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martedì 26 Novembre 2024
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Ecco il progetto Rifiuti Zero in Ateneo con il contributo di Quarta caffè

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Quarta caffè notturno
La sede della Quarta Caffè

LECCE – Le buone idee non si fermano e si estende anche nel leccese il progetto promosso da CulturAmbiente e Università del Salento. Nelle case di Adisu Lecce saranno posizionati i bidoni per la raccolta differenziata donati da Quarta Caffè. Si tratta di “Rifiuti Zero in Ateneo”, promosso dall’associazione CulturAmbiente e dall’Università del Salento con l’obiettivo di promuovere la raccolta differenziata dei rifiuti in tutti gli edifici dell’ateneo.

Il contributo di Quarta Caffè

Il progetto ha già distribuito nelle mense, nei bar e negli uffici appositi cassonetti per la raccolta differenziata e compostiere domestiche diffuse nel Campus Ecotekne per la raccolta dell’umido da compostare e destinare al verde d’ateneo.

Ora il progetto si estende anche alle quattro Case dello studente di Adisu Lecce, con il posizionamento dei bidoni per la raccolta donati da Quarta caffè.

La nuova iniziativa è stata presentata in una conferenza stampa a Lecce, presso la Casa dello studente in via Adriatica (accanto uffici Adisu) alla quale ha partecipato anche Antonio Quarta.

Antonio Venturato accusato di concorrenza sleale da Mokarabia

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mokarabia
Il logo di Caffè Mokarabia

Mokarabia ha deciso di sporgere denuncia nei confronti di Venturato e Menapace, ora sul banco degli imputati perchè “in concorso tra loro miravano a impedire e turbare l’esercizio dell’attività commerciale dell’azienda”. Leggiamo di seguito i dettagli nell’articolo di Paolo Tagliente pubblicato su il portale Il Nuovo Trentino.

Lo scontro tra Venturato Caffè e Mokarabia

TRENTO – “La vostra azienda è allo sfascio, oberata dai debiti e vi conviene venire a lavorare con noi”. Questo, in sintesi, l’avvelenato messaggio che Antonio Venturato e Vito Menapace, rispettivamente patron e agente della Venturato Caffè, storica azienda trevisana di proprietà de La Coloniali srl, avrebbero pronunciato nel corso di un pranzo svoltosi il 4 gennaio del 2008 al ristorante Il Cacciatore di San Michele.

Al tavolo – e questo particolare li ha portati davanti al giudice – c’erano alcuni agenti di commercio di Mokarabia spa, azienda concorrente con sede a Granarolo dell’Emilia e di proprietà della famiglia Zanetti, operativi nell’area del Triveneto.

Venturato e Menapace – quest’ultimo era stato agente monomandatario di Mokarabia fino a pochi giorni prima – avrebbero detto che l’indebitamento della stessa Mokarabia si aggirava attorno ai 130 milioni di euro e che circa 1600 sacchi di caffè erano fermi in un deposito di Trieste, bloccati a causa dei debiti.

La denuncia

Per convincerli ad abbandonare il nemico, i due avrebbero anche detto agli agenti che l’Audi A8 del loro capo era stata pignorata, che il consiglio dei revisori rifiutava di approvare il bilancio se non dopo il versamento di 10 milioni di euro che attestassero la liquidità dell’azienda e che Mario Zanetti, presidente di Mokarabia, era il “re dei bugiardi”.

I guai sono cominciati pochi giorni dopo, quando qualcuno ha riferito quelle parole a Mario Zanetti e a suo figlio Marco, amministratore delegato, i quali hanno sporto denuncia nei confronti di Venturato e Menapace, ora sul banco degli imputati “perché, in concorso tra loro miravano a impedire e turbare l’esercizio dell’attività commerciale di Mokarabia”.

Il danno patrimoniale stimato è di 650 mila euro: nove agenti lasciarono Mokarabia, infatti, facendo perdere all’azienda decine di clienti. Nei giorni scorsi, davanti al giudice Giuseppe Serao, sono sfilati Marco Zanetti e diversi agenti di commercio, alcuni presenti al pranzo. Altri saranno ascoltati nella prossima udienza, già convocata per maggio.

La difesa di Venturato e Menapace punta a dimostrare che alcune diserzioni furono antecedenti al pranzo incriminato e che altri agenti se ne andarono sì, ma non da Venturato. Quel pranzo, insomma, secondo loro, non ebbe conseguenze negative per Mokarabia.

José Sette, direttore Ico non ha dubbi e annuncia: “Nel mondo non c’è abbastanza caffè”

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prezzi del caffè ico
Il logo dell'Ico

MILANO – Nonostante una produzione mondiale destinata a risalire, secondo le stime Ico, a un nuovo massimo storico di quasi 135 milioni di sacchi nel 2010/11, il reintegro delle scorte, ai loro minimi storici nei paesi produttori, sarà limitato e la situazione di mercato rimarrà problematica per il resto dell’anno.

Le stime Ico

Lo ha affermato l’attuale direttore ad interim dell’organizzazione londinese, il brasiliano José Sette, in un’intervista concessa nei giorni scorsi. “Nel mondo non c’è abbastanza caffè” ha dichiarato Sette aggiungendo che gli attuali alti livelli di prezzo hanno “fondamentali molto solidi”.

In merito alle giacenze mondiali, Sette ha reiterato la stima contenuta nell’ultimo rapporto mensile, secondo la quale le scorte iniziali dei paesi esportatori nell’anno in corso non dovrebbero aver superato i 13 milioni di sacchi, minimo storico nelle statistiche quasi cinquantennali dell’Ico.

Sono in calo anche le scorte certificate di New York e Londra, mentre gli stock dei paesi consumatori a settembre 2010 sono stimati dall’Ico in 19 milioni di sacchi. Una nota positiva giunge intanto dal Brasile, dove Comexim, uno dei più importanti esportatori del paese sudamericano, ha rivisto al rialzo la sua stima sulla produzione 2010/11 di oltre 2 milioni di sacchi, portandola da 53,10 a 55,35 milioni.

A motivare tale aggiustamento, la straordinaria performance dell’export brasiliano nella seconda metà dell’anno solare 2010. Sempre secondo Comexim, gli stock di riporto saranno su livelli bassissimi la prossima estate, prima dell’immissione nel mercato del nuovo raccolto, portando a una situazione ancora più critica.

L’esportatore brasiliano stima il raccolto 2011/12 in 47,5 milioni di sacchi, in calo del 14% sull’anno precedente.

Venditalia: tutto è pronto la Vending Cruise 2011

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Il logo Venditalia
Il logo Venditalia

MILANO – Venditalia Servizi, segreteria organizzativa di VenditaliaEsposizione internazionale della distribuzione automatica, promuove ed organizza un nuovo evento: Vending Cruise – Business on Board Vending Cruise 2011 rappresenta una formula decisamente innovativa per la International business community del Vending.

Un evento itinerante che si tiene dal 7 al 10 maggio 2011 a bordo di Costa Deliziosa, splendida nave di Costa Crociere.

Le date di arrivo e partenza in porto

07/05 Savona – 17:00 08/05 Barcellona 13:00 19:00 09/05 Ajaccio 13:00 19:00 10/05 Savona 9:00 – Vending Cruise 2011: “Fare Sistema per creare Valore”. Nei quattro giorni di navigazione il mondo del Vending sarà unito e coeso per creare quella unità d’intenti, quella condivisione di valori da tradurre in iniziative sul mercato a cui non è possibile dar vita nel frenetico dinamismo del salone fieristico.

Vending Cruise è quindi il naturale completamento di Venditalia, lo spazio fisico espositivo viene sostituito da incontri b2b, workshop tematici e una convention generale nei quali i protagonisti del Vending: fabbricanti di macchine e sistemi di pagamento, fabbricanti di prodotti e operatori si confrontano su come le novità presentate a Venditalia 2010 possono risultare fattori competitivi in termini di soluzioni tecnologiche, qualità dei prodotti, aggiuntivo valore del Vending.

Chi aderisce a questo progetto può davvero fregiarsi di essere protagonista del cambiamento che ridarà al vending la possibilità di solcare nuovi mari e scoprire un nuovo mondo per il suo futuro.

Lavazza lancia la nuova miscela Super Espresso

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IVS Lavazza Group logo convendum yak emilia coffee
Il logo di Lavazza Group

TORINO – La novità è di quelle importanti perché è assai poco frequente che produttori di caffè propongano una miscela tutta nuovo. Perché dietro il marchio Super Espresso, un nome che sintetizza il lavoro degli esperti torinesi, Lavazza propone al consumo domestico un inedito concentrato di intensità e gusto, vestito con una confezione completamente rivista nello stile.

La miscela Super Espresso di Lavazza

Ma cominciamo dalle caratteristiche di Super Espresso come lo presenta l’azienda che l’ha messa a punto con un lungo lavoro di assaggi e selezioni di origini differenti: un espresso intenso, rotondo, cremoso, 100 per cento arabica.

In altre parole questa nuova miscela premium Lavazza la dedica ai veri intenditori del caffè perché parla di eccellenza e di piacere quotidiano.

Alla sostanza in tazza si unisce anche la forma e, alla perfezione di gusto, l’estetica ricercata di una confezione.

La nuova confezione Super Espresso Lavazza esclusiva è fatta di abbinamenti caldi e avvolgenti come il bordeaux e il nero: al centro, una tazzina dorata a rappresentare l’esclusività, la raffinatezza e lo stile di questo Super Espresso.

Si tratta di una nuova specialità che racchiude l’esperienza ultracentenaria dell’azienda torinese e che si posiziona come top di gamma tra le miscele espresso casa Lavazza e si rivolge a un pubblico attento alla qualità che quotidianamente desidera gustare l’eccellenza dell’espresso.

Alla nuova miscela Super Espresso si accompagna il restyling delle confezioni delle miscele espresso casa Crema e gusto, Espresso famiglia e Espresso qualità oro che, nel loro nuovo look, pongono al centro la forza e l’autorevolezza del marchio Lavazza, facendo emergere da ogni confezione l’italianità e la qualità del marchio.

Lavazza con quest’operazione conferma il proprio legame con la tradizione del caffè all’italiana e l’interesse a investire energie e risorse nel segmento retail, per offrire agli intenditori di gusto la qualità unica delle miscele Lavazza.

Gli Energy Drink nel mirino delle critiche sulla salubrità, la replica dei produttori: “Si tratta di cattiva informazione”

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Lattina di Red Bull energy drink
Lattina di Red Bull

MILANO – Attenzione agli energy drink, alcune bibite possono essere estremamente pericolose per bambini e adolescenti, a tal punto che il loro consumo andrebbe rigidamente regolamentato e limitato come per l’alcool, il tabacco e i farmaci con ricetta. Il monito viene da uno studio medico pubblicato sulla rivista Pediatrics e ripreso con grande clamore in Gran Bretagna dal quotidiano Daily Mail.

Il pericolo degli energy drink

Alcuni dei prodotti per dare energia, sostiene la ricerca, che è firmata da illustri scienziati, hanno un contenuto di caffeina elevatissimo, quattro o cinque volte più forte delle più comuni bevande gassate. Sotto accusa tra l’altro una nota bevanda molto venduta e pubblicizzata anche in Italia con lo slogan “ti mette le ali”.

Tra le conseguenze negative causate dalla dose massiccia di caffeina, sostengono i ricercatori, figurano palpitazioni cardiache, attacchi epilettici, infarti e addirittura morte improvvisa.

In particolare sarebbero ad alto rischio i soggetti affetti da diabete o disturbi comportamentali. “Noi scoraggiamo l’uso di queste bevande da parte di bambini e ragazzi”, afferma il pediatra Stephen Lipshultz dell’istituto di medicina dell’Università di Miami, autore dello studio. Le bevande energetiche, spiega, non hanno effetti terapeutici, e molti ingredienti sono sottostudiati e non regolati.

La replica dei produttori

Non ci stanno naturalmente i produttori di tali bibite, secondo cui la ricerca “non fa altro che perpetuare la cattiva informazione sugli energy drink e gli ingredienti che li compongono”. Così si è pronunciata Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta, tutela e assiste le imprese italiane produttrici di bevande analcoliche.

In Italia, ricorda Assobibe, la quantità di caffeina presente nella maggior parte degli energy drink confezionati in lattina da 250ml in commercio ”è simile a quella presente in una tazzina di caffè”. Su tutti gli energy drink in commercio in Italia inoltre, in conformità alla legislazione europea vigente – aggiunge l’associazione – “è riportata in etichetta la quantità di caffeina contenuta ed è presente una chiara indicazione ‘tenore elevato di caffeina’ ”.

Assobibe ricorda che “la stessa Food and drug administration, l’organismo Usa che controlla cibi e farmaci, ha concluso che non esistono prove che l’uso di caffeina nelle bevande abbia effetti negativi sulla salute, e più di 140 Paesi ne consentono l’uso a differenti concentrazioni, nelle bibite” e conclude però ricordando che “come per il caffè, le bevande contenenti caffeina non sono consigliate a persone particolarmente sensibili, tra le quali i bambini”.

Ravenna: rincari in arrivo per la tazzina ma non tutti i bar sono d’accordo

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Il prezzo del caffè al bar

Nella grande maggioranza dei bar al centro di Ravenna il caffè passerà da 1 a 1,10 euro. Il prezzo della tazzina era fermo a 1 euro da quasi quattro anni e per gli amanti del caffè era una cifra comoda ma tutto questo è destinato a cambiare. Leggiamo di seguito l’articolo pubblicato sul portale Romagna Noi.

L’aumento del prezzo del caffè a Ravenna

RAVENNA – E’ questione di giorni, poi, nella maggior parte dei bar del centro e a seguire in quelli delle zone più periferiche, il costo della tazzina di caffè passerà da 1 a 1,10 euro. Era solo questione di tempo perché anche a Ravenna succedesse quello che già prima della fine del 2010 era successo a Cesena, Bologna o Faenza.

“Siamo gli ultimi che vorrebbero aumentare il prezzo, ma i costi sono lievitati”, ha spiegato Gabriele Cerboni de La tazza d’oro. “Dal 1º gennaio tutti i torrefattori hanno aumentato, o lo faranno a breve, di svariati euro, il costo al chilogrammo del caffè, perché a loro volta hanno subito aumenti della materia prima”.

Il prezzo della tazzina era fermo a 1 euro da quasi quattro anni e per gli amanti del caffè era una cifra anche comoda: si entrava al bar con la monetina pronta, senza la necessità di dare o ricevere centesimi di resto.

Ma questa abitudine dovrà presto cambiare. Per il prezzo del caffè non esiste un tariffario, ogni esercente può, in teoria, praticare i prezzi che vuole quando vuole, ma questa libertà si scontra, secondo Cerboni, con l’aumento generalizzato dei costi.

“Non solo il caffè ha subito aumenti, ma anche brioche e pizzette, perché è salito il costo della farina. E poi ci sono le utenze. Ribadisco, anche per noi è un grande dispiacere aumentare il prezzo del caffè, ma è l’unico modo per mantenere alta la qualità del servizio, perché l’alternativa era utilizzare una miscela più scadente”.

Insieme ai rincari generalizzati, poi, Cerboni ha posto in evidenza un cambiamento delle abitudini di consumo.

“Qualche anno fa era facile vedere clienti che prendevano al bar 3-4 caffè. Oggi l’80% ne prende due”. C’è anche chi i prezzi, proprio per questa ragione, li ha già ritoccati tempo fa. “Da circa 6 mesi – ha aggiunto Franco Rondinelli del bar Mosaico – ho messo il caffè macchiato 1,20 euro, perché ci sono materia prima e manodopera in più”.

Il prossimo aumento a 1,10 della tazzina semplice viene ritenuto giustificato “indipendentemente dall’aumento dei costi, perché il prezzo è fermo da anni e sempre più persone chiedono il macchiato”.

I pareri sono discordanti

Non tutti gli esercenti sono d’accordo con l’aumento del prezzo del caffè e annunciano resistenza a oltranza. In centro storico, un caso storico è quello del bar Belli. “Su questo tema ho davvero il dente avvelenato – spiega Dora Falchetti, una dei titolari -. Già due anni fa, quando tutti portarono il prezzo a 1 euro, io lo portai a 90 centesimi.

Noi abbiamo aderito alla campagna del Comune “Brava! Ravenna attenta ai prezzi” e al massimo lo porteremo a 1 euro. Non è vero che non c’è libertà di manovra. Se si lavora tanto, si ha potere di decidere il prezzo”.

Uscendo dal centro, sulla stessa linea si trova il Caffè della Lirica. “Non abbiamo intenzione di aumentare né il caffè normale né il caffè macchiato né quello deca – ha affermato Roberta, la titolare -. Siamo sempre stati gli ultimi ad aumentare i costi fortunatamente la torrefazione da cui ci forniamo, e con la quale abbiamo un rapporto di 35 anni, ci garantisce un buon prezzo. Di rincari, da noi, se ne parlerà tra un anno, un anno e mezzo”. Fonte: Romagna noi

National Geographic ospite nello stabilimento illycaffè di Trieste per il documentario sulle aziende alimentari italiane

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Gruppo Illycaffè polo gusto illy illetta
Il logo illycaffè

TRIESTE – Come per una delle capitali del mondo o un santuario della natura. Succede che le telecamere del canale National Geographic, che in Italia è diffuso attraverso il canale 403 di Sky, sono ospiti dello stabilimento illycaffè di Trieste per le riprese del documentario dedicato a una delle aziende alimentari del nostro Paese più note del mondo.

Il programma ha già il titolo: I segreti del caffè italiano raccontati da National Geographic Channel. Le telecamere hanno inquadrato la selezione dei chicchi di caffè della migliore qualità e hanno illustrato le innovative tecniche utilizzate durante il processo lavorativo.

National Geographic insieme a illycaffè

Ma non è tutto. National Geographic Channel è entrato nei laboratori della illy, fra i quali AromaLab dove si studia il profilo aromatico del caffè, gli elementi chimici che lo compongono, le tecniche per valutare la qualità del caffè verde e di quello tostato, fino alle condizioni ottimali del prodotto. Lo spettatore potrà infine visitare l’Università del caffè di Trieste, il centro di eccellenza creato da illy per promuovere e diffondere la cultura del caffè di qualità, in Italia e nel mondo.

In onda su National Geographic Channel in primavera, il documentario farà parte della serie megafabbriche, dedicata ad alcune delle realtà di maggior prestigio del nostro Paese, tutti riconosciuti e ricercati simboli del made in Italy nel mondo.

Finalmente svelata la ricetta della Coca Cola: presenti vaniglia e lime

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Il logo della Coca-Cola

ATLANTA (Stati Uniti) – La leggenda vuole che la ricetta segreta della Coca Cola da oltre un secolo sia custodita in una cassetta di sicurezza di una banca forse americana, forse svizzera, protetta come se fosse il Santo Graal. Solo due dipendenti del colosso di Atlanta la conoscono. Il programma più seguito di una radio di Chicago, This American Life, l’ha resa nota al mondo.

La ricetta della Coca Cola

Ha informato i suoi ascoltatori di aver scoperto la ricetta segreta della Coca Cola, e l’ha pubblicata integralmente sul suo sito. A metterla a punto – e questo è storia – fu un medico americano, John Pemberton, che nel 1886 calcolò con rigore assoluto le esatte dosi di acqua, zucchero, caramello, caffeina, vaniglia, acido citrico e un non meglio precisato fattore X grazie al quale si realizza il magico equilibrio capace di trasformarsi nel sapore di Coca Cola.

Indiscrezioni vogliono che quella ricetta sia custodita come uno dei segreti industriali più protetti al mondo.

Il segreto svelato

This American of Life ha invece rivelato il grande segreto: gli ingredienti esatti della Coca Cola furono pubblicati nel 1979, senza alcun clamore, a pagina 28 di un giornale locale di Atlanta, l’Atlanta Journal-Constitution, la cui redazione ha la sede proprio nella stessa zona in cui si trova il quartier generale del colosso mondiale delle bibite e quindi gode di fonti d’informazione privilegiate.

Sul quotidiano, voce per voce, ecco gli ingredienti della Coca Cola: estratto di coca, acido citrico, succo di lime alla vaniglia, caramello, caffeina, zucchero e acqua.

Più sette fattori x: olio d’arancia, alcool, noce moscata, olio di limone, coriandolo, cannella e neroli (olio essenziale che si estrae dai fiori dell’arancio amaro). Questa – rivelò il giornale allora e ha ribadito la radio – è la spina dorsale della Coca Cola. Riprendendo esattamente quando pubblicato dal giornale di Atlanta, This American Life pubblica sul sito anche le dosi, che combaciano perfettamente con quelle della foto della presunta ricetta originale di Pemberton, pubblicata in un libro di Storia del 1992, intitolato “Per Dio, la Patria & la Coca-Cola”.

Gli ingredienti sono gli stessi: alcool mischiato a 20 gocce di olio arancia, 30 di olio di lime, 10 di olio di noce moscata, 5 di olio di coriandolo, 10 di olio di cannella e 10 di olio di neroli. Cambiano soltanto le quantità: il presunto originale riporta ogni dose in misura quattro volte superiore alla ricetta di Pemberton. Ma il dosaggio complessivo è identico.

Il settore in lutto per la morte di Antonino Battaglia, Fipe: “Gli esercenti sono troppo spesso lasciati soli al loro destino”

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Fipe -Confcommercio buoni pasto inflazione donne ristorazione
Il logo Fipe

ROMA – Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi, l’associazione di riferimento del settore dei bar e caffetterie italiani, è simbolicamente in lutto per la morte di Antonino Battaglia, il barista di Taurianova (Reggio Calabria) colpito domenica scorsa con uno sparo di pistola da parte di un quindicenne.

La notizia del decesso è stata appresa con commozione e sconcerto dai vertici federali soprattutto per le modalità con cui si sono svolti i fatti.

Il commento di Fipe sulla morte di Antonino Battaglia

La Federazione commenta: “Gli esercenti sono troppo spesso lasciati al loro destino. Si trovano in mezzo alla piazza e sono esposti a mille pericoli. Sono coloro che contribuiscono a dare sicurezza alla cittadinanza con le loro insegne, la loro presenza e l’alto senso di responsabilità civile, ma non sempre ricevono lo stesso tipo di attenzione da parte di chi dovrebbe vigilare soprattutto nelle zone più a rischio”.

Fipe si stringe in un abbraccio ideale attorno alla famiglia di Antonino e si dice fortemente preoccupata per lo stato di degrado civile che ha portato un minorenne a compiere un gesto così drastico e drammatico.

Secondo le notizie pubblicate, il giovane reo confesso risulterebbe appartenere ad una famiglia vicina ad uno dei clan taurianovesi e avrebbe fatto fuoco contro il barista ventisettenne per un debito di 21 euro.