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venerdì 29 Novembre 2024
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L’idea Starbucks: la catena di caffetterie americana apre allo stile ’eco’ a Tukwila, Washington, il primo punto vendita sostenibile

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starbucks
Il logo di Starbucks

MILANO – Caffè e cappuccino sempre più ’verdi’ da Starbucks. La più celebre catena di caffetterie del mondo, nata a Seattle nel 1971 e presente in oltre 55 paesi (ma non in Italia) con oltre 9.000 punti vendita, ha inaugurato a Tukwila, nello Stato di Washington, il suo primo punto vendita sostenibile.

L’edificio è realizzato con container dimessi, proprio quelli con cui venivano distribuite le merci negli stessi Starbucks. Nella costruzione dell’edificio sono stati utilizzati materiali a basse emissioni e sono state rinnovate anche le insegne, non più luminose ma dipinte direttamente sugli edifici. il nuovo locale rispetta i criteri per la certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), un sistema che fornisce delle misure standard per valutare le costruzioni sostenibili. Oltre al recupero dei container, sono stati impiantati sistemi per la raccolta e il riciclo dell’acqua piovana e per il controllo degli sprechi idrici.

Secondo l’azienda, il punto vendita sostenibile rappresenta solo il primo passo di una strategia più ampia: Starbucks infatti prevede di diminuire del 25% il consumo dell’elettricità entro il 2015 e di arrivare a utilizzare progressivamente solo energie rinnovabili. Il percorso di Starbucks verso la sostenibilità inizia nel 1999, quando offre ai suoi clienti la possibilità di utilizzare i fondi di caffè per concimare il proprio giardino, tramite la campagna ’Grounds for your Garden’. La campagna non era obbligatoria, ma i consumatori potevano richiedere al proprio punto vendita di aderire. Nel 2000 la compagnia ha iniziato ad acquistare caffè del commercio equo. E anche se nel 2006 l’ammontare complessivo di caffè di questa filiera era appena del 6%, visto il suo volume di approvvigionamento, Starbucks è divenuta il primo acquirente di caffè del commercio equo in Nord America.

Nel 2005 è passata a utilizzare materiali riciclati, anche se i coperchi di plastica dei bicchieri di caffè take-away non sono biodegradabili, cosi come i bicchieri di plastica utilizzati per le altre bevande. Ora la compagnia sta lavorando sui materiali e, in alcuni punti vendita, pratica uno sconto a chi arriva con la propria tazza. Nei 7mila punti vendita Starbucks di USA e Canada le lampadine alogene e a incandescenza sono state sostituite con i led. E presto avverrà la stessa cosa in Europa e Asia. Ogni lampadina a led permette di risparmiare circa 30 dollari ogni anno in costi energetici e riduce le emissioni di anidride carbonica.

È stato calcolato che per ogni mille metri quadrati di punti vendita della catena illuminati con i Led, Starbucks risparmierà circa 600 dollari, e ridurrà le emissioni di circa 10 barili di petrolio. Le strategie di risparmio delle emissioni comprendono l’uso moderato dell’aria condizionata, metodi di risparmio dell’acqua (frangigetto ai rubinetti), prodotti in legno proveniente dalle foreste certificate FSC, pitture e vernici con bassa quantità di sostanze volatili. Anche i clienti sono incentivati a contribuire alle iniziative ambientali di Starbucks, con la raccolta differenziata accurata, il riciclo dei fondi di caffè, l’uso di prodotti equi e solidali e senza pesticidi.

Fonte per vedere la fotografia della caffetteria: http://www.lindro.it/Starbucks-un-caffe-per-l-ambiente,6582#.T0QhF4caPQg

Tanzania, presto saranno introdotte cinque nuove varietà di caffè

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La bandiera della Tanzania

MILANO- Presto saranno introdotte cinque nuove varietà di caffè per dare nuovo slancio a una coltura un tempo florida in Tanzania. Lo ha annunciato in conferenza stampa il segretario permanente del ministero dell’Agricoltura della Tanzania, Mohammed Muya, spiegando che le nuove varietà sono tutte del tipo Arabica e saranno coltivate nelle province di Arusha e Kilimangiaro.

Dai semi di queste varietà, ha precisato Muya, germoglieranno piante «in grado di resistere anche alle malattie a condizioni climatiche sfavorevoli, ed entreranno in produzione in un periodo di tempo relativamente breve».

L’alto funzionario ha aggiunto che i nuovi semi produrranno il doppio o il triplo rispetto alle prestazioni delle colture finora in uso e potranno essere usati già nella stagione 2012-2013.

Quella torre rossa di Trivandrum dove si beve dell’ottimo caffè filtrato

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Caffè filtro

TRIVANDRUM (India) – Se andate in India e passate da Trivandrum non perdetevi per nessun motivo l’Indian Coffee House. Vicino alla stazione ferroviaria, in una torre rosso mattone si trova uno strano caffè dove ci si inerpica per una salita a chiocciola, incrociando camerieri in bianche divise del periodo coloniale inglese, con elaborati turbanti che ricordano la coda del pavone.

Posto ideale per assaporare il classico caffè filtrato e snack locali. Interessante è la sua storia. Tutto cominciò con la catena di locali Coffee Board nei primi anni Quaranta, durante il dominio inglese. Dieci anni dopo, il Board cominciò a chiudere tutti i caffé. Perciò un leader del partito comunista fondò l’India Coffee Board Worker’s Cooperative Society. L’obiettivo era sostituirsi agli inglesi e garantire migliori opportunità ai lavoratori.

Da allora l’Indian Coffee House è rimasto lo stesso, gestito direttamente dagli impiegati i quali posseggono quote di proprietà del locale.

Un caffè per sostenere i malati di tumore: iniziativa della Confesercenti Empolese Valdelsa e Associazione tumori Toscana

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MILANO- Nella giornata di martedì 28 febbraio quattordici locali dell’Empolese Valdelsa devolveranno la metà dell’incasso delle tazzine vendute per sostenere le cure domiciliari oncologiche. Questo il filo comune dell’iniziativa che unisce la Confesercenti Empolese Valdelsa e l’A.T.T. (Associazione Tumori Toscana) che è stata presentata al Winegar American Bar di Empoli, uno degli aderenti al progetto.

Un evento unico nel suo genere per la Confersercenti che sta pensando di estendere questa idea anche ad altre realtà territoriali. I fondi serviranno ad ampliare i servizi di Cure Domiciliari Oncologiche gratuite ai malati della Toscana. “Un Caffè per l’A.T.T.” nasce dalla volontà di trasformare un semplice gesto quotidiano in un vero e proprio atto di solidarietà. Un’azione simbolica alla quale tutti possono partecipare e contribuire in modo concreto.

Confesercenti Empolese Valdelsa e A.T.T. con questa iniziativa hanno voluto attivare un semplice ma immediato e concreto coinvolgimento degli esercenti e dei loro clienti verso chi ha bisogno. I locali sono sparsi fra Empoli, Certaldo, Castelfiorentino, Fucecchio, Montelupo Fiorentino, Capraia e Limite, Montespertoli e Vinci.

L’adesione a questa iniziativa è ancora aperta e l’auspicio di Lapo Cantini, presidente di Confesercenti Empolese Valdelsa, assieme a Franco Brogi, presidente Fiepet è quello di “avere sin da subito un buon impatto per ripetere l’iniziativa”. Per aderire all’iniziativa si può contattare Fiepet Confesercenti Circondario Empolese Valdelsa allo 057198271.

Australia, più caffè e meno alcol nei consumi fuori casa

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Australia
Australia

SIDNEY – Meno bevande alcoliche e più caffè nei consumi fuori casa degli australiani. È il trend fotografato dalla più recente edizione del Roy Morgan State of the Nation Report, i cui risultati (frutto di un’indagine relativa al periodo gennaio – novembre 2011) sono stati diffusi nei giorni scorsi.

Secondo il rapporto, il 55% degli australiani dichiara di avere visitato un bar o una caffetteria nel corso degli ultimi 3 mesi, per consumare un tè o un caffè, contro un 48,4% di risposte rilevato nel marzo del 2003. Cresce anche il numero di intervistati che afferma di essersi recato in un ristorante con licenza per alcolici (52,7%, contro il 49,9% del 2003) o di avere consumato un pasto in un esercizio alberghiero o di ristorazione (dal 37,4% al 41,2%).

In netto calo, invece, (dal 28,6% del 2003 al 23,3% del 2011) la percentuale di persone interpellate che dichiarano di aver consumato una bevanda in un pub o un esercizio alberghiero o di avere consumato un pasto in un ristorante byo (dove è possibile consumare alcolici portati da casa, ndr.), che scende dal 26,4% al 23,3%. Diminuisce inoltre, anche se in misura minore, la quota di intervistati che ha consumato un pasto in un fast food (47,1% contro il 48,7% del 2003) o ha fruito di un servizio di takeway (dal 58,9% al 57,8%).

Secondo il report il dato saliente dell’indagine è costituito, per l’appunto, dal forte incremento percentuale nel numero di risposte relative al consumo di tè o caffè nelle caffetterie (+6,6%), cui fa riscontro una minore frequenza dei pub. Fast-food e takeaway hanno subito un calo dal 2003 a oggi, ma esso appare lieve e i trend recenti suggeriscono che questo tipo di esercizi continua a reggere facendo leva su fattori competitivi quali la rapidità, la praticità e il buon rapporto prezzo/qualità.

Genio: Nescafé è servito grazie alla collaborazione di Krups e De Longhi

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Il logo Nescafé

MILANO – Genio è la nuova macchina automatica Nescafè Dolce Gusto, dotata di un particolare sistema automatico per l’erogazione delle bevande che la rende unica. Frutto della partnership tra Nescafè, Krups e DeLonghi, Genio – che lavora con una pompa da 15 bar – può preparare cinque varietà di espresso e 16 tipi diversi di bevande a base di caffè, latte, cacao e tè, selezionabili attraverso un display regolabile che permette di scegliere la modalità giusta per ciascuna bevanda.

Comesterogroup presenta la divisione vending e nuovi mercati

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GESSATE (Milano) – Comesterogroup, azienda leader nella fornitura di sistemi di pagamento e apparecchiature per gestioni self-service, ha annunciato il lancio della Divisione Vending e Nuovi Mercati. La Divisione è nata per offrire ai clienti del Vending un servizio potenziato e la possibilità di sfruttare nuove interessanti sinergie e opportunità commerciali. Contestualmente alla presentazione della nuova Business Unit, Comesterogroup ha ribadito la centralità del Vending all’interno del proprio core business.

“Negli ultimi anni – ha commentato Riccardo Chionna, Amministratore delegato Comesterogroup – abbiamo sviluppato una gamma di sistemi di pagamento, tra le più ampie attualmente sul mercato, che include prodotti strategici per il Vending come la rendiresto RR6 HD e il sistema cashless World Key. Adesso era venuto il momento di investire ancora di più sulle persone. Per questo abbiamo avviato un accurato processo di selezione che ci ha portato alla nomina di un nuovo Direttore Vendite, in grado di gestire e coordinare un nuovo progetto di potenziamento della struttura. Abbiamo scelto per questo ruolo: Roberto Lamesta, con noi in Comestero da ormai 6 anni ”.

Forte di un’esperienza maturata in aziende multinazionali leader del settore, Roberto Lamesta è in Comesterogroup da oltre sei anni e, come Sales Manager della Divisione Industriale, ha raggiunto importanti traguardi: ha sviluppato nuove opportunità di business e ha fatto crescere mercati come quello del Carwash e delle Lavanderie Self-Service, che stanno svelando sempre più aperture e sinergie anche con il mercato del Vending.

La Divisione Vending e Nuovi Mercati Comesterogroup: opportunità Commerciali Comesterogroup vanta oggi la gamma di sistemi di pagamento più completa attualmente sul mercato. Solo la gamma di sistemi cashless Mifare® comprende oltre 10 sistemi di pagamento che permettono di soddisfare tutte le esigenze di gestione, pagamento e ricarica. Ciò che li accomuna tutti è però soprattutto la sicurezza offerta dalla tecnologia Mifare® e l’estrema semplicità d’uso, programmazione e installazione.

I sistemi di pagamento Comesterogroup sono compatibili con tutti i protocolli più diffusi nel settore del Vending e sono già pronti, tramite la predisposizione per la tecnologia NFC, per tutte le evoluzioni che sta vivendo il mondo dei micro pagamenti. I sistemi di pagamento Comesterogroup sono presenti oggi in Italia in oltre 7.000 Aree di Servizio e Autolavaggi, 3.000 Lavanderie Self-Service e 3.000 campeggi

Bialetti Industrie e Congusto insieme in una partnership per la cucina

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Il celebre omino coi baffi del logo Bialetti

MILANO – Bialetti Industrie, Gruppo industriale che con i marchi Bialetti, Rondine, Aeternum e i\l network di scuole di cucina Congusto – attivo dal 2003 e avente sede a Milano, Roma e Catania – annunciano l’avvio di una partnership ispirata dalla comune passione per il bello e il buono della cucina. L’intesa tra Bialetti Industrie e Congusto si è sviluppata intorno al riconoscimento di un’affinità e complementarietà di approcci ai piaceri della cucina.

Bialetti Industrie: la partnership assegna al marchio Aeternum lo status e la visibilità di main partner

E al marchio Bialetti le funzioni di partner tecnico nei percorsi culinari rivolti ad appassionati dell’arte della buona tavola e a professionisti del settore ristorazione che Congusto organizzerà nel corso dell’anno a Roma, Catania e nella nuova sede di Milano, a due passi dal Duomo. Congusto, inoltre, dedicherà corsi di approfondimento monografici sia al marchio Aeternum e alle caratteristiche distintive di qualità e design dei suoi strumenti da cottura, sia al marchio Bialetti, depositario di un sapere a 360 gradi sul mondo caffè. Info: Bialetti (Bialetti Industrie) – Tel +39 030.7720011 – www.bialettiindustrie.it

Caffettiere senza tempo: un’analisi della giornalista Paola Guidi

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MILANO – Caffè italiano grande protagonista anche all’estero. E non solo come bevanda, ma anche come simbolo di uno stile di vita che va dalla preparazione alla presentazione in tavola. Lo conferma il posto d’onore riservato ai produttori italiani di caffettiere – tornate di moda grazie soprattutto al loro design – all’ultima edizione di Ambiente, importante fiera della casa da poco tenutasi a Francoforte.

Per chi ritiene che il gusto conti più dell’estetica, ecco alcuni consigli per preparare un impeccabile caffè. Innanzitutto, scegliere la macinatura giusta: fine ma non troppo per la moka, e meno fine per la napoletana. Nei supermercati si trovano miscele per la macchina espresso o per la moka, mentre il caffè macinato per la napoletana si compra solo nelle torrefazioni. Quanto alla scelta della caffettiere – che per fare un buon caffè deve essere usata spesso – molto dipende dai gusti personali.

Moka o napoletana? La moka è più rapida, semplice da usare e dà una bevanda intensa e aromatica, anche se meno denso di quella del bar. La napoletana richiede più tempo e attenzione per la preparazione e dà un caffè meno concentrato, ma dall’aroma più «naturale»: quando l’acqua bolle, una goccia esca da un apposito foro e questo indica che la macchinetta deve essere capovolta. L’acqua, che si ritrova così nella parte superiore, scende lentamente sulla miscela estraendone i profumi contenuti nei grassi oleosi senza che siano bruciati da un calore eccessivo.

Officine Stella, uno dei più antichi e noti produttori di caffettiere made in Italy, realizza ancora questo prodotto casalingo con tecnologie artigianali speciali, preservando la versione tradizionale. Per evitare che la distrazione ci faccia bollire troppo a lungo il caffè, distruggendone gli aromi, De’ Longhi ha ideato Alicia, una versione elettrica che si ferma automaticamente una volta uscita la bevanda. Archimede di Officine Stella ha invece un dispositivo che avvisa fischiando quando il caffè è pronto.

Alluminio o acciaio? I puristi consigliano di scegliere caffettiere in alluminio, dato che questo materiale rispetta l’aroma del chicco più dell’acciaio. Ma anche una caffettiera in buon acciaio inox fa un’ottima bevanda. La differenza è che l’alluminio lascia il gusto più morbido, l’acciaio lo rende più forte e meno “dolce”. Un’alternativa naturale è la moka di Villeroy&Boch, che ha la parte superiore in porcellana, materiale straordinario per conservare il sapore. Alcune caffettiere funzionano anche sul piano-cottura a induzione, dove possono essere usate solo stoviglie con il fondo «magnetico». Le serie Mini, Goccia e Supertop di Top Moka Italia hanno un fondo trattato con il carbonio, che permette l’effetto magnete, e con il titanio, per evitare l’ossidazione. Belle e adatte all’induzione sono anche Aroma e Pepita di Officine Stella.

Il calcare è il peggior nemico del gusto: mai mettere via la caffettiera bagnata o anche solo umida. La pulizia va fatta in modo semplice, sotto l’acqua tiepida, senza usare detersivi né paglietta metallica. Secondo i puristi, la caffettiera dovrebbe restare quasi impregnata del gusto e della patina del caffè, così da impedire il passaggio di sapori estranei alla miscela.

Per vedere la galleria di immagini: http://foto.ilsole24ore.com/Casa24/arredamento-casa/2012/caffettiere/caffettiere_fotogallery.php

 

Illy oltre il caffè: Riccardo accelera la diversificazione di cioccolato, marmellate e tè

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polo del gusto riccardo illy
Riccardo Illy è a capo del Polo del Gusto, la sub-holding che si occupa degli asset non legati al caffè

MILANO – Nell’edizione di ieri dell’inserto Affari&Finanza del quotidiano Repubblica è uscito l’articolo che vi proponiamo sugli sviluppi del gruppo Illy, oltre i confini del caffè, di Paolo Possamai.

Il Gruppo Illy è la cassaforte della famiglia e la holding che detiene il 100% di Illy Caffè, oltre alle quote di Domori, Damman Frères, Agrimontana, Grom, Mastrojanni. Le azioni della holding sono ripartite in misura paritetica (23%) tra i fratelli Andrea, Anna, Francesco e Riccardo, rimanendo il 10% alla madre Anna. Il patto di famiglia, rinnovato nel 2010, definisce tra l’altro le modalità di scelta delle cariche, limiti di età e poteri. Nel 2013 saranno a scadenza tutte le posizioni sia nella holding che in Illy Caffè, quest’ultima guidata da Andrea.

Nel 1933 Francesco Illy, che a Trieste era arrivato con la divisa dell’imperial regio esercito durante la prima guerra mondiale e in seguito vi era rimasto, mette la sua firma sotto a un atto notarile, accanto a quella di Roberto Hausbrandt. La carta intestata diceva la missione della società: Industria nazionale caffè e cioccolato Illy & Hausbrandt. Ma in quel giro d’anni Francesco Illy compera pure un’azienda agricola a Buia in Istria, per selezionare frutta di qualità e produrre confetture. Fin qua gli inizi della storia. Poi passa la Storia, e spazza via con le nazionalizzazioni di Tito la presenza italiana in Istria e con essa i progetti di Francesco.

Ma oggi i suoi eredi vogliono riprendere e riannodare quell’antico filo. Lo dice senza remore Riccardo Illy: «Faremo con cioccolata, tè, confetture lo stesso percorso di successo maturato con il caffè. Parlo di affermazione di marchi in una comune cornice di eccellenza». E aggiunge con un sorriso lievemente ironico: «I nostri nipoti, ossia la quinta generazione, potranno dare pieno sviluppo al settore del vino usando il flusso di cassa delle quattro aziende attuali del gruppo».

Parole con cui Riccardo Illy accompagna un orizzonte che lo chiama in causa in prima persona: dopo la sua uscita di scena tre anni fa da governatore del Friuli Venezia Giulia, è rientrato a vestire i panni dell’imprenditore. Ma del caffè si occupa suo fratello Andrea e lui, dunque, si è andato ritagliando il versante delle strategie di crescita del gruppo, le diversificazioni ovvero il ritorno alle origini del nonno Francesco.

Ecco indicato lo scenario per le controllate Domori (cioccolato di alta qualità, acquisita nel 2006), Damman Frères (casa di the francese rilevata nel 2007), Mastrojanni (l’azienda vinicola di Montalcino comprata nel 2008 e condotta da Francesco Illy junior produce 80mila bottiglie l’anno) e per Agrimontana (leader nei prodotti di alta pasticceria come marrons glacés e confetture, al 40%) e per Grom (gelaterie, partecipate al 5% con ricavi 2011 per 22,8 milioni). Riccardo Illy ricorda che nel 1977 la Illy Caffè realizzava un fatturato di 10 miliardi di lire, lavorando meno di 1.000 tonnellate di caffè e con 120 dipendenti.

Lo scorso anno i ricavi sono stati quasi 340 milioni di euro, l’azienda ha tostato 16.000 tonnellate di caffè e i dipendenti sono saliti a quota 500. Il 1977 non è una data scelta a caso: è l’anno in cui Riccardo Illy è entrato in azienda affiancando il padre Ernesto, e vi ha trovato 30 miscele di caffè e la linea Illy’s Tea (tra i primissimi in bustina). Una sola delle 30 miscele di caffè faceva la metà del fatturato. E Riccardo decise di puntare tutto su quella miscela, che si chiamava “la speciale” perché era un unico blend composto da nove tipi di pura Arabica. Tutto il resto viene buttato via, Illy’s Tea compreso.

«Eravamo troppo dispersivi e troppo piccoli», commenta il presidente. Ma adesso il tè è tornato nell’orizzonte aziendale, tramite Damman Frères. E soprattutto dai nuovi business la famiglia si attende nuovo slancio alla crescita. I ricavi consolidati del 2011 sono consistiti in 365 milioni, il budget 2012 supera ampiamente quota 400 (anche per effetto dell’incremento dei prezzi della materia prima), da qui a 78 anni è prevista la soglia dei 500. Gli ultimi dati consolidati disponibili, riferiti al 2010, dicono di ricavi per 333,8 milioni con un margine operativo lordo di 43,8 milioni, un utile di 3,1 milioni, una posizione finanziaria netta di 154,3 milioni.

«Ci siamo trovati in famiglia a discutere di strategie e di futuro industriale. Abbiamo considerato che è difficile continuare a crescere sul caffè con i ritmi degli ultimi 25 anni, perché siamo in una fascia premium price circoscritta in sé. Avremmo potuto adottare anche una linea di caffè di minor prezzo. Ma abbiamo preferito mantenerci coerenti con il profilo top quality, ricercando opportunità in segmenti affini e riscoprendo le origini imprenditoriali di nonno Francesco».

Le basi sono state poste già da qualche anno, spesso cogliendo opportunità offerte da passaggi generazionali o da esigenze finanziarie delle aziende target. Ma le acquisizioni o le partecipazioni non hanno seguito logiche imperialistiche, anzi il management formato spesso da membri delle famiglie fondatrici è stato confermato. Del resto, Riccardo Illy segnala che lo stesso approccio seguono pure Lvmh e Warren Buffett. Ecco che Gianluca Franzoni è tuttora l’anima di Domori, posto che a lui risale la creazione di una aziendariferimento nel mondo del cioccolato gourmet (7 milioni il fatturato 2011). Illy racconta che Franzoni ha identificato e salvato in Venezuela il germoplasma del “criollo”, la più pregiata delle varietà di cacao.

E pare di sentire l’eco della passione dedicata dagli Illy al loro caffè. La stessa passione emerge pure nella narrazione delle tecniche di coltivazione e di conservazione messe a punto dalla famiglia di Enrico Bardini per Agrimontana, che è leader nelle confetture, nella frutta candita e in particolare nei marroni (ricavi 2011 per 12,4 milioni). E così vale per Didier Jumeau Lafond della Damman Frères, prima azienda a introdurre il the in Francia nel 1692 e la prima a realizzare oltre 60 anni fa il the con aromatizzazioni naturali (22 milioni il fatturato 2011).

La strategia di vendita punta ora a accoppiare caffè e tè da una parte, e cioccolato e confetture dall’altra. «Integrazione da cui ci attendiamo risultati importanti. E poi resterà da far crescere il vino, sapendo che è un settore a altissima intensità di capitale e che dalla piantagione della barbatella alla vendita della bottiglia corrono almeno dieci anni», conclude Riccardo.