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Caffè e tè migliorano le prestazioni del cervello

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MILANO – Recenti ricerche hanno ribadito che chi ha bisogno di concentrazione e di prestazioni cerebrali al massimo può bere tè o caffè. Da queste due bevande arriva la carica giusta. Almeno è quello che è emerso durante recenti ricerche italiane e internazionali, la tradizionale bevanda potrebbe garantire enormi potenzialità benefiche per il cervello.

Caffè e tè: i benefici

Prendersi una pausa e godersi a piccoli sorsi tutto l’aroma intenso del tè può rivelarsi la scelta più azzeccata, per assicurare al cervello l’energia giusta.

Infatti, una sperimentazione recente, pubblicata sulle pagine della rivista scientifica Nutritional Neuroscience, ha sottolineato nuovamente tutte le caratteristiche positive del tè, esaltandone virtù e potenzialità inaspettate, soprattutto per quanto riguarda le attività cognitive e le performance cerebrali.

Spazza via la stanchezza e la conseguente mancanza di lucidità mentale, che rischia di minare il rendimento intellettuale e professionale, e dona al cervello un ritrovato vigore, garantisce una vera e propria ricarica di energia. Ecco quanto è emerso dagli esperimenti realizzati dagli esperti, che hanno coinvolto 44 giovani volontari, sottoponendoli a una serie di test ed esercizi per valutare, misurare e monitorare le loro performance cerebrali.

Assegnati gli esercizi e una serie di compiti ben precisi, durante la loro esecuzione a un gruppo di partecipanti è stato somministrato, dopo 20 e 70 minuti, il tè e agli altri una bevanda placebo.

Analizzando i risultati ottenuti, l’effetto del tè sulle performance cerebrali è stato evidente: i giovani che hanno bevuto il tè hanno ottenuto punteggi maggiori, sia in termini di vigilanza sia di concentrazione.

Il merito? Tutto o quasi di due sostanze, contenute nel tè, un aminoacido, la L-teanina, e la caffeina. Che è presente in percentuale anche maggiore nel caffè: quindi tutti questi benefici si posso allargare anche all’espresso.

Rancilio presenta Classe 7, la nuova macchina da caffè professionaleversatile ed essenziale

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MILANO – Novità in casa Rancilio. È arrivata Classe 7, una macchina per caffè professionale versatile ed essenziale, realizzata con materiali resistenti, come alluminio e acciaio, che la rendono robusta ed affidabile. Dotata di un sistema di illuminazione ergonomico nella zona lavoro per agevolare il lavoro del barista, Classe 7 è equipaggiata con copriguppi cromati e tutti gli accessori identificativi della gamma Rancilio.

Rancilio presenta Classe 7

Classe 7 è disponibile nella versione automatica e semiautomatica a 2 e 3 gruppi e Compact. La versione automatica può essere configurata anche “Tall”, ideale per catene e coffee shops che erogano bevande in bicchieri di grande formato. Classe 7 sarà disponibile più avanti anche nella versione a leva da 1 a 4 gruppi.

Optional su classe 7 è l’ultimo nato dei sistemi latte di casa Rancilio: YouSteam. Una lancia vapore manuale a due funzioni: la prima per scaldare il latte; la seconda per scaldare e montare il latte.

YouSteam è una lancia estremamente facile da utilizzare che garantisce una crema latte costantemente perfetta per un cappuccino realizzato a regola d’arte.

Starbucks vince in appello contro Kraft Foods: libera di commercializzare i propri prodotti nel grocery

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Il logo di Starbucks

MILANO – Starbucks vince anche il secondo round della vertenza giudiziaria che la oppone a Kraft Foods in merito alla risoluzione dell’accordo di distribuzione dei suoi prodotti nel grocery sottoscritto nel 1998. La corte d’appello del secondo circuito di New York ha confermato infatti venerdì il giudizio di primo grado, reso un mese fa dalla corte distrettuale di New York, reiterando il diniego alla richiesta di Kraft di un’ingiunzione preliminare volta a impedire al colosso americano di assumere il controllo diretto della distribuzione del caffè torrefatto confezionato con i propri marchi prima della conclusione dell’arbitrato tra le parti relativo al risarcimento dovuto da Starbucks a Kraft.

La vittoria di Starbucks

“Siamo giunti alla conclusione che Kraft non abbia portato argomenti sufficienti a dimostrare la presenza di un rischio effettivo e imminente di danno, che non sia compensabile con indennizzo monetario” hanno dichiarato i componenti del collegio giudicante nel provvedimento approvato dopo ore di udienza, durante le quali sono stati sentiti i rappresentanti di entrambe le parti.

“L’istanza di primo grado non ha fatto abuso del suo potere discrezionale – ha dichiarato ancora la giuria – abbiamo preso in considerazione gli ulteriori argomenti proposti da Kraft trovandoli non rilevanti”.

“Pur amareggiati dall’esito del ricorso, rispettiamo la decisione della corte d’appello” ha dichiarato in un comunicato Marc Firestone, vice presidente di Kraft Foods.

L’antefatto

Tutto è iniziato ad agosto quando il gigante di Seattle ha richiesto a Kraft lo scioglimento del contratto di distribuzione sottoscritto nel 1998 e rinnovato nel 2004.

Starbucks offriva 750 milioni di dollari in cambio della rescissione della partnership, ma Kraft rifiutava opponendo la clausola contrattuale che prevede. in caso di recesso. il pagamento dell’equo valore di mercato maggiorato di un premio del 35%.

Secondo stime degli analisti, il solo fair market value si attesterebbe ben al di sopra del miliardo di dollari.

A inizio ottobre Starbucks compiva un nuovo passo indirizzando una lettera a Kraft in cui la accusava di violazione delle pattuizioni contrattuali.

In particolare, di non avere fatto abbastanza per il marketing dei prodotti a marchio Starbucks, di non avere condiviso di importanti informazioni e di avere fatto slealmente concorrenza a Starbucks nella gamma di mercato “superpremium” con le referenze Yuban.

Kraft difendeva, a sua volta, in una lettera, gli sforzi compiuti a favore di Starbucks citando i risultati sulle vendite del caffè di Starbucks, passate dai 50 milioni di dollari del 1998 ai 500 attuali, con una distribuzione in 40 mila punti vendita di tutto il paese (conto i 4 mila del 1998), oltre che in vari Paesi europei.

Il 4 novembre Starbucks annunciava pubblicamente l’intenzione di recedere dal contratto con Kraft, con decorrenza 1° marzo 2011, dando avvio così alla guerra legale tra i due giganti.

L’evoluzione del processo

La compagnia di Northfield, Illinois, annunciava il ricorso all’arbitrato, ma Starbucks non tornava sui suoi passi.

La vertenza si estendeva anche alle cialde Tassimo. Starbucks annunciava infatti anche la fine delle forniture dei dischi Tassimo per il caffè e il tè. Kraft asseriva in sede legale che la piattaforma Tassimo era stata l’unica a offrire i serving a marchio Starbucks e che la partnership aveva dato forte impulso alle vendite.

Accusava infine Starbucks di avere in cantiere una macchina destinata a entrare in competizione diretta con il sistema Tassimo. Lamentava inoltre che la perdita del marchio Starbucks avrebbe sminuito la sua posizione in Gdo mettendo a rischio, sotto molte insegne, il suo status di “category captain” (produttore o distributore scelto dal dettagliante per fornire consigli su come esporre o promuovere una categoria di prodotti).

Il 1° dicembre Starbucks annunciava a sua volta di essere al lavoro con un nuovo partner – Acosta Sales and Marketing – nella predisposizione di una nuova strategia commerciale nel canale grocery.

Leader di settore in nord America, Acosta, che ha sede a Jacksonville (Florida), e conta 65 sedi tra Usa e Canada, si è già occupato con successo della commercializzazione del caffè solubile Starbucks Via. Acosta aiuterà Starbucks a sviluppare le vendite e le strategie di esposizione del caffè confezionato con i suoi marchi e della linea di tè Tazo Tea.

Il giudizio

Il giudice di primo grado ha respinto – come già detto – la richiesta di Kraft di congelare il recesso di Starbucks sino alla pronuncia dell’arbitrato previsto nei mesi a venire. Il giudizio è stato confermato in appello.

La sentenza non riguarda però il contenzioso principale tra le parti, quello relativo alla risoluzione del contratto di distribuzione. La vertenza dunque prosegue e dovrebbe sfociare, nei mesi a venire, in un arbitrato, che potrebbe dare ragione a Kraft e condannare Starbucks a un risarcimento miliardario.

Svezia: trovata elevata quantità di piombo nell’acqua dei distributori automatici di caffè

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La bandiera della Svezia

Sono stati trovati nell’acqua del caffè dei distributori automatici di caffè in Svezia livelli di piombo fino a dieci volte superiori ai livelli raccomandati. L’esposizione prolungata o ingestione di piombo può causare danni al sistema nervoso. Leggiamo di seguito l’articolo pubblicato sul portale The Local.

Piombo e caffè in Svezia

STOCCOLMA – Livelli di piombo fino a dieci volte superiori ai livelli raccomandati sono stati trovati nell’acqua dei distributori automatici di caffè in Svezia. Le misurazioni sono state effettuate su macchine da caffè installate a Stoccolma, Institute of Environmental Medicine (IMM) presso il Karolinska Institutet e su quelle che si trovano in una società di costruzioni oltre alla Sveriges Television, la televisione nazionale.

Il piombo è risultato essere rilasciato da componenti in ottone nelle macchine da caffè, ed è stato misurato fino a 150 microgrammi per litro d’acqua.

Secondo la National Food Administration svedese ( Livsmedelsverket ), il limite superiore dei livelli accettabili di piombo nell’acqua potabile è di 10 microgrammi per litro.

L’esposizione prolungata o ingestione di piombo può causare danni al sistema nervoso, così come il sangue e disordini cerebrali. L’esposizione al piombo può anche causare problemi di sviluppo per i bambini non nati e portare ad aborti spontanei.

Dopo il test, l’Imm ha emesso un avviso a tutti i luoghi di lavoro svedese per controllare i livelli di piombo in acqua si trovano in loro caffè distributori automatici. I dati fuori legge sono stati trovati su un modello di distributore automatico di caffè, l’Arena 4010, prodotto dall’olandese De Jong Duca e piazzati in centinaia di luoghi di lavoro dalla società svedese Café Bar di Norrköping.

I controlli sui livelli di piombo

La società ha affittato 1500 Arena 4.010 macchine per il caffè in tutto il paese, corrispondente a circa l’1 per cento dei 95.000 a 100.000 distributori automatici in Svezia, secondo Benny Petersson da vendingföreningen Svenska, titolare di un’altra azienda specializzata, il quale ha precisato che “i controlli sono stati effettuati con la massima serietà, ma anche che non tutte le macchine controllate hanno mostrato livelli di piombo fuori legge”.

“E’ un risultato impressionante e non accettabile, anche se la misurazione fuori legge è emersa in un solo controllo” ha detto Jan Sjögren, responsabile della divisione di controllo dell’agenzia nazionale. Ed ha raccomandato che tutte le società che affittano o distribuiscono distributori automatici di caffè in Svezia verifichino che l’acqua che esce dalle macchine non abbiano livelli di piombo fuori legge.

“Ci sono tutti i motivi per continuare i controlli. Siamo una nazione di bevitori di caffè e non è accettabile che per questo ci tocchi ingerire piombo”, ha concluso.

I giornali svedesi hanno scritto di livelli di piombo eccessivi nell’acqua proveniente da macchine da caffè. I livelli segnalati sono al di sopra dei consueti requisiti per le imprese bere acqua.

De Jong Duke ha scoperto che sono coinvolti in questa vicenda i modelli bean2cup, in quanto contengono componenti in ottone. Altri modelli non sono interessati in quanto non hanno componenti che contengono ottone a contatto con l’acqua, ingredienti o caffè.

La reazione: De Jong Duke spiega le sue ragioni

“I risultati dei vari test effettuati in Svezia presentano risultati molto differenti. E, nonostante la nostra richiesta, non ci sono stati forniti i dettagli delle analisi, il tipo di prove e la metodologia usata. Questo solleva interrogativi e preoccupazioni circa questi test e siamo in grado di verificarne la pertinenza e l’affidabilità.

Tutte le macchine prodotte da De Jong Duke sono costruite secondo le norme vigenti, i regolamenti e linee guida, tra cui quelli europei che fanno riferimento al regolamento UE 1935/2004, 178/2002 e 852/2004. Inoltre non siamo a conoscenza di problemi altrove.

In seguito alle indagini in Svezia abbiamo subito provato diverse nostre macchine secondo le procedure consigliate dalla NSF. I risultati sono sempre stati uniformi ed hanno dimostrato livelli di piombo al di sotto delle raccomandazioni delle linee guida dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) per l’acqua e le bevande.

Continueremo a monitorare la situazione, ma al momento non hanno individuato la ragione di preoccupazione grave per quanto riguarda l’apparecchiatura.

Per tutti i clienti che desiderino livelli di piombo inferiori a quelli di legge disponiamo di componenti adatti.”

A Bologna la fiera al cioccolato: all’ex Gam tre giorni con sfilate a tema

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La città di Bologna (immagine: Pixabay)

BOLOGNA – Creatività, glamour, dolcezze, gioia, piacevolezze. A tanto si accosta la parola cioccolato. E con buona pace degli psicologi che si affrettano a spiegare le irresistibili voglie di questo alimento (ricordi d’infanzia, bisogno d’affetto e via elencando), ben più utili a placare i nostri sensi di colpa a ogni debolezza sono forse alcune frasi celebri. Tra le migliori, quella di Madame de Sevigné che consigliava di prendere “della cioccolata, perché le compagnie più cattive sembrino buone”.

La fiera al cioccolato di Bologna

A noi piace pensare che il cioccolato è buono e basta. Ed è per questo che vi consigliamo di andare col cuore leggero alla prima edizione di Salon du chocolat di Bologna, ospitata  nell’ex Gam — Galleria d’arte moderna di piazza della Costituzione (con Confcommercio e Ascom bolognese come sostegno).

L’uso del francese qui non è un vezzo, perché questo evento ospitato nei 5000 metri quadri affollati dai migliori maestri cioccolatieri che daranno vita a vere e proprie magie visive e gustative, è parte di un progetto internazionale che lega Bologna ad altri 11 saloni nel mondo.

“Abbiamo deciso di portare l’iniziativa a Bologna perché sei mesi fa siamo venuti qui per la prima volta e ce ne siamo innamorati, così dopo il Giappone e New York eccoci qua”, spiega con voce suadente la creatrice di Salon du Chocolat, Sylvie Douce (quando si dice che il nome è un destino).

15 anni fa a Parigi lei e il suo compagno François Jeantet (lei curatrice di eventi, lui architetto, uniti nel nome del cioccolato) erano dei pionieri. Oggi non fanno che girare il mondo con i loro saloni.

Ma qual è il filo rosso di questa kermesse? “Le idee chiave — spiega Anna Taddonio Serio, direttrice Salon Du Chocolat di Bologna – sono la qualità, il legame artistico e culturale, l’essere vicino al cuore della città e l’aspetto didattico”.

Il cioccolato come protagonista

Cosa vedremo? Innanzi tutto stasera, per l’inaugurazione, il cioccolato salirà in passerella (ex Gam 20.30, ingresso a inviti). La creatività dei cioccolatieri italiani si sposerà alla moda made in Italy e 17 top model vestiranno abiti firmati arricchiti di addobbi, appunto, al cioccolato. Con abbinamenti ad hoc.

E un po’ choc. Ad esempio, Venchi ed Elena Mirò faranno indossare borse a forma di gianduiotto contro l’eccessiva magrezza, per La Molina con John Malkovich in versione stilista una tennista avrà una racchetta di cioccolato, per Majani e Parah vedremo un intimo in stile burlesque, De Bondt e Cecilia Iacobelli hanno pensato a un cioccolatino da scartare. E da domani, una miriade di iniziative invaderà l’ex Gam.

Lo spazio ChocoChef offrirà dimostrazioni e ricette dolci e salate. Quello ChocoKitchen metterà alla prova le famiglie, seguite da rinomati chef, mentre il ChocoLand accoglierà i bambini per simpatici laboratori. Per non dire dello spazio Wine, Fumoir e Beauty, a ricordare tutte le possibili declinazioni del cioccolato.

Spazio anche per la solidarietà, con l’associazione Panificatori Bolognesi che realizzano raviole e tortellini di cioccolato attraverso un lavoro d’equipe tra sfogline, maestri cioccolatieri e addetti alla vendita, e vere opere d’arte.

Come le Due Torri in scala il cui incasso andrà a favore di Fanep e Piccoli Grandi Cuori.

Per saperne di più cliccare qui.

Colombia: Fedecafé prevede una ripresa produttiva a fine 2011 che potrebbe superare gli 8,9 milioni di sacchi del 2010

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Fedecafé Colombia
Fedecafè Colombia

MILANO – “Le migliorate condizioni meteo delle ultime settimane restituiscono un po’ di ottimismo ai produttori colombiani. La fioritura è stata buona e le principali aree di produzione del paese avranno un ottimo raccolto a fine anno” – ha dichiarato in un’intervista il direttore esecutivo della federazione nazionale dei coltivatori di caffè (Fedecafè) Luis Genaro Muñoz Ortega – secondo il quale la produzione, a fine 2011, supererà gli 8,9 milioni di sacchi del 2010.

La previsione di Fedecafè

“La produzione c’è” ha affermato ancora Muñoz aggiungendo di essere rimasto “con il fiato sospeso sino allo scorso week-end”.

“I raccolti sono destinati a crescere già nel primo semestre nella provincia di Huila, la seconda più importante dopo Antioquia” – ha affermato ancora Muñoz – “aggiungendo che anche le aree limitrofe hanno avuto precipitazioni inferiori a quelle eccezionalmente elevate registrate più a nord”.

In un’intervista concessa la scorsa settimana, il presidente dell’associazione nazionale degli esportatori Jorge Humberto Botero è tornato intanto a denunciare le difficoltà alle quale il comparto colombiano deve tuttora far fronte.

Ribadendo che il calo produttivo degli ultimi anni non è dipeso soltanto dai problemi climatici, ma anche della forte incidenza delle avversità fungine (specificatamente della ruggine del caffè) e dal successo solo parziale del programma di rinnovo colturale, Botero ha evidenziato i problemi strutturali del settore, in particolare la mancanza di incentivi per i giovani, che sta portando a un progressivo elevamento dell’età media dei produttori mancando un adeguato ricambio generazionale.

Ha auspicato inoltre una maggiore differenziazione produttiva, che consenta alla Colombia allargare quantitativamente e qualitativamente i propri mercati.

Caffè della pace della cooperativa La terra e il cielo ottiene la certificazione Fairtrade

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fairtrade international
Novità per il mondo Fairtrade

ARCEVIA (Ancona) – Il Caffè della Pace della storica cooperativa agricola marchigiana La terra e il cielo ha recentemente ottenuto la certificazione Fairtrade. Il caffè proviene dalla cooperativa guatemalteca Asobagri, formata da piccoli produttori Maya, ed è coltivato secondo i principi dell’agricoltura biologica.

Il Caffè della pace ottiene la certificazione Fairtrade

Il progetto del caffè è nato in seguito all’amicizia e collaborazione tra La Terra e il Cielo con il premio Nobel per la pace Rigoberta Menchù, impegnata da sempre contro l’oppressione e i soprusi verso il suo popol o e tutte le popolazioni indigene del Centro America.

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Le sfide del mercato del caffè

Da quando le contrattazioni sul prezzo del caffè hanno iniziato un progressivo rialzo, il picco più alto degli ultimi 14 anni è stato raggiunto lo scorso 21 febbraio con 2,75 dollari per libbra. Questo anche perché i raccolti sono stati meno abbondanti del previsto si è scatenata un’agguerrita competizione di prezzo sui caffè di qualità.

Di conseguenza, alcune cooperative non riescono a rispettare i termini contrattuali e a garantire la fornitura di caffè Fairtrade. Prezzi così elevati in realtà danneggiano anche le torrefazioni e i consumatori finali.

Fairtrade International sta lavorando a stretto contatto con i produttori Fairtrade e l’industria del settore per risolvere questi problemi a breve, medio e lungo termine e rafforzare il mercato del caffè equosolidale certificato nel suo complesso.

Per maggiori informazioni cliccare qui.

Andrea Lattuada protagonista della rassegna di arte culinaria gourmet Abu Dhabi 2011

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Andrea Lattuada

MILANO – Il gourmet Abu Dhabi, principale evento culinario del Medio Oriente, è tornato anche quest’anno dal 2 al 17 febbraio 2011. Il viaggio gastronomico presentato dalle autorità del turismo (ADTA), continua ad affermare e stabilire Abu Dhabi come destinazione culinaria e stile di vita. La manifestazione, presentata da Abu Dhabi Tourism Authority, ha animato la capitale degli Emirati Arabi Uniti ed è stata caratterizzata da alcune importanti novità, come la cena di beneficenza e un giorno interamente dedicato al cioccolato e ai laboratori di pasticceria condotto da chef pasticceri donne.

Andrea Lattuada alla rassegna di arte culinaria

L’edizione del 2011, terza edizione dell’evento ha unito esperienze gastronomiche uniche ad ambienti di spettacolare bellezza. Tanti i protagonisti, tra cui chef stellati Michelin, pasticcieri famosi e ospiti speciali.

Tra questi Andrea Lattuada, conosciuto per la sua professionalità maturato in molti anni di esperienza iniziata come animatore e successivamente proseguita come bartender, barista caffetteria e bar manager in prestigiosi locali tra Asia, Europa ed America.

Le sue esperienze professionali gli hanno permesso di conoscere differenti concetti di ristoranti e bar e grazie anche alla sua laurea in architettura ha iniziato a progettare strategicamente locali funzionali e studiare innovative attrezzature per i locali.

Nell’ Armed Forces Officiers Hotel Andrea Lattuada, barista Masterclass, ha illustrato ad un vasto pubblico, per circa un’ora e mezza, le regole per la preparazione dell’espresso e del cappuccino.

A seguire la presentazione di tre ricette a base espresso degustate dagli ospiti, catturando l’attenzione dei più importanti chef mondiali accompagnato da Ludovic Loizon, flair barista 9bar Francia che ha allietato i presenti con dimostrazioni di coffee flair, disciplina che vede l’unione di diverse esperienze applicando il Flair bartending alla caffetteria.

Il campione

Andrea Lattuada nel 2003 è stato Campione italiano baristi caffetteria e si è qualificato al 9° posto ai mondiali di caffetteria -WBC (World Barista Championship), ad oggi è il coordinatore della Scae in Italia. Trainer autorizzato dall’associazione Scae (Speciality Coffee Association of Europe) , è docente nella Scuola di formazione per barman e Baristi – 9bar.

Nestlé triplica nel 2010 l’utile netto che schizza a 34,2 miliardi di euro

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Nestlé Nespresso
Il logo Nestlé

VEVEY (Svizzera) – Nestlé, il creatore di marchi come Nespresso, KitKat, Nescafé e Häagen-Dazs, ha registrato vendite per 109,7 miliardi di franchi svizzeri (114.350 milioni dollari) lo scorso anno, in crescita del 2% rispetto al 2009. L’utile netto ammonta a 34,2 miliardi di franchi ed è più che triplicato nel 2010, confermando Nestlé la più grande azienda alimentare del mondo.

La crescita di Nestlé

La multinazionale è riuscita a superare la pressione tripla di un franco svizzero forte, dell’impennata dei costi delle materie prime e della debolezza della crescita negli Stati Uniti e in Europa.

I mercati emergenti sono stati i principali driver di crescita per Nestlé lo scorso anno, con un incremento organico del 12%, rispetto al 3,3% nel mondo sviluppato.

L’azienda infatti guadagna circa il 38% delle sue vendite nei Paesi in via di sviluppo, secondo gli analisti, meno di rivali come Unilever, che ha la metà delle vendite lì.

In Tanzania il sindacato non vogliono che i bambini raccolgano il caffè nelle piantagioni

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La bandiera della Tanzania

DAR ES-SALAAM (Tanzania) – I sindacati tanzaniani hanno messo a punto una strategia per la lotta contro il lavoro minorile nei campi. In un’intervista il presidente del sindacato dei lavoratori agricoli, David Makaya, ha annunciato che per la prima volta si faranno sopralluoghi non annunciati nelle piantagioni per verificare la presenza di bambini e adolescenti impegnati in attività lavorative.

La Tanzania contro i bambini lavoratori nelle piantagioni di caffè

“In particolare in questo periodo”, ha denunciato Makaya, “In coincidenza con la raccolta del caffè e delle cipolle, si verifica il maggior numero di abbandoni scolastici”.

Il responsabile sindacale ha aggiunto che i controlli inizieranno dalle piantagioni di caffè del distretto settentrionale di Karatu.