2025 ai 44 ristoranti toscani che quest’anno hanno ricevuto la stella (in calce al presente comunicato l’elenco per provincia dei ristorante stellati premiati). L’evento è stato organizzato nell’ambito della partecipazione di Metro Italia a Tirreno C.T. La Toscana nel 2025 è al terzo posto per numero di ristoranti stellati Michelin, dopo Lombardia e Campania.

Offerta tutta made in Italy, da dove provengono gli espositori Tirreno C.T.. Presenti in Fiera espositori provenienti da 70 province di 17 Regioni, e 3 dall’estero, dato che conferma la dimensione nazionale dell’evento. La parte del leone ovviamente va alla Toscana, regione dalla quale proviene il 38% delle aziende. Segue la Lombardia, con il 16%. Terzo gradino del podio condiviso da Veneto ed Emilia Romagna, entrambe al 9,5%.

Liguria e Piemonte si attestano al 4,5% ciascuna e a seguire tutte le altre. Per ciò che riguarda le province, Massa Carrara, dalla quale proviene il 10,5% degli espositori, si conferma prima in questa classifica; a seguire Lucca, con l’8% e terze a pari merito Pisa e Firenze con il 6% degli espositori. Fuori dalla Toscana, le prime sono Treviso, al 4%, e La Spezia, con il 3%.

Fiera e turismo a Tirreno C.T., un legame di successo

Il successo della fiera conferma l’importanza del turismo come volano economico dell’Italia. Il turismo italiano ha chiuso il 2024 con segno positivo, registrando un generale aumento in tutti i settori. L’andamento è confermato dai dati Isnart (presentati alla Bit di Milano 2025) e dai dati forniti dal Centro Studi Turistici (CST) di Firenze per Assoturismo Confesercenti. In generale il turismo italiano nel 2024 è cresciuto del 2,5% rispetto al 2023, con oltre 458,5 milioni di presenze stimate. Il turismo è una risorsa cruciale per il Paese e dai dati del 2024 si conferma essere un’industria solida.

Turismo in Toscana 2024: crescono le città d’arte e la campagna

Un incremento generale dei flussi turistici del +2,2%, con risultati migliori per città d’arte e campagna: sono i dati del turismo in Toscana nel 2024 secondo quanto emerso dall’analisi del consuntivo effettuata da CST Firenze per Toscana Promozione Turistica.

Balnearia

Tanti gli appuntamenti organizzati all’interno dell’esposizione dedicata alla spiaggia e al turismo balneare. A chiudere il calendario degli approfondimenti è stato il convegno organizzato nel pomeriggio di mercoledì da Cna Massa Carrara – Toscana dal titolo “La Toscana per una visione del futuro. Nuovo testo Unico del turismo”, dove è stata ampiamente illustrata la Legge Regione Toscana del 31 dicembre2024 n. 61.

I ristoranti premiati da Michelin nel 2025 sono:

Massa Carrara

  • 1 stella: Locanda de Banchieri (Fosdinovo)

Prato

  • 1 stella: Paca (Prato)

Firenze

  • 3 stelle: Enoteca Pinchiorri (Firenze)
  • 2 stelle: Santa Elisabetta (Firenze)
  • 1 stella: Atto di Vito Mollica (Firenze), Borgo San Jacopo (Firenze), Gucci Osteria da Massimo Bottura (Firenze), Il Palagio (Firenze), Saporium Firenze (Firenze), Serrae Villa Fiesole (Fiesole), Osteria di Passignano (Passignano), La Torre (Tavernelle Val di Pesa), Atman (Vinci)

Lucca

  • 2 stelle: Il piccolo principe (Viareggio)
  • 1 stella: Lux Lucis (Forte dei Marmi), La Magnolia (Forte dei Marmi), Bistrot (Forte dei Marmi), Lorenzo (Forte dei Marmi), La Pineta (Marina di Bibbona), Butterfly (Marlia), Lunasia (Viareggio), Romano (Viareggio)

Livorno

  • 1 stella: La Pineta (Marina di Bibbona)

Siena

  • 2 stelle: Arnolfo (Colle Val d’Elsa)
  • 1 stella: Contrada (Castelnuovo Berardenga), Il Poggio Rosso (Castelnuovo Berardenga), L’Asinello (Castelnuovo Berardenga), Il Visibilio (Castelnuovo Berardenga), Osmosi (Montepulciano), La Sala dei Grappoli (Montalcino), Saporium (Chiusdino), Il Pievano (Gaiole in Chianti), Castello di Fighine (San Casciano dei Bagni), Linfa (San Gimignano)

Arezzo

  • 1 stella: Octavin (Arezzo), Terramira (Capolona), Il Falconiere (San Martino)

Pisa

  • 1 stella: Cannavacciuolo Vineyard (Casanova di Terricciola)

Grosseto

  • 2 stelle: Caino (Montemerano)
  • 1 stella: La Trattoria Enrico Bartolini (Castiglione della Pescaia), Bracali (Ghirlanda), Gabbiano 3.0 (Marina di Grosseto), Il Pellicano (Porto Ercole), Silene (Seggiano).