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martedì 26 Novembre 2024
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A San Valentino c’è una dieta per il cuore con il cioccolato fondente

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cioccolato della vecchia degustazione saimura san valentino
Diversi tipi di cioccolato

MILANO – A San Valentino non può esserci spazio per i problemi di cuore. E perché la nostra pompa vitale sia sempre arzilla l’uso, sia pure senza esagerare, del cioccolato torna sempre utile. Ed è bello averlo potuto scoprire il giorno di San Valentino. Perché anche nel giorno più romantico dell’anno è possibile seguire un’alimentazione sana ed equilibrata senza rinunciare ai piccoli piaceri del palato.

La dieta per San Valentino

Sono le linee guida dell’Osservatorio Adi-Nestlè che, proprio per il giorno di San Valentino, consigliava: “Regalatevi un dolce risveglio con una tazza di latte e cereali, preferibilmente integrali, che, a differenza di quelli raffinati, conservano tutte le parti del chicco. Contengono, inoltre, importanti nutrienti come vitamine, minerali e fibre. Questa combinazione è perfetta per iniziare la mattinata con gusto e buonumore. Aggiungere un frutto arricchirà il momento più importante della giornata”.

Dopo la colazione, l’osservatorio consiglia di dedicare “mezz’ora all’esercizio fisico. Rilassatevi grazie ai Cinque Tibetani, una serie di movimenti ai quali viene attribuito un potere rivitalizzante e riequilibrante. Inoltre, la pratica di questi esercizi rappresenta indubbiamente un ottimo connubio tra stretching, respirazione e rilassamento.

E ancora: “Fra i due pasti principali, coccolatevi con del cioccolato fondente- spiega Giuseppe Fatati, direttore scientifico dell’Osservatorio Adi-Nestlè sugli stili di vita- oltre a essere buono è anche un prezioso alleato della nostra salute. Un recente studio, pubblicato sulla rivista Circulation, ha valutato gli effetti dell’assunzione regolare di dosi moderate di cioccolato fondente. Il risultato? Il rischio di sviluppare un’insufficienza cardiaca si riduce fino al 30%”.

Mangiare cioccolato fondente, in modo moderato infatti, favorisce il rilascio di sostanze che influiscono positivamente sul tono dell’umore. E per un pranzo e una cena all’insegna del romanticismo, meglio privilegiare piatti a base di pesce, raffinati, leggeri e salutari.

Da non dimenticare, infine, l’attività motoria: camminare quotidianamente, per almeno 30 minuti, con un ritmo sostenuto è una buona abitudine da associare a una corretta alimentazione.

Ecco i tipi e le qualità di tè Oolong, verde, nero e Pu-Erh Oolong

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Una tazza di tè fumante (Licensed by Pixabay)

MILANO – I tè Oolong sono tè tradizionali cinesi che hanno subito un’ossidazione a metà tra il tè verde e il tè nero. Hanno un sapore più vicino ai tè verdi che i neri, ma non hanno nè il dolce aroma dei tè neri, né il sapore fresco erbaceo dei verdi. Gli Oolong variano molto i loro aromi e sapori in funzione del grado di ossidazione, che può essere molto vicino o lontano da quello dei neri (20%-80%, e dipende esclusivamente dalla decisione del maestro del tè che ordina la l’interruzione della fermentazione con la scottatura che fissa e stabilizza tramite il calore).

Tè Oolong

Possono essere confezionati arrotolando le lunghe foglie, oppure pressati in forme diverse come palline, simili al Gunpowder. Oolong più comuni: Tie Kuan Yin, Oriental Beauty (quello “punto dalla mosca”, molto ossidato, aromi di frutta matura), Da Hong Pao, Dong Ding. Abbassa il colesterolo, è antiossidante.

Tè verde

I tè verdi sono quelli che hanno subito la minima (nulla) ossidazione durante la lavorazione (il tè bianco è non ossidato e deriva dalla raccolta dei germogli non ancora schiusi). Sono originari quasi esclusivamente della Cina, e molto consumati anche in Giappone e Medio Oriente.

Di recente si sono diffusi anche in Occidente, dove tradizionalmente si consuma tè nero.

Tè verdi più comuni: Pi Luo Chun, Long Jing, Mao Feng, Liu Guan Pian, Gunpowder, Sencha. Il Gen Mai Cha (Genmaicha) è il tè che fu dei contadini poveri, misto di pop corn e riso soffiato, con un sapore tostato. I tè verdi hanno proprietà antiossidanti.

Tè nero

I tè neri sono molto più ossidati degli oolong, verdi e tè bianchi. I tè neri sono più forti nel gusto e contengono più caffeina che quelli meno ossidati. (la caffeina e la teina sono la stessa molecola). In Cina il tè nero indica i tè post-fermentati, come i Pu-erh.

Originariamente in Europa si importava tè verde, ma dal XIX secolo il tè nero diventa molto più popolare.

Tè neri comuni: Lapsang Souchong, Keemun, Golden Yunnan Assam, Darjeeling, Nilgiri, Ceylon.

Tè Pu-Erh

I tè Pu-erh sono fatti da foglie molto grandi di Camellia, e possono essere trovati a diversi gradi di invecchiamento e ossidazione.

Lo Sheng Pu-erh è un tè che si può classificare in quanto ad ossidazione come un tè verde, e il Shou (variante invecchiata) come un tè post-fermentato. Può essere consumato immediatamente o anche dopo molti anni di invecchiamento.

I tè Pu-erh infatti sono classificati, come i vini, per invecchiamento e zona di produzione. Possono essere confezionati in foglie sfuse o in dischi pressati come torte, da tagliare, il che consentiva e consente ottima conservazione e comodità nel trasporto.

Qui trovate la ricetta migliore per preparare il rosolio di caffè

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mercati del caffè rosolio contraffatto
Chicchi di caffè torrefatto

MILANO – Ecco una ricetta per preparare un liquore non molto noto ma squisito. Gli ingredienti di questo rosolio di caffè sono semplicissimi: caffè in grani, alcool, acqua e zucchero. La sapienza nel preparare i liquori in casa si traduce in giusti tempi di macerazione e di invecchiamento della bevanda prima di essere degustata.

In questo caso, il rosolio a base di caffè, richiede circa una settimana di preparazione e un mese di attesa.

Alla fine il risultato sarà un liquore casalingo che farà concorrenza al classico limoncello o ad altri liquori digestivi che si servono a fine pasto.

Ingredienti per il rosolio di caffè: 250 g di chicchi di caffè, 1 kg di zucchero, 750 ml di alcool a 90°, 1 l di acqua.

Preparazione del rosolio al caffè

1) Pestare finemente i chicchi di caffè in un mortaio; poi mettere il pesto in un contenitore a chiusura ermetica versandoci l’alcool. Lasciar macerare per 5 giorni scuotendo il contenitore almeno una volta al giorno.

2) Alla fine dei 5 giorni, preparare uno sciroppo a base di acqua e zucchero in un pentolino a fiamma media. Lasciar raffreddare e in seguito unirlo al liquido di macerazione. Mescolare e lasciar riposare per ancora 2 giorni.

3) Filtrare poi il liquido utilizzando un canovaccio di tela (che strizzerete per bene) ed imbottigliare. Aspettare un mese almeno prima di degustare il rosolio.

Per saperne di più cliccare qui.

Capelli lucidi grazie al caffè: ecco la ricetta

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

MILANO – Una lettrice ci ha segnalato questo testo trovato nel blog Che donna. Ecco quindi la ricetta per ottenere capelli brillanti: basterà una semplice tazzina di caffè dopo lo shampoo. Leggiamo di seguito l’articolo di benessere personale pubblicato su blog Che donna.

Il legame tra il caffè e i capelli

Quando la nonna ci diceva che per ottenere capelli lucidi bastava ricorrere ad un po’ d’aceto noi, la maggior parte delle volte, eravamo disposte a rinunciare ad una chioma abbagliante pur di non dover pagare il prezzo dell’odore, a dir poco sgradevole, che ci avrebbe perseguitato fino al prossimo shampoo.

L’alternativa però c’è e inoltre ha dalla sua parte il caldo aroma del caffè: versando infatti, dopo lo shampoo, una tazzina di caffè sui capelli e lasciandola in posa per pochi minuti otterrete una luminosità senza controindicazioni.

Se l’aroma del caffè non fosse di vostro gradimento potrete anche concedervi un risciacquo (ovviamente senza balsamo). Il cattivo odore ha smesso di essere un ostacolo alla lucentezza della nostra chioma. Per saperne di più cliccare qui.

India: consumi di caffè in crescita nelle aree non tradizionali

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Lavazza in India
La bandiera indiana

MILANO – Tipicamente diffuso soprattutto al sud, il caffè sta prendendo piede anche negli altri stati dell’India. Lo testimoniano recenti statistiche secondo le quali, tra il 2003 e il 2008, i consumi sono cresciuti di quasi 20 volte nelle aree non tradizionali, contro un tasso di incremento annuo del 2,5% registrato negli stati meridionali.

I consumi di caffè in India

Un contributo essenziale è giunto dal successo, soprattutto tra i più giovani, di catene di caffetterie quali Café Coffee Day, Barista (di proprietà della Lavazza) e Costa Coffee, senza dimenticare l’ormai prossima discesa in campo della stessa Starbucks.

“Gli indiani sono tradizionalmente grandi consumatori di tè, ma sta prendendo piede anche il caffè e ciò principalmente per merito dei coffee shop” ha dichiarato recentemente il ceo di Costa Coffee Santhosh Unni a giudizio del quale il quale il trend attuale proseguirà per almeno altri 3-4 anni.

Secondo il Coffee Board of India, i consumi in tutto il paese sono cresciuti, nell’arco del decennio trascorso, al ritmo del 6% annuo, segnando progressi significativi anche sul piano della qualità, con una diffusione crescente dei prodotti a base di arabica.

Etiopia: inaugurato il Museo nazionale del caffè a Bonga

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La bandiera dell'Etiopia minilik
La bandiera dell'Etiopia

ADDIS ABEBA, Etiopia – L’Etiopia inaugurerà il Museo nazionale del caffè, il primo al mondo e organizzerà una mostra che per il luogo avrà un significato molto particolare: questo perché la struttura è ospitata nella città di Bonga, capoluogo della regione delle Nazioni, Nazionalità e Popoli del Sud, nella zona sud-orientale dell’Etiopia, ritenuta il luogo originario della coltivazione della pianta del caffè.

Il Museo nazionale del caffè dell’Etiopia

Il responsabile per la Cultura dell’amministrazione comunale, Assefa Gebremariam, ha spiegato ai media locali che il costo stimato per la realizzazione del museo si aggirerà attorno a 1,2 milioni di euro. Accanto alla struttura sorgerà un centro per le ricerche sul caffè oltre a locali per mostre e convegni, e a un ristorante.

Assefa ha assicurato infine che i costi del museo “sono stati coperti da donazioni di cittadini e da fondi messi a disposizione dall’amministrazione comunale”.

Ecco il ritorno del marchio motociclistico Fantic Motor grazie al titolare della Elektra macchine per il caffè

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Il logo Elektra

TREVISO – Ritorno del marchio Fantic Motor, la storica casa produttrice di motociclette da 50 e 125 cmc enduro e trial degli anni ’70, nel mondo del motociclismo. Il merito è della Elektra, casa produttrice di macchine da caffè professionali, che ha rilevato il marchio. La decisione è stata di Federico Fregnan, titolare e amministratore delegato della Elektra, che delle due ruote è un appassionato oltre che ex pilota.

Elektra rileva il marchio Fantic Motor

Il marchio Fantic Motor era andato all’asta nel 2004, ed alla battuta c’erano molti competitors: anche Aprilia fra gli altri.

L’ha spuntata Elektra, insieme a Key Line, produttrice di chiavi. E dal 2006 è iniziata la produzione di soli modelli da 50 e 125 cmc, enduro e motard. Ma da quest’anno Fantic Motor intende entrare a far parte delle grandi, con i nuovi modelli da fuoristrada Caballero 125, 250 e 300 cmc, liquid cooler due tempi.

Le nuove Caballero sono proposte nelle versioni enduro pronto gara, oppure, per le sole 125, nella versione standard con allestimento motard. I motori sono spagnoli (Gas Gas), i telai sono a traliccio innovativi in materiale ultraleggero, in cormo molibendo.

E a Parma ritorna l’evento Cioccolato Puro

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Il municipio di Parma (immagine: Pixabay)

PARMA – Da venerdì 18 febbraio a domenica 20 ritorna a Parma l’evento organizzato da CNA e Acai, con la coorganizzazione del Comune di Parma, il patrocinio della Provincia di Parma, il contributo di Banca Monte Parma, Camera di Commercio ed Ecipar, e con il supporto di Edicta Eventi aprirà venerdì 18 febbraio in Piazza Garibaldi, la terza edizione della kermesse Cioccolato Puro, appuntamento organizzato da CNA Parma in collaborazione con Acai, dedicato al più goloso prodotto della tradizione artigianale: il cioccolato.

L’evento Cioccolato Puro a Parma

Quattordici gli spazi elegantemente allestiti che per tre giorni ospiteranno i migliori maestri cioccolatieri e le eccellenze provenienti da ogni parte d’Italia che presenteranno al pubblico il meglio delle loro produzioni.

Piazza Garibaldi ospiterà inoltre un laboratorio nel quale si potrà assistere alle varie fasi della lavorazione del prodotto partendo dal cacao grezzo per concludere con la creazione di vere e proprie sculture a base di cioccolato.

Per tutta la durata dell’evento il pubblico potrà assistere alla lavorazione del prodotto, ammirare le creazioni che saranno realizzate ed esposte, acquistare il meglio delle produzioni e degustare alcune prelibatezze offerte dai maestri cioccolatieri.

A completare il programma di proposte nelle giornate di sabato e domenica verranno organizzati momenti di animazione e intrattenimento in collaborazione con Minimondi, con l’associazione culturale Googol, con la compagnia TraAttori e le scenografie realizzate dalla Tribù del Cucù.

Verranno inoltre organizzate interviste e riprese ai passanti realizzate dai giornalisti della Casa Editrice Edicta e scatti fotografici a cura dei professionisti dell’Unione CNA Comunicazione.

Anche i bar della Piazza aderiranno con iniziative a tema. L’obiettivo dell’evento è far cogliere al consumatore non solo la bontà del cioccolato puro, prodotto utilizzando soltanto burro di cacao come unico grasso vegetale, ma anche far conoscere l’aspetto artistico che si cela dietro ad uno dei prodotti più consumati e amati dalla popolazione italiana.

L’evento vuole offrire ai visitatori una vera esperienza che abbia come protagonista il cioccolato in tutte le sue declinazioni per sottolineare ancora una volta come le produzioni artigianali siano talmente ricche di tradizione, qualità e versatilità da non temere il confronto con nessun altro genere di prodotto.

Perugina: il Comune di Milano chiude le porte della Galleria ai Baci per San Valentino

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Il logo Perugina

MILANO – Una notizia in controtendenza. Mentre tutti i comuni aprono a eventi e manifestazioni il Comune di Milano ha chiuso le porte della Galleria Vittorio Emanuele richiesta da Perugina per la festa degli innamorati. E’ successo che la settimana scorsa la Giunta Moratti ha negato l’autorizzazione all’evento che il noto marchio dei cioccolatini aveva programmato per oggi nelle gallerie monumentali di Roma, Napoli e Milano.

La decisione del Comune di Milano

Il motivo? Il salotto del capoluogo lombardo può ospitare solo iniziativa di qualità e soprattutto non ostentatamente commerciali, alcuni assessori hanno chiesto e ottenuto il ritiro in extremis del patrocinio, indispensabile per autorizzare l’evento.

“Sono contrario all’uso della Galleria per iniziative di natura esclusivamente commerciale – ha osservato l’assessore all’Arredo Maurizio Cadeo – soprattutto se sono così invasive”. Ma che cosa avrebbe organizzato di così invasivo il marchio del Gruppo Nestlé?

Da sabato a oggi nella Galleria di Milano sarebbe stato istallato un enorme riproduzione del famoso cioccolatino dove le coppie avrebbero potuto lasciare il loro messaggio d’amore.

Torino: compie tre anni il Caffè Basaglia che offre lavoro a chi ha problemi mentali

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La Mole Antonelliana, simbolo di Torino (immagine: Pixabay)

TORINO – Quando Giovanni Pastrone girò Cabiria, uno dei primi kolossal della cinematografia mondiale negli studi sulla Dora Riparia, non immaginava che un secolo dopo i suoi stabilimenti si sarebbero trasformati in un locale notturno che dà lavoro a pazienti con problemi psichiatrici, ragazze straniere vittime di tratta e detenuti. Leggiamo di seguito l’articolo di Raffaella Cosentino per il Redattore Sociale.

Il Caffè Basaglia a Torino

Il Caffè Basaglia, nato nel 2008 come circolo Arci dall’idea di un gruppo di sette volontari, è ormai una realtà conosciuta a livello internazionale che continua ad ampliare la sua sfera di azione sociale. “L’abbiamo chiamato così perché lo psichiatra Ugo Zamburru voleva dare concretezza alla legge Basaglia creando un’opportunità di lavoro a pazienti psichiatrici” spiega Vincenzo Di Dio, una delle anime del Caffè ed ex segretario regionale della Cgil.

I pazienti sono camerieri, barman, aiutocuochi. “Qui non c’è la perfezione del servizio, possono esserci disguidi – continua Di Dio – non è un vero locale commerciale, è come una casa un po’ allargata”.

Inclusione e superamento dei pregiudizi sono le parole chiave di questo locale ibrido, un po’ ristorante e bar, un po’ luogo di incontro culturale. Quindici pazienti segnalati dall’Asl 2 di Torino, con un’età compresa tra i 28 e i 47 anni, hanno l’occasione di alimentare contatti sociali che li portano a sensibili miglioramenti clinici. A loro si affiancano dipendenti e circa 50 volontari soprattutto dell’onlus VoI.P.I.

“Quando si è sparsa la voce, c’è stata una fila di famiglie che proponevano i loro congiunti ammalati” racconta ancora Di Dio. Al Caffè Basaglia lavorano anche alcune ragazze straniere vittime di tratta per un percorso di risocializzazione della durata di 30 giorni massimo.

Martedì prossimo partirà un nuovo progetto con una borsa lavoro per 3 mesi che vedrà l’inserimento di un detenuto 44enne con l’obbligo di rientro in carcere entro l’una di notte. Se l’esperimento avrà esito positivo, si rinnoverà il contratto per altri tre mesi con un impiego lavorativo di 30 ore la settimana.

“Equipo Basaglia” è il progetto sportivo del Caffè. Vi sono impegnati undici calciatori dilettanti con diverse nazionalità che hanno partecipato a tre edizioni del torneo delle comunità immigrate”Balon Mundial”.

Darfur, Senegal, Nigeria, Tunisia, Albania, Germania, Romania, Argentina, Brasile, Perù e Italia sono le nazioni rappresentate in squadra. Da questo esperimento ne è nato un altro, una squadra femminile di calcio a 5. Nel locale si beve solo acqua del rubinetto “per scelta di coerenza” e gli alimenti sono rigorosamente bio e di stagione. Il caffè viene acquistato dai contadini in Guatemala al prezzo di 36 dollari al sacco invece di 12 dollari come prevede il mercato. Quando arriva a Torino, viene tostato dai detenuti del carcere Vallette.

Il tutto autofinanziato e con i contributi iniziali di alcune donazioni, il progetto non usa contributi pubblici. Spesso vengo ospitate cene etniche con le quali si finanziano progetti come l’acquisto di pecore per alcune famiglie in Mozambico o la costruzione di un pozzo in Mali. Con una speciale attenzione verso l’America Latina, gli organizzatori del locale hanno spesso offerto sostegno e voce alle madri di Plaza de Majo e a quelle di Ciudad Juarez contro il femminicidio.