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sabato 30 Novembre 2024
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Green Coffee Mountain inaugura il nuovo magazzino di oltre 6000 m2

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Green Coffee Mountain logo
Il logo Green Coffee Mountain Roasters

USA – La statunitense Green Mountain Coffee Roasters è uno dei maggiori torrefattori mondiali ed ha la sede principale a Waterbury nel Vermont. Inizialmente la struttura di oltre 6000 metri quadrati si occupava delle operazioni di torrefazione, confezionamento, stoccaggio e distribuzione. Tuttavia, per ampliare l’attività e potenziare le operazioni di confezionamento, era necessario unire le attività di stoccaggio e distribuzione e spostarle in una nuova struttura.

Green Coffee Mountain Roasters si espande

System Logistics ha progettato e integrato un sistema di movimentazione materiali all’avanguardia per il nuovo centro di stoccaggio e distribuzione di Waterbury nel Vermont che riunisce nella stessa struttura le operazioni di order picking di pallet, scatole, e scatole aperte ed è in grado di rispondere alle future esigenze di crescita di Green Mountain Coffee Roasters. Informazioni sull’azienda Green Mountain Coffee Roasters ricopre una posizione leader nell’industria del caffè grazie ai suoi prodotti, all’innovativa tecnologia di erogazione e alle pratiche commerciali socialmente responsabili.

GMCR è composto da due business units

La Specialty Coffee Business Unit, che comprende i marchi Green Mountain Coffee®, Tully’s Coffee®, e Timothy’s World Coffee®; e la Keurig Business Unit. Nel marzo 2009, GMCR ha acquisito il marchio Tully’s Coffee® e le attività all’ingrosso. Più avanti nello stesso anno GMCR ha acquisito il marchio Timothy’s World Coffee® e la relativa attività commerciale all’ingrosso. Per favorire la crescita della propria struttura, GMCR continua a investire nelle infrastrutture e nei sistemi informativi.

Green Mountain Coffee Roasters ha scelto System Logistics per progettare e integrare un sistema all’avanguardia per la movimentazione materiali per il suo nuovo centro di distribuzione di oltre 4800 metri quadrati

La prima fase del progetto prevedeva l’implementazione di due trasloelevatori un sistema di picking basato su tunnel picking con rulliere a gravità per case picking e un sistema di each picking, il tutto gestito da 30 postazioni di lavoro e un sistema di esecuzione magazzino (WES) per gestire la preparazione degli ordinativi, il controllo degli stock, l’ottimizzazione della forza lavoro e la sincronizzazione delle spedizioni. All’inizio della giornata gli ordinativi vengono trasferiti al WES DiamondWare™ in un unico lotto, e così senza interruzioni per tutto il giorno. Il WES accumula le richieste degli articoli gestiti a magazzino e scarica senza sosta le richieste di prelievo secondo la sequenza ordinativo/linea. L’obbiettivo è quindi quello di coniugare una complessa gestione degli ordini da pallet nonché il case e each picking

Il case e l’each picking sono integrati

Il sistema pick to light DirectPick™ innesca il case picking nel momento in cui l’each picking è stato completato. I singoli prelievi riguardanti il case picking vengono eseguiti in lotti. L’operatore addetto preparazione ordini seleziona le scatole e le posiziona sul nastro. Queste vengono quindi deviate a una delle 20 corsie, che comprendono due corsie dedicate a spedizioni tramite FedEx, 12 corsie con cinghie e quattro corsie per i dock dei camion. Il WES DiamondWare™ è l’elemento chiave di tutto il processo e gestisce numerose operazioni, quali l’utilizzo dello smistatore prevenendo interruzioni.

La seconda fase ha visto l’installazione di tre traslo elevatori un tunnel di prelevamento di tre livelli con pick-to-light DirectPick™, un sistema con veicolo guidato automatizzato (AGVS), e automazioni industriali di movimentazione materiali quali t-cars e robot. System Logistics e Green Mountain Coffee Roasters hanno lavorato insieme per creare un sistema di movimentazione materiali in grado di supportare future espansioni. L’intero sistema è rientrato nel budget stanziato ed è stato concepito, progettato e costruito in meno di 18 mesi (sette prima del previsto). Green Mountain Coffee Roasters è sulla buona strada per la realizzazione dell’obiettivo che si era posta: distribuire 23 milioni di chili di caffè all’anno.

Nestlé investe 3,3 milioni di euro a Singapore per il centro di ricerca che si occupa anche di caffè

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logo Nestlé
Il logo Nestlè

MILANO – Nestlé continua a espandere rapidamente le sue attività in Asia. Il gigante svizzero dell’alimentazione ha investito 3,31 milioni di euro nel suo centro di ricerca e di sviluppo a Singapore. Questo investimento servirà a sostenere il potenziamento dei prodotti culinari, di bibite al malto e di miscele di caffè.

Nestlé punta l’Asia

La posizione strategica di Singapore lo rende una base ideale per condurre le attività del gruppo in Asia, indica nel comunicato il Ceo Paul Bulcke.

Il centro di Singapore, primo sito di ricerca di Nestlé in Asia, è stato inaugurato nel 1981. I prodotti che sviluppa sono venduti in 16 paesi, tra cui l’India, l’Indonesia, la Malaysia e il Giappone.

Starbucks continua l’espansione: previsti 180mln di investimenti su Augusta

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starbucks
Il logo di Starbucks

MILANO – Annunci e novità a raffica in coincidenza con l’assemblea annuale degli azionisti di Starbucks Corp., che si è svolta a Seattle. Oltre a illustrare i piani di espansione e riqualificazione della rete di caffetterie in patria e all’estero, il management della multinazionale americana ha reiterato una strategia di crescita del gruppo che punta ad accrescere la share proveniente dalla vendita della gamma di prodotti di consumo venduti al di fuori delle proprie caffetterie, con sconfinamenti sempre più frequenti oltre l’universo caffè.

Atmosfera da happening in apertura dell’adunanza, con l’esibizione della cantante e bassista Esperanza Spalding, enfant prodige della scena jazzistica americana, premiata l’anno scorso con il Grammy Award for Best New Artist. In primo piano anche le iniziative di Csr della compagnia, con un ispirato keynote tenuto dal reverendo Calvin Butts, pastore dell’influente Chiesa battista abissina di Harlem, che collabora con Starbucks in vari programmi sociali.

Starbucks: sul fronte delle cifre di bilancio, i risultati del trimestre più recente hanno evidenziato un incremento del 10% del reddito netto d’impresa

Con il fatturato in crescita del 16%. L’inerzia favorevole è testimoniata anche dalle conclusioni del report dell’analista Technomic sulle principali catene di ristorazione americane, le cui cifre salienti sono state anticipate martedì (vedi Comunicaffè International di ieri), che colloca Starbucks sul terzo gradino del podio, alle spalle di McDonald’s e Subway, con un tasso di crescita delle vendite sugli ultimi 5 anni pari al 39%.

Nel business caffetterie, Starbucks ha annunciato piani per l’apertura di 300 nuovi locali negli States e la ristrutturazione di ulteriori 1.700 nell’esercizio in corso, che genereranno più di 5.000 posti di lavoro tra impieghi diretti e indiretti.

Ribaditi gli obbiettivi di espansione in estremo oriente

John Culver, presidente della divisione Cina, Asia e Pacifico ha confermato che la Cina diverrà, entro il 2014, il secondo mercato di Starbucks dopo gli Usa, con oltre 1.500 locali, ma traguardi significativi stanno per essere tagliati anche in Giappone, dove l’insegna numero mille si accenderà entro il 2014, e in Corea del sud, dove il numero di locali raddoppierà, superando le 700 unità, entro il 2016.

Nel mirino della multinazionale americana vari mercati emergenti, a cominciare dall’Indonesia e la Tailandia, dove verrà impressa una forte accelerazione ai programmi di crescita. Sempre in materia di strategie globali è stata riaffermata l’importanza di adattare prodotti e servizi alle peculiarità e alle abitudini di consumo locali citando la riqualificazione della Starbucks Experience attuata di recente in Europa, medio oriente, Russia e Africa. Paradossalmente le cifre sulle nuove aperture sono passate quasi in secondo piano offuscate dall’annuncio di importanti novità sul fronte industriale.

Un investimento da 180 milioni di dollari per l’apertura di un nuovo stabilimento ad Augusta (Georgia) e per il potenziamento delle capacità produttive di quello di Sandy Run (South Carolina)

Lo stabilimento di Augusta sarà il primo di proprietà dell’azienda a produrre caffè solubile e ingredienti per il frappuccino e le altre bevande pronte a marchio Starbucks. La costruzione inizierà a breve e l’inaugurazione avverrà a gennaio 2014. Il complesso, che darà lavoro a 140 addetti con una capacità produttiva di 4 mila tonnellate, sorgerà su di un’area di oltre 12 mila metri quadrati e verrà costruito secondo i criteri della certificazione energetico-ambientale Leed.

La compagnia ha tenuto a sottolineare come abbia preferito aprire questa fabbrica sul suolo americano, piuttosto che delocalizzarla in un paese a basso costo di manodopera. Previsto inoltre l’ampliamento dello stabilimento di torrefazione di Sandy Run, che occupa già 830 persone, con un investimento di 7 milioni di dollari. Ampio spazio è stato dedicato inoltre alla presentazione del nuovo sistema a caffè porzionato Verismo, con il quale Starbucks fa la sua entrata nel mercato globale del caffè porzionato.

Smentendo voci e polemiche delle ultime settimane, Starbucks ha annunciato inoltre l’ampliamento della collaborazione con Green Mountain Coffee Roasters

Che si estenderà al nuovo sistema Keurig Vue, per il quale saranno disponibili sia i serving di caffè a marchio Starbucks che il tè a marchio Tazo. Nella scia della recente acquisizione della catena Evolution Fresh, Starbucks ha comunicato infine l’entrata nel mercato americano degli energy drink, un business da 8 miliardi di dollari, con ” Starbucks Refreshers”, una linea di bevande dissetanti e leggermente gassate a base di vero succo di frutta (lampone, melograno o pompelmo tra i primi gusti disponibili) ed estratto di caffè verde. Le bevande saranno in vendita in oltre 160 mila punti vendita del dettaglio americano a partire da aprile. Come è noto, Starbucks ha introdotto sperimentalmente gli alcolici in alcuni propri locali a partire dallo scorso gennaio e ha aperto lunedì scorso il primo negozio di succhi di frutta Evolution Fresh.

Alimentazione: lo zucchero si nasconde in cibi insospettabili

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senza zucchero
Lo zucchero si nasconde in numerosi alimenti che consumiamo abitualmente ogni giorno

MILANO – Condireste il vostro piatto di pasta o il vostro panino con diversi cucchiai di zucchero? Credo proprio di no! In realtà, è quello che fate inconsapevolmente tutti i giorni. Sono ben note le funzioni svolte dallo zucchero nel nostro organismo come, ad esempio, quella di fornire energia al corpo, in particolare al cervello. Il problema nasce dal suo eccessivo consumo, soprattutto quello inconsapevole.

Quando pensiamo allo zucchero, la prima immagine che ci viene in mente è quello che usiamo per dolcificare un caffè o preparare un dolce.

Zucchero: cosa dice l’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione)

L’apporto giornaliero di zuccheri non dovrebbe superare il 10-15% dell’apporto calorico totale. Questa percentuale viene decisamente oltrepassata, infatti, è stato calcolato che un italiano consuma giornalmente in media 90-100g di zucchero semplice, aumentando così il rischio di sovrappeso, obesità, diabete e malattie cardiovascolari.

Ci sembrerà una cosa assurda, ma se osserviamo la composizione degli alimenti che portiamo giornalmente a tavola, la quantità di zucchero semplice che assumiamo, soprattutto indiretto, è decisamente elevata.

Gli alimenti insospettabili

Per esempio, con una bibita gasata dolce assumiamo la media di 6 cucchiaini di zucchero, uno yogurt magro ne contiene circa 4 cucchiaini, mentre, un cucchiaio di ketchup ne contiene un cucchiaino.

Ma non sono gli unici cibi che contengono zucchero “nascosto”, fra gli alimenti insospettabili vi sono anche le conserve di pomodoro, i salumi come il prosciutto cotto e la mortadella, tutti i tipi di wurstel, i cereali per la prima colazione, l’aceto balsamico, i sughi pronti, le impanature degli alimenti confezionati, la senape light, la maionese, il pane confezionato.

Ne sono ricchi anche le zuppe, i minestroni, i contorni surgelati, proprio perché lo zucchero, oltre ad essere usato per dolcificare, svolge la funzione di addensante.

Non solo lo zucchero è da cercare nelle etichette

Non necessariamente troviamo nell’elenco degli ingredienti la classica dicitura, possiamo trovare anche nomi di altre sostanze che vengono usate per dolcificare l’alimento, per esempio saccarosio, di canna, invertito, sciroppo di glucosio, sciroppo di fruttosio.

Sono sovente utilizzati anche il fruttosio (lo zucchero ricavato dalla frutta), glucosio, lattosio (zucchero ricavato dal latte).

Ulteriore alternative usate sono maltosio, destrine, sciroppo di amido con fruttosio, maltodestrine, mannitolo, sciroppo di malto, succo zuccherato disidratato, succo zuccherato evaporato.

Tra i dolcificanti naturali, vengono anche usati: miele, succo di frutta concentrato, melassa, zucchero d’uva, succo di mele concentrato, sciroppo d’acero, sciroppo di riso, sciroppo di sorgo, succo d’agave, manna.

La soluzione al problema

Una soluzione al nostro problema potrebbe essere quella di ricorrere ai sostituti artificiali dello zucchero come la saccarina, i ciclamati, l’acesulfame e l’aspartame; in realtà, potrebbero peggiorare la situazione.

Queste sostanze possiedono un potere dolcificante da 30 a 500 volte superiore a quello dello zucchero bianco, fornendo poche calorie, ma il loro uso abitudinario ed eccessivo può influire sulla nostra percezione del sapore dolce, abituando il nostro palato ad apprezzare cibi che forniscono un alto senso di gusto zuccherato.

Così gli alimenti “senza zuccheri aggiunti” come i succhi di frutta possono erroneamente portarci a pensare che siano privi di zucchero, in realtà, possiedono un contenuto di circa il 10% di zuccheri della frutta, come il fruttosio e/o saccarosio.

Il consumo, in genere, dei prodotti light fa nascere il falso mito di un consumo libero, che ci porta ad assumere una quantità decisamente superiore al nostro reale fabbisogno.

Soprattutto i diabetici dovrebbero stare attenti al consumo di questi alimenti e dovrebbero anzi, nonostante le diciture sulle confezioni, considerare questi alimenti nel conteggio glucidico giornaliero.

Cannavò ci porta in viaggio alla scoperta delle città colombiane

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La bandiera della Colombia

MILANO – Cannavò racconta la sua esperienza e la rinascita Colombia Cartagena. Visite in carrozza tra il Teatro Heredia e il Palazzo dell’Inquisizione in quella che fu una città ricca (e depredata da corsari come Francis Drake) ma anche polo fiorente del mercato degli schiavi. Oggi si è trasformata in grande meta turistica

di Alessandro Cannavò

Cannavò, la guida d’eccezione

Il verde della «sabana», l’ altopiano su cui si distende Bogotà, è scintillante: un’ alchimia tra la luce equatoriale e la straordinaria altitudine della capitale della Colombia, 2600 metri.

Ma oggi più che mai è anche un verde carico di speranza. Certo, questo è il Paese che nel sentimento comune è associato alla violenza e al narcotraffico, dove quasi il 10% della popolazione (poco meno di quattro milioni su 40) è costituito da desplazados, gente che è fuggita dalle proprie terre in mano ai fuorilegge e si ammassa nei quartieri periferici delle metropoli.

Ma l’offensiva contro il terrorismo delle Farc, le bande criminali e le forze paramilitari ha dato negli ultimi dieci anni frutti importanti e ha liberato una buona parte del territorio, innanzitutto le aree metropolitane, dal senso di pericolo e di invivibilità.

La Colombia è una nazione giovane e dinamica, ricca in biodiversità e degna di essere conosciuta da turisti e da investitori

Il nuovo ottimismo di una nazione giovane e dinamica si aggancia a una fase economica favorevole (nell’ ultimo anno il Pil è cresciuto del 4%) che coinvolge un po’ tutto il Sud America, trascinata dalla locomotiva-Brasile.

Così mentre molte aziende europee e americane stanno puntando sulla Colombia per il loro business aprendo sedi nei centri principali, è il momento giusto per conoscere da turisti il Paese.

Che è tra i primi al mondo in biodiversità, grazie alle sue numerose zone climatiche, da 5000 a 0 metri, dalle vette andine ai Caraibi. Due scenari da consigliare: le splendide colline con le fattorie della zona Cafetera, l’area di produzione del rinomato caffè nella parte centrale; e le spiagge esotiche del Parco Nazionale di Tayrona, a Nord nei pressi di Santa Marta.

Ma un percorso ideale tra alta quota e costa, tra bellezze artistiche ed evoluzione sociale, può snodarsi lungo l’ asse Bogotà-Medellin-Cartagena: il nostro viaggio

L’ orgoglio discreto della capitale Protetta a Est dalla catena orientale, una delle tre linee montuose che solcano da Sud a Nord il paese come ramificazione terminale delle Ande, Bogotà non sembra a prima vista una megalopoli da otto milioni di abitanti. Bisogna prendere la teleferica e andare ancora più su, al santuario di Monserrate (3152 metri), meta di pellegrinaggio domenicale dei bogotani (a piedi sono 1500 gradini), per rendersi conto della sua dimensione di Bogotà (8 milioni di abitanti), restando però ancora più colpiti dall’ affascinante paesaggio che la incornicia. Il cuore antico pulsa nel quartiere della Candelaria, il barrio coloniale con deliziose case settecentesche restaurate (su molti tetti fanno capo le sculture di persone comuni realizzate con materiali di riciclo dall’ artista Jorge Olave) e interessanti interventi architettonici moderni. Come il museo de Arte del Banco de la República, esempio di razionalismo di Enrique Triana Uribe.

Cannavò racconta: all’ interno della casa de Moneda, si trova tra l’ altro, il museo Botero

Non solo le opere del celebre artista ma anche la sua eccezionale collezione di capolavori di fine 800 e del 900 che farebbe invidia a qualsiasi istituzione internazionale. Il barocco ispano-americano trionfa nella cattedrale, nella cappella dell’ arcivescovado e soprattutto nei retabli della chiesa di san Francisco, mentre il passato precolombiano risplende nel rinnovato museo dell’ Oro. «Bogotà non ha nulla di sontuoso come si converrebbe a una capitale, ha mantenuto un suo aspetto da montagna, piuttosto umile, però abbastanza coerente», spiega Lorenzo Fonseca, docente di architettura.

E la coerenza sta nell’utilizzo del ladrillo , il mattone rosso che domina tanto i quartieri inizi Novecento in un sorprendente stile cottage inglese, quanto gli alti palazzi delle aree residenziali del Norte e le opere pubbliche che trovano il suo culmine negli edifici di Rogelio Salmona, il più importante progettista colombiano (ideò tra l’ altro con Le Corbusier la città di Chandrigarh).

Consiglia Cannavò: Andate a vedere l’ affascinante biblioteca Virgilio Barco, ai margini dell’ enorme parco Bolivar, che riunisce i due elementi-chiave della sua architettura sociale: la circolarità ispirata al teatro di Delfi e l’ utilizzo dell’ acqua secondo i criteri dell’ Alhambra a Granada. La rete delle biblioteche è uno dei fiori all’ occhiello della città (si calcola che vengano utilizzate da 5 milioni di abitanti)insieme con i 300 km di piste ciclabili. E la domenica i viali principali vengono chiusi al traffico, trasformandosi in 120 km di ciclovia. Fuori porta vale la pena una gita a Zipaquirà dove all’ interno di una miniera di sale è stata costruita dagli stessi lavoratori una stupefacente via crucis che si conclude con un’ enorme cattedrale. La sera è un pullulare di locali e divertimenti attorno alla zona rosa e al Parque 93.

Uno per tutti per la sua eccentrica unicità

Il ristorante Andrés, quattro piani di arredo eclettico, musica dal vellenato e la cumbia alla house, buona cucina, dove clienti e personale fanno parte dello stesso show. Medellin, il riscatto Negli ultimi anni Medellin (1500 metri di altitudine in una conca molto fertile) è diventata il fenomeno più sorprendente di trasformazione urbana non solo della Colombia ma di tutto il Sudamerica.

Ricorda Cannavò: la città che era tenuta in scacco da Pablo Escobar (il re dei narcos assassinato nel ‘ 93) ha avviato a partire dal 2000, grazie a una generazione di amministratori motivati e lontani da interessi e collusioni dei partiti politici, un poderoso programma di strutture sociali. Ecco i grandi spazi pubblici affidati ad architetti colombiani e internazionali con musei, teatri e cinema all’ aperto, ecco i parchi (splendido il giardino botanico che conserva una buona parte delle 350 specie di orchidee presenti nel Paese, un primato mondiale).

Cannavò: tutto ruota attorno alla moderna metropolitana che dai quartieri centrali penetra come il coltello in un panetto di burro nelle periferie più degradate

Zone un tempo off limits persino alle forze di polizia. Da qui partono i metro-cable, le teleferiche, che servono le favelas addossate sulle colline. Ogni stazione di metropolitana si è portata dietro aree ricreative, asili per i bambini, teatri e soprattutto i parque biblioteca, come quello imponente in cima al quartiere Moravia sorto simbolicamente nel luogo che era la prima linea della guerra tra bande criminali ed esercito. «La sfida è di offrire anche agli ultimi opere di grande qualità – spiega Isolde Maria Velez, capocronista del quotidiano El Colombiano -. Ma prima di procedere sono stati arruolati numerosi antropologi e sociologi per capire le esigenze della popolazione e spiegare che cosa si sarebbe fatto. Il risultato è che queste strutture sono ora sentite come patrimonio della comunità e vengono custodite dagli stessi cittadini». Un esempio invidiabile che dovrebbe farci riflettere sui programmi utopistici, imposti dall’ alto, realizzati in passato nelle nostre periferie.

Il nuovo sindaco di Medellin, da poco insidiatosi, ha annunciato nei suoi quattro anni di mandato investimenti in questa direzione per 400 miliardi di pesos (180 milioni di euro)

La città è ricca grazie alle industrie tessili, medicali e soprattutto energetiche che riforniscono l’ intero paese. E se il centro antico ha la sua attrazione nelle 23 sculture esterne di Botero che vengono disinvoltamente «scalate» dalla gente, la città ha creato nel quartiere del Poblado un nuovo polo con grandi alberghi e locali di design. «Siamo un po’ la Milano della Colombia – dice Andres, uno studente di comunicazione che passa le serate nei bar attorno al Parque Lleras -. Con un evidente spirito di rivalità verso la capitale».

Il mix di Cartagena visto da Cannavò

Riprendete in mano i libri di Gabriel Garcia Marquez prima di arrivare a Cartagena, soprattutto «L’ amore ai tempi del colera» e «Dell’ amore e altri demoni». Perché se la perla turistica della Colombia vuol essere un po’ Capri e un po’ Miami (non lontano dalla città murata si erge la selva di grattacieli della penisola di Bocagrande) resta innanzitutto, come quattro secoli fa, un misto seducente di cultura afro-caraibica, india e ispanica. Per questo, prima di varcare le porte antiche, varrebbe la pena di fare una passeggiata nel vicino quartiere di Getsemani (che pullula di deliziosi hotel low cost) e assimilare voci e colori delle botteghe artigianee delle case protette da grate di legno intarsiato che fanno intravvedere una serie di ambienti pomposamente arredati e di cortili ricchi di piante, ottimi rifugi contro la calura.

Cannavò descrive la realtà cittadina: ma fuori e dentro le mura è sulla strada che si svolge gran parte della vita comunitaria. Nella città antica si parte dalla Piazza dell’Orologio e ci si perde volutamente, incantati dalle case edai palazzi quasi tutti restaurati in modo egregio (il titolo Unesco di patrimonio dell’ umanità qui viene onorato) con i portoni incorniciati di pietra e i balconi ricchi di fantasie floreali. Cartagena è stata nella sua storia sempre in altalena tra gloria e miseria, un tempopolo fiorente del mercato degli schiavi, ricca di conventi e di forzieri pieni di oro e smeraldi, ma anche depredata da corsari come Francis Drake e flagellata dal colera. Infine riscoperta circa 100 anni fa in una prospettiva turistica grazie anche all’ apertura del vicino canale di Panama. Oggi le carrozze per i visitatori costeggiano il Palazzo dell’ Inquisizione fermandosi davanti alla finestra dalla quale si raccoglievano le denunce nei confronti degli eretici, al Teatro Heredia, delizioso esempio di sala all’ italiana con arredi esotici, e alla casa di Garcia Marquez di cui appaiono in molti bar le sue foto con l’ occhio nero risultato della celebre zuffa con Vargas Llosa.

Il tramonto sull’ oceano è dolcissimo, specie se vissuto con un cuba libre e la musica lounge su uno dei divani del Café del Mar, punto di ritrovo di turisti e locali sulla muraglia. E fa dimenticare gli echi sinistri dei giorni passati e di quelli tuttora presenti. *Fonte: corriere.it

 

Il caffè a Venezia? Amarissimo: berlo al tavolo costa fino a 1,80 euro

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VENEZIA – In tempo di crisi la gente guarda anche i soldi che spende per un caffè, specie se lo paga come un’ora di parcheggio in centro. Nel “salotto” di piazza Ferretto c’è chi cerca di non ritoccare all’insù il prezzo, chi invece non riesce a fare altrimenti perché tutto è più costoso, dalla materia prima agli affitti, la prima causa delle chiusure. Nella pasticceria Bido, un caffè in piedi costa 1 euro e 10, un po’ come dappertutto, ma per stare seduti assaporando l’aria di primavera, si paga 1,80 euro (un cappuccino 2,30).

Venezia, parla un gestore «Ho alzato il prezzo – spiega il titolare – perché è aumentato tutto»

Nella pasticceria Marini una tazzina sorseggiata nel plateatico costa 1,70 euro, da Goppion idem. Dalla parte opposta della piazza, invece, c’è chi resiste e cerca di non alzare. Al bar Sport un caffè si paga ancora 1,50 euro, 2 il cappuccino.

Poco più in là, allo Stendardo di Venezia, stessi prezzi. Camminando verso la chiesa si incontra il Paradiso del Gelato: le habitué sedute fuori sorseggiano il loro caffè da 1,50 euro, il cappuccino seduti lo si paga 2 euro, mentre al banco costa 1,30.

«Non abbiamo ancora ritoccato i prezzi – spiega la titolare – per la verità sono anni che non aumentiamo, non abbiamo alzato neanche il prezzo del gelato. Ma tra il costo del personale, il plateatico e l’affitto, è dura. Dopotutto siamo in centro e lavoriamo, appena fuori dalla piazza, non si vende più. Non è però solo un discorso di prezzo, si deve tenere presente anche la qualità, una miscela è diversa dall’altra».

La titolare fa notare che ultimamente i bar sono invasi da gente che chiede soldi

«Non se ne può più, ne verranno quaranta al giorno, passiamo il tempo a dire “no, grazie”». Tornando lungo il lato del Duomo, si incontra il bar Jasmine: anche qui caffè a 1,50 seduti e cappuccino a 2 euro. Gettonatissimo appena fuori dalla piazza il caffè Vergnano, all’ombra della torre.

I prezzi sono competitivi: 1,50 un caffè seduti fuori, 1,80 il cappuccino. «E il nostro – sorridono – è un caffè di qualità».

«Il prezzo giusto del caffè è un euro – spiega Oscar Bonaldo, presidente dei pasticceri mestrini aderenti alla Cgia – io lo vendo a 90 cent perché la gente va aiutata e con tutti i problemi di lavoro che ci sono bisogna venirsi incontro.

Capisco però che le attività che gravitano in piazza Ferretto abbiano affitti altissimi e dunque la necessità di ritoccare il prezzo. Il personale costa uguale per tutti, ma gli affitti no.

Per quel che riguarda il plateatico, però, si deve fare il raffronto con le piazze delle città limitrofe. Mirano e Spinea stanno battendo Mestre sui prezzi perché c’è meno concorrenza».

Sanremo: la procura ha chiesto il fallimento della Coffee Time

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Giovanni Ingrasciotta Coffee Time
Giovanni Ingrasciotta della Coffee Time

SANREMO – La Procura della Repubblica di Sanremo ha chiesto il fallimento della Coffee Time, società specializzata in distribuzione automatica e snack. Mentre il giudice Alessandro Cento si è preso un po’ di tempo per decidere, Andrea Rovere, l’avvocato di Giovanni Ingrasciotta, ex titolare della Coffee Time (ora sotto sequestro da DIA e dalla Guardia di Finanza) ha chiesto una perizia contabile sulla società.

Coffee Time in crisi profonda

Secondo gli inquirenti, all’interno della ditta sarebbero stati eseguiti passaggi societari per “bypassare” le misure antimafia e partecipare quindi ad appalti pubblici, vietati a Giovanni Ingrasciotta.

L’annuncio, Starbucks vuole crescere in fretta in Europa

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Starbucks Texas
Il logo Starbucks

MILANO – Starbucks annuncia di voler fare il salto di qualità in Europa. La catena americana di caffè, che conta più di 17 mila locali in tutto il mondo, si è posta come obiettivo quello di realizzare il 50% delle vendite al di fuori del Nord America rispetto all’attuale 30%.

L’amministratore delegato del gruppo, Howard Schultz, al timone da poco più di tre anni, vuole innanzitutto che l’offerta Starbucks si declini sulle caratteristiche di ciascun mercato e che si risponda con precisione alle esigenze dei consumatori.

Per questo occorre essere presenti un po’ ovunque: nelle città, nei centri commerciali ma anche nelle stazioni, negli aeroporti, sui treni e negli hotel

Schultz non esita a parlare di rivoluzione nelle scelte commerciali della catena. Si arriverà perfino a sperimentare distributori automatici che serviranno il caffè per strada.

Nei prossimi mesi sono previste 400 aperture fuori dai confini statunitensi, di cui un centinaio in Europa, Medio Oriente e Africa.

Per quanto riguarda in particolare la Francia, quest’anno i nuovi negozi raddoppieranno, con una ventina di inaugurazioni: di queste, dodici nelle stazioni e negli aeroporti.

Inoltre è partito un test, il primo nel settore alberghiero, in tandem con Accor: al Novotel Tour Eiffel di Parigi viene servito caffè Starbucks. Se i segnali saranno positivi, il progetto verrà sviluppato su larga scala. Sempre Oltralpe, dal 14 marzo sarà lanciato un nuovo caffè espresso più dolce.

Si tratta di un’iniziativa unicamente francese, un’anteprima mondiale, considerato anche che l’espresso rappresenta soltanto il 29% delle vendite mondiali della catena americana. In Gran Bretagna, invece, è stata aggiunta una dose di caffè al cappuccino, giudicato non abbastanza forte per il gusto degli inglesi.

La strategia è che ogni paese identifichi i suoi punti forti e le sue necessità per andare incontro alla clientela locale

Un piano che, sottolinea l’amministratore delegato di Starbucks, testimonia il forte impulso che viene dato all’internazionalizzazione.

Un po’ come avvenne nel 2008, quando 10 mila dipendenti del gruppo furono riuniti a New Orleans per rilanciare il marchio negli Stati Uniti. Ora è la volta del resto del mondo, cominciando dal Vecchio continente.

I gusti americani, invece, che continuano a premiare le scelte di Starbucks nella madrepatria, non saranno messi in discussione.

Certesens, inaugurato il nuovo centro studi su tecnologie sensoriali

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Certesens
Certesens

MILANO – Gli studi sensoriali stanno acquistando sempre maggiore importanza. È stato inaugurato a Tours, in Francia, il primo Centro di studi e ricerca sulle tecnologie sensoriali al mondo. L’obiettivo del Certesens (Centre d’Etude et de Recherche sur les Technologies du Sensoriel) è quello di fornire ai ricercatori e alle imprese degli strumenti per migliorare la qualità percepita dei loro prodotti o di crearne dei nuovi.

Tra i vari strumenti ci sono un’inedita collezione di materiali con diverse migliaia di campioni, una biblioteca dei profumi e degli odori, una «cabina dei colori» lunga 18 metri che permette di testare le percezioni di un prodotto a differenti distanze e sotto diverse luci, «unica in Francia» e nel mondo, secondo gli ideatori.

Al Certesens si formeranno decine di «testeur» capaci di valutazioni obiettive delle percezioni sensoriali

«Da noi una casa automobilistica potrà svolgere valutazioni sul rumore della chiusura della porta di una vettura o ancora un fabbricante di cioccolato potrà avere test sulla consistenza del morso di un cioccolatino», ha spiegato Chloé Domelier, responsabile sviluppo Certesens. Info: http://www.univ-tours.fr/recherche/le-certesens-207509.kjsp?RH=1179838543387

Caffè e dieta mediterranea aiutano con la memoria: lo studio Predimed

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memoria caffè predimed
La memoria migliorare se si beve il caffè

MILANO – Un’insalata di verdura fresca condita con olio extravergine d’oliva, un po’ di vino rosso, qualche noce o nocciola e un bel caffè. È la ricetta tutta mediterranea per avere un cervello sempre giovane e in forma, stando ai risultati di uno studio spagnolo su anziani ad alto rischio cardiovascolare: la dieta mediterranea e soprattutto alcuni alimenti che la caratterizzano sono infatti in grado di ridurre il rischio di deficit cognitivi e Alzheimer, migliorando memoria e capacità cerebrali.

Lo segnalano i geriatri della società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg), secondo cui gli antiossidanti e soprattutto i polifenoli contenuti in olio, vino, caffè e noci sono gli alleati più preziosi per mantenere il cervello sano molto a lungo. Grazie a una prevenzione basata sulla dieta, spiegano gli esperti, si potrebbero ridurre gli enormi costi correlati all’Alzheimer, che nel nostro Paese riguarda oltre il 3.5% della popolazione con un numero di casi attesi annui di circa 500mila casi e che hanno un costo annuo di oltre 30 miliardi di euro fra costi sociali e sanitari.

Predimed (PREvencion con DIeta MEDiterranea): lo studio

Appena pubblicato sul Journal Alzheimer Deseases è stato condotto da ricercatori spagnoli dell’università di Barcellona su circa 450 uomini e donne fra i 55 e gli 80 anni, tutti ad alto rischio cardiovascolare.

I medici hanno valutato il profilo del genotipo di apolipoproteina E

Una proteina che trasporta il colesterolo e che spesso si associa a un maggior rischio di Alzheimer; quindi hanno indagato il tipo di alimenti consumati, il livello di polifenoli nelle urine e i risultati ottenuti in test neuropsicologici di valutazione della memoria e delle capacità cognitive. «Il modello alimentare mediterraneo, che prevede un largo consumo di cereali, legumi, frutta e verdura, fornisce grandi quantità di composti antiossidanti e da tempo viene considerato prezioso per ridurre il rischio di deficit cognitivo – riprende Paolisso – Questi dati confermano che è proprio così e indicano che probabilmente, seguendo una corretta dieta mediterranea che preveda un introito giornaliero di circa 1500 calorie nel paziente anziano, potremmo ridurre l’incidenza di declino cognitivo e demenza negli anziani, diminuendo anche le enormi spese che gravano sul Sistema Sanitario per la cura e l’assistenza di questi soggetti».

«Alcuni cibi sono risultati associati a una migliore funzionalità cognitiva – spiega Giuseppe Paolisso, presidente SIGG – Un paio di cucchiai di olio di oliva al giorno migliorano la memoria verbale e quella a lungo termine; due /tre tazzine di caffè al giorno si associano a un incremento della capacità di immagazzinare ricordi nel lungo periodo; un pugno di noci, nocciole o altra frutta secca migliorano la memoria di lavoro, mentre il consumo di una modica quantità di vino rosso al giorno è correlato a punteggi migliori ottenuti nel test chiamato Mini-Mental State Examination, molto attendibile nel determinare il grado di un eventuale deficit cognitivo e la progressione in condizioni di demenza». Fonte: Journal Alzheimer Deseases