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martedì 26 Novembre 2024
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Mokador lancia l’eco-cialda ecologica e biodegradabile

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mokador

FAENZA (Ravenna) – La torrefazione faentina è impegnata da tempo per lo sviluppo dell’eco-cialda Mokador che è realizzata in carta filtro, ecologica e biodegradabile. “È la soluzione ideale – spiega Niko Castellari – per chi vuole scegliere uno stile di vita consapevole senza rinunciare al piacere e alla naturalezza dell’inconfondibile gusto Mokador.”

Niko Castellari: “Il confezionamento in atmosfera modificata delle singole cialde conserva inalterate nel tempo la freschezza e gli aromi di un caffè sapientemente miscelato e appena tostato, buono come l’espresso fatto al bar”.

La cialda Mokador all’insegna della sostenibilità

La varietà delle miscele è il frutto dall’artigianalità di chi ha fatto del gusto per la qualità una passione che dura da 40 anni.

L’eco-cialda Mokador è compatibile con tutti i tipi di macchina per cialde ma naturalmente c’è la possibilità di scegliere l’esclusivo sistema Gioia che propone una macchina a sistema chiuso, in grado di funzionare esclusivamente con l’utilizzo di cialde Mokador. Un sistema di successo che fa bene all’ambiente e anche al business dei gestori.

Scaa e Rainforest: “Il caffè migliore del 2011 è il Quechua del Perù”

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La bandiera del Perù
La bandiera del Perù

PUNO (Perù) – Ora non ci sono più dubbi sul miglior caffè del mondo. Perché nell’ambito della gara internazionale organizzata dalla Rainforest Alliance, il caffè peruviano Quechua, della Centrale di Cooperative della Valle di Sandia – Cecovasa a Puno, nel sud del Perù, ha vinto il primo titolo nella categoria del chicco di caffè dal miglior sapore al mondo.

Il caffè Quechua dal Perù

Questa categoria considera anche se il caffè venga prodotto in condizioni organiche, con le dovute certificazioni, e se abbia una catena di distribuzione nel quadro del commercio equo solidale.

La Centrale di Cooperative Cecovasa distribuisce e promuove anche il caffè Tunki, premiato nel 2010 come il “miglior caffè speciale al mondo”.

La gara si è svolta a Long Beach (Florida) e la scelta è stata fatta dalla Scaa, l’Associazione Americana del caffè speciale, che riunisce i più rinomati assaggiatori dell’industria.

Il Perù è il primo esportatore di caffè organico al mondo, mentre è l’ottavo produttore mondiale di caffè in chicchi.

La specie di caffè prodotta in Perù è Coffea Arabica, con distinti profili di sapore, aroma e acidità; le varietà coltivate sono Typica (70%), Caturra (20%) e altre (10%). Seguendo le tendenze attuali, alcuni agricoltori si sono specializzati in caffè organico ed altri in quelli speciali.

Una mamma denuncia la Ferrero al Tribunale federale della California: “La Nutella non fa bene”

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Ferrero salmonella Wells
Il logo della Ferrero

SAN DIEGO (California) – Presto per i bambini americani potrebbero finire i pomeriggi felici passati a spalmare Nutella: in California una mamma ha denunciato l’azienda Ferrero, perché a suo avviso utilizzerebbe pubblicità ingannevole per promuovere la la crema alle nocciole più famosa del mondo.

Nonostante la propensione al junk food, il cibo spazzatura, di molti americani, Athena Hohenberg, madre di quattro figli, è rimasta scioccata: leggendo le informazioni nutrizionali si è accorta che la crema alle nocciole contiene un’alta percentuale di grassi saturi e di zuccheri.

La denuncia, depositata presso il tribunale federale di San Diego, chiede alla giustizia americana di proibire a Ferrero di scrivere sull’etichetta della Nutella indicazioni come “buona per la salute”, “equilibrata”, “per una prima colazione gustosa e equilibrata”, e “per un’alimentazione completa”.

La donna ha anche chiesto all’azienda italiana di lanciare una nuova campagna pubblicitaria che corregga le informazioni finora divulgate “affinché i consumatori sappiano che la Nutella contiene una quantità pericolosa di grassi”.

La replica della Ferrero: “Ecco i documenti: nutrizionisti e pediatri ci danno sempre ragione”

Dal quartier generale della Ferrero ad Alba, non sembrano essere preoccupati per la denuncia, depositata presso il tribunale federale di San Diego, da una mamma californiana che chiede alla giustizia americana di proibire a Ferrero di scrivere sull’etichetta della Nutella indicazioni come “buona per la salute”, “equilibrata”, “per una prima colazione gustosa e equilibrata”, e “per un’alimentazione completa”.

Ecco la nota diffusa: “Attacchi simili tentano di scalfire il successo della crema da spalmare più nota al mondo, che presidia da sempre i mercati come icona del made in Italy e dell’Italian way of life”.

“Il Giury della pubblicità italiano – fa sapere un portavoce dalla Ferrero – all’inizio del 2007, si è già pronunciato in un caso analogo a favore della nostra società, che nell’occasione si è avvalsa delle relazioni di esperti nutrizionisti e pediatri secondo cui una prima colazione a base di una fetta di pane e Nutella, di un bicchiere di latte e di frutta risulta essere bilanciata per iniziare la giornata, nel quadro di una dieta variata”.

“Nel Settembre 2007 al convegno annuale dell’autorevole American College of Nutrition negli Stati Uniti si è espresso un giudizio scientifico positivo sull’uso nel corso della prima colazione di una crema spalmabile a base nocciola” ricordano ancora alla Ferrero.

“Il giudizio positivo è stato ripreso in altre autorevoli ricerche pubblicate nel 2008 nel The Journal of International Medical Research – ‘Breakfast: a good habit, not a repetitive custom’ e nel 2010 nel Critical Reviews in Food Science and Nutrition – “Dietary choices for breakfast in children and adolescents'” conclude la nota dedicata al caso della mamma californiana contro la multinazionale italiana.

Segafredo Zanetti inaugura la sua sesta caffetteria in Germania a Francoforte

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Il logo Segafredo Zanetti

MILANO – Segafredo Zanetti Germany ha aperto una nuova caffetteria in franchising a Francoforte, nell’elegante Schillerstraße, centralissima strada che ospita negozi e locali. Situata nel cuore di Francoforte, tra Börsenplatz e Hauptwache, molto vicino alla Borsa, la nuova caffetteria Segafredo Espresso opera da 7 dicembre scorso e fa capo al franchisee Edoardo Ferracin.

La nuova caffetteria di Segafredo Zanetti

Il locale si estende su una superficie di 95 mq e dispone di un bancone bar da record, ben 12 metri di lunghezza, e di una terrazza posta nell’area pedonale della Schillerstraße. Gianni, manager del cafè, e il suo team, viziano gli ospiti con specialità a base di caffè e con un’ampia gamma di gustosi piatti della cucina italiana e di invitanti dolci, dalle 8 del mattino fino a sera inoltrata.

Il martedì e il giovedì è possibile incontrarsi nel locale dopo le 18 per un gustoso aperitivo. Quella di Francoforte è la sesta inaugurazione dell’anno in Germania dopo quelle nelle città di Ludwigshafen, Düsseldorf, Bielefeld, Norimberga e nella stessa Francoforte.

Ecco D’espresso, il nuovo coffee shop di New York simile a una libreria

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New York (immagine: Pixabay)

NEW YORK – Volete realizzare una caffetteria con l’arredamento che richiami una biblioteca? Andate a New York e trovate il tempo per concedervi qualche momento di vera accoglienza tra le mura di D’espresso, il nuovo coffee shop che è un inno alla pausa creativa.

Situato sulla Madison Avenue, nei pressi della Grand Central Station e ispirato alla vicina Bryant Park Library, il coffee bar D’Espresso colpisce perché sembra una biblioteca capovolta su un lato.

Il coffee shop D’espresso a New York

I suoi ideatori, i designer dell’agenzia Nema Workshop hanno deciso di lavorare su un concetto semplice ma audace: prendere l’ordinario e girarlo su un fianco. E così hanno fatto realizzare una serie completa di tessere decorative color seppia recanti delle fotografie a dimensione reale di libri e poi le hanno posizionate sul pavimento, sul soffitto e su due delle pareti del locale.

Le restanti due pareti sono state infine travestite in modo da simulare il pavimento e il soffitto della stanza, con addirittura dei grossi lampadari che spuntano fuori orizzontalmente da una parete come se sfidassero la forza di gravità.

Quando ci si siede a sorseggiare un buon caffè al D’espresso si ha l’impressione di stare dentro una biblioteca capovolta di 90°.

La tranquillità della biblioteca di fonde in questo modo con il piacere di sorseggiare uno dei migliori caffè di New York, in un atmosfera che però non smette mai di essere creativa e piacevolmente stimolante.

Un punto d’approdo davvero interessante per viaggiatori e turisti, che possono concedersi una pausa rifocillante senza sentirsi mai veramente fermi. Un rifugio sorprendente e dinamico dove vorremmo poterci rilassare anche in Italia.

Pacorini verso la leadership mondiale del caffè

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Il logo Pacorini

Pacorini ha in programma un rafforzamento della leadership mondiale del gruppo nel settore del caffè. Le proiezioni per il 2011 rivelerebbero un fatturato consolidato che dovrebbe attestarsi sui 130 milioni. Leggiamo di seguito l’articolo di Giulio Garau per il portale d’informazione Piccolo.

Il programma di Pacorini per il 2011

TRIESTE – Il 2010, in barba alla crisi è stato un anno di grande crescita sui mercati internazionali per la Pacorini, Asia e Usa in particolare e il 2011 è già partito con un serrato programma di rafforzamento della leadership mondiale del gruppo nel settore del caffè, sia sui mercati di consumo che quelli di origine.

Qualità Robusta e Arabica, la Pacorini dismessi i metalli la scorsa estate ha reinvestito (la grande liquidità pari a 170 milioni di euro) e concentrato il suo business ora sul caffè. Un anno che si chiuderà bene il 2010 per l’azienda triestina che dà lavoro complessivamente a 600 persone, i numeri dell’utile non si conoscono ancora anche se, anticipa il vicepresidente, Federico Pacorini “sarà molto positivo”.

Le previsioni

Note invece le cifre sul fatturato che si aggira sui 115 milioni. E ci sono anche le proiezioni per il 2011, con un fatturato consolidato che dovrebbe attestarsi sui 130 milioni. “Ci sono comunque ancora posizioni da conquistare – conferma Pacorini – oggi noi siamo i leader mondiali per il caffè con le quantità manipolate, ma abbiamo ancora molto da fare. Non tanto sul mercato italiano, quanto sul Nord Europa e in Spagna”.

L’export mondiale

Nel 2010 sono stati movimentati qualcosa come 11-12 milioni di sacchi e la Pacorini attualmente occupa una quota dell’11% dell’export mondiale lavorando in Italia (Trieste, Vado Ligure, poi punti operativi a Genova e Gioia Tauro), Belgio, Brasile, Montenegro, Serbia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti e Vietnam.

“Oltre a concentrarci per conquistare le aree in Nord Europa e Spagna il 2011 sarà dedicato alla diversificazione delle attività sui mercati di origine – aggiunge il vicepresidente – in particolare sul fronte industriale e della logistica”.

Ovvero traffici, manipolazione del caffè, organizzazione del complesso dei magazzini, spedizioni e logistica in generale verso i mercati di consumo. “In Brasile e Vietnam poi – aggiunge – puntiamo ad allargarci e a investire sulla qualità nella lavorazione del caffè prima dell’importazione”.

Da qualche anno poi il Gruppo Pacorini è presente negli Usa, il primo porto del caffè: “Dove ci siamo insediati con un magazzino di oltre 50 mila metri quadrati e dove c’è davvero tanto da fare”.

“Abbiamo iniziato a lavorare e a fare investimenti quattro anni fa – dice Pacorini – ed ora i risultati stanno maturando velocemente. Siamo approvati dalla Borsa di Londra e di New York del caffè, il mercato sta vivendo cicli alterni ed ora siamo pronti a cavalcare l’onda vista la ripresa con i prezzi che stanno salendo”.

Un business che sta dando risultati, anche se la Pacorini non ha abbandonato l’attività tradizionale, di spedizione (la base è a Genova) di merci in container e di impiantistica su cui c’è la specializzazione. “E anche per questo settore – conclude Pacorini – il 2011 segna numeri tutti in crescita”.

La nuova frontiera dell’espresso secondo Attilio Giordano

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Attilio Giordano si esprime sulla preparazione del caffè espresso a casa e in ufficio soffermandosi sulla macchina a cialde che è una delle soluzioni più popolari e maggiormente apprezzati dai consumatori. Leggiamo di seguito la sua opinione pubblicata sul portale Gastronauta.

di Attilio Giordano

MILANO – “Abbiamo diverse possibilità per preparare il caffè espresso a casa o in ufficio, e la macchina a cialde è una soluzione che ha convinto molti consumatori. Le caratteristiche principali di questo sistema di estrazione, perfettamente integrato nel nostro secolo ricco di tecnologia, sono la semplicità d’uso rispetto ad una macchina tradizionale dotata di macinadosatore ed una qualità media del caffè estratto che tende al caffè espresso.”

Vantaggi e svantaggi

“Appare evidente come, per gli amanti dell’espresso, la cialda sia una soluzione più semplice del sistema tradizionale, sia nella sua messa a punto, sia nella velocità di preparazione che per la pulizia: questi vantaggi si traducono però in raddoppio del costo della tazzina (che comunque resta ben al di sotto di quello del bar).

Grazie alle cialde, inoltre, non ci si deve più preoccupare della macinatura e della dosatura (predeterminate dal produttore), fattore che però potrebbe influire negativamente sulla qualità dell’espresso: è facile comprendere come un caffè macinato tempo prima perda parte delle sue caratteristiche restando mesi in attesa dell’estrazione e come la finezza della macinatura sia regolata dal torrefattore in base alle sue esigenze e non sulle caratteristiche delle macchine e dei macinini, che richiedono regolazioni ad hoc.”

La macchina a cialde

“Quali sono i passi che si devono fare per ottimizzare il nostro sistema a cialde? Bisogna innanzitutto conoscere bene la macchina verificando per esempio se è dotata di un addolcitore per l’acqua, se la caldaia è in rame o in allumino, se c’è lo scambiatore di calore, se ha una caldaia separata per il vapore e l’acqua calda, se sono disponibili filtri di differenti dimensioni in modo da sapere se è possibile accelerare o rallentare il flusso dell’estrazione.

E’ opportuno verificare anche la presenza di un sensore che blocca la macchina in caso di mancanza dell’acqua in modo da evitare di bruciare la resistenza.

Io consiglio le macchine studiate appositamente per le cialde con il porta filtro bloccato o non estraibile, a leva o pistone, perché più comode da usare; pratiche anche quelle che hanno il cassetto per la raccolta automatica dei fondi.

Acquistate cialde della dimensione adatta alla vostra macchina, lo standard più diffuso è di 33 mm di diametro, la grammatura può variare da 7 g a 8/8,5 g per dose.

Attenzione! Comperate il quantitativo necessario per 2/3 settimane e non di più: abbiate cura di verificare che la data di scadenza sia la più lontana possibile in modo da consumare un prodotto di fresca tostatura e poter assaporare al massimo gli aromi e fragranze del caffè, perfetto se di caffè arabica.”

La preparazione

“Riempite il contenitore con acqua fresca senza cloro e non troppo leggera per ottenere un bella crema evitando che il caffè diventi amaro; scaldate bene la macchina facendo semplicemente scorre dell’acqua calda attraverso il gruppo chiuso, attendete che sgoccioli; inserite la cialda, preparatevi e godetevi il vostro espresso, ristretto mi raccomando; dopo rimuovete la cialda e risciacquate il gruppo facendo di nuovo scorrere acqua calda.

Da torrefattore, lasciatemelo dire che questo sistema è user friendly, ma ancora insufficiente rispetto alla magnifica esperienza di gusto di un espresso eseguito a regola d’arte dal vostro barista di fiducia.”

La scheda sintetica di Giordano Caffè

Giordano Caffè è nata nel 1938. Da allora custodisce l’arte dei torrefattori, estesa alla conoscenza approfondita dei processi di estrazione e somministrazione tipici del caffè espresso. Da sempre il suo obiettivo è realizzare caffè espresso di alta qualità italiana.

I caffè della Giordano 1938 provengono da piantagioni dove abbonda una grande varietà di flora e fauna: stiamo parlando dei meravigliosi giardini di Antigua in Guatemala, delle piantagioni silvestri del Sidamo Yirgacheffe in Etiopia, di quelle d’ombra indiane del Mysore, o dei Caraibi con Puerto Rico Yauco o Santo Domingo Barahona.

E’ qui che sono selezionati i migliori caffè per l’estrazione dell’espresso, con cui si costituisce la gamma di prodotti che comprende Miscele e Pure Origini di caffè, Collezione Gourmet e Caffetteria Gourmet.

L’esperienza e la passione spingono la Giordano a proporre non solo miscele, ma anche singole origini, ovvero veri e propri “cru” di caffè. Ricchi di sostanze oleiche, aromi e fragranze, questi chicchi trasmettono tutta la loro essenza con una perfetta tostatura, una precisa macinatura e una estrazione da manuale.

L’arte della torrefazione, accumulata in oltre settant’anni di ricerca, ha consentito alla Giordano Caffè 1938 di scoprire le migliori coltivazioni del mondo, e le origini più pregiate, ed offrire sul mercato un prodotto esclusivo: un caffè dalle caratteristiche originali, che vanta un pubblico non solo in Italia, ma anche in Francia, Germania, Svizzera, Spagna e Grecia.

Info azienda

Giordano Caffè 1938 – Via Burolo, 22- 10015 Ivrea Tel. 0125.617626 Mail. giordano@giordano1938.it -Web. www.giordano1938.it Per saperne di più cliccare qui.

Lavazza e Green Mountain Coffee Roasters firmano l’accordo per portare l’espresso negli Stati Uniti

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Il logo di Lavazza Group

TORINO – Era già scritto nell’accordo siglato in agosto al momento dell’acquisto da parte di Lavazza del 7 per cento delle azioni di Green Mountain Coffee Roasters. E la stessa società americana lo aveva ripetuto mercoledì nel terzo dei capitoli collegati alla presentazione del bilancio trimestrale.

Presto la conferma da Torino: è partito il percorso della nuova tappa dell’alleanza di Lavazza con GMCR per portare l’espresso italiano, e soprattutto il cappuccino che oltre oceano ha tantissimi appassionati consumatori, nelle case degli americani – Usa e Canada – a partire dal prossimo anno.

La partnership tra Lavazza e Green Mountain Coffee Roasters

Il tutto in collaborazione con il settore macchine a cialde della canadese Keuring, nel frattempo acquistate ed entrata nell’orbita Gmcr. Si tratta di un annuncio ancora più importante perché arriva dopo la notizia del nuovo stabilimento in India arrivato venerdì scorso.

Un approccio davvero globale questo di Lavazza e nelle prime settimane dell’anno. Anche se si tratta di intese alle quali Torino stava lavorando da tempo. Ecco il comunicato Lavazza.

A sei mesi dall’ingresso nel capitale di Green Mountain Coffee Roasters (agosto 2010), Lavazza ha firmato il 28 gennaio con GMCR e la divisione macchine a cialde Keurig, un accordo pluriennale di sviluppo e distribuzione per gli Stati Uniti e il Canada.

L’accordo

La firma è avvenuta negli stessi giorni dell’annuncio del nuovo stabilimento Lavazza in India, consolidando la strategia di espansione internazionale dell’azienda. L’accordo prevede che Keurig sia il distributore esclusivo delle nuove macchine firmate Lavazza- Keurig, che utilizzeranno il sistema a cialde Lavazza A Modo Mio dedicate al mercato della famiglia.

“Quest’alleanza è il naturale risultato dell’investimento di Lavazza in GMCR siglato lo scorso agosto – spiega Gaetano Mele, amministratore delegato dell’azienda torinese – e rappresenta il banco di prova per testare le sinergie di due grandi aziende al lavoro per un ambizioso obiettivo comune: promuovere in maniera significativa il consumo casalingo di caffè, in un mercato dalle grandi potenzialità come quello nordamericano.”

I nuovi sistemi a cialde Lavazza-Keurig saranno disponibili negli Usa e in Canada nel 2012. Lavazza si avvarrà della forza distributiva, della credibilità e della conoscenza del mercato di Keurig, che oggi detiene oltre l’80% del porzionato in Nord America.

Le macchine saranno in grado di produrre non soltanto l’espresso perfetto ma anche l’autentico cappuccino italiano a base di latte fresco.

Già allo studio, tra le due aziende, una possibile collaborazione oltre i confini nord americani, in alcuni mercati selezionati, dove Lavazza potrebbe distribuire i sistemi a cialde Keurig. L’accordo prevede infine una stretta collaborazione in area tecnologica, per lo sviluppo della macchina oggetto del contratto di distribuzione appena siglato, e per i modelli futuri.

Lavazza peraltro sta investendo risorse significative in ricerca e sviluppo come dimostrano anche la recente apertura dell’Innovation Center e gli accordi con il Politecnico di Torino.

La notizia dell’accordo è stata resa nota in occasione della presentazione dei risultati di GMCR per il primo trimestre dell’anno fiscale 2011, che annuncia un fatturato di 575 milioni di dollari USA (circa 417 milioni di euro) in crescita del 67% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Starbucks: Howard Schultz raddoppia i propri emolumenti guadagnando 22 milioni di dollari

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Il logo di Starbucks

SEATTLE – Nemmeno i rigori del clima invernale, quest’anno particolarmente rigido, hanno scoraggiato la frequentazione di caffetterie e coffee shop da parte dei sudditi di sua maestà britannica. Lo testimoniano i risultati di gestione ottenuti nel quarto trimestre dell’anno solare 2010 da Starbucks, che ha registrato – per riprendere le parole del direttore esecutivo di Starbucks UK & Ireland Darcy Willson-Rymer – una sano tasso di crescita a una cifra per quanto riguarda le vendite like-for-like (al netto delle aperture e delle chiusure, ndr.) nei tre mesi conclusi a dicembre.

La crescita di Starbucks

“È indice della forza del nostro business il fatto che le vendite siano cresciute di nuovo nonostante il tempo pessimo” ha affermato Willson-Rymer aggiungendo: “I nostri baristi hanno lavorato duro per offrire un servizio eccezionale ed è giusto quindi che condividano i frutti di questo successo”.

Una riconoscenza che verrà dimostrata in modo tangibile. A titolo di gratifica per i risultati ottenuti, gli addetti di Starbucks riceveranno infatti azioni gratuite per un valore compreso tra le 370 e le 500 sterline per persona.

L’incentivo ai dipendenti

La compagnia ha reso noto che la misura andrà a beneficio di 6.700 dipendenti in UK e riguarderà anche gli occupati a part-time. Tale incentivazione sostituisce un precedente programma di stock option scarsamente recepito dai dipendenti. Willson-Rymer ha annunciato inoltre investimenti in nuovi locali e format destinati a vedere la luce nel corso dell’anno.

Tra questi il primo locale di prossimità, che aprirà i battenti a Soho, in una palazzina georgiana totalmente ristrutturata, i cui allestimenti saranno coerenti con lo stile architettonico dell’immobile.

Annunciato anche il lancio, nella zona est di Londra, del primo locale walk through, senza sedie né spazi per consumare all’interno, la cui superficie sarà di appena 5 metri quadrati. I dipendenti britannici brindano alle gratifiche di fine anno, ma il primo a festeggiare è il ceo e presidente di Starbucks Howard Schultz.

Secondo calcoli resi noti dalla stampa, Schultz avrebbe percepito nel 2010 emolumenti totali per quasi 22 milioni di dollari, incrementando il proprio compenso del 45% rispetto all’anno precedente.

Oltre a uno stipendio di 1,3 milioni di dollari (il doppio del 2009), il carismatico business man statunitense ha intascato 3,5 milioni in equity compensation e 16,7 in azioni e stock option, nonché ulteriori indennità e benefit per alcune centinaia di migliaia di dollari.

Come riferito la settimana scorsa, Starbucks ha chiuso il primo trimestre dell’esercizio fiscale 2011 (conclusosi il 2 gennaio) con profitti in salita del 44% e il fatturato in crescita dell’8%.

Tè e caffè sono il carburante del lavoratore inglese

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Una tazza di tè fumante (Licensed by Pixabay)

LONDRA – Le bevande calde rimangono il carburante della giornata lavorativa britannica. Lo conferma un sondaggio condotto da un sito specializzato inglese dal quale risulta che il lavoratore medio di oltremanica beve 4 tazze al giorno di tè o caffè, per un totale di 20 tazze alla settimana (considerando una settimana lavorativa di 5 giorni) e 1.040 tazze all’anno.

Ipotizzando un contenuto medio di 250 ml per tazza, ciò equivale a quasi 12 mila litri di tè o caffè nell’arco di una vita lavorativa: abbastanza per riempire 60 vasche da bagno.

Tè e caffè nella quotidianità inglese

Il 58% degli intervistati ha dichiarato di consumare bevande calde sul posto di lavoro principalmente per abitudine.

Un ulteriore 36% ha sottolineato la dimensione sociale e di relax del coffee o tea break, che consente di staccare dal lavoro per qualche istante e fare una chiacchierata con i colleghi al di fuori della postazione operativa. Il 22% degli interpellati afferma che bere tè o caffè migliora le performance professionali.

Il 41% ritiene che li aiuti a rimanere vigili nell’arco della giornata. È interessante osservare come appena il 22% del campione sostenga di fare consumo di bevande calde anche a casa dopo il lavoro.

Rimaniamo in Inghilterra per riferire di uno studio compiuto da un team di psicologi della Bristol University, dal quale emerge una reazione diametralmente opposta, da parte di uomini e donne, quando vengono assunti grandi quantitativi di caffè in situazioni di forte stress, in particolare nell’assunzione di decisioni collegiali.

Lo studio e il sondaggio

A tale scopo, i ricercatori hanno selezionato un campione di 64 uomini e donne. Sono state costituite delle coppie di persone dello stesso sesso alle quali sono stati assegnati dei compiti da svolgere, tra i quali una serie di test volti a rilevare l’efficienza mentale e mnemonica, ma anche le capacità di mediazione tra posizioni diverse nell’ambito di una trattativa.

Per accrescere lo stress, è stato detto ai partecipanti che avrebbero dovuto anche riferire a fine esperimento sull’esito delle attività svolte. A ciascuna delle copie monitorate sono state somministrate tazze di caffè normale o decaffeinato, senza rivelare naturalmente se si trattasse dell’uno o dell’altro.

I risultati hanno evidenziato una chiara disparità di risultati tra uomini e donne nell’operare sotto stress dopo aver assunto un certo dosaggio di caffè caffeinato. Per completare lo stesso puzzle gli uomini hanno impiegato mediamente una ventina di secondi in più, le donne un centinaio di secondi in meno. Gli psicologi imputano tale divario alle differenze di genere nella risposta allo stress.

Le differenze tra i generi

In particolare alla tendenza dell’uomo a rispondere secondo il modello fight or flight (combatti o scappa) mentre i comportamenti femminili sono improntati al modello tend and befriend (prenditi cura e sii amichevole), che privilegia la collaborazione nel cercare di risolvere un problema.

Per questo motivo – osservano i ricercatori in una sintesi dello studio pubblicata sul Journal of Applied Social Psychology – fornire quantità illimitate di caffè durante delle riunioni ad alto livello potrebbe non essere una buona idea, specialmente se i partecipanti sono in maggioranza uomini. Essi infatti potrebbero essere inconsciamente indotti, in condizioni di forte stress, a sabotare la partnership creata per risolvere il problema.

“Molte di queste riunioni, comprese quelle in cui vengono adottate importanti decisioni militari o di altro tipo, vedono spesso una presenza prevalente degli uomini – proseguono gli studiosi – E poiché la caffeina è l’eccitante più diffusamente consumato nel mondo, le implicazione globali sono potenzialmente devastanti”.