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Al via il concorso Vinci con Eraclea per rilanciare la crema al caffè

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Logo Eraclea

MILANO – La crema al caffè Eraclea fu, nel 2003, un’idea innovativa lanciata sul mercato prima che diventasse una tendenza di gusto che ha conquistato in Italia e nel mondo milioni di consumatori, diventando una piacevole alternativa al solito espresso e che ancora oggi riscuote un sempre maggiore successo.

Alle successive imitazioni l’azienda ha contrapposto il plusvalore per la garanzia di un prodotto superiore per qualità e gusto, frutto di oltre 40 anni di esperienza nel mercato dei consumi fuori casa. Adesso Eraclea ha pensato ad una promozione che scatterà in primavera per la crema al caffè. Baristi e clienti potranno partecipare dal 15 marzo al 30 giugno 2011 al concorso Vinci con Eraclea.

Il concorso di Eraclea

Acquistando un carnet abbonamento da 10 consumazioni più una omaggio di crema al Caffè Eraclea, il cliente può vincere immediatamente con un semplice sms uno dei 50 i Phone 4 32 Gb in palio. Ogni volta che un consumatore vince, viene premiato anche il barista con un i Phone4 32 Gb.

La crema al caffè Eraclea si rinnova con una nuova immagine, più esclusiva e dal design contemporaneo, una nuova collezione di tazze in vetro, per esaltare anche alla vista la cremosità inimitabile della crema al caffè Eraclea.

La collezione si ispira alla cultura pasticcera del ‘700 reinterpretando in chiave contemporanea disegni autentici. Le storie che caratterizzano la collezione estiva raffigurano momenti di pausa indulgente consumati all’aria aperta.

Disponibili in quattro versioni cromatiche, rosso, verde, blu e bianco, le tazze Eraclea esprimono tutta l’eleganza e la qualità della Crema al Caffè Eraclea. Una collezione destinata ad accendere la passione dei tantissimi estimatori del brand.

Presente su tutti i materiali di comunicazione, il nuovo sistema grafico contraddistingue crema al caffè Eraclea in maniera chiara, elegante ed impattante sui punti vendita.

Lo splendido menu da presentare nel raffinato porta-menù in legno e plexiglas e il quadro, di piccolo formato, da banco. La vetrofania crema al caffè dell’azienda da apporre in vetrina sarà il segno di riconoscimento per i consumatori che a colpo d’occhio riconosceranno dove gustare la crema al caffè e poter accedere così all’esclusiva promozione.  Per maggiori informazioni cliccare qui.

Green Mountain produce il caffè Dunkin’ Donuts in unità K-Cup per il sistema Keurig

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Green Coffee Mountain logo
Il logo Green Coffee Mountain Roasters

MILANO – Ancora grandi manovre nel vivacissimo mercato americano del caffè porzionato. L’ultimo colpo di scena, in ordine di tempo è arrivato con l’annuncio di un accordo di promozione, produzione e distribuzione tra la Green Mountain Coffee Roasters, market leader in questo segmento con una share superiore all’80%, e Dunkin’ Donuts, la mega catena di Canton (Massachussetts), nota per le celebri ciambelle.

La partnership tra Green Mountain e Dunkin’ Donuts

GMCR produrrà il caffè a marchio Dunkin’ Donuts, in 5 diverse referenze, in unità K-Cup adatte al sistema Keurig. La promozione inizierà a partire dall’estate in una serie di locali selezionati di Usa e Canada. Il caffè in capsule sarà proposto in confezioni da 14 pezzi.

Presso le insegne Dunkin’ Donuts aderenti all’iniziativa sarà possibile anche acquistare le macchine Keurig. Fondata nel 1950 a Quincy (sempre nel Massachussetts), Dunkin’ Donuts ha progressivamente spostato il suo core business dai prodotti da forno al caffè, dal quale ricava oggi una buona metà del suo fatturato (5,5 miliardi di dollari nel 2008).

Con una rete di 8.800 locali ubicati in 31 paesi di tutto il mondo (di cui 6.400 negli Usa) è considerata una delle più grandi catene di caffetterie su scala globale. La capogruppo Dunkin’ Brands è controllata da un pool di società di private equity costituito da Bain Capital LLC, Carlyle Group e Thomas H. Lee Partners.

L’accordo con JM Smuscker

In virtù di un contratto di licenza, il caffè torrefatto a marchio Dunkin’ Donuts è prodotto e distribuito nel grocery da JM Smucker, numero uno nel canale alimentare americano con i brand Folgers e Millstone.

Il suddetto accordo di licenza, di cui il ceo di Dunkin Brands Nigel Travis si è dichiarato “molto soddisfatto”, continuerà a essere operante. Va detto che JM Smucker ha a sua volta sottoscritto un accordo con GMCR per la produzione di una linea di prodotti a marchio Folgers e Millstone per il sistema K-Cup. Lavazza ha sottoscritto, a fine gennaio, con GMCR e con la divisione macchine a cialde Keurig, un accordo pluriennale di sviluppo e distribuzione per gli Stati Uniti e il Canada.

L’accordo prevede che Keurig sia il distributore esclusivo delle nuove macchine firmate Lavazza- Keurig, che utilizzeranno il sistema a cialde Lavazza A Modo Mio dedica e al mercato della famiglia. I nuovi sistemi a cialde Lavazza-Keurig saranno disponibili negli Usa e in Canada nel 2012. Fondata nel 1981 e basata a Waterbury, nello stato del Vermont, Green Mountain Coffee Roasters, Inc. gestisce le proprie attività attraverso due business unit.

La business unit Specialty Coffee produce caffè, tè e cioccolata calda per i brand dell’azienda, inclusi Tully’s Coffee, Green Mountain Coffee, Newman’s Own Organics Coffee, Timothy’s World, Diedrich/ Gloria Jeans. La business unit Keurig è uno dei più importanti e innovativi produttori di macchine da caffè a cialde.

Le unità K-Cup per le macchine da caffè a cialde Keurig sono prodotte da un’ampia varietà di torrefattori. Lo scorso settembre GMCR ha acquisito Van Houtte, storica torrefazione canadese, per una cifra superiore ai 900 milioni di dollari.

L’ipotesi Starbucks

Nelle settimane scorse, vari rumour ipotizzavano un’alleanza strategica tra GMCR e Starbucks, che ha annunciato recentemente l’intenzione di entrare nel mercato del caffè porzionato con un prodotto innovativo. Un’ipotesi che a questo punto si allontana, anche se l’Ad di Green Mountain Larry Blanford non conferma e non smentisce.

“Eravamo e rimaniamo aperti a ogni futura possibilità, ma oggi siamo intenti a festeggiare l’accordo con Dunkin’ Brands” ha dichiarato Blanford parlando con i media.

Ma a rendere più improbabile una partnership tra il torrefattore del Vermont e il colosso di Seattle sembrano essere anche le dichiarazioni fatte la scorsa settimana dal presidente e ceo di Starbucks Howard Schultz e contenute in un memo diffuso dalla stampa.

Nel mercato Usa del caffè porzionato – ha dichiarato Schultz – non c’è alcun comprovato vincitore di lungo periodo.

“Green Mountain ha fatto un ottimo lavoro introducendo in America la tecnologia del caffè porzionato e per questo si è imposto inizialmente come market leader. Ma siamo appena agli inizi e la storia ha dimostrato molte volte come non siano soltanto i brevetti a far conquistare il mercato, ma la fidelizzazione del cliente, l’esperienza maturata e la qualità” ha affermato ancora Schultz nel memo ricordando che i brevetti sul sistema Keurig K-Cup scadranno il prossimo anno e “ciò imprimerà probabilmente un cambiamento alle dinamiche di mercato”.

Courtesy Products

Va intanto ricordato che Starbucks ha concluso, sempre la settimana scorsa, un accordo con la Courtesy Products di St. Louis, azienda leader nelle forniture in camera per il settore alberghiero. Starbucks fornirà il proprio caffè torrefatto per i serving funzionanti con il sistema CV1, brevettato da Courtesy Products, con l’obiettivo di raggiungere mezzo milione di esercizi alberghieri di fascia alta in tutti gli Stati Uniti.

“Dopo il successo ottenuto con il lancio di Starbucks Via negli Usa e in un numero crescente di mercati di tutto il mondo, Starbucks continuerà a esplorare le varie soluzioni disponibili nel segmento del caffè porzionato e dei preparati istantanei adottando quelle che reputa migliori e più pratiche per servire i propri clienti ovunque essi si trovino” ha dichiarato Jeff Hansberry, presidente, Starbucks Consumer Products Group commentando l’accordo raggiunto con Courtesy Products.

Fisco e tasse: “L’economia sommersa si attesta tra il 16,1% e il 17,8% sfiorando punte del 56,8% a seconda dei settori”

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Una tazzina di caffè espresso (immagine: Pixabay)

MILANO – Secondo la commissione che sta lavorando sulla riforma fiscale l’economia sommersa si attesta tra il 16,1% e il 17,8%, con punte che toccano il 56,8%. La quota più bassa si trova nel settore “elettricità, gas e acqua” (1,8%). Nel dettaglio per il comparto industria la quota maggiore di sommerso si trova nelle costruzioni con il 28,4%.

L’economia sommersa

Seguono “tessile, abbigliamento, pelli e calzature” con il 13,7%, “altri prodotti industrialicon l’11%, “alimentari, bevande e tabacco” con il 10,7%.

Nel comparto servizi è il settore “alberghi e pubblici esercizi” quello che si trova al posto, seguito da “istruzione, sanità e altri servizi sociali” con il 36,8%, seguito da “trasporti e comunicazioni” con il 33,9%, “commercio” con il 32,1% e “servizi alle imprese” con il 21,5%. In coda “credito e assicurazioni” con il 6,4% battuto dal settore “pubblica amministrazione” dove il sommerso risulta pari a zero.

Dalla Norvegia ecco la macchina per il caffè in legno

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La bandiera della Norvegia

MILANO – La macchina per il caffè espresso casalinga è ormai un elettrodomestico che non può mancare nelle cucine, soprattutto nelle cucine italiane. Un settore sempre interessante per i costruttori perché da anni le vendite crescono oltre il 10 per cento ogni anno. Sul mercato si trovato alcuni modelli decisamente originali, come quella che potrete vedere cliccando sul link sotto. Tra le tante proposte questa è davvero molto originale.

La macchina da caffè in legno dalla Norvegia

Si tratta di Linje Espressomaker, una macchina da caffè realizzata completamente in legno. Per ora si tratta di un prototipo che però dovrebbe entrare presto in produzione.

I diritti del progetto sono in mano all’azienda della Norvegia Oystein Helle Husby che ha realizzato il primo esemplare che si caratterizza per la struttura con strati di legno di pioppo incollati tra loro e poi successivamente levigati in modo tale da all’oggetto un forma elegante. Per vedere la macchina nei dettagli basta cliccare qui.

Sono quasi 55 mila i bar e gli alberghi di proprietà di stranieri, cinesi, marocchini e romeni, il 35,2% del totale

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Fipe -Confcommercio buoni pasto inflazione donne ristorazione
Il logo Fipe

MILANO – L’imprenditoria italiana lascia sempre più il passo a quella straniera. L’abbandono delle aziende dello 0,3% dei connazionali registrato nel 2010 sul 2009 in tutti i settori è ampiamente compensato dall’ingresso del 4,5% di imprenditori stranieri. Un ricambio che conferma un andamento ancora più rimarcato nel periodo che va dal 2005 al 2009, durante il quale il 2,1% di sedie lasciate libere dagli italiani sono state occupate dal 28,5% di coloro che sono entrati nei nostri confini.

L’imprenditoria italiana lascia il posto a quella straniera

È la fotografia scattata dal centro studi Fipe, la Federazione italiana dei pubblici esercizi, su dati Eurisko 2007 illustrata in occasione della prima assemblea internazionale imprenditoria straniera (Aiis) in Fiera Rimini dove è in svolgimento Sapore 2011, la rassegna internazionale sull’alimentazione.

Almeno il 10% di tutti i lavoratori stranieri presenti in Italia (1,6 milioni) è impiegato nel settore dei pubblici esercizi soprattutto come dipendenti, anche se una buona parte ha occupato anche qui l’area manageriale.

Alberghi e pubblici esercizi

In quest’ultimo caso, fra alberghi e pubblici esercizi si registra una presenza di stranieri dell’8,6% per un totale di 54.437 imprenditori di cui 24.987 donne. Quello del ricettivo è il settore più basso verso il quale guardano gli stranieri ‘ai vertici del comandò che risultano attratti molto di più dal commercio (29,5%), dalle costruzioni (22,2%) e dall’industria manifatturiera (10,1%).

Ma se si analizza il settore dei servizi nel suo complesso, dove rientrano anche i pubblici esercizi, non può sfuggire che è proprio qui che si registra la percentuale più alta (35,2%) di imprenditori stranieri.

Le nuove etnie dell’imprenditoria in Italia sono concentrate nella fascia di età fra i 30 e 49 anni (64,7%) e fra i 50 e 69 anni (22,2%) e provengono dal Marocco, Romania e Cina. Se gli imprenditori stranieri sono diventati un fenomeno significativo, altrettanto può dirsi a livello di imprese.

Secondo la stima di Fipe, su un totale di 21mila società, 10mila sono di ristorazione e 11mila di caffetteria.

Nel primo caso, le società individuali sono 5.300 ed il rimanente ha altra personalità giuridica, mentre nel settore dei bar le società individuali sono 6.500 e il rimanente ha altra forma. Motivi questi che hanno spinto gli imprenditori stranieri ad associarsi nell’Aiis.

Alla scoperta del caffè con Andrej Godina ai Laboratori dei Sapori alla BIT del 2011

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Andrej Godina con in mano una tazzina america ristorante acqua
Andrej Godina con in mano una tazzina

MILANO – Dal 17 al 20 febbraio 2011 si è tenuta nel capoluogo lombardo la più importante fiera del settore turistico, la Borsa Internazionale del Turismo. Nel padiglione Italia, lo stand del Friuli Venezia Giulia, ha offerto una serie di iniziative di grande interesse e successo, dalla diretta di Radio Monte Carlo Web TV ai laboratori dei Sapori.

I Laboratori dei Sapori

La cucina made in Friuli Venezia Giulia è stato un argomento di forza con il quale la regione ha voluto presentarsi in fiera e rappresenta il punto di fusione di tre grandi correnti culinarie, quella mitteleuropea, veneta e salva dove la tipicità dei sapori regionali si manifesta in una ricchezza di ricette capaci di stuzzicare anche i palati più esigenti.

Il Friuli Venezia Giulia si è presentata al BIT come una terra promessa per gourmet ed enoturisti, attraversata da strade del gusto che si snodano dalla montagna al mare. Mille golosità figlie di un’incredibile varietà di paesaggi, ambienti e climi.

I laboratori dei Sapori hanno presentato le tipicità enogastronomiche più importanti della Regione tra cui il prosciutto di San Daniele, i formaggi del Carso e i suoi vini, l’olio Tergeste e non poteva mancare il caffè. Venerdì 19 febbraio, in collaborazione con l’Associazione Caffè Trieste, è stato tenuto un laboratorio di degustazione di caffè.

Il Consorzio Promotrieste

Guerrino Lanci, presidente del Consorzio Promotrieste, si è detto particolarmente interessato alla merceologia caffeicola, così presente nel tessuto cittadino di Trieste e nel Trieste Coffee Cluster, tant’è che in futuro, visto il successo di questo laboratorio, il caffè diverrà una delle tipologie tipiche del territorio sulla quale fare promozione per attirare in un turista attento e curioso alle tipicità della regione.

Dello stesso avviso Fabrice Gallina dell’Agenzia Regionale del Turismo del FVG – Food & Wine Promotion – il quale si è occupato in prima persona dell’organizzazione dei laboratori. Gallina ha introdotto il laboratorio sul caffè ai numerosi partecipanti iscritti tra cui c’erano semplici curiosi e parecchi giornalisti della stampa di settore, evidenziando lo stretto legame tra Trieste e il caffè e di come la città offra al turista e all’appassionato percorsi culturali unici nel suo genere.

L’intervento di Andrej Godina

Gallina, dopo la sua breve introduzione, ha introdotto il docente del laboratorio, il dr. Andrej Godina, dottore di ricerca in scienza, tecnologia ed economia nell’industria del caffè.

Godina ha accompagnato i partecipanti in un’avvincente viaggio attraverso le tipicità di Trieste e il caffè, dal Porto Franco al Trieste Coffee Cluster, dai numerosi caffè storici al dottorato di ricerca in scienza, tecnologia ed economia nell’industria del caffè dell’Università degli Studi di Trieste, dalle numerose strutture formative sul caffè alle numerose torrefazioni presenti sul territorio.

Inoltre, esponendo il lungo viaggio del chicco dalla pianta alla tazzina, sono stati esaminati i diversi metodi di estrazione del caffè evidenziando le peculiarità uniche del metodo espresso e delle sue caratteristiche sensoriali.

Numerose sono state le domande e le curiosità a cui Godina ha dovuto rispondere, tra cui molte smentite dei “falsi miti” che ruotano attorno al caffè: per esempio ha sfatato l’abitudine a non pulire la moka, la credenza che il caffè lungo contenga meno caffeina, il funzionamento della macchina espresso a leva e le peculiarità di uno dei caffè più costosi al mondo, il Kopi Luwak.

Un viaggio anche tattile ed olfattivo, alla identificazione dei vari tipi di caffè verde, caffè tostato, miscele, macchine per il caffè. Al termine del laboratorio la degustazione tecnica di un espresso.

Perché il caffè dà più energia agli uomini che alle donne

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caffeina energia
La molecola della caffeina

Buffalo (Usa) – Due pianeti diversi anche davanti a una tazzina di caffè. Uno studio dell’università di Buffalo (Usa) e pubblicato sulla rivista statunitense specializzata Experimental and Clinical Psychopharmacology dimostra che donne e uomini hanno reazioni diverse nei confronti della caffeina, con i maschi che ne traggono molta più energia rispetto alle femmine.

Il caffè e i diversi livelli di energia tra i generi

La ricerca ha coinvolto 26 rappresentanti del sesso maschile e 26 controparti rosa, con un’età compresa fra 12 e 17 anni. Prima di prendere parte allo studio, agli adolescenti è stato chiesto se fossero abituali bevitori di caffè o meno, se utilizzassero farmaci in grado di interagire con la caffeina come i contraccettivi ormonali, se fumassero e se fossero disposti a farsi visitare per quattro volte.

Ebbene, dopo essere stati sottoposti a un check-up completo di salute, con la misurazione dei battiti cardiaci e della pressione sanguigna, i ragazzi hanno ricevuto a caso una bevanda contenente 50, 100 o 200 mg di caffeina, oppure un placebo.

Dagli esami successivi è emerso che la pressione diastolica e il battito cardiaco aumenta nei ragazzi che bevono qualsiasi quantità di caffeina, cosa che non si verifica nelle ragazze. Inoltre, se gli adolescenti maschi sono bevitori usuali di caffè questo effetto si amplifica.

I giovani teenager, infine, assicurano di avere performance sportive migliori grazie al caffè, un effetto che le ragazze, invece, non notano affatto.

Nestlé denuncia la Denner, ma il giudice sentenzia: “Non viola i brevetti”

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Nestlé Hub
Il logo Nestlé

Nestlé ha deciso di denunciare al Tribunale di commercio di Zurigo la Denner e la Alice Allison per la loro vendite delle capsule Nespresso. Tuttavia la loro vendita non viola alcun brevetto. Approfondiamo l’argomento con l’articolo pubblicato sul portale d’informazione Ticino News.

La denuncia di Nestlé

ZURIGO (Sizzera) – Una denuncia di Nestlé al Tribunale di commercio di Zurigo contro la Denner e la Alice Allison riguardante le capsule Nespresso è stata respinta: la vendita di capsule di caffè compatibili con le macchine della multinazionale non viola alcun brevetto. La sentenza può essere impugnata presso il Tribunale federale. Nestlé e la filiale Nespresso dovranno pagare spese giudiziarie pari a 12000 franchi.

L’informazione anticipata dal quotidiano “Blick” è stata confermata dalla corte. La rete di negozi discount aveva messo in vendita in dicembre a prezzi vantaggiosi quattro tipi di capsule prodotte dalla Alice Allison di Grono, utilizzabili con le macchine Nespresso.

Ma l’11 gennaio il Tribunale di commercio di San Gallo aveva ordinato a titolo “superprovvisionale” alla Denner di ritirare le capsule dai suoi scaffali e alla Alice Allison di sospendere immediatamente la produzione, provvedimento tuttora in vigore. La denuncia al tribunale sangallese riguarda la forma protetta delle capsule Nespresso.

Il giorno successivo la multinazionale e la sua filiale avevano sporto denuncia anche presso il Tribunale zurighese, facendo valere in questo caso la violazione di brevetti, in particolare in relazione alle caratteristiche delle capsule.

Le violazioni

Il giudice zurighese ha esaminato attentamente la capsula venduta dalla Denner ed è giunto alla conclusione che le caratteristiche non sono uguali a quelle di Nespresso e che quindi il modo di estrarre il caffè non è lo stesso. In particolare i coperchietti delle capsule prodotte dalla Alice Allison presentano nove fori.

La conservazione e l’igiene sono garantite dall’imballaggio. Per il Tribunale il funzionamento tecnico non è lo stesso rispetto alle capsule chiuse. L’altra violazione riguardava l’utilizzo delle macchine Nespresso in funzione nelle aziende (12% del volume delle capsule vendute in Svizzera).

Per la Nestlé in tal caso si sarebbe verificato “un uso commerciale” di un brevetto, fattispecie negata dal giudice.

E a Terni l’espresso passa da 80 centesimi a 1 euro

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

TERNI – È scattato un aumento del prezzo del caffè anche a Terni. La tazzina di espresso passa a 1 euro. “A Perugia e a Roma già dall’inizio dell’anno il caffè costa 1 euro, che è un prezzo equo. Qui da noi stiamo ancora a 80 centesimi. E’ troppo poco, non ce se la fa più”, ha detto un noto titolare di un bar del centro storico.

L’aumento del prezzo del caffè a Terni

“L’aumento è giusto e inevitabile”. C’è da dire che in qualche bar del centro il prezzo era già stato ritoccato e portato a 90 centesimi. Alla Fipe-Confcommercio, l’associazione leader del settore, non smentiscono e non confermano. Rimandano ad un comunicato ufficiale che verrà diramato nei prossimi giorni.

“Certo è che il prezzo della tazzina del caffè e delle paste è fermo dal 2006”. Come dire, un adeguamento non è più rinviabile.

Per saperne di più cliccare qui.

Ecco come la caffeina aiuta a perdere peso

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

MILANO – Tra le molte proprietà del caffè spesso si scorda una delle più interessanti, soprattutto oggi con molte persone fuori forma per il peso in eccesso. Per questo è bene ricordare che, in una dieta dimagrante o soltanto per temere sotto controllo il peso, il caffè può rivelarsi un valido alleato. Il caffè, infatti, è un lipolitico. Questo significa che è in grado di sciogliere i grassi.

Gli effetti benefici della caffeina

Un meccanismo ben conosciuto e favorito dall’elevato contenuto di caffeina presente nella nostra bevanda che stimola il tessuto adiposo aumentando la termogenesi, ovvero la produzione di calore, che ci favorisce un maggiore consumo di energia e, di conseguenza, aiuta a perdere peso oppure a tenerlo sotto controllo. Non è tutto perché la caffeina aumenta la velocità dei processi metabolici favorendo così il consumo delle calorie in eccesso.

Come sempre quando si parla di dosi giornaliere di caffè non bisogna mai esagerare. Perché un esagerato consumo di questa bevanda può innescare effetti collaterali. Il riferimento di consumo per un adulto, in media, non dovrebbe superare di 300 mg circa di caffè al giorno.