domenica 11 Maggio 2025
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I lavoratori della Perugina a San Sisto scendono in sciopero per tre scelte aziendali

PERUGIA – La Perugina verso lo sciopero. Dalle assemblee in fabbrica di ieri è scaturita la decisione di affidare ai sindacati un pacchetto di ore di sciopero da tenersi nei prossimi giorni. Sempre i sindacati hanno avuto mandato di convocare il coordinamento nazionale di categoria, di fissare incontri con le istituzioni e di stabilire il calendario degli scioperi.

La decisione iniziale dei lavoratori di San Sisto – riferisce un comunicato Cgil – era di avviare da subito la mobilitazione con una manifestazione davanti allo stabilimento. Obiettivo di sindacato e lavoratori è di «contrastare tre scelte dell’azienda che rischiano di indebolire in modo strutturale» lo stabilimento Nestlè di Perugia.

Perugina, novità all’orizzonte

Le tre scelte sono la chiusura del torrefattore, l’ esito negativo – secondo il sindacato – sul mercato inglese del «bacio bianco», che avrebbe causato «lo stop completo della sua produzione e reso improduttivo un investimento significativo», e la riapertura delle stabilimento di Saint Menet, in Francia (con il conseguente, mancato arrivo di una commessa pari al dieci per cento dell’ intera produzione Perugina).

I lavoratori hanno chiesto «il rilancio del cioccolato Perugina attraverso la riattivazione del torrefattore», il rilancio delle tavolette ed una nuova produzione per la linea forza denominata «baci al latte», il rilancio del marchio Perugina nei reparti confisserie e prodotti da banco.

To drip: dall’inglese all’italiano, quando gocciola il caffè dalla tazzina

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MILANO – La parola di oggi è: to drip. Caffècultura, le parole del caffè, la rubrica con la quale abbiamo esaminando tutte le parole della lingua italiana collegate in qualche al mondo del caffè è terminata il 29 dicembre con il vocabolo zuppetta.

Il tutto utilizzando le definizioni del vocabolario Lo Zingarelli 2005. Da qualche settimana è in vendita l’edizione 2006 che abbiamo già recensito e che utilizzeremo prossimamente per i vocaboli legati al the e al cacao.

Si riparte da quegli stessi vocaboli ma abbinati alla traduzione. La fonte sarà il Ragazzini 2006, sempre in collaborazione con la Casa editrice Zanichelli.

Non è una sorpresa che i testi di questa fase, prima italiano-inglese poi inglese italiano, per notare le differenze d’approccio agli stessi soggetti delle due lingue saranno identici tra Comunicaffè, diffuso prevalentemente in Italia tra 20.000 operatori, e Comunicaffè International, diffuso prevalentemente nel mondo a 15.000 operatori, perché la cultura del caffè non ha barriere culturali o geografiche.

E, una volta tanto, abbiamo già scoperto che l’italiano è lingua leader nel settore del caffè. Nel vocabolario inglese-italiano il sostantivo caffè batte per 94 a 67 coffee.
Come era naturale abbiamo cominciato con caffè e proseguito con espresso. Da oggi tutti i vocaboli in ordine alfabetico.

to drip

A v. i.
1 gocciolare: Coffee is dripping from the pot, il caffè gocciola dalla caffettiera; The tap is dripping, il rubinetto gocciola
2 grondare: ‘Sweat dripped from their eyes, fell from their noses, ran into their mouths’ N. Mailer, ‘il sudore grondava loro dagli occhi, cadeva dal naso, e scorreva fin dentro la bocca’; The boy was dripping with sweat, il ragazzo grondava di sudore
3 sgocciolare; sgrondare: to leave the washing to drip, mettere i panni a sgrondare
B v. t.
1 far gocciolare; sgocciolare: You’ve dripped milk over the table, hai sgocciolato del latte sulla tavola
2 gocciolare: (di una ferita) to drip blood, gocciolare (o fare) sangue; The roof is dripping water, il tetto fa acqua
3 grondare: I was dripping sweat, grondavo sudore
4 (anche med.) mettere a gocce (in un flacone, ecc.)
* Water is dripping from the eaves, l’acqua (piovana) sgronda dal tetto.

Per le osservazioni sulle definizioni dei vocaboli i lettori possono rivolgersi direttamente alla redazione de il Ragazzini e-mail lineacinque@zanichelli.it sito web www.zanichelli.it
La parole del caffè in italiano e in inglese sono tratte il Ragazzini edizione 2006, dizionario Inglese-Italiano Italiano-Inglese. Questa edizione contiene oltre 400.000 voci e accezioni, oltre 6.000 neologismi, 3.000 verbi frasali e 120.000 termini specialistici, l’indicazione delle 4.300 parole inglesi più importanti.

 

Demitasse, dal francese, il termine per indicare il caffè bevuto dopo il pasto

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MILANO – La parola di oggi è: demitasse (franc.) Caffècultura, le parole del caffè, la rubrica con la quale abbiamo esaminando tutte le parole della lingua italiana collegate in qualche al mondo del caffè è terminata il 29 dicembre con il vocabolo zuppetta. Il tutto utilizzando le definizioni del vocabolario Lo Zingarelli 2005. Da qualche settimana è in vendita l’edizione 2006 che abbiamo già recensito e che utilizzeremo prossimamente per i vocaboli legati al the e al cacao.

Si riparte da quegli stessi vocaboli ma abbinati alla traduzione. La fonte sarà il Ragazzini 2006, sempre in collaborazione con la Casa editrice Zanichelli.

Non è una sorpresa che i testi di questa fase, prima italiano-inglese poi inglese italiano, per notare le differenze d’approccio agli stessi soggetti delle due lingue saranno identici tra Comunicaffè, diffuso prevalentemente in Italia tra 20.000 operatori, e Comunicaffè International, diffuso prevalentemente nel mondo a 15.000 operatori, perché la cultura del caffè non ha barriere culturali o geografiche.

E, una volta tanto, abbiamo già scoperto che l’italiano è lingua leader nel settore del caffè. Nel vocabolario inglese-italiano il sostantivo caffè batte per 94 a 67 coffee.
Come era naturale abbiamo cominciato con caffè e proseguito con espresso. Da oggi tutti i vocaboli in ordine alfabetico.

demitasse (francesismo)

n.
1 tazzina da caffè
2 caffè (bevuto dopo un pasto).

Per le osservazioni sulle definizioni dei vocaboli i lettori possono rivolgersi direttamente alla redazione de il Ragazzini e-mail lineacinque@zanichelli.it sito web www.zanichelli.it
La parole del caffè in italiano e in inglese sono tratte il Ragazzini edizione 2006, dizionario Inglese-Italiano Italiano-Inglese. Questa edizione contiene oltre 400.000 voci e accezioni, oltre 6.000 neologismi, 3.000 verbi frasali e 120.000 termini specialistici, l’indicazione delle 4.300 parole inglesi più importanti.

 

Cioccolato in Gran Bretagna “etichettato”: la salute viene prima di tutto

LONDRA – Le tavolette di cioccolato ed altri prodotti dolciari in vendita in Gran Bretagna avranno sull’etichetta un’avvertenza riguardo ai potenziali rischi per la salute, come accade per i pacchetti di sigarette: si tratta di una campagna lanciata dalle case produttrici – costata 15 milioni di euro – per cercare di educare il pubblico, soprattutto i ragazzi, ad una dieta più equilibrata. Come spiega il quotidiano The Guardian, Mars e Cadbury Trebor Bassett hanno infatti unito le loro forze e la campagna “Be treatwise” (“Occhio al dolce”) inizierà nei prossimi mesi, con l’entrata in produzione delle nuove etichette.

Tavolette di cioccolato, etichettate in Gran Bretagna

Queste comprenderanno tutte le informazioni nutrizionali pertinenti, compreso il numero di calorie e con il fabbisogno diario consigliato chiaramente indicato. Inoltre, l’etichetta avrà un messaggio salutista, del tipo “Fai del moto mezz’ora al giorno”: “La gente conosce e ama cioccolata e dolci e capisce che non bisognerebbe abusarne: comunicare questo messaggio attraverso le confezioni a milioni di consumatori ogni giorno è il modo più potente per far capire alla gente come integrare i nostri profotti nella loro dieta”, ha spiegato Simon Baldry, dirigente della Cadbury.

L’azienda – leader delle vendite in Gran Bretagna – era peraltro finita nel mirino dei dietologi alcuni anni fa dopo una campagna pubblicitaria (costata quasi 14 milioni di euro) grazie alla quale le confezioni di una tavoletta al cioccolato da 160 grammi particolarmente ricca di grassi fornivano una raccolta punti per dell’abbigliamento sportivo Mgi.

Napoli verso un rialzo della tazzulella: si va sopra l’euro per espresso

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NAPOLI – L’aumento del prezzo del caffè in tazza dilaga in tutta Italia e ora tocca una delle riconosciute capitali dell’espresso. Avevamo cominciato con gli annunci dalla Liguria, poi la Lombardia a macchia di leopardo per chiudere la scorsa settimana con le decisioni, sofferte, di Piacenza. Ma ora tocca a Napoli e la vicenda prende il volo. Ebbene, in seguito ad aumenti nell’ordine di uno, due euro al chilo per il prezzo del caffè torrefatto e consegnato in chicchi ai bar.

Lo ha deciso ieri l’Unione meridionale caffè di Napoli nel corso di una riunione che ha riunito tutti i torrefattori della Campania. Quindi il ritocco dei listini, che potrebbe avere conseguenze anche sul prezzo del caffè in tazzina, dilagherà in tutta la Campania.

Napoli verso un aumento della tazzina

«L’aumento nei listini sarà ratificato nelle prossime settimane – spiega Augusto Pesce, segretario dell’Umec – adesso è al vaglio di una commissione che dovrà decidere i tempi e le modalità ». Dal 2003 ad oggi – secondo quanto riferisce l’Umec – che rappresenta le piccole e medie aziende di torrefazione del meridione d’Italia – i prezzi del caffè crudo dalle varie origini si sono più che raddoppiati.

Dopo anni, dal 2001, ai minimi storici, però e che non hanno portato a nessuna diminuzione. I torrefattori statunitensi ed europei hanno già più volte dovuto rivedere all’aumento i loro listini del tostato ed anche in Italia del Nord si sono registrati aumenti di due o tre uro per chilo, in particolare per i caffè da bar. L’aumento del caffè crudo potrebbe avere conseguenze anche sull’aumento del caffè in tazzina al bar. «Nel napoletano il prezzo della tazzina oscilla tra i 65 e i 80 centesimi – spiega Pesce – al nord in diverse città costa già un euro. Non so come i bar prenderanno la notizia dell’aumento del caffè all’origine ma non escludiamo che vi possano essere ripercussioni».

L’Umec sottolinea, inoltre, che nell’ Italia meridionale, ed in particolare in Campania, i prezzi del caffè tostato di alta qualità (quelli destinati ai bar) è da oltre quattro anni che non vengono toccati, sempre per via dei prezzi ai minimi storici dei quali tuttavia l’Umec non parla.

«Durante l’assemblea – aggiunge il segretario dell’Umec – i torrefattori aderenti all’ Unione Meridionale Caffè di Napoli hanno unanimemente riconosciuto la necessità e l’improrogabilità di un primo adeguamento dei listini del tostato. Durante le feste di Natale e Capodanno 2005, il mercato di origine è aumentato in pochi giorni di circa il 30% rendendo inevitabile, a scorte ormai esaurite, l’ adeguamento dei listini».
Attualmente il prezzo del caffè da bar, in Campania, oscilla tra gli otto ed i dieci euro al chilo «ma al nord – conclude Pesce – si arriva anche a 20 euro al kg».

Immediate le reazioni, per ora di una parte politica però molto sensibile alle dinamiche dei prezzi. «Aumentare il prezzo della tazzina da bar equivale a tassare oltremodo le abitudini dei napoletani: scriveremo una lettera ai torrefattori della Campania per sollecitare la revoca del rincaro e chiederemo un intervento del governo, finora immobile di fronte ad un caro-vita che si sta facendo sempre più insopportabile». Lo ha dichiarato il componente dell’esecutivo dei Verdi della Campania e presidente della circoscrizione Vomero, Francesco Licastro, commentando la decisione dell’Unione Meridionale Caffè di ritoccare il prezzo all’origine della tazzina.

«Portare il prezzo di una singola tazzina di caffè ad un euro – ha aggiunto – significherebbe non solo esasperare il caro vita, che già grava notevolmente sulle spalle dei cittadini partenopei con effetti gravi in particolare sulle fasce più in difficoltà, ma anche andare ad intaccare un rito quotidiano, consolidato ed irrinunciabile per tutti, uno di quei piccoli piaceri divenuti simbolo dell’intera città». «Bisogna dire no a questo ennesimo, odioso aumento – hanno aggiunto i consiglieri federali nazionali dei Verdi Gabriella Segrella e Valerio Ceva Grimaldi – piuttosto, occorrerebbe ottimizzare i sistemi di produzione, distribuzione e commercializzazione per abbattere i costi e non gravare ulteriormente sulle tasche dei consumatori».

Sul tema abbiamo chiesto un parere a caldo a Carlo Grenci, torrefattore di Napoli

“Rincaro giusto, ma sulla tazzina pesa solo per 14 millesimi €”

Il prezzo del caffè tostato venduto dai torrefattori del nord Italia al bar può essere anche ben superiore ai 20 Euro al chilo, diciamo su una media di 23 € il chilo.
E’ vero, il prezzo del crudo è aumentato sensibilmente nel corso degli ultimi 18 mesi; mediamente di circa 1 €/kg, ma ieri, in Borsa, ha perso molto.
Tuttavia sono aumentati anche i costi dell’energia e dei trasporti.
Naturale che se si vogliono mantenere inalterati i margini di profitto per kg di torrefatto venduto, l’incremento di 2 €/kg annunciato dai torrefattori è pienamente giustificato.

Ma attenzione.

Rapportando questi 2€ ai 7 grammi circa che servono per la classica tazzina al bar, l’aggravio risulta è di circa 0,014€/kg cioè 1,4 eurocent o, se preferite di 14 millesimi di Euro.

Così se si parte da 0,75 € per un espresso, basterebbe dunque sommare 0,014 € per avere, a margini immutati per il gestore, un prezzo finale della tazzina di 0,764 €: ben poca cosa.
Ma naturalmente non andrà così.

Carlo Grenci

 

Andrea Antonelli con il Caffè paradiso vince il campionato baristi

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RIMINI – È entrata in porto ieri pomeriggio la quinta finale del Campionato baristi, per la terza volta ospitato da Rimini Fiera all’interno di un convulso Pianeta Birra. Ha vinto Andrea Antonelli della caffetteria La bottega del caffè di Verolanuova (Brescia) con 774 punti. Il barista più bravo si è presentato con Caffè paradiso, la storica miscela arabica 100% della Torrefazione Musetti di Piacenza (difficile da estrarre ma eccezionale con i bravi), sostenuto anche dallo sponsor Pulycaff.

Antonelli ha battuto i 39 avversari con un servizio emozionante che ha coinvolto il pubblico presente

Quando, durante la presentazione di espressi, cappuccini e bevande a base caffè era accompagnato da due violinisti che interpretavano la Cantata del caffè di J.S. Bach. Secondo gli osservatori il campione italiano 2006, che ci rappresenterà alle finali mondiali di Berna, la capitale della Confederazione elevatici, ha vinto con merito preparando una bevanda caffè suzette (crema base di burro, zucchero, sugo di arancia e striscioline di buccia); il tutto mescolato con il caffè è stato servito nei porta filtri delle Excelsior Brasilia usate per la preparazione. Questi ultimi con la caratteristica maniglia di legno a testa di violino per via della forma che richiama lo strumento.

Un bilancio provvisorio, nonostante le troppe, inspiegabili defezioni anche dell’ultima ora, ha rappresentato un grande risultato

Che ha premiato le decine di torrefattori, singoli baristi, costruttori diversi di macchine che hanno capito lo spirito della manifestazione e organizzato per mesi tornei e semifinali portando i migliori fino a Rimini (spese comprese, meglio saperlo sempre), aiutando i rispettivi finalisti nei lunghi allenamenti. Nessuno nasce imparato, anche se troppi continuano a improvvisare.

Per dare merito a chi ha svolto il lavoro duro lontano dai riflettori ricordiamo che sono state 14 le semifinali che hanno selezionato i 39 finalisti che, nei tre giorni di finali, si sono contesi il titolo di campione 2006. Il vincitore, oltre a coppa e prestigio si è aggiudicato anche il diritto di partecipare gratuitamente alle finali mondiali Wbc (World barista championship) in programma Berna dal 19 al 21 maggio.

Un flash sul resto del podio oltre Antonelli

Secondo si è classificato Mariano Semino con 734 punti: lavora della caffetteria Bottega del gusto dell’ outlet di Serravalle Scrivia (Alessandria), sponsorizzato dalla Torrefazione Mokasirs di Cava Manara (Pavia) e dai consulenti della Migebar.

Notevole la metodologia usata da Semino per preparare e presentare la bevanda. Ha servito nello stesso tempo un bicchiere in qui era il caffè tostato mescolato con i pezzetti della buccia di arancia che veniva annusato dai membri della giuria e in un altro bicchiere il drink a base di caffè e arancia. E’ la prima volta che in un campionato si presentano la combinazione di olfatto e di giusto.

Terza una signora: Laura Martinelli, con 693 punti; Laura lavora nel bar di un distributore di benzina a Paratico (Brescia) ed era assistita dalla torrefazione Trismoka di Montichiari (Brescia). Anche lei si fatta notare con la bevanda a base di mascarpone e arancia, a dimostrazione che anche in un bar di frontiera, in un distributore di carburanti, può formarsi una grande professionista. Quarto Roberto Trevisan con 673 punti, ormai famoso per le sue divise Ferrari che per il fatto che svolge la propria professione a Praga.
Notiamo di nuovo che nessuno del locali dove operano i super baristi è neppure citato nelle guide di settore.

Perché?

Bst, Big sensory test: l’innovativo metodo sensoriale di analisi del caffè

RIMINI – Il caffè? Un’esperienza sensoriale ed emotiva. Le recenti ricerche dimostrano che il consumatore di caffè è alla ricerca della ricchezza sensoriale. E a Pianeta Birra sono stati presentati innovativi metodi di analisi del caffè, valutato sia dal punto di vista sensoriale che affettivo. Si chiama Bst, Big sensory test. E’ stato presentato sabato nell’ambito del 3° Forum Scientifico sul Caffè promosso dall’Istituto internazionale assaggiatori di caffè in collaborazione con l’Inei, Istituto nazionale espresso italiano e il centro studi assaggiatori. Il tema: “Espresso italiano: la tostatura e l’arte della miscela”.

Il Bst è stato sviluppato dal Centro studi assaggiatori con l’Iiac ed ha due declinazioni

La prima è il Bst avanzato, che è in grado di fornire un ritratto delle caratteristiche sensoriali del caffè in base all’analisi delle note aromatiche del cosiddetto albero degli aromi, innovativa classificazione che rispecchia il modo in cui gli italiani organizzano gli aromi nella loro memoria e può guidarli nella misurazione di ben 50 parametri.

Ancora più sorprendente la seconda declinazione: il Bst analogico-affettivo, test soggettivo teso a cogliere l’impatto che ogni caffè ha sull’emotività e sull’immaginazione degli assaggiatori. Quest’ultimo consente di misurare alcuni elementi chiave dell’interpretazione che i consumatori danno del caffè, a partire dalle attese generale dal livello visivo fino all’impatto emotivo dell’aroma, passando dall’impatto olfattivo e gustativo.

A Rimini sono stati presentati i risultati dei test compiuti su cinque caffè di differente provenienza

“Profondità, potenza e perfezione sono le 3 p che secondo gli italiani caratterizzano il caffè perfetto – ha spiegato Manuela Violoni, responsabile ricerca & sviluppo del Csa e dell’Iiac –. I ritratti emotivi di questo primo esperimento hanno mostrato che, a differenza di quanto accade per i vini che vengono classificati da meditazione o da pasto, ancora oggi per la maggior parte dei consumatori il caffè è più oggetto dell’abitudine quotidiana e se ne parla relativamente poco. Sul caffè il discorso si appiattisce spesso sull’asse della semplice piacevolezza: o è buono o è cattivo, e le considerazioni vertono più  sullo stile di preparazione che sul caffè in sé (caffè forte o leggero, fatto bene o bruciato)”.

Mettendo in correlazione, attraverso un’apposita griglia, i parametri della descrizione sensoriale e di quella affettiva è possibile comprendere quali caratteri rendono un caffè adatto a situazioni di lavoro piuttosto che alla pausa distensiva. Qualche curiosità: agli aromi di frutta col guscio, per esempio noci, mandorle e nocciole, viene data grande importanza dal punto di vista culturale e vengono preferiti da consumatori-tipo di buon gusto. Mentre la percezione della sferzata di energia viene correlata all’aroma tostato e alla frutta secca. Infine risulta che la correzione con zucchero o latte non dipende in genere dall’amaro o dall’astringente perché i dati rivelano che sono soprattutto gli aromi di cacao, cioccolato e frutta secca a far percepire, grazie al meccanismo della sinestesia, il caffè come più “dolce”.

I lavori, aperti dal segretario Generale dell’Inei Luigi Odello, sono stati coordinati dal presidente dello stesso Inei Sergio Guarneri. Al Forum ha portato il proprio contributo anche l’esperto Carlo Invernizzi, secondo il quale “una buona miscela è tale e piacevole quanti più tipi di caffè raccoglie. Ovviamente il compito del torrefattore è quello di miscelarli in percentuali studiate dopo aver riscontrato la loro compatibilità, il grado e il tipo di ogni espressione che ognuno raccoglie in sé.

A mio avviso i caffè monorigine, che sono la moda del momento sia per il settore artigianale che la grande produzione, in futuro aumenteranno di numero e faranno da padroni nel richiamo costante della qualità, ma non avranno nulla di più dell’attuale mercato riservato a pochi”. Al prof. Roberto Zironi, Ordinario di Industrie Agrarie all’Università di Udine, il compito di illustrare ai numerosi addetti ai lavori presenti i processi e risultati della tostatura..

De Paolo del laboratorio Ccia Trieste: «Identifichiamo robusta e arabica ma da 20 anni»

TRIESTE – In merito a quanto leggo su Comunicaffè del 23/1/06 – La scoperta tutta italiana -, tengo a precisare che il Laboratorio chimico merceologico della Camera di commercio di Trieste, utilizza e da oltre venti anni un metodo chimico, frutto di studio e di ricerca interno, che identifica non solo qualitativamente (arabica o robusta), ma anche quantitativamente il rapporto di miscelazione tra le due specie in un caffè tostato macinato.

Il nostro metodo basato sulla determinazione del ∆ 5 avenasterolo, ed è stato ampiamente testato nelle miscele di caffè tostato presenti sul mercato nazionale e internazionale, dopo un accurato lavoro di taratura eseguito su tutte le varietà di arabica e robusta sbarcate nel porto di Trieste.

Spero pertanto sia stato messo a punto un nuovo metodo che utilizza tecniche e metodiche diverse, con cui confrontare affidabilità, precisione, ripetibilità estese all’intero campo dei rapporti di miscelazione tra arabica e robusta.

dottor Dario de Palo

Pago al bar: debutta a Reggio Emilia Pagobar il servizio per pagare anche multe e Ici o ricaricare il telefono

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REGGIO EMILIA – Pagare al bar le multe, l’Ici o ricaricare il telefono. Ieri è stato presentato dal gruppo Bioera il nuovo servizio Pagobar. Che debutterà nelle prossime settimane in 25 bar della città e della provincia.

Il dispositivo, un impianto simile a uno sportello bancomat con schermo interattivo e lettore di codici a barre. Pagobar permette di pagare diversi tipi di utenze con pochi semplici gesti evitando file ed orari di sportello.

Attraverso Pagobar è possibile pagare Ici e multe, è possibile ricaricare telefoni con tariffe fisse, mobili ed

internazionali o semplicemente ordinare i prodotti al bancone del bar evitando attese estenuanti.

È un servizio totalmente selfservice, che non comporta costi nè interferenze con la linea telefonica del bar. Tramite Pagobar è possibile accedere alla banca dati del comune, per ricevere informazioni su servizi e uffici comunali, un vero e proprio info point interattivo consultabile in tutta tranquillità nella pausa caffè.

In breve il progetto si estenderà in tutta Italia ai 26 mila bar collegati a Bioera.

Il Sigep porta a Rimini 83.863 visitatori (+11,1%) E per l’edizione 2007 si punterà anche sul cioccolato

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RIMINI – Concluso mercoledì sera il Sigep, il 27^ Salone internazionale della gelateria, pasticceria e panificazione artigianali è tempo di bilanci. I visitatori totali sono stati 83.863 (+11,1% rispetto all’edizione 2005) di cui 11.262 esteri (+35% sul 2005).

Aspetto centrale della manifestazione quello dell’internazionalità, con un netto incremento delle delegazioni provenienti dall’estero. Erano ben ben 25 (le più numerose da Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania; Ungheria, India, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Spagna, Turchia, Russia; Croazia, Serbia, Grecia, Stati Uniti e Svizzera). Un chiaro indice di un interesse per il Made in Italy che è decisivo per l’intero settore.

Il successo è confermato anche dall’incremento della superficie espositiva: 800 aziende, distribuite su 90 mila metri quadri.

Ma alla Fiera di Rimini stanno già lavorando per l’edizione 2007 quando si vedranno eventi di rilievo internazionale per il mondo della pasticceria e, in particolare, sul cioccolato.