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Brasile: media di 2 tazze pro capite al giorno, cresce il consumo di caffè

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La bandiera del Brasile

BRASILIA – Il governo di Brasilia prosegue la promozione, il consumo interno del primo produttore al mondo sta aumentando ed ora arrivano le prime stime di una tendenza che potrebbe avere conseguenze anche sul prezzo della commodity caffè. Perché se era noto che in Brasile si consuma sempre più caffè, chi ha fatto i conti ha scoperto che, se nei prossimi mesi verranno mantenuti gli attuali ritmi di crescita, nel 2012 il Paese dovrebbe superare gli Stati Uniti – che, ricordiamo occupano sono in vetta alla classifica di consumo dalla fine del diciannovesimo secolo – divenendo il primo consumatore al mondo del prodotto.

L’incremento del consumo di tazze di caffè al giorno

Gli ultimi dati, forniti dall’Abic (Associação brasileira da indùstria de café), mostrano quindi che in media i brasiliani bevono più di due tazze di caffè al giorno. Va poi aggiunto che negli ultimi anni il consumatore locale sta privilegiando sempre più la qualità, mentre tradizionalmente il prodotto migliore era destinato all’esportazione, e i locali si accontentavano di grani più economici.

E, da subito, il Brasile diventa un mercato molto interessante per i costruttori di macchine professionali e non.

Bialetti Industrie celebra 150 anni dell’unità d’Italia

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gruppo Bialetti industrie illa
Il celebre omino coi baffi del logo Bialetti

TORINO – In occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, Bialetti Industrie sarà presente all’interno della mostra Fare gli Italiani che è in corso a Torino. 150 anni di storia nazionale grazie ad una colossale riproduzione della celebre Moka Express, icona dell’italianità diffusa in tutto il mondo e scelta all’Expo di Shanghai 2010 come una delle 10 invenzioni italiane che hanno cambiato il mondo: un portafortuna per il prossimo Expo di Milano 2015.

Disposta all’interno dell’area Isola dei Consumi, l’installazione è una struttura dell’altezza di oltre 2 metri accanto alla quale saranno esposte alcune esclusive versioni di Moka Express: pezzi unici e mockup provenienti dall’archivio storico Bialetti Industrie tra i quali posto d’onore sarà riservato al modello originale realizzato nel 1950.

Inoltre, altri componenti rappresenteranno alcune tappe storiche di Bialetti Industrie: vecchie riproduzioni in metallo dei luoghi aziendali e le copie d’archivio dei giornali aziendali distribuiti negli anni ai negozi.

Nata nel 1933, grazie ad una geniale intuizione di Alfonso Bialetti, il quale, osservando sua moglie fare il bucato, si decise a studiare il meccanismo di funzionamento della “lisciveuse” – una grossa pentola, munita di un tubo cavo con la parte superiore forata, che le nostre nonne utilizzavano per fare il bucato e lo applicò all’estrazione del caffè – Moka Express racconta così all’interno della mostra come rivoluzionò il nostro modo di preparare il caffè a casa. Situata presso le Officine Grandi Riparazioni a Torino e aperta fino al 20 novembre 2011, la mostra parla della storia dell’Italia dall’Unità nazionale a oggi non attraverso una successione di avvenimenti ma mettendo in scena i principali elementi che hanno tenuto insieme gli Italiani – e tra questi non può mancare il caffè – e i fattori che, viceversa, hanno mantenuto o alimentato divisioni lungo un percorso lungo 150 anni durante il quale “siamo diventati italiani”.

La scheda sintetica di Bialetti Industrie

Bialetti Industrie S.p.A., marchio leader in Italia e nel mondo,concilia da sempre i valori della tradizione e dell’ innovazione. Il Gruppo, cui fanno capo marchi storici della tradizione italiana quali Bialetti, Aeternum, Girmi, Rondine e CEM, è sempre più specializzato nella produzione e commercializzazione di prodotti rivolti al mondo della casa, in particolare nel mercato degli strumenti da cottura, dei piccoli elettrodomestici e del caffè.

Bialetti Industrie, che da sempre afferma l’immagine vincente del “gusto italiano” nel mondo, è testimonial d’eccezione di uno stile di vita che associa alla ricerca dell’innovazione tecnologica la creatività, il culto del design, la filosofia del gusto e della tradizione italiana. Info: www.bialettigroup.com

Roma: il prezzo del caffè è aumentato di 10 centesimi

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Roma (foto Pixabay, Nimrod Oren)

ROMA – Nella capitale caffè e cappuccino sono aumentati di 10 centesimi a tazza in più della metà degli esercizi commerciali. “Inevitabile”, dicono gli addetti ai lavori visto che alla fonte la miscela è più che raddoppiata rispetto a un anno fa. Ma il ritocchino per un espresso da 80 a 90 centesimi potrebbe essere solo il primo di una serie.

L’aumento del prezzo del caffè a Roma

Spiega Francesco Geracitano, presidente dell´associazione torrefattori di Roma e Lazio: “Gli aumenti sono impopolari, si sa, e non ci piace farli, specie in un momento di difficoltà economica come questo, ma non abbiamo scelta. E purtroppo non basterà. Saremo costretti, come categoria, a portare nei prossimi tempi il caffè al banco a un euro e il cappuccino tra un euro e 40 e uno e 50. Una maggiorazione quindi anche di 30 centesimi se si considera che adesso la media è di uno e 20”.

Ad aumentare infatti non è solo la miscela che arriva in Italia per lo più dal centro America, dal Brasile e dal Kenia. “Anche il latte ormai è arrivato a 1,60 e con un litro non ci vengono più di 5 cappuccini”.

A incidere sul caro caffè i costi di gestione: luce, gas, affitto dei locali, tasse. Ma non solo. “In atto una vera e propria speculazione da parte dei paesi produttori di caffè – spiega Roberto Castroni, patron degli omonimi bar e negozi di delizie da tutto il mondo – Una cosa che accade periodicamente ogni 5 o 4 anni. E che nella maggior parte dei casi, qui a Roma, abbiamo ignorato utilizzando le scorte in magazzino e lasciando che i prezzi si sgonfiassero. Ma ora c´è qualcosa di diverso: troppa domanda e poca materia prima. Anche nei paesi poveri ormai si beve il caffè. La richiesta aumenta, la quantità di produzione è rimasta la stessa e i prezzi sono saliti”.

La miscela che ha subito il maggior aumento è l’ Arabica, passata da 13 euro al chilo a 15. “Del resto offrire un caffè di qualità resta una delle prerogative dei nostri bar – spiega Geracitano che per la Confcommercio gestisce anche l´Accademia del Caffè, dove si insegna ai baristi come fare l’espresso secondo tutti i crismi – . Il rincaro consente anche di evitare di dare al cliente miscele scadenti. Perché se non si riesce a coprire i costi è possibile che qualche esercente compri caffè a buon mercato, ma inevitabilmente più scadente”.

 

Michele Ferrero è il più ricco d’Italia con un patrimonio di 18 mld di dollari

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Michele Ferrero
Michele Ferrero

MILANO – Ogni anno la rivista statunitense Forbes stila la classifica mondiale degli uomini straricchi. Primo degli italiani è Michele Ferrero, patron della multinazionale nota in tutto il mondo per la Nutella, che è il numero 32 in classifica, con un patrimonio netto di 18 miliardi di dollari. 71° è il presidente di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, che ha un patrimonio di 11 miliardi di dollari.

Michele Ferrero è il più ricco tra gli italiani

Silvio Berlusconi ha un patrimonio netto di 7 miliardi e 800 milioni di dollari che gli frutta, fuori dai primi 100 al mondo, il 3° posto in Italia.

Seguono Giorgio Armani al quarto posto, con un patrimonio di 7 miliardi di dollari Carlo, Giuliana, Gilberto e Luciano Benetton, dal quinto all’ottavo posto, con 2,4 miliardi di dollari a testa, Mario Moretti Polegato, della Geox, con 2,3 miliardi di dollari, nono tra gli italiani.

Staccati i poveracci: con 1 miliardo e 500 milioni di dollari: il fondatore del gruppo Mediolanum, Ennio Doris, l’editore e costruttore Francesco Caltagirone, il fondatore di Alleanza Farmaceutica Stefano Pessina, con 1 miliardo e 400 milioni di dollari.

Segafredo Zanetti coffee system diventa fornitore ufficiale di Disneyland Paris

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segafredo zanetti
Il logo Segafredo Zanetti

MILANO – Segafredo Zanetti coffee system, l’azienda di Treviso specializzata nella produzione di caffè in cialde e capsule a marchio Segafredo Zanetti e che si definisce “leader mondiale nel caffè espresso”, è diventato fornitore ufficiale di Disneyland Paris.

Segafredo Zanetti diventa fornitore ufficiale di Disneyland Paris

Il Parco divertimenti a tema che sorge nei pressi della capitale francese ha scelto Segafredo Zanetti Coffee System “per portare all’interno dei suoi uffici e locali – è riportato in una nota alla stampa – oltre seicento macchine SZ01 e MZ, garantendo d’ora in poi la dotazione di caffè in capsule per tutta la struttura e i dipendenti del parco – che attira circa 15 milioni di visitatori in media ogni anno”.

“La nuova importante partnership con Disneyland Paris valorizza ulteriormente il percorso di internazionalizzazione di Segafredo Zanetti Coffee System – ha commentato Matteo Zanetti, presidente e fondatore della società – già consolidato attraverso accordi di rilievo con realtà italiane e internazionali, tra cui MSC Crociere, Louis Vuitton Italia, Dolce & Gabbana, Gardaland e Generali Assicurazioni”.

La società si avvale all’estero della capillare struttura distributiva internazionale di Massimo Zanetti Beverage Group e delle sue 40 consociate attive nei cinque continenti.

In una nota diffusa Segafredo-Zanetti ricorda che “la qualità dell’espresso fornito da Coffee System non si limita al caffè, ma è affidata anche alla tecnologia 100% made in Italy delle macchine di La San Marco, azienda del gruppo leader nella produzione di macchine da caffè professionali”. “I modelli SZ01 e MZ, alla base della partnership con Disneyland Paris – prosegue la nota – sono in grado di garantire la stessa velocità e qualità delle macchine professionali per ottenere un espresso con gli stessi e costanti livelli di gusto e cremosità.

Il modello SZ01 è dotato in particolare di doppia caldaia, una per la preparazione del caffè, l’altra per l’acqua calda e il vapore, di un sistema di preinfusione per bagnare la capsula prima dell’erogazione, infine del controllo elettronico della temperatura. Il modello MZ invece sviluppa le stesse tecnologie tradotte nel modello compatto a dimensioni ridotte”.

La scheda sintetica di Segrafedo Zanetti

Segafredo Zanetti Coffee System, fondata nel 2003 in provincia di Treviso dall’attuale Presidente Matteo Zanetti, appartiene al Massimo Zanetti Beverage Group gruppo privato al mondo nel mercato del caffè, presente in oltre 100 paesi con un fatturato di circa 1 miliardo di euro.

Coffee System è nata dalla volontà del gruppo di proporsi al mercato mondiale del Coffee Service, in costante crescita, con l’obiettivo di servire aziende, uffici, studi professionali, attività commerciali, etc. Forte di una leadership consolidata del Gruppo nel settore Horeca, la società si posiziona nella fascia alta del mercato, con un’offerta di macchine e prodotti di alta qualità in grado di garantire gli stessi standard già riconosciuti ed apprezzati nel mondo.

Il calciatore Antonio Di Natale lancia la linea Caffè Totò

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caffè totò
Il logo Caffè Totò

UDINE – La chicca l’ha scoperta La Gazzetta dello Sport. Ed è una notizia davvero curiosa. Guardando la classifica dei cannonieri e la posizione della sua Udinese in classifica, non si può certo dire che Di Natale sia alla frutta, ma nonostante ciò l’attaccante bianconero si è concesso… il caffè! Non ci riferiamo alla classica tazzina trangugiata in un bar del Friuli ma del “Caffè Totò”, marchio prodotto a Sorrento e lanciato dallo stesso attaccante napoletano.

Di Natale lancia la linea Caffè Totò

Il Di Natale imprenditore agisce ben coadiuvato da 3 soci, che garantiscono che la miscela venga distribuita in Austria, Serbia e Slovacchia, ma lui stesso diventa una garanzia della qualità del prodotto, dato che è un gran consumatore di espresso: Totò si fa le sue belle 7-8 tazzulelle al giorno! Un piacere al quale non può rinunciare e, come diceva una celebre pubblicità, se non è buono, che piacere è?!

L’unico rischio potrebbe essere rappresentato dallo slogan pubblicitario “Il caffè Di Natale” presupporrebbe che lo si possa bere solo in occasione delle feste di fine anno! Ma non è così: la tazzina di Totò la si può assaporare tranquillamente tutto l’anno: è un aroma pregiato, esattamente come i suoi goal.

Fipe: il 10% delle caffetterie, circa 11.000, è passato a imprenditori arrivati dall’estero

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Il logo Fipe

MILANO – Gli italiani si fanno da parte e 11.000 caffetterie, più del 10 per cento del totale è passato a imprenditori che sono arrivati dall’estero. Così, secondo il centro studi della Federazione Fipe, ad un abbandono pari allo 0,3% da parte degli imprenditori italiani, registrato in tutti i settori nel 2010 sul 2009, corrisponde l’ingresso del 4,5% di imprenditori stranieri. Un ricambio che conferma un andamento ancora più marcato, nel periodo che va dal 2005 al 2009, nel quale il 2,1% di attività lasciate libere dagli italiani sono state occupate dal 28,5% di stranieri.

I lavoratori stranieri nel settore dei pubblici esercizi: l’indagine Fipe

Il centro studi della Federazione italiana pubblici esercizi ha elaborato dati raccolti dalle Eurisko nel 2007 e li ha presentati alla nascita dell’Associazione Internazionale Imprenditori Stranieri (Aiis), riunitasi per la prima volta a Rimini Fiera.

Secondo la Fipe, almeno il 10% di tutti i lavoratori stranieri presenti in Italia (1,6 milioni) è impiegato nel settore dei pubblici esercizi, soprattutto come dipendenti, anche se una buona parte ha occupato anche qui l’area manageriale. In quest’ultimo caso, fra alberghi e pubblici esercizi, si registra una presenza di stranieri dell’8,6% per un totale di 54.437 imprenditori, di cui 24.987 donne.

Quello del ricettivo è il settore più basso verso il quale guardano gli stranieri “ai vertici del comando” che risultano attratti molto di più dal commercio (29,5%), dalle costruzioni (22,2%) e dall’industria manifatturiera (10,1%). Analizzando, però, il settore dei servizi nel suo complesso, dove rientrano anche i pubblici esercizi, non può sfuggire che è proprio qui che si registra la percentuale più alta (35,2%) di imprenditori stranieri. Le nuove etnie dell’imprenditoria in Italia sono concentrate nella fascia di età fra i 30 e 49 anni.

Lavazza, Coffee Design: seminario del caffè del futuro puntato sulla sperimentazione

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Il logo di Lavazza Group

TORINO – Si è svolto nei giorni scorsi Coffee Design, organizzato da Lavazza con il Politecnico del capoluogo piemontese. Anche questo Il workshop è una iniziativa inserita nel programma di accordo di partnership quinquennale per l’attività di ricerca e sviluppo siglato tra Lavazza e Politecnico il 19 gennaio 2009.

Il seminario Coffee Design con Lavazza

Il seminario aveva l’obiettivo di trasmettere agli studenti del corso di Laurea in Disegno Industriale e Graphic & Virtual Design l’esperienza di Lavazza nella sperimentazione sul caffè, affinché possano indagare visioni possibili e future su questa bevanda provando ad innescare ambiti di ricerca innovativi sul caffè, sulle abitudini di consumo e sulla comunicazione legata a questo prodotto.

Gli studenti hanno lavorato allo sviluppo di nuove idee e progetti sul mondo del caffè, più precisamente su Design e Food-Design: oggetti legati alla preparazione e al consumo del caffè, modalità e concetti innovativi che permettono al caffè di esprimersi in maniera nuova.

Il contributo fondamentale alla realizzazione del seminario è stato dato dal Training Center Lavazza di Torino, una struttura dedicata che da oltre 30 anni si impegna nella formazione e aggiornamento per i professionisti del settore, oltre che alla ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e sempre migliore qualità.

Lavazza è stata la prima azienda del caffè a creare nel 1979 un’istituzione dedicata alla formazione, una vera e propria scuola dell’espresso che oggi è ormai una rete con 43 sedi nei 5 continenti finalizzate alla diffusione a livello mondiale della cultura dell’autentico espresso all’italiana.

Il seminario, che è durato una settimana, si è svolto presso la sede della facoltà del corso di studi in Disegno Industriale del Politecnico di Torino (Corso Francia 366) e presso il nuovo Innovation Center Lavazza, la struttura recentemente inaugurata per riunire tre Direzioni: Ricerca e Sviluppo, Design e Ingegneria di Macchine e Sistemi. Questo centro per l’innovazione ospita anche le aule e i laboratori all’avanguardia del Training Center, il centro di formazione e diffusione della cultura dell’espresso italiano nel mondo.

Marcello Arcangeli, Responsabile dello sviluppo nuovi prodotti e dei Training Center Lavazza, è stato il tutor ed ha avuto una parte attiva nella preparazione culturale degli studenti, offrendo occasioni di esperienze aderenti alla loro formazione culturale ma atipiche e legate al mondo del cibo e delle bevande.

Arcangeli ha messo a disposizione degli studenti l’expertise e la competenza in materia di caffè, di design e food design dell’azienda torinese, offrendo nuovi stimoli e suggerendo nuovi percorsi nell’ambito del workshop “Coffee Design”.

Con questa iniziativa, Lavazza ha confermato l’impegno nel promuovere la cultura dell’espresso a livello internazionale, testimoniando l’attenzione che l’azienda vuole dedicare alla formazione, anche attraverso una sempre più sinergica collaborazione con il mondo accademico e, in particolare, con le eccellenze del suo territorio di origine, a cui l’Azienda resta fortemente e sempre più legata, in perfetta sintonia con le sue dimensioni di grande gruppo internazionale.

Green Mountain, socia Lavazza al 7%, stringe un accordo con Starbucks

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Green Coffee Mountain logo
Il logo Green Coffee Mountain Roasters

BURLINGTON (USA) – La partecipata americana Green Mountain, di cui è socia la Lavazza al 7%, ha stretto un’intesa con Starbucks, prima catena americana di caffetterie, e l’accordo apre al gruppo italiano le porte del promettente mercato Usa del caffè espresso. Per il gruppo italiano guidato da Gaetano Mele, scrive MF, l’accordo non solo ha avuto un impatto finanziario immediato, dato il forte aumento del valore della sua quota in Green Mountain, ma ne avrà uno anche in prospettiva.

Le macchine Keurig (prodotte dalla stessa Green Mountain) non offrono al momento alcun prodotto per la categoria del caffè espresso e sono in molti a credere che su questo stia lavorando Lavazza. Almeno in teoria una cialda Lavazza per le macchine Keurig potrebbe diventare anche il punto di entrata nella catena Starbucks, che oggi offre l’espresso nei propri punti vendita ma senza un particolare marchio, e non ha avuto una genesi facile.

Green Mountain stringe accordo con Starbucks

C’è un interessante dato statistico, continua l’articolo: l’80% dei clienti di Starbucks non ha in casa una macchina da caffè istantaneo, e Keurig controlla l’80% del mercato americano con le sue macchine. Il segmento delle cialde monodose è peraltro quello in maggior crescita nel mercato mondiale del caffè e lo scorso anno Green Mountain ha venduto 2,9 miliardi di cialde da usare con la Keurig, il 75% in più dell’anno precedente.

L’accordo commerciale annunciato ieri prima dell’apertura dei mercati, ha fatto guadagnare il 40% alle azioni di Green Mountain in mattinata. Intanto la rivale di Starbucks, Peet’s Coffee & Tea, esclusa da quest’accordo, ha visto il titolo perdere ieri mattina il 13%.

Il Politecnico di Torino studia i sistemi per rendere possibile il riciclo delle capsule di caffè usate

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Capsule di caffè (immagine: Pixabay)

TORINO – Sarà il Politecnico di Torino ad occuparsi dei sistemi di recupero o di riciclo delle capsule di caffè usate. E’ il primo risultato dell’incontro che si è svolto all’Innovation Center della Lavazza a Torino dove si erano dati appuntamento i rappresentanti del Comune di toscano di Capannori (Lucca) assieme al Centro di ricerca rifiuti zero, l’Aiipa (Associazione Italiana Industrie Prodotti Alimentari, settore del caffè) e il Politecnico di Torino per valutare possibili sistemi di recupero e riciclo delle capsule di caffè.

Il Politecnico di Torino per il riciclo delle capsule di caffè usate

L’incontro era il risultato dell’analisi diffusa nelle scorse settimane attraverso una lettera aperta indirizzata anche alla Lavazza per focalizzare l’attenzione di tutti i soggetti coinvolti sulla difficoltà di smaltimento delle capsule del caffè usa e getta non biodegradabili che attualmente finiscono nel rifiuto indifferenziato.

Alla riunione di Torino hanno partecipato l’assessore all’ambiente del Comune di Capannori, Alessio Ciacci, il responsabile del centro rifiuti zero dello stesso comune, Rossano Ercolini, insieme a due ricercatori che avevano collaborato alla stesura della lettera aperta. Allo stesso tavolo erano presenti anche Valerio Bordoni direttore dell’Aiipa e Gianni Forni responsabile settore caffè della stessa organizzazione che fa capo alla Confindustria.

Per individuare una possibile svolta sullo smaltimento era stato invitato Giovanni Camino del dipartimento scienze dei materiali e ingegneria chimica del Politecnico di Torino che ha chiesto tempo per individuare una strada percorribile allo smaltimento delle capsule del caffè usate.