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lunedì 25 Novembre 2024
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Il Brasile ha deciso la vendita di partite di caffè vecchie di trent’anni, il limite di durata del verde

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export mondiale
Sacchi di caffè stoccati in magazzino

SAN PAOLO (BRASILE) – Se ben immagazzinato il caffè verde può durare fino a 30 anni. Il governo del Brasile si accinge ad approfittare di questa regola. Accade con i prezzi ai massimi e prospettive incerte sui raccolti mentre la domanda sicuramente cresce.

Così un funzionario del ministero dell’agricoltura, Lucas Tadeu Ferreir, ha detto. “L’unico aspetto che manca è il colore giallo del chicco. Ma gli esperti dicono che il caffè che è conservato bene in magazzini adatti può durare 30 anni”.

Il Brasile ha venduto tutti i 40.000 sacchi proposti in un’asta pubblica; quasi tutti provenivano dal raccolto di 1977/78 ed hanno spuntato un prezzo finale di 245 reais (114 euro) al sacco, con un rilancio del 44% sul prezzo d’apertura di 170 reais.

Scorte a zero

“Il nostro obiettivo è azzerare queste scorte e trasformarli in contanti per Funcafe„ ha detto Ferreira riferendosi al fondo monetario di sviluppo federale del caffè, Funcafe, destinato a finanziare i coltivatori. Gli stock di verde in mano al governo sono valutati in 1,9 milioni di sacchi da 60 kg. Si tratta del livello più basso di sempre l’85 per cento sotto il livello di 10 anni fa. Dall’inizio di 2006, il governo ha venduto 1,13 milioni sacchetti, con un incasso di 195 milioni di reais (91 milioni di euro).

La maggior parte dei sacchi esitati all’asta aveva circa 20 anni. Dice un’analista del Conab, l’agenzia di approvvigionamento del mercato del raccolto del governo: “Non c’è quasi più caffè da vendere.

Gli stock sono ai minimi, i produttori lo sanno ritardano le vendite. Chi deve comprare è prudente cerca di comprare quello che è messo in vendita”

Sempre secondo il Conab i compratori sono giustificati nel pagamento dei premi su caffè che puer ha 30 anni per la della diminuzione prevista per il raccolto brasiliano 2007/08 e nella fioritura irregolare in molte zone della fascia del caffè a causa della siccità. Come è noto la fioritura è scatenata dalla pioggia.

Torrefazoni

Il Brasile è il più grande produttore ed esportatore del mondo di caffè. Sino ad ora la gran parte delle esportazioni sono di caffè verde anche se stanno rapidamente sorgendo molti impianti di torrefazione. (ieri 1 reais = 2,144 euro).

Libri ricevuti: Bmw, la guida dei ristoranti d’Italia 2007

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MILANO – Specializzata in automobili e motociclette care ma buone la filiale italiana della Bmw si dedica da anni con grande impegno anche alla realizzazione di una Guida che non teme il confronto delle più anziane.

Quest’anno è toccato alle Calandre di Rubano (Padova) dei fratelli Alajamo vincere la classifica dei migliori ristoranti stilata dalla guida d’Italia 2007 di Bmw.

L’almanacco contenente i nomi dei migliori ristoranti del Belpaese è tutte le librerie Mondatori, tutti i concessionari Bmw e una scelta di libreria di tutta Italia, ad un prezzo di 20 euro.

In 900 pagine si trovano circa 3.000 indirizzi di alberghi, ristoranti e negozi, informazioni e consigli per il tempo libero suddivisi per regione.

CAFFÈ CULTURA — La parola di oggi è: ground (2)

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fondi di caffè filtri
Nuova vita per i fondi di caffè

MILANO – Caffè cultura – le parole del caffè -, sta esaminando le parole contenuti nel dizionario bilingue Il Ragazzini che hanno un riferimento con il caffè. Esaurite le parole italiane siamo passati a quelle inglesi, di cui riportiamo, in ordine alfabetico, la traduzione con la relativa fraseologia.

ground (2) A n. 9 (pl.) fondi; feccia; deposito; sedimento: coffee grounds, fondi di caffè Per le osservazioni sulle definizioni dei vocaboli i lettori possono rivolgersi direttamente alla redazione de il Ragazzini e-mail lineacinque@zanichelli.it Web www.zanichelli.it

Autogrill, la quota Benetton passa tutta a Schema34 a 14,5 €

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autogrill cometa dufry
Il logo Autogrill

MILANO – L’intera quota Benetton in Autogrill, il 57,09% del capitale sociale, detenuta dalla famiglia attraverso Edizione holding è stata ceduta alla controllata al 100% Schematrentaquattro al prezzo di 14,50 €, rispetto a 13,8 euro della quotazione di ieri in chiusura.

Misteri della finanza? Questa volta c’è una spiegazione:

“L’operazione è finalizzata alla creazione di una struttura di controllo di Autogrill più flessibile, idonea a favorire la valorizzazione della partecipazione anche attraverso il coinvolgimento di eventuali partner industriali di lungo periodo”.

Chiaro però che questi eventuali soci, che avrebbero comunque una quota di minoranza, dovrebbero assicurare il supporto ai piani di crescita internazionale del gruppo.

Il commento alla lettera di dicembre 2006 del direttore esecutivo

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messico caffè
I consumi di caffè sono triplicati nel Messico

MILANO – Ecco il nostro commento alla lettera del dicembre 2006 del direttore esecutivo dell’Ico. A caratterizzare il mese passato è stato la forte ripresa degli arabica che ha spinto l’indicatore composito a 103,48 cents.

È la seconda volta quest’anno che la media mensile supera il dollaro/libbra. La prima, a gennaio, si raggiunsero i 101,20 cents.

Rispetto ad allora va notata, in questo caso, la maggiore incidenza dei robusta, il cui indicatore si è considerevolmente riapprezzato da agosto a oggi.

Nel 2005, la soglia dei 100 cents è stata violata una sola volta, a marzo (101,44 cents), quando il Nybot ruppe gli argini toccando i 135 cents sul front month. Ma fu solo un episodio speculativo, perché l’indicatore scese stabilmente al di sotto dei 90 cents nel giro di un paio di mesi.

Statistiche storiche

Per risalire alla volta precedente in cui la media mensile si è collocata al di sopra del dollaro/libbra, bisogna andare a frugare negli annali: accadde infatti nel lontano dicembre 1998 (100,73 cents).

Nel successivo 1999, l’indicatore oscillò tra un massimo di 97,63 (gennaio) e un minimo 71,94 cents (settembre), chiudendo a dicembre a 95,63. Al volgere del millennio iniziava un’inesorabile discesa, che di lì a poco si sarebbe trasformata in un vero e proprio crollo.

Dodici mesi più tardi (dicembre 2000), il valore dell’indicatore risultava pressoché dimezzato (48,27) e nel settembre 2001 veniva toccato il minimo storico di 41,17 cents.

La media annua si fermava nel 2001 di 45,59 cents e non si risollevava di molto nel corso dei due anni successivi (47,74 nel 2002 e 51,91 nel 2003). A partire dal 2004 i prezzi sono decisamente risaliti. L’anno scorso la media annua si è avvicinata ai 90 cents.

Quest’anno, è destinata ad attestarsi attorno ai 94-95 cents.

Medie mensili dell’indicatore Ico gennaio 1998 – novembre 2006

gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre

Stime Conab

Questo mese, il rapporto è stato diffuso in lieve ritardo rispetto ai tempi consueti per rendere conto delle più recenti stime Conab, di cui l’Ico ha ribadito la piena attendibilità sottolineando come esse siano compiute a partire da una base di rilevazione ben più ampia rispetto a quella di qualsiasi altra fonte.

Inutile ripetere che molti traders e analisti sono di diversa opinione.

Sempre secondo l’Ico, non devono trarre in inganno gli elevati volumi di esportazione, che secondo alcuni rispecchierebbero una produzione maggiore di quella dichiarata: gli imbarchi sono stati sostenuti anche perché si è dato fondo alle scorte, ormai ai minimi storici.

Produzione quasi da record

Alla luce della revisione al rialzo decisa dall’agenzia brasiliana, il direttore esecutivo ha corretto a sua volta il dato sulla produzione mondiale 2005/06 portandolo a 121,475 milioni di sacchi, pari a 5,8 milioni di sacchi in più rispetto al 2004/05 (la precedente annata positiva del Brasile nel ciclo biennale).

Non lontano dunque dal raccolto record di 121,748 milioni di sacchi del 2002/03. Nel frattempo però sono aumentati i consumi. Alla fine dell’anno solare 2006 dovrebbero essere pari a 116 milioni di sacchi e nel 2007 saliranno a 117.

L’Ico ritiene che i tempi non siano ancora maturi per formulare delle ipotesi sull’entità del raccolto 2007/08. In base a una valutazione approssimativa e sulla scorta della stima preliminare Conab relativa al Brasile (31,1 – 32,3 milioni di sacchi), il rapporto sostiene comunque che il deficit d’offerta sarà pari almeno a quello registrato nel 2005/06. Basterà il surplus del 2006/07 per far tornare i conti?

Caffè d’annata

Le scorte iniziali dei paesi produttori sono passate dai 27,51 milioni di sacchi del 2005/06 ai 18,94 del 2006/07 (-31,15%) Nei mesi passati, il Brasile ha raschiato il fondo del barile, tanto che il governo sta pensando addirittura di mettere in vendita gli stock rimasti in giacenza da trent’anni (anno di raccolto 1977/78).

Le scorte iniziali del primo produttore mondiale sono calate del 43,27% passando da 17,54 milioni nel 2005/06 a 9,95 nel 2006/07. Secondo il report, il reintegro, nonostante l’abbondante raccolto 2006/07, sarà limitato, poiché la domanda interna e internazionale è sostenuta.

Gli stock dei paesi consumatori sono stimati attorno ai 20 milioni di sacchi, con le scorte certificate di Liffe e Nybot in lieve flessione a novembre.

Outlook Quali dunque le prospettive?

A giudizio di Osorio, il trend attuale ha basi solide, poiché il mercato è proiettato sin d’ora sul deficit d’offerta del 2007/08. I consumi si espandono, secondo l’Ico, al ritmo costante di un milione di sacchi circa all’anno.

Il contributo dei paesi produttori è in crescita: nel 2006 i consumi interni sono stati pari a circa 31 milioni di sacchi e a tale dato, secondo Osorio, vanno sommati almeno 2 milioni di sacchi derivanti dalle esportazioni da paese produttore a paese produttore.

Tutto bene (o quasi) per i produttori Il ciclo di sovrapproduzione di inizio millennio può dunque considerarsi definitivamente concluso. Viste le proiezioni sui consumi, il problema nei prossimi anni sarà semmai quello di programmare adeguatamente l’espansione produttiva per far fronte a una domanda in costante crescita. I contadini possono tornare dunque a sorridere? Fino a un certo punto.

I contraccolpi della crisi non sono stati ancora riassorbiti e sui comparti produttivi pesano ancora i pesanti passivi accumulati nei primi anni duemila. Bisogna poi tenere conto della recente evoluzione del dollaro. Durante tutto il 2006, il biglietto verde ha continuato a svalutarsi nei confronti della maggior parte delle valute mondiali, comprese quelle dei paesi produttori.

Ciò ha ridotto, in parte, i benefici indotti dalla ripresa dei prezzi.

Lavazza in India comprava soltanto caffè ora pure caffetterie e vending

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massimo bonello Lavazza
Slogan Lavazza per i mercati esteri

MILANO – Alla vigilia di Natale una grande notizia Lavazza e per il mondo del caffè non soltanto italiano arriva da Chennai in India, quella che molti ricordano più come Madras.

Ebbene Lavazza è pronta ad acquistare dalla Nri, marchio di proprietà dell’uomo d’affari Mr C Sivasankaran, la catena di caffetterie indiane Barista.

Si tratta della catena più popolare del Subcontinente indiano ed è per questo soprannominata dai locali la Starbucks dell’India. Barista possiede oggi 150 caffetterie nelle principali metropoli indiane.

Fino al 2004 la catena era detenuta da un altro finanziere, Amit Turner (65,4%), e per il resto dal colosso Tata, attivo praticamente in tutti i settori, dal caffè alle automobili alle navi.

27 MILIONI DI EURO

Sivasankaran era entato in Barista acquistando subito la maggioranza rilevando la quota di Amit Turner sulla base di 27 milioni di euro (160 crore, 1.600 milioni di rupie indiane) nell’aprile del 2004.

Alla fine dello stesso anno, in dicembre, Tata aveva ceduto la sua quota. Da allora C Sivasankaran aveva investito molto nell’azienda e già nel bilancio 2005 aveva portato in positivo l’Ebidta (il margine operativo prima di interessi e tasse).

Come detto Barista vale oggi 150 caffetterie ma è già pianificata un’espansione a 240 entro la fine del 2007: progetto che a questo punto dovrebbe essere rilevato da Lavazza con tutta l’azienda.

C’E ANCHE IL DETTAGLIO

Ma non è tutto perché l’acquisizione da parte del numero 1 del caffè in Italia includerà il commercio al dettaglio del caffè in tutta l’India con il marchio Nri, un ramo d’azienda sempre posseduto dallo stesso finanziere che ha deciso di monetizzare, tutta o in parte anche questa sua attività collegata ad un settore non più ritenuto strategico per la società sempre più orientata sul fronte delle telecomunicazioni, settore che in India sta attraversando uno sviluppo enorme, a due cifre, inimmaginabile dall’Italia perché partiva da posizioni di enorme arretratezza.

Secondo le fonti verificate dalla redazione economica del quotidiano Times of India, che aveva segnalato l’avvio delle trattative già lo scorso 1 agosto, Lavazza ha completato nelle ultime ore la due diligence, la classica valutazione patrimoniale delle due società cui è interessata e le relative procedure legali.

Compiute le quali indietro non si torna, in genere. Da rilevare un aspetto fondamentale. In India, che è tra i grandi produttori di caffè, le tasse sul torrefatto d’importazione sono molto alte, tali da raffreddare molti.

Non Illy, per esempio, che ha appena aperto una sede dell’Università del caffè a Bangalore, ma tanti altri sì.

Ebbene: ora Lavazza potrebbe vedere caffè tostato secondo protocolli rigidamente italiani ma in India. Ma questa è una storia tutta da costruire e ci vorrà tempo.

CHE COSA E’ IN VENDITA

L’acquisto del 100% di entrambi i rami d’azienda sarebbe l’obiettivo della società torinese ma Sterling Infotech, attuale proprietaria, che ha sede a Chennai, nello stato meridionale del Tamil Nadu, maggiore produttore di caffè dell’India, vorrebbe tenere una partecipazione azionaria, cedendo sì la maggioranza ai nuovi arrivati ma poco oltre il 50%.

La trattativa è in corso su questo aspetto, decisivo anche per la definizione del prezzo finale.

Lavazza, che sembra decisa a non mollare, potrebbe anche finire per optare per una associazione in partecipazione con il gruppo Sterling Infotech di Sivasankaran.

A QUALE PREZZO

Ma il tavolo della trattativa è ancora più complessa perché c’è in ballo anche un’altra azienda, la Fresh & Honest Coffee, sempre riconducibile allo stesso finanziere.

E anche si questo caso di tratterebbe di un boccone ghiottissimo per Torino perché la società è specializzata nel vending, sia nella costruzione sia nella gestione di macchine per la vendita di caffè e bevande calde.

Indicare un prezzo, stanti le molte variabili in gioco, non è facile: neppure da Torino sono usciti commenti sulla vicenda. Come detto l’acquisto del 67,5% di Barista da risanare costò 27 milioni di euro nel 2004 e i ricavi 2006 della stessa catena barista con Fresh & Honest Coffee sono stimati attorno al medesimo importo.

Fresh & Honest gestisce direttamente o attraverso terzi che li hanno acquistati, 3.000 grandi distributori automatici di caffè e bevande calde piazzati in zone strategiche del Paese e all’interno di grandi aziende.

Non entrerebbe invece nella valutazione il fatturato della vendita al dettaglio del caffè, poco redditizia anche in India, ma importante per la catena di distribuzione e le torrefazioni già in funzione.

In questo caso un’operazione molto simile a quella condotta da Segafredo-Zanetti con Sara Lee per Stati Uniti e Canada nel novembre dello scorso anno: lo stesso giorno in cui Lavazza presentò a Milano il calendario 2006.

PERCHE’ LAVAZZA

Il motivo della scelta di Lavazza come interlocutore l’ha spiegata una persona impegnata nella trattativa: “Pur avendo avuto altre buone proposte da altrettanti investitori, ha pesato il valore del marchio Lavazza nel settore del caffè internazionale: un’azienda in mano ad una sola famiglia con un modello di affari molto simile al nostro”.

“Soprattutto c’è stata una importante offerta da parte del fondo d’investimento PE, ma Sterling Infotech aveva in mento qualcuno che assomigliasse soltanto a Lavazza, anche per restare in gioco in un settore che non è strategico per il gruppo ma è molto promettente.

In gioco c’è stato anche, e con un offerta consistente, e con un profilo d’azienda valido il gruppo Cafe Coffee day. Ma anche in questo caso i contatti si erano fermati alla prima fase, quella preliminare.

Al punto che Sterling Infotech ha già dato mandato alla sua consociata Standard Chartered di informarli che la vendita è cosa fatta.

(ieri una rupia indiana valeva 0,01693 euro)

Scrive Gabriele Degli Esposti* Caffè predosato: Proviamo a parlare delle capsule Ma, per una volta, non partendo dalle confezionatrici

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capsule compatibili lazio nespresso
Anche il Lazio coinvolto da Nespresso

Scrive Gabriele Degli Esposti*

Le note che seguono vogliono essere un contributo allo stato della conoscenza del settore. Con questi appunti vorrei portare la mia esperienza di profano del mondo del caffé.

Il mio recente inserimento in questo settore è avvenuto per via di un progetto innovativo sul confezionamento capsule da parte di una multinazionale produttrice di macchine.

Nello sviluppo del progetto, verificai che le possibilità per confezionare il caffé in polvere potevano essere ampliate, rispetto all’attuale stato dell’arte.

Oggi potrei riepilogare le seguenti tecnologie per il confezionamento capsula.

1. Coppetta contenitiva in polpa di cellulosa sinterizzata con un film lato prodotto in Pet o simili bi accoppiato di non oltre 17 micron, tecnologia validata dal Fad

2. Coppetta contenitiva in polpa di cellulosa sinterizzata con un polimero in massa (non oltre il 3%) tecnologia validata dal FDA

3. Coppetta in PP e relativo coperchietto

4. Coppetta in PP con coperchio in carta filtro

5. Coppetta in PP con coperchio in film bi accoppiato microforato unidirezionale

6. Coppetta in PLA polimero biodegradabile potenzialmente eseguibile nelle versioni 3-4- 5- di cui sopra

7. Coppetta termoformata in vari tip idi materiali

8. Coppetta in foglio di alluminio imbutito

9. Corpo cilindrico formato in cartoncino con carta filtro sul fondo e sul coperchio.

Ovviamente le versioni di cui sopra possono essere utilizzate in varie combinazioni.

Chi progetta e costruisce macchine automatiche per confezionamento, ha di fronte una serie di possibilità, che difficilmente portano alla migliore caratteristica di una vera machina automatica: il cambio formato.

In realtà la tecnologia della capsula pare essere una tecnologia di processo piuttosto che di confezionamento.

Nella teoria bolognese della macchina confezionatrice automatica, il cambio formato ha rappresentato quel di più che abbiamo avuto rispetto agli altri, quella capacità di essere flessibili che ci ha contraddistinto per decenni sui mercati.

Da tecnico (meccanico) mi sono trovato spaesato in questo mondo di capsule e cialde, così legato a dei parametri di esperienza ed alle caffettiere elettriche il cui risultato è il sapore e non un processo meccanico.

Perciò ho cercato misure, parametri, strumenti di misura e metodi certi, letteratura di merito eccetera.

Il risultato è che ho ricominciato da capo, dal materiale.

Polpa di cellulosa sinterizzata

Oggi la polpa di cellulosa è usata per fare coppette che contengono alimenti come zuppe, latticini, prodotti freschi da banco.

Questo materiale sopporta forti sbalzi termici, può passare dalla surgelazione, al forno per arrivare ad elevate temperature, per poi essere messo in tavola.

Con il vantaggio di avere sempre il medesimo contenitore.

Questo materiale è sinterizzato quindi si fora di utensile, non fa bave e non rilascia truciolo.

Potrebbe essere un buon materiale per un prodotto filtro moka, pieno di caffé pronto all’uso, cioè il monodose per moka.

Alcune prove hanno dato esiti incoraggianti ma c’è ancora da lavorarci sopra.

Della tecnologia Fap in PP si conoscono ormai i dettagli e può solo perfezionarsi perché i miglioramenti li ha già avuti nelle numerose esperienze di anni di produzione.

Mentre, la tecnologia Fap in Pla deve ancora trovare un avvio di massa.

L’utilizzo di questo materiale, un polimero ottenuto dalla pannocchia del mais, deve ancora trovare le applicazioni pratiche nel confezionamento capsule.

Certamente è un’opportunità tecnologica, che prima o poi, dovrà portare un contributo allo smaltimento non separato, tra polvere di caffè esausto e la capsula di contenimento.

Coppetta termoformata

Questa tecnologia è nota da tempo ma solo recentemente è stata introdotta nel confezionamento nella capsula del caffé.

Il materiale può essere un sandwich con vari strati e di varia natura, così come potrebbe essere un PLA, magari con qualche film barriera microstirato in superficie di contatto.

Per chi fa la macchina termoformatice, la macinatura ed il dosaggio del caffè, sono meno critici che per gli altri tipi di confezionamento.

La coppetta in foglio di alluminio imbutito è una tecnologia nota da anni e di cui si conoscono i dettagli, quindi per chi fa la macchina di confezionamento, questa tecnologia è ben sfruttabile.

L’ultima tecnologia sopra elencata è la capsula totalmente in carta con corpo cilindrico in un cartoncino e fondo e coperchio con carta filtro. Questa tecnologia è rimasta relegata all’orzo.

Gestire un nuovo progetto per tutta la filiera che origina un espresso, dal verde al monodose, è complesso.

Tale progetto potrebbe essere gestito con tecniche di Project Management, perché coinvolge discipline, esperienze e risorse di differente conoscenza.

Tuttavia, il risultato di un progetto di tale tenore, potrebbe essere fortemente innovativo e generare un nuovo stato dell’arte del settore.

Una volta scelto il tipo di capsula, progettare una macchina flessibile e con cambio formato resta complicato e costoso per una produzione massificata.

Una macchina semplice e di basso costo, potrebbe interessare la fascia di potenziali clienti che utilizzano il confezionamento a bassa velocità, con costi abbordabili e con macchinari semplici da gestire.

Una tecnologia un po’ spartana, ma affidabile, l’utilitaria della situazione, di basso costo.

Una macchina progettata con specifiche italiane e di produzione Europa Est o Far East per contenere i prezzi.

Questa è la proposta di Kisstech, macchine composte da gruppi standard prodotti a magazzino ma montate su specifiche stabilite col cliente.

La base standardizzata ci consente di affrontare il confezionamento sia in semiautomatico che in automatico a basse e medie velocità (fino a 40 o 60 cpm) con una flessibilità unica.

Alla base della progettazione resta la scelta del cliente, cioè la capsula, le sue dimensioni ed il relativo contenuto ed anche il confezionamento secondario di fine linea, per non parlare della macinatura.

Partiamo dalla capsula per fare il resto, non dalla macchina per fare la capsula, la differenza è il risultato finale.

Gabriele Degli Esposti*

*Gabriele Degli Esposti è Amministratore delegato della Kisstech srl di Bologna Info: tel. +39 339 3259176; sito: www.kisstechsrl.com ; E mail: gdegliesposti@tele2.it

 “Espresso ideas di Nuova Simonelli: uno strumento di formazione aziendale, tecnica, economica e culturale”

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Espresso Ideas una doppia pagina del primo numero
Espresso Ideas una doppia pagina del primo numero

MILANO – La presentazione del primo numero del periodico Espresso Ideas, edito da la Nuova Simonelli e diretto da Maurizio Giuli, ha prodotto una serie di interessantissimi approfondimenti sul tema della comunicazione legata al caffè. Qui sotto trovate quella di Tonino Carino*, notissimo giornalista sportivo, caporedattore Rai Tv.

di TONINO CARINO*

Oggi sono qui con una punta di orgoglio in quanto marchigiano e operatore di comunicazione. Questa punta di orgoglio è determinata dal traguardo raggiunto e dalle modalità attraverso le quali vengono celebrati i 70 anni di Nuova Simonelli: un giornale.

Aziende nascoste

La premessa che devo fare è questa: l’imprenditoria marchigiana, estremamente valida, estremamente efficace, estremamente attenta, secondo me ha un limite e cioè quello di essere estremamente timida nel porsi e nel presentarsi.

Molte delle nostre eccellenze rimangono quasi nascoste come se temessimo di presentarle.

Ci ritroviamo ad assistere a fenomeni singolari colpa anche di un’informazione che guarda lontano che spazia verso ampi orizzonti e non si accorge di quello che è più vicino.

Comunicare di più

Ritengo che sia indispensabile che la nostra imprenditoria sia più conosciuta, più valorizzata e, mi permetto di dire, più ostentata.

Oggi celebriamo i 70 anni di un’azienda presente in 100 paesi nel mondo, un’azienda che nel suo percorso, ha sempre indirizzato buona parte delle sue risorse in innovazione tecnologica, che ha continuato a crescere, ad andare avanti, a gratificare il territorio, a promuovere nel mondo il Made in Italy, un’azienda che merita maggiore conoscenza.

Mi sono trovato di fronte a una pubblicazione estremamente efficace: una forma grafica molto gradevole, ma soprattutto un contenuto intelligente perché ci troviamo di fronte a un contenuto divulgativo e allo stesso tempo di grosso interesse generale.

Espesso ideas, scelta giusta

È giusta quindi la scelta di questa pubblicazione ed è ancora più giusta quando la leggerete.

I colleghi che l’hanno curata hanno abbinato un’innovazione tecnologica di questa azienda a un grande evento che è successo nel mondo.

Non c’è similitudine, c’è solo la novità, l’innovazione con l’evento hanno viaggiato di pari passo per 70 anni.

E Espresso ideas sarà indubbiamente gradita anche fuori dal circuito abituale che quest’azienda ha.

Anche il lettore distratto sarà colpito e invitato a sfogliare la rivista grazie alle numerose curiosità e all’ottima veste grafica.

Ci sono delle novità piacevoli a leggere, c’è da carpire 70 anni di laboriosità marchigiana, di ingegno, di voglia di continuare a crescere.

Espresso Ideas, esperienza da copiare

Io mi auguro che ognuno di noi, nell’ambito delle rispettive responsabilità, possiamo contribuire a supportare questo tipo di iniziative, una maggiore e più diffusa conoscenza di un’azienda che è nata e cresciuta e che continua a conquistare i mercati.

Io sono un estimatore di questa terra, guardo con grande rispetto chi ha contribuito a far crescere questa terra e quindi, dopo aver letto questa rivista, vi invito a non buttarla via, ma darla ad un amico.

In questo modo renderete giustizia a questo stupendo lavoro e contribuiremo tutti a dare qualcosa a un’azienda abituata da anni a nulla chiedere, ma a tanto dare al nostro territorio che questa considerazione e questa forma di rispetto se le merita davvero.

Tonino Carino*

*Capo redattore Rai Tv

 

Espresso Ideas: Ottavi, “Un giornalista e un economista, professionalità diverse per fare crescere le aziende”

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Espresso Ideas una doppia pagina del primo numero
Espresso Ideas una doppia pagina del primo numero

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Alla presentazione della rivista aziendale della Nuova Simonelli Espresso Ideas che è diretta da Maurizio Giuli, ha parlato, tra gli altri, il Presidente Nando Ottavi. Ne riportiamo il testo integrale perché affrontano il tema della comunicazione aziendale in modo chiaro fornendo utili spunti di riflessione al settore, questo del caffè.

di NANDO OTTAVI*

Il 2006 segna una tappa importate nella storia di Nuova Simonelli: 70 anni di vita. Settanta anni di un cammino aziendale iniziato nel 1936, quando a Cessapalombo (Macerata) Orlando Simonelli realizza la prima macchia per caffé espresso.

L’aver invitato un giornalista ed un economista per la presentazione di Espresso Ideas (due professionalità diverse che vengono a trovarsi oggi non casualmente fianco a fianco per Nuova Simonelli) ben rappresenta la filosofia che ci accompagna ormai da decenni e che ci ha permesso di crescere anno dopo anno; la filosofia della nostra vita aziendale è quella di mettere in campo professionalità diverse a farle lavorare con obiettivi comuni.

I nostri prodotti, infatti, sono frutto di attente ricerche e di studi che mettono a confronto ingegneri ed esperti di tecnologie meccaniche con designer ed esperti di ergonomia, gli uni e gli altri con i consulenti di marketing, pubblicitari, economisti e così via.

Una parte considerevole del nostro bilancio è destinato all’investimento in ricerca e sviluppo; da molti anni la nostra azienda è impegnata in progetti di ricerca con le Università di Camerino, Macerata, Ancona, Danzica, con l’Istao e con il centro sperimentale per il design.

Debutto in Nepal

Oggi le macchine da caffé professionali Nuova Simonelli sono presenti in bar, ristoranti e locali pubblici di tutti i continenti.

Tra Stati, territori o possedimenti sono 99 Paesi, ma possiamo già annunciare che con la fine del 2006 arriviamo a quota 100.

Proprio in questi giorni, infatti, un nostro concessionario di Nuova Delhi ci ha comunicato di aver esportato alcune macchine in Nepal.

Il piccolo Stato che comprende la parte centrale della catena himalaiana rappresenta così il nostro centesimo mercato e ci piace immaginare che a quelle altitudini ci si possa riscaldare con un buon caffeè espresso servito con la tecnologia Nuova Simonelli.

Comunicare sempre anche con Espresso Ideas

In tutti questi anni abbiamo sempre comunicato attraverso la concretezza dei nostri prodotti. La qualità è stato il nostro primo strumento comunicativo.

Siamo convinti che l’affidabilità delle nostre macchine, l’aspetto estetico che impreziosisce l’arredamento di un bar, la professionalità della nostra rete commerciale ed un efficiente servizio post-vendita che siamo in grado di offrire siano i biglietti da visita più graditi e meglio conservati dai nostri clienti.

Con Espresso Ideas meno feste più informazione

Anche per festeggiare i 70 anni dell’Azienda non abbiamo voluto cerimonie effimere o puramente celebrative. Al contrario abbiamo voluto ricordare l’anniversario con qualcosa di concreto che possa ben rappresentare la Nuova Simonelli di ieri e di oggi e nelle stesso tempo porre le condizioni per proiettarla nel futuro.

Qualcosa che sia anche un contributo agli sforzi che l’industria italiana è impegnata a compiere all’estero.

È nata quindi la pubblicazione Espresso ideas che presentiamo in anteprima. Uno strumento – questo sì – molto più vicino alla comunicazione propriamente intesa, ma anche mezzo di confronto delle cultura d’impresa.

Alcune migliaia di copie raggiungeranno tutti i nostri clienti e ad altri potenziali futuri clienti in ogni parte del pianeta.

È anche così che cerchiamo di contribuire a diffondere il gusto italiano nel mondo.

Nando Ottavi*

*Presidente Nuova Simonelli

 

Espresso Ideas, Maurizio Ciaschini*: “Comunicazione e tipicità nel mercato globale”

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Espresso Ideas una doppia pagina del primo numero
Espresso Ideas una doppia pagina del primo numero

MILANO – La presentazione del primo numero del periodico Espresso Ideas, edito da la Nuova Simonelli e diretto da Maurizio Giuli, ha prodotto una serie di interessantissimi approfondimenti sul tema della comunicazione legata al caffè. Qui sotto trovate quella di Maurizio Ciaschini che è il Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Macerata.

di MAURIZIO CIASCHINI*

Il progresso tecnologico e l’evoluzione sociale pongono tutte le istituzioni, e dunque le imprese, in costante tensione verso la qualificazione e la specializzazione. Il programma “conoscere tutto di tutto” appare oggi come aspirazione utopica piuttosto che un sentiero verso il quale indirizzare le nuove generazioni.

Nel contesto di saperi specialistici ed isolati sta il limite del recente sviluppo tecnologico, cui occorre ovviare attraverso lo sviluppo di processi comunicativi nell’ambito tecnologico, economico e sociale.

I processi comunicativi devono supplire all’impossibilità del “conoscere tutto e di tutto” per permettere il dialogo a l’integrazione tra le varie ed inevitabili specializzazioni in un ambiente operativo orientato alla cooperazione nell’impresa e nella società.

Un recupero di quel fare sistema, caratteristica intrinseca del distretto industriale, ma con una valenza più ampia, che se da un lato mantiene e rafforza il vincolo di cultura locale, dall’altro lo proietta in ambito globale.

Espresso Ideas, strumenti di comunicazione sempre necessari

Pare oggi di intravedere la necessità di approntare strumenti di comunicazione per il sociale, l’impresa, la cultura e la politica che, certo, in parte già esistono, ma che hanno bisogno vuoi di un ripensamento in uno schema coerente, vuoi di nuove prospettive di sviluppo.

Sembra proprio di vedere che dopo i tempi della sociologia, dell’economia, dell’informatica siamo giunti al tempo della comunicazione, che emerge come esigenza dalle condizioni istituzionali attuali.

Espresso Ideas, organo strategico

Soprattutto in relazione al dialogo tra i livelli locale/globale la comunicazione appare come uno strumento strategico proprio per la sua funzione di porre in collegamento linguaggi e culture diverse volte a facilitare l’intercorso umano.

Tuttavia al di là degli strumenti tecnologici (i media) al di là dei linguaggi scientifici (saperi) al di là dei linguaggi culturali (dialogo interculturale) la comunicazione interviene pesantemente nel processo di formazione del valore.

Non dobbiamo sottovalutare quanto i mercati facilitino l’intercorso umano.

Attraverso i prodotti scambiati nel mercato globale le diverse civiltà dialogano, traendo gli strumenti di sopravvivenza di tale dialogo dallo scambio di valori realizzati.

Questa è un’istanza che era ben presente ai filosofi che, pensando al mercato, fondavano l’economia solo due secoli fa, ma che in parte oggi sembra appannata, costretta come è dall’opinione dominante all’unico fine della massimizzazione dei profitti.

Espresso Ideas, il ruolo della comunicazione per il caffè

Ma qual è il ruolo della comunicazione nel processo di formazione del valore dei beni scambiati nel mercato globale?

Oggi prodotti attraverso i quali i vari paesi sperano di competere sul mercato globale devono inglobare valenze sempre più immateriali connesse non soltanto alla qualità intrinseca, ma anche a quella evocata dalle metodologie produttive e dal contesto dal quale ha origine.

Proprio dalla concentrazione di una grande tradizione storica su territori geografici identificati, da parte di un gruppo umano relativamente limitato, deriva la decisa stabilità nei caratteri e, in molti casi, l’identità locale è altrettanto rilevante rispetto all’immagine aziendale.

Espresso Ideas, perché il valore nasce dall’informazione continua

Per queste ragioni una quota crescente del valore che forma il valore del prodotto è costituita dalla comunicazione.

È mia opinione che la comunicazione non sia un fatto passeggero, ma un processo che pervade la società globale in via esplicita, ma anche attraverso canali meno evidenti ma più sostanziali, poiché si innesta all’interno di tutte le fasi del processo che genera il valore.

Espresso Ideas di Nuova Simonelli, un’idea formidabile

Espresso ideas il nuovo giornale aziendale di Nuova Simonelli sarà assolutamente utile per l’azienda, ma non bisogna perdere il contatto con il locale.

La comunicazione deve essere locale ed avere aspirazione al globale.

Da un lato non bisogna abbandonare le radici fondamentali di quello che, una volta, era chiamato distretto industriale e dall’altro meditare e sapersi proiettare, come ha fatto e sta facendo giustamente la Nuova Simonelli da molti anni, e sapere che esiste un posto globale per ciascuno.

Un prodotto unicamente italiano

Questo è valido anche per il caffè espresso che all’inizio di questo secolo non era solo caffè, ma era espresso ed era un prodotto unicamente italiano tanto che si diceva “Is this all what I get for a cup of coffee?” cioé “è solo questo che mi date” dicevano gli stranieri.

Adesso il caffè espresso italiano è qualcosa di internazionale che però ha radici locali ed è proiettato sul mercato globale ed è l’unico modo per fare competizione nel prossimo futuro.

Se l’espresso influenza il mondo

“Parleremo di noi parlando molto delle idee degli altri… idee che influenzano pensieri, costumi, atteggiamenti.

Idee nelle quali ci riconosciamo in quanto esprimono la nostra fedeltà al buon lavoro, alla perfezione tecnica ed allo stile”.

È il programma di Espresso ideas, è il programma che collega il nostro quotidiano locale alla dimensione globale, progressivamente “innervando” l’intero pianeta.

Di tale “sistema nervoso planetario” Nuova Simonelli è parte costituente a tutti gli effetti.

Maurizio Ciaschini*

*Preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università di Macerata