Alla scoperta della scena della mixology del capoluogo lombardo con una guida d’eccezione, il bartender Mattia Pastori, tra locali storici e di culto, e novità in ascesa con una top 10 che include: Gesto Milano, 10_11 Bar Italiano, Mandarin Garden, Rumore, Norah Was Drunk, Dry Milano, Ceresio 7, Rita&Cocktails e Rita’s Tiki Room. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Nicoletta Moncalero per il quotidiano La Repubblica.
Il mondo della mixology a Milano
MILANO – Mattia Pastori è il nome da conoscere nel mondo dei cocktail a livello internazionale. Conosce bene Milano, da cui è partito. Ha i suoi posti preferiti, non solo qui. “Il mondo del cocktail bar è cambiato – racconta a Il Gusto -, si è sviluppato un po’ in tutto il mondo e trova delle situazioni interessanti a Barcellona dove ci sono spostati molti bartender che lavoravano a Londra piuttosto che a Singapore, Hong Kong, Sydney, Dubai, Buenos Aires e Rio. Diciamo che tutte le grosse città del mondo sono diventate delle mete turistiche per quelle persone che vogliono davvero andare a scoprire il modo della miscelazione internazionale”.
La lista dei migliori cocktail bar di Milano
Sogni Milano
Bancone in zinco e legno, specchi bruniti e sgabelli affusolati. In un ex giardino d’infanzia del Novecento, una delle più interessanti aperture dello scorso anno. Nel vecchio refettorio c’è anche la sala da pranzo con lo sharing table. Il cocktail bar è affidato a Matteo Paulillo. Atmosfera calda, avvolgente, sensuale: una nuova concezione di club. La carta dei cocktail cambia con il menù stagionale. I signature sono un giro del mondo. Si può partire dal Perù: Cumbia è con Pisco 1615 Achilado, cioccolato bianco, limone nero e pompelmo rosa. Per arrivare all’Italia con Lirica: un cocktail con antica formula, parmigiano, riso tostato, Cotswolds Dry Gin, zafferano e Perrier.
Gesto Milano
Cocktail e listening bar, in via Sirtori, zona Porta Venezia. Tra i cocktail, Cono Gelato, un cocktail che con un sorso ti fa ricordare la tua infanzia spensierata tra un castello di sabbia e un gelato panna e fragola. Glam Rock Colada è con rum, assenzio, cocco e menta. Alessia Bellafante è la bar manager. Vino e cocktail classici abbinati a una selezione musicale ad hoc, in vinile. Arredo industriale, luci soffuse. Atmosfera ricercata ma informale. Da provare anche i piattini gourmet
10_11 Bar Italiano
È il bar della piazza di Portrait Milano. Tra i signature drinks, il 10_11 Spritz, a base di americano Savoia, pompelmo e Prosecco. Giostra d’alcool, con i suoi ingredienti particolari come Grana padano e cioccolato, o il Magistris Negroni, una rivisitazione del classico Negroni, aromatizzato all’alloro e vino ancestrale.
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MILANO – Trieste città portuale e per questo, nodo nevralgico in cui si intersecano le rotte del caffè sino ad oggi: l’espresso, il grano verde, sono ingredienti dello stesso dna di questo capoluogo da tempo, ma adesso anche la storia guarda avanti e si evolve. Ecco che la strada futura della bevanda si esprime nell’Urban Caffè Trieste, specialty coffee shop locale in Largo della Barriera Vecchia, 17: Massimo Dagostini, il general manager del locale appartenente al Gruppo ZeroQuaranta che conta sotto di sé già 11 attività legate diversamente al mondo della ristorazione, racconta la genesi e la mission di questo avamposto triestino della Third Wave.
Urban Caffè Trieste, una struttura che non esisteva prima è così? E come è successo?
Tutto inizia nel più classico dei modi, per la passione del titolare Walter Gustin per la caffetteria e l’intervento di Massimo, con formazione SCA. Il sogno di portare in una città come Trieste, legata a doppio filo al caffè, una proposta differente. Ed ecco che, dopo due anni di studio e costruzione, l’Urban Café ha aperto le porte al pubblico.
Specifica il general manager: “Urban Caffè è un posto del tutto nuovo, in una struttura storica per la città rimasta vuota per anni che si trova in una posizione particolare: un po’ fuori dalla tipica rotta turistica di Trieste, rispecchiava la nostra volontà di concentrarci proprio sui cittadini locali. Una sfida, una scommessa, considerando che qui ci sono tante torrefazioni e quindi i vari bar si riforniscano da queste.
Allora ci siamo detti: vediamo come risponde il triestino allo specialty e alle estrazioni alternative.
Abbiamo deciso di acquistare il caffè verde da Alberto Polojac e poi tostiamo le singole origini in autonomia, creando due nostre miscele che proponiamo all’Urban Caffè, e che a breve inseriremo anche negli altri locali del Gruppo. Obiettivo: ampliare l’offerta specialty anche in altre realtà ristorative.
Ogni settimana tostiamo una monorigine differente e i consumatori possono bere la single origini del momento, con tanto di racconto e degustazione sia in espresso che in filtro. Poi le stesse monorigini e quelle passate, restano in vendita, a disposizione per il consumo domestico, in chicco o macinate espressamente.
Tornando al blend, ne abbiamo una un po’ più tradizionale con note di nocciola e caramello, la Neoclassica, composta da cinque singole origini (Brasile Santos, Etiopia sidamo, Tanzania, Guatemala SHB e Honduras) e con un packaging che riprende i monumenti storici di Trieste, e poi un’altra più orientata al filtro, Eclettico, (Brasile Descesado, Guatemala SHB e Etiopia Lekempti G2) con una tostatura più chiara, dei gusti più aciduli e nordici per palati già più formati.
La lavorazione prevede solo 100% Arabica. Abbiamo voluto mettere a disposizione tutte le informazioni sulla tazzina alle persone, per stimolare la curiosità.”
La voglia di portare a Trieste un modo diverso di bere il caffè
“Il cliente che arriva al bar può assaggiare quindi sia il classico espresso, al prezzo di un euro e venti per restare vicini alle esigenze di tutti e poi, per invitare ad evolvere i gusti, può scegliere anche l’Eclettico ad un costo di un euro e 50. Infine, per il consumatore più consapevole, serviamo le varie monorigini il cui prezzo varia dai due euro in su.
Abbiamo notato che inizialmente veniva ordinato soltanto un espresso Neoclassico, poi man mano la richiesta si è spostata verso l’Eclettico, dal sapore più particolare. Qualcuno ora si spinge volentieri sulle single origini.
Un’altra analisi interessante è che pur non essendo i triestini, abituati all’estrazione filtro, si sono fatti ispirare dai numerosi clienti internazionali che ci cercano, essendo l’unica caffetteria specialty a Trieste e richiedono proprio queste preparazioni, e a loro volta sempre di più sperimentano e provano queste estrazioni.
Oltre alla pura caffetteria abbiamo voluto inserire anche una proposta di mixology un po’ diversa: preparando una carta con dei drink studiati ad hoc, tantissimi analcolici o low alcool, con la caratteristica di avere tutti come un ingredienti e il caffè.
Anche lo Spritz, l’Hugo o l’Americano lo prepariamo con il cold brew – anche con il decaffeinato ad acqua monorigine –.
Abbiamo fatto un grande lavoro di comunicazione per trasmettere da subito la particolarità delle nostre ricette, cercando di invogliare i clienti un po’ restii alla prova , una volta assaggiato, hanno trovato dei drink ben equilibrati in cui si avverte soltanto un leggero retrogusto di caffè.
La gente è disposta ad assaggiare non solo le estrazioni alternative, ma anche lo specialty nella miscelazione, interpretata come un’ottima alternativa analcolica per l’aperitivo.”
All’Urban Caffè, capitolo attrezzature
“Per poter lavorare al banco guardando dritto negli occhi i clienti abbiamo selezionato i macinacaffè Ceado on demand ed utilizziamo per le estrazioni specialty Modbar.
Si è voluto inoltre dedicare un angolino per esporre le attrezzature di DM Italia e qualche referenza presa da Bloom Coffee School per le estrazioni domestiche ed anche per le macchine del caffè in vetrina, ci riferiamo ai modelli home La Marzocco: certo sono più i turisti ad acquistarle, ma c’è una tendenza anche tra gli italiani. La vista dei sylos in bella mostra invita le persone a interessarsi e a tornare alla passione per l’artigianalità.”
Trieste è pronta per lo specialty?
“Assolutamente sì. Aprire un posto che si trova leggermente fuori dal flusso turistico è stata una scommessa, ma fin qui la risposta dei clienti locali e degli stessi stranieri che comunque si dirigono da noi seppur fuori mano, stanno restituendoci grandi soddisfazioni.”
Ma la torrefazione dietro Urban Caffè?
All’esterno dell’Urban Café (foto concessa)
“Si chiama RoaTS, un giorno di parole tra Roast e la sigla TS di Trieste. È nata insieme ad Urban Caffè: all’interno del locale abbiamo due Bullet da un chilo, dotate di un sistema di depurazione con filtri e la canna fumaria, con cui tostiamo di solito il lunedì davanti ai clienti che così vedono le micro cotture, con i monitor che in tempo reale mostrano i vari profili. Il mastro tostatore spiega e racconta il processo mentre si sta sviluppando e questo è un altro modo per avvicinare le persone a questa fase di trasformazione spesso nascosta o sconosciuta. “
E la questione personale?
“Abbiamo voluto fare formazione due mesi prima dall’apertura. Mi sono occupato personalmente della selezione degli operatori e devo dire che in una prima fase abbiamo dovuto addirittura scartare molti candidati.
Quando abbiamo iniziato a comunicare la tipologia del nostro locale, la maggior parte delle persone si sono proposte allettate per il nostro orario (dalle sette del mattino sino alle otto, con cambio di turno dalla mattina alla sera). In tanti sono stati attratti da questo aspetto, ma non era questa la nostra priorità: volevamo trovare qualcuno di autenticamente appassionato al caffè e ci siamo focalizzati su questo.
Eravamo disposti ad offrire una formazione completa, a patto che fossero amanti della materia prima. Piacevolmente ne abbiamo trovato di diversi, a dimostrazione che in realtà questo mestiere è ancora ritenuto attraente.
Il Gruppo ZeroQuaranta conta 11 locali sotto di sé, per cui siamo sorretti da una struttura solida che contribuisce a dare migliori prospettive di crescita e stabilità per i dipendenti. Una volta assunto quelli idonei, abbiamo formato insieme a Bloom Coffee Schoolciascun dipendente su ogni aspetto.
Con l’ultima arrivata Alice Cernecca (campionessa mondiale di Leva Contest 2023 e detentrice del record del mondo) adesso siamo in 5 e per la tipologia di servizio è un numero sufficiente.
Il progetto è di aprire a breve un altro locale simile sempre in città ma in un’altra zona per fare un confronto con diverse tipologie di pubblico. A quel punto, ci sarà la possibilità di trasmettere la formazione ed il know out alle nuove leve. Per il momento stiamo però ancora cercando di standardizzare il work flow, le schede di servizio.”
“La miscelazione con il caffè specialty, è uno dei possibili futuri della caffetteria, interessante da coltivare.”
L’incidenza del drink cost non cambia rispetto alla proposta classica. Può essere un valore aggiunto per il proprio locale e fa vivere il caffè in un modo diverso. Anche il cold brew con il decaffeinato è una maniera per sdoganare la bevanda al di fuori dalla colazione.”
Ma se all’Urban Caffè va forte lo specialty, nelle altre attività del Gruppo come sta andando questo prodotto?
“Nei ristoranti il caffè è percepito come qualcosa da consumare a fine pasto, che se non viene preparato bene, svaluta l’intero menù. Per questo motivo come Gruppo vogliamo proporre in espresso i nostri due blend RoaTS macinati on demand e formare i ragazzi dei ristoranti affinché le estrazioni siano all’altezza.
Da fine ottobre è partita anche una nuova realtà all’interno di 040group, si chiama ‘Local’ e offrirà esclusivamente eccellenze del FVG , del Collio Sloveno e dell’Istria. Al suo interno si troverà ovviamente un corner Urban Caffè con il nostro caffè tostato ed estratto, tra monorigini e blend. Ci troveremo in una zona di forte passaggio e offriremo dei pacchetti con la moka e altri metodi di estrazione alternativi.
Uno dei cocktail a base caffè (foto concessa)
Un reale cambiamento però si è visto nei cocktail bar, dove siamo riusciti ad aggiungere i drink con il caffè nella carta. Ed è proprio In questi locali che le persone sono disposte ancora di più ad assaggiare delle novità preparate dai nostri professionali bartender.”
TRIESTE – L’appuntamento di dicembre, l’ottava edizione del Trieste Coffee Experts, ha suscitato un notevole interesse sin dalle prime fasi. Sono subito arrivate le conferme dei grandi nomi del caffè italiano, che da sempre sostengono le iniziative dei Bazzara, le cui attività hanno un obiettivo ben preciso: fare rete nel mondo del caffè italiano e unire le forze, soprattutto in questo periodo di grande cambiamento e caos, così strategico per il nostro paese.
Ecco, ad esempio, il pensiero di Michele Cannone, Global Brand Director di Lavazza:
“Direi che è importante fare sistema nel nostro mondo, e quando parliamo di ‘sistema caffè’ la filiera è complessa, molto articolata. Partecipare al Trieste Coffee Experts significa portare un proprio contributo e condividere pensieri e magari anche soluzioni. Per far sì che appunto tutto il sistema caffè italiano possa competere sempre di più, e al meglio, nel prossimo futuro”.
Cannone aggiunge: “È sempre bello trovarsi e rinnovare l’invito per la prossima edizione, un elemento direi quasi fondamentale, e ci auguriamo appunto di poter condividere con tutti gli attori della filiera, quello che poi oggi il mondo del caffè necessita.”
I trend del caffè (immagine concessa)
Questi sono gli argomenti che verranno trattati a Trieste, storica città del caffè. Non mancheranno gli interventi di numerose e importanti associazioni italiane del caffè, con le quali si discuteranno anche gli aggiornamenti sulle problematiche che ormai da troppo tempo stanno “stritolando” il comparto caffè.
Come suggerito dalle principali realtà del panorama caffeicolo nazionale, infatti, i grandi cambiamenti in atto attorno alla tazzina saranno il tema centrale degli Stati Generali del Caffè, che si terranno il 6-7 dicembre nella splendida cornice del Savoia Excelsior Palace – Starhotels Collezione di Trieste, luogo che con la sua eleganza e la sua atmosfera storica offrirà il contesto ideale per un incontro di grande valore e importanza, reso ancora più prezioso dallo streaming, che divulgherà gli interventi non solamente per il mercato italiano ma, grazie alla traduzione simultanea in inglese, anche all’estero.”
ANZOLA DELL’EMILIA (Bologna) – Si parte in un viaggio alla scoperta dell’abbinamento tra gelato e caffè con Carpigiani Gelato University, che propone una soluzione interessante da inserire all’interno sia di caffetterie che gelaterie. Non ci saranno più segreti per realizzare il perfetto affogato o per ottenere un sorbetto a base caffè estratto in cold brew, che sia ben bilanciato nei sapori: tutto questo è possibile seguendo il corso online “Gelato e Caffè: ricette, infusioni e abbinamenti” programmato in due date, il 31 marzo e il 1° aprile sulla piattaforma di Carpigiani Gelato University e sviluppato in collaborazione con Accademia del Caffè Espresso.
Una proposta formativa che vuole rispondere in maniera innovativa alle esigenze dei professionisti del mondo del bar e della gelateria che per esempio, vorrebbero ingolosire i propri clienti con proposte differenti, come il gelato all’Irish Coffee.
Il corso di Carpigiani Gelato University ha il compito di affinare l’arte di combinare due prodotti che da sempre si sposano benissimo: il caffè e il gelato.
Il caffè bianco (foto concessa)
La formazione online si struttura in 8 ore su due giorni, durante i quali i partecipanti saranno seguiti da due docenti esperti in gelateria e caffetteria. Conclusa la frequenza, è previsto il rilascio di un attestato di partecipazione. Inoltre, sarà possibile accedere al ricettario in modo da sperimentare gli abbinamenti nel proprio punto vendita.
L’acquisizione e l’aggiornamento delle proprie competenze, rappresenta una nuova via da percorrere per tutti gli addetti ai lavori, che farà evolvere su di un livello superiore il settore di gelateria e caffetteria e nuove possibilità di business.
Docenti Gelato e Caffè (foto concessa)
Per iscriversi al corso “Caffè & Gelato”, al costo di 250 euro (305,00 euro IVA inclusa) e avere maggior informazioni, è sufficiente cliccare al seguente link.
MILANO – Prezzi a livelli stellari e accentuata volatilità: il nuovo report dell’Organizzazione internazionale del caffè mostra come le quotazioni sui mercati sono salite, a febbraio, sull’ottovolante impennandosi attorno alla metà del mese, per scendere ai minimi negli ultimi giorni. La media mensile dell’indicatore compostoIco ha toccato, lo scorso mese, un nuovo massimo storico nominale di 354,32 centesimi per libbra: il 94,6% in più rispetto a febbraio 2024.
Le variazioni, questa volta, sono state molto più accentuate sul fronte degli arabica. La media dell’indicatore dei brasiliani naturali si è rivalutata infatti del 18,3%, a 401,10 centesimi: oltre il doppio rispetto al valore di un anno fa (186,74 centesimi per libbra).
Quelle dei colombiani dolci e altri dolci hanno guadagnato, a loro volta, il 16,7% e il 15,5%. New York registra un +18% volando a 388,18 centesimi.
È importante sottolineare come questo indicatore – dato dalla media della seconda e della terza posizione – si attesti nettamente al di sotto del front month riflettendo la curva di backwardation della borsa.
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CORNATE D’ADDA (Monza Brianza) – DVG De Vecchi srl, azienda specializzata nella produzione e vendita di componenti e accessori per il caffè, annuncia la sua partecipazione in qualità di sponsor tecnico alla seconda edizione del Master coffee grinder championship 2025 che si disputa per la seconda volta. La competizione, dedicata alla macinatura del caffè, prenderà il via il 16 marzo a Torino, presso il Lingotto Fiere, in occasione dell’Horeca Expoforum.
Dopo il grande successo della prima edizione, l’evento si conferma un appuntamento imperdibile per tutti i professionisti del settore. Il campionato nasce per valorizzare l’importanza della macinatura nel processo di estrazione del caffè, una fase cruciale che determina la qualità della bevanda finale. Precisione, tecnica e conoscenza saranno al centro della sfida, in cui gli esperti si confronteranno per ottenere la macinatura perfetta.
DVG De Vecchi per il secondo anno sarà sponsor tecnico della competizione
DVG De Vecchi srl, con oltre 50 anni di esperienza nella fornitura di componenti e accessori per macchine da caffè professionali, sostiene con orgoglio questa iniziativa. La partecipazione in qualità di sponsor tecnico ribadisce l’impegno dell’azienda nella promozione dell’innovazione, della qualità e della formazione professionale nel settore.
“Crediamo fermamente nell’importanza della ricerca e dello sviluppo nel mondo del caffè. Supportare una competizione focalizzata sulla macinatura significa dare valore a una fase cruciale della preparazione dell’espresso e contribuire alla crescita del settore”, afferma Giovanna De Vecchi, amministratrice di DVG De Vecchi srl.
Il Master Coffee Grinder Championship 2025 rappresenta un’occasione unica per baristi, tecnici e operatori del settore per affinare le proprie competenze, confrontarsi con esperti e scoprire le ultime innovazioni. L’evento offrirà inoltre al pubblico la possibilità di assistere a una sfida di alto livello e approfondire l’importanza della macinatura nella preparazione del caffè.
Oltre la competizione: il valore etico del Master Coffee Grinder Championship
Non si tratta solo di una gara, ma di un’iniziativa che unisce formazione, inclusione e solidarietà. Grazie al supporto di DVG De Vecchi e degli altri sponsor del #MCGC2025, l’evento permette di divertire e formare molti baristi in tutta Italia attraverso la competizione e le masterclass, premiare il talento con omaggi ai partecipanti delle selezioni, sostenere concretamente progetti sociali che fanno la differenza
Da tre anni, infatti, il Master Coffee Grinder Championship contribuisce attivamente a:
IWCA Italy, associazione impegnata nella tutela delle donne nel mondo del caffè
Associazione Parallelo Lab, una comunità per l’inclusione di persone fragili e straniere
Associazione Rubens, che offre percorsi di riabilitazione, educazione ed inclusione sociale e lavorativa per migliorare la qualità della vita delle persone e sostenere le loro famiglie
Il Master coffee grinder championship (immagine concessa)
DVG De Vecchi ringrazia per il sostegno che diventa sempre più sociale e inclusivo, proprio come dovrebbe essere un buon caffè.
DVG De Vecchi srl invita tutti gli appassionati e i professionisti del settore a partecipare a questa straordinaria competizione per celebrare insieme l’arte della macinatura e l’eccellenza nel mondo del caffè.
Sebastiano Caridi, il pasticciere brand ambassador di Essse Caffè, ha aperto tre locali nell’arco di nove anni e ha uno staff di oltre 80 persone. Caridi rivela la ricetta per tamponare i costi di materie prime fondamentali e il segreto dei locali di successo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’intervista di Maddalena De Franchis sul portale Il Resto del Carlino.
I segreti di Sebastiano Caridi
FAENZA – I problemi che, di questi tempi, tolgono il sonno alla maggior parte degli imprenditori della ristorazione – i rincari record di cacao e caffè e le crescenti difficoltà nel reperimento di personale – non sembrano impensierirlo: il pasticciere Sebastiano Caridi ha messo a segno (assieme al socio storico Giorgio Gonelli) la terza apertura di un locale nell’arco di nove anni, ha uno staff di oltre 80 persone e svariati progetti in cantiere per i prossimi mesi.
Prima la pasticceria a Faenza in corso Saffi, poi le aperture a Bologna e Imola. Il segreto del suo successo? “Detesto l’improvvisazione – afferma con decisione – ma nel nostro settore, purtroppo, c’è ancora chi è convinto di poter gestire un’attività come si faceva cinquant’anni fa”.
Caridi, i numeri però parlano da soli: nell’ultimo anno, il cacao è aumentato del 170%, il caffè del 69%. Qual è la sua ricetta per tamponare i costi di materie prime fondamentali per il vostro lavoro?
“Innanzitutto, si deve calcolare con più attenzione il ‘food cost’ (letteralmente, ‘costo del cibo’, ossia quanto spende il ristoratore per ciascuna porzione di cibo servita ai propri clienti, ndr). È un parametro essenziale per capire se un locale sia davvero economicamente sostenibile e se è in grado di ‘camminare’ sulle proprie gambe. Quasi sempre, il costo della materia prima incide per una percentuale minima sulla gestione di un’attività”.
E la carenza di manodopera?
“Io non l’ho mai avvertita, forse perché agli stagisti che vengono a lavorare da me ho sempre fornito vitto e alloggio per agevolarli. Ai miei dipendenti garantisco la formazione, turni regolari e retribuzioni adeguate, perché so bene cosa vuol dire ‘fare la gavetta’ in questo settore. Ho imparato sulla mia pelle che certi momenti, nella vita, non torneranno più. Vuole la verità?”.
Dica pure.
“Nel nostro settore come in altri, chi pensa di andare avanti sfruttando e sottopagando i propri dipendenti è destinato a fallire. Il mondo è cambiato nel giro di pochi anni, ai giovani non possiamo più proporre ciò che si offriva a noi: non sono più disposti ad accettare – giustamente – turni disumani, anni di sacrifici e lavoro 24 ore su 24”.
Per leggere l’intervista completa basta cliccare qui.
TORINO – Dal 3 al 7 marzo 2025, gli iscritti al 2° e 3° anno del corso di laurea in Design sostenibile per il sistema alimentare (Università di Parma e Politecnico di Torino) e del corso di laurea e comunicazione (Politecnico di Torino), hanno avuto la possibilità di partecipare al workshop “Coffee design – Sperimentare intorno al mondo del caffè” promosso da Lavazza.
Durante i cinque giorni di laboratori previsti, gli studenti si sono immersi nel mondo Lavazza e hanno avuto l’opportunità di comprendere l’expertise dell’azienda nella sperimentazione sul caffè, sviluppata in oltre 120 anni di storia. Durante i giorni di formazione, gli alunni sono stati stimolati a sviluppare una visione alternativa e innovativa sul prodotto, sul consumo e sulla comunicazione.
Il workshop Coffee Design
Il workshop, giunto alla 20° edizione, rappresenta ormai un punto di riferimento per gli studenti per prepararsi al mondo lavorativo, guidati dal Prof. Paolo Tamborrini (Responsabile del progetto), da Marcello Arcangeli (Lavazza Training Center Director) e da Michele Pulcher (Coffee senior trainer & Brand ambassador).
I ragazzi, divisi in tre team, hanno lavorato nelle aule del Training Center Lavazza, luogo simbolo che riunisce tutto l’impegno dell’azienda nell’ambito della formazione, della ricerca e della sperimentazione sul caffè.
La giornata di apertura del corso ha previsto una full immersion nell’universo del caffè con sessioni didattiche e pratiche per approfondire la conoscenza sulle origini della materia prima, seguendo il viaggio del chicco dalla pianta alla tazzina e analizzando i diversi sistemi di estrazione del caffè. Agli studenti, affiancati dal team Lavazza, sono stati assegnati una serie di progetti legati al mondo del caffè con il compito di identificare concept e poi sviluppare design, naming, packaging e modalità di consumo.
È stata questa un’occasione preziosa per mettersi alla prova e capitalizzare quanto acquisito, poiché l’ultimo giorno di workshop i progetti sono stati presentati in plenaria presso la sede dell’Innovation Center Lavazza.
Nella collaborazione tra Lavazza e il Politecnico è stato fondamentale il contributo del Training Center Lavazza di Torino, struttura che da oltre 30 anni si impegna nella formazione e aggiornamento dei professionisti del settore, oltre che nella ricerca e sviluppo di nuovi prodotti legati al mondo del caffè.
Lavazza è stata infatti la prima azienda a creare, nel 1989, un’istituzione dedicata alla formazione, una vera e propria scuola del caffè che oggi è diventata un network internazionale con oltre 50 sedi sparse nei 5 continenti e finalizzate alla diffusione a livello mondiale della cultura dell’autentico espresso italiano.
La scheda sintetica di Lavazza
Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Il Gruppo è oggi tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un fatturato di oltre 3,1 miliardi di euro e un portfolio di marchi leader nei mercati di riferimento come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse.
È attivo in tutti i segmenti di business, presente in 140 mercati, con 8 stabilimenti produttivi in 5 Paesi e circa 5.500 collaboratori in tutto il mondo. La presenza globale è frutto di un percorso di crescita che dura da oltre 125 anni e gli oltre 30 miliardi di tazzine di caffè Lavazza prodotti all’anno sono oggi la testimonianza di una grande storia di successo, per continuare a offrire il miglior caffè possibile in qualsiasi forma, curando ogni aspetto della filiera, dalla selezione della materia prima al prodotto in tazza.
Il Gruppo Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè grazie ai continui investimenti in Ricerca e Sviluppo: dall’intuizione che ha segnato il primo successo dell’impresa – la miscela di caffè – allo sviluppo di soluzioni innovative per i packaging; dal primo espresso bevuto nello Spazio alle decine di brevetti industriali sviluppati.
Un’attitudine a precorrere i tempi che si riflette anche nell’attenzione rivolta al tema della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – considerata da sempre un riferimento per indirizzare la strategia aziendale. “Awakening a better world every morning” è il purpose del Gruppo Lavazza, che ha l’obiettivo di creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, unendo la competitività alla responsabilità sociale e ambientale.
MADRID – L’artista Claudia Pagès (Barcellona, 1990) ha vinto il XVIII premio illy SustainArt di illycaffè, nell’ambito della 44ª edizione della Fiera internazionale d’arte ARCOmadrid. L’opera vincitrice è composta da due creazioni che rappresentano la memoria degli spazi, attraverso iscrizioni e simboli storici ritrovati su antiche mura. Il punto di partenza dell’artista è stata l’ispirazione nata nelle cisterne di Xàtiva. L’opera esplora temi come la storia, l’acqua, la memoria e la rappresentazione di spazi protettivi, come mura e castelli, nonché l’interazione tra spazio e tempo.
Claudia Pagès trionfa all’illy SustainArt
La pratica artistica di Claudia Pagès consiste nell’impiego di fogli di carta realizzati a mano per creare complesse costruzioni che evocano la storia. La sua ispirazione scaturisce dal legame tra antiche cartiere e luoghi in cui le iscrizioni storiche sono ancora conservate. Da questa connessione prendono vita le sue due opere “Muro de dos caras” e “Xàtiva”, che si presentano come labirinti in filigrana.
La luce gioca un ruolo cruciale nel suo lavoro: filtrando dall’interno di una scatola, svela la trama nascosta della memoria, illuminando le storie custodite nella carta. Per la giovane artista catalana, questo uso della luce simboleggia la necessità di portare alla luce il passato per impedirne l’oblio, sottolineando la fragilità sia della memoria che della carta.
Claudia Pagès ha conseguito una laurea in Belle Arti presso l’Università di Barcellona e un MFA presso il Sandberg Instituut di Amsterdam.
Il suo lavoro è stato esposto in prestigiose sedi internazionali, tra cui Manifesta 15, Barcellona (2024); IVAM, Valencia (2024); Sculpture Center, New York (2024); CA2M, Madrid (2023); Fundació Joan Miró, Barcellona (2023); Tabakalera, Donostia (2022); Vleeshal, Middelburg (2022); MACBA, Barcellona (2022); CAPC, Bordeaux (2022); Kunstverein Braunschweig, Braunschweig (2021); e Sharjah Art Foundation, Emirati Arabi Uniti (2018).
Il suo libro Més de dues aigües è stato pubblicato in catalano da Empúries Narrativa nel 2024 e nel 2025 uscirà un nuovo volume con Wendy’s Subway.
Nel 2022 ha ricevuto il Premio Ojo Crítico per le Arti Visive e ha partecipato a programmi di residenza artistica presso Gasworks, Londra (2017) e Triangle France, Marsiglia (2020). Nei mesi di marzo e aprile 2025 sarà in residenza presso EMPAC, a Troy, negli Stati Uniti. Nel 2025 il suo lavoro sarà esposto al Chisenhale, Londra; INDEX, Stoccolma; Mumok, Vienna; e in una mostra collettiva curata da Chus Martínez presso l’Art Sonje Center di Seoul, Corea.
La giuria, composta da figure di spicco del mondo dell’arte e della cultura, era formata da Imma Prieto (Direttrice della Fundació Tàpies), Javier Díaz-Guardiola (Critico d’arte di ABC e coordinatore della sezione d’arte di ABC Cultural) e Mariano Mayer (curatore d’arte indipendente), affiancati da Carlo Bach (direttore artistico di illy).
La scheda sintetica di illycaffè
illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica.
Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.
Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.
Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.
Anna Rita Panebianco, responsabile del marketing e della comunicazione dello storico Caffè Florian di Venezia, è morta all’età di 56 anni sabato 8 marzo. Panebianco è venuta a mancare dopo lo schianto contro una briccola della barca a bordo della quale si trovava lungo il canale Dese con altre due persone entrambe ricoverate. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato da La Repubblica.
Addio a Anna Rita Panebianco del Caffè Florian
VENEZIA – “La notizia è arrivata come una pugnalata al cuore. L’8 marzo, in maniera crudele e inaspettata, ci ha lasciato Anna Rita Panebianco, una collega e un’amica”, pubblica il 9 marzo sulla sua pagina Facebook il Caffè Florian di Venezia. ”Con il cuore infranto e ancora increduli, tutti noi la ricordiamo con sincero affetto e profonda stima, personale e professionale. Già ci mancano il sorriso, l’intelligenza, la gentilezza e il suo amore per il Florian, che condivideva con passione con noi e con i clienti. Per sempre grazie per quanto ci hai dato, Anna”.
Tre persone coinvolte
L’8 marzo infatti una donna veneziana di 56 anni era morta nella laguna di Venezia, dopo lo schianto contro una bricola della barca a bordo della quale si trovava con altre due persone, due quarantacinquenni, ricoverati entrambi all’ospedale civile di Venezia. Uno dei due in condizioni più gravi dell’altro. E stamattina si è poi capito che quella donna che aveva perso la vita era Anna Rita Panebianco, manager responsabile del marketing e della comunicazione del Caffè Florian.
Sbalzati fuori bordo
L’incidente nautico è avvenuto verso le 16.30, mentre la barca stava percorrendo il canale tra Cà Noghera e l’isola di Torcello, all’altezza dell’aeroporto Marco Polo. Per il violento impatto contro una bricola che serve a delimitare i canali navigabili all’interno della laguna, due dei tre occupanti sono stati sbalzati fuoribordo e sono finiti in acqua.
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