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Campari Group: vendite pari a 3.070 mln, complessivamente +5,2%

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Il logo di Campari

MILANO – Il consiglio di amministrazione di Davide Campari-Milano N.V. (Reuters CPRI.MI- Bloomberg CPR IM) ha approvato la relazione annuale al 31 dicembre 2024. Il 2024 è stato caratterizzato da volatilità macroeconomica e geopolitica che ha contemporaneamente colpito tutte le regioni e che ha impattato i trend nei consumi e nella distribuzione, che hanno generato de-stocking, mentre la normalizzazione post-Covid prosegue. Questo scenario è stato esasperato da condizioni meteorologiche avverse, in particolare in Europa.

Nonostante il contesto sfidante, il Gruppo Campari ha nuovamente ottenuto risultati positivi con una crescita organica delle vendite del gruppo del +2,4% e una sovraperformance rispetto ai competitor.

In questo periodo, la performance della profittabilità è stata influenzata dal proseguimento degli investimenti per rafforzare e ampliare le capacità distributive e le infrastrutture in un contesto di trend di crescita più contenuta. Allo stesso tempo, il Gruppo Campari sta evolvendo con il proprio modello operativo per aumentare l’efficienza e rafforzare il focus sui marchi prioritari.

  • Le vendite del Gruppo sono state pari a €3.070 milioni, in aumento del +2,4% organicamente e complessivamente +5,2%. L’effetto perimetro è stato del +2,7%, principalmente guidato da Courvoisier e dai brand in distribuzione, mentre l’effetto cambio è stato del +0,1%.
  • L’EBIT-rettificato è stato di €605 milioni, in calo del -2,5% organicamente e complessivamente del -2,2%, con un margine del 16,7%.
  • L’EBITDA-rettificato è stato di €733 milioni, in crescita del +0,1% organicamente e complessivamente del +0,5%, con un margine del 23,6%.
  • L’utile del Gruppo-rettificato, è stato pari a €376 milioni, in calo complessivamente del -3,7%. L’utile netto del Gruppo è stato pari a €202 milioni, in calo del -36,0%.
  • L’indebitamento finanziario netto pari a €2.377 milioni, in aumento di €523 milioni rispetto all’anno precedente, dovuto principalmente alle acquisizioni e agli investimenti straordinari, parzialmente compensati da una generazione di cassa solida. Il multiplo di debito finanziario netto rispetto all’EBITDA-rettificato è pari a 3,2 volte rispetto a 2,5 volte dell’anno precedente e a 3,5 volte a settembre
  • Il dividendo annuale proposto per l’esercizio è pari a €0,065 per azione, allineato all’anno

Simon Hunt, chief executive officer: “Dopo due mesi nel ruolo, sono felice di annunciare che Campari Group ha conseguito nuovamente risultati positivi e una sovraperformance rispetto ai competitor nel 2024, che è stato un anno sfidante in quanto segnato dagli effetti della volatilità macroeconomica e geopolitica. Guardando al futuro, posso dire che, dopo un periodo di transizione nel 2025, rimaniamo molto fiduciosi nel continuo mantenimento di una sovraperformance nel lungo termine, sfruttando la forza dei nostri marchi in categorie in crescita, gli investimenti effettuati fino ad oggi, specialmente in route-to-market, sistemi e supply chain, l’unicità della cultura di Campari e il talento della nostra organizzazione”.

Simon Hunt continua: “La nostra leadership negli aperitivi rappresenta un’opportunità in continua espansione alla luce dell’evolversi dei trend dei consumatori, che, insieme alla nostra tequila e al portfolio di spirits premium, possiede un potenziale anche per l’espansione geografica a livello globale. Allo stesso tempo, massimizzeremo il potenziale del Gruppo attraverso la generazione di efficienza e l’execution commerciale, conseguendo al contempo la riduzione della leva operativa e finanziaria”.

Outlook per il 2025

Nell’attuale contesto di ridotta visibilità sulla durata dei fattori ciclici, ci si attende che il 2025 sia un anno di transizione.

  • La crescita delle vendite organiche dell’anno è prevista ancora moderata, con un miglioramento del trend nella seconda metà dell’anno. Ci si attende un phasing delle vendite a causa della calendarizzazione della Pasqua, che genererà una decrescita low-single digit dovuta principalmente ai mercati europei, seguita da un progressivo miglioramento della performance con il ritorno dei mercati a normali trend di
  • L’EBIT-rettificato organico è previsto rimanere invariato nell’anno.
    • Il trend del margine lordo sarà determinato dall’evoluzione del mix di vendita nonostante la conferma dei benefici dei costi di produzione precedentemente
    • Un incremento negli investimenti in spese di pubblicità e promozione genererà un aumento della percentuale sulle vendite per raggiungere i livelli storici normalizzati di 17- 17,5%.
    • Il programma di contenimento dei costi, come precedentemente annunciato, è atteso portare un beneficio di circa 50 punti base sulle vendite nette nel 2025, concentrato maggiormente nella seconda metà dell’anno.
  • Pertanto, la performance dell’EBIT-rettificato è previsto essere concentrata nella seconda parte dell’anno a causa del dell’impatto avverso del phasing del miglioramento del margine lordo, degli investimenti in spese di pubblicità e promozione e dei benefici derivanti dai costi di
  • Il potenziale impatto in dodici mesi dei dazi al 25% sulle importazioni dal Messico, dal Canada e dall’Europa verso gli Stati Uniti, non incluso nella guidance sopra indicata, è stimato in circa €60-100 milioni prima di potenziali azioni di mitigazione, attualmente in fase di Per il 2025, il possibile impatto, prima di azioni di mitigazione, è previsto essere di circa €35 milioni a partire da marzo 2025 per le importazioni negli Stati Uniti dal Messico e dal Canada.

Outlook nel medio periodo

La guidance di medio termine annunciata il 26 ottobre 2024 è confermata. Una volta esaurito l’impatto dei suddetti fattori ciclici, il Gruppo Campari si attende di continuare a ottenere una sovraperformance rispetto ai competitor e guadagnare quote di mercato grazie alla forza dei suoi marchi in categorie in crescita con un graduale ritorno nel medio-lungo termine a una crescita organica delle vendite mid- to-high single digit in un contesto macroeconomico normalizzato, escludendo l’impatto di potenziali dazi. Si prevede che il margine lordo possa beneficiare della crescita delle vendite nette, del mix di vendita positivo guidato da aperitivi, tequila e premiumizzazione del portafoglio, nonchè delle efficienze del costo del venduto.

L’incremento della marginalità dell’EBIT sarà supportata dalle iniziative aziendali chiave, che genereranno un beneficio complessivo di 200 punti base nei costi di struttura sulle vendite nette nei prossimi tre anni entro il 2027 e una maggiore efficienza negli investimenti per la costruzione dei brand.

 Analisi delle vendite per area geografica

  • le vendite nelle Americhe (45% delle vendite totali del Gruppo) sono cresciute del +4% nel Il mercato principale degli Stati Uniti è rimasto stabile con una continua sovraperformance di Espolòn (+12%) e di Aperol (+11%), compensate dalle pressioni su SKYY e da una leggera debolezza su Wild Turkey. Il Gruppo Campari ha sovraperformato nei dati di sell-out1sia in termini di crescita a valore che di prezzo/mix, in tutti i canali. La Giamaica ha registrato una crescita del +1% supportata da un ritorno alla crescita nel quarto trimestre nonostante il significativo impatto dell’uragano di luglio che ha generato indisponibilità di prodotto nel portafoglio di rum sia per il mercato locale che per il mercato d’esportazione. Gli altri mercati della regione hanno registrato una solida crescita del +14%, per lo più guidata dai marchi brasiliani, Campari e Aperol.
  • In EMEA(48% delle vendite del Gruppo) le vendite nette sono cresciute del +3% nel 2024 con il Gruppo Campari che ha registrato una sovraperformance nei dati di sell-out1 in Europa. L’Italia ha registrato un calo del -4% con una performance che si è stabilizzata nel quarto trimestre a seguito di un periodo difficile influenzato da condizioni metereologiche, dispute commerciali e riduzione delle scorte da parte dei La Germania è cresciuta del +5% guidata da Aperol, Sarti Rosa e Ouzo

La Francia ha registrato una performance stabile in un contesto settoriale debole nonostante il portafoglio di aperitivi resiliente e il Regno Unito è stato influenzato dalla limitata disponibilità dei prodotti rum a causa dell’uragano in Giamaica. Gli altri mercati della regione hanno registrato una crescita a doppia cifra del +12% con un contributo positivo dalla maggior parte dei mercati e in particolare GTR e una forte accelerazione in Grecia con la crescita di Aperol e Campari, che beneficiano degli investimenti recenti nella route-to-market, nonchè in Spagna e nei Paesi Bassi.

  • In Asia Pacifico (7% delle vendite del Gruppo) le vendite nette sono diminuite del -6% nel L’Australia ha registrato un calo del -6% nel 2024 con una performance positiva nel quarto trimestre guidata dagli aperitivi durante la stagione di picco che ha parzialmente compensato la pressione sul portafoglio Wild Turkey e la riduzione delle attività di co-packing. Escludendo il co-packing, l’Australia ha registrato una performance stabile. Gli altri mercati della regione hanno registrato un calo complessivo del -6% guidato da India e Corea del Sud che hanno più che compensato la crescita in Giappone e Cina.

Analisi delle vendite per house of brands

  • House of Aperitif (43% delle vendite del Gruppo) ha registrato una crescita del +6% nel 2024 con una solida crescita nel quarto trimestre dopo una sfidante stagione di Aperol è cresciuto del +5%, supportato da una crescita a doppia cifra nel quarto trimestre, guidato dalle Americhe, inclusi gli Stati Uniti, il Canada e mercati emergenti come il Brasile e il Messico, nonchè la Germania, la Grecia, la Spagna, il GTR e l’Australia. Campari è cresciuto del +6%, guidato dal Brasile, il GTR, la Francia e la Grecia. Gli altri brand hanno registrato una solida performance supportata dalla leadership nella categoria di riferimento.
  • House of Whiskey and Rum (14% delle vendite del Gruppo) ha registrato un calo del -6% nel 2024. Wild Turkey e Russell’s Reserve sono stati impattati da una performance debole nel mercato principale degli Stati Uniti e in Australia, compensando la crescita a doppia cifra in Giappone e in altri mercati europei da una base Il portafoglio di rum giamaicano ha registrato un calo del – 5% a causa dell’impatto dell’uragano manifestatosi a luglio sulla fornitura del prodotto. Gli altri whiskey hanno registrato un calo del -10% a causa di trend di categoria deboli.
  • House of Agave (10% delle vendite del Gruppo) ha registrato una crescita del +10% nel Espolòn è cresciuto del +14% trainato dal mercato principale degli Stati Uniti nonostante una base di confronto alta (2023 +36%) con un’accelerazione anche in nuovi mercati come Australia, Italia e GTR rispetto a una base contenuta e in linea con la strategia di costruire proattivamente il marchio a livello internazionale. Gli altri marchi a base agave hanno registrato un calo del -14% a causa del focus sulla rapida crescita di Espolòn.
  • House of Cognac and Champagne (8% delle vendite del Gruppo) è cresciuta del +2% nel 2024. Grand Marnier è cresciuto del +1%, principalmente influenzato dalle dinamiche di mercato altamente competitive negli Stati Gli altri cognac e champagne sono cresciuti del +11% principalmente guidati dalla solida crescita di Lallier del +27% e parzialmente compensata da BisquitsDubouché. Courvoisier, che è nel perimetro e sarà incluso nella crescita organica a maggio 2025, ha registrato vendite nette per €75 milioni con progressivi investimenti negli Stati Uniti e la definizione di piani in corso per l’Asia Pacifico.
  • Infine, i marchi locali (25% delle vendite del Gruppo) hanno registrato un calo del -1% nel 2024 principalmente a causa di SKYY con una diminuzione del -8% dovuto alle persistenti sfide nei trend della categoria nel mercato principale degli Stati Uniti, compensando la crescita nel resto delle Americhe e nel GTR da una base La continua performance positiva nei vini spumanti e vermouth (+6%) è stata compensata dal resto del portafoglio.

Analisi dei risultati del 2024 di Campari Group

 Le vendite nette sono state pari a €3,070 milioni, in aumento del +5,2% su variazione totale e del +2,4% in termini organici. L’effetto perimetro è stato del +2,7% (€77 milioni), principalmente guidato da Courvoisier (€75 milioni) e l’effetto cambio è stato relativamente stabile (€3 milioni).

Il margine lordo è stato pari a €1.767 milioni, 57,6% delle vendite nette, in aumento del +3,G% a livello totale. È cresciuto organicamente del +2,4% con margini costanti dove l’impatto positivo dei prezzi, principalmente concentrato nel primo trimestre a causa dell’effetto carry-over e l’impatto positivo della diminuzione del costo dell’agave, sono stati compensati dall’inflazione sui costi del prodotto derivante dalle scorte di magazzino e dal minore assorbimento dei costi fissi di produzione nonché dall’effetto negativo di mix durante il picco stagionale.

Le spese di pubblicità e promozione (AsP) sono state pari a €513 milioni, 16,7% delle vendite nette, in aumento del +3,G% su variazione totale. Le spese di pubblicità e promozione sono aumentate organicamente del +1,1%, meno delle vendite nette, generando così un incremento del margine di +20 punti base dovuto alle minori attivazioni durante la stagione di picco e un quarto trimestre attenuato.

I costi di struttura sono stati pari a €648 milioni (21,1% delle vendite nette), in aumento del +10,4% su variazione totale. Sono cresciuti organicamente del +8,6%, generando una diluizione del margine di -120 punti base, influenzata dalla finalizzazione degli investimenti già pianificati nell’infrastruttura di business, per lo più relativi a route-to-market, sistemi e supply chain.

L’EBIT-rettificato è stato €605 milioni, pari al 16,7% delle vendite nette, in calo del -2,2% su variazione totale. Ha registrato organicamente un calo del -2,5%, generando una diluizione di margine di -100 punti base.

Le rettifiche di proventi (oneri) operativi sono state pari a €(213) milioni, principalmente attribuibili ad accantonamenti legati al programma di tre anni di contenimento dei costi precedentemente annunciato per €(103) milioni, alla svalutazione di attività immateriali per €(57) milioni e alle spese di M&A per €(12) milioni nonchè altri oneri.

Gli oneri finanziari totali sono stati di €(8G) milioni, con un aumento di €(13) milioni, confrontato con il 2023 guidato dall’effetto combinato di un livello medio più elevato del debito netto nel 2024 (€2.133 milioni rispetto a €1.733 milioni nel 2023), principalmente dovuto all’acquisizione di Courvoisier, e al costo più elevanto di rifinanziamento in un contesto di tassi d’interesse più elevati. Il costo medio dell’indebitamento è pari a 3,8% rispetto al 3,3% nel 2023.

L’utile prima delle imposte è stato di €256 milioni, in riduzione del -45,2% rispetto al 2023 e l’utile prima delle imposte-rettificato è stato pari a €523 milioni, in calo del -3,6%. L’utile netto del Gruppo è stato pari a €202 milioni, in calo del -36% e l’utile netto del Gruppo-rettificato è stato di €376 milioni, in calo del -3,7%.

Il cash ffow ricorrente è stato par a €586 milioni rispetto a €67 milioni del 2023, principalmente guidato da un miglioramento del capitale circolante. Il free cash ffow è stato pari a €173 milioni rispetto a

€(180) milioni nel 2023.

L’investimento in conto capitale complessivo è stato pari a €440 milioni, inclusi €301 milioni di investimenti straordinari principalmente relativi a progetti per rafforzare la capacità produttiva del Gruppo, nonchè altri investimenti in infrattuture tecnologiche e di business e inclusivi dell’impatto non ricorrente di €67 milioni relativi all’acquisizione delle nuove sede a Milano.

L’indebitamento finanziario netto pari a €2.377 milioni rispetto a €1.854 milioni dell’anno precedente, riflette principalmente l’impatto netto delle acquisizioni (€577 milioni) e altri impatti parzialmente compensati dal trend positivo di free cash ffow.

Il multiplo del debito finanziario netto rispetto all’EBITDA rettificato è pari a 3,2 volte rispetto a 2,5 volte dell’anno precedente.

Sostenibilità

 Nel 2024, il Gruppo ha effettuato passi significativi nella propria agenda di sostenibilità con un chiaro piano d’azione e degli obiettivi ambiziosi per il futuro. Il Gruppo ha iniziato a rendicontare la valutazione della doppia materialità in linea con i requisiti de CSRD, è diventato firmatario di UN Global Compact e ha migliorato il proprio rating SsP Global di 12 punti, raggiungendo 47/100 che risulta 10 punti sopra la media del settore.

Il Gruppo ha anche rafforzato il proprio Comitato di Sostenibilità rinominandolo Comitato per il Controllo, Rischi e Sostenibilità per riflettere il crescente focus sui temi della sostenibilità. Per quanto riguarda i principali obiettivi ambientali, le emissioni di gas serra (misurate in chili di CO2 per litro) sono diminuite del -46% dalle operazioni dirette (scopo 1 e 2) rispetto al 2016 (-51% includendo Courvoisier) e del -1G% dall’intera supply chain scopo 1,2,3 (-23% includendo Courvoisier); l’utilizzo di acqua (L/L) è stato ridotto del -65% rispetto al 2016 (-68% includendo Courvoisier); i rifiuti in discarica sono stati ridotti del -33% rispetto al 2023.

Inoltre, il Gruppo Campari si è approvvigionato da fonti rinnovabili per il G6% del proprio fabbisogno di elettricità. Infine, il Gruppo continua a investire nelle altre aree chiave rappresentate da Pratiche Responsabili, Persone, Impegno nella Comunità, con forte impegno nel bere responsabile, nell’inclusione, e in istruzione e cultura.

Il consumo moderato di caffè fa bene all’organismo, ma non più di 4 tazzine al giorno: lo studio

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

Il consumo di caffè riduce il rischio di sviluppare problemi cardiovascolari, diabete e malattie del fegato. Il merito? Potrebbe essere del microbioma, oggetto di studio da parte degli scienziati. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo degli specialisti Giorgio e Caterina Calabrese per il quotidiano La Repubblica.

I benefici della tazzina di caffè

Il caffè delizioso nell’aroma e diffuso in tutto il mondo, dà anche benefici alla salute se consumato in giusta quantità, ovvero circa 3-4 tazzine al giorno. Diversi studi suggeriscono che il consumo di caffè riduca il rischio di sviluppare problemi cardiovascolari, diabete, malattie del fegato e non solo. In questi ultimi anni la ricerca ha individuato e tenuto nel debito conto la presenza di questo agglomerato di batteri, protozoi e virus che prende il nome di microbioma.

È chiaro che da questa singolare composizione di microrganismi “buoni”, diversi da un individuo all’altro, derivino molti effetti sulla salute per la digestione e la difesa da agenti patogeni. Anche se non è ancora chiaro quali siano specificatamente i meccanismi molecolari che determinano gli effetti positivi all’organismo, è indubbio che ci sia una connessione tra cibi ingeriti e la composizione del microbiota.

Microbioma e microbiota spesso vengono usati come sinonimi, ma non è così. Il microbiota è quella popolazione di microrganismi che colonizza un determinato luogo come la bocca e anche l’intestino ed è suscettibile di cambiamenti a seconda di ciò che si mangia o dell’ambiente in cui si vive mentre il microbioma lo abbiamo alla nascita e possiede la totalità del patrimonio genetico del microbiota.

Un gruppo di ricerca del Dipartimento di biologia cellulare, computazionale e integrata dell’Università di Trento ha deciso di approfondire il problema salutista.

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PAC 2000A Conad rivoluziona la spesa alimentare con l’intelligenza artificiale di Shopic

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PAC 2000A Conad
Il logo PAC 2000A Conad

PERUGIA – PAC 2000A Conad, leader nel settore della grande distribuzione nel Centro-Sud Italia, annuncia l’avvio di un innovativo progetto in partnership con Shopic, azienda all’avanguardia nelle soluzioni tecnologiche per il retail, e Gab Tamagnini, fornitore di tecnologia per la vendita al dettaglio.

L’iniziativa introduce Virgì, un sistema di supporto tecnologico alla vendita che, attraverso l’intelligenza artificiale, mira a ridefinire l’esperienza di spesa nei supermercati Conad.

Il progetto pilota, il primo in Italia, prevede l’utilizzo di un dispositivo tecnologico sviluppato da Shopic integrato su un carrello della spesa tradizionale, in alcuni punti vendita della rete PAC 2000A Conad. Grazie alla tecnologia di riconoscimento delle immagini di Shopic, “Virgì” trasforma il carrello in un assistente personale per il cliente.

Il dispositivo, facilmente applicabile al carrello tramite una clip, è dotato di un’intelligenza artificiale avanzata che riconosce automaticamente i prodotti inseriti.

Questo permette di velocizzare la spesa, eliminando la necessità di scansionare manualmente i prodotti, personalizzare l’esperienza offrendo promozioni e suggerimenti mirati, e semplificare il pagamento, consentendo di evitare le code alle casse.

“Virgì” rappresenta un importante passo verso un’esperienza di acquisto “phygital”, che unisce i vantaggi dello shopping online alla concretezza del negozio fisico.

La soluzione clip-on di Shopic si distingue per la sua adattabilità e facilità di implementazione, consentendo ai retailer di innovare senza interventi complessi sull’infrastruttura esistente.

La combinazione di visione artificiale avanzata e design intuitivo permette di ottimizzare le operazioni, aumentare l’efficienza e migliorare l’esperienza di acquisto.

PAC 2000A Conad e Shopic sono al lavoro per definire gli ultimi dettagli del progetto e avviare la fase di test con i clienti. Il nome e il logo definitivi di “Virgì” saranno svelati al termine di questa fase.

Questa iniziativa rappresenta solo il primo passo di un percorso di innovazione più ampio, che vedrà PAC 2000A Conad impegnata nello sviluppo di soluzioni tecnologiche avanzate per offrire un servizio sempre più personalizzato ed efficiente ai propri clienti.

La scheda sintetica di PAC 2000A

PAC 2000A Conad è la più grande Cooperativa del Consorzio Conad in Italia, per dimensioni e fatturato, con una rete di vendita che si estende in 5 regioni. Con un fatturato di 5,28 miliardi di euro, un patrimonio netto di circa 969 milioni di euro, una quota di mercato del 20,24%, 1.525 punti vendita e 100 concept store (tra parafarmacie, negozi di animali, Ottico Conad e Distributori di Carburanti Conad Self), che generano un fatturato con oltre 7,19 miliardi di euro, PAC2000A è l’azienda leader nella GDO nel Centro e Sud Italia.

La scheda sintetica di Gab Tamagnini

Gab Tamagnini è leader nella tecnologia per il retail, specializzato in soluzioni avanzate che migliorano le operazioni dei negozi e la soddisfazione dei clienti. La loro esperienza nell’implementazione di sistemi all’avanguardia garantisce che i rivenditori rimangano competitivi nell’era digitale.

La scheda sintetica di Shopic

Shopic è in prima linea nella trasformazione dei supermercati fisici con la sua tecnologia di vendita al dettaglio avanzata. La missione di Shopic è quella di portare i vantaggi dell’e-commerce nei negozi di alimentari fisici, offrendo esperienze personalizzate e senza attriti per gli acquirenti e un’ottimizzazione basata sui dati dei rivenditori

PreGel accoglie gli studenti dell’Università di Pollenzo guidandoli alla scoperta del processo di sviluppo della gelateria della casa

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Gli studenti dell'Università di Pollenzo in visita da PreGel (immagine concessa)

REGGIO EMILIA – PreGel ha accolto lo scorso 27 febbraio, oltre 30 studenti internazionali della laurea magistrale in Food Industry Management dell’Università di Pollenzo, presso la sua sede principale a Gavasseto (Reggio Emilia). L’incontro ha rappresentato un’opportunità unica per gli studenti di entrare in contatto con il fondatore Luciano Rabboni e di approfondire il processo completo di sviluppo di un prodotto PreGel, dalla sua concezione iniziale fino alla creazione finale, compresa la promozione in gelateria.

Durante la visita, i partecipanti hanno potuto esplorare in dettaglio tutte le fasi di sviluppo del progetto “Nature”, un kit in collaborazione con il brand “Nature”, presente nelle edicole italiane da oltre 10 anni, con una raccolta 3D dedicata agli animali simbolo dell’Artico.

Il kit dedicato ai gelatieri comprende: Nature Sprint, Coriandolina Cioccobianco e Glitter azzurro per decorare la vaschetta e i seguenti materiali di comunicazione ad hoc del prodotto: Gadgets (166 animaletti Nature 3D) da regalare ai piccoli clienti, il Segnagusto, le coppette e la locandina a tema.

Con il supporto dei team di marketing, ricerca & sviluppo e dei tecnici di PreGel, questa esperienza è stata un’occasione di apprendimento approfondito che ha permesso agli studenti di comprendere non solo gli aspetti tecnici e produttivi, ma anche quelli legati al marketing e alla gestione di una licenza nel settore della gelateria. Durante la presentazione delle varie fasi di sviluppo è stato possibile assistere alla produzione della vaschetta gelato e assaggiare il prodotto.

Per il terzo anno consecutivo, PreGel conferma il suo impegno a sostegno dell’Università di Pollenzo e del diritto allo studio per i giovani aspiranti gastronomi provenienti da tutto il mondo. Da sempre PreGel crede nei giovani e nel loro talento, investendo nella loro formazione per creare una nuova generazione di professionisti gastronomi altamente qualificati.

La collaborazione con l’Università di Pollenzo si è consolidata ulteriormente negli ultimi anni. Quest’anno il 25 giugno, si terrà a Pollenzo la cerimonia annuale dedicata ai Sostenitori del Progetto Borse di Studio, alla quale PreGel parteciperà. Questo evento rappresenta un momento di incontro e condivisione tra gli studenti borsisti, provenienti da ogni parte del mondo, e le aziende e gli enti che sostengono il diritto allo studio.

PreGel fa parte delle principali aziende italiane del settore agroalimentare che hanno firmato un’importante iniziativa, chiedendo al governo italiano di inserire l’educazione alimentare nei programmi scolastici di ogni ordine e grado. Essere parte del network di Pollenzo significa collaborare con l’Università per immaginare nuove prospettive per il futuro del cibo, grazie a una visione condivisa e a un impegno costante nella valorizzazione della cultura gastronomica.

Ecco i profumi al caffè da indossare questo inverno

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Chicchi di caffè tostato (credits: Alexa from Pixabay)

Forti, decisi e perfetti per affrontare l’inverno: i profumi al caffè hanno una decisa potenza evocativa. Dall’ Yves Saint Laurent Black Opium Eau de Parfum fino ad arrivare al Musicology Close to Midnight Eau de Parfum, il portale d’informazione Elle presenta una lista delle fragranze da non perdere. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Carlotta Tosoni per Elle.

I profumi al caffè

MILANO – Il caffè sarà un tema dominante del 2025 e lo conferma l’elezione del Mocha Mousse come colore Pantone dell’anno, che si rifà a un dolce dessert morbido che lo contiene mescolato al cioccolato. Dunque, quale momento migliore per indossarlo dal punto di vista olfattivo: è una delle note più utilizzate in profumeria e interpretato in vari modi. Infatti, può essere caldo e profondo, oppure aspro e terroso, dolce e avvolgente, o ancora stim0lante e impetuoso.

Spesso abbinato a tabacco, spezie e legni per esaltarne la rotondità, il caffè ha una forte potenza evocativa, per questo o lo ami o lo odi: non ci sono vie di mezzo, tanto che per alcuni è un elemento centrale nella propria vita, espresso o nelle sue varianti, ma anche un luogo dove consumarlo quotidianamente con i suoi rituali e i suoi habitué.

Di certo, se cercate qualcosa di intenso, persistente e che riscaldi lo spirito, è lui quello che dovete ricercare quest’inverno nelle fragranze di nicchia e non.

Black Opium

Black Opium è un flanker del classico Opium lanciato nel 2014, è una versione moderna, audace e dark della storica fragranza del 1977. Tra i best seller contemporanei, ha un’inconfondibile nota di caffè, protagonista del profumo, unito a fiori bianchi, gelsomino d’Arabia, assoluta di fiori d’arancio e un intenso sottofondo di vaniglia, che si scontra con le note legnose di patchouli e muschio bianco.

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Gelato day: il gusto dell’anno sarà Hallelujah, dedicato al Giubileo

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Una varietà di gelati (immagine: Pixabay)

Al via le preparazioni per la tredicesima edizione del Gelato day del 24 marzo. Il gusto ufficiale sarà Hallelujah, dedicato al Giubileo, un evento di profonda rilevanza culturale e spirituale che attirerà pellegrini da tutto il mondo a San Pietro in Roma. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale DolceSalato.

Il gusto Hallelujah

MILANO – La Giornata europea del gelato artigianale, celebrata il 24 marzo di ogni anno in tutti i Paesi europei, con eventi, incontri ed iniziative volti a diffondere la cultura del gelato artigianale, è un’occasione unica per contribuire alla valorizzazione di questo prodotto, alla promozione del sapere artigiano e allo sviluppo della tradizione gastronomica del settore. Peculiarità del Gelato day è il gusto dell’anno, scelto ogni anno da uno dei Paesi aderenti: per la tredicesima edizione del Gelato day del 24 marzo 2025 sarà Hallelujah, dedicato al Giubileo, un evento di profonda rilevanza culturale e spirituale che attirerà pellegrini da tutto il mondo a San Pietro in Roma.

Uno dei dolci più amati del mondo, il Gelato day

Ponte goloso tra le nazioni, il gelato artigianale è l’unico alimento a cui il Parlamento Europeo ha dedicato una giornata, e, dal 2012, si fa simbolo del sapere artigiano, da sempre espressione di qualità, autenticità e territorialità, riunendo l’Europa intera con eventi, incontri, iniziative, e, ovviamente, coni e coppette di tutti i gusti.

L’annuncio del gusto dell’anno arriva alla 64ª MIG – Mostra Internazionale del Gelato Artigianale, in corso a Longarone Fiere Dolomiti. Dopo la “Gaufre de Liège” proposta dal Belgio per l’edizione 2024, il Gusto dell’anno 2025 sarà “Hallelujah”, un tributo alla tradizione gastronomica che si intreccia con questo momento di spiritualità e incontro. La sua ricetta ufficiale sarà decretata in un concorso indetto durante la fiera SIGEP – The Dolce World Expo, in programma dal 18 al 22 gennaio 2025 presso la Fiera di Rimini.

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Nord Europa: ecco i rituali del caffè dalla Danimarca alla Svezia

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I rituali del caffè in Nord Europa (immagine presa dal sito The Blender Magazine)

Nel Nord Europa il caffè è il cuore di certe tradizioni come l’hygge, usanza nata in Danimarca con al centro la tazzina, che celebrano la convivialità. Ecco come i diversi caffè (e le ricette) di queste nazioni trasformano la pausa in un momento speciale. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione The Blender Magazine Lavazza.

I rituali del caffè in Nord Europa

MILANO – Sarà l’atmosfera natalizia o la magia dell’inverno, ma se c’è un periodo perfetto per parlare del legame tra caffè e Nord Europa, è proprio questo. Qui, dove la vita, per tradizione, scorre più lentamente, il caffè è un rituale che riflette la cultura e i valori di paesi come DanimarcaSvezia o Norvegia

È il simbolo più che madi convivialità e anche l’elemento al centro di stili di vita che celebrano la semplicità e il piacere delle piccole cose. Lhygge è uno di questi. Nato in Danimarca e diffuso nel Nord Europa, indica un’atmosfera calda e accogliente che si può creare proprio attorno a una tazza di caffè, scelto con cura per le sue tostature morbide e sapori bilanciati. 

Dolci come torte speziate o biscotti al burro, in caffetterie danesi dall’arredamento rustico e accogliente, accompagnano allora un caffè molto lungorealizzato magari usando la caffettiera a pressione francese il cui nome in danese è Stempelkande, da cui deriva lo Stempelkande Kaffe.

Consiste in un cucchiaino di caffè per ogni tazza d’acqua per ottenere, appunto, un caffè lungo e particolarmente adatto alla condivisione, così come il caffè filtrato (quest’ultimo molto bevuto in Finlandia, magari macchiato con del latte; se è tanto macchiato, una doppia dose di latte caldo, s’intende, magari con della schiuma “da cappuccino”, allora ecco invece il caffè tipico in OlandaVerkeerd, letteralmente “sbagliato”, proprio perché sono gli olandesi stessi a riconoscerne la dose eccessiva).  

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The Warp: ecco la sala da tè giapponese stampata in 3D con legno riciclato

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Giappone Hidetsugu Ueno, warp
La bandiera del Giappone

Lo studio di architettura giapponese Mitsubishi Jisho Design ha introdotto, in occasione della Dubai Design Week, The Warp: l’installazione architettonica in legno riciclato con la funzione da sala da tè. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul sito 3Dnatives.

La struttura architettonica The Warp

DUBAI – Alla Dubai Design Week di quest’anno lo studio di architettura giapponese Mitsubishi Jisho Design ha presentato The Warp: una struttura architettonica che funge da sala da tè.

Questa installazione è stata realizzata in legno riciclato seguendo una tecnica innovativa di stampa a estrusione 3D chiamata “Regenerative Wood”. Questo processo abbraccia l’intero ciclo produttivo, dalla progettazione fino alla realizzazione di elementi architettonici e arredi, ed è stato sviluppato dallo studio Mitsubishi Jisho Design in collaborazione con un laboratorio specializzato nella lavorazione del legno.

The Warp è una struttura che combina l’artigianato tradizionale giapponese del legno alle tecniche di stampa 3D. L’installazione si compone di quasi 900 pannelli individuali ognuno dei quali è stato modellato con polvere di legno riciclato, un materiale derivato dagli scarti della lavorazione del legno.

Questi elementi sono stati poi assemblati utilizzando un metodo di carpenteria giapponese molto antico.

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Pont Traversé: la caffetteria nata da una libreria a Parigi

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La torre Eiffel di Parigi (immagine: Pixabay)

Prima di diventare una caffetteria e servire bevande calde, Pont Traversé era una libreria, a sua volta ospitata in un’ex macelleria, come testimoniano le piccole teste di pecora e di toro che adornano la facciata. Leggiamo di seguito la storia del nuovo locale con un estratto dell’articolo di Alexandre Lasry per il portale d’informazione Paris Secret.

Da libreria a caffetteria, la storia del Pont Traversé

PARIGI – Uno dei luoghi più insoliti della capitale, il Pont Traversé è tra i più popolari di Parigi. Che sia per le sue vetrine, per la sua storia o per ciò che vi si può trovare oggi, i residenti apprezzano e condividono questo indirizzo insolito. Situato a pochi passi dai Giardini del Lussemburgo, questa ex libreria trasformata in caffè ha tutto. Ci piacerebbe farvela conoscere.

Affreschi d’epoca, una vetrina blu scuro e un’insegna gigante: è impossibile non notare il Pont Traversé quando si passeggia nel 6° arrondissement. E per una buona ragione: è uno degli indirizzi più riconoscibili del quartiere.

Sulla sua facciata si trovano una miriade di insegne e di indizi relativi alla sua vita passata. Sì, prima di diventare un caffè e distillare bevande calde, Pont Traversé era una libreria, a sua volta ospitata in un’ex macelleria, come testimoniano le piccole teste di pecora e di toro che adornano la facciata.

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Cacao Solution, racconta uno dei suoi fondatori, Andrea Mecozzi: “Siamo un’area commerciale di Bean to Bar internazionale”

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cacao solution
Andrea Mecozzi con un coltivatore (foto concessa)

MILANO – Si sente parlare sempre di più del cacao di alta qualità, di cioccolato Bean to Bar e soprattutto, dei prezzi alle stelle di questa materia prima. Per comprendere meglio questo mercato, tra luci e ombre, un alleato è Andrea Mecozzi, senior Sourcer – mestiere che verrà esplorato più avanti, ben distinto da quello di trader – tra i fondatori della rete d’impresa Cacao Solution, unione tra la piattaforma Chocofair e l’azienda di import Cacao Motum, società fondata da Beatrice Rosa, che si occupa di far arrivare cioccolato finito d’eccellenza da tutto il mondo in Italia.

Questa è la prima parte di una serie di puntate in compagnia di Andrea Mecozzi

Mecozzi racconta: “Da consulente di processo, negli ultimi 10 anni, ho curato l’apertura e il miglioramento di impianti di cioccolato Bean to Bar in Costa d’avorio, in Togo e in Colombia, realtà destinate alla realizzazione di prodotti per i mercati locali e per aumentare gli strumenti di analisi sensoriale in mano agli operatori. Quando le aziende nate hanno fatto un salto di livello sulla qualità del prodotto finito, abbiamo pensato che fosse il momento giusto di farle entrare in un mercato più maturo a dei prezzi differenti.

Li è nata la collaborazione con Cacao Motum, per garantire l’import sul mercato europeo del cioccolato finito prodotto nei Paesi cacaoteri”.

Come si è arrivati a Cacao Solution?

“Dopo qualche test sui mercati di nicchia, ad un certo punto l’azienda che organizza Eurochocolate, mi ha contattato per costruire un’area commerciale di Bean to Bar internazionale che portasse al grande pubblico italiano questa realtà “nuova”. È stato in quel momento che abbiamo deciso fosse arrivato il momento del battesimo di fuoco per Cacao Solution.

La rete d’impresa è il frutto della collaborazione tra Cacao Motum, specializzata nell’import e la distribuzione del prodotto finito raffinato, e della mia esperienza di sourcer sul terreno a contatto con i primi produttori di cioccolato Bean to Bar in Africa e Sud America. Ci siamo uniti per comunicare l’eccellenza e far incontrare i due estremi della filiera.

Oggi anche grandi professionisti del food vogliono capire le variazioni della tostatura nel cacao, cosa cambia nel processo di produzione del cioccolato, come usare e riconoscere la materia prima d’eccellenza, e come rileggere i propri prodotti senza limitarsi ai semilavorati di grande livello. Lavorare con una rete mi permette di poter dare esempi tangibili a coloro che formo tra le élite della gastronomia, gelateria e pasticceria su questi temi di eccellenza.”

Quindi di che si occupa Cacao Solution, con quali obiettivi e chi coinvolge?

“Tecnicamente Cacao Solution è una rete di impresa nata tre anni fa. Sfruttando in parte l’esperienza sviluppata con la mia piattaforma aziendale, Chocofair, già in attività dal 2013 e attraverso la quale continuiamo a fornire i nostri servizi di counseling e sourcing a professionisti e industrie lungo tutta la filiera del cacao, e in parte grazie alla specializzazione di Beatrice Rosa e del team Cacao Motum nell’importazione dei migliori prodotti Bean to Bar da tutto il mondo.

È da tanto che sosteniamo tutte le realtà che trasformano il cacao alle origini e questo resta l’obiettivo anche di Cacao Solution: migliorare la supply chain dal punto di vista qualitativo e nella creazione di logistica sinergica verso i mercati maturi”.

Ma perché l’Italia è un Paese di grandi trasformatori di cioccolato ma non di consumatori?

“Bisogna fare un passo indietro e analizzare il mercato italiano da una prospettiva storico-culturale che spesso la gente ignora e si è persa nel tempo.

La manifattura italiana del cioccolato, prima del Covid, è stata per lungo tempo la seconda in Europa con volumi vicini alle 700mila tonnellate di prodotto finito. Ovviamente all’inizio della mia carriera mi sono chiesto anch’io per primo le ragioni per cui gli italiani non siano grandi consumatori di un prodotto che rappresenta un’eccellenza del made in Italy, e sono giunto alla conclusione che ci sono 2 motivazioni principali.

La prima è storica: l’Italia è stata la prima produttrice di cioccolato raffinato europea, ma gli italiani non lo sanno.

Il cioccolato nasce dall’altra parte del mondo col nome di El chocolate, l’aggiunta di zucchero all’acqua amara di cacao (Xocoatl), che viene codificata dagli spagnoli nel 1595 in Messico a Oaxaca.

Questo mix di due ingredienti, impastati insieme e solidificati per essere dosati e pronti allo scioglimento in acqua o latte, che tecnicamente somiglia molto al ben noto cioccolato di Modica, nasce con una proporzione di 50% massa di cacao e 50% zucchero senza star troppo a valutare il sapore.

Sotto questa forma El Chocolate arriva e si diffonde nei vari territori controllati dagli spagnoli o in stretta relazione con essi. Le zone della penisola italiana con tali caratteristiche, dal Sud alla Lombardia, da Firenze al Piemonte erano molte: noi siamo stati quindi tra i primissimi a conoscere questo nuovo prodotto.

Dato poi che in Sicilia veniva prodotta la canna da zucchero, e che la diffusione passava attraverso la forza commerciale delle varie Repubbliche marinare, questo ci ha permesso di conoscere gli usi dello zucchero prima di altri e, con l’arrivo del Chocolate, abbiamo iniziato ad applicare migliorie importanti al prodotto realizzato dagli spagnoli con le competenze che già c’erano sull’utilizzo dello zucchero in altri prodotti.

In questo modo in Italia nasce la “Squisita gentilezza” di Francesco Redi, codificata nel Bacco in Toscana, pubblicato nel 1685. Si pensi che per tutto il ‘700, chi voleva imparare a produrre cioccolata raffinata, doveva venire nella Penisola, sia nei laboratori delle famiglie nobiliari delle capitali mercantili, sia nei monasteri del Papato; arrivavano curiosi e studenti dalla Francia, dalla Germania, dall’Inghilterra, dalla Svizzera per apprendere una tecnica superiore nella produzione della bevanda a base di cacao e aromi naturali.

All’epoca però il cacao era poco e costava molto averlo, da qui ne deriva che il cacao fosse un cibo per i nobili e le classi agiate, mentre il caffè, arrivato a Vienna con gli Ottomani si diffonde facilmente nella classe della borghesia lombardo-veneta. Con l’unità d’Italia, realizzata dalla borghesia, le Case della cioccolata (che servivano i nobili) vengono convertite in Caffé (per la borghesia) e la bevanda nera sostituisce il cibo degli dei.
Questa è la prima ragione dietro alla nostra tradizione come trasformatori, ma non consumatori.

La seconda invece è la seguente: l’Italia per motivi storici ha rotto i suoi legami con i Paesi di approvvigionamento quando si dissolve l’Impero spagnolo e con le due guerre mondiali, la rete alternativa che si era costruita con le origini, si spezza e le imprese che lo lavoravano spariscono. Facendo sparire il cioccolato artigianale dalla tradizione identitaria.

La cioccolateria italiana nella nostra memoria nasce nel secondo dopo guerra, con l’industrializzazione di grandi gruppi come Ferrero e Perugina, che hanno avuto l’intuizione e la capacità di elevare dei prodotti poveri a base di cacao – l’Italia era ridotta in ginocchio nella fase post bellica – al largo consumo. Di contro ci siamo persi l’élite.

Con l’industrializzazione siamo diventati dei forti trasformatori di prodotto finito da materia semilavorata grezza, questo non ha permesso di sviluppare un legame con la materia prima e ha tolto molta dell’identificabilità nel prodotto finale, riducendo i volumi di consumo interno.

Però siamo sia costruttori di macchine molto avanzate – le stesse usate per mandorle, nocciole e pistacchio – sia grandi manifattori di cioccolato.”

A seguire la seconda puntata dell’intervista ad Andrea Mecozzi.