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sabato 30 Novembre 2024
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Spagna: iniziativa locale punta a fa rivivere il settore del caffè sull’isola di Gran Canaria con una produzione da piantagioni locali

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Bandiera della Spagna antifumo barcellona
Bandiera della Spagna

MILANO – Rivive il settore del caffè alle Canarie, grazie all’impegno degli organi amministrativi locali. Il consigliere all’agricoltura, l’allevamento e la pesca del capitolo dell’isola di Gran Canaria José Miguel Álamo ha consegnato mercoledì scorso un migliaio di arbusti di caffè, che saranno impiantati nelle aree attigue alla Casa del Café di Maipéz, nel comune di Agaete, provincia di Las Palmas.

Le piante sono di varietà arabica “Tipica” e derivano dal materiale genetico delle cultivar anticamente coltivate nella Valle de Agaete.

Le piantine provengono dai vivai dell’istituto agronomico sperimentale, che ha offerto la sua collaborazione nell’ambito del programma di valorizzazione del caffè di Agaete, che gode dell’appoggio del locale capitolo amministrativo.

La messa a coltura avverrà a cura degli studenti della scuola-laboratorio di Agaete nei terreni che circondano la già citata casa del caffè. La Casa del Café di Maipéz è un centro tematico creato per illustrare e documentare la filiera produttiva del caffè, con fini turistici, ma anche culturali, storici, economici e ambientali.

Grazie all’attivismo delle associazioni e delle agenzie di sviluppo locali, la coltura del caffè ha conosciuto un primo rilancio, sotto la spinta di alcune significative esperienze-pilota di produzione e commercializzazione avviate lo scorso decennio. L’introduzione del caffè nel territorio di Agaete risale alla fine dell’ottocento.

La produzione attuale, secondo i dati a nostra disposizione, si attesta attorno ai 1.500 kg annui di caffè tostato e macinato, ma potrebbe essere potenzialmente quattro volte superiore. I produttori locali puntano a ottenere il riconoscimento della denominazione di origine, il cui iter preliminare è già stato avviato.

Álamo ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa sostenuta dalla sua amministrazione, che contribuisce a valorizzare il settore agroalimentare dell’isola creando posti di lavoro per i giovani e incentivando il recupero delle terre coltivabili.

Vending: zero commissioni per il ritiro della moneta da parte delle banche

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distribuzione automatica vending moneta
Zero commissioni per il ritiro della moneta

MILANO – Confida, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, aderente a Confcommercio – Imprese per l’Italia, esprime pieno apprezzamento per l’attenzione mostrata dall’on. Mauro Pili, per aver presentato un’interrogazione parlamentare sulle criticità emerse in capo alle imprese della distribuzione automatica (vending) per effetto del recente provvedimento governativo (D.L. n.201/2011, art.12, c.1) sulle limitazioni al trasferimento del contante.

“L’impiego del contante, e più precisamente della moneta, rappresenta una modalità specifica per il consumo dei prodotti dai distributori automatici. Ciò comporta per le imprese del vending problematiche di trattamento, contazione e accreditamento che si sono profondamente aggravate con l’introduzione della nuova norma” afferma Lucio Pinetti, Presidente di Confida.

Le difficoltà nascono dal fatto che le banche si dichiarano indisponibili o applicano delle commissioni, a detta di Confida, spesso troppo gravose per il ritiro e l’accredito della moneta.

In precedenza per limitare l’incidenza dei costi di gestione della moneta le imprese della distribuzione automatica provvedevano per quanto loro possibile a smaltire i quantitativi di metallo attraverso i pagamenti a fornitori, a centri commerciali e altri soggetti che avevano necessità di moneta.

Oggi tutto questo non è più possibile

“Si tratta di una situazione insostenibile e per questo come Associazione auspichiamo che, anche alla luce dell’interrogazione dell’On. Pili, nelle sedi competenti vengano al più presto trovate le soluzioni più efficaci per l’accreditamento del contante in moneta senza l’applicazione di commissioni che rappresentano, ancor più nell’attuale contesto congiunturale, un aggravio di costi non più tollerabile” conclude Pinetti

Vending: Argenta, Stefano Fanti nuovo direttore generale e piani per puntare a un fatturato 2012 di 214 milioni con utili di 47

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Gruppo Argenta
Il logo Argenta

MILANO – Sempre caldo il fronte del Vending. Dopo l’annuncio della quotazione in Borsa a Milano della Ivs, numero 1 del settore, dal sito specializzato Fantavending riprendiamo una importante notizia sul Gruppo Argenta, uno dei leader italiani delle macchine per l’erogazione di bevande calde e fredde. La notizia, pubblicata da MF, è che Stefano Fanti (ex Imola Vending) sarà il nuovo Direttore Generale di Argenta e guiderà il Gruppo rilevando le deleghe da Luciano Iannuzzi, in uscita per intraprendere un nuovo percorso professionale.

Gli obiettivi per il 2012 sono un ebitda di 47 milioni e un fatturato di 214 milioni. A due anni e mezzo dalla ricapitalizzazione, il gruppo Argenta macina fatturato e redditività. Secondo quanto pubblicato dal quotidiano economico MF-Milano Finanza, il gruppo ha chiuso il 2011 con un fatturato consolidato superiore a 200 milioni di euro, in crescita dai 179 milioni del 2010, con un ebitda di 44 milioni, a sua volta in aumento dai 42 milioni dell’anno prima.

E il debito finanziario netto risulta in linea con i 224 milioni del 2010

Per il 2012 gli obiettivi sono un fatturato di 214 milioni e un ebitda di 47 milioni, anche grazie a una serie di acquisizioni (come di Eurmatik dal gruppo Hbc Hellenic Coca Cola perfezionato lo scorso anno) e allo sviluppo dell’attività outdoor.

In particolare, Argenta ha installato 70 macchine a Venezia alle fermate dei vaporetti con un accordo di condivisione dei ricavi con il Comune. Non solo, la società ha anche siglato un contratto con Eni per installare 500 punti vendita presso i distributori di benzina del cane a sei zampe.

A guidare Argenta in questa ulteriore fase sarà Stefano Fanti, sinora consigliere di amministrazione del gruppo e fondatore di Imola Vending, ceduta ad Argenta nel 2005

Fanti rileverà tutte le deleghe dell’ad, Luciano Iannuzzi, in uscita per intraprendere un nuovo percorso professionale. I problemi di Argenta erano nati da un minore ebitda a consuntivo, sulla base del quale era stata stimata la sostenibilità del debito al servizio del buyout da parte dei fondi Cognetas e Investitori Associati, che nell’autunno 2007 avevano rilevato il gruppo dal fondo Advent e dall’ex management.

Tanto che la marginalità di Argenta nel 2008, pur rilevante (l’ebitda 2008 era di 42 milioni, cioè il 22% dei 183 milioni di fatturato), era stata molto più bassa del previsto (il budget era di 62 milioni, cioè il 34% del fatturato) con la conseguente rottura dei covenant sui 300 milioni di debito senior in capo alla società operativa e sui 70 milioni di mezzanino in capo alla holding.

Grazie alla conversione in warrant (sul 23% del capitale della holding) dell’intero finanziamento mezzanino di Hvb e Mediobanca, al rifinanziamento del debito senior (sempre Unicredit e Mediobanca) e all’iniezione di 65 milioni di nuovo capitale da parte del fondo Cognetas (Investitori si era tirata indietro), Argenta era riuscita a tornare in carreggiata.

Gruppo Cimbali, LaCimbali, Faema, Casadio, Hemerson: un secolo di passione per il caffè (1912-2012)

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100 anni Gruppo Cimbali
100 anni gruppo Cimbali

MILANO – Era il 1912 quando Giuseppe Cimbali aprì una bottega nel centro di Milano per la lavorazione del rame. Qualche decennio dopo Carlo Ernesto Valente avviava sempre a Milano uno stabilimento per la produzione di macchine professionali per preparare il caffè. Nacque così Faema. Da allora il Gruppo ha conosciuto un’espansione e una crescita senza sosta segnata anche dalla messa a punto di numerosi brevetti.

Cimbali e Faema, con le loro innovazioni, hanno contribuito allo sviluppo dell’industria italiana del Novecento, esportando in tutto il mondo la passione e la cultura del caffè espresso e del cappuccino.

Appartengono ai due marchi milanesi le innovazioni tecnologiche più importanti nel settore delle macchine da caffè e i premi più prestigiosi del design firmato dai Fratelli Castiglioni, Sottsass e Giugiaro.

Le innovazioni tecnologiche

Di Cimbali si ricorda il gruppo idraulico progettato per Granluce, la prima macchina superautomatica per i bar Superbar, fino ai recenti gruppi termo-controllati con la gestione dei profili di pressione utilizzati per la M39 GT HD, modello di punta della gamma attuale.

Faema, dal canto suo, rivoluzionò il settore grazie al modello E61 con il sistema di bilanciamento a termosifone del gruppo erogatore e l’introduzione della pompa volumetrica.

Con Faematronic ha inoltre prodotto la prima macchina con la dosatura elettronica del caffè. Dai primi eventi di questa storia sono passati 100 anni esatti.

E il Gruppo Cimbali, con i marchi che nel frattempo sono diventati quattro – LaCimbali, Faema, Casadio ed Hemerson – è leader nella progettazione e produzione di macchine da caffè espresso professionali, rigorosamente made in Italy.

Investendo oltre il 9% del fatturato in innovazione, nonostante lo scenario economico degli ultimi anni, con oltre 600 collaboratori e una produzione di circa 38.000 macchine all’anno, Gruppo Cimbali esporta le migliori soluzioni per la caffetteria in oltre cento paesi.

I festeggiamenti del Gruppo Cimbali

Dopo un secolo di attività senza interruzioni Gruppo Cimbali ha deciso di iniziare i festeggiamenti del centenario, presentando il logo che simboleggia cento anni di autentica passione per il caffè e che accompagnerà tutte le attività che Gruppo Cimbali ha in programma per il 2012.

Massimo Faravelli, amministratore delegato del Gruppo ha così spiegato la scelta del logo del centenario: “Il logo del centenario vuole racchiudere ciò che Gruppo Cimbali rappresenta: un’azienda che si impegna quotidianamente per poter offrire la miglior qualità in tazza, frutto di un prestigioso know-how, espressione del miglior Made in Italy al mondo.

Da qui la scelta della tazzina da caffè stilizzata, dal tricolore e dal numero cento, scritto a mano per ricordare le molte mani che in questa azienda ogni giorno creano e lavorano”.

Caffè nei pubblici esercizi: l’analisi 2011 CSI sui bilanci del settore

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CSI analisi bilanci 2011
L’analisi dei bilanci del 2011

MILANO – Il bilancio somma calcolato nel volume CSI-Competitive Sectorial Indicator per il settore del caffè nei pubblici esercizi composto da un campione di torrefazioni medie, medio-grandi con una percentuale di specializzazione di oltre il 50% del fatturato caffè realizzato nel canale pubblici esercizi, al netto delle esportazioni, mostra buone dinamiche nel 2010, nonostante il periodo non certo dei più favorevoli, con buone performance in termini di ricavi netti, che fanno registrare una variazione positiva del 3,7% dal 2009 al 2010, e patrimonio netto, che cresce del 4,3%, ma un margine operativo lordo che flette dell’1,1% dal 2009 al 2010.

Considerando i 3 gruppi strategici individuati da Competitive Data, “torrefazioni trend setter”, “torrefazioni follower” e “torrefazioni minori”, vengono comprese nel bilancio somma di settore prevalentemente le torrefazioni del secondo gruppo, le “follower”, essendo le torrefazioni appartenenti al gruppo strategico delle leader molto più export-oriented e con una forte incidenza del canale retail sul fatturato complessivo.

Tempi di pagamento, indici direzionali e produttività

Com’era prevedibile sono aumentati i tempi di pagamento ai fornitori, da 94 a 102 giorni in media, mentre fanno registrare un lieve miglioramento i tempi di riscossione dei crediti verso clienti, passati da 89 a 85 giorni, probabilmente in sintonia con le performance e strategie della maggior parte delle aziende che compongono il campione analizzato, che si distinguono per importanti azioni di fidelizzazione della clientela, e anticiclicità dell’andamento delle quote di mercato rispetto ai trend di settore.

Mostrano un buon andamento i principali indici direzionali: il ROE passa dal 5,8% del 2009 al 6,2% del 2010, il ROS dal 7,5% al 7,9%, il ROI dal 5,3% all’8,4%, flette leggermente l’incidenza della gestione extra-caratteristica che si riduce da 1,0 a 0,9.

C’è ancora da migliorare sul fronte della produttività: mentre i ricavi per addetto crescono del 2,7% nel 2010, il valore aggiunto per addetto rimane praticamente stabile. Buoni gli equilibri finanziari complessivi, margine di struttura, margine di tesoreria e capitale circolante netto segnano un leggero miglioramento nel 2010, anche se di lieve entità, e rimangono praticamente stabili leverage e quick ratio che indicano un livello di indebitamento medio equilibrato e una liquidità consolidata.

Le torrefazioni “top performer”

Dinamiche ancora più interessanti riguardano le torrefazioni del gruppo “top performer”, campione ottenuto estrapolando dal bilancio somma di settore un sotto-campione di aziende accomunate da indicatori di redditività superiori alla media, e che nell’ultimo esercizio considerato sovraperformano per tutti gli indicatori considerati e, rispettivamente: capitale circolante netto +29,4% rispetto alla media di settore, margine di tesoreria +37,5%, margine di disponibilità +60,5%, mentre il livello di indebitamento (leverage) è più basso, e maggiormente performante l’indice di liquidità immediata (quick ratio).

Giandomenico De Franco
Amministratore Unico Competitive Data

Per informazioni sulle analisi Compedata
info@compedata.com
Tutti i restanti prodotti relativi alla linea caffè sono visibili sul sito www.compedata.com

xIn Brasile il governo raddoppia i fondi per il finanziamento delle scorte

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Brasile mercati somar colombia Comexim
La bandiera del Brasile

MILANO – Il governo del Brasile raddoppierà quest’anno gli stanziamenti per finanziare l’immagazzinamento del raccolto 2012/13 mettendo a disposizione dei produttori circa un miliardo e mezzo di reais (644 milioni di euro). L’annuncio è stato dato in un comunicato dal ministero dell’agricoltura.

Parlando a margine delle riunioni Ico, il direttore del dipartimento del caffè presso il dicastero agricolo del Brasile Edilson Martins de Alcantara ha dichiarato che tale ingente stanziamento aiuterà i produttori a immagazzinare il proprio caffè per venderlo o al momento più opportuno contribuendo così anche alla stabilizzazione dei prezzi.

Dal Brasile all’Uganda: boom per le esportazioni di caffè pregiato

Dopo aver adocchiato l’andamento del Brasile, spostiamo l’attenzione su un altro Paese produttore. Non si arresta in Uganda la progressione nelle esportazioni di caffè, tra le coltivazioni a maggior valore aggiunto per l’economia locale e una delle merci più pregiate per l’ingresso nel Paese di valuta estera.

A febbraio, secondo i dati del ministero dell’agricoltura di Kampala, la capitale del Paese, sono stati esportati circa 250mila sacchi da sessanta chili di caffè ciascuno, in crescita di 26 punti percentuali rispetto ai 195mila sacchi venduti all’estero nello stesso mese dello scorso anno.

L’incremento della produzione

L’incremento nella produzione di caffè made in Uganda, che vanta il primato di essere il primo produttore africano di fagioli, è legato tra l’altro all’innovazione dei processi agricoli, all’aumento dell’estensione dei terreni dedicati alle piantagioni di caffè, alle favorevoli condizioni meteo.

Il risultato ottenuto a febbraio 2012, superiore anche rispetto alle più ottimistiche previsioni, ha permesso ai tecnici del ministero di aumentare le stime per l’intero raccolto 2011/2012, ora atteso sui 3,2 milioni di sacchi, contro i tre milioni previsti in precedenza.

Vending: raggiunto l’accordo tra Ivs Italia e la spac di Vito Gamberale & c.

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Ivs Group coffeecapp
Il logo Ivs group

MILANO – Una nuova eccellenza italiana sta per approdare al listino di borsa. Diventa ufficiale l’accordo tra il leader italiano del settore vending, Ivs Italia, e la special purpose acquisiton company (spac) Italy 1 Investment.

I rispettivi consigli di amministrazione hanno approvato il 2 marzo i termini della Business Combination che precede dapprima la fusione per incorporazione di Ivs Italia nella spac, in modo da mantenere lo status giuridico di società quotata sulla Borsa Italiana.

Ivs Group fattura circa 270 milioni

Con un margine operativo lordo (ebitda) di quasi 60 milioni. Italy 1 Investment ha tra i fondatori Vito Gamberale, Carlo Mammola, Gianni Revoltella, Roland Berger, Florian Lahmstein e Gero Wendenburg.

Costoro, a meno che non esercitino prima della fusione il diritto di recesso dall’investimento da 150 milioni effettuato nel veicolo a inizio 2011, riceveranno tutti insieme tra il 35% e il 45% della società risultante dalla fusione.

Gli azionisti storici mantengono in controllo e la sede viene spostata in Italia

Gli azionisti storici di Ivs, circa una quarantina capeggiati dal presidente fondatore Cesare Cerea e da una squadra di soci-manager, manterranno a loro volta il controllo attraverso una holding comune ed è presumibile che accettino impegni di non vendere le proprie azioni per un determinato periodo.

Poiché l’incorporante è di diritto lussemburghese, a fusione avvenuta, la sede legale sarà trasferita in Italia e assumerà il nome dell’azienda operativa, Ivs. Il flottante in borsa sarà inizialmente rappresentato dalla quota nelle mani dei investitori di Italy 1 e dal quale, gradualmente, dovrebbe nascere un mercato secondario.

Le aspettative degli analisti

Quanto alle valutazioni, il settore del vending in cui opera Ivs è sicuramente uno dei più attraenti, come in genere tutta la somministrazione di alimenti outdoor e la logistica specializzata, che presentano margini attraenti e trend strutturali in crescita.

Per questo, i multipli attesi dagli analisti sono a livelli piuttosto elevati, almeno attorno a otto volte l’ebitda. Ivs ha seguito quasi sin dalla nascita una continua crescita per acquisizioni, e, grazie alla quotazione, è verosimile che questa strategia prosegua.

Aosta torna ad avere una libreria francese “CAFé-librarie, Culture alpine e francophonia” e propone il Caffè della Torrefazione Lucianaz

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Café-librarie ad Aosta
Piazza Chanoux ad Aosta

AOSTA – Non è una libreria né una caffetteria. Difficile spiegare infatti, cos’è e cosa si appresta a diventare, la “Café-librarie” in piazza Roncas 5. “Si tratta innanzitutto di un luogo culturale – spiega la titolare Anaïs Munier – un luogo dove si può venire per stare insieme, un luogo conviviale”.

Nata da un’idea del padre di Anaïs, Livio Munier – un’istituzione in Valle – la “CAFé-librarie, Culture alpine e francophonia” raccoglie il vuoto lasciato da qualche anno dalla librerie française.

CAFé-librarie: si torna in un luogo di condivisione e consumo

La libreria è specializzata in letteratura francese ma anche in letteratura di montagna e cultura alpina, alpinismo, sia in lingua italiana che francese, libri valdostani, ambiente, agricoltura, e libri di slow food.

Dell’associazione di Petrini la libreria sposa la filosofia, offrendo infatti con la caffetteria prodotti locali o a km zero, portatori di una cultura agricola

Questo è il caso della birra Baladin, un nome importante per i buongustai del luppolo, che verrà venduta alla spina, oltre che in bottiglia. Inoltre, sul listino della CAFé-librarie si può trovare il caffè della torrefazione Lucianaz, numerose etichette di vini valdostani, i succhi di frutta al mirtillo di Douce Vallée e alle mele dell’azienda agricola della stessa famiglia Munier, le birre del Gran San Bernardo e ancora il cioccolato di Modica.

Il latte arriva dall’azienda agricola La Borettaz di Gressan e sono sempre valdostani i prodotti dell’Agrival di Gressan e dell’azienda GenuiNus che la caffetteria rivenderà al dettaglio.

“Vogliamo dare visibilità – spiega ancora Anaïs – a quei produttori che vedono l’agricoltura come cultura e passione”.

La CAFé-librarie sarà anche spazio espositivo, “aperto – continua Anaïs – a qualunque cultura e a chi si autopropone”.

La prima esposizione sarà dedicata a Germaine Lugon, titolare della merceria che occupava i locali dove ora sorge la libreria. Infine una curiosità: nella saletta al piano inferiore della libreria è possibile ammirare un pezzo di muro romano, restaurato dalla Sovrintendenza regionale ai beni culturali.

La “CAFé-librarie, Culture alpine e francophonia” sarà aperta dal martedì alla domenica con i seguenti orari: martedì dalle 9.15 alle 14.15 e dalle 16.15 alle 20.15, mercoledì, venerdì e sabato dalle 9.15 alle 14.15 e dalle 16.15 alle 21.15, giovedì dalle 16.15 alle 20.15 e domenica dalle 10.15 alle 16.15.

Autogrill utile netto a 126,3 milioni, +26% Fatturato a 5.844 milioni

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autogrill expo dufry
Il logo Autogrill

MILANO – Autogrill chiude il bilancio 2011 con un utile netto pari a 126,3 milioni di euro, in crescita del 26,7% rispetto al dato del 2010. I ricavi consolidati raggiungono i 5.844,6 milioni con un incremento del 4% (+2,5% a cambi correnti) rispetto al 2010. In aumento anche l’Ebta consolidato pari a 617 milioni (+3,8%). In calo l’indebitamento finanziario netto che al 31 dicembre 2011 era pari a 1.552,8 milioni rispetto ai 1.575,5 milioni di fine 2010.

Autogrill: il Cda, si legge in una nota diffusa alla stampa, proporrà la distribuzione di un dividendo di 0,28 euro per azione

A consentire i risultati positivi, spiega l’azienda «la diversificazione geografica e di business del Gruppo che ha contenuto gli effetti della crisi, consentendo un incremento del 4% dei ricavi consolidati. La crescita è stata trainata dalla performance negli aeroporti (+7,1%), dove sono stati conseguiti risultati migliori dei trend di traffico». Crescono anche se in maniera ridotta i ricavi nel Food & Beverage (+1,5%). Riduzioni dovute, secondo l’azienda, alla «contrazione del traffico autostradale su cui ha influito anche il forte incremento del prezzo del carburante alla pompa, ai massimi storici in numerosi paesi europei».

Acquisizioni

«La Cina, ma anche l’India e l’Asia in generale sono delle opportunità alle quali guardiamo», ha dichiarato Gianmario Tondato Da Ruos, ad di Autogrill, spiegando i conti 2011 agli analisti. «Stiamo guardando anche al Medio Oriente e a Dubai». Il manager ha ricordato che «l’India sta crescendo molto e gli indiani spendono». E a proposito di eventuali acquisizioni, il manager ha dichiarato: «siamo aperti. Il mio feeling è che nel mondo stiano nascendo delle opportunità».

Ferrero è il più ricco dei 16 Paperoni d’Italia con una disponibilità di 19 miliardi di dollari

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Michele Ferrero

CLASSIFICHE – MILANO – Michele Ferrero è l’uomo più ricco d’Italia per il quinto anno consecutivo. A dirlo è l’annuale lista di della rivista finanziaria Forbes , che quest’anno conta 1.226 miliardari al mondo (di cui 16 italiani): un record, nonostante la crisi. Ferrero occupa la 23esima posizione, in una lista guidata, per il terzo anno consecutivo, dal messicano Carlos Slim.

Ferrero: il patrimonio del re del cioccolato ammonta a 19 miliardi di dollari

Alle sue spalle c’è Leonardo Del Vecchio (Luxottica), con 11,5 miliardi (74esimo al mondo). Terzo italiano e 127esimo nella graduatoria totale è Giorgio Armani, con 7,2 miliardi. Silvio Berlusconi è sesto (169esimo al mondo) con 5,9 miliardi: lo scorso anno era terzo, con 7,8 miliardi.