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mercoledì 09 Aprile 2025
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Andrea Mecozzi, Cacao Solution: “Una tavoletta di cioccolato fondente al 70% di qualità deve costare sui 12€”

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Uno dei prodotti frutto del lavoro con Cacao Solution (foto concessa)

MILANO – Dopo un primo appuntamento con Andrea Mecozzi, che ha raccontato un po’ la genesi della rete d’impresa Cacao Solution, si torna a parlare di alcuni ruoli che si muovono all’interno della filiera di questa materia prima, facendo i dovuti distinguo. Non sempre si ha ben chiare le professioni e la loro funzione, ed è utile invece a comprendere come si muove il mercato.

Mecozzi, c’è confusione ancora tra sourcing e trading in Italia tra le aziende. Qual è la differenza?

“Il Trader è la figura che si occupa solo della parte commerciale, trova una materia prima o il prodotto richiesto negli stock disponibili nei magazzini, basando la scelta sul prezzo e venendo remunerato sui volumi, senza discriminare l’uso che poi ne verrà fatto.

Il Sourcer invece è il professionista specializzato che conosce le varie tipologie di cacao, i sistemi di esportazione dei vari paesi, conosce direttamente i produttori e gli operatori logistici e sa quali sono le applicazioni più adatte a ciascun tipo di cacao, andando a costruire la filiera spesso fino al prodotto finale.

Ogni cacao, non sono tutti a saperlo, ha un suo preciso uso finale e inoltre, se ne possono ricavare tante ricette: dal ripieno del cornetto, al napolitain per la degustazione di rum, alle gocce del panettone. È ovvio che se si prende come obiettivo la produzione di tavolette fondenti, non si potrà scegliere qualsiasi cacao e spesso vengono definiti pregiati solo i cacao che sono utili a produrre fondente.

Però per contro i cacao più pregiati per i fondenti, spesso non vanno bene per realizzare il cioccolato al latte o le coperture da pasticceria e questo per motivi strutturali: hanno dei grassi e dei polifenoli che reagiscono differentemente in base alla ricetta.

Il Sourcer conosce tutti questi aspetti ed è per questa sua competenza un consulente in grado di guidare le aziende nella selezione, nell’acquisto, nell’utilizzo – quelle più grandi ne hanno spesso più di uno interni a cui appoggiarsi – le medie e le piccole spesso fanno in autogestione e hanno bisogno di supporto.”

Per diventarlo, si deve studiare?

Mecozzi: “Personalmente lo sono diventato sbagliando e formandomi sul terreno. Adesso la strada per diventare sourcer è più facile: ci sono dei percorsi col CIRAD a Montpellier in Francia, con la FCC a Londra, o diverse Cocoa masterclass tenute da operatori specializzati, insomma, oggi si possono trovare le informazioni e la formazione più facilmente. A noi arrivano spesso richieste di formazione, soprattutto ho notato da parte di ragazze.

Il sourcer è il professionista che va in piantagione, tiene contatti diretti con i coltivatori e vive con loro il buono e il cattivo tempo.

In Italia supporto le attività della più importante organizzazione internazionale, a cui fanno riferimento i sourcer, sull’analisi e codificazione dei cacao d’eccellenza, la Cacao of Excellence, che sposterà a Perugia la sua sede e il suo laboratorio durante il 2025 nella nuova Città del Cioccolato.

Cacao Of Excellence fornisce ad esempio gli elementi base di analisi del cacao, per capire come approcciarsi alle tipologie di questa materia prima, attraverso la sua Guida gratuita anche in lingua italiana. La Guida è gratuitamente scaricabile in pdf sul sito, cliccando su info resources, è in diverse lingue e la versione italiana l’ho personalmente curata col supporto economico della Camera di Commercio dell’Umbria.”

Il tema di fondo per capire la differenza tra cacao e caffè è questo: la confusione tra i diversi ruoli professionali porta ad una serie di conseguenze

“Spesso gli importatori di caffè non hanno la capacità di importare anche il cacao, perché ha dinamiche molto diverse, anche se spesso tentano di occuparsi di entrambe le materie prime. Il caffè innanzitutto ha una funzione principale: viene bevuto. Il cacao invece no, in base al tipo, se ne fa un uso diverso e si devono conoscere tutte le dinamiche dietro al suo differente trasporto, differente forma di resa e confezionamento – va stoccato in maniera diversa – e usi, per cui, si deve conoscere ogni caratteristica non codificata da standard internazionali (come per il caffè) ma da legislazioni nazionali, spesso in conflitto una con l’altra.

Inoltre bisogna sapere per rifornire la produzione, chi parte dalle fave, chi dalla massa, chi dal semilavorato grezzo o sapere se un cacao ha un determinato contenuto di grasso e può essere ideale o meno per una specifica azienda, in base alla tecnologia di raffinazione che usa. Bisogna fare attenzione inoltre al cash flow del cacao, spesso il rischio più grande nella gestione di questa materia.

Gli importatori di caffè molte volte non sono a conoscenza di questi dettagli e danno per scontato che funzioni in maniera simile. Il cacao oggi sta a 12mila dollari la tonnellata e bisogna saper gestire i crediti per l’importazione, ci sono margini bassi ed è alto il rischio di farsi male”.

“Cacao Solution attraverso sistemi di tracciabilità totale sull’alta qualità e filiere di importazione diretta garantisce accesso ad un mercato superiore”

“Io mi occupo di scegliere il prodotto, codificarlo e spiegare come utilizzarlo, per poi lasciarlo nelle mani dei pastry chef, dei maestri gelatieri o dei panificatori, da lì Motum cura la tracciabilità attraverso l’importazione diretta e Martina Imbesi, la nostra manager di comunicazione, cura tutta la diffusione sulla filiera del prodotto, per dare strumenti di comprensione diretta al consumatore, che affronta un’esperienza di sapore mai vissuta e va coccolato, dando un grande successo a realizzazioni come l’uovo di cioccolato tracciato in blockchain prodotto nel 2024 da Loretta Fanella.

Oggi una tavoletta di cioccolato fondente al 70% di qualità deve costare sui 12 euro. Al contrario di quanto si possa pensare, esiste un mercato italiano per questi prodotti, solo che questa nicchia deve sapere dove trovarli. A Eurochocolate World, dove rendiamo disponibili tutti questi prodotti c’è stato lo scontrino record proprio da parte di un italiano, che ha speso oltre 600 euro in tavolette Bean to Bar importate da Motum. Quindi gli interessati ci sono e per far aumentare questo target, bisogna far capire cosa sia la qualità.“

I bar nel 2035: insight dai leader, il nuovo report di CGA e SIP guarda al futuro

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Dylan Battick, Consumer Research Manager di CGA by NIQ (immagine concessa)

MILANO – Il futuro per i bar è promettente a patto che sappiano cogliere le grandi tendenze emergenti: glocalizzazione, moderazione e il ruolo sempre più centrale dei social media. È questo ciò che rivela lo studio intitolato “I bar nel 2035: insight dai leader“, condotto da CGA by NIQ e SIP by Pernod Ricard.

Le visioni di nove tra i più celebri nomi del settore – racchiuse nel report – sono emerse durante un’esclusiva tavola rotonda tenutasi a Madrid ed organizzata nell’ambito delle celebrazioni dei 50 migliori bar al mondo. Promosso da CGA by NIQ e SIP, l’evento ha indagato lo stato attuale dei bar nel 2025, tracciando opportunità e sfide che segneranno il prossimo decennio.

Glocalizzazione

I leader del settore hanno evidenziato come i consumatori di oggi cerchino sia grandi marchi internazionali sia esperienze dal forte carattere locale. A livello globale, un quarto (24%) degli acquirenti ritiene che sia diventato più rilevante, rispetto a un anno fa, che le bevande consumate provengano dal proprio Paese.

Inoltre, la crescente attenzione alla sostenibilità potrebbe rafforzare l’interesse verso i prodotti a provenienza locale. “Ci sarà una maggiore enfasi sui bar e ristoranti che capiscono di essere parte integrante del paesaggio culturale di un luogo”, ha osservato Remy Savage, direttore creativo di Le Sydnicat e La Commune e vincitore del titolo di miglior bartender internazionale dell’anno.

Le sfide

Il report esplora anche alcune delle sfide che il settore è chiamato ad affrontare nel 2025 strettamente legate allo staff – tra cui assunzione, fidelizzazione, motivazione e benessere. Il Global Bartender Report di CGA by NIQ rivela che se il 72% del personale dei bar intende rimanere nel settore per il prossimo futuro, il 46% sta attualmente cercando di trovare il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata.

“Un ambiente di lavoro positivo è la chiave per attrarre talenti, trattenere persone valide e per il benessere psicologico”, ha specificato Indra Kantono, cofondatore di Jigger & Pony Group.

I social media

I protagonisti del dibattito si sono poi soffermati sul ruolo dei social media. Infatti, le piattaforme stanno trasformando il modo in cui i bar e i player del mercato plasmano il comportamento dei consumatori e viceversa.

I dati di CGA by NIQ mostrano che se il 72% dei clienti ha visitato un determinato bar dopo averlo visto sulle piattaforme social oppure online, il 66% ha acquistato una specifica bevanda o prodotto alimentare dopo averlo scoperto sui social.

È quindi probabile che, nei prossimi dieci anni, gli influencer avranno un impatto ancora più forte sulle scelte in fatto di drink.

“Ci sono persone su TikTok e Instagram che nessuno di noi ha mai sentito nominare, ma che condizionano il comportamento dei consumatori più di noi e di chiunque altro”, ha precisato Danil Nevsky, fondatore di Indie Bartender, Vagabond Project e Daiquiri Kombat Klub (DKK).

Tuttavia, cresce anche l’interesse a disconnettersi dalla cultura “always-on” dei social, con alcune persone che riscoprono esperienze più significative nel mondo offline. Priyanka Blah, fondatrice di The Dram Attic, ha infatti raccontato: “La disconnessione nell’On-Premise diventerà fondamentale perché conduciamo vite molto frenetiche. Non vogliamo cedere a questa pressione 24 ore su 24, 7 giorni su 7”.

Movimento di moderazione

La ricerca di CGA by NIQ rivela che i consumatori che moderano l’assunzione di alcol possono rappresentare un mercato in crescita se bar e marchi sono in grado di offrire loro le opzioni di alta qualità che richiedono. Infatti, sebbene il 32% dei consumatori On-Premise dichiari di bere o ha intenzione di ridurre l’assunzione di alcool rispetto a un anno fa, vi è ancora la volontà di consumare fuori casa e avere esperienze migliori. Ciò sta portando a un aumento delle opzioni di bevande premium, sia alcoliche che analcoliche. “Le alternative senza alcol e quelle più leggere sono un’ottima opzione nei bar”, ha commentato Remy Savage.

Ulteriori approfondimenti

L’esclusivo report “Bar nel 2035”, realizzato da CGA by NIQ e SIP by Pernod Ricard, illustra diverse significative tendenze e questioni che avranno un impatto su gestori dei bar e fornitori nei prossimi anni, tra cui:

• Crescente interesse da parte dei consumatori per cocktail semplici e sobri, meno sofisticati e con un buon rapporto qualità-prezzo.
• Aumento della disponibilità di prodotti alternativi per il miglioramento dell’umore, tra cui bevande a base di nootropi e CBD.
• La necessità per le imprese di adattarsi rapidamente in un mondo volatile dopo le sfide derivanti da recessioni, COVID, conflitti e inflazione elevata e persistente.

Dylan Battick, Consumer Research Manager di CGA by NIQ, ha affermato: “Il settore dei bar è uno dei più dinamici e vivaci nel panorama dell’ospitalità mondiale e questa ricerca chiarisce che i gestori dei locali, i team e i fornitori devono aspettarsi molto dal prossimo decennio. Ci saranno indubbiamente anche delle sfide e tutte le aziende dovranno essere agili, focalizzate sull’ospite e in grado di seguire i trend e le tematiche più salienti. Abbiamo voluto organizzare un incontro fisico volto al confronto e stilare questo report per favorire, tra aziende e baristi, la collaborazione, un elemento quest’ultimo che si rivelerà essenziale per gli anni a venire”.

Roland Krupinski, Head of global On-Trade development di SIP by Pernod Ricard, ha dichiarato: “Mai prima d’ora un gruppo così eterogeneo e talentuoso si era incontrato per una tavola rotonda sul futuro del commercio dei bar, e non potrei essere più orgoglioso del risultato. Organizzata da SIP by Pernod Ricard, la nostra piattaforma di Trade Advocacy riunisce i principali leader del mercato per discutere di argomenti più importanti e d’impatto. Il SIP è il nostro forum globale per CONDIVIDERE idee, ISPIRARE il settore a fare scelte più coraggiose e GUIDARE i progressi che non solo elevano la filiera ma migliorano anche l’esperienza degli ospiti. Questo, si allinea perfettamente alla mission di Pernod Ricard di “créateurs de convivialité”: mantenere gli operatori del settore motivati, ascoltare i loro insight e collaborare per favorire la crescita del mercato”.

I partecipanti alla tavola rotonda

I nove partecipanti alla tavola rotonda CGA by NIQ e SIP by Pernod Ricard sono stati:

• Priyanka Blah, fondatrice di The Dram Attic;
• Simone Caporale, fondatore di Muyu, P(OUR) e del bar Sips di Barcellona;
• Indra Kantono, cofondatore di Jigger & Pony Group;
• Alex Kratena, cofondatore di Muyu e del bar londinese Tayēr + Elementary;
• Francois Monti, fondatore dell’agenzia Bitterness e autore di quattro libri;
• Sara Moudoulaud del Bar Nouveau di Parigi;
• Danil Nevsky, fondatore di Indie Bartender, Vagabond Project e Daiquiri Kombat Klub (DKK);
• Remy Savage, direttore creativo di Le Sydnicat e La Commune e vincitore del titolo di miglior bartender internazionale dell’anno;
• Anna Sebastian, fondatrice di Anna Sebastian Hospitality e Celebrate Her.
La tavola rotonda è stata co-presieduta da Dylan Battick Consumer Research Manager di CGA by NIQ, e da Charlie Mitchell, Head of Insights and Consumer Research di CGA by NIQ.

La scheda sintetica di CGA by NIQ

CGA by NIQ (NielsenIQ) è la principale società di consulenza per la misurazione, l’analisi e la ricerca nel settore On Premise che favorisce la crescita dei brand di cibo e bevande di maggior successo al mondo. Con oltre 30 anni di esperienza e i migliori risultati di ricerca, dati e analisi, CGA by NIQ è in una posizione unica per aiutare le aziende del settore On Premise a sviluppare strategie vincenti per la crescita.

CGA by NIQ collabora con fornitori di alimenti e bevande, proprietari di brand di consumo, grossisti, enti governativi e distributori per pub, bar e ristoranti proteggendo e plasmando il futuro dell’esperienza On Premise. La sua missione è analizzare dati sui comportamenti del settore e offrire insight di esperti per offrire ai brand un vantaggio competitivo e garantire che il mercato che amiamo sia il più vivace possibile.

La scheda sintetica di SIP by Pernod Ricard

Si tratta di un team di professionisti dell’ospitalità che crede che la condivisione di idee, l’ispirazione reciproca e le domande giuste al momento giusto possano plasmare attivamente il futuro del settore.

Per riunire queste persone in un unico luogo, hanno creato SIP: un laboratorio per i creativi, un parco giochi per i pionieri, un palcoscenico per chi cambia le carte in tavola e una casa per i conviviali. È una comunità globale inclusiva, collegata dalle  idee, esperienze, competenze e reti.

Godetevi gli affascinanti contenuti originali e le attività dal vivo di stimati esperti locali, che ispirano a migliorare il lavoro, la vita, le bevande e l’ospitalità. Insieme, affrontano le sfide più urgenti del giorno per continuare a far progredire la cultura del loro settore. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

La scheda sintetica di Pernod Ricard

Pernod Ricard è un’azienda leader a livello mondiale nel settore degli alcolici e del vino, che unisce la tradizione artigianale, lo sviluppo di marchi all’avanguardia e le tecnologie di distribuzione globale.

Il prestigioso portfolio comprende la vodka Absolut, il pastis Ricard, i whisky scozzesi Ballantine’s, Chivas Regal, Royal Salute e The Glenlivet, il whisky irlandese Jameson, il cognac Martell, il rum Havana Club, il gin Beefeater, il liquore Malibu e gli champagne Mumm e Perrier-Jouët.

La missione è garantire la crescita a lungo termine dei marchi nel pieno rispetto delle persone e dell’ambiente, fornendo la possibilità ai dipendenti in tutto il mondo di essere ambasciatori di una cultura propositiva, inclusiva e responsabile di autentica convivialità.

ManPowerGroup presenta le novità del Decreto lavoro per horeca, bar e ristoranti, nel nuovo roundtable

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Stefano Pregel, vertical leader horeca di ManpowerGroup

MILANO – Presso la sede di ManpowerGroup a Milano in via Rossini si è tenuto il confronto roundtable Horeca dedicato alla legge di stabilità e al Decreto lavoro. La sessione legale è stata supportata dagli interventi di Dario Ceccato, co-founder Ceccato Tormen & Partners, consulente del lavoro horeca, e Monica Segalini, senior legal manager employment and labour law di ManpowerGroup. Ha moderato Stefano Pregel, vertical leader horeca dell’associazione.

Il roundtable horeca di ManpowerGroup

Nel dettaglio sono state oggetto di discussione le novità della legge n°203/2024 nota come Decreto lavoro e, in particolare, i temi dei tempi determinati e somministrazione (un rapporto di lavoro in base al quale l’impresa può richiedere la prestazione di uno più lavoratori ad agenzie autorizzate), il nuovo periodo di prova, l’abbattimento dei limiti di contratto e la stagionalità.

Monica Segalini prende la parola: “L’obiettivo di oggi è condividere le novità riguardanti il Collegato lavoro, la gestione dei rapporti dei contratti nonché la loro conclusione, con un’affondo sulla novità introdotta dal decreto Mille proroghe riguardante il tema delle causali.

Uno dei provvedimenti che impatta di più il nostro settore è un’aumento delle ipotesi di deroga ai limiti di utilizzo della somministrazione di lavoro a termine, la quale può essere utilizzata nel limite del 30% del numero dei dipendenti assunti a tempo indeterminato dall’utilizzatore.

Il 30% è un limite cumulativo nel quale rientrano anche eventuali CTD (contratti a tempo determinato) diretti che l’azienda ha utilizzato con la conseguenza che, qualora ci sia bisogno di maggiore flessibilità, la percentuale possa essere saturata ricorrendo ai due istituti, somministrazione a termine e CTD”.

Segalini continua: “In più ci sono diverse previsioni della contrattazione collettiva di tutti i livelli, nazionale e aziendale, per costruirsi le proprie regole fatte su misura. In questo contesto si inseriscono le novità del Collegato: un aumento delle ipotesi di deroga. Dal 12 gennaio è possibile derogare ai limiti percentuali diversi previsti dalla contrattazione collettiva. Non rientrano nel 30% i contratti di somministrazione a termine che sono finalizzati ai lavoratori assunti a tempo indeterminato dall’agenzia.

C’è stata finalmente un’estensione anche alla somministrazione di lavoro di tutte le ipotesi di deroghe che prima erano specifiche solo per il contratto a tempo determinato solo a CTD diretto.

Segalini aggiunge: “Ad esempio, derogano i contratti finalizzati alla fase di avvio delle nuove attività nei limiti previsti dai contratti collettivo, per le start-up innovative, per i contratti stipulati per specifici spettacoli ed eventi e per i lavoratori over 50.

Perciò c’è l’aumento delle ipotesi di deroga al limite di utilizzo della somministrazione del lavoro a termine, tenendo conto di quelle già vigenti (come soggetti in mobilità o disoccupati che godono di almeno 6 mesi di trattamenti di disoccupazione).

Sono molte le ipotesi sulle quali è possibile lavorare per individuare  deroghe per aumentare lo spazio della flessibilità soprattutto nei settori dell’horeca che in diversi periodi dell’anno presentano picchi più elevati”.

L’altra novità riguarda l’eliminazione dell’obbligo di appore la causale in caso di somministrazione di lavoratori appartenenti alle fasce deboli: infatti in caso di superamento del limiti di 12 mesi per effetto di proroghe o rinnovi non è necessario apporre la causale.

C’è un altro principio da ricordare: se lo status di lavoratore svantaggiato viene perso nel corso del contratto, il lavoro va comunque avanti per il dipendente e può essere comunque prorogato a a parità di condizioni. Non cambia nulla se non che l’utilizzatore dovrà ricordarsi di computarlo oppure l’agenzia dovrà appore la causale se si superano i 12 mesi.

Dario Ceccato, curatore del libro Horeca: Guida alla gestione del rapporto di lavoro nelle aziende alberghiere, di ristorazione, bar e catering insieme a Paolo Tormen e Paola Salazar, continua: “Il Collegato lavoro è di fondamentale importanza per il turismo in generale e ha subito diverse evoluzioni. È un momento caldo: quest’anno abbiamo visto un mutamento complessivo del quadro normativo gestionale che non è stato accompagnato da diversi chiarimenti. Una norma va vista insieme a tutte le altre. Cosa è successo recentemente? Il Milleproroghe è stato convertito in legge benedendo la possibilità delle aziende di inserire causale a tempo determinato”.

La stagionalità nel contratto di lavoro

Ceccato riflette: “Cosa cambia per la stagionalità? Il tema è spiegabile come conflitto tra la giurisprudenza e il legislatore. La stagionalità da contratto collettivo è una matrice normativa del 1963 contraddistinta da alcune attività precise. Ma il concetto di stagionalità è complicato: nelle città d’arte, ad esempio, è ancora astratto stabilire il corretto termine relativo alla stagione. Allora è stato concesso al contratto collettivo di prevedere delle attività stagionali. La giurisprudenza dal 2003 e, per tutto il 2024, si è scagliato contro questo tipo di contratti affermando che non si possa prevedere una stagionalità produttiva ma che deve essere individuata in relazione al clima”.

C’è di più: “La stagionalità deroga troppe cose tra cui contributi addizionali non dovuti e, di conseguenza, fa molta gola. La giurisprudenza vede quindi il contratto stagionale come una eccezione legata al clima (invernale o estivo). Quindi è stata introdotta una legge di interpretazione nel Collegato lavoro che è entrata in vigore nel 12 gennaio. Sostanzialmente il legislatore afferma che d’ora in poi la stagionalità è ciò che dice il contratto: fa nascere una interpretazione di stagionalità non strettamente legata al clima”.

Ceccato continua: “Tuttavia le norme di interpretazione autentica sono rischiose poiché sono tali solo se in riferimento al testo originario. Questo tocca particolarmente il settore horeca tra alberghi e ristoranti. Nonostante ciò, non credo che la stagionalità sia facile: è ancora rischiosa e mancano ancora dei parametri chiari. La solidità dell’assunzione stagionale è ancora lungi dall’essere solida”.

Il grande cambiamento introdotto? Secondo Ceccato è evidente: “Se si ha la forza, la capacità e la conoscenza tecnica oggi è possibile negoziare una stagionalità identitaria propria benedetta dal legislatore”.

Ceccato si spinge oltre e parla del periodo di prova del contratto: ”Il periodo di prova è un disposto normativo che si introduce all’interno di un’altra norma del decreto Trasparenza. Il Collegato lavoro afferma che c’è un giorno effettivo di prova per ogni quindici di calendario. Il secondo capoverso della norma tuttavia recita che, in ogni caso, se il rapporto dura meno di 6 mesi, la prova non potrà durare più di 15 giorni e se dura meno di 12 mesi non supererà 30 giorni. Facendo un conto, un giorno ogni 15, vuol dire che su 6 mesi sono 12 giorni effettivi.

Perché poi dice 15 giorni? È evidente che la seconda parte della norma non sta parlando ai lavoratori e all’azienda ma al contratto collettivo. Sta affermando che, se si disciplina un periodo di prova personale, questo non potrà superare i 15 o i 30 giorni a seconda delle circostanze”.

Ceccato conclude: “Se non si sa quanto dura il tempo determinato non si sa di conseguenza quanto dura il periodo di prova. Prima del 12 di gennaio, il periodo di prova non poteva superare più di 1/3 della durata contrattuale: quindi un anno di determinato poteva avere 3 o 4 mesi di prova. Oggi un anno può avere 24 giorni. Oggi un imprenditore farà un contratto di un mese e sarà proprio quella la prova”.

Nonostante i grandi cambiamenti servirebbero perciò, secondo Monica Segalini e Dario Ceccato, diversi chiarimenti per garantire un migliore spazio di lavoro sia ai dipendenti che agli imprenditori.

Ernst Knam sulle chiacchiere di Iginio Massari a 100 euro al chilo: “Marketing geniale”

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Ernst Knam

Il celebre maître chocolatier Ernst Knam rivela il suo punto di vista sulle chiacchere di carnevale di Iginio Massari vendute a 100 euro al chilo (ne abbiamo parlato qui). Secondo il maestro cioccolatiere si tratterebbe di un vero colpo di genio da parte del pasticciere. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Mow Magazine.

L’opione di Ernst Knam su Iginio Massari

MILANO – Ernst Knam, uno dei maître chocolatier più famosi e apprezzati al mondo, spiega a MOW come la pensa su tante delle polemiche o delle nuove frontiere che coinvolgono il mondo della ristorazione: dalle chiacchiere di carnevale di Iginio Massari vendute a 100 euro al chilo (“colpo di genio”), passando per come vengono assegnate le stelle Michelin (“vince chi ha sponsor”), bocciando l’IA introdotta da Carlo Cracco, difendendo la tradizione rispetto all’innovazione di Valerio Braschi, e smascherando i food influencer: “Molti lo fanno per mangiare gratis…”

Uno dei maître chocolatier più famosi d’Italia (e anche del mondo), con il tono della voce come quello che usa quando bacchetta i concorrenti di Bake Off Italia sulla perfezione del ricamo di una torta, al quale si aggiunge l’accento teutonico e il carisma di chi parla con alle spalle una lunga esperienza, ci ha detto la sua su tutti i temi caldi che ruotano intorno all’ambiente del food: dalle chiacchiere di Iginio Massari a 100 euro al chilo a molto altro.

E ha svelato il segreto rispetto a risottatura e mantecatura…

Per leggere l’intervista basta cliccare qui

Campari Group: vendite pari a 3.070 mln, complessivamente +5,2%

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Il logo di Campari

MILANO – Il consiglio di amministrazione di Davide Campari-Milano N.V. (Reuters CPRI.MI- Bloomberg CPR IM) ha approvato la relazione annuale al 31 dicembre 2024. Il 2024 è stato caratterizzato da volatilità macroeconomica e geopolitica che ha contemporaneamente colpito tutte le regioni e che ha impattato i trend nei consumi e nella distribuzione, che hanno generato de-stocking, mentre la normalizzazione post-Covid prosegue. Questo scenario è stato esasperato da condizioni meteorologiche avverse, in particolare in Europa.

Nonostante il contesto sfidante, il Gruppo Campari ha nuovamente ottenuto risultati positivi con una crescita organica delle vendite del gruppo del +2,4% e una sovraperformance rispetto ai competitor.

In questo periodo, la performance della profittabilità è stata influenzata dal proseguimento degli investimenti per rafforzare e ampliare le capacità distributive e le infrastrutture in un contesto di trend di crescita più contenuta. Allo stesso tempo, il Gruppo Campari sta evolvendo con il proprio modello operativo per aumentare l’efficienza e rafforzare il focus sui marchi prioritari.

  • Le vendite del Gruppo sono state pari a €3.070 milioni, in aumento del +2,4% organicamente e complessivamente +5,2%. L’effetto perimetro è stato del +2,7%, principalmente guidato da Courvoisier e dai brand in distribuzione, mentre l’effetto cambio è stato del +0,1%.
  • L’EBIT-rettificato è stato di €605 milioni, in calo del -2,5% organicamente e complessivamente del -2,2%, con un margine del 16,7%.
  • L’EBITDA-rettificato è stato di €733 milioni, in crescita del +0,1% organicamente e complessivamente del +0,5%, con un margine del 23,6%.
  • L’utile del Gruppo-rettificato, è stato pari a €376 milioni, in calo complessivamente del -3,7%. L’utile netto del Gruppo è stato pari a €202 milioni, in calo del -36,0%.
  • L’indebitamento finanziario netto pari a €2.377 milioni, in aumento di €523 milioni rispetto all’anno precedente, dovuto principalmente alle acquisizioni e agli investimenti straordinari, parzialmente compensati da una generazione di cassa solida. Il multiplo di debito finanziario netto rispetto all’EBITDA-rettificato è pari a 3,2 volte rispetto a 2,5 volte dell’anno precedente e a 3,5 volte a settembre
  • Il dividendo annuale proposto per l’esercizio è pari a €0,065 per azione, allineato all’anno

Simon Hunt, chief executive officer: “Dopo due mesi nel ruolo, sono felice di annunciare che Campari Group ha conseguito nuovamente risultati positivi e una sovraperformance rispetto ai competitor nel 2024, che è stato un anno sfidante in quanto segnato dagli effetti della volatilità macroeconomica e geopolitica. Guardando al futuro, posso dire che, dopo un periodo di transizione nel 2025, rimaniamo molto fiduciosi nel continuo mantenimento di una sovraperformance nel lungo termine, sfruttando la forza dei nostri marchi in categorie in crescita, gli investimenti effettuati fino ad oggi, specialmente in route-to-market, sistemi e supply chain, l’unicità della cultura di Campari e il talento della nostra organizzazione”.

Simon Hunt continua: “La nostra leadership negli aperitivi rappresenta un’opportunità in continua espansione alla luce dell’evolversi dei trend dei consumatori, che, insieme alla nostra tequila e al portfolio di spirits premium, possiede un potenziale anche per l’espansione geografica a livello globale. Allo stesso tempo, massimizzeremo il potenziale del Gruppo attraverso la generazione di efficienza e l’execution commerciale, conseguendo al contempo la riduzione della leva operativa e finanziaria”.

Outlook per il 2025

Nell’attuale contesto di ridotta visibilità sulla durata dei fattori ciclici, ci si attende che il 2025 sia un anno di transizione.

  • La crescita delle vendite organiche dell’anno è prevista ancora moderata, con un miglioramento del trend nella seconda metà dell’anno. Ci si attende un phasing delle vendite a causa della calendarizzazione della Pasqua, che genererà una decrescita low-single digit dovuta principalmente ai mercati europei, seguita da un progressivo miglioramento della performance con il ritorno dei mercati a normali trend di
  • L’EBIT-rettificato organico è previsto rimanere invariato nell’anno.
    • Il trend del margine lordo sarà determinato dall’evoluzione del mix di vendita nonostante la conferma dei benefici dei costi di produzione precedentemente
    • Un incremento negli investimenti in spese di pubblicità e promozione genererà un aumento della percentuale sulle vendite per raggiungere i livelli storici normalizzati di 17- 17,5%.
    • Il programma di contenimento dei costi, come precedentemente annunciato, è atteso portare un beneficio di circa 50 punti base sulle vendite nette nel 2025, concentrato maggiormente nella seconda metà dell’anno.
  • Pertanto, la performance dell’EBIT-rettificato è previsto essere concentrata nella seconda parte dell’anno a causa del dell’impatto avverso del phasing del miglioramento del margine lordo, degli investimenti in spese di pubblicità e promozione e dei benefici derivanti dai costi di
  • Il potenziale impatto in dodici mesi dei dazi al 25% sulle importazioni dal Messico, dal Canada e dall’Europa verso gli Stati Uniti, non incluso nella guidance sopra indicata, è stimato in circa €60-100 milioni prima di potenziali azioni di mitigazione, attualmente in fase di Per il 2025, il possibile impatto, prima di azioni di mitigazione, è previsto essere di circa €35 milioni a partire da marzo 2025 per le importazioni negli Stati Uniti dal Messico e dal Canada.

Outlook nel medio periodo

La guidance di medio termine annunciata il 26 ottobre 2024 è confermata. Una volta esaurito l’impatto dei suddetti fattori ciclici, il Gruppo Campari si attende di continuare a ottenere una sovraperformance rispetto ai competitor e guadagnare quote di mercato grazie alla forza dei suoi marchi in categorie in crescita con un graduale ritorno nel medio-lungo termine a una crescita organica delle vendite mid- to-high single digit in un contesto macroeconomico normalizzato, escludendo l’impatto di potenziali dazi. Si prevede che il margine lordo possa beneficiare della crescita delle vendite nette, del mix di vendita positivo guidato da aperitivi, tequila e premiumizzazione del portafoglio, nonchè delle efficienze del costo del venduto.

L’incremento della marginalità dell’EBIT sarà supportata dalle iniziative aziendali chiave, che genereranno un beneficio complessivo di 200 punti base nei costi di struttura sulle vendite nette nei prossimi tre anni entro il 2027 e una maggiore efficienza negli investimenti per la costruzione dei brand.

 Analisi delle vendite per area geografica

  • le vendite nelle Americhe (45% delle vendite totali del Gruppo) sono cresciute del +4% nel Il mercato principale degli Stati Uniti è rimasto stabile con una continua sovraperformance di Espolòn (+12%) e di Aperol (+11%), compensate dalle pressioni su SKYY e da una leggera debolezza su Wild Turkey. Il Gruppo Campari ha sovraperformato nei dati di sell-out1sia in termini di crescita a valore che di prezzo/mix, in tutti i canali. La Giamaica ha registrato una crescita del +1% supportata da un ritorno alla crescita nel quarto trimestre nonostante il significativo impatto dell’uragano di luglio che ha generato indisponibilità di prodotto nel portafoglio di rum sia per il mercato locale che per il mercato d’esportazione. Gli altri mercati della regione hanno registrato una solida crescita del +14%, per lo più guidata dai marchi brasiliani, Campari e Aperol.
  • In EMEA(48% delle vendite del Gruppo) le vendite nette sono cresciute del +3% nel 2024 con il Gruppo Campari che ha registrato una sovraperformance nei dati di sell-out1 in Europa. L’Italia ha registrato un calo del -4% con una performance che si è stabilizzata nel quarto trimestre a seguito di un periodo difficile influenzato da condizioni metereologiche, dispute commerciali e riduzione delle scorte da parte dei La Germania è cresciuta del +5% guidata da Aperol, Sarti Rosa e Ouzo

La Francia ha registrato una performance stabile in un contesto settoriale debole nonostante il portafoglio di aperitivi resiliente e il Regno Unito è stato influenzato dalla limitata disponibilità dei prodotti rum a causa dell’uragano in Giamaica. Gli altri mercati della regione hanno registrato una crescita a doppia cifra del +12% con un contributo positivo dalla maggior parte dei mercati e in particolare GTR e una forte accelerazione in Grecia con la crescita di Aperol e Campari, che beneficiano degli investimenti recenti nella route-to-market, nonchè in Spagna e nei Paesi Bassi.

  • In Asia Pacifico (7% delle vendite del Gruppo) le vendite nette sono diminuite del -6% nel L’Australia ha registrato un calo del -6% nel 2024 con una performance positiva nel quarto trimestre guidata dagli aperitivi durante la stagione di picco che ha parzialmente compensato la pressione sul portafoglio Wild Turkey e la riduzione delle attività di co-packing. Escludendo il co-packing, l’Australia ha registrato una performance stabile. Gli altri mercati della regione hanno registrato un calo complessivo del -6% guidato da India e Corea del Sud che hanno più che compensato la crescita in Giappone e Cina.

Analisi delle vendite per house of brands

  • House of Aperitif (43% delle vendite del Gruppo) ha registrato una crescita del +6% nel 2024 con una solida crescita nel quarto trimestre dopo una sfidante stagione di Aperol è cresciuto del +5%, supportato da una crescita a doppia cifra nel quarto trimestre, guidato dalle Americhe, inclusi gli Stati Uniti, il Canada e mercati emergenti come il Brasile e il Messico, nonchè la Germania, la Grecia, la Spagna, il GTR e l’Australia. Campari è cresciuto del +6%, guidato dal Brasile, il GTR, la Francia e la Grecia. Gli altri brand hanno registrato una solida performance supportata dalla leadership nella categoria di riferimento.
  • House of Whiskey and Rum (14% delle vendite del Gruppo) ha registrato un calo del -6% nel 2024. Wild Turkey e Russell’s Reserve sono stati impattati da una performance debole nel mercato principale degli Stati Uniti e in Australia, compensando la crescita a doppia cifra in Giappone e in altri mercati europei da una base Il portafoglio di rum giamaicano ha registrato un calo del – 5% a causa dell’impatto dell’uragano manifestatosi a luglio sulla fornitura del prodotto. Gli altri whiskey hanno registrato un calo del -10% a causa di trend di categoria deboli.
  • House of Agave (10% delle vendite del Gruppo) ha registrato una crescita del +10% nel Espolòn è cresciuto del +14% trainato dal mercato principale degli Stati Uniti nonostante una base di confronto alta (2023 +36%) con un’accelerazione anche in nuovi mercati come Australia, Italia e GTR rispetto a una base contenuta e in linea con la strategia di costruire proattivamente il marchio a livello internazionale. Gli altri marchi a base agave hanno registrato un calo del -14% a causa del focus sulla rapida crescita di Espolòn.
  • House of Cognac and Champagne (8% delle vendite del Gruppo) è cresciuta del +2% nel 2024. Grand Marnier è cresciuto del +1%, principalmente influenzato dalle dinamiche di mercato altamente competitive negli Stati Gli altri cognac e champagne sono cresciuti del +11% principalmente guidati dalla solida crescita di Lallier del +27% e parzialmente compensata da BisquitsDubouché. Courvoisier, che è nel perimetro e sarà incluso nella crescita organica a maggio 2025, ha registrato vendite nette per €75 milioni con progressivi investimenti negli Stati Uniti e la definizione di piani in corso per l’Asia Pacifico.
  • Infine, i marchi locali (25% delle vendite del Gruppo) hanno registrato un calo del -1% nel 2024 principalmente a causa di SKYY con una diminuzione del -8% dovuto alle persistenti sfide nei trend della categoria nel mercato principale degli Stati Uniti, compensando la crescita nel resto delle Americhe e nel GTR da una base La continua performance positiva nei vini spumanti e vermouth (+6%) è stata compensata dal resto del portafoglio.

Analisi dei risultati del 2024 di Campari Group

 Le vendite nette sono state pari a €3,070 milioni, in aumento del +5,2% su variazione totale e del +2,4% in termini organici. L’effetto perimetro è stato del +2,7% (€77 milioni), principalmente guidato da Courvoisier (€75 milioni) e l’effetto cambio è stato relativamente stabile (€3 milioni).

Il margine lordo è stato pari a €1.767 milioni, 57,6% delle vendite nette, in aumento del +3,G% a livello totale. È cresciuto organicamente del +2,4% con margini costanti dove l’impatto positivo dei prezzi, principalmente concentrato nel primo trimestre a causa dell’effetto carry-over e l’impatto positivo della diminuzione del costo dell’agave, sono stati compensati dall’inflazione sui costi del prodotto derivante dalle scorte di magazzino e dal minore assorbimento dei costi fissi di produzione nonché dall’effetto negativo di mix durante il picco stagionale.

Le spese di pubblicità e promozione (AsP) sono state pari a €513 milioni, 16,7% delle vendite nette, in aumento del +3,G% su variazione totale. Le spese di pubblicità e promozione sono aumentate organicamente del +1,1%, meno delle vendite nette, generando così un incremento del margine di +20 punti base dovuto alle minori attivazioni durante la stagione di picco e un quarto trimestre attenuato.

I costi di struttura sono stati pari a €648 milioni (21,1% delle vendite nette), in aumento del +10,4% su variazione totale. Sono cresciuti organicamente del +8,6%, generando una diluizione del margine di -120 punti base, influenzata dalla finalizzazione degli investimenti già pianificati nell’infrastruttura di business, per lo più relativi a route-to-market, sistemi e supply chain.

L’EBIT-rettificato è stato €605 milioni, pari al 16,7% delle vendite nette, in calo del -2,2% su variazione totale. Ha registrato organicamente un calo del -2,5%, generando una diluizione di margine di -100 punti base.

Le rettifiche di proventi (oneri) operativi sono state pari a €(213) milioni, principalmente attribuibili ad accantonamenti legati al programma di tre anni di contenimento dei costi precedentemente annunciato per €(103) milioni, alla svalutazione di attività immateriali per €(57) milioni e alle spese di M&A per €(12) milioni nonchè altri oneri.

Gli oneri finanziari totali sono stati di €(8G) milioni, con un aumento di €(13) milioni, confrontato con il 2023 guidato dall’effetto combinato di un livello medio più elevato del debito netto nel 2024 (€2.133 milioni rispetto a €1.733 milioni nel 2023), principalmente dovuto all’acquisizione di Courvoisier, e al costo più elevanto di rifinanziamento in un contesto di tassi d’interesse più elevati. Il costo medio dell’indebitamento è pari a 3,8% rispetto al 3,3% nel 2023.

L’utile prima delle imposte è stato di €256 milioni, in riduzione del -45,2% rispetto al 2023 e l’utile prima delle imposte-rettificato è stato pari a €523 milioni, in calo del -3,6%. L’utile netto del Gruppo è stato pari a €202 milioni, in calo del -36% e l’utile netto del Gruppo-rettificato è stato di €376 milioni, in calo del -3,7%.

Il cash ffow ricorrente è stato par a €586 milioni rispetto a €67 milioni del 2023, principalmente guidato da un miglioramento del capitale circolante. Il free cash ffow è stato pari a €173 milioni rispetto a

€(180) milioni nel 2023.

L’investimento in conto capitale complessivo è stato pari a €440 milioni, inclusi €301 milioni di investimenti straordinari principalmente relativi a progetti per rafforzare la capacità produttiva del Gruppo, nonchè altri investimenti in infrattuture tecnologiche e di business e inclusivi dell’impatto non ricorrente di €67 milioni relativi all’acquisizione delle nuove sede a Milano.

L’indebitamento finanziario netto pari a €2.377 milioni rispetto a €1.854 milioni dell’anno precedente, riflette principalmente l’impatto netto delle acquisizioni (€577 milioni) e altri impatti parzialmente compensati dal trend positivo di free cash ffow.

Il multiplo del debito finanziario netto rispetto all’EBITDA rettificato è pari a 3,2 volte rispetto a 2,5 volte dell’anno precedente.

Sostenibilità

 Nel 2024, il Gruppo ha effettuato passi significativi nella propria agenda di sostenibilità con un chiaro piano d’azione e degli obiettivi ambiziosi per il futuro. Il Gruppo ha iniziato a rendicontare la valutazione della doppia materialità in linea con i requisiti de CSRD, è diventato firmatario di UN Global Compact e ha migliorato il proprio rating SsP Global di 12 punti, raggiungendo 47/100 che risulta 10 punti sopra la media del settore.

Il Gruppo ha anche rafforzato il proprio Comitato di Sostenibilità rinominandolo Comitato per il Controllo, Rischi e Sostenibilità per riflettere il crescente focus sui temi della sostenibilità. Per quanto riguarda i principali obiettivi ambientali, le emissioni di gas serra (misurate in chili di CO2 per litro) sono diminuite del -46% dalle operazioni dirette (scopo 1 e 2) rispetto al 2016 (-51% includendo Courvoisier) e del -1G% dall’intera supply chain scopo 1,2,3 (-23% includendo Courvoisier); l’utilizzo di acqua (L/L) è stato ridotto del -65% rispetto al 2016 (-68% includendo Courvoisier); i rifiuti in discarica sono stati ridotti del -33% rispetto al 2023.

Inoltre, il Gruppo Campari si è approvvigionato da fonti rinnovabili per il G6% del proprio fabbisogno di elettricità. Infine, il Gruppo continua a investire nelle altre aree chiave rappresentate da Pratiche Responsabili, Persone, Impegno nella Comunità, con forte impegno nel bere responsabile, nell’inclusione, e in istruzione e cultura.

Il consumo moderato di caffè fa bene all’organismo, ma non più di 4 tazzine al giorno: lo studio

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Il consumo di caffè riduce il rischio di sviluppare problemi cardiovascolari, diabete e malattie del fegato. Il merito? Potrebbe essere del microbioma, oggetto di studio da parte degli scienziati. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo degli specialisti Giorgio e Caterina Calabrese per il quotidiano La Repubblica.

I benefici della tazzina di caffè

Il caffè delizioso nell’aroma e diffuso in tutto il mondo, dà anche benefici alla salute se consumato in giusta quantità, ovvero circa 3-4 tazzine al giorno. Diversi studi suggeriscono che il consumo di caffè riduca il rischio di sviluppare problemi cardiovascolari, diabete, malattie del fegato e non solo. In questi ultimi anni la ricerca ha individuato e tenuto nel debito conto la presenza di questo agglomerato di batteri, protozoi e virus che prende il nome di microbioma.

È chiaro che da questa singolare composizione di microrganismi “buoni”, diversi da un individuo all’altro, derivino molti effetti sulla salute per la digestione e la difesa da agenti patogeni. Anche se non è ancora chiaro quali siano specificatamente i meccanismi molecolari che determinano gli effetti positivi all’organismo, è indubbio che ci sia una connessione tra cibi ingeriti e la composizione del microbiota.

Microbioma e microbiota spesso vengono usati come sinonimi, ma non è così. Il microbiota è quella popolazione di microrganismi che colonizza un determinato luogo come la bocca e anche l’intestino ed è suscettibile di cambiamenti a seconda di ciò che si mangia o dell’ambiente in cui si vive mentre il microbioma lo abbiamo alla nascita e possiede la totalità del patrimonio genetico del microbiota.

Un gruppo di ricerca del Dipartimento di biologia cellulare, computazionale e integrata dell’Università di Trento ha deciso di approfondire il problema salutista.

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PAC 2000A Conad rivoluziona la spesa alimentare con l’intelligenza artificiale di Shopic

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PAC 2000A Conad
Il logo PAC 2000A Conad

PERUGIA – PAC 2000A Conad, leader nel settore della grande distribuzione nel Centro-Sud Italia, annuncia l’avvio di un innovativo progetto in partnership con Shopic, azienda all’avanguardia nelle soluzioni tecnologiche per il retail, e Gab Tamagnini, fornitore di tecnologia per la vendita al dettaglio.

L’iniziativa introduce Virgì, un sistema di supporto tecnologico alla vendita che, attraverso l’intelligenza artificiale, mira a ridefinire l’esperienza di spesa nei supermercati Conad.

Il progetto pilota, il primo in Italia, prevede l’utilizzo di un dispositivo tecnologico sviluppato da Shopic integrato su un carrello della spesa tradizionale, in alcuni punti vendita della rete PAC 2000A Conad. Grazie alla tecnologia di riconoscimento delle immagini di Shopic, “Virgì” trasforma il carrello in un assistente personale per il cliente.

Il dispositivo, facilmente applicabile al carrello tramite una clip, è dotato di un’intelligenza artificiale avanzata che riconosce automaticamente i prodotti inseriti.

Questo permette di velocizzare la spesa, eliminando la necessità di scansionare manualmente i prodotti, personalizzare l’esperienza offrendo promozioni e suggerimenti mirati, e semplificare il pagamento, consentendo di evitare le code alle casse.

“Virgì” rappresenta un importante passo verso un’esperienza di acquisto “phygital”, che unisce i vantaggi dello shopping online alla concretezza del negozio fisico.

La soluzione clip-on di Shopic si distingue per la sua adattabilità e facilità di implementazione, consentendo ai retailer di innovare senza interventi complessi sull’infrastruttura esistente.

La combinazione di visione artificiale avanzata e design intuitivo permette di ottimizzare le operazioni, aumentare l’efficienza e migliorare l’esperienza di acquisto.

PAC 2000A Conad e Shopic sono al lavoro per definire gli ultimi dettagli del progetto e avviare la fase di test con i clienti. Il nome e il logo definitivi di “Virgì” saranno svelati al termine di questa fase.

Questa iniziativa rappresenta solo il primo passo di un percorso di innovazione più ampio, che vedrà PAC 2000A Conad impegnata nello sviluppo di soluzioni tecnologiche avanzate per offrire un servizio sempre più personalizzato ed efficiente ai propri clienti.

La scheda sintetica di PAC 2000A

PAC 2000A Conad è la più grande Cooperativa del Consorzio Conad in Italia, per dimensioni e fatturato, con una rete di vendita che si estende in 5 regioni. Con un fatturato di 5,28 miliardi di euro, un patrimonio netto di circa 969 milioni di euro, una quota di mercato del 20,24%, 1.525 punti vendita e 100 concept store (tra parafarmacie, negozi di animali, Ottico Conad e Distributori di Carburanti Conad Self), che generano un fatturato con oltre 7,19 miliardi di euro, PAC2000A è l’azienda leader nella GDO nel Centro e Sud Italia.

La scheda sintetica di Gab Tamagnini

Gab Tamagnini è leader nella tecnologia per il retail, specializzato in soluzioni avanzate che migliorano le operazioni dei negozi e la soddisfazione dei clienti. La loro esperienza nell’implementazione di sistemi all’avanguardia garantisce che i rivenditori rimangano competitivi nell’era digitale.

La scheda sintetica di Shopic

Shopic è in prima linea nella trasformazione dei supermercati fisici con la sua tecnologia di vendita al dettaglio avanzata. La missione di Shopic è quella di portare i vantaggi dell’e-commerce nei negozi di alimentari fisici, offrendo esperienze personalizzate e senza attriti per gli acquirenti e un’ottimizzazione basata sui dati dei rivenditori

PreGel accoglie gli studenti dell’Università di Pollenzo guidandoli alla scoperta del processo di sviluppo della gelateria della casa

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Gli studenti dell'Università di Pollenzo in visita da PreGel (immagine concessa)

REGGIO EMILIA – PreGel ha accolto lo scorso 27 febbraio, oltre 30 studenti internazionali della laurea magistrale in Food Industry Management dell’Università di Pollenzo, presso la sua sede principale a Gavasseto (Reggio Emilia). L’incontro ha rappresentato un’opportunità unica per gli studenti di entrare in contatto con il fondatore Luciano Rabboni e di approfondire il processo completo di sviluppo di un prodotto PreGel, dalla sua concezione iniziale fino alla creazione finale, compresa la promozione in gelateria.

Durante la visita, i partecipanti hanno potuto esplorare in dettaglio tutte le fasi di sviluppo del progetto “Nature”, un kit in collaborazione con il brand “Nature”, presente nelle edicole italiane da oltre 10 anni, con una raccolta 3D dedicata agli animali simbolo dell’Artico.

Il kit dedicato ai gelatieri comprende: Nature Sprint, Coriandolina Cioccobianco e Glitter azzurro per decorare la vaschetta e i seguenti materiali di comunicazione ad hoc del prodotto: Gadgets (166 animaletti Nature 3D) da regalare ai piccoli clienti, il Segnagusto, le coppette e la locandina a tema.

Con il supporto dei team di marketing, ricerca & sviluppo e dei tecnici di PreGel, questa esperienza è stata un’occasione di apprendimento approfondito che ha permesso agli studenti di comprendere non solo gli aspetti tecnici e produttivi, ma anche quelli legati al marketing e alla gestione di una licenza nel settore della gelateria. Durante la presentazione delle varie fasi di sviluppo è stato possibile assistere alla produzione della vaschetta gelato e assaggiare il prodotto.

Per il terzo anno consecutivo, PreGel conferma il suo impegno a sostegno dell’Università di Pollenzo e del diritto allo studio per i giovani aspiranti gastronomi provenienti da tutto il mondo. Da sempre PreGel crede nei giovani e nel loro talento, investendo nella loro formazione per creare una nuova generazione di professionisti gastronomi altamente qualificati.

La collaborazione con l’Università di Pollenzo si è consolidata ulteriormente negli ultimi anni. Quest’anno il 25 giugno, si terrà a Pollenzo la cerimonia annuale dedicata ai Sostenitori del Progetto Borse di Studio, alla quale PreGel parteciperà. Questo evento rappresenta un momento di incontro e condivisione tra gli studenti borsisti, provenienti da ogni parte del mondo, e le aziende e gli enti che sostengono il diritto allo studio.

PreGel fa parte delle principali aziende italiane del settore agroalimentare che hanno firmato un’importante iniziativa, chiedendo al governo italiano di inserire l’educazione alimentare nei programmi scolastici di ogni ordine e grado. Essere parte del network di Pollenzo significa collaborare con l’Università per immaginare nuove prospettive per il futuro del cibo, grazie a una visione condivisa e a un impegno costante nella valorizzazione della cultura gastronomica.

Ecco i profumi al caffè da indossare questo inverno

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Chicchi di caffè tostato (credits: Alexa from Pixabay)

Forti, decisi e perfetti per affrontare l’inverno: i profumi al caffè hanno una decisa potenza evocativa. Dall’ Yves Saint Laurent Black Opium Eau de Parfum fino ad arrivare al Musicology Close to Midnight Eau de Parfum, il portale d’informazione Elle presenta una lista delle fragranze da non perdere. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Carlotta Tosoni per Elle.

I profumi al caffè

MILANO – Il caffè sarà un tema dominante del 2025 e lo conferma l’elezione del Mocha Mousse come colore Pantone dell’anno, che si rifà a un dolce dessert morbido che lo contiene mescolato al cioccolato. Dunque, quale momento migliore per indossarlo dal punto di vista olfattivo: è una delle note più utilizzate in profumeria e interpretato in vari modi. Infatti, può essere caldo e profondo, oppure aspro e terroso, dolce e avvolgente, o ancora stim0lante e impetuoso.

Spesso abbinato a tabacco, spezie e legni per esaltarne la rotondità, il caffè ha una forte potenza evocativa, per questo o lo ami o lo odi: non ci sono vie di mezzo, tanto che per alcuni è un elemento centrale nella propria vita, espresso o nelle sue varianti, ma anche un luogo dove consumarlo quotidianamente con i suoi rituali e i suoi habitué.

Di certo, se cercate qualcosa di intenso, persistente e che riscaldi lo spirito, è lui quello che dovete ricercare quest’inverno nelle fragranze di nicchia e non.

Black Opium

Black Opium è un flanker del classico Opium lanciato nel 2014, è una versione moderna, audace e dark della storica fragranza del 1977. Tra i best seller contemporanei, ha un’inconfondibile nota di caffè, protagonista del profumo, unito a fiori bianchi, gelsomino d’Arabia, assoluta di fiori d’arancio e un intenso sottofondo di vaniglia, che si scontra con le note legnose di patchouli e muschio bianco.

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Gelato day: il gusto dell’anno sarà Hallelujah, dedicato al Giubileo

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Una varietà di gelati (immagine: Pixabay)

Al via le preparazioni per la tredicesima edizione del Gelato day del 24 marzo. Il gusto ufficiale sarà Hallelujah, dedicato al Giubileo, un evento di profonda rilevanza culturale e spirituale che attirerà pellegrini da tutto il mondo a San Pietro in Roma. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale DolceSalato.

Il gusto Hallelujah

MILANO – La Giornata europea del gelato artigianale, celebrata il 24 marzo di ogni anno in tutti i Paesi europei, con eventi, incontri ed iniziative volti a diffondere la cultura del gelato artigianale, è un’occasione unica per contribuire alla valorizzazione di questo prodotto, alla promozione del sapere artigiano e allo sviluppo della tradizione gastronomica del settore. Peculiarità del Gelato day è il gusto dell’anno, scelto ogni anno da uno dei Paesi aderenti: per la tredicesima edizione del Gelato day del 24 marzo 2025 sarà Hallelujah, dedicato al Giubileo, un evento di profonda rilevanza culturale e spirituale che attirerà pellegrini da tutto il mondo a San Pietro in Roma.

Uno dei dolci più amati del mondo, il Gelato day

Ponte goloso tra le nazioni, il gelato artigianale è l’unico alimento a cui il Parlamento Europeo ha dedicato una giornata, e, dal 2012, si fa simbolo del sapere artigiano, da sempre espressione di qualità, autenticità e territorialità, riunendo l’Europa intera con eventi, incontri, iniziative, e, ovviamente, coni e coppette di tutti i gusti.

L’annuncio del gusto dell’anno arriva alla 64ª MIG – Mostra Internazionale del Gelato Artigianale, in corso a Longarone Fiere Dolomiti. Dopo la “Gaufre de Liège” proposta dal Belgio per l’edizione 2024, il Gusto dell’anno 2025 sarà “Hallelujah”, un tributo alla tradizione gastronomica che si intreccia con questo momento di spiritualità e incontro. La sua ricetta ufficiale sarà decretata in un concorso indetto durante la fiera SIGEP – The Dolce World Expo, in programma dal 18 al 22 gennaio 2025 presso la Fiera di Rimini.

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