giovedì 18 Dicembre 2025
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Guido Sicuro Musetti parla dopo HostMilano 2025: “Nel caffè serve più cultura, più trasparenza e una filiera pronta alle sfide globali”

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Guido Sicuro Musetti
Guido Sicuro Musetti presidente Caffè Musetti Spa

PONTENURE (Piacenza) – La conversazione con Guido Sicuro Musetti, Presidente del Gruppo Musetti S.p.A, dopo HostMilano 2025, parte dalla cultura e dall’attualità del chicco mentre il lavoro della torrefazione procede senza soste. Con l’inevitabile confronto tra caffè e vino che condividono più di quanto si pensi perchè richiedono attenzione alla qualità, conoscenza delle origini e competenze di assemblaggio.

Eppure, mentre la cultura del vino è ampiamente diffusa tra i consumatori, quella del caffè rimane limitata e poco accessibile. Molti ignorano le differenze tra Arabica e Robusta, o non conoscono il percorso del chicco dalla drupa alla tazzina.

Ma, naturalmente, si è parlato anche d’altro, sempre attorno al caffè e all’espresso.

Musetti

Guido Sicuro Musetti: «È un tema vero, che fa riflettere. Il caffè ha similitudini fortissime con l’uva, benché si tratti di prodotti botanicamente diversi. Nel caffè e nel vino si lavora sugli assemblaggi. Io stesso ho una piccola azienda agricola che produce vino e realizza un Brut Champenoise in purezza: così vedo bene le analogie.» Aggiunge Musetti: «Sono prodotti agricoli. Il meteo incide molto. Le annate, le gelate, il clima determinano qualità e quantità di uva e caffè. Ma questa variabilità è percepita molto meno nel caffè rispetto al vino.»

Musetti
La pubblicità Musetti Group sul Corriere della Sera

E sul fronte della cultura del prodotto?

Musetti non accampa giustificazioni: «Qui siamo davvero indietro. Sarebbe bello che i torrefattori aprissero di più ai consumatori, come i vignaioli. Il problema è che molti non hanno nel dna l’idea di aprire le aziende. C’è una riservatezza storica, una protezione delle ricette, delle miscele, delle tecniche. Ma questo frena la diffusione della cultura del caffè.»

Lo stabilimento Musetti a Pontenure (Piacenza)
Lo stabilimento Musetti a Pontenure (Piacenza)

Quando mostrate il caffè crudo ai visitatori in torrefazione, che reazioni incontrate?

Musetti: «Stupore. La maggior parte delle persone non ha mai visto un chicco verde-giallognolo e non immagina che non abbia profumo. Da lì si parte per raccontare che il caffè è una drupa, con una ciliegia e due chicchi, o uno, nel caso del caracolito.»

a facciata della sede Musetti spa che è stata illuminata con i colori della bandiera italiana per infondere coraggio ed esprimere vicinanza a tutto il Paese.
La facciata della sede Musetti spa a Ponetnure (Piacenza) che nel 2020 era stata illuminata con i colori della bandiera italiana per infondere coraggio ed esprimere vicinanza a tutto il Paese durante il Covid

Il Gruppo Musetti però si definisce più aperto rispetto alla media del settore.

Musetti: «Sì, noi siamo sempre stati open. Accogliamo studenti in stage, appassionati, teniamo corsi interni ed esterni. Abbiamo un’Academy storica che si occupa di formazione. Ma come settore dovremmo ampliare di più questo approccio: farebbe crescere la cultura del caffè e avvicinerebbe le persone al prodotto.»

Una ricerca relativa al 2025, e riportata da un’agenzia di stampa europea, ha rivelato che il 64% degli italiani crede che il caffè sia coltivato in Italia. E tra i giovani 18-24 anni, il 42% ha la stessa convinzione. Che impressione le fa?

Una veduta dall'alto della torrefazione Musetti a Pontenure alle porte di Piacenza
Una veduta dall’alto della torrefazione Musetti a Pontenure alle porte di Piacenza

Musetti: «Mi preoccupa. È un dato sorprendente e fa riflettere su quanto sia limitata la conoscenza del prodotto. Manca cultura dell’informazione, manca divulgazione e, purtroppo, manca anche da parte nostra — noi torrefattori — una sufficiente volontà o capacità di far conoscere il caffè.»

E gli adulti?

Musetti: «Solo un po’ meglio. La convinzione che il caffè sia coltivato in Italia è quasi generale. Mi viene in mente una battuta del film “Lui è peggio di me” dove uno dei due personaggi dice: “Ho sempre visto le pere nelle cassette, non pensavo crescessero sugli alberi”. Siamo più o meno a quel livello.»

Ma in Sicilia stanno nascendo micro-sperimentazioni.

Musetti: «Sì, per effetto della tropicalizzazione del clima ci sono piccoli tentativi anche in Italia. Ma sono episodi sporadici: non possiamo parlare di un’industria nazionale.»

Uno stand in una Fiera di settore del Gruppo Musetti

Qual è il bilancio del Gruppo Musetti per HostMilano 2025?

Musetti: «Molto positivo. HostMilano è la manifestazione che più valorizza i nostri investimenti nella comunicazione. Tutti i clienti attivi sono venuti a trovarci e abbiamo sviluppato contatti nuovi, italiani ed esteri. È una fiera impegnativa per i costi, ma strategica. Parteciperemo anche alle prossime edizioni.»

Ha citato il “Gruppo Musetti”. Cosa include oggi il perimetro?

musetti
L’Academy Musetti a Pontenure (Piacenza)

Musetti: «Ci definiamo Gruppo da circa un anno. Nel 2020 abbiamo concluso l’acquisizione al 100% della Bonomi Caffè Milano 1886. Inoltre abbiamo integrato due piccole reti commerciali in Lazio e Toscana. Oggi siamo ufficialmente Gruppo Musetti S.p.A.»

Il Gruppo crescerà ancora per acquisizioni

Musetti: «Non nell’immediato. Siamo in piena fase di consolidamento. La gestione del prezzo del caffè e la qualità richiedono tutte le nostre energie. Se emergeranno opportunità le valuteremo. Ma oggi non ci sono operazioni straordinarie all’orizzonte.»

Il settore sta vivendo una crisi lunga e complessa.

Musetti: «È iniziata nel 2020 con il Covid. I consumi nel pubblico esercizio sono tornati alla normalità solo a fine 2023. E subito dopo sono arrivati il caro energia e l’esplosione dei prezzi della materia prima. Cinque anni davvero complessi.»

Quanto hanno inciso i prezzi attuali di Arabica e Robusta?

Musettti coffee academy
Una vista degli interni della Musetti Coffee Academy di Pontenure (Piacenza)

Musetti: «Molto. L’Arabica ha toccato i 430 dollari di Borsa, la Robusta è arrivata oltre i 5.000 dollari alla tonnellata nei picchi. Ora siamo un po’ sotto, ma i livelli restano altissimi.»

E i consumi nei bar?

Musetti: «Giù di 2-3 punti. I consumi domestici sono aumentati, complici macchinette, monoporzionato e acquisti online. Durante la pandemia tutti compravano caffè da casa e l’abitudine è rimasta.»

Avete ritoccato i listini

Banner Musetti Sigep 2020
Musetti Sigep 2020

Musetti: «Tra fine 2024 e per tutto il 2025 i ritocchi dei listini per i bar sono stati almeno  tre. Il caffè si paga in anticipo, quindi l’impatto finanziario è notevole causa saldi poco solleciti. Ma in Italia esiste una barriera psicologica sul prezzo dell’espresso: toccarlo equivale quasi a mettere le mani nel portafoglio degli italiani.»

E il prezzo della tazzina resta tra i più bassi al mondo

Musetti: «Esatto. Nel resto del mondo paghi l’equivalente di due o tre euro, anche cinque. In Italia ancora 1,30-1,50. È un prezzo rimasto fermo troppo a lungo. Si deve accettare che il mondo cambi. E la tazzina deve adeguarsi.»

La locandina della tappa dei campionati italiani presso la Musetti Academy di Pontenure (Piacenza)
La locandina della tappa dei Campionati italiani 2018 presso la Musetti Academy di Pontenure (Piacenza)

Il settore è in fermento, alcune torrefazioni hanno spento il sito e staccato il telefono

Musetti Coffee Academy
L’Academy durante un corso

Musetti: «C’è molto fermento. Anche perché altre torrefazioni vengono acquisite. Il settore era estremamente frammentato. Le crisi degli ultimi anni lo stanno ridisegnando. La figura del torrefattore piccolo, artigianale, tenderà a ridursi, lasciando spazio a gruppi più strutturati.»

Gli stabilimenti di Pontenure vicino a Piacenza e Binasco a Milano resteranno entrambi attivi?

Musetti: «Sì. Li abbiamo lasciati volutamente separati. Binasco — acquisito con Bonomi — ha una capacità produttiva elevata ed è utile anche come backup. Pontenure resta il cuore storico della produzione Musetti.»

State investendo sugli impianti?

Musetti
Caffè speciale per la Moka

Musetti: «Abbiamo aggiornato tutte le linee per le cialde e inserito nuovi impianti IMA per il confezionamento. Le cialde E.S.E. da 7 grammi, compostabili e in carta filtro, sono un prodotto strategico. Inoltre stiamo valutando nuove selezionatrici ottiche: la qualità della materia prima è peggiorata e servono controlli sempre più accurati.»

E le cialde continuano a crescere

«Danno ottimi risultati. Le consideriamo superiori alle compatibili Nespresso: sono compostabili, ecologiche, standardizzate e con un profilo qualitativo costante.»

Musetti parliamo di EUDR, la nuova normativa europea anti-deforestazione

Musetti: «È una normativa impegnativa, ma dobbiamo adeguarci.»

Quali impatti avrà sui costi e sui prodotti Musetti e Bonomi?

caffè musetti academy luigi lupi
Il marchio della Casa

Chiarisce Musetti: «Aumenteranno i costi interni: dovremo rafforzare uffici qualità e controllo. E potremmo avere meno disponibilità di alcune monorigini, perché alcune zone potrebbero risultare non idonee. E trovare origini alternative con le stesse caratteristiche non sarà semplice.»

Prodotti Musetti e Bonomi. Cosa rappresentano oggi i due marchi?

Musetti
La locandina di Musetti per gli eventi del 1° ottobre

Musetti precisa: «Bonomi Milano 1886 è un valore aggiunto, essendo la quarta torrefazione più antica d’Italia con Milano nel marchio. Le miscele storiche Bonomi sono intatte. Sul fronte Musetti abbiamo lanciato il caffè Rainforest, presentato a Host 2025: una miscela certificata, di altissima qualità, sulla base di criteri ambientali e sociali rigorosi. È il nostro lancio più importante dell’anno.»

Musetti, avete quattro flagship store. Qual è la strategia?

Lo store della Torrefazione Musetti
Uno store della Torrefazione piacentinai

«I negozi sono tre a Piacenza e uno ad Alassio, in Liguria. Avvicinano il brand al consumatore. Vendiamo miscele Musetti e Bonomi macinate al momento, prodotti dolciari selezionati e articoli correlati. Sono spazi molto curati, che invitiamo a scoprire anche online.»

Lo store della Torrefazione Musetti a Pontenure alle porte di Piacenza
Uno degli store della Torrefazione nel centro storico di Piacenza

E l’e-commerce oggi quanto pesa?

Il negozio online della Torrefazione caffè Musetti
Il negozio online della Torrefazione di Pontenure

Musetti è analitico: «Pesa il 15-20% del fatturato. Abbiamo investito sul nostro shop diretto, riducendo la dipendenza da marketplace come Amazon che offrono visibilità ma comportano costi elevati. Gestiamo internamente l’e-commerce, con comunicazione attiva sui social. La vendita al dettaglio si giocherà sempre più online: continueremo a investire.»

La scheda sintetica del Gruppo Musetti S.pA: fatturato a 50 milioni

Il fatturato stimato del 2025 sfiorerà i 50 milioni con un Ebitda attestato intorno al 11-12%. Il portafoglio clienti è  legato a oltre 4.000 esercizi tra bar, ristoranti e alberghi. Per sostenere il proprio processo di crescita, il Gruppo Musetti ha stanziato per i prossimi 5 anni ingenti risorse, convinto che potranno generare un valore esponenziale nel costruire una realtà nazionale di primo livello.

Musetti Bonomi
Il dettaglio della storia di Caffè Musetti e Caffè Bonomi 1886

Caffè Bonomi Spa è stata fondata nel 1886 in Conca del Naviglio a Milano da Federico Bonomi, titolare di una drogheria in via dei Fabbri. L’azienda negli anni Ottanta
ha trasferito la sua sede a Binasco (Milano). Caffé Bonomi ha chiuso il 2019 con 10,3 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 1,4 milioni e un debito finanziario netto di 2,66 milioni.

HOST 2015
Il Gruppo Musetti aderisce al CSC

 

 

 

 

 

 

Donato Pensa, NKG Bero Italia, su Coffee Culture: “Grande successo: l’agenda completa dei corsi 2026 disponibile a breve”

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La copia zero nelle mani dell'illustratore Francesco Zorzi (immagine concessa)

Donato Pensa, co-manager di NKG Bero Italia, parla dell’evoluzione del progetto Coffee Culture a nove mesi dalla sua inaugurazione (ne abbiamo parlato qui). Leggiamo di seguito le sue considerazioni.

A 9 mesi dalla sua inaugurazione come sta andando il progetto Coffee Culture?

“Globalmente siamo davvero molto soddisfatti. I corsi SCA e i workshops stanno avendo parecchie adesioni, soprattutto sull’ultimo trimestre del 2025”.

Il logo di Coffee Culture (immagine concessa)

Qualche tema che ha destato particolare interesse?

“Al momento i due workshops che hanno avuto il maggior numero di adesioni sono stati “Lavorare in Basket” e “Dietro le quinte dei Futures”. Del secondo abbiamo addirittura dovuto replicare la data per dar modo a tutti di partecipare, visto che limitiamo queste giornate a 10, massimo 12 persone, per garantire a tutti un’esperienza realmente interattiva”.

Avete già un programma per il 2026?

“Per quanto riguarda i corsi SCA l’agenda è già stata definita; ripartiremo con il modulo base (“Foundation”) sull’analisi del caffè verde e sull’analisi sensoriale, rispettivamente a Gennaio e Marzo. Per i workshop manderemo questa settimana il calendario del primo semestre 2026. Fra gli altri, avremo due focus su paesi di origine, Brasile e Etiopia, e due “new entry” che riguarderanno le procedure di un laboratorio qualità e i caffè convenzionali meno conosciuti”.

l dietro le quinte del corso sui Futures a Coffee Culture (immagine concessa)

Ci sono altri eventi e/o progetti legati alla promozione della conoscenza sulla filiera del caffè verde?

“Innanzitutto abbiamo dato disponibilità alle associazioni di settore di realizzare dei webinar su alcune delle tematiche trattate durante i nostri workshop. In attesa di lanciarci nel 2026 su scuole e università, eventualmente anche musei, un altro progetto a cui teniamo moltissimo è un’illustrazione che ha realizzato Francesco Zorzi (https://www.francescozorzi.it), artista di caratura internazionale e responsabile del dipartimento di communication design dell’Università SRISA.”

Raccontateci qualcosa di più di questa illustrazione…

“Questa illustrazione, realizzata in occasione dei 60 anni di Bero Italia, racconta attraverso una storia quelli che sono i passaggi principali della produzione agricola di caffè. Si tratta di una filiera molto complessa e con un altissimo potenziale in termini di story-telling, ciò nonostante le indagini statistiche dimostrano quanto sia poco conosciuta da parte del consumatore finale.

Speriamo che questo tipo di iniziative, soprattutto se non autoreferenziali, si possano moltiplicare in futuro e diffondersi attraverso diversi canali, in un contesto in cui la valorizzazione del prodotto è diventata cruciale”.

Avete previsto la stampa su larga scala?

” Al momento abbiamo realizzato solamente un’edizione limitata di poche copie. Tuttavia siamo disponibili a valutare un’estensione della licenza con l’artista se qualcuno desiderasse riceverne delle copie da regalare ai propri clienti. Non neghiamo che sarebbe davvero bello, e forse anche utile, vedere appesa nei bar una storia che racconta l’immenso lavoro dietro ad ogni chicco di caffè verde…”

Cina: i consumi pro capite più che raddoppiati dal 2016, un mercato da 36 miliardi in forte crescita ma che evita i marchi occidentali

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bar cinesi cina caffetterie a marchio
La bandiera della Repubblica popolare cinese

MILANO – I consumi di caffè della Cina continuano a crescere: Usda li calcola in oltre 6 milioni di sacchi, da poco più di 2 milioni all’inizio del decennio trascorso. Più prudente l’Ico, che li stimava, 2 anni fa, attorno ai 3 milioni di sacchi. Secondo Mintel, il consumo annuo pro capite annui è stato pari, nel 2024, a 22,24 tazze all’anno, da meno di 10 tazze nel 2016. Intanto il valore dell’industria cinese del caffè è lievitato – secondo il ministero dell’agricoltura e degli affari rurali – a 300 miliardi di yuan: 36,6 miliardi di euro.

I margini di crescita – considerando l’esiguità dei dati assoluti – sono ancora enormi.

E a trainare la crescita, a differenza di un tempo, non sono più soltanto i giovani delle metropoli – come Pechino, Shanghai, Shenzhen o Guangzhou – ma consumatori di uno spettro di età molto più ampio.

Dai giovanissimi, alla fascia dei quarantenni e cinquantenni, sino agli ultrasessantenni, oggi molto meno tradizionalisti e molto più aperti alle novità rispetto a un tempo.

Anche per questo, gli analisti osservano che gli scenari di crescita in Cina – più che all’allagamento della base demografica dei consumatori – guardano oggi alla specificità delle diverse categorie, cercando di metterne a fuoco caratteristiche e tratti specifici.

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DVG De Vecchi sponsor tecnico della finale del Master Coffee Grinder Championship

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DVG De Vecchi sponsor della finale del Master Coffee Grinder Championship 2025 (immagine concessa)

CORNATE D’ADDA (Monza Brianza) – DVG De Vecchi, storica azienda italiana specializzata nella realizzazione e distribuzione di componenti per macchine da caffè professionali, conferma il suo impegno al fianco dei professionisti della macinatura in qualità di sponsor tecnico della finale nazionale del Master Coffee Grinder Championship 2025.

L’evento, in programma sabato 29 novembre al Mercato Centrale di Torino, si terrà nell’ambito di Coffee Reload, la rassegna dedicata alla cultura dell’espresso e dello specialty coffee.

DVG De Vecchi è riconosciuta a livello internazionale come punto di riferimento per la produzione e la commercializzazione di componenti e ricambi professionali destinati all’industria del caffè.

Con un magazzino in continua espansione e una produzione interna specializzata, l’azienda supporta costruttori, tecnici e operatori del settore offrendo soluzioni affidabili, personalizzate e orientate alla qualità.

Essere sponsor tecnico del Master Coffee Grinder Championship significa per DVG affiancare baristi e professionisti in un momento in cui la macinatura diventa protagonista.
Durante l’evento, l’azienda offrirà supporto tecnico e consulenza, portando con sé uno dei valori che più la caratterizzano: la ricerca costante di soluzioni innovative per migliorare qualità e precisione nel mondo del caffè.

In questo percorso si inserisce anche TechUp, il sistema sviluppato da DVG per monitorare in tempo reale parametri fondamentali come pressione e temperatura all’interno delle macchine da caffè.

Uno strumento concepito per aumentare affidabilità e performance, che ben rappresenta l’approccio dell’azienda: unire competenza tecnica, progettazione avanzata e attenzione alla qualità dell’estrazione.

La partecipazione di DVG De Vecchi (immagine concessa)

La partecipazione alla finale del MCGC2025 ribadisce la filosofia di DVG De Vecchi: promuovere la cultura tecnica del caffè, sostenere i professionisti e investire in tecnologie che innalzino gli standard del settore.

La competizione del 29 novembre sarà uno dei momenti più attesi di Coffee Reload, con baristi e giudici impegnati in prove che metteranno al centro conoscenza e precisione nella macinatura. Un terreno ideale per il contributo di un’azienda come DVG De Vecchi.

Amsterdam, Massimiliano Marchesi racconta il nostro Espresso: cultura, storia e degustazione alla settimana della cucina italiana nel mondo

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Intervento di Massimiliano Marchesi durante la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo ad Amsterdam (immagine concessa)

In occasione dell’appuntamento annuale dedicato alla promozione dell’eccellenza gastronomica tricolore, l’Ambasciata d’Italia all’Aia e l’Ufficio ICE/ITA del Benelux hanno acceso i riflettori sul caffè espresso come simbolo identitario del Made in Italy. Leggiamo in seguito le parole di Massimiliano Marchesi, Coffee Trainer, a riguardo.

L’Espresso Italiano protagonista ad Amsterdam: cultura, storia e degustazione alla Settimana della Cucina Italiana

di Massimiliano Marchesi

AMSTERDAM (Olanda) – Nell’ambito della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, l’Ambasciata d’Italia all’Aia e l’ufficio ICE/ITA del Benelux hanno celebrato ad Amsterdam il caffè espresso italiano come simbolo della cultura gastronomica nazionale. L’evento, svoltosi l’11 novembre lo showroom dell’azienda SMEG ad Amsterdam, è stato realizzato in collaborazione con SMEG e con il supporto tecnico della Guida dei Caffè e delle Torrefazioni d’Italia, partner della campagna “Italian Coffee Style” promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

L’iniziativa ha visto la partecipazione di numerosi ospiti, tra cui rappresentanti delle istituzioni italiane e olandesi, giornalisti, operatori del settore food & beverage e appassionati del Made in Italy.

Il pubblico ha accolto con interesse e curiosità l’opportunità di approfondire la cultura del caffè espresso italiano, esplorandone la storia, la tecnica di preparazione e le sue potenzialità sensoriali.

L’evento si è aperto con il benvenuto di Matthijs de Rooij, CEO di SMEG Paesi Bassi, che ha accolto con entusiasmo i circa 150 ospiti presenti, tra cui diplomatici, rappresentanti istituzionali, e numerosi stakeholder locali.

A seguire, l’Ambasciatore d’Italia all’Aia, Augusto Massari, ha sottolineato nel suo intervento il valore strategico del patrimonio gastronomico italiano, definendolo una leva fondamentale per la nostra economia e un elemento identitario da promuovere con forza anche all’estero. Occasioni come questa – ha ricordato – offrono l’opportunità di diffondere la cultura del gusto italiano in contesti dove è ancora poco conosciuta, contribuendo così a rafforzare l’immagine dell’Italia nel mondo.

Il programma è poi proseguito con l’intervento di Tindaro Paganini, Direttore dell’Ufficio ICE/ITA del Benelux, che ha ricordato, numeri alla mano, l’importanza dell’interscambio commerciale tra Italia e Paesi Bassi sottolineando il supporto dell’ufficio ICE/ITA del Benelux ai processi di internalizzazione delle aziende italiane nel mercato olandese.

Conclusi i discorsi introduttivi, l’evento è entrato nel vivo con uno showcooking dal forte impatto simbolico: la preparazione dei tortellini di carne secondo la ricetta tradizionale emiliana, a cura degli chef Giuseppe Tarantino e Lucia Antonelli.

I tortellini, conditi con una crema al Parmigiano Reggiano, sono stati serviti agli ospiti, offrendo loro un assaggio autentico della cucina regionale italiana, emblema di tradizione, artigianalità e qualità.

Italia: valorizzazione del patrimonio culturale attraverso il caffè

A chiudere l’evento è stato il mio intervento dedicato alla valorizzazione del patrimonio culturale del caffè italiano. Ho aperto il mio discorso con un breve excursus storico sulla scoperta della pianta di Arabica in Etiopia, narrando la celebre leggenda del pastore Kaldi, che osservando l’energia dei suoi animali dopo aver mangiato le bacche di una pianta sconosciuta, avrebbe inconsapevolmente dato inizio alla lunga storia del caffè.

Da lì, il rito del caffè si è diffuso prima nella Penisola Arabica, poi nell’Impero Ottomano, fino ad arrivare in Europa, dove ha dato origine alle prime coffee houses. Tra queste, il Caffè Florian di Venezia, inaugurato nel 1720 con il nome di Alla Venezia Trionfante, rappresenta uno dei simboli storici di questa evoluzione.

La seconda parte dell’intervento ha messo al centro l’espresso italiano, protagonista assoluto della cultura contemporanea del caffè. Ho ripercorso le tappe fondamentali della sua evoluzione, dalla comparsa della prima macchina per espresso, realizzata nel 1901 da Luigi Bezzera, passando per la rivoluzione delle macchine a leva di Gaggia, fino all’introduzione della celebre Faema E61, che ha segnato l’inizio dell’era moderna dell’espresso e ispirato tutte le macchine attuali.

Un approfondimento particolare è stato dedicato al rito sociale dell’espresso in Italia: come, quando e perché lo beviamo. In Italia, l’espresso è molto più di una bevanda, è un gesto quotidiano, un’abitudine culturale e sociale, un vero e proprio pretesto per incontrarsi, per conversare o per condividere momenti importanti. È un simbolo identitario che accompagna ogni italiano, ogni giorno.

Ho infine dedicato l’ultima parte della mia presentazione alla moka, l’iconica caffettiera inventata da Alfonso Bialetti, che ha rivoluzionato la preparazione del caffè nelle case italiane a partire dalla metà del Novecento.

La moka, ancora oggi simbolo del Made in Italy e molto riconoscibile anche all’estero, ha rappresentato per decenni il principale metodo di preparazione domestica del caffè, offrendo un risultato simile all’espresso, prima dell’avvento delle capsule e delle macchine da caffè domestiche.

Tre degustazioni diverse

La serata si è conclusa con una degustazione di tre caffè espresso: le miscele che ho scelto, tutte composte da 100% Arabica, sono state selezionate per offrire ai partecipanti un’esperienza sensoriale variegata e coinvolgente.

La prima dal nome Golden Sack, è una miscela in cui prevale l’Arabica brasiliana, caratterizzata da una dolcezza marcata e da aromi di miele, biscotti da forno e cereali.

La seconda, Organic Coffee, presenta un profilo più fresco e sottile, un caffè equilibrato, in cui una piacevole acidità si fonde con una leggera nota amara, offrendo eleganza e pulizia al palato.

Infine, Mama Africa è una miscela di Arabica provenienti da diversi paesi africani, tostata più scura per esaltare un corpo pieno e una lunga persistenza aromatica con una spiccata nota di liquirizia fresca nel finale.

Le tre miscele, volutamente molto diverse tra loro per origine, tostatura e profilo sensoriale, sono state scelte per far sperimentare agli ospiti la straordinaria varietà di flavore che l’espresso può offrire, tra differenze tattili, aromatiche e gustative.

In abbinamento è stato servito un altro grande simbolo della pasticceria italiana. i cannoli siciliani preparati con una crema alla ricotta e caffè, perfetti per completare con dolcezza il percorso degustativo.

Esperienze come questa confermano il potenziale straordinario del caffè come strumento di promozione del Made in Italy e aprono la strada a nuove opportunità di collaborazione e internazionalizzazione.

Massimiliano Marchesi

PiantiAmo il Futuro: con Nescafé 500 alberi piantati in anticipo grazie a un impegno condiviso

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PiantiAmo il Futuro: Nescafé celebra la Giornata Nazionale degli Alberi (immagine concessa)

MILANO – Prendersi cura dei luoghi dove viviamo attraverso piccoli e grandi gesti è il primo passo verso un futuro più sostenibile. Con questo spirito, Nestlé Professional, attraverso il brand di caffè Nescafé, prosegue il percorso del progetto “PiantiAmo il Futuro: un albero per ogni macchina del caffè che rinasce”, nato nel 2023 con l’obiettivo di piantare 500 alberi in 5 anni.

Un traguardo che oggi è stato raggiunto con due anni di anticipo, segno tangibile dell’impegno di Nestlé Professional e dei partner coinvolti. Un risultato che dimostra come la collaborazione tra impresa, istituzioni e territorio possa tradursi in azioni concrete di rigenerazione ambientale.

L’iniziativa, che si conclude quest’anno, invita le strutture alberghiere a unirsi a questo cambiamento concreto: per ogni macchina del caffè revisionata e rimessa in uso, scelta al posto di una nuova, Nescafé dona e pianta un albero. Un gesto semplice che diventa un simbolo di sostenibilità condivisa e di attenzione al territorio.

Un percorso che cresce: da Milano a Ferrara, fino al cuore verde d’Italia

Nel 2023 sono stati piantati 100 alberi nell’area Balossa del Parco Nord Milano, primo passo di un progetto

Nel 2024 sono stati donati e piantati 200 tra alberi e piante a Ferrara, lungo la Nuova Darsena e in altre aree verdi della città.

Quest’anno, in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi, venerdì 21 novembre,  il progetto approda nella Riserva Naturale Regionale di Nazzano Tevere Farfa, nel Lazio, dove, in collaborazione con Federparchi e con la Riserva, saranno messe a dimora 300 nuove piante tra lecci, pioppi bianchi e salici presso l’area di Meana e l’alzaia di Torrita Tiberina.

Un intervento che ha l’obiettivo di ripristinare l’habitat naturale danneggiato dalla tempesta dell’estate 2025, in collaborazione con le amministrazioni locali e le istituzioni ambientali del territorio.

 Un impegno condiviso per il futuro

“PiantiAmo il Futuro rappresenta un modello virtuoso di collaborazione tra imprese, istituzioni e territorio – dichiara Paolo Pisano, Marketing Manager Nestlé Professional Bevande. – Siamo orgogliosi di aver raggiunto in soli tre anni un obiettivo che ci eravamo posti in cinque: un risultato che testimonia la forza delle partnership e la volontà concreta di lasciare un segno positivo nei territori in cui operiamo.

Questo progetto, però, è anche parte di un impegno più ampio che ci vede quotidianamente attivi nel promuovere pratiche virtuose lungo tutta la filiera del caffè: dalle coltivazioni nei Paesi d’origine, dove promuoviamo l’agricoltura rigenerativa e supportiamo le comunità di coltivatori, fino alle scelte responsabili legate alle attrezzature per il consumo nei luoghi di lavoro e dell’ospitalità. “PiantiAmo il Futuro” ne è la prova concreta”.

Per Luca Santini, presidente Federparchi: “Iniziative come questa mostrano quanto la collaborazione tra pubblico e privato, tra aziende e territorio, tra aree naturali protette e mondo delle imprese,  sia essenziale per la tutela degli ecosistemi. Ogni pianta messa a dimora oggi è un investimento per le generazioni future.”

Soddisfazione per l’iniziativa anche da Riccardo Luciani, presidente della Riserva Naturale Nazzano Tevere Farfa: “la nostra Riserva si trova a pochi chilometri dalla capitale ed è nostro obiettivo promuovere tutte le attività di conservazione e tutela della biodiversità che coinvolgono anche il mondo delle imprese. Sviluppo sostenibile e protezione dell’ambiente sono due elementi imprescindibili e questo appuntamento serve e rinsaldare questo legame”.

Dal Nescafé Plan 2030 alla realtà italiana

L’iniziativa PiantiAmo il Futuro nasce dalla volontà di portare in Italia i principi del Nescafé Plan 2030, il programma globale di Nescafé che promuove l’agricoltura rigenerativa, contribuisce alla decarbonizzazione del Gruppo Nestlé e sostiene le comunità di coltivatori.

International Coffee Tasting 2025 celebra il caffè: ecco le 21 gold medal

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carlo odello istituto caffè iiac
Carlo Odello, presidente Iiac (immagine concessa)

MILANO – Sono state assegnate le gold medal di International Coffee Tasting 2025, il concorso internazionale del caffè organizzato da Iiac – International institute of coffee tasters, al termine di tre giornate di valutazione sensoriale di prodotti di diverse categorie e da diversi paesi.

Queste le aziende premiate: Altromercato, Beanpulse Coffee Roasters, Caffè Cagliari, Caffè Morandini, Camcaffè, De Quiet, Dersut Caffè, Il Griso, Lavazza, May House, Prinzberg, Torrefazione Caffè Gran Salvador, Torrefazione Caffè Avana, Torrefazione Comense Ticino Caffex, Torrefazione Goriziana.

“International Coffee Tasting si conferma come un banco di prova neutrale e completamente indipendente: anche in questa edizione annoveriamo tra le aziende premiate sia multinazionali sia realtà molto locali – ha commentato Carlo Odello, presidente Iiac – International Institute of Coffee Tasters – Il nostro metodo di valutazione completamente alla cieca, con calibrazione dei giudici sensoriali e validazione statistica dei risultati ci permette di concentrarci solamente sul risultato in tazza, che è poi alla fine ciò che interessa davvero al consumatore”.

Ogni azienda partecipante riceverà il profilo sensoriale del prodotto in concorso e ICT Benchmarks, il nuovo strumento che permetterà alle aziende di comparare le caratteristiche sensoriali dei propri prodotti con quelle delle Gold Medal e di altri prodotti appartenenti alla categoria. Inoltre, i migliori prodotti premiati con la Gold Medal saranno nuovamente in concorso per l’assegnazione delle Platinum Medal.

Sponsor tecnico del concorso quest’anno è stato Eureka, che ha fornito i macinadosatori utilizzati durante le tre giornate, Atom W 75, dotati di sistema di peso brevettato Instant Grind Weighing Technology.

Tutte le Gold Medal di International Coffee Tasting 2025 sono disponibili a: www.internationalcoffeetasting.com

La scheda sintetica di International Institute of Coffee Tasters

Iiac – International institute of coffee tasters è un’associazione senza fini di lucro che vive delle sole quote sociali. È stato fondato nel 1993 con l’obiettivo di mettere a punto e diffondere un metodo scientifico per l’assaggio del caffè.

Dalla sua fondazione Iiac ha svolto centinaia di corsi ai quali hanno partecipato 13.000 allievi da più di 40 paesi nel mondo. Il manuale Espresso Italiano Tasting, edito in italiano e in inglese, è stato tradotto in spagnolo, portoghese, tedesco, francese, russo, giapponese, cinese, coreano e tailandese.

Iiac è dotato di un importante comitato scientifico che pianifica la ricerca per garantire l’innovazione del settore: ne fanno parte docenti universitari, tecnici e professionisti. Ha inoltre filiali dirette in Cina, Corea e Giappone. Maggiori informazioni qui.

 

Montefiore Conca, inaugurato il nuovo Caffè del Teatro Malatesta grazie a Mario Pascucci

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Mario Pascucci sostiene Caffè Teatro Malatesta (immagine Rimini Today)

Nei giorni scorsi ha aperto il nuovo Caffè del Teatro a Montefiore Conca, uno spazio pensato per ritrovarsi, chiacchierare e vivere il teatro anche prima e dopo gli spettacoli. Frutto di collaborazione tra amministrazione comunale e Mario Pascucci, il progetto porta nuova energia al cuore culturale del borgo, trasformando ogni visita in un’esperienza sociale e condivisa. Leggiamo in seguito alcune parti dell’articolo pubblicato su Giornalesm.

Montefiore Conca, il Teatro Malatesta si rinnova: inaugurato il Caffè grazie a Pascucci

MONTEFIORE CONCA (RIMINI) – Uno spazio per la comunità, un luogo per rendere il teatro ancora più vivo e accogliente. A Montefiore Conca è stato inaugurato nei giorni scorsi il nuovo Caffè del Teatro Malatesta, uno spazio rinnovato pensato per accogliere il pubblico prima e dopo gli spettacoli. Il progetto, fortemente voluto dall’amministrazione comunale, è stato realizzato grazie alla decisiva collaborazione con l’imprenditore Mario Pascucci, che ha donato le attrezzature.

A renderlo noto, con una nota, è lo stesso Comune di Montefiore Conca. Al taglio del nastro, oltre ai rappresentanti dell’amministrazione, erano presenti lo stesso Mario Pascucci, amministratore delegato di Caffè Pascucci, e i rappresentanti della Pro loco e della Cooperativa Sociale Ca’ Santino, a testimonianza dell’importanza dell’evento per il tessuto sociale del borgo.

L’obiettivo valoriale

“Questo intervento è una promessa mantenuta”, sottolinea l’amministrazione comunale, “un impegno assunto con la comunità e oggi concretizzato con un servizio che rafforza la vitalità del nostro teatro”.

Il Caffè del Teatro nasce infatti con l’obiettivo di dare nuova energia al gioiello culturale di Montefiore, creando un ambiente funzionale e accogliente dove il pubblico possa incontrarsi, favorendo la socialità e lo scambio di idee.

L’iniziativa rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni pubbliche e imprese private del territorio, confermando la volontà dell’amministrazione di migliorare la fruibilità dei luoghi della cultura.

Per questo, l’amministrazione comunale ha espresso un sentito ringraziamento a Mario Pascucci “per la generosità e la disponibilità dimostrate, contribuendo in modo determinante alla realizzazione del nuovo spazio”.

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Montecitorio: successo per i gelati della buvette, vendute 50 coppette al giorno

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Elvira Tarsitano
Coppetta di gelato

A dispetto del lancio arrivato il 10 novembre, i gelati artigianali stanno riscuotendo successo tra gli onorevoli a Montecitorio. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Francesco Mitridati per Domani.

I gelati a Montecitorio

ROMA – I gelati della buvette di Montecitorio sfidano l’arrivo della stagione più fredda. Sarà la curiosità per la novità, sarà il desiderio di qualcosa di diverso, a dispetto del lancio arrivato il 10 novembre, i gelati artigianali della The Gelatist stanno riscuotendo successo tra gli onorevoli, che si avvicinano con fare curioso per scegliere tra i gusti ora a disposizione.

Nei giorni in cui lavora l’aula della Camera, Domani ha monitorato l’attività di vendita: i gelati acquistati sono oltre cinquanta, coppetta più, coppetta meno. La preferenza è quella di mangiarlo nel pomeriggio, come una merenda. Gusto preferito? Limone in testa.

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Fipe per la Giornata contro la violenza di genere: l’impegno per le imprese

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fipe
Fipe contro la violenza di genere (immagine concessa)

ROMA – Fipe–Confcommercio ribadisce il proprio impegno costante nella lotta alla violenza di genere, a presidio di un tema che la Federazione coltiva quotidianamente attraverso iniziative di sensibilizzazione, formazione e accompagnamento delle imprese.

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne rappresenta un’occasione utile per ricordare il ruolo sociale svolto dal settore e il contributo che i pubblici esercizi possono offrire nel promuovere luoghi sicuri, inclusivi e rispettosi delle persone.

“Il tema della violenza di genere non può essere relegato a una ricorrenza” afferma Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe. “In quanto corpo intermedio autorevole del sistema economico italiano, Fipe non si limita a svolgere funzioni sindacali o di rappresentanza: interpreta un ruolo culturale, educativo e valoriale. Ha saputo riconoscere il valore della scelta imprenditoriale – di un uomo o di una donna – e investire nella crescita delle persone attraverso formazione qualificata, consapevolezza e responsabilità sociale. È in questa visione che si colloca il nostro impegno quotidiano nel sostenere le imprese e nel contribuire alla costruzione di contesti di lavoro sicuri e rispettosi”.

Negli ultimi anni la Federazione ha investito in progetti strutturali come “#SicurezzaVera”, ideato da FIPE e sviluppato in collaborazione con la Polizia di Stato – Direzione Centrale Anticrimine, oggi attivo in circa il 50% dei territori.

Il progetto nasce per sostenere gli imprenditori nella gestione responsabile dei locali, fornendo strumenti concreti e promuovendo una cultura diffusa di rispetto, tutela e prevenzione.

I pubblici esercizi sono, da sempre, luoghi di relazione, prossimità e comunità. La loro forza risiede nella capacità di generare fiducia e di custodire il valore delle persone. È su questa responsabilità che FIPE continua a investire: affinché ogni luogo di lavoro sia anche un luogo di rispetto, e ogni impresa possa contribuire, in modo autentico, a una società più giusta e sicura.