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lunedì 07 Aprile 2025
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I caffè storici di Torino e del Piemonte candidati ai luoghi del cuore FAI, Fondo per l’ambiente italiano

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La Mole Antonelliana, simbolo di Torino (immagine: Pixabay)

L’Associazione caffè storici di Torino e del Piemonte ha deciso di candidare i locali più rappresentativi al censimento I luoghi del cuore del FAI – Fondo per l’ambiente italiano. Votare è semplice e gratuito: basta collegarsi al sito ufficiale del FAI e sostenere la candidatura. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Targato CN.

La candidatura ai luoghi del cuore del FAI dei locali storici di Torino e del Piemonte

TORINO – L’Associazione caffè storici di Torino e del Piemonte ha candidato il circuito dei suoi storici locali al censimento nazionale I luoghi del cuore del FAI – Fondo per l’ambiente italiano, la più importante iniziativa italiana di sensibilizzazione per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale.

I caffè storici del Piemonte non sono semplici locali, ma luoghi di memoria e identità, testimoni di epoche, eventi e personalità che hanno segnato la storia d’Italia. Da Torino, culla del Risorgimento e delle avanguardie culturali, fino alle città e ai borghi della regione, questi Caffè hanno ospitato intellettuali, artisti e politici, e ancora oggi rappresentano un tassello fondamentale della tradizione e dell’attrattività turistica del territorio.

“I Caffè Storici sono da sempre spazi di incontro e fermento culturale, di memoria e socialità. Nel tempo hanno ospitato artisti, scrittori, politici e rivoluzionari. Sostenerli in questa candidatura è un atto d’amore per la nostra storia e per il futuro del turismo culturale in Piemonte.” ha affermato il presidente dell’Associazione caffè storici di Torino e del Piemonte, Edoardo Cavagnino (Caffè Gelateria Pepino 1884, Torino), come riportato da Targato CN.

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illycaffè protagonista a Milano MuseoCity 2025 con un’esposizione che ripercorre la storia delle illy Art Collection

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illycaffè
illy Art Collection (immagine concessa)

MILANO – illycaffè, il brand globale di caffè conosciuto per la qualità sostenibile e per il suo legame privilegiato con il mondo dell’arte contemporanea, annuncia per la prima volta la sua partecipazione a Milano MuseoCity 2025, la manifestazione artistica che fino all’8 marzo trasforma il capoluogo lombardo in un museo diffuso.

illycaffè a Milano MuseoCity 2025

Una vista dell’interno del flagship di via Montenapoleone

Per l’occasione, il flagship store illy di Via Monte Napoleone si trasforma in una vera e propria galleria d’arte contemporanea, offrendo ai visitatori un viaggio esclusivo attraverso la storia delle illy Art Collection.

Questa straordinaria raccolta rappresenta oggi una delle più grandi collezioni d’arte contemporanea al mondo: Dal 1992, infatti, l’azienda triestina invita artisti di fama internazionale a decorare la tazzina da caffè disegnata da Matteo Thun per illycaffè, trasformandola in una vera e propria opere d’arte in miniatura.

Nel corso degli anni, oltre 135 artisti hanno lasciato la loro impronta sulle tazzine illy. Tra questi, maestri del calibro di Michelangelo Pistoletto, Marina Abramović, Anish Kapoor, Judy Chicago, Mona Hatoum, Lee Ufan, Ai Weiwei, e molti altri, che hanno saputo reinterpretare l’iconica forma della tazzina illy con il loro stile inconfondibile.

“Siamo entusiasti di portare la nostra storia di ricerca e valorizzazione del bello in uno degli eventi culturali più importanti della città con un’esposizione dedicata alle illy Art Collection” commenta Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè. “Milano MuseoCity è il contesto perfetto per celebrare un oggetto che ancora oggi riesce a distinguersi, emozionare ed essere parte attiva della nostra quotidianità, trasformando il gesto di gustarsi un espresso illy, in un’esperienza artistica”.

scocchia illycaffè
Cristina Scocchia amministratore delegato illycaffè (foto concessa)

L’esposizione sarà visitabile nel flagship store illy di Monte Napoleone per tutta la durata di Milano MuseoCity, dal 2 all’8 marzo 2025. Un’esperienza unica che fonde il piacere del caffè con il valore estetico dell’arte, invitando il pubblico a scoprire il perfetto connubio tra creatività, gusto e bellezza.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica.

Gruppo Illycaffè polo gusto illy illetta
Il logo illycaffè

Ogni giorno vengono gustate più di 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 130 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 23 paesi del mondo. Nel 2023 illycaffè ha generato un fatturato consolidato pari a €595,1 milioni. La rete monomarca illy conta 159 punti vendita in 30 Paesi.

Filtri del tè: ecco dove vanno buttati per evitare la multa

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La bustina del tè (immagine: Pixabay)

Dove vanno buttati i filtri del tè? Si tratta di una domanda che in realtà ci poniamo tutti, perché la destinazione delle bustine degli infusi, così come quella della camomilla, crea non pochi dubbi. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Francesca Guglielmino per il portale d’informazione Ricetta Sprint.

Il corretto riciclaggio dei filtri del tè

MILANO – Iniziamo subito dicendo che, quando facciamo riferimento sia alle bustine di tè che a quelle delle tisane o della camomilla, dobbiamo considerare che si tratta comunque di un prodotto organico. Pertanto, gettarli nell’indifferenziata rappresenterebbe un grave errore.

Non dobbiamo fare altro, quindi, che riporli nel contenitore dell’umido, smaltendoli come previsto dalle indicazioni fornite dalla raccolta differenziata del vostro comune.

Qualora sbagliaste la destinazione, infatti, il rischio di sanzione aumenta considerevolmente, e l’importo da pagare viene stabilito da comune a comune, a seconda di come viene gestito l’illecito.

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London Night Cafe: ecco il locale notturno a Londra con tè e biscotti illimitati

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Il Big Ben (immagine: Pixabay)

Il London Night Cafe è il bizzarro e geniale locale notturno che offre ai londinesi e non solo uno spazio accogliente, rilassato e così invitante per rilassarsi aperto fino alle 3 del mattino dal lunedì al giovedì e fino alle 5 il venerdì. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Katie Forge per il portale d’informazione Secret London.

Il nuovo locale a Londra

LONDRA – Ci sono pochissime cose che riterrei degne di rimanere sveglie oltre le 22.00. Ma se c’è qualcosa che può convincermi a rimanere sveglia oltre l’ora di andare a letto, è una fornitura illimitata di tè e biscotti. Oh, e l’accesso a una spiaggia, a un campo di palline e forse anche a una macchina per le bolle di sapone.

È quindi molto conveniente che a Londra ci sia un caffè che soddisfa tutte le mie esigenze di rimanere sveglia fino alle 3 del mattino. E non solo.

Il London Night Cafe è il bizzarro e geniale locale notturno che offre ai londinesi e non solo uno spazio accogliente, rilassato e così invitante per rilassarsi, chiacchierare e mangiare tutta la crema pasticcera che il cuore e lo stomaco desiderano. So che a volte possiamo essere un po’ liberali nell’uso del termine gemma nascosta. Ma questo locale senza alcol è davvero uno dei gioielli più scintillanti che abbiamo trovato rovistando nel tesoro della nostra capitale.

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Enzo Spisni, nutrizionista: “Ecco perché non c’è nessun rischio legato all’insorgenza del cancro nel consumo del decaffeinato”

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Enzo Spisni (foto concessa)
Enzo Spisni (foto concessa)

MILANO – Enzo Spisni è Professore associato presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna e dal 2000 svolge le sue ricerche nell’ambito della fisiologia del tratto gastro-intestinale e nutrizione umana. Sicuramente un interlocutore molto interessante con cui confrontarsi rispetto all’annosa questione su cui ciclicamente i consumatori e la letteratura scientifica stessa, si interrogano: il caffè, che effetto fa all’organismo?

Spisni, innanzitutto partiamo dai fondamentali: le piace il caffè e come lo beve?

“Bevo il caffè moderatamente e mi piace, nonostante io sia una di quelle persone sensibili alla caffeina: lo bevo tendenzialmente americano, più allungato rispetto al classico espresso che mi limito ad ordinare quando mi trovo al ristorante o al bar.

Lo bevo in maggiori quantità nei periodi più frenetici in cui ho bisogno di sostegno per gestire diverse cose: mi dà una bella sferzata.

Generalmente parto la mattina con un thermos da un litro di tè verde biologico al gelsomino – in foglie – che poi bevo un po’ alla volta durante la giornata. Sul cioccolato ahimè, devo confessare che ne faccio un po’ abuso: ovviamente scelgo quello molto fondente, dall’80% in su, ma ne mangerei una tavoletta al giorno. – scherza Spisni – Cerco però di trattenermi, attorno ai 40-50 grammi nel quotidiano, dopo i pasti.”

Spisni, si parla spesso di caffè e del suo impatto sull’organismo: sul piano della salute, lo consiglierebbe all’interno di un’alimentazione equilibrata e in che termini (quantità, qualità, tipologia di bevanda ed estrazione).

“In effetti la letteratura è piuttosto controversa sul caffè e questo probabilmente perché noi per primi come essere umani siamo diversi: alcuni di noi possiedono degli enzimi metabolizzanti veloci che permettono di smaltire la caffeina in circolo in breve tempo, mentre altri non possono contare sulla stessa efficienza.

Di conseguenza è evidente come l’effetto accumulo del caffè possa variare da individuo a individuo e le differenze emerse dagli studi dipendono anche dal fatto che la base genetica presa come riferimento è diversa.

Poi c’è un’altra problematica, di tipo gastrico: il caffè tende ad aumentare le secrezioni acide nello stomaco, e così, se ho una situazione già irritata come una gastrite, è chiaro che l’assunzione frequente della bevanda può aumentare l’infiammazione.

In generale quindi penso che un dosaggio di caffè assolutamente sicuro, consista nell’equivalente delle tre-quattro tazzine di espresso. Andando oltre, si incorre in certi rischi per lo stomaco, per la qualità del sonno e dal punto di vista della salute del cuore: ci sono anche persone che hanno una forte tachicardia per il troppo caffè. Parliamo di circa 80 milligrammi di caffeina per un espresso da bar e di un consumo consigliabile di circa 300 milligrammi al giorno.

Per quanto riguarda invece il comprendere se si ha un metabolismo buono o cattivo, è possibile con una prova pratica, provando a bere due o tre caffè nell’arco di in una giornata: se peggiora la qualità del sonno, si è di fronte ad un cattivo metabolizzatore.
Posso fare il mio esempio personale: bevo il tè verde perché contiene meno caffeina, ed essendo un cattivo metabolizzatore, cerco di terminarlo già alle due del pomeriggio.”

E cosa ne pensa del decerato?

Spisni fa un po’ di chiarezza: “Stiamo un po’ attenti su questo tema e gli effetti della caffeina sullo stomaco: esistono diversi studi che hanno confermato il fatto che la bevanda stimoli l’attività gastrica, ma non che sia la cera a provocare l’irritazione. Su questo non ci sono pubblicazioni scientifiche ma più che altro ci si basa sulle impressioni condivise da parte di chi consuma il decerato o meno.

È vero però che il processo di deceratura riduce anche in parte il contenuto di caffeina e quindi è difficile stabilire se il beneficio per lo stomaco deriva dall’eliminazione delle cere, oppure perché c’è un abbassamento della caffeina. Scientificamente ancora non è possibile affermarlo per il momento.”

Apriamo anche la parentesi decaffeinato: dannoso o meno per l’essere umano? Spiega lei i motivi per cui non c’è il rischio di sviluppare il cancro assumendolo?

“Possiamo stare molto tranquilli: tra i tanti processi per eliminare la caffeina nel caffè, quelli che prevedono l’uso di solventi cancerogeni non lasciano comunque dei residui nel chicco né tanto meno nella bevanda, perché durante la fase dell’essiccatura qualsiasi sostanza nociva viene eliminata. Altro aspetto da considerare, è che esiste la possibilità – seppure costi di più – di decaffeinare tramite la CO2, così da evitare a monte l’impiego di solventi.

Il consumatore può così scegliere quello decaffeinato senza solventi se proprio non riesce a vincere i suoi timori: ma, di fatto, non c’è nessun rischio legato all’insorgenza del cancro nel bere decaffeinato, anche quando ottenuto con i solventi. Oltre tutto non dà problemi allo stomaco, riduce drasticamente tutti i problemi di sonno e di metabolizzazione.”

Il tè invece e anche il cacao, sono due prodotti che spesso vengono più collegati e consumati di conseguenza, per i loro benefici: quali sono e quanta letteratura esiste a favore di questa tesi?

“Gli studi sul tè, in particolare quello verde, sono numerosi, e hanno evidenziato tanti benefici tra cui quello antitumorale. Non c’è dubbio che queste siano bevande salutari. Il cioccolato poi, nonostante abbia una componente lipidica satura e quindi non salutare, contiene una serie di flavonoidi che aiutano l’apparato circolatorio.

Tutti gli studi hanno confermato che questo prodotto favorisce la salute delle cellule che circondano i nostri vasi sanguigni. Non c’è dubbio quindi che il cioccolato abbia solo effetti positivi, naturalmente mantenendosi attorno ai 30-40 grammi al giorno. Ovvio poi dipende anche dalla percentuale di zucchero di cui è composta la tavoletta che si acquista e poi dei grassi saturi, che vanno considerati sempre all’interno della propria dieta.”

Spisni, ma tutto il tè e tutto il cacao sono equivalenti quando si parla di ricadute sull’organismo?

“Innanzitutto facciamo una prima precisazione: non è da considerarsi cioccolato quello al di sotto del 50% di cacao. Gli studi sono condotti sulle proprietà del cacao in polvere, amaro ed è questo ad avere determinate caratteristiche ed effetti. Con l’aggiunta di molto zucchero, molti grassi, proteine del latte e aromi il risultato finale cambia.

Come accennato prima, gli effetti benefici migliori si trovano poi nel tè verde: gli altri non hanno evidenziato la stessa attività antitumorale, ma comunque aiutano a bere di più e sono diuretici. È una ritualità che porta dei benefici, sempre se si rimane entro i limiti ragionevoli (al massimo quattro, cinque tè al giorno).

Infine farei un’ultima osservazione: dobbiamo ricordarci sempre che non esiste più nessuna materia prima priva di contaminanti. Anche nella foglia del tè si possono trovare piccole quantità di pesticidi.

Sul tema ho dei dubbi, senza però avere il sostegno della letteratura scientifica, rispetto alle capsule del caffè, in quanto o sono fatte da plastiche o bioplastiche sottoposte ad alte temperature e quindi rilasciano sempre dei contaminanti, additivi delle plastiche.

Anche con quelle in alluminio non si è del tutto al sicuro: prima di tutto perché non viene usato l’alluminio puro, ma viene ricoperto da uno strato sottilissimo ancora una volta in plastica che viene poi a contatto con il caffè.

Il problema dell’alluminio si ripresenta anche nella moka: se si lascia a riposare il caffè nella moka in alluminio, lo si dimentica dentro a lungo, il tempo di contatto tra la bevanda e il materiale aumenta e questo può provocare il rilascio di piccole quantità di metallo. Per cui io uso e consiglio: meglio l’inox.

Per dare un’ulteriore prospettiva: proprio ora stiamo conducendo degli studi sui contaminanti rilasciati dalle bioplastiche e non stiamo ottenendo dei risultati entusiasmanti, per cui, di nuovo, non eccederei con questo metodo di estrazione.”

Moltissimi mettono lo zucchero, il miele o il dolcificante nel caffè, nel tè se non addirittura il latte. Quali differenze ci sono per il corpo nell’assunzione con o senza questi ingredienti in più?

“Il latte va bene se piace, basta non essere allergici e non si avranno significative alterazioni dal punto di vista nutrizionale. Sì quindi al macchiato.

Invece: zucchero o miele? Preferisco il secondo sul piano dell’alimentazione, seppure alteri molto il gusto del caffè. Lo zucchero quindi va bene, mentre i dolcificanti artificiali non andrebbero utilizzati mai: sono sostanze che non vengono assorbite, finiscono nell’intestino e ne alterano il microbiota, interferendo negativamente sul suo equilibrio. L’ideale quindi è poco zucchero.

Io ne metto un quarto di bustina e a questo proposito ho un aneddoto personale: per non sprecare quello che resta, l’arrotolo e la conservo nel borsello. Quindi ogni tanto estraggo una bustina arrotolata e ne verso un po’ nel caffè. E i miei colleghi ne ridono molto.

Una parentesi a parte per la Stevia: ci sono due forme, quella naturale in foglia e quella sintetica. I glucosidi steviolici estratti e purificati ,pur se ottenuti artificialmente, sono meglio dei dolcificanti acalorici, ma resta il fatto che, come il miele, influenzano molto il sapore della tazzina. Per questo le persone non li amano molto.”

Il Barmar di Ischia svolta nello specialty: “Ora anche in un cart itinerante”

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Edoardo Messina (foto concessa) barmar
Edoardo Messina (foto concessa)

MILANO – Edoardo Messina è il nome dietro la sola caffetteria specialty di Ischia, il Barmar Specialty Coffee and more, in Banchina Olimpica, 59. Con due lavori e due anime distanti, Messina nasce dj e produttore musicale che si sposta dall’Italia, all’Europa, fino in Giappone, finché nel 2021 raggiunge Berlino seguendo un progetto professionale. Poi con il Covid tutto deve fermarsi e così Messina torna alle sue origini: “Sono nato con il caffè nelle vene, dato che la mia famiglia ha un bar dal 1976 a Ischia e sin da bambino ho imparato il mestiere del classico barista. Certo però, con ben poca conoscenza della materia prima.”

Ma Berlino è una delle capitali europee dello specialty ed è proprio qui che conosce questo prodotto e la sua filosofia: arrivano i primi corsi con 19grams, gli approcci ai discorsi di filiera, tracciabilità. Dopo un mese come head barista e un’esperienza da The Barn, a giugno 2022 fa il suo rientro in Italia con un obiettivo: portare questi 6 mesi di formazione a Ischia e continuare a studiare in Italia.

Inizia così la trasformazione del bar classico di famiglia: nel 2024 a Sigep la svolta definitiva.

In caffetteria una “STH9”, tre gruppi multiboiler da battaglia, ed un’altra macchina posizionata su un cart itinerante, con possibilità di gestire pressione, flusso e temperatura, utilizzata per eventi privati ed esclusivi, grande obiettivo di Messina.

Un concept che ho visto funzionare molto sia a Berlino che in Giappone” e che è stato inaugurato durante l’Ischia Safari, uno dei più grandi eventi del Sud Italia, al quale partecipano chef stellati e artigiani del gusto: dopo 5 edizioni senza mai aver avuto uno spazio dedicato al caffè, siamo stati scelti come novità del 2024, con il nostro “Special Coffee Cart”. Abbiamo portato il nostro blend creato in private label con Pier Coffee Roaster e delle monorigini specialty servite in filtro con metodo chemex e v60”.

Barmar, missione: non essere troppo puristi

La miscela Il Capitano (foto concessa)

“Cerchiamo ovviamente di spingere il consumo senza zucchero e con una tostatura media/chiara. Proponiamo una miscela composta da 60% Arabica (Colombia, Brasile) e 40% Robusta (India), creata ed ideata da me, che ho intitolato “Il Capitano Coffee” in onore di mio nonno, che faceva il capitano di navi di mestiere prima di investire nella caffetteria.

Oltre all’espresso, serviamo in pour-over, e cold brew anche monorigini specialty. Nella nostra caffetteria, a pieno regime, d’estate oscilliamo tra i 1000-1500 clienti al giorno: avendo questi flussi ho deciso di formare una nostra dipendente, Cristiana, che ora è in grado di spiegare e raccontare ai clienti, evitando i tecnicismi troppo eccessivi. La zona in cui si trova la nostra caffetteria poi fa la differenza, anche se la visione ancora molto legata all’espresso, ostacola il consumo di specialty.

Nel periodo maggio-giugno-luglio, si creano i migliori momenti per proporre questo tipo di prodotto con il giusto respiro da dedicare a chi lo vuole scoprire. I clienti si innamorano e tornano a berlo e ad acquistarlo per casa propria (gli stranieri sono più abituati all’acquisto dei grani).

Agosto si apre con un flusso importante: arriva la massa che per ovvi motivi non è attenta a quello che beve, per cui non c’è l’opportunità di avere un contatto diretto con il consumatore medio. A settembre invece tornano americani ed europei e quindi si riprende più facilmente il discorso.”

Barmar, caffetteria ma non solo… Show-room e tanto altro

“Negli ultimi anni dal mio rientro, abbiamo modificato molto anche la location: avendo a disposizione quasi 200 metri quadri – il più grande sul porto d’Ischia, e da metà marzo 2025 apriremo una nuova area Show-room -. In questa area si potranno visionare macchine da espresso dell’azienda XLVI. Essendo i primi ed unici sull’isola saremo in grado di fornire informazioni e specifiche varie per il loro utilizzo a casa o in caffetteria, hotel, b&b.

Inoltre si troveranno tantissime moka personalizzate, vari formati del nostro Capitano Coffee, in grani (che potranno essere macinate al momento in base all’utilizzo) e dello specialty coffee di Pier Coffee Roaster e Vabres Coffee.

Da quando avete iniziato a differenziarvi dalle altre caffetterie ?

“Già nel 2023 è avvenuto il cambio generazionale e di prodotto: da una miscela classica di una torrefazione campana, siamo passati a Pierre Coffee Roaster, che ci ha conquistati. È stata una sfida servire inizialmente il suo prodotto tostato medio/chiaro. La prima estate è stata bellissima, con una tazzina buonissima. Poi c’è stato l’ulteriore passaggio con l’acquisto di altre attrezzature più gestibili, con risparmio energetico e il multiboiler.

C’è stato ovviamente uno shock importante che ancora oggi si avverte: siamo stati gli unici con una station all’avanguardia, in cui il cliente può vedere i grani in uscita e così si è accorto anche della quantità che utilizziamo per estrarre il caffè. Abbiamo inserito il Puq: così abbiamo ridotto l’uso del tamper e anche questo è un passaggio che incuriosisce, che ci permette di dare al panetto del caffè una pressione costante, insieme alla macchina che con il suo colore argento dato dall’acciaio cattura totalmente l’attenzione, fino ad arrivare alla pulizia del portafiltro con il ProFondi, dispositivo innovativo che ci permette di avere una pulizia perfetta del portafiltro.

Mentre per quanto riguarda il gusto, anche questo aspetto è stato apprezzato: da giugno mi sono focalizzato anche con nella comunicazione del brand e del blend Capitano Coffee. Ho modificato l’ingresso della caffetteria, il cliente una volta arrivato al bancone troverà tutte le specifiche del nostro blend ed altre informazioni come la tostatura media, l’estrazione a temperatura controllata e tanto altro ancora.

Vendo l’espresso a 1,40 € al banco e 2,50 € al tavolo. Volevo dare un’impronta differente: il cliente sta pagando quei centesimi in più per quello che vede, dalla materia prima (che è salita esponenzialmente) alla formazione del barista, nonostante a Ischia si oscilli ancora dall’euro e 20 all’euro e 30.

E lo specialty?

“Siamo un po’ controcorrente rispetto a quello che vediamo altrove: lo abbiamo inserito ad appena due euro al banco (per l’espresso), ma è un prezzo adatto per avvicinare il più possibile il consumatore neofita. Abbiamo principalmente sempre due micro torrefazioni in mescita, che sono Pier Coffee Roaster e Vabres Coffee, poi chiaramente ogni mese in base ai lotti cambiamo la mono origine.

Riusciamo a vendere i filtrati per lo più ad un pubblico internazionale. Le volte che riesco a spiegare anche agli italiani, spesso si tratta di cittadini delle grandi città, dove queste opzioni sono già più diffuse. Per questo vorrei organizzare diversi appuntamenti per spiegare anche ai locali di cosa si tratta.”

Dalle sei e trenta del mattino alle 21.30 d’estate e d’inverno alle 20.30

“Stando sul porto, siamo legati all’arrivo delle navi: quando parte l’ultima, il lato in cui ci troviamo resta completamente vuoto. Abbiamo già pensato con mio fratello, che fa il barman in Australia ed è amante di fermentati e kombucha, di usare l’espresso in vari modi: a parte il cold brew, dall’Espresso Martini ci siamo cimentati nel Coffee Negroni, il Coffee Mojito. Il pubblico internazionale valorizza queste voci sul menù, mentre gli italiani ancora sono un po’ restii ad ordinarli.

Passo l’inverno in Giappone e studio ricette, assaggio specialty, mi esercito nei cupping avendo amici che lavorano in caffetterie e grazie a loro ho la possibilità di affinare l’arte del pour-over e la conoscenza del caffè in generale.”

E nel futuro del Capitano Coffee quindi cosa c’è?

“Il progetto più grande è quello che si sta già realizzando: con lo Special Coffee Cart stiamo portando il nostro blend e lo specialty in eventi privati, dai matrimoni alle colazioni di livello. Puntiamo agli alberghi sull’isola a 5 stelle e di lusso, offrendo un servizio che a Ischia ancora non c’è. Ho già degli agganci e devo coltivarli per portare avanti la collaborazione. Adesso dovevo prima di tutto creare lo stesso mezzo di trasporto.”

Mercati del caffè in netta ripresa, scorte brasiliane ai minimi, Olam chiude il 2024 con ricavi per 40 miliardi (+16%), ma Patmi in calo

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Il logo dell'Ice

MILANO – Dopo i ribassi di fine febbraio, i mercati del caffè riprendono quota nella prima seduta di marzo, con forti rialzi su entrambe le sponde dell’oceano. A New York, il contratto per scadenza maggio dell’Ice Arabica ha guadagnato ieri, lunedì 3 marzo, il 3,7% chiudendo a 386,65 centesimi, mentre a Londra, l’Ice Robusta (maggio) si è rivalutato di oltre il 2,9% terminando la giornata a 5.486 dollari.

A ridare slancio alle quotazioni, il basso livello delle precipitazioni nel Minas Gerais, massima area di produzione brasiliana degli arabica, in un periodo cruciale per le sorti del nuovo raccolto.

Si aggiunga poi il basso livello degli stock certificati in entrambi i mercati

Sempre in tema di scorte, quelle in giacenza nei magazzini brasiliani sono ormai ridotte ai minimi storici.

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Faema e MUMAC rinnovano il sostegno alla Fondazione museo del ciclismo Madonna del Ghisallo per il 10° anno

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Il gruppo sportivo Faemino-Faema (immagine concessa)

BINASCO (Milano) – Faema, storico brand milanese produttore di attrezzature per la preparazione del caffè espresso, da 80 anni è uno dei protagonisti del bar italiano. Una realtà indissolubilmente legata anche al ciclismo, essendo stata lo sponsor di una squadra vincitrice di numerose competizioni ciclistiche internazionali.

Questo storica realtà è oggi parte di Cimbali Group, con headquarters a Binasco (Milano); l’azienda sostiene anche nel 2025 la Fondazione museo del ciclismo Madonna del Ghisallo attraverso il MUMAC, Museo d’impresa del Gruppo. Il forte legame tra i due musei è basato proprio sull’Heritage congiuntamente narrato relativamente a Faema.

Nell’ambito della sponsorizzazione, che oggi celebra anche 10 anni di continuità di iniziative e collaborazioni, iniziata appunto nel 2015 per contribuire al rilancio della Fondazione come punto di riferimento per gli appassionati delle due ruote nell’interesse di entrambe le realtà per il mondo del ciclismo e nel comune desiderio di contribuire alla diffusione della cultura di questo sport sul territorio nazionale, proseguirà anche quest’anno la collaborazione fra MUMAC – Museo della macchina per caffè di Cimbali Group e la Fondazione.

Più in particolare, la collaborazione si concretizzerà nella realizzazione di una serie di iniziative volte alla valorizzazione delle reciproche collezioni museali, quest’anno con un particolare focus dedicato agli 80 anni di Faema, nata a Milano nel 1945 e unita ancor più al mondo del ciclismo dalla condivisione dello stesso anno di nascita del pluricampione Eddie Merckx che ha vestito maglia Faema per tre stagioni dal ’68 al ’70.

“MUMAC – Museo della macchina per caffè di Cimbali Group sostiene il Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo e celebra quest’anno un connubio ormai decennale con una collaborazione che traccia una linea di continuità fra il ciclismo e Faema, brand storico del Gruppo, e di contiguità fra musei volti alla diffusione della cultura su due degli aspetti che maggiormente contraddistinguono l’italianità nel mondo: la bicicletta e il caffè” ha dichiarato Barbara Foglia – MUMAC Director.

Il forte legame di Cimbali Group con il mondo delle due ruote nasce dal glorioso trascorso di FAEMA, uno dei brand principali del Gruppo fondato nel 1945: infatti, fin dagli anni ‘50, Faema ha unito il suo nome al mondo del ciclismo intraprendendo una delle prime sponsorizzazioni sportive e dando origine a un binomio leggendario rimasto impresso nella memoria di più di una generazione grazie ai successi e alle gesta di campioni del calibro di Rik Van Looy, Hugo Koblet, Charly Gaul, Gianni Motta, prima, e alla fine degli anni ’60, Eddie Merckx, Vittorio Adorni, Italo Zilioli, Victor Van Schil e Guido Reybrouck solo per citarne alcuni.

Il legame diretto del brand col ciclismo è ripreso nelle ultime tre scorse stagioni, con una importante sponsorizzazione del Giro d’Italia, sostenuto dal 2022 al 2024.

La scheda sintetica di Cimbali Group

Cimbali Group è tra i principali produttori di macchine professionali per caffè e bevande a base di latte e di attrezzature dedicate alla caffetteria. Il Gruppo, di cui fanno parte i brand La Cimbali, Faema, Slayer e Casadio, opera attraverso tre stabilimenti produttivi in Italia e uno negli Stati Uniti (a Seattle, dove vengono prodotte le macchine a marchio Slayer), impiegando complessivamente circa 850 addetti. Nel 2019, con l’acquisizione di Keber, brand di eccellenza per la produzione di macine di acciaio professionali per l’industria del caffè con sede a Dolo (Venezia), i siti produttivi salgono a cinque.

L’impegno del Gruppo per la diffusione della cultura del caffè espresso e per la valorizzazione del territorio si è concretizzato nel 2012 con la fondazione del MUMAC – Museo della macchina per caffè, la prima e più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine per il caffè espresso situata all’interno dell’headquarter di Cimbali Group a Binasco. MUMAC ospita MUMAC Academy, l’accademia della macchina per caffè di Cimbali Group, centro di formazione, divulgazione e ricerca.

Caffè Borbone si espande in Campania: indotto di 60 mln nella regione

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Caffè Borbone logo
Il nuovo logo di Caffè Borbone

In sei anni di investimenti, con circa 70 milioni di euro, Caffè Borbone ha triplicato produzione e fatturato. L’azienda acquista da circa 900 fornitori in tutto il mondo, prevalentemente italiani e di cui circa un terzo campani: tutto ciò è pari a un indotto nel Bel Paese di 160 milioni di cui 60 milioni nella regione.

Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Davide Madeddu per il quotidiano Il Sole 24 Ore.

L’espansione di Caffè Borbone in Campania

NAPOLI – Il dato è positivo. E registra una crescita importante. Il distretto del caffè e dei confetti del napoletano cresce nel 2024 del 9,7%, con il secondo e terzo trimestre che si distinguono per un incremento rispettivamente del +18,2% e +12,7%. A certificarlo è l’Osservatorio sui distretti industriali di Intesa Sanpaolo.

Un settore che non sembra conoscere crisi e che guarda al futuro in un’ottica in cui la ricerca della qualità convive con la sostenibilità e l’innovazione. Concetto ribadito da Marco Schiavon, amministratore delegato di Caffè Borbone che parla di successo a Il Sole 24 Ore “frutto di una tradizione radicata, unita a una forte spinta all’innovazione”.

In sei anni di investimenti senza sosta e con l’obiettivo di accrescere la capacità produttiva, (si tratta di circa 70 milioni di euro) l’azienda ha triplicato la produzione e il fatturato e opera con il magazzino inaugurato ad agosto, oggi pienamente operativo.

“Da sempre, Caffè Borbone punta sulla qualità del prodotto che è strettamente legata al rispetto della tradizione napoletana del caffè e sulla capacità di intercettare le esigenze di un mercato in continua evoluzione – dice Schiavon sempre a Il Sole 24 Ore -. Poniamo inoltre tantissima attenzione alla fase di ricerca e sviluppo, che è fondamentale per innovare e per rendere al pubblico un caffè di ottima qualità che piace al consumatore, campano, italiano ed estero”.

Tradizione che fa il paio anche con l’innovazione e tutti gli accorgimenti da seguire per conservare la qualità del prodotto.

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Circana: le marche del distributore rafforzano la posizione con quasi il 40% di quota di mercato

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circana
(dati concessi)

LONDRA – Le marche del distributore (MDD) stanno guidando una trasformazione significativa nel settore dei beni di largo consumo (FMCG) in Europa, secondo l’ultimo rapporto di Circana, Private Labels: Transformation for Growth. Il rapporto evidenzia come la MDD abbia saputo capitalizzare il cambiamento nelle abitudini di consumo, offrendo prodotti accessibili e di alta qualità, in linea con le richieste in continua evoluzione verso scelte di benessere, sostenibilità e valore.

Nonostante le forti pressioni inflazionistiche nel settore FMCG, le MDD hanno registrato una crescita del 9,4% nei valori di vendite e un incremento del 2,2% di volume nei sei principali mercati europei (EU6 – Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito) con dati a marzo 2024. Con una quota di mercato del 39% in valore e del 46% in unità vendute, le MDD si sono affermate come attori chiave del settore.

Ananda Roy, Senior Vice President of Thought Leadership di Circana, ha dichiarato: “Le MDD hanno ridefinito il panorama competitivo non solo tramite prezzi più abbordabili, ma anche grazie ad un’offerta coerente di qualità, innovazione e sostenibilità. Il loro successo sottolinea un cambiamento più ampio nei consumatori, che scelgono in misura crescente marchi in linea con i loro valori, soprattutto nei segmenti Benessere ed eco-friendly”.

Il rapporto evidenzia la maggiore penetrazione delle MDD in categorie come Alimenti Freschi e Refrigerati, Cura della Casa e della Persona, con crescite significative negli Alimenti per l’Infanzia (+2,3pp) e Prodotti per Animali Non Alimentari (+2,2pp). Spagna (48%), Germania (43%) e Paesi Bassi (42%) sono i mercati con la maggiore penetrazione delle MDD.

Mentre le MDD crescono, i marchi industriali hanno mostrato una ripresa modesta grazie a strategie promozionali aggressive. Tuttavia, nel Regno Unito il 43% delle unità vendute dai Marchi Industriali è stato oggetto di promozioni, tuttavia questi continuano a rimanere indietro rispetto alle MDD in termini di crescita complessiva.

Il report di Circana delinea quattro strategie chiave per i brand che vogliono competere in modo efficace: diversificarsi in segmenti adiacenti, far crescere il settore attraverso l’innovazione, distinguersi in modo unico e collaborare strategicamente. I brand che si concentrano esclusivamente sulle promozioni senza investire nell’innovazione rischiano di rimanere indietro in un mercato sempre più dinamico.

L’innovazione è fondamentale

Circana mette in evidenza anche un rallentamento nell’innovazione di categoria, con un calo del 17% nel lancio di nuovi prodotti, dovuto alle interruzioni della supply chain ed evidenzia la focalizzazione sulle gamme di prodotti principali. Questo fenomeno potrebbe trasformare il settore FMCG in un vero e proprio “deserto dell’innovazione”, evidenziando la necessità sia per le MDD che per i Marchi Industriali di dare priorità all’innovazione per stimolare la crescita organica.

Si prevede che la MDD continuerà il suo slancio di crescita grazie agli investimenti nell’espansione della gamma, nella premiumizzazione e nelle iniziative di sostenibilità. Le preferenze dei consumatori verso una vita più sana, il benessere e il consumo etico continueranno a influenzare le decisioni d’acquisto, rafforzando l’importanza di allineare l’offerta di prodotti a questi valori.

Prospettive economiche positive favoriscono la crescita del settore CPG

Con una crescita positiva del PIL prevista per l’area Euro nel 2025 (+0,4 punti percentuali su base annua), Circana prevede una prospettiva cautamente ottimista per la crescita del settore FMCG. La MDD continuerà a mantenere il suo forte slancio, trainati dall’espansione dell’offerta, da strategie di prezzo e innovazione di prodotto. Tuttavia, i Marchi Industriali hanno il potenziale per ridurre il divario se si indirizzano verso l’innovazione e diversificano i loro portafogli. Man mano che entrambi i settori si adattano alle nuove esigenze dei consumatori, il panorama FMCG si conferma dinamico e altamente competitivo anche nel prossimo anno.

Ananda Roy conclude: “Il 2024 è stato un anno cruciale per l’industria FMCG, con la MDD che ha stabilito un nuovo standard di crescita e innovazione. Guardando al futuro, il 2025 sarà un anno decisivo per entrambi, in cui il successo a lungo termine dipenderà dalla loro capacità di innovare e connettersi con le esigenze in continua evoluzione dei consumatori. L’opportunità è aperta a tutti i brand per distinguersi e offrire prodotti in linea con le aspettative dei consumatori sempre più orientati al valore.”

Dati significativi emersi dal Rapporto:

  • Crescita del 9,4% delle vendite in valore delle MDD nei sei principali mercati europei. Maggiore penetrazione in Spagna (48%), Germania (43%) e Paesi Bassi (42%).
  • +2,2% di crescita nelle vendite in volume per le MDD, mentre i Marchi Industriali hanno registrato un calo del 3,8%.
  • I settori con la maggiore crescita delle MDD: alimenti per l’infanzia (+2,3pp) e prodotti per animali non alimentari (+2,2pp).
  • 43% delle vendite dei marchi industriali nel Regno Unito basate su promozioni, ma con performance inferiori alle MDD.
  • 17% in meno di nuovi lanci di prodotti, evidenziando un rischio di rallentamento dell’innovazione.

Per approfondimenti è possibile scaricare il report Private Labels: Transformation for Growth report qui.

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