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NIO Cocktails ridefinisce il caffè nella mixology con la coffee box dove manca solo il ghiaccio

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La Coffee Box firmata NIO Cocktails (immagine concessa)

MILANO – NIO Cocktails, brand di riferimento nel panorama dei cocktail ready- to-drink di alta qualità, presenta una nuova collezione che rende omaggio al caffè. Grazie alla sua versatilità e profondità di gusto, il caffè entra nella mixology moderna come elemento chiave per ridefinire il piacere della degustazione, portando il rituale del caffè a nuove vette di sofisticazione.

Con l’obiettivo di offrire un’esperienza sensoriale senza precedenti, NIO Cocktails ha creato una selezione esclusiva di drink a base di caffè, progettati dal pluripremiato mixologist Patrick Pistolesi. Questi cocktail riflettono un equilibrio perfetto tra innovazione e tradizione, utilizzando il caffè come fil rouge che collega la cultura italiana del bere con la tendenza globale della mixology d’autore.

“Il caffè in Italia è un rituale molto magico, con una lunga tradizione che volevamo incorporare nei nostri cocktail,” afferma Patrick Pistolesi. “Ǫuesta box presenta tre fantastiche creazioni: l’Espresso Martini, un classico intramontabile; il Cold Brew Negroni, che combina l’amaro con il gusto del caffè; e il nostro signature, il Revolver, un cocktail avvolgente con un tocco di bourbon”.

La Coffee Box firmata NIO Cocktails, disponibile in edizione limitata, contiene 9 drink: 3 Revolver, 3 Espresso Martini e 3 Cold Brew Negroni, rappresentando il mix perfetto tra tradizione e tendenza moderna.

Pensata per chi desidera esplorare nuovi orizzonti del gusto, questa selezione di cocktail a base di caffè invita a vivere un’esperienza sensoriale unica direttamente a casa, rendendo il caffè un vero e proprio rito da assaporare con stile.

Il Revolver è un cocktail deciso e aromatico che combina il Bulleit Bourbon Whiskey alla forza del caffè. Le note morbide e speziate del bourbon si fondono con il calore del caffè, creando un’esperienza sensoriale ricca e intensa, perfetta per chi ama i sapori forti e ben definiti.

Un’icona della mixology contemporanea, l’Espresso Martini unisce la cremosità del caffè espresso alla vivacità della Vodka Ketel One e al tocco di dolcezza del liquore al caffè. Il risultato è un cocktail elegante, con una texture vellutata e un gusto equilibrato che risveglia i sensi.

Il Cold Brew Negroni rappresenta un twist moderno del classico Negroni che aggiunge al suo profilo aromatico l’intensità del caffè cold brew. Le note amare e tostate del caffè si fondono con il Gin Tanqueray, il vermouth rosso e il bitter, dando vita a un cocktail dal sapore profondo e complesso, perfetto per chi ama sperimentare.

La versatilità del caffè, da sempre pilastro della cultura italiana, trova in queste creazioni una nuova espressione nel mondo della mixology, dove NIO Cocktails si distingue per la capacità di reinterpretare i riti tradizionali con un tocco moderno e distintivo. Ogni cocktail è un invito a esplorare le infinite sfumature del caffè, combinando creatività e precisione per offrire drink che trasformano ogni sorso in un viaggio sensoriale.

La NIO Cocktail Coffee Box è disponibile per l’acquisto su nio-cocktails.com | Coffee Cocktail Box, offrendo agli appassionati del gusto un’occasione unica per scoprire come la mixology contemporanea può elevare l’esperienza del caffè attraverso l’arte del cocktail.

La scheda sintetica di NIO Cocktails

Fondata a Milano nel 2017 da Luca Ǫuagliano e Alessandro Palmarin, NIO Cocktails offre un’eccezionale selezione di cocktail sapientemente preparati, con la forza e la qualità dei cocktail da bar, direttamente a casa.

NIO, acronimo di “Needs Ice Only” (Serve solo il ghiaccio), realizza i propri cocktail utilizzando solo alcolici accuratamente selezionati, senza additivi o conservanti, e li consegna in un packaging unico ed ecologico. Ogni cocktail è miscelato in Italia e creato dal maestro mixologist Patrick Pistolesi, proprietario del Drink Kong a Roma, regolarmente presente nella lista dei World’s 50 Best Bars.

Ora, sotto la guida degli specialisti leader nella crescita del retail al consumo di The Growth Foundation, NIO Cocktails sarà condotta dal CEO Richard Chapple, con oltre 20 anni di esperienza nel retail diretto al consumatore come CMO presso Gymshark e in THG Ingenuity e play.com.

NIO Cocktails è disponibile nel Regno Unito, in Italia e in Germania. Per ulteriori informazioni basta cliccare qui.

Il caffè diventa impegno sociale tra le stelle del cinema: le iniziative da George Clooney a Sofia Vergara

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sofia vergara sociale
Sofia Vergara per il lancio di ¡Díos Mio! Coffee (immagine presa da Instagram)

George Clooney ha fatto da apripista: ora sempre più vip diventano testimonial della bevanda, spesso per sostenere raccolte fondi a sfondo sociale. Ha parlato del fenomeno anche il New York Times, secondo cui il motivo dell’attenzione per il caffè è basato sull’ossessione per il rito della tazzina. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Valeria Robecco per il quotidiano La Repubblica.

Il ruolo sociale del caffè tra le stelle di Hollywood

MILANO – Un tempo c’era la tequila, ora invece le celebrità puntano sul caffè. Da decenni tanti nomi noti prestano i loro volti ad una vasta gamma di prodotti alimentari per espandere la loro visibilità (e i loro guadagni), e non c’è dubbio che l’era dei social media abbia amplificato questa tendenza.

L’interesse per il caffè non è nuovo, basti pensare a George Clooney, testimonial di lunga data per Nespresso, ma ora sono sempre di più i personaggi famosi che decidono di investire sulla bevanda, da Tom Hanks a The Weeknd.

A parlare del fenomeno è anche il New York Times, secondo cui il motivo dell’attenzione per il business dei chicchi è basato sul fatto che si tratta di “un’abitudine quotidiana di cui le persone sono ossessionate”.

Nella lista delle celebrità che hanno deciso di puntare su un’industria in continua evoluzione c’è ad esempio il cantante e compositore canadese nato Abel Makkonen Tesfaye, che ha creato la sua miscela in collaborazione con l’azienda Blue Bottle di Oakland, in California.

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Cippi, il pappagallo influencer che ama le cialde di caffè napoletano e usa la carta per fare il nido

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Il pappagallo Cippi (immagine concessa)

MILANO – Cippi è il primo pappagallo influencer del suo genere, diventato virale grazie a un video in cui, con il suo becco, apre una cialda di caffè. Nonostante il profilo TikTok della ragazza che se ne prende cura (@mennyire) abbia solo 1403 follower, il video ha raggiunto ben 7,5 milioni di visualizzazioni in pochi giorni.

Il pappagallo Cippi e il suo amore per le cialde

Cippi è una femmina della specie Agapornis roseicollis, comunemente conosciuta come inseparabile dal collo rosa, e si distingue per un comportamento tipico della sua specie: le femmine raccolgono materiali come ramoscelli o strisce di carta, che infilano tra le penne del dorso per trasportarli e preparare il nido.

In particolare, la sua “amica inseparabile umana” che vive in provincia di Napoli ha notato che, pur provando a fare striscioline con vari materiali, Cippi sembra preferire le cialde di Caffè Toraldo rispetto alla carta per costruire il suo nido.

Alla Fiera internazionale di Alba c’è il Tartufo regale di cioccolato Criollo firmato dallo chef Ugo Alciati

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Il tartufo regale di cacao Criollo è firmato da Ugo Alciati (immagine concessa)

ALBA (Cuneo) – La 94ª edizione della Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba resterà aperta fino a domenica 8 dicembre. E’ uno dei più importanti eventi gastronomici d’Italia.  Per questa edizione edizione ci sarà però una nuova e unica sorpresa, una vera e propria esperienza: il Tartufo regale – rarità piemontese nata dall’estro di Ugo Alciati, chef stellato di Guido Ristorante al Villaggio Narrante di Fontanafredda – per la realizzazione della quale viene impiegato il Criollo del Venezuela, il cacao più raro del mondo, e la nocciola Tonda Gentile IGP Piemonte.

Il tartufo regale è prodotto attraverso oltre 30 passaggi manuali, che portano a una fedele riproduzione dei migliori tartufi d’Alba per forma e colore e che può essere lamellato, per impreziosire dessert o degustarlo con i distillati.

Il tartufo regale – prodotto unico ed esclusivo – nasce quindi dalla collaborazione tra lo chef stellato Alciati e GLP – holding che fa capo al GRUPPO TCN – presieduta da Giuseppe Bernocco e Sebastiano Astegiano – a cui appartengono tutte le aziende del comparto Food (Galup con il brand Streglio, Mandrile Melis, Pasticceria Cuneo e Golosi di Salute).

GLP è oggi una realtà in crescita, concepita come strumento per lo sviluppo di un vero e proprio polo del dolciario, all’interno del quale i singoli marchi sono sviluppati e valorizzati anche attraverso percorsi sinergici in ambito produttivo e commerciale, che impiega 95 dipendenti con un fatturato 2023 di 29 milioni di euro.

“Il nostro essere imprenditori in questo territorio ci conduce ad un impegno costante per la valorizzazione delle sue eccellenze” – dichiara il presidente Giuseppe Bernocco – “E’ stata questa la filosofia che ci ha guidati molti anni fa quando siamo entrati a far parte del progetto Galup ed è ancora oggi la stessa, nella convinzione che con il nostro lavoro quotidiano, fatto di impegno, passione e ovviamente anche investimenti, possiamo contribuire alla crescita di realtà uniche, apprezzate su tutto il territorio nazionale e non solo, nasce quindi da questo sentire la volontà del progetto GLP che punta a diventare polo di eccellenza del comparto dolciario”.

Ritter Sport celebra i suoi primi 50 anni con i colori classici tipici del marchio

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I 50 anni dei colori di Ritter Sport (immagine concessa)

MILANO – Chi non ha mai riconosciuto una tavoletta Ritter Sport dal suo caratteristico colore? Il blu intenso del gianduia, il rosso acceso del marzapane, l’azzurro del latte delle Alpi sono diventati un vero e proprio codice cromatico, un’icona inconfondibile sugli scaffali dei supermercati di tutto il mondo. Ma come è nata questa rivoluzionaria idea di associare un colore a ogni gusto?

Tutto è iniziato nel 1974, esattamente 50 anni fa, quando Alfred Otto Ritter, fondatore di Ritter Sport, decise di rompere le convenzioni e dare a ogni varietà di cioccolato un proprio colore distintivo. Una scelta audace, tanto che i critici dell’epoca pronosticarono il fallimento dell’allora piccola azienda familiare, sostenendo che in Germania il cioccolato doveva essere incartato solo nei colori marrone o oro.

Ma la storia ha preso una piega diversa. I quadrati colorati di Ritter Sport non solo hanno guadagnato popolarità con l’arrivo della televisione a colori, ma si sono perfettamente allineati all’energia vibrante degli anni ’70, mantenendo il loro fascino per decenni. Oggi, quei colori vivaci sono diventati iconici, al pari del famoso formato quadrato.

“Come 50 anni fa, il nostro design quadrato e colorato rappresenta uno stile di vita fatto di gioia, piacere, fiducia e unicità, il tutto nel rispetto dell’ambiente e delle persone”, afferma Malte Dammann, chief demand officer di Ritter Sport.

Da quel lontano 1974, Ritter Sport ha lanciato circa 180 varietà, ciascuna con il proprio colore. E per chi se lo stesse chiedendo, tra i gusti preferiti dai consumatori troviamo da anni il Latte delle Alpi, il Marzapane e il Gianduia – o, come li conosciamo meglio, l’azzurro, il rosso e il blu.

Oggi l’azienda ha scelto di sfidare ancora una volta le aspettative, lanciando una campagna innovativa e fuori dagli schemi: Dark Mode: ON!. La nuova tavoletta di Fondente Extra 70% veste di nero, un colore inedito e audace che racchiude simbolicamente tutti i colori in un’unica esperienza cromatica.

Per celebrare questo lancio speciale, anche i canali social di Ritter Sport si tingono di nero: foto profilo, post e stories adottano un look total black, creando un’atmosfera immersiva e sensoriale, pensata per accompagnare il pubblico in questa novità.

La scheda sintetica di Ritter Sport

Azienda familiare indipendente fondata nel 1912 da Alfred Ritter e da sua moglie Clara. Ritter Sport, dal 2018 è stato il primo grande produttore di tavolette di cioccolato ad approvvigionare cacao 100% certificato sostenibile per la sua intera gamma di prodotti. Caratterizzati dalla peculiare forma quadrata e dai pack vivaci e colorati, i prodotti a marchio Ritter Sport sono venduti in oltre 100 paesi al mondo.

L’azienda impiega attualmente circa 1.900 persone e ha raggiunto un fatturato di 565 milioni di euro nel 2023.

Omar Zidarich, per il Gruppo torrefattori si confronta con il Vietnam: “Italia, ha potenziale grazie alla sua rete di aziende”

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Omar Zidarich, presidente del Gruppo Italiano Torrefattori caffè
Omar Zidarich, presidente del Gruppo Italiano Torrefattori caffè

MILANO – Il presidente del Gruppo italiano torrefattori, Omar Zidarich, ha fatto sentire la forza del comparto durante il convegno “Vietnam – Italy coffee industry connection forum” che si è tenuto presso la Camera – Centro Italiano per la Fotografia in Via delle Rosine 18 a Torino. Un palcoscenico che ha visto alternarsi diversi interlocutori italiani e vietnamiti, con diverse panoramiche dedicate all’andamento di mercato nei due Paesi di riferimento.

Alcuni dati salienti: il 35% del caffè vietnamita che è in mano alle aziende, è certificato come sostenibile (che non significa necessariamente essere idoneo rispetto alla regolamentazione EUDR, ma sicuramente che c’è una maggiore attenzione al tema).

L’Italia è il maggiore importatore di caffè vietnamita e il primo cliente è Lavazza.

L’evento di incontro con Omar Zidarich (foto concessa)

Omar Zidarich ha portato avanti un messaggio importante di cooperazione, per evitare la nascita di speculazioni. E poi ha condiviso una provocazione per i produttori vietnamiti: “Siete d’accordo con gli aumenti?”

La risposta è stata diretta: certo, da un lato è qualcosa di positivo perché in questo modo viene riconosciuto il loro lavoro ventennale, ed è necessario oggi conferire un maggiore valore al caffè in luoghi che altrimenti vedrebbero la sostituzione di questa materia prima con altre colture più redditizie come il durian.

Altro dato registrato: un aumento di richiesta di verde da Corea, Cina e Giappone. Che potrebbe spiegare in parte la scarsità di materia prima, dovendo rispondere ad una maggiore domanda da parte di altri mercati dove il consumo interno è in crescita.

Omar Zidarich ha voluto anche spiegare le difficoltà che questi rincari rappresentano dall’altra parte per l’Italia, in particolare concentrandosi sul problema derivato dalle rotte navali e quindi delle spese di spedizione più alte a causa della circumnavigazione dell’Africa.

E poi un altro messaggio importante: “Attenzione: abbiamo comprato meno in Italia dal Vietnam, ma non per questo non siamo ben felici di proporre il caffè a un prezzo più alto. Tuttavia è necessario considerare che dall’altra parte si stano abbassando i volumi, perché la Robusta vietnamita è destinata soprattutto per i prodotti che si trovano al supermercato, canale che ha subito più aumenti a livello percentuale (si è arrivati al 30% 40%).”

L’intervento di Omar Zidarich: un estratto

Oltre questo, il presidente del Gruppo italiano torrefattori ha avuto l’occasione di esprimere l’importanza delle associazioni di categoria in Italia e il ruolo del gruppo per il settore. Ne riportiamo una parte.

“L’Italia non è solo un Paese caffeicolo perché ha potenzialità di volumi, ma perché ha anche una rete unita di aziende, cosa che in altri Paesi non è così presente. Ci sono torrefattori importanti nei Balcani, in Turchia, in Albania, nel Nord Europa, ma sono leader di mercato in zone in cui non c’è intesa tra gli operatori.

Il mio intervento è focalizzato sull’associazionismo, fenomeno non scontato in tutti i luoghi nel mondo e che invece rappresenta la possibilità di interloquire con un settore intero, in questo caso l’Italia, leader della trasformazione al livello mondiale.

Macchine, tecnologie, marchi italiani, franchising, gusti dei consumatori, joint venture.
I soci membri non sono soltanto i torrefattori.

Nel caso del Vietnam: sembrerebbe scontato che i Paesi produttori che sono coinvolti positivamente dagli aumenti di Borsa, ne siano tranquillizzati, ma non è così. Perché ci sono alternative di gusto per tutta la fascia equatoriale: questo causa giustamente timore rispetto al prodotto vietnamita, che da un punto di vista organolettico potrebbe essere sostituito con altre referenze meno care.”

Davide Celin, a.d. di Nims (Lavazza): “Il fatturato in aumento di oltre 2 milioni nel 1° semestre, l’obiettivo è arrivare a 125”

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Davide Celin Nims Lavazza
Davide Celin è il nuovo amministratore delegato di Nims Spa del Gruppo Lavazza

Il fatturato di Nims, società di Padova controllata dal gruppo Lavazza attiva nella distribuzione e vendita del caffè in capsula e nei sistemi microfiltrazione e frigogasatura dell’acqua, vede un aumento di oltre due milioni. Davide Celin, l’amministratore delegato dell’azienda, analizza il futuro del marchio. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Maurizio Crema per Il Gazzettino.

La crescita di Nims (Lavazza) nel primo semestre

PADOVA – Nims cresce anche con la crisi dei consumi ed espande al sua rete di collaboratori. “Nel primo semestre il fatturato è aumentato di oltre 2 milioni, l’obiettivo è chiudere a 125 milioni contro i 120 dell’anno scorso”, commenta Davide Celin, padovano, 45 anni, amministratore delegato dal maggio scorso della società di Padova controllata dal gruppo Lavazza attiva nella distribuzione e vendita del caffè in capsula e nei sistemi microfiltrazione e frigogasatura dell’acqua.

“Un passo di crescita buono perché sostenibile. Noi lavoriamo sulla rete vendita e sulle persone, sono loro al centro della nostra strategia di sviluppo – spiega il manager veneto laureato a Padova ed entrato in Nims come direttore operativo – che passa anche da un ampliamento della rete di vendita dove c’è una grande presenza femminile e una buona partecipazione da parte dei giovani”.

Celin continua: “Siamo riusciti ad agganciarli anche grazie a contenuti tecnici e tecnologici sempre più moderni, all’utilizzo del digitale, l’app per ordini e consegne. Lavorare con noi per loro può essere una buona opportunità per costruirsi un’entrata alternativa, ma anche per sviluppare una carriera”.

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Export brasiliano dei primi 9 mesi in crescita di oltre un terzo, imbarchi verso l’Italia a 3 milioni di sacchi

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export brasiliano Brasile Cecafé
Il logo di Cecafé

MILANO – Un nuovo record per l’export brasiliano, nonostante le perduranti difficoltà logistiche: secondo i dati diffusi da Cecafé, le esportazioni di caffè in tutte le forme del Brasile sono cresciute di un terzo (+33,3%) a settembre raggiungendo un volume di 4.464.126 sacchi, massimo storico per questo mese dell’anno. Andamento positivo per tutte le voci dell’export.

Gli imbarchi di caffè verde registrano un +33,8% attestandosi a 4.105.630 sacchi. I volumi di arabica sono pari a 3.193.749 sacchi, in crescita del 31,9% e non lontani dai livelli del 2020.

Cresce sempre anche l’export di robusta, che arriva a 911.881 sacchi: il 40,9% in più rispetto a un anno fa. Bene anche l’export di caffe trasformato, pari a 358.496 sacchi (+27,9%), in massima parte di solubile.

fonte: Cecafé

Ciò porta il totale delle esportazioni, nei primi 3 mesi dell’annata di raccolto 2024/25, a 12.049.659 sacchi di caffè in tutte le forme, pari a un incremento del 19,7%.

L’export di caffè verde è in crescita del 20,3%, a poco meno di 11 milioni di sacchi, di cui 8.229.535 sacchi (+12,9%) di arabica e 2.760.566 sacchi (+49,6%) di robusta. Le vendite all’estero di caffè trasformato ammontano a 1.059.558 sacchi (+13,3%).

fonte: Cecafé

Nei primi 9 mesi dell’anno solare 2024, le esportazioni di caffè in tutte le forme voltano al dato stellare di 36.428.348 sacchi, in crescita del 38,7% rispetto al pari periodo del 2023.

Gli imbarchi di caffè verde lievitano a 33.433.737 sacchi, con un incremento del 42,6%, di cui 26.396.545 sacchi (26,6%) di arabica.

fonte: Cecafé

Impressionante la progressione dell’export brasiliano di robusta, che supera i 7 milioni di sacchi, contro i 2,6 milioni dell’anno scorso (+170,4%)

Infine, l’export di caffè trasformato sfiora i 3 milioni di sacchi, in crescita del 6,5%.

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T’a Milano lancia le offerte per Natale 2024 con le praline Ciocovegan con ingredienti vegetali al caffè

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Le praline Ciocovegan

MILANO – T’a Milano, l’azienda dolciaria italiana specializzata in prodotti artigianali di cioccolato, caramelle, biscotti, creme spalmabili, torte e panettoni, ha presentato il 10 ottobre, presso gli uffici in via Giovanni Marradi 7, le ultime novità presenti nel catalogo di Natale 2024 tra nuovi prodotti e dolci tradizionali rivisitati.

Si parte con il panettone in cappelliera nell’inedita versione con lamponi e crema di pistacchio ricoperto di cioccolato bianco.

Il prodotto è in linea con la tradizione meneghina del panettone seguendo l’originale ricetta di famiglia riproposta dai fratelli Alberto e Tancredi Alemagna con materie prime lavorate e caratterizzate da una cura meticolosa e lasciate lievitare per 72 ore.

Il nuovo panettone al lampone si aggiunge alle numerose varianti che T’a Milano propone: il panettone classico, pere e cioccolato, al cioccolato con scaglie fondenti, al marron glacé e senza canditi.

Sono disponibili nei formati da 1,2,3 e 10 kg incartati a mano o confezionati nelle cappelliere.

I panettoni di T’a Milano

Il panettone lamponi e crema di pistacchio con cioccolato bianco da 750 gr ha un prezzo di 32 euro in versione incartata e di 47 euro nella cappelliera.

La collezione si arricchisce inoltre del panettone ai tre cioccolati con le pepite di cacao fondente e al latte caratterizzato da una copertura di cioccolato bianco con una spolverata di granella alle nocciole caramellate.

Per la stagione dedicata alla festività tornano inoltre gli iconici cioccolatini Diamanti di Cioccolato Gourmet. Ci sono dodici praline in un packaging ricercato con tre gusti predominanti: il cioccolato bianco abbinato al caramello, il gusto al latte con il ripieno di gianduia e il cioccolato fondente total black 55% al sapore di caffè. La confezione da 144g ha un prezzo al pubblico consigliato di 18,50 euro.

Le novità non finiscono qui. Cioccolato Gourmet presenta Ciocoabete, l’originale albero natalizio componibile a cioccolato fondente. La confezione contiene quattro dischi in cioccolato con nocciole caramellate alla fragola, arachidi, pistacchio e al cocco da montare sui due elementi che costituiscono il fusto dell’albero.

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Ciocoabete

Il vasto catalogo continua con Ciocovegan, le nuove praline con ingredienti vegetali che contengono cioccolato fondente ripieno all’arancia e al caffè e le praline al cacao con pistacchio e nocciola. L’elegante box Cioccolato Gourmet ha un prezzo consigliato di 11,50 euro.

La presentazione di T’a Milano si è conclusa con la presentazione della linea di piatti gelo Subito Chef definendo così un nuovo comparto dell’azienda fondata da Tancredi e Alberto Alemagna. Per l’ideazione dei nuovi prodotti, i fratelli Alemagna hanno utilizzato le competenze acquisite nell’ambito del catering e nei servizi di ospitalità.

Le proposte celebrano il risotto alla milanese al salto preparate secondo la tradizione, la quale prevede di far saltare il risotto il giorno prima.

Il piatto è pronto per essere riscaldato e gustato in pochi minuti tramite forno, microonde e friggitrice ad aria.

La linea comprende tre versioni: il riso con fonduta, alla zucca con fonduta e ai funghi con fonduta. Il prezzo consigliato è di 5 euro.

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Riso al salto ai funghi con fonduta

Inoltre è presente la proposta finger food: 8 mignon con un’offerta che spazia dai canapè vegetariani a quelli a base di fassona o mazzancolle.

I piatti della linea Subito Chef sono in vendita nei supermercati di Esselunga e nelle principali catene della distribuzione organizzata.

La scheda sintetica di T’a Milano

Il marchio T’a Milano deriva dai fratelli Tancredi e Alberto Alemagna, pronipoti di Gioacchino Alemagna, fondatore dell’azienda alimentare omonima specializzato nel panettone. Nel 1933 Gioacchino ampliò la propria attività dolciaria con la celebre pasticceria a piazza del Duomo. Nel dopoguerra, Gioacchino ha lasciato l’azienda al figlio Alberto Alemagna. L’azienda di famiglia è stata poi ceduta negli anni ’80 e nel 2000 i panettoni sono diventati di proprietà di Bauli.

T’a Milano è stato fondato nel 2008 dall’ultima generazione, prima con il nome di T’a Sentimento Italiano, come continuazione spirituale del brand di Gioacchino Alemagna con un focus sulla pasticceria ma anche sul mondo del catering.

Indagine Altroconsumo sui provider di luce e gas: Octopus Energy, Sorgenia, Alperia e Dolomiti Energia in cima alla classifica

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Il logo Altroconsumo

MILANO – Anche quest’anno Altroconsumo ha effettuato la consueta indagine sui provider di luce e gas: tra i 19 fornitori presi in esame, Octopus Energy, Sorgenia, Alperia e Dolomiti Energia sono risultati i migliori per qualità globale ottenenendo un punteggio ottimo, ovvero con almeno 75 punti su 100.

Per stilare la classifica sono state analizzate la documentazione contrattuale e le informative precontrattuali, la soddisfazione degli utenti rispetto al servizio clienti, la trasparenza delle bollette e la presenza e gestione di eventuali problemi.

Per scegliere correttamente un fornitore di luce e gas è importante infatti valutare la convenienza, ma anche la qualità del servizio: con questa indagine Altroconsumo mira dunque a mettere a disposizione dei consumatori uno strumento utile per compiere una scelta consapevole, soprattutto in una fase in cui il mercato tutelato è terminato e molti cittadini devono ancora prendere dimestichezza con il mercato libero.

In generale, la classifica registra una qualità complessivamente buona dei servizi offerti: la maggioranza degli operatori, 12 su 19, hanno qualità globale buona (con punteggio tra 65 e 74), i quattro vincitori hanno ricevuto un voto ottimo e infine tre hanno ottenuto una valutazione media, ovvero Iren, Enel e Wekiwi.

Anche se non ci sono provider di qualità globale bassa, le differenze tra i punteggi possono essere anche significative, come si vede nella tabella riassuntiva:

 

(dati concessi)

Osservando più in dettaglio, si può notare come – a giudizio degli esperti di Altroconsumo – le condizioni contrattuali sono fatte piuttosto bene. Ragionamento analogo vale per la soddisfazione sulla trasparenza delle bollette, giudicate dal campione di consumatori coinvolto nell’indagine di soddisfazione. Le note dolenti, invece, sono il “servizio clienti” e la “presenza e gestione degli eventuali problemi”.

Non è un caso che le maggiori variazioni nei punteggi ottenuti tra un operatore e l’altro si registrino nella soddisfazione per l’assistenza ricevuta dal Customer Care. In parecchi casi il giudizio è solo medio; e questo vale nel caso del servizio tradizionale, via telefono, ma soprattutto nel caso dei canali digitali (email, app, sito del fornitore), che evidentemente vanno migliorati.

Per quanto riguarda invece la “Presenza e gestione dei problemi”, una nuova valutazione introdotta quest’anno per valutare l’affidabilità di un fornitore, emerge come il 18% degli utenti che negli ultimi 12 mesi ha avuto problemi, percentuale non irrilevante, ha segnalato una soddisfazione molto bassa in merito alla loro gestione, con l’eccezione di Alperia e Octopus, che hanno ricevuto voti ottimi.

Nota metodologica:

Per realizzare la classifica sulla qualità del servizio dei provider, Altroconsumo ha selezionato 19 fornitori di luce e gas considerando i più importanti presenti sul mercato energetico e i provider con i quali ha stipulato accordi individuabili attraverso il comparatore di tariffe.

Sono coinvolti i fornitori di gas e luce che coprono, rispettivamente, almeno il 70% – 80% della popolazione. Per capire quanto i clienti sono soddisfatti del servizio, sono stati intervistati con un questionario online, inviato a marzo 2024, 11.333 soci dell’organizzazione, utenti di luce e gas.

In particolare Altroconsumo ha chiesto ai soci quanto fossero soddisfatti del call center dei provider (peso della variabile sul giudizio globale: 20%), del servizio clienti online (peso variabile: 18%) e della trasparenza della bolletta (peso variabile: 30%). Inoltre è stato chiesto se avessero avuto problemi con i fornitori e quanto fossero soddisfatti della loro gestione (peso variabile: 12%). La valutazione delle condizioni contrattuali, infine, ha un peso sul giudizio globale pari al 20%.