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Venezia: la nuova partnership tra Alajmo e la Ligabue per il rilancio del caffè Quadri

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caffè quadri alajmo venezia
Interni del Caffè Quadri

MILANO –Stendhal, Lord Byron, Alexandre Dumas, Honoré de Balzac, Richard Wagner, Woody Allen. Sono alcuni dei personaggi celebri che hanno varcato nei secoli la soglia del caffè Quadri, uno dei più antichi di Venezia. Per rilanciare lo storico locale lagunare, la cui apertura risale al 1775, è stata varata un’importante partnership.

Il rilancio dello storico caffè Quadri a Venezia

La famiglia Alajmo, titolare del celebre ristorante 3 stelle Michelin ”Le Calandre” di Sarmeola di Rubano (Padova), ha concluso infatti un accordo con la Ligabue, importante gruppo veneziano attivo nel catering oltre novant’anni, in base al quale Alajmo assume la gestione dello storico caffè-ristorante.

Per Raffaele e Massimiliano Alajmo (quest’ultimo è il più giovane cuoco al mondo a essere insignito delle tre stelle Michelin), l’acquisto della gestione del Quadri è il primo passo di una strategia di sviluppo, che punta a far crescere l’azienda di famiglia.

“Con la nostra gestione, il locale non diventerà una copia delle Calandre. Viceversa, intendiamo portare il Quadri al livello che merita rispettando in pieno la sua venezianità” ha tenuto a sottolineare Raffaele Alajmo, ceo della società, che ha ribadito inoltre l’impegno a collaborare con la signora Yoko Nagae Ceschina, la mecenate della cultura, veneziana d’adozione, nota in tutto il mondo, che resta proprietaria del locale e delle licenze, ed è attualmente impegnata nella sistemazione della facciata del Quadri.

“In armonia con questi lavori – spiega – nei prossimi tre mesi intendiamo muoverci in due direzioni: da un lato puntiamo a rinnovare gli impianti della cucina e dall’altro vogliamo limitare il più possibile i danni prodotti dall’acqua alta” ha affermato ancora Alajmo.

“La nostra società metterà a disposizione di Alajmo spa l’approfondita conoscenza del mercato veneziano e il know-how acquisito nei molti anni di gestione di questo storico caffè di Piazza San Marco.”

“La famiglia Alajmo saprà ridare a una pietra miliare dell’ospitalità lagunare il lustro che merita, offrendo a cittadini e ai visitatori un’esperienza enogastronomica unica” ha dichiarato Inti Ligabue.

La lettera di Rifiuti Zero a Lavazza: “Le capsule di caffè inquinano troppo”

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rifiuti zero capsule
Il logo di Rifiuti Zero

MILANO – Le capsule usa e getta del caffè non si possono riciclare, per questo dovrebbero essere riprogettate. È quanto chiede alla Lavazza il centro di ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori in provincia di Lucca, una popolazione 46.000 abitanti e sede del distretto cartario più importante d’Italia, offrendo la propria collaborazione attraverso una lettera aperta di cui ieri è stato diffuso il testo.

La lettera a Lavazza

Il centro di ricerca di Capannori – ha spiegato in una nota il Comune – ha dato vita a un caso-studio su questo tipo di rifiuto residuo: attraverso sopralluoghi alla stazione ecologica di Salanetti (Lucca) è emerso che “uno degli scarti prevalenti è costituito proprio dalle capsule da caffè. Capsule che secondo quanto indicato ai consumatori vanno collocate nel contenitore dell’indifferenziato, poiché realizzate in plastica parzialmente contaminata dalla residua polvere di caffè”.

Sempre secondo lo studio emerge che: “Ogni anno in Italia si consumano 1 miliardo di capsule da caffè usa e getta (il 10% di quante ne vengono consumate nel mondo) e che a Capannori, ipotizzando che rientri nella media nazionale, ogni anno se ne consumano 750 mila, corrispondenti a 9 tonnellate di rifiuto indifferenziato”.

L’inquinamento delle capsule

Rifiuti Zero ha deciso così di scrivere a Lavazza per chiedere “di aprire un percorso condiviso per un suo ‘ripensamento’ in grado di superare le criticità attualmente evidenziate dai sopralluoghi”.

Indicate nello studio anche alcune alternative all’attuale capsula da caffè usa e getta: le cialde biodegradabili (impiegano 3-4 anni a degradarsi), oppure le capsule ricaricabili o ancora le cialde in carta che possono essere compostate.

“Questo – conclude la nota del Comune – sarebbe un risparmio importante per l’ambiente, considerando che per realizzare un kg di capsule di caffè usa e getta occorrono 4 kg di acqua, 2 kg di petrolio e 22 kW di energia elettrica”.

Questa la sintesi della lettera inviata alla Lavazza. Ma il problema è più generale e riguarda tutti i produttori di capsule.

Rivoluzione anti-fumo in Spagna: sigarette e pipe vietati nei locali pubblici

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Bandiera della Spagna antifumo barcellona
Bandiera della Spagna

MILANO – L’inizio dell’anno ha coinciso in Spagna con l’avvio della rivoluzione anti-fumo. Perché adesso sigarette, pipe e sigari sono definitivamente vietati nei locali pubblici. E, come è avvenuto prima in Italia e in quasi tutti gli altri paesi d’Europa, assieme alle congratulazioni dei salutisti, le lamentele degli esercenti timorosi e la rabbia di chi considera un diritto inalienabile fumare con il caffè o il bicchiere davanti, per non parlare degli intervalli fra una portata e l’altra al ristorante.

Il divieto di fumo in Spagna

D’altronde gli anti-fumo e lo stesso ministro della Salute della Spagna, Trinidad Jiménez García-Herrera, hanno sottolineato che la norma potrebbe avere un risvolto positivo per il settore degli esercizi pubblici con il ritorno di chi evitava bar e caffetterie per l’aria. La legge varata dal governo Zapatero è la più severa tra quelle entrate in vigore.

Perché il divieto è assoluto in tutti i locali, i negozi e gli edifici non privati. Non solo: il fumo è proibito anche negli spazi aperti di ospedali e scuole infantili.

Infine non esiste l’opzione della sala fumo, anche se era sul tappeto. Il governo ha deciso per il no sulla base dell’esperienza in Italia che ha dimostrato che il costo per uno spazio fumatori adeguato è così alto che la maggior parte degli esercizi hanno optato per il divieto totale.

Vietnam: il clima mette a rischio la qualità del raccolto

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Vietnam pianta di caffè
Pianta di caffè (fonte WMF)

MILANO – Fine anno con i botti per i due principali mercati a termine. Come si è letto la settimana scorsa nei report quotidiani di Hencorp, l’Ice Futures Us ha concluso il 2010 con l’ennesimo rialzo, che ha proiettato il contratto per scadenza marzo a quota 240,50 centesimi per libbra: per ritrovare livelli di prezzo così elevati bisogna andare a ritroso nelle statistiche della piazza newyorchese sino ai primi giorni di giugno del 1997.

Mettendo a segno guadagni nell’ordine del 76% nell’arco del 2010, il contratto “C” si lascia alle spalle 12 mesi durante i quali ha realizzato una performance seconda a quelle di poche altre commodity.

I prezzi del mercato in Vietnam

Ai massimi storici, ancorché più recenti, anche il Liffe, che ha concluso l’ultima seduta dell’anno in ulteriore crescita (+13 dollari), a 2.097 dollari per tonnellata (contratto per scadenza marzo), dopo aver raggiunto il 30 dicembre un intraday di 2.152 dollari, costituente il picco più alto toccato dal mercato londinese negli ultimi 27 mesi.

A fronte di un Liffe sopra la soglia dei 2.000 dollari anche i prezzi sul mercato del Vietnam si sono stabilizzati nell’ultimo scorcio del 2010 su livelli mai visti dall’autunno del 2008, con il chilogrammo di caffè quotato mediamente a 36.200 dong nel Dak Lak.

Il prezzo Fob Ho Chi Minh City per una tonnellata di robusta si attestava invece poco al di sotto dei 1.900 dollari.

A buon punto le operazioni di raccolta, ritardate a novembre dalle piogge persistenti, che sarebbero completate al 70-80% nella regione degli altipiani centrali, stando a varie stime compiute da commercianti locali.

Lo sviluppo del raccolto

Le prospettive non appaiono comunque ottimistiche. Secondo informazioni provenienti dal ministero dell’agricoltura, riportate da autorevoli fonti stampa vietnamite, la produzione è destinata a subire quest’anno un calo del 15%, scendendo a 1 milione di tonnellate, a causa delle sfavorevoli condizioni climatiche.

Lo sviluppo del raccolto avrebbe risentito, in particolare, della siccità intervenuta in alcune fasi chiave del ciclo vegetativo, non sempre compensata dall’irrigazione.

Risultato: un’incidenza maggiore dei chicchi di piccole dimensioni, che potrebbero arrivare a costituire (in base a valutazioni compiute da alcuni esportatori e riprese dai media internazionali) addirittura il 55-60% del raccolto, contro il 40-45% dell’anno passato. A ciò va aggiunto, sempre secondo informazioni raccolte dai trader, un volume maggiore di chicchi neri dovuto alla ritardata essiccazione del caffè causata dalle forti precipitazioni che hanno accompagnato le prime fasi del raccolto.

Alcuni operatori sottolineano come il problema dei chicchi di piccole dimensioni sia ricorrente in Vietnam all’inizio di ogni stagione di raccolta e si risolva normalmente, mano a mano che la parte più consistente del nuovo raccolto viene immessa nel mercato.

Secondo una stima preliminare diffusa dall’Istituto generale di statistica di Hanoi la scorsa settimana, l’export vietnamita ha raggiunto nell’anno solare 2010 gli 1,17 milioni di tonnellate, in lieve calo (-0,9%) rispetto al 2009.

A dicembre, gli imbarchi del primo produttore mondiale di caffè robusta sarebbero stati di 130 mila tonnellate, in forte crescita su novembre (69 mila tonnellate), ma in flessione rispetto alle 145 mila tonnellate registrate a dicembre 2009.

Il Florian di Venezia compie 290 anni: Poste Italiane gli dedica un annullo filatelico

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caffè florian venezia confcommercio
L'esterno del Caffè Florian in piazza San Marco a Venezia

VENEZIA – Lo scorso 29 dicembre un annullo postale speciale ha festeggiato il 290/mo anniversario del Caffè Florian, a Venezia, aperto sotto le Procuratie Nuove di Piazza San Marco nel 1720, proprio il 29 dicembre. Per celebrare l’occasione, Poste Italiane ha dedicato uno speciale annullo filatelico e realizzato un folder di cartoline celebrative a tiratura limitata, in tremila copie.

L’anniversario del Caffè Florian a Venezia

Tra le immagini spicca un’illustrazione tratta da un quadro di Bertini che raffigura il pittore Francesco Guardi, mentre offre i suoi quadri fra i tavolini del caffè, e una fotografia del 1953 che ritrae l’attore Clark Gable al Florian.

“È la prima volta – ha spiegato il responsabile Spazio Filatelia di Poste Italiane, Giorgio Marchi – che si celebra un evento attraverso non una sola cartolina, ma tre: una, da conservare come ricordo, annullata con lo speciale timbro figurato realizzato per l’occasione e riportante, insieme alla data e al motivo dell’iniziativa anche lo storico logo istituzionale del Caffè Florian, con il leone in moeca (Il leone in moeca o moleca è detto così perché è di solito racchiuso in un tondo, si presenta frontalmente cioè in maestà o in scorcio e le ali seguono il profilo del cerchio facendole assomigliare alle chele di un granchio detto in veneziano moeca o moleca).”

“Nelle monete o nei sigilli il leone, è spesso raffigurato in questa posizione. Le altre due, invece, sono state inserite nel folder per veicolare il messaggio dei 290 anni ad amici e parenti e possono essere annullate su richiesta presso l’ufficio postale mobile attivato nel locale”.

L’anniversario è stato celebrato anche dal giornale Gazzettino Illustrato. La responsabile dell’Ufficio comunicazione del Nordest, Patricia Da Rin, ha auspicato di poter realizzare tra dieci anni, in occasione del trecentesimo anniversario, anche uno speciale francobollo celebrativo.

Più di 2 milioni di ascolti per la puntata di Geo&Geo sul caffè

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Un caffè di qualità in tazzina

MILANO – Ascolti record per la puntata di lunedì scorso di Geo&Geo interamente dedicata al caffè. Complice il periodo festivo, con un pubblico più nutrito davanti al piccolo schermo rispetto alla media normale dei giorni feriali, e grazie alla popolarità del tema trattato, il programma pomeridiano di Rai3 condotto da Sveva Sagramola è stato visto da 2,263 milioni di telespettatori, con una share del 14,37%.

La puntata di Geo&Geo sul mondo del caffè

In tutto, quasi mezz’ora di approfondimento dedicato al caffè: uno spazio decisamente rilevante considerando i tempi televisivi. Ad aprire la puntata, Gianni Pistrini, con la presentazione del verde e i suoi consigli su come preparare un espresso cremoso anche utilizzando la moka.

Il piccolo segreto (“di Pulcinella” come ha ammesso lo stesso Pistrini) consiste nel versare le prime gocce che escono dalla caffettiera nella tazzina e aggiungere un po’ di zucchero mescolando per creare un’emulsione che conferisce all’infuso una consistenza cremosa.

Enrico Maltoni ha portato in studio alcuni dei pezzi più celebri della sua straordinaria collezione (circa un centinaio di modelli di tutte le epoche) ripercorrendo brevemente le tappe principali che hanno segnato l’evoluzione tecnologica delle macchine espresso dagli inizi del novecento a oggi.

Immancabile quindi la citazione eduardiana, con uno spezzone dall’indimenticabile monologo di “Questi Fantasmi” dedicato al caffè, che è servito da incipit a un interessante servizio dedicato alla tazzulella partenopea.

Il servizio ha dato la parola innanzitutto ai baristi, gran sacerdoti del rito napoletano dell’espresso, che hanno mostrato le regole basilari di un classico gran caffè, “caldo, carico e comodo”, come vuole la tradizione locale.

Spazio infine alle problematiche del commercio equo e del consumo consapevole, con ospite in studio Maria Moretti, coordinatrice acquisti di Altromercato.

Decreto Milleproroghe: wi-fi libero in tutti gli esercizi pubblici

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Wi-fi libero negli esercizi pubblici grazie al Decreto

MILANO – Da sabato il wi-fi è libero in tutti i bar e negli esercizi pubblici. Il decreto Milleproroghe ha finalmente posto fine alle critiche dei navigatori del web e ai musi lunghi degli esercizi, gestori di bar e locali pubblici costretti a interminabili noiose identificazioni degli utenti con la compilazione degli appositi moduli che, di fatto, scoraggiavano la maggioranza degli esercenti dall’attivare un servizio che in tutto il mondo è molto apprezzato dagli utenti.

Rete wi-fi presente in tutti gli esercizi pubblici

Gli unici che avranno ancora qualche restrizione sul wi-fi saranno coloro che vorranno aprire un internet point, perché dovranno richiedere autorizzazione alla questura.

Tutti gli altri invece, alberghi, ristoranti, potranno fornire la connessione wireless in maniera completamente discrezionale.

Come funziona il misterioso mondo delle soft commodities

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MILANO – Ecco il primo di una serie di articoli per cercare di spiegare anche ai neofiti il mercato delle soft commodities, mercato antichissimo ma non molto seguito dagli operatori individuali. Questo articolo vuole essere un cappello introduttivo a questo mondo.

In questo spazio parleremo di un particolare settore delle materie prime ovvero quello delle Soft commodities.

Di questo gruppo fanno parte il cacao, il caffè, l’orange juice , lo zucchero più il cotone e il legname , ragione per la quale più precisamente si può chiamare l’insieme anche come Fiber/Softs .

I mercati più importanti dove sono quotati i futures che fanno riferimento a queste materie prime sono l’ICE , il CME , il LIFFE , il BMF e il TGE . L’ICE ( Intercontinental Exchange, titolo quotato sul NYSE ), è il mercato di riferimento delle Softs e quello che ha rivoluzionato antiche consuetudini quando nel 2007 acquisì il vecchio NYBOT.

In molti ricorderanno i pits newyorkesi visti nel film “Una poltrona per due” dove Eddie Murphy e Dan Aykroyd si lanciarono nel finale in uno spettacolare trade sull’orange juice alla vecchia maniera delle grida ( open outcry ).

Soft commodities: di tutte quelle forse le uniche rimaste ormai sono quelle delle opzioni, il resto viene ormai tutto contrattato in elettronico

La fossa del film aveva già subito una tragica fine nel settembre del 2001 in quanto la sede del NYBOT era situato nelle Torri gemelle del World Trade Center collassate in seguito all’impatto con gli aerei di linea dirottati.

Sull’ICE Future US vengono trattati il Coffee C , il Cocoa , il Cotton No.2 , lo Sugar No 11 e il FCOJ-A ovvero il famoso Orange juice.

Il CME , ovvero la più grande borsa derivati del mondo, è la casa del poco scambiato contratto sul Random Lenght Lumber.

Sempre sul circuito elettronico Globex del CME tra le NYMEX SOFTS ritroviamo gli stessi futures dell’ICE, listati a suo tempo per cercare di far concorrenza e un dispetto all’avversario che tempo prima ancora come NYBOT aveva diviso gli spazi col NYMEX prima di venir comprato in maniera turbolenta dall’ICE.

Il tentativo bisogna dire è stato e continua ad essere fallimentare e gli scambi sui futures alternativi suklle soft commodities sono quasi nulli

Il mercato londinese del LIFFE ( London International Financial Futures and Options Exchange ) oggi parte del megagruppo NYSE-EURONEXT , chiuse i suoi pit sin dal 2000 , “un’altra tradizione della City che se ne va” scriveva The Indipendent nel novembre di quell’anno http://www.independent.co.uk/news/business/news/open-outcry-a-way-of-liffe-ends-today-623569.html .

Da allora sia le opzioni che i futures sul Cocoa, Robusta Coffee e White Sugar sono scambiati sul circuito elettronico del LIFFE CONNECT.

Sull’emergente borsa del BM&FBovespa quota l’Arabica Coffee ( type 4 e 5) , future da tener presente perché il Brasile è il più grande produttore mondiale di caffè.

Punto di riferimento per l’Asia è il TGE (Tokyo Grain Exchange ) dove scambiano l’Arabica e il Robusta Coffee e il Raw Sugar .

Il misterioso mondo delle soft commodities (2° parte)

In questa seconda parte ci soffermiamo sulla particolarità e sulle regole che riguardano i futures del settore.

Che cosa sono i futures delle soft commodities

I futures sulle materie prime hanno alcune particolarità che li distinguono dalle altre categorie di futures. Le caratteristiche tecniche principali sono ordinarie: l’acquisto o vendita di un contratto implica l’impegno ad acquistare o vendere una determinata materia prima ad una certa data futura, per un certo prezzo.

Sui futures è possibile assumere posizioni in acquisto (operatività long) o in vendita (operatività short).

Mentre non c’è il tetto al prezzo massimo che una materia prima può raggiungere, dal lato opposto c’è sempre un limite al ribasso ( floor ) perché ovviamente bisogna considerare il costo di produzione che non è comprimibile più di tanto, nonostante i possibili eccessi di speculazione ribassista.

Gli obblighi contrattuali di un contratto futures possono essere ottemperati in due modi:
– acquistando o vendendo realmente la materia prima;
– prendendo sul mercato una posizione opposta a quella iniziale (offsetting).

Ad esempio, se si acquista un contratto sul caffè è possibile chiudere la posizione esercitando il diritto all’acquisto, ovvero chiedendo la consegna fisica del sottostante.

Vendere le soft commodities

L’altro modo , molto più comune, per chiudere la posizione è di vendere lo stesso contratto prima di un determinata data chiamata First Notice Day, andando flat e liberandosi di ogni impegno contrattuale.

Questa estrema semplicità nell’assumere e chiudere posizioni sul mercato deriva dal fatto che i contratti futures sono standardizzati, cioè hanno delle caratteristiche predefinite che permettono all’acquirente ed al venditore della merce di operare senza alcuna trattativa su qualità, quantità, modalità di trasferimento della merce.

Operando, ad esempio, sul futures del cacao ICE sappiamo che ci stiamo impegnando ad acquistare o vendere 10 tonnellate di cacao proveniente da un definito gruppo di nazioni produttrici.

La quantità che compone un contratto futures è indivisibile ed è la minima quantità scambiabile.

Ogni contratto prevede ovviamente anche una oscillazione minima di prezzo (il “tick”)

Sempre facendo l’esempio del cacao ICE il tick minimo del prezzo è di 1.00$ per tonnellata equivalente a un valore 10$ per contratto.

Alcuni contratti hanno anche dei limiti di oscillazione durante la seduta di Borsa onde evitare che eventi esogeni possano causare repentine variazioni di volatilità.

Sull’ICE hanno daily price limit il Cotone, 3 cents sopra o sotto il riferimento del giorno prima e limite soggetto ad espansione in certe circostanze ( vd Cotton Rule 10.09) , e l’Orange Juice, 10 cents sopra o sotto il riferimento del giorno prima e anche questo può essere amplianto a seconda delle circostanze ( vd FCOJ Rule 13.08).

Quando il prezzo del Cotone o dell ‘OJ raggiunge il limite della banda di oscillazione il mercato chiude in “limit up” o “limit down” , e questa è storia molto recente nel caso del cotone.

In queste situazioni l’unico modo per correggere una posizione che resta agli operatori è quello di costruirsi nel modo migliore possibile, un future sintetico con le opzioni.

In circostanze estreme la pressione in vendita o acquisto è talmente forte che può succedere di avere più giorni consecutivi senza scambi perché si raggiunge il limit già in apertura.

Il grafico al link sotto mostra l’andamento tumultuoso del Cotone dicembre 2010, le chiusure in limit up e down sono ravvisabili nelle ultime candele http://futuresource.quote.com/charts/charts.jsp?s=CT%20Z0&o=&a=D&z=800×550&d=LOW&b=CANDLE&st=

Dato che, per evidenti motivi, all’avvicinarsi del mese di consegna il prezzo future tende a coincidere con il prezzo spot, al fine di evitare discrepanze tra i prezzi, oggetto di operazioni di arbitraggio, i limiti di oscillazione possono essere eliminati nelle ultime settimane di contrattazione.

L’assunzione di una posizione (long o short) implica, come per tutti i futures, il versamento di un margine iniziale (initial margin).

Se poi la posizione rimane aperta per più giorni viene richiesto il versamento di un margine di mantenimento (maintenance margin).

Per i derivati in oggetto è particolarmente importante la data delle scadenze

Sul mercato dell’ICE la scadenza più importante per chi opera con finalità speculative è senz’altro il First Notice Day.

Il trader dovrà chiudere il suo long entro il FND per non essere soggetto alla consegna del sottostante, agli sbadati penserà il broker di competenza che agirà con le buone prima ricordando una settimana prima della scadenza in arrivo e con le cattive alle fine chiudendo d’ufficio la posizione.

Vi è poi il Last Trading Day che è l’ultimo giorno di vita effettivo del contratto e infine il Last Notice Day.

I calendari delle scadenze variano a seconda della materia prima considerata e sono disponibili sui siti delle borse merci del caso

Nel caso del Cacao ICE il First Notice Day è dieci business days prima del primo giorno lavorativo del mese di delivera, il Last Trading Day è il business day prima del Last Notice Day, il Last Notice Day è dieci giorni lavorativi prima dell’ultimo giorno lavorativo del mese di delivera, fine dello scioglilingua ! https://www.theice.com/productguide/ProductDetails.shtml?specId=7

Andando a considerare i contratti del Liffe si riscontra invece che non c’è il First Notice Day e chi vuol quindi consegnare o richiedere il sottostante lo può fare nel Notice day/ Tender day secondo le regole specificate.

Prendendo il caso del Cacao Liffe si ha quindi un Last trading day che è l’ultimo giorno di scambi sul contratto considerato, che è undici business days immediatamente prima dell’ultimo giorno utile del mese di delivera alle 12.00, e il Notice day/ Tender day che è il giorno lavorativo immediatamente dopo il Last trading day.

http://www.euronext.com/trader/contractspecifications/derivative/wide/contractspecifications-2864-EN.html?euronextCode=C-LON-FUT

Terza parte

Continua l’excursus sui mercati delle soft commodities da parte di fleursdumal: per le prime due parti dovete andare sopra.

I partecipanti al mercato delle commodities si possono suddividere per comodità in quattro categorie: speculatori, hedgers , arbitraggisti e market makers.

Lo speculatore cerca di ottenere un profitto nell’anticipare un cambio dei prezzi nella direzione scelta

Facendo un esempio, se il caffè dicembre 2010 sta trattando a 180c e il trader si aspetta un rialzo sino a 200c , quel trader andrà long sul future.

Lo speculatore non avrà mai l’intenzione di prendere la consegna del caffè a dicembre , ma comunque chiuderà la sua posizione prima del notice day .

Se nel corso degli eventi il prezzo del caffè sale a 190c e lo speculatore decide di prendere profitto allora il suo guadagno sarà di 3750$ a contratto.

Se invece le sue previsioni si rivelano errate e i prezzi scendono a 175c con il first notice day incombente lo speculatore ha due opzioni tra cui scegliere:
– ammettere lo sbaglio e chiudere la posizione prendendo una perdita di 1875$ a contratto;
– insistere nel trade in attesa di sviluppi e allora rollare la posizione, ovvero chiudere il long sul contratto dicembre e aprire contestualmente un altro long sul contratto marzo con un calendar spread order.

Gli hedgers sono quelle figure che hanno la necessità di coprirsi dai rischi del mercato (hedging ), siano essi coltivatori che vogliono fissare ( lock in ) il prezzo del loro raccolto o mercanti, industriali che vogliono bloccare il prezzo da pagare per quel raccolto.

Facciamo l’esempio di un produttore di cotone

Ad aprile egli stima che il suo raccolto sarà verosimilmente vicino alle 200000 libbre.

Il prezzo cash al momento è di 95c per libbra, un prezzo molto buono ma di cui il produttore non può approfittare perché la raccolta non sarà terminata che a novembre.

Il future del cotone dicembre si colloca a 85c/lb e il produttore crede che il prezzo sia troppo ottimistico in quanto si aspetta un grosso incremento nella produzione americana come conseguenza degli alti prezzi del cotone.

Confronti storici indicano che i prezzi cash novembre-dicembre nella regione del produttore tendono ad essere in media circa 2-4c sotto il prezzo del future dicembre ( la differenza tra cash e future è chiamata basis ).

Quindi il produttore vendendo il future cotone dicembre a 85c/lb , può bloccare (lock in ) il suo raccolto a un prezzo cash di circa 81-83c.

Dato che il produttore crede che i prezzi saranno significativamente sotto gli 80c/lb per il tempo del raccolto, decide di vendere 3 future dicembre sull’attesa vendita del suo raccolto ( sell hedge ).

Tre contratti future rappresentano 150000 pounds di cotone , tre quarti del supposto raccolto.

Il produttore non copre l’intero raccolto

Perché la situazione è ancora incerta e se il tempo fosse inclemente la resa potrebbe ridursi di più del 25%.

Per evitare l’over hedging del raccolto, un trade che lascerebbe il produttore con una posizione netta short, quest’ultimo decide prudentemente di vendere solo 3 contratti.

Se il produttore indovinasse perfettamente il corso degli eventi e i prezzi cash del cotone scendessero a 72c per dicembre il future dicembre sarebbe all’incirca in zona 75c .

Il produttore quindi venderebbe il suo raccolto cash a 72c e in più realizzerebbe anche un profitto di 10c/lb sulla sua posizione future e cioè 15000$ considerando i tre contratti.

L’hedging comunque non è detto che sia sempre favorevole.

Se nel caso indicato le proiezione del coltivatore si fossero rivelate sbagliate e a dicembre si ritrovasse a vendere il suo raccolto al prezzo migliore del previsto di 92c/lb , egli si ritroverebbe con una perdita di 10c/lb sulla sua posizione future.

L’effettivo prezzo di vendita su quella parte di raccolto sarebbe comunque sempre di 82c/lb.

La bontà dell’hedging è quella di dare al produttore una vasta gamma di strategie di marketing.

Se preferisce affidarsi alla buona sorte può sempre aspettare di terminare il raccolto prima di vendere il cotone.

La possibilità di rivolgersi al mercato future amplia il suo ventaglio di azioni. Dandogli l’oppurtunità di bloccare il prezzo in ogni momento. Proteggendosi dalle fluttuazioni impreviste del mercato. Un altro gruppo di partecipanti al mercato è quello degli arbitraggisti.

L’arbitraggio

L’arbitraggio consiste nel bloccare un profitto privo di rischio entrando simultaneamente in posizioni su due o più mercati.

Nel settore delle soft commodities sono frequenti gli arbitraggi tra il cacao quotato all’ICE in dollari e il cacao del Liffe espresso in sterline , sfruttando disallineamenti tramite il tasso di cambio dollaro/sterlina ( cable) o spike improvvisi in uno dei due mercati.

Nel caso si entra contemporaneamente long per esempio sul cacao ICE e short sul cacao LIFFE, per uscire poi con profitto quando la situazione si ristabilisce.

Queste opportunità di arbitraggio non durano mai a lungo in quanto le forze del mercato moderno ribilanciano gli squilibri con meccanica efficacia.

Nei mercati meno liquidi c’è infine la presenza dei market makers , grossi operatori appartenenti di solito a banche d’affari scelte dalla borsa merci in questione, che si incaricano di portare liquidità nel book del contratto del caso, producendo quasi continuamente una certa quantità di contratti in vendita o acquisto a determinati intervalli di prezzo.

Li si può notare di solito aprendo le maschere di diverse scadenze della stessa materia prima in quanto espongono e manovrano stesse quantità di futures (size) su determinati livelli per cercare di mantenere regolari i calendar spread , differenze di prezzo tra scadenze diverse.

Lady drink cocktail competition, Sponsor il Consorzio tutela del cioccolato di Modica

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Barlady lady drink
Barlady

MILANO – Si svolgerà lunedì al Lido di Camaiore, presso UNA Hotel Versilia, la 14^ edizione del concorso nazionale Lady drink cocktail competition 2010. La gara che mette in gioco le più brave barladies è stata ideata da Danilo Bellucci, presidente dei soci sostenitori dell’Associazione Italiana Barmen e Sostenitori, e dalla prima edizione svoltasi a Perugia nel 1996 ha visto un crescente successo nelle successive tappe itineranti sul territorio italiano.

Il Lady drink resta ancor ora un concorso che attira le professioniste del “buon bere”, quel bere piacevole e controllato che solo le barladies dell’Aibes sanno offrire ed al contempo non ha concorrenza perché, avendo registrato il marchio, non esiste in nessuna nazione al mondo un concorso tanto unico nel suo genere.

La kermesse quest’anno si realizzerà in uno dei luoghi più belli d’Italia: la Versilia (anticamente Fosse Papiriane) che nella Toscana nord-occidentale all’interno della provincia di Lucca, prende questo nome dal fiume Versilia ed è una rinomata zona balneare con vocazione prettamente turistica con un’immensa spiaggia dorata e mondana, con i numerosi locali notturni e discoteche storiche che si affacciano direttamente sul mare.

Danilo Bellucci ha sempre scelto località affascinanti per il suo concorso dedicato alle aggiornatissime barladies che esercitano con educazione ed innata naturalezza una professione avvincente.

Anche quest’anno oltre un centinaio di queste grandi professioniste, che lavorano presso i più prestigiosi locali, american bar e alberghi, tutte rigorosamente iscritte all’A.I.B.E.S., giungeranno da tutte le regioni italiane per sfidarsi nell’arte della miscelazione. A sostenere la manifestazione sono intervenute numerose aziende tra le quali il Consorzio cioccolato artigianale di Modica.

I cocktail, elaborati dalle sapienti mani femminili, verranno valutati con massima competenza dalla giuria sulla base dell’aspetto, del gusto, dell’aroma e, non ultimo, per la decorazione. Il concorso si concluderà con la premiazione delle prime tre classificate nelle categorie Pre Dinner, After Dinner, Sparkling e Long drink.

Ma non finisce qui perché le tre vincitrici si impegneranno in una gara finalissima e la prima in classifica si aggiudicherà il titolo di Lady Drink 2010, per la migliore bar lady portando a casa il trofeo Lady Drink Midori Cup 2010.

E’ stato proprio Danilo Bellucci, venendo a Ragusa, che ha incontrato Presidente e Direttore del Consorzio per avviare una collaborazione tra AIBES e CTCM definendo un calendario di iniziative in comune in Italia e all’estero.

Per il Consorzio del Cioccolato di Modica rappresenta ovviamente un importante riconoscimento atteso che come detto la manifestazione è sponsorizzata da autorevoli Aziende di fama internazionale. A tutte le concorrenti,ai Giurati internazionali,alla Stampa specializzata, agli autorevoli Sponsor ,ai vertici della AIBES, verranno distribuite barrette di Cioccolato di Modica preparate appositamente per l’evento ,con un logo di nuovo conio. AIBES annuncerà in tale occasione la celebrazione a Modica, nel corso di CHOCOBAROCCO, della finale nazionale del concorso AIBES del quale sono in corso le selezioni regionali.

Da oggi è in tutte le edicole “Il caffè letterario”, venticinque uscite in dvd dedicate ai grandi autori della letteratura occidentale

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Il caffè letterario La repubblica l'Espresso
Il caffè letterario de la Repubblica e dell'Espresso

MILANO – Da stamani trovate in tutte le edicole d’Italia (sono circa 48.000) un singolare caffè letterario. Sì perché Repubblica e L’Espresso propongono una nuova collana di dvd intitolata proprio Il Caffè letterario.

Sono 25 uscite dedicate ai grandi autori della letteratura occidentale: dalle origini ai capolavori del Novecento.

Scrittori, filosofi, critici letterari scelti tra i grandi nomi della cultura contemporanea raccontano in una veste originale e personale gli autori che hanno scritto le pagine intramontabili della letteratura universale. ùDa Omero a Tolstoj, da Dante a Marquez la narrazione dei grandi classici riproposta al grande pubblico da intellettuali come Massimo Cacciari, Andrea Camilleri, Roberto Saviano, Umberto Eco.

Ogni cofanetto, oltre al dvd, contiene un fascicolo di 20 pagine, nel quale si ripercorrono la vita, le opere, la poetica, le scelte linguistiche e il contesto storico, politico e culturale di riferimento dell’autore e una breve biografia del relatore.

Dal dvd è possibile infine estrarre una traccia mp3 dell’audio della registrazione, che consentirà di ascoltare o riascoltare con la massima comodità tutti i suoi contenuti.

La prima uscita di oggi costa 1 euro; le successive 7 euro più il prezzo di Repubblica e L’Espresso.