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Portogallo: com’è il rito del caffè in uno dei Paesi che lo apprezza di più

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Tazzina espresso

LISBONA – Come ordinare un caffè in Portogallo Di Maureen Moore Siete arrivati in uno dei Paesi più amanti del caffè nel mondo. Ci sono invitanti bar ad ogni angolo, in Portogallo, il suono della macchina da espresso vi dà il benvenuto al vostro ingresso, e ora la parte difficile … come si ordina un caffè? I portoghesi prendono molto sul serio il loro caffè e ne comprano solo della migliore qualità. Scordatevi di ordinare una bevanda con latte di soia o senza grassi.

Portogallo: loro si concentrano sul caffè e non sui dettagli che lo accompagnano

Considerato che alcuni dei paesi più ricchi di coltivazioni di caffè in tutto il mondo erano un tempo colonie portoghesi, non deve stupire che questa bibita costituisca parte integrante della cultura portoghese. Da Timor Est al Brasile a São Tomé e Principe, la qualità è indiscutibile. E nemmeno la quantità scarseggia. Con oltre 40.000 bar e ristoranti in un paese di soli 10 milioni di persone, la vostra voglia di caffè non potrà mai restare insoddisfatta.

In fatto di caffè, ci sono pochi termini in portoghese che voi dovreste conoscere, per essere sicuri di ordinare ciò che desiderate davvero. Date un’occhiata a questa lista per un corso accelerato di cultura del caffè in Portogallo. (Elencati in ordine di concentrazione della caffeina, dal più al meno forte) Um café: non potrebbe essere più semplice. Scuro, semplicemente espresso.

Servito in una piccola porzione, di solito si consuma con tre sorsi. Solo per i più coraggiosi. Vi costerà circa 0,50 centesimi di euro. Uma bica: nome diverso per la stessa cosa. Il modo di dire: “um café” a Lisbona. Um café cheio: espresso diluito con un po’ d’acqua calda. Ancora abbastanza forte. Servito in una tazzina da espresso. Um pingado: espresso con qualche goccia di latte. In Spagna e in alcuni paesi dell’America Latina viene chiamato “cortado”. Servito in una tazzina da espresso. Uma meia de leite: con quantità quasi uguali di caffè e latte, questa bevanda a base di caffè viene servita in una tazza da caffè grande.

La preparazione tipica è fatta con il caffè filtrato, ma se preferite l’espresso, chiedete semplicemente “de maquina” o “directa”. Se vi piace il caffè abbastanza forte, specificate “escura”. Um galão: esattamente lo stesso della “meia de leite”, ma servita in un bicchiere di vetro invece che in una tazzina da caffè. Provatelo con il pasticcino nazionale, il “pastel de nata”.

Um garoto: chiudiamo la lista con il “mite” garoto

Che contiene giusto l’aroma del caffè, perché l’infuso è fatto con i fondi già utilizzati per il cliente precedente (è un modo per riciclare i fondi di caffè). Riempite di latte la tazzina da espresso fino all’orlo ed è fatto! Per finire, o meglio, per raddoppiare, potete aumentare la quantità di espresso nel vostro caffè o nel vostro café pingado chiedendo un “café duplo” o un “duplo pingado”. Vi sarà servito in una tazza da caffè grande e la caffeina vi darà l’energia per un’intera giornata di visita alla città. Questi sono solo i termini più comuni per ordinare un caffè. Se passerete un po’ più di tempo in Portogallo ne imparerete molti altri. Fonte: http://www.venere.com/it/blog/caffe-portogallo-10062/

Guastalla: come riconoscere la qualità del caffè da acquistare

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guastalla
L'espresso di qualità

MILANO – Gli intenditori scelgono i caffè pregiati e consigliano la tostatura migliore di Antonio Guastalla. Gli appassionati di caffè sanno riconoscere quando stanno assaggiando un caffè pregiato appena tostato e sanno quando il produttore può essere considerato di ottima qualità e quando no: le miscele di caffè più buone sono quelle che hanno subito una attenta torrefazione e proveniente da colture che si sono prese cura della crescita delle piante di caffè sin dal germoglio.

Guastalla: i locali presso i quali acquistare ottima qualità di caffè sono online e nei negozi di fiducia del proprio quartiere

E, anche se non sembri, la qualità del caffè che può essere acquistato online può essere superiore a quello appena macinato. Questo perché i negozi online che vendono caffè lo macinano subito prima di imbustarlo e inviarlo al consumatore. La tostatura è importante per determinare la qualità di un caffè, e la determinazione del livello di soddisfazione del degustatore sempre attento e abituato a bere soltanto caffè pregiato. Le marche di caffè più vendute non sono quelle che si trovano nei supermercati, bensì quelle che provengono dalle aziende artigianali produttrici di caffè: la differenza nel gusto e nell’aroma è molto evidente.

Chi acquista caffè in grandi dimostra competenza nella scelta

E di conseguenza un caffè preso da questo degustatore sarà di gran lunga più buono di quello che ci offre il caffè dalle cialde. Il caffè macinato istantaneamente è sintomo di interessamento nell’offrire una bevanda ricca di gusto e passione, proprio come amano gli italiani. Le pause di lavoro e subito dopo pranzo devono essere valorizzate e per farlo occorre acquistare una tipologia di caffè degna di essere offerta. Se non lo hai mai fatto compra anche tu il caffè online e scopri quanto sia elevata la sua qualità. Fonte: www.articlemarketing.biz

Venezia, la Procura indaga sul Caffè Quadri: restauro in regola? Alajmo: “A disposizione dei giudici”

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Massimiliano Alajmo

VENEZIA – Caffè Quadri al centro della cronaca. Dopo le polemiche sul Carnevale ora è il restauro del Quadri, sorto nel ‘700 all’insegna della “negra bevanda” che giungeva dall’Oriente sotto le Procuratie Vecchie, in Piazza San Marco, a Venezia, a finire sotto la lente della procura. Nel mirino del fascicolo conoscitivo aperto dal Procuratore aggiunto Carlo Mastelloni ci sono i lavori, costati circa 800 mila euro, fatti per restaurare e rinnovare lo storico locale, che nel tempo aveva visto l’apertura al primo piano dell’unico ristorante che si affaccia sulla Piazza.

L’operazione di restyling ha mantenuto l’impianto storico ma nel contempo ha dato un tocco di nuovo agli spazi del Caffè al piano terra, con un nuovo bancone; ma qualcosa nel lavoro di recupero del locale sembra aver toccato la sensibilità di qualcuno. Il magistrato ha già acquisito gli atti e i permessi relativi alla ristrutturazione dei locali dalla Soprintendenza; il fine è quello di accertare se le opere eseguite siano state conformi alle direttive dei Beni Culturali.

Il locale è stato rilevato di fatto alcuni anni fa dai fratelli Massimiliano e Raffaele Alajmo, proprietari del ristorante con tre stelle Michelin Le Calandre di Rubano (Padova). Nella società creata ad hoc con una quota di minoranza è presente anche la società Ligabue, che prima ne aveva la gestione. Per Raffaele Alajmo il fascicolo d’indagine aperto dalla procura lagunare non è un problema: «le porte sono aperte: siamo qui a disposizione della magistratura» commenta. «La magistratura verifichi puntualmente i lavori fatti» a piano terra del locale. Aggiunge che per un posto «così bello e storico come il Quadri è giusto che ci sia un’attenzione della Sovrintendenza, vuol dire che c’è cura del luogo. Va benissimo». «È un segnale che a Venezia – conclude – certe cose vengono valutate con particolare attenzione e controllo».

Per rilanciare il Quadri gli Alajmo hanno fatto loro il motto «ciò che diventa era» del torrefattore veronese Gianni Frasi. E proprio in onore del motto, hanno dato una «rispolverata» all’ambiente del vecchio Caffè. Al piano superiore, invece, sono entrate sedie nere verniciate come fossero gondole, faretti moderni e un gioco di luci-ombre per esaltare i piatti in tavola e la vista incomparabile sull’area marciana. Poi naturalmente la costruzione del menù e in onore della laguna gli Alajmo hanno fatto leva sui piatti veneziani del passato, rielaborati in chiave moderna.

Il Quadri fu fondato dal veneziano Giorgio Quadri attorno la seconda metà del Secolo dei Lumi. Giunto dall’isola greca di Corfù sbarcò a Venezia dove investì gli averi di famiglia in un locale che proponesse il caffè, all’epoca di gran moda. Nella prima metà dell’ ‘800 il locale venne restaurato dai fratelli Vaerini, che ampliarono gli spazi aprendo al piano superiore il ristorante. Ai tavolini del Quadri, tra gli altri, si sono seduti nei secoli Stendhal, Alexandre Dumas, Marcel Proust, Arturo Martini, Gino Rossi, Mikhail Gorbaciov, Francois Mitterand, Robert de Niro, Woody Allen, Angelina Jolie e Brad Pitt.

Kraft, i profitti crescono del 54% nel 4° trimestre del 2011, il gruppo si prepara allo spin-off della divisione snack

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kraft
Alcuni dei marchi Kraft

MILANO – Gli utili di Kraft sono aumentati del 54 per cento nell’ultimo trimestre 2011, trainati da un forte aumento dei prezzi. Nonostante l’aumento del costo delle materie prime, gli utili hanno raggiunto 830 milioni di dollari, o 47 centesimi per azione, da 540 milioni, o 31 centesimi per azione, dell’anno precedente.

In aumento anche il fatturato, salito del 6,6% a 14,69 miliardi di dollari. Un risultato positivo, ma inferiore alle attese degli analisti, che avevano previsto 57 centesimi per azione di utili su un giro d’affari di 14,79 miliardi. Per l’intero 2011, il fatturato netto è cresciuto del 10,5 per cento a 54,4 miliardi di dollari, mentre gli utili operativi sono aumentati del 13,4 per cento a 2,29 dollari per azione.

Il colosso alimentare americano Kraft, che distribuisce i prodotti sotto diversi brand in 155 paesi, si prepara a mettere in atto uno spin-off annunciato quest’estate che prevede lo scorporo della divisione snack internazionale da quella che si occupa di cibi e bevande negli Stati Uniti. E per portare a termine l’operazione, attesa entro il 2012, ha annunciato che taglierà 1.600 posti di lavoro.

Stati Uniti: risultati in crescita per il mercato ocs americano

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MILANO – Dopo la parziale battuta d’arresto registrata nel triennio 2008-2010, il mercato ocs (office coffee service) di oltreoceano è tornato a crescere nel 2011 sfiorando i 4 miliardi di dollari di fatturato (cifra comprensiva delle bevande calde a base di caffè, nonché di dolcificanti e panne, ndr.). E le prime previsioni per il biennio 2012-2013 parlano di una crescita annua che potrebbe attestarsi attorno al 3,5%.

Come osserva un’indagine di mercato pubblicata in questi giorni dall’analista americano Packaged Facts, l’evolversi dello scenario competitivo e i nuovi trend in atto stanno rivoluzionando il come-dove-cosa dei consumi di caffè sul luogo di lavoro. Con una prima constatazione fondamentale: il caffè filtro continua a farla da padrone. Ben il 50% di quanti, tra gli intervistati, affermano di avere bevuto caffè nel corso della settimana precedente, sostiene infatti di essersi servito dal tradizionale bricco elettrico all’americana (ai fini dell’indagine è stato selezionato un campione statistico rappresentativo su scala nazionale degli occupati a tempo pieno, ndr.).

Ciò non toglie che quasi un quarto degli intervistati (22%) dichiari di utilizzare il caffè porzionato (cialde o capsule). I serving, nel 70% dei casi, sono forniti dal datore di lavoro. Si aggiunga poi che il caffè filtro, pur essendo il metodo più diffuso, è anche quello che soddisfa di meno i dipendenti. A detta dell’indagine è fondamentale, ai fini dell’ulteriore espansione del segmento, convincere le aziende che l’investimento in macchine ocs è compensato da una contropartita in termini motivazionali e di produttività. Ne è una riprova il fatto che oltre l’80% del campione condivide “fortemente” o almeno “in una certa misura” l’idea che il caffè contribuisca alla produttività nell’arco della giornata lavorativa.

Non va trascurato poi il discorso salutistico, che fa sempre più breccia anche tra i datori di lavoro, partendo dal presupposto che il benessere sul posto di lavoro può contribuire a ridurre i costi sanitari e l’assenteismo. Le sfide comunque non mancano, secondo il report. A cominciare dall’esigenza di spingere verso un cambiamento delle abitudini di consumo. Ben il 71% dei 66 milioni di americani adulti, occupati a tempo pieno, consumatori quotidiani di caffè preferisce infatti consumare la bevanda in casa, durante la prima colazione, o in ogni caso prima di raggiungere il posto di lavoro, in bar, caffetterie o drive-thru. A ciò va aggiunta l’entrata di colossi come Starbucks o Dunkin’ Donuts nel segmento del caffè porzionato, che potrebbe indurre un impatto rilevante anche nel canale delle forniture per uffici.

Bisogna inoltre tenere conto della concorrenza sempre più forte esercitata nel canale ocs dai grandi fornitori di servizi come Aramark o Compass Group, che stanno portando avanti un’aggressiva politica di espansione a suon di acquisizioni e investimenti. In conseguenza di ciò, i competitor di dimensioni più piccole dovranno per forza indirizzarsi verso le aziende con un numero minore di dipendenti, meno appetibili per i grandi gruppi nazionali. Tra i principali fattori di sviluppo focalizzati dall’indagine di Packaged Facts rientrano, innanzitutto, le prospettive generali di espansione dell’economia americana e la fiducia dei consumatori.

Viene inoltre analizzato l’impatto nel canale ocs dei prodotti porzionati per le macchine domestiche (es.: le K-Cup di Keurig) e del caffè solubile Via di Starbucks. Particolare attenzione viene rivolta poi ai gusti e alla soddisfazione dei consumatori, nonché alle già citate problematiche di produttività. Il report passa infine in rassegna i principali competitor nel campo delle forniture agli uffici, nonché il ruolo delle catene di caffetterie e delle grandi aziende del canale alimentare, con nomi del calibro di Aramark Corp, Compass Group PLC, Farmer Bros. Co., Green Mountain Coffee Roasters, Inc., Peet’s Coffee and Tea, Royal Cup Coffee Office Beverages e Sodexo Inc.

Ico: il forum sul finanziamento del settore caffeario, il 6 marzo

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ico forum

MILANO – In coincidenza con la tornata primaverile dei meeting londinesi si riunirà, il 6 marzo, il Forum Ico consultivo sul finanziamento del settore caffeario, organo istituito dal nuovo accordo internazionale (Ica 2007) al fine di agevolare le consultazioni su temi quali il finanziamento e la gestione dei rischi nel settore caffeario, con un interesse particolare per le esigenze dei piccoli e medi produttori e delle comunità locali nelle zone di produzione del caffè.

Ico: al Forum partecipano i rappresentanti dei membri, le organizzazioni governative, le istituzioni finanziarie, il settore privato

E le organizzazioni non governative, i paesi non membri interessati e altri rappresentanti con esperienza pertinente. Uno dei temi centrali emersi dal 1° Forum, svoltosi lo scorso mese di settembre, è stato l’importanza del ruolo che può essere svolto dagli intermediari nel migliorare la comprensione del funzionamento degli strumenti di gestione del rischio e l’accesso agli stessi da parte dei piccoli e medio produttori.

Nel corso della riunione, i governi di Messico e Brasile, come pure i rappresentanti delle organizzazioni dei produttori di Colombia e Guatemala, hanno illustrato i programmi che sono stati attuati, con successo, nei rispettivi paesi per mitigare l’effetto della volatilità dei prezzi.

David Browning di TechnoServe e Oscar Schaps, direttore esecutivo di Hencorp Intl

Hanno inoltre fornito degli esempi di iniziative attuate dal settore privato, dalle organizzazioni no-profit e da partnership pubblico-privato nel divulgare il funzionamento degli strumenti di hedging per i produttori.

In questo secondo Forum verranno ulteriormente affrontati temi quali il superamento delle barriere di alfabetizzazione finanziaria e comunicazione, l’innovazione dei prodotti e dei metodi finanziari, l’adeguamento delle tecnologie e il miglioramento dell’accesso alle informazioni. Tra gli oratori annunciati, il sottosegretario all’agricoltura messicano Ernesto Fernández Arias, il vice ministro dell’agricoltura della Costa Rica Xinia Chaves, il direttore del dipartimento brasiliano del caffè Edilson Alcântara, nonché Matt Horsburgh (Twin Trading Company) e Marc Sadler (Banca Mondiale). I lavori verranno introdotti dal direttore esecutivo dell’Ico Robério Oliveira Silva.

Inflazione: la spesa vola a gennaio, caffè è cresciuto del 16,5%

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inflazione iri Gli italiani preferiscono il supermercato alla bottega
Come si comporteranno le famiglie

MILANO – «Non c’è tregua per le tasche degli italiani. Il carrello della spesa delle famiglie resta costosissimo a gennaio, aumentando del 4,2% su base annua e mantenendosi più alto rispetto al tasso d’inflazione complessivo (+3,2%). La colpa è degli ennesimi rincari dei carburanti, che “avvelenano” anche i listini alimentari, soprattutto quelli dei prodotti lavorati». Lo afferma la Cia – Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat.

Inflazione: l’impatto sulla spesa

“I prezzi al dettaglio dei beni alimentari continuano a risentire dell’impennata del gasolio per l’autotrasporto, che a gennaio cresce del 25,2% tendenziale”, evidenzia la Cia. Purtroppo il risultato di questa dipendenza quasi totale dal trasporto su gomma per la distribuzione dei prodotti dal campo alla tavola, sottolinea la Cia, «è un nuovo rialzo dei listini sugli scaffali del supermercato: lo zucchero schizza su al +15,9 per cento, il caffè a +16,5%, il pesce a +3,6%. Aumentano anche pane e pasta, rispettivamente +2,9% e +2,1%, mentre scendono almeno i prezzi di vegetali freschi (-8,7%) e frutta fresca (-2%)».

Ma questi incrementi dei prezzi si traducono in minori quantità acquistate

E nel ricorso sempre più spinto verso discount e promozioni commerciali, che interessa ormai quasi il 40% dei nuclei familiari italiani. Continuando così però, avverte la Cia, «sarà impossibile rilanciare i consumi domestici, alla base della ripresa economica, e in primis quelli per la tavola, già in profondo rosso nel 2011 con un calo drastico del 2%. Resta drammatica anche la situazione delle aziende agricole -ricorda la Cia- che non traggono nessun vantaggio dal rincaro dei listini al consumo, anzi continuano a combattere con il caro-gasolio che impenna i costi di produzione con un aggravio di spesa di oltre 5 mila euro ad impresa».

Starbucks, il primo ski-thru è in California a Squaw Walley in California

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Il logo di Starbucks

MILANO- Gli sciatori del Squaw Valley, vicino a Lake Tahoe, California, si trovano in un condizione ideale. Oltre a ottime condizioni climatiche e di innevamento (48″ di powder snow) da questa stagione si trovano nella fortunata condizione di assaporare una delle tante combinazioni di caffè di Starbucks direttamente sulle piste. Fin qui nulla di particolarmente innovativo. L’aspetto interessante è che si tratta di una sorta di drive-thru o meglio di ski-thru visto che gli sciatori non devono togliere gli sci per accedere a un venti bollente.

Caffeina e dolore: lo studio che conferma l’importanza di questo elemento

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caffeina caffè
Un effetto della caffeina

MILANO – Ecco perché la caffeina è utile Il sito della Società italiana di medicina generale ha pubblicato, con il contributo della Casa farmaceutica Janssen, questo commento sull’articolo uscito con il titolo “Caffeine and pain”, caffeina e dolore Titolo originale: “Caffeine and pain” Autori: J. Sawynok Rivista e Riferimenti di pubblicazione: PAIN_ 152 (2011) 726–729 Recensione a cura di: Renato Seller Indirizzo dell’articolo: Visita (link esterno) Lo proponiamo perché, nonostante alcuni termini strettamente medici, l’articolo ha un’esposizione chiara ed evidenzia l’importanza anche in medicina della caffeina.

La caffeina è universalmente assunta per i suoi effetti stimolanti sul sistema nervoso centrale

Quali l’aumento dell’attenzione e la riduzione dell’affaticamento fisico. È presente in diverse bevande (caffè, tè, bevande energetiche) ed in alcuni alimenti (cioccolato, dolci); è anche disponibile come farmaco utilizzato come stimolante od in aggiunta ad analgesici in prodotti da banco. Si stima che il consumo giornaliero di caffeina raggiunga i 168-220 mg/die in Nord America e 390-410 mg/die nei Paesi Scandinavi; tali cifre sono state confermate da alcuni studi che hanno evidenziato negli USA il diffuso consumo di caffeina compreso tra l’85% ed il 95% degli adulti. Le azioni farmacologiche della caffeina sono attribuite principalmente al blocco dei recettori A1, A2A ed A2B dell’adenosina mentre risulta bassa l’affinità per i recettori A3.

Può anche inibire le fosfodiesterasi, promuovere il rilascio del calcio e bloccare i recettori A del GABA ma le concentrazioni necessarie per ottenere tali effetti sono cento volte più elevate rispetto a quelle raggiungibili dal normale uso alimentare di caffeina. Diversi motivi rendono interessanti gli effetti della caffeina sul dolore. E’ presente in diverse formulazioni analgesiche e mostra proprietà adiuvanti aumentando l’effetto analgesico del costituente principale.

Sia la sospensione dell’assunzione di caffeina dopo un uso cronico che l’utilizzo abituale eccessivo della stessa possono provocare cefalea. Alcuni studi preclinici hanno rilevato che la caffeina, a dosaggi inferiori rispetto a quelli correlati agli effetti analgesici adiuvanti, blocca l’antinocicezione di diverse sostanze e che pertanto la caffeina assunta con la dieta potrebbe interferie con l’effetto analgesico di tali sostanze. L’adenosina è implicata nell’antinocicezione correlata all’agopuntura e l’assunzione di caffeina potrebbe interferire con la sua efficacia. Scopo di questo articolo è analizzare il rapporto tra caffeina e dolore. La caffeina come analgesico adiuvante

Venne aggiunta originariamente in formulazioni contenenti aspirina, paracetamolo ed altri FANS probabilmente per controbilanciare i potenziali effetti sedativi analgesici mentre ora è considerata un analgesico adiuvante. Studi clinici pubblicati negli anni 60 e 70 indicarono che formulazioni analgesiche contenenti caffeina producevano effetti simili a quelli degli analgesici utilizzati da soli ma nel 1980 un’analisi di 30 studi non pubblicati inerenti il dolore post-operatorio e la cefalea, rilevò che l’aspirina ed il paracetamolo associati a 65 mg di caffeina dimostravano una potenza analgesica superiore di 1,41 volte rispetto al loro utilizzo non in associazione con la caffeina e questo fece considerare la caffeina un analgesico adiuvante.

Metanalisi più recenti inerenti l’azione adiuvante della caffeina indicano che questa può risultare utile nella cefalea ma nel dolore post-operatorio aggiunge poco all’azione analgesica del paracetamolo e dell’aspirina mentre gli effetti additivi con l’ipobrufen risultano inconsistenti. Gli effetti della caffeina in associazione con paracetamolo, aspirina ed altri FANS sono stati esaminati in dettaglio in una serie di studi preclinici. Uno studio esaminò diversi dosaggi di caffeina associati a molti analgesici

. Nello studio inerente l’associazione caffeina-paracetamolo furono esaminati sedici dosaggi diversi delle due molecole, risultando migliore l’antinocicezione per il dosaggio di 316mg/kg di paracetamolo associato a32 mg/Kg di caffeina. Studi successivi hanno evidenziato che la caffeina ai dosaggi di 18 – 32-56 mg/Kg hanno aumentato l’effetto antinocicettivo dell’aspirina, di molti altri FANS e dell’ibuprofene.

Esiste un’ampia letteratura preclinica inerente l’azione antinocicettiva della caffeina recentemente rivisitata. Nonostante gli effetti della caffeina dipendano dalla natura del test, dai dosaggi impiegati e dalle specie utilizzate, molti studi riportano un’intrinseca antinocicezione della caffeina al dosaggio di 25-100 mg/kg. L’antinocicezione è attribuita al blocco dei recettori dell’adenosina di tipo A2A e A2B . Nell’effetto analgesico adiuvante sono inoltre implicati meccanismi aggiuntivi non basati sul blocco recettoriale dell’adenosina quali le variazioni dell’attività e della sintesi delle ciclossigenasi.

Alcuni studi hanno riportato che l’assunzione di caffeina produce un’azione analgesica nella cefalea

Ad alti dosaggi (300 – 500 mg) la caffeina riduce la cefalea collegata a puntura lombare ma dosaggi inferiori ripetuti non producono lo stesso effetto. L’azione vasocostrittrice della caffeina secondaria al blocco dei recettori dell’adenosina è implicata nella riduzione della cefalea. La sospensione della caffeina successiva ad una sua conica assunzione produce una sindrome d’astinenza caratterizzata da cefalea ed astenia che inizia dopo 12-24 ore, raggiunge un’intensità massima dopo 24 – 48 ore e termina dopo una settimana circa. Questa sindrome da astinenza all’inizio identificata nel contesto della sospensione di elevate dosi di caffeina ( > 600 mg/die) è stata riscontrata anche a seguito di sospensione di basse dosi (100 mg/die).

L’astinenza da caffeina è stata riconosciuta costituire un fattore della cefalea peri-operatora laddove dopo la mezzanotte precedente la procedura chirurgica viene sospesa l’assunzione per bocca di qualsiasi sostanza. Studi retrospettivi hanno rilevato una relazione tra consumo di caffeina e cefalea peri.operatoria. Uno studio successivo ha rilevato che l’assunzione di caffeina nel giorno dell’intervento elimina la cefalea peri-operatoria. Un ulteriore studio ha indagato la differenza di effetto nella cefalea post-operatoria tra l’assunzione di caffeina attraverso bevande e la somministrazione della stessa endovena; i risultati non evidenziarono differenze.

Complessivamente questi studi suggeriscono di prestare attenzione al consumo di caffeina e che la sua assunzione nel giorno dell’intervento può essere utile nell’alleviare la cefalea post-operatoria. Contrariamente allo scenario precedente nel quale la caffeina produce effetti benefici nella cefalea, il suo consumo abituale è associato con lo sviluppo di emicrania e cefalea cronica quotidiana. Molti studi condotti in differenti nazioni indicano una significativa correlazione tra consumo di caffeina e cefalea.

Inoltre uno studio condotto su bambini affetti da cefalea cronica giornaliera che consumavano bevande contenenti caffeina ha rilevato la scomparsa della cefalea con la sospensione dell’assunzione delle bevande. Queste osservazioni suggeriscono che la riduzione dell’assunzione della caffeina può essere utile nel risolvere la cefalea in alcune situazioni.

Caffeina ed analgesici

Nella decade passata un crescente numero di studi preclinici riportarono che dosaggi di caffeina inferiori a quelli che mostrano effetti analgesici adiuvanti, inibiscono l’antinocicezione di diversi farmaci. Questi risultati sono stati interpretati invocando il coinvolgimento dei recettori A1 dell’adenosina. Basse dosi di caffeina inibiscono l’antinocicezione dell’amitriptilina, venlafaxina, carbamazepina, oxicarbamazepina, farmaci comunemente utilizzati come analgesici nel dolore neuropatico; risulta inibita anche l’azione dell’allopurinolo, della cizolirtina, analgesico sperimentale, ed anche in alcuni modelli l’antinocicezione del paracetamolo.

La capacità rilevata in studi preclinici che basse dosi di caffeina inibiscono l’antinocicezione comporta la possibilità che l’assunzione di caffeina attraverso la dieta possa interferire in clinica con l’efficacia degli analgesici. Uno studio idoneo dovrebbe valutare gli effetti della caffeina nei confronti degli analgesici. Il methotrexate a basse dosi è un farmaco efficace nella terapia dell’artrite reumatoide. In un modello di laboratorio di artrite nei ratti risulta alleviare la severità dei sintomi mediante un’azione che coinvolge i recettori A2A dell’adenosina che viene completamente bloccata dalla caffeina.

In studi clinici gli effetti dell’assunzione della caffeina sull’azione del methotrexate sono stati esaminati monitorizzando il consumo di caffeina dividendolo in basso ( 89 mg/die), medio ( 151 mg/die) ed alto ( 259 mg/die ); i soggetti appartenenti al gruppo ad alto consumo hanno mostrato un miglioramento inferiore rispetto al gruppo a basso consumo. Questo studio ha coinvolto 39 pazienti neodiagnosticati che assumevano 7,5 mg di methotrexate al giorno.

Una successiva analisi coinvolgente un maggior numero di pazienti ( 264) che assumevano 16 mg al giorno di methotrexate non ha rilevato differenze tra chi assumeva basse dosi di caffeina ( 39Die), moderate dosi ( 165/die) ed alte dosi ( 422/die). Analogamente, un’analisi di pazienti affetti da artropatia psoriasica trattati con methotrexate, non ha rilevato differenze tra chi assumeva basse dosi di caffeina ( < 120/die), moderate ( 120-180 mg/die) ed alte dosi ( > 180/die). Studi successivi nei quali sono stati impiegati diversi dosaggi di methotrexate nella cura di tale affezione non hanno riscontrato alcuna correlazione tra assunzione di caffeina ed effetti del farmaco. Queste osservazioni indicano che dovrebbe essere esaminata la potenziale influenza dell’assunzione di caffeina sugli analgesici. Caffeina e metodologie non farmacologiche

L’agopuntura è diffusamente utilizzata nel trattamento del dolore cronico

Il meccanismo d’azione dell’agopuntura sperimentale, in particolare dell’elettroagopuntura coinvolge molteplici mediatori endogeni (endorfine, monoamine, peptidi, ormoni). L’agopuntura manuale propria della medicina cinese tradizionale comporta l’inserzione e la rotazione di aghi e può coinvolgere ulteriori mediatori e meccanismi periferici. L’analisi dei tessuti conseguente all’inserzione ed alla manipolazione degli aghi rivela un coinvolgimento delle fibre collagene e dei fibroblasti e cambiamenti delle loro cinetiche all’interno del connettivo. Recentemente è stato dimostrato che l’inserzione e la manipolazione di aghi determina un aumento dei livelli tissutali di ATP, ADP, AMD ed adenosina. L’effetto analgesico dell’agopuntura è mediato dall’attivazione dei recettori A1 dell’adenosina poiché l’inibizione del suo catabolismo aumenta l’efficacia e la durata dell’analgesia che risulta eliminata in caso della delezione del gene del recettore A1.

In dose modeste può bloccare i recettori A1 dell’adenosina e potrebbe inibire l’analgesia da agopuntura. Le implicazioni inerenti l’adenosina periferica implicata nell’analgesia da agopuntura comportano nuove prospettive nella valutazione dell’efficacia dell’agopuntura in studi clinici. Studi futuri dovrebbero determinare se l’assunzione cronica di caffeina alteri l’efficacia clinica dell’agopuntura.

Appare importante indicare che è stato riportato in un uno studio clinico di piccole dimensioni (17 soggetti) che la caffeina ( 200 mg) somministrata prima della stimolazione, inibisce l’efficacia della stimolazione elettrica transcutanea del nervo (TENS). Merita quindi attenzione la potenziale influenza dell’assunzione cronica della caffeina nell’impiego della TENS a scopi analgesici. In altri contesti è stato rilevato che la precedente assunzione di caffeina, ( entro 2 – 4 ore) aumenta il dosaggio endovena di adenosina richiesto per trattare la tachicardia sovra ventricolare. Conclusioni La caffeina è la sostanza psicoattiva più consumata al mondo.

Considerando la sua diffusione e la sua capacità a bassi dosaggi di interferire con l’antinocicezione rilevata in studi preclinici, è necessario considerare gli effetti dell’assunzione acuta o cronica della caffeina in diversi contesti clinici. Devono essere condotti studi prospettici in merito ma possono essere utili anche informazioni ottenibili monitorizzando in maniera strutturata l’assunzione di caffeina.

L’adenosina risulta implicata nell’analgesia prodotta dall’agopuntura e dalla stimolazione elettrica transcutanea nervosa (TENS)

E gli effetti dell’assunzione della caffeina su queste metodiche non farmacologiche devono essere considerati. In alcune situazioni sia l’assunzione della caffeina che la sua sospensione possono provocare cefalea; risulta necessario verificare nel contesto clinico il livello di assunzione di caffeina. Queste considerazioni comportano un aumento dell’attenzione inerente gli effetti della caffeina sul dolore che vanno oltre al suo conosciuto effetto analgesico adiuvante. Commento all’articolo

E’ una sostanza contenuta oltre che nel caffè e nel te in diverse altre bevande e dolciumi ed il suo, consumo è ampiamente diffuso in tutto il mondo per gli effetti stimolanti sul sistema nervoso quali l’aumento dell’attenzione e riduzione dell’affaticamento fisico. In molte nazioni la caffeina è disponibile come farmaco da banco, associato ad altre sostanze, come analgesico adiuvante. Scopo di questo lavoro è stabilire l’effetto della caffeina sul dolore e la sua influenza su alcuni farmaci analgesici e metodologie antalgiche. Le azioni farmacologiche della caffeina sono attribuite al blocco dei recettori A1, A2A ed A2B dell’adenosina. I dati della letteratura recente indicano che la caffeina associata a paracetamolo o ad aspirina si comporta come adiuvante nella cefalea e tale effetto è legato al blocco dei recettori dell’adenosina. I rapporti esistenti tra caffeina e cefalea risultano però complessi: in alcuni casi la caffeina impiegata da sola risulta efficace ma in soggetti che ne fanno un uso continuo la sua sospensione brusca può comportare una vera sindrome d’astinenza caratterizzata da cefalea ed astenia; inoltre l’assunzione abituale di caffeina è associata ad emicrania.

Sono stati segnalati casi di bambini affetti da cefalea quotidiana dovuta ad assunzione di bevande contenenti caffeina. In questo articolo viene segnalato che alcuni studi preclinici indicano che basse dosi caffeina potrebbero interferire con l’effetto analgesico di alcune sostanze quali amitriptilina, carbamazepina e paracetamolo; anche l’effetto del methotrexate impiegato nell’artrite reumatoide risulterebbe diminuito dalla caffeina. Viene infine riportata la possibilità che l’effetto analgesico dell’agopuntura e della TENS potrebbe ridursi ad opera dell’assunzione di caffeina.

Importanza per la Medicina Generale

E’ una sostanza comunemente assunta dai nostri pazienti ed è utile conoscere gli effetti di questa sostanza sul dolore, le sue interferenze farmacologiche con altre sostanze ed i suoi complessi rapporti con la cefalea. Nella pratica clinica risulta pertanto estremamente importate conoscere le abitudini del paziente inerenti l’assunzione di caffeina soprattutto in caso di cefalea, dolore cronico ed assunzione di analgesici.

L’idea Confida: distribuzione automatica, la migliore idea di confezionamento per le macchinette sarà premiata

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MILANO- Un concorso per la migliore proposta di confezionamento destinata al canale della distribuzione automatica è il succo di un’iniziativa promossa da Confida (Associazione Italiana Distribuzione Automatica) e inserita nel calendario della manifestazione milanese, con l’obiettivo di promuovere l’innovazione in uno dei settori ritenuti più strategici per favorire le vendite.

La scelta dei vincitori, che spetterà a una giuria composta da esperti e dai vertici di Confida, avverrà il 2 marzo, con la successiva cerimonia di premiazione nel corso del convegno “Packaging for Vending”, in programma nel corso della stessa giornata, penultima di apertura di IpackIma.

Gli imballaggi vincitori — nelle due categorie dei prototipi e delle soluzioni già presenti sul mercato — saranno esposti a Venditalia 2012, fiera internazionale della distribuzione automatica, prevista in calendario dal 9 al 12 maggio (a Fieramilanocity), nella quale sarà presente anche uno stand IpackIma.