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mercoledì 27 Novembre 2024
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Sanapo, il campione italiano riceve a casa Alejandro Mendez

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wbc Francesco Sanapo Torino
Francesco Sanapo all'opera a Torino

MILANO – Puntuale come sempre ci ha scritto Francesco Sanapo, due volte campione italiano baristi. Lo ha fatto ricordare che ieri ha registrato l’episodio del “Sunday at home…a good coffee in my cup”. Una puntata speciale perché l’ospite era il campione del mondo baristi 2011 Alejandro Mendez.

Sanapo intervista un altro campione

“Questa puntata mi ha emozionato tantissimo – spiega Sanapo – l’idea che due paesi così lontani erano affratellati e uniti dalla condivisione di una tazza di caffè mi ha entusiasmato. Questa puntata è in inglese visto l’ospite internazionale, e parliamo del caffè proveniente da El Salvador più precisamente dalla Finca la Illussion, un caffè delizioso che mi ha emozionato al primo sorso e che ho avuto la fortuna di scoprire 1 anno fa. Oggi c’e l’ho è a casa mia! Poi Oltre a questo ho chiesto ad Alejandro cosa significasse per lui essere un barista, a voi la risposta”.

Aggiunge Sanapo: “Oltre al viaggio virtuale, il prossimo mese partirò realmente per El Salvador alla ricerca di caffè speciali, e grazie anche all’aiuto di Alejandro avrò la fortuna di visitare numerose piantagioni sperando di portare a casa qualcosa di speciale”. Conclude Sanapo: “Dalla prossima settimana (visto le numerose richieste) aprirò un contest per i miei Follower di Twitter e Facebook che permetterà ad alcuni di loro di partecipare ad una puntata del “Sunday at home…a good coffee in my cup” dove l’argomento trattato sarà: Coffee social cup!” .

Il video

Fiepet non crede all’aumento del prezzo dell’espresso al bar

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Fiepet
Il logo Fiepet

MILANO – La Fiepet-Confesercenti, la federazione italiana degli esercenti pubblici, non prevede aumenti del prezzo del caffè alla tazzina, nonostante i rialzi esponenziali al prezzo di origine dello scorso anno. «Non penso che i bar aumenteranno il prezzo del caffè per la delicatezza del momento economico – afferma il presidente Esmeralda Giampaoli – .Sarebbe anche controproducente. Il barista vista la situazione si farà carico ancora una volta del ritocco del prezzo che probabilmente ci sarà di nuovo all’origine».

Fiepet: Giampaoli ricorda infatti che in questi anni c’è stato «un rialzo pressochè costante dei prezzi sia alla produzione che alla torrefazione, come è già avvenuto un ritocco del prezzo della tazzina al bar»

Come Confesercenti, aggiunge Giampaolo, «anche in passato abbiamo fatto delle campagne per contenere i prezzi del caffè alla tazzina e se ci sarà necessità cercheremo di continuare con la politica che abbiamo portato avanti in questi anni»

Stessa attenzione anche sui prezzi del cenone di fine anno:

«C’è stata – dice Giampaoli – una tendenza al ridimensionamento per non far rinunciare la gente e per incentivare le persone a uscire comunque. Un’altra tendenza che si è sviluppata negli ultimi anni e che si è consolidata in particolar modo quest’anno è quella del cenone alla carta in modo da dare al cliente la possibilità di spendere quanto vuole. Non si tratta di un low cost ma di un modo intelligente di mantenersi il cliente».

Edi Sommariva ha lasciato la carica di direttore regionale di Fipe

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Edi Sommariva
Edi Sommariva direttore generale della Fipa

MILANO – Dal 31 dicembre Edi Sommariva non è più il direttore generale di Fipe – Confcommercio, carica che ricopriva da 22 febbraio 1989 quando fu nominato sotto la presidenza di Sergio Billè. Da oggi è al vertice dell’Agenzia per la promozione turistica della sua regione, il Friuli Venezia Giulia.

Edi Sommariva lascia il campo al prossimo direttore

Non è ancora noto chi sarà il successore al ruolo di Direttore generale ma l’ipotesi più probabile è di una gestione provvisoria per qualche settimana, prima della nomina ufficiale. «Al dottor Sommariva – ha commentato il presidente Fipe, Lino Stoppani – va il sincero ringraziamento mio e di tutta la Federazione. La sua pluriennale collaborazione ha lasciato un segno di qualità e seminato molti valori, umani e professionali oltre che buoni sentimenti».

Brasile: Conab prevede una produzione tra i 41,9 e i 44,73 milioni di sacchi

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Brasile
La raccolta di caffè nel Cerrado (Brasile)

MILANO – Conab spiazza tutti ipotizzando nella sua prima stima ufficiale per il raccolto 2011/12 una produzione compresa tra 41,9 e i 44,73 milioni di sacchi: il dato più elevato di sempre in un anno negativo del ciclo biennale. Una previsione che sgombra il campo dalle aspettative pessimistiche delle settimane scorse e smentisce lo stesso ministro dell’agricoltura Wagner Rossi, che aveva prefigurato, in un’intervista concessa prima di Natale, un accentuato calo sull’anno (-23%) destinato a far scivolare la produzione ai minimi storici recenti.

Conab: produzione compresa tra 41,9 e i 44,73 milioni di sacchi

Il tutto a fronte di una lieve contrazione delle superfici coltivate e di una forte siccità, durata sino a settembre, che aveva fatto temere il peggio. Le cifre di Conab indicano che il prossimo raccolto si attesterà tra 41,89 e i 44,73 milioni di sacchi da 60 kg, pari una flessione (a seconda che si consideri il margine inferiore o superiore della stima) compresa tra il 12,8% e il 7% rispetto al raccolto da 48,1 milioni di sacchi registrato nel 2010/11, che è stato, lo ricordiamo, il secondo più abbondante di sempre nella storia produttiva brasiliana.

Il calo più consistente (tra il 15,9% e il 9,9% in meno) riguarderà gli Arabica, mentre la produzione di Robusta registrerà (sempre a seconda del valore considerato), una lieve flessione (-3%) o un moderato incremento (+2,6%).

Conab: la produzione di Arabica

La produzione di Arabica (prendendo in esame il valore medio della stima) costituirà i tre quarti circa del totale (74,6%), con lo stato del Minas Gerais ancora una volta in grande evidenza (66,6% del raccolto complessivo di arabica).

Sul fronte dei Robusta riconfermata la leadership dell’Espírito Santo, con oltre i due terzi del raccolto totale di conilon. L’area totale coltivata viene stimata in 2,2806 milioni di ettari, in lieve calo (-0,4%) rispetto al raccolto precedente. La produzione del Minas Gerais è stimata tra i 21,219 e i 22,709 milioni di sacchi.

Considerando il dato medio di 21.964.012 sacchi si avrebbe un calo del 12,69% sull’anno precedente, con una produttività superiore, in ogni caso, ai 21 sacchi/ha, contro i 19,87 sacchi/ha del precedente anno negativo del ciclo biennale (2009/10).

Dopo mesi di siccità, la pioggia è arrivata puntualmente a fine settembre in quasi tutte le regioni dello stato reintegrando il deficit idrico e consentendo due buone fioriture, ben definite e uniformi.

Una differenza rilevante con l’anno passato, quando l’irregolarità delle precipitazioni aveva determinato numerose fioriture atipiche complicando non poco la gestione del raccolto. Il calo produttivo è stato maggiore in quelle aree dove si sono registrati raccolti abbondanti lo scorso anno, con conseguente forte stress vegetativo degli arbusti.

Una ripresa produttiva

Laddove invece il potenziale produttivo è stato frustrato, nel 2010, da condizioni climatiche sfavorevoli si registra quest’anno una ripresa produttiva, che sovverte parzialmente il tipico paradigma biennale.

Tale tendenza si manifesta in particolare nelle regioni di Zona da Mata, Jequitinhonha, Norte de Minas, Centro Sul e Serra da Mantiqueira ed è favorita dal positivo andamento climatico degli ultimi mesi.

Anche per questo, l’analisi disaggregata delle varie aree produttive risulta in questo report molto più articolata, con un’ulteriore suddivisione del Sul de Minas in tre sub-regioni, ai fini di una disamina più dettagliata delle singole situazioni locali.

In generale possiamo dire che i cali più rilevanti si dovrebbero registrare nel Cerrado Mineiro (-24,6%) dove gli indici di produttività rimangono comunque ragguardevoli (26,63 sacchi/ha) e nella regione di sud e sud-ovest, mentre nelle aree di Zona da Mata, Leste, Mucuri, Jequitinhonha e Norte de Minas è attesa addirittura una ripresa produttiva rispetto all’anno passato.

La crescita della produzione

Il programma per il rinnovo e il rilancio del settore del caffè sta dando i suoi frutti nell’Espírito Santo, dove la produzione dovrebbe crescere tra lo 0,7% e il 6,9% rispetto al 2010. Le prospettive appaiono buone sia per il conilon (73% della produzione dello stato) che per gli arabica e la forte siccità registrata nei primi mesi dell’anno scorso è ormai soltanto un lontano ricordo.

Dopo il brillante risultato dell’anno passato lo stato di São Paulo subisce inevitabilmente quest’anno un calo ciclico dovuto allo stress delle piante, con conseguente flessione produttiva pari, considerando il valore medio della stima, al 26,55%. La recente ripresa dei prezzi potrebbe contribuire a invertire il trend in atto da anni, che ha portato a una forte contrazione delle superfici coltivate a caffè a favore di altre colture.

La produzione è prevista addirittura in crescita nello stato di Bahia dove il buon andamento climatico (con indici pluviometrici positivi) ha favorito sia gli arabica, per i quali si prevede una crescita dell’8,4%, che i robusta, il cui raccolto potrebbe incrementarsi di quasi il 28%, grazie anche alle nuove aree entrate in produzione.

Le condizioni climatiche

La ciclicità negativa si farà sentire invece nel Paraná dove la produzione diminuirà di un quarto risentendo anche di un’ulteriore contrazione delle superfici in produzione. Va comunque osservato in questo stato un forte sforzo di potenziamento e rilancio produttivo attraverso interventi di potatura e investimenti, volti a razionalizzare la coltura.

Le condizioni climatiche sono state sin qui favorevoli, con precipitazioni soddisfacenti in buona parte delle regioni. Le precipitazioni insufficienti, in particolare ad agosto, si sono ripercosse invece sullo sviluppo del raccolto di robusta in Rondônia, dove la produzione è prevista in forte calo.

Gli indici di produttività, già tra i più bassi del paese, subiranno un’ulteriore flessione evidenziando ancora di più i gravi ritardi strutturali e la scarsa competitività di questo stato.

Le associazioni di settore

La stima ha coinvolto come sempre le principali associazioni e organizzazioni di settore ed è stata supportata da un’ampia ricerca sul campo (compiuta tra l’8 novembre e il 17 dicembre negli stati di Minas Gerais, Espírito Santo, São Paulo, Bahia, Paraná, Rondônia e Rio de Janeiro, nei quali si concentra il 98% della produzione) oltre che dall’utilizzo delle più moderne tecniche di telerilevamento satellitare.

Rafforzata inoltre la pluriennale collaborazione con l’Ibge (istituto brasiliano di geografia e statistica, dipendente dal ministero della pianificazione territoriale), nell’intento di armonizzare i criteri di rilevazione ed elaborazione statistica e di migliorare la copertura delle aree di produzione marginali. La prossima stima Conab è attesa per il mese di maggio.

Wmf precisa già i termini dell’acquisizione di Cma-Wega

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wmf
Il logo Wmf

MILANO – La lunga riunione del consiglio di amministrazione della Cma proseguita per tutta la giornata di ieri a Susegana non ha prodotto alcun comunicato stampa sulla vendita del gruppo Cma-Wega alla tedesca Wmf. Forse lo leggeremo nei prossimi giorni o se ne saprà di più da altre fonti sulla decisione che non è certo stata decisa all’improvviso. Oggi l’azienda è chiusa per il ponte pasquale e nulla è dato sapere. Sonia dal Tio A.D delle consociate WEGA Srl in Italia e G.E.E.C. negli USA ha annunciato la decisione ai lavoratori che hanno accolto la notizia con grande sorpresa.

La direzione ha assicurato che la vendita della società alla Wmf

“non comporterà problemi per le maestranze ma soltanto vantaggi: l’ingresso in un gruppo di livello mondiale si possono aprire scenari economici migliori degli attuali”. Da parte del sindacato Cgil è stata chiesta alla direzione del gruppo Cma-Wega una riunione urgente dopo Pasqua per avere informazioni e Sonia, Roberto e Nello Dal Tio dettagli sulla vendita. Da parte sua la Wmf ha diffuso un documento con una descrizione del gruppo Cma-Wega, all’indomani dell’annuncio dell’acquisizione.

I clienti del gruppo Cma-Wega sono sia torrefattori sia catering, grossisti e importatori. I prodotti sono distribuiti in circa 130 paesi

In Italia, Stati Uniti (la General Espresso Equipment Corp., a Greensboro), Romania e Francia il gruppo dispone di una propria rete di vendita e rappresentanti diretti. Le fabbriche sono due: in Italia a Susegana in provincia di Treviso e in Romania a Timisoara, dove vengono fabbricate macchine per i mercati dell’Est Europa. Lo scorso anno il giro d’affari globale sottoposto ai revisori dei conti del gruppo è stato di circa 50 milioni di €. Per acquistare il gruppo specializzato in macchine professionali del caffè la Wmf ag pagherà un prezzo di acquisto di 35 milioni di euro basato sull’enterprise value al netto del debito.

Perù: produzione ed export a livelli record nel 2011

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La bandiera del Perù
La bandiera del Perù

MILANO – Anno d’oro per la caffeicoltura in Perù. La produzione del paese andino ha raggiunto nel 2011 il livello record di 4,75 milioni di sacchi, maggiore del 18% a quello del 2010, stando ai dati diffusi dalla giunta nazionale del caffè (Jnc). Vola anche l’export che ha toccato i 4,37 milioni di sacchi portando nelle casse peruviane un importo stimato in quasi 1,4 miliardi di dollari, con un incremento a valore del 58% rispetto all’anno precedente.

La produzione del Perù

“Ci aspettavamo per il 2011 un calo ciclico della produzione, ma è accaduto l’esatto opposto, grazie al clima favorevole, agli investimenti in input da parte delle cooperative e ai nuovi arbusti entrati in produzione” ha dichiarato alla stampa il presidente della giunta César Rivas aggiungendo però che l’export potrebbe risentire nel 2012 della crisi economica in atto in Europa e negli Stati Uniti.

Secondo dati citati da Rivas, il comparto del caffè dà lavoro in Perù a 160 mila famiglie di piccoli e medi produttori, per circa un terzo organizzati in cooperative o associazioni. La superficie coltivata raggiunge i 390 mila ettari, di cui 120 mila ettari certificati.

“Il forte impulso dato allo sviluppo delle produzioni bio ci ha consentito di migliorare la qualità e l’immagine dei nostri caffè – ha dichiarato ancora Rivas – ricordando come ben 95 mila ettari di piantagioni siano coperti da certificazioni biologiche.

I piani della Jnc puntano a portare la superficie coltivata a 550 mila ettari per una produzione di 8,4 milioni di sacchi entro il 2025.

Perù, il cambiamento del clima e le forti piogge minacciano la produzione del caffè

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La bandiera del Perù
La bandiera del Perù

LIMA – Sono sempre di più le notizie che arrivano dai paesi produttori di caffè per denunciare come il cambiamento del clima stia incidendo profondamente anche sulla produzione. Questi allarmi, che provengono dall’Africa come dall’Asia e dall’America, confermano come il problema sia maggiormente sentito nell’area fra i Tropici.

Così, in assenza di un patto globale vincolante per affrontare i cambiamenti climatici, il Perù ha adottato una soluzione per ridurre le sue emissioni di CO2. Il Paese sta già sperimentando gli effetti del riscaldamento globale, come lo scioglimento dei ghiacciai nelle Ande.

Inoltre, l’anno scorso le piogge da record in Amazzonia hanno devastato i raccolti, facendo aumentare l’inflazione e colpendo le esportazioni di caffè. “Se non facciamo qualcosa, avremo problemi con i rifornimenti d’acqua lungo le coste. Sappiamo che ci saranno più siccità, più piogge e stiamo già assistendo a drastici cambiamenti di temperatura”, ha detto Felipe Mariano Soldan, capo dell’ufficio di pianificazione strategica del governo.

Nel piano adottato dal Perù sono inclusi l’utilizzo di fonti rinnovabili, il passaggio ad un’economia a basse emissioni di carbonio e la riduzione del disboscamento illegale della foresta amazzonica. Piani analoghi per contrastare il cambiamento sono in corso di attuazione anche in Sudafrica, Cile, Argentina, Colombia e Brasile.

Inei, dall’espresso alla moka: quanto, come e dove consumano caffè gli italiani

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Luigi Odello zucchero inei tostatura
Luigi Odello del Centro studi assaggiatori

MILANO – La capitale d’Italia, Roma, avrebbe battuto Milano a suon di tazzine. A comunicarlo qualche mese fa è stato l’Inei, l’Istituto internazionale assaggiatori di caffè ,di cui è segretario generale Luigi Odello, affermando che solo l’espresso dello storico Caffè Colonna, nella capitolina Galleria Alberto Sordi, sarebbe degno di ottenere il massimo punteggio dalla severa giuria di esperti.

Secondo l’Inei al di là del simpatico dato in realtà sono molti i numeri che identificano il caffè. 1.000.000.000.000 (mille miliardi): è il potenziale di tazzine di espresso all’anno 7milioni: le tonnellate di chicchi di caffè lavorate in un anno.

Tutti i numeri del caffè forniti dall’Inei

25milioni: gli agricoltori impegnati in tutto il mondo nella produzione di caffè verde; 33miliardi di euro: è quanto si spende nel mondo ogni anno per acquistare caffè; 5/8 miliardi di euro: il fatturato medio annuo che originano gli agricoltori; 300/500 euro: sarebbe il ricavato medio annuo di un agricoltore; 85 milioni: sono i sacchi di caffè che ogni anno partono dai paesi produttori; 4/6 volte: è il rapporto medio dell’aumento del valore del caffè dopo la tostatura; 500/800 kg per ettaro: la resa media dell’Arabica 500/1.800 Kg per ettaro: la resa media della Robusta.

Brasile, Colombia e Vietnam sono nell’ordine i principali produttori. Seguono Indonesia, Messico, India, Etiopia, Uganda e Guatemala. Il più grande cliente al mondo di verde è rappresentato dagli Stati Uniti con oltre 20 milioni di sacchi.

Seguono la Germania con 15 milioni e, con quantità vicine ai 7 milioni, il Giappone, l’Italia e la Francia.

Un Inglese usa 2,2 chili di caffè all’anno, un Finlandese ne fa fuori 11,3 ponendosi in vetta alla classifica. Gli italiani consumano 5,5 chilogrammi.

Un po’ di numeri sul caffè in Italia secondo l’Inei

43 miliardi: sono le tazzine che consumiamo ogni anno in Italia; 41 milioni: è il numero stimato di italiani che bevono caffè; 99%: è la percentuale degli italiani che non distingue una miscela da un’altra; 60, 30, 10: sono in ordine le percentuali di consumo in casa, pubblici esercizi, macchinette; 750: sono i mastri tostatori presenti nel nostro Paese (49% al Nord; 25% al centro e 26% al Sud e nelle Isole); 131 mila: sono i bar in Italia.

Numero 1 nel mondo

È l’Italia per la produzione di macchine di caffè (70 mila all’anno di cui 50mila vendute all’estero).

Tante tazzine divertenti e differenti per gustosi espressi

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taz ah mug per espresso
Così una tas ah mug trasforma il volto di chi beve il caffè

MILANO – I caffè e gli espressi oltre a far parte di una tradizione tutta italiana, rappresenta per molti un delizioso vizio quotidiano. Da gustare al mattino o dopo il pasto della pausa pranzo, per gli italiani il caffè Ë irrinunciabile!

Per rendere questo momento ancora più piacevole e divertente vi consigliamo alcune simpatiche tazzine che faranno sicuramente colpo sui vostri ospiti.

Smilecup

Smile cup

Sempre sorridenti ma con espressioni diverse, le tazzine Smile Cup di Studio Psyho rallegrano il coffee break! Piattini e tazzine studiati con forme tali da creare simpatiche faccine.

Mood Mugs

Mood mugs
Mood mugs, da scegliere a seconda degli stati d’animo

Tazzine Mood Mugs per tutti gli umori; assonnati, ammiccanti, allegri o arrabbiati, il vostro caffË vi sostiene in ogni situazione! Il prodotto è realizzato a mano in ceramica ed è formato da due strati isolanti che mantengono il caldo o il freddo del contenuto. In vendita sul sito www.thabto.co.uk

Taz Ah Mug

Taz ah mug con 5 diversi animali che andranno a posizionarsi davanti alla faccia di chi beve creando effetti divertenti

Cinque diversi animali caratterizzano le tazze pensate dalla designer Attua Aparicio Torinos per il brand Thorsten Van Elten. I simpatici musetti disegnati sul fondo della tazzina creano un giochetto di sovrapposizione che solo chi guarda mentre beviamo può capire.

CTRL-ALT-CANC

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La serie di tre tazzine di diversi formati e colori che richiama il comando windows per resettare il pc

CTRL-ALT-CANC Ë il set di tazzine anche per caffè espressi per invasati del computer (Nerd) che dopo aver trascorso tante ore davanti al PC hanno necessariamente bisogno di una pausa.

Non a caso le tazzine a forma di tasti creano questa combinazione (CTRL ALT CANC) che sul computer windows permette di terminare ogni processo dopo uno stato di Tilt.

Quattro idee ironiche e divertenti per rendere ancora più piacevole la pausa caffè!

Nuovo governo societario in arrivo per Lavazza e Kimbo

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Antonio Baravalle Lavazza
Antonio Baravale nuovo ad Lavazza

MILANO – Nel CorrierEconomia in edicola con il Corriere della Sera due aperture sono dedicate alla filiera del caffè, con un vistoso richiamo in sottotestata: “L’industria del caffè: nuova governance per Lavazza. E il 31 per cento di Kimbo è in vendita”.

All’interno dell’inserto economia la pagina 10 è dedicata alle ultime vicende della Cafè do Brasil Spa.

Nell’articolo firmato da Roberta Scagliarini si parla della storia del celebre marchio partenopeo con gli ultimi passi di una saga che era iniziata lo scorso anno nei giorni di Venditalia.

Ora sono in campo i legali per quello che viene indicato come il secondo gruppo (in realtà, sulla base dei bilanci è terzo, alle spalle di Segafredo-Zanetti e Lavazza) dell’espresso italiano.

La sintesi è che Michele (che per 11 anni ha guidato Kimbo) e Maria Rubino vogliono uscire dalla società. E pochi giorni fa l’ex Lavazza Raffaele Mazzucolo, da un anno presidente e amministratore delegato, ha rassegnato le dimissioni “per motivi personali”.

E la famiglia Rubino ha nominato al suo posto il commercialista napoletano Fabrizio Mannato che ha lo studio nello scenografico lungomare Francesco Caracciolo al numero 15.

Mario Rubino
Mario Rubino

Ad oggi la proprietà della Cafè do Brasil Spa è così suddivisa: la quota maggiore, il 31%, appartiene a Michele e Maria Rubino, il 30,09% fa capo a Paola, Alba e Carmen Rubino, e una quota identica è di Anna Persta, Mario e Alessandra Rubino.

Infine il 9,71% rientra nelle azioni proprie possedute dalla società.

Vicenda Lavazza

Nella pagina a fronte, la 11, Maria Silvia Sacchi firma articolo sulla dinastia Lavazza con le nuove strategie del colosso del caffè che ha chiuso l’ultimo bilancio noto attorno a 1,1 miliardi di euro mentre il bilancio 2010 sarà annunciato nell’assemblea del 22 giugno ed è atteso con ricavi 1.130 milioni di euro.

E nell’articolo Sacchi affronta in dettaglio i conti della Spa di Via Novara 59 a Torino e si diffonde sulla cruciale sfida nel mercato di cialde e capsule.

All’orizzonte l’ex Marchionne boy

E la stessa assemblea di bilancio nominerà Antonio Baravalle, in arrivo dalla Gruppo Mondadori della Famiglia Berlusconi dove era direttore generale educational e amministratore delegato dell’Editrice Einaudi di Torino, ma anche ex Marchionne boy al vertice dell’Alfa Romeo, amministratore delegato al posto del napoletano Gaetano Mele, 66 anni, giunto alla scadenza del mandato.

E con l’arrivo di Baravalle nel consiglio di amministrazione della Lavazza entreranno nuovi consiglieri indipendenti.