venerdì 21 Novembre 2025
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Fabio Verona: “A Torino più bar e meno persone, l’espresso perde appeal tuttavia il caffè buono, in Italia, esiste ancora”

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Fabio Verona master coffee grinder personale horeca
Fabio Verona

Dopo il talk svoltosi ad Host 2025, Fabio Verona — comunicatore ed esperto del mondo del caffè — ha condiviso con noi un suo approfondimento dedicato all’evoluzione del settore negli ultimi decenni.

Nel suo articolo “Torino, ventotto anni di bar aperti e serrande abbassate: più locali, meno persone e il caffè perde appeal”, Verona parte proprio dalla sua città per raccontare come sia cambiato il modo di vivere il bar e il consumo di caffè in Italia, offrendo una riflessione attuale e ricca di spunti sul presente e sul futuro del comparto.

Di seguito leggete la sua riflessione.

Torino, ventotto anni di bar aperti e serrande abbassate: più locali, meno persone e il caffè perde appeal.

di Fabio Verona

TORINO- A Torino e provincia, nel 1996, c’erano poco meno di 9.000 pubblici esercizi attivi (dati: Archivio Studi CCIAA Torino → “Riepilogo delle imprese registrate per sezioni e divisioni… 1997-2002” (tabella ufficiale). Nella riga H – Alberghi e ristoranti per la Provincia di Torino risultano (imprese registrate): 1997: 8.507; 1998: 8.520), a fronte di una popolazione censita di circa 2.356.000 abitanti (valore ISTAT – fonte: “Popolazione residente per provincia, 1991-2000”, ISTAT, Demo.Istat.it, pubblicazione 2001), quindi circa 261 persone per ogni attività (bambini compresi).

Erano gli anni d’oro, il lavoro era fiorente e le attività andavano a gonfie vele. Io avevo due locali all’epoca. Poi nel 1998 arrivò la riforma Bersani, un testo che – per chi faceva questo mestiere – cambiò tutto: addio al vincolo di distanza tra attività simili, addio al numero chiuso di licenze.

Da un giorno all’altro, aprire un bar o una gelateria non era più un traguardo da conquistare tra burocrazia, esami e concessioni, ma un diritto d’impresa come qualunque altra.

E così la mappa della provincia di Torino si riempì. Tra il 1999 e il 2003, i pubblici esercizi crebbero dell’11,5%, un incremento mai più eguagliato.

Erano gli anni del boom dei locali di quartiere, dei piccoli lounge bar, delle prime catene “american style”.

Nel 2006, la Camera di Commercio ne censiva 10.485: un dato record, un numero che sembrava enorme allora, ma che oggi, nel 2024, fa quasi tenerezza.

Oggi, secondo i dati elaborati da Camera di Commercio di Torino, EBT Torino e InfoCamere, siamo oltre quota 12.000. In meno di trent’anni, un balzo del +36%, mentre la popolazione è scesa da 2,35 milioni (nel 1996) a 2,2 milioni di abitanti.

Meno persone, più locali: una parabola che racconta l’Italia dei consumi e delle abitudini quotidiane molto meglio di qualunque bilancio.

Un locale ogni 132 abitanti in città

Oggi, nel Comune di Torino, i dati dicono che ci sono circa 6.500 pubblici esercizi, e che si arriva a circa 12.000 considerando l’intera città metropolitana.

Tradotto: 1 locale ogni 184 abitanti; se si considera solo la città, 1 ogni 132.
Numeri impressionanti se confrontati con la media europea, dove raramente si supera un esercizio ogni 200–250 abitanti.

In altre parole, mentre la domanda potenziale scendeva del 6–7%, l’offerta cresceva di oltre un terzo.

Un caffè non basta più

Un tempo, il bar era il centro del quartiere: luogo d’incontro, rifugio, sala riunioni, sala giochi, biglietteria non ufficiale…

Oggi è un business frammentato, si beve ovunque e in mille forme, schiacciato da due fronti:

  • da un lato, la moltiplicazione dell’offerta: pasticcerie, panetterie, centri scommesse, tabaccherie, librerie e persino negozi di abbigliamento possono servire un espresso grazie alla liberalizzazione delle licenze di somministrazione “non assistita” («Ai sensi dell’art. 30, comma 5, del D.Lgs. 114/1998…, è consentito il consumo sul posto dei prodotti di gastronomia (…) a condizione che siano esclusi “il servizio di somministrazione e le attrezzature ad esso direttamente finalizzate”.»)
  • dall’altro, la mutazione dei consumi: la pausa caffè fuori casa perde terreno a favore del monoporzionato, delle capsule e dell’espresso “domestico perfetto” grazie alle macchine superautomatiche beans to cup.

Secondo le elaborazioni FIPE più recenti, il consumo di caffè al bar è sceso del 20% rispetto al 2019, mentre il monoporzionato cresce a doppia cifra ogni anno.

Il risultato?
Ogni locale lotta per una fetta sempre più piccola di una torta che non cresce più.

La Pandemia, una ferita ancora aperta

Il biennio 2020–2021 segnato dal covid ha creato una voragine, nella sola provincia di Torino, oltre 700 locali hanno chiuso nel primo semestre del 2020, e molti non hanno più riaperto.

Eppure, paradossalmente, la curva totale degli esercizi di somministrazione non è scesa in modo drammatico: altri ne hanno preso il posto, spesso più piccoli, più flessibili, più “ibridi”.

Come detto in apertura di articolo, secondo i dati ufficiali reperibili in rete nel 2006 vi erano 10.485 attività di somministrazione (pubblici esercizi). Fonte: Camera di Commercio di Torino, report statistico: “I pubblici esercizi in provincia di Torino nel 2006 risultavano 10.485…”.

Mentre nel 2024 vi sono oltre 12.000 attività di somministrazione (pubblici esercizi). Fonte: Ente Bilaterale del Turismo Torino (EBT), manuale “Il pubblico esercizio” (dic. 2024): “In provincia di Torino oltre 12.000 e nel Comune di Torino-città circa 6.500 esercizi.”

Quindi, il saldo 2024 rispetto al 2006 resta positivo: +1.500 unità circa.

Ma non è più il segnale di una crescita sana, quanto di una saturazione del mercato.

Frammentazione dell’offerta, frammentazione della domanda, aumento dei costi anche per chi sostiene le attività.

La liberalizzazione delle licenze ha generato un ecosistema variegato, ma anche una diluizione dell’identità del bar tradizionale.

E la domanda, frammentata a sua volta, non sostiene più tutti.

Chi resiste lo fa con il servizio, la qualità, la specializzazione: torrefazioni con caffè selezionati, locali “esperienziali”, spazi di coworking, mixology bar.

Gli altri arrancano, schiacciati da costi e margini sempre più sottili, e con un potere d’acquisto sempre più ridotto da parte dei consumatori.

E le torrefazioni, che una volta erano ben disposte a elargire attrezzature, sostegno economico e pubblicitario a fronte di consumi che ragionevolmente portavano ad avere un ammortamento dei beni dati in comodato in tempi coerenti, oggi si ritrovano a non avere più quella disponibilità, proprio perché i locali hanno diminuito i consumi e le attrezzature sono sempre più care.

Se a questo aggiungiamo l’impennata del 300% del prezzo del caffè crudo e gli aumenti dei costi di gestione, viene facile comprendere uno dei motivi principali di disaffezione dei clienti all’espresso di molti bar.

Conclusione: una città che ha più bar che clienti

Torino e la sua provincia sono oggi un laboratorio perfetto per capire la parabola dell’Horeca italiana:

  • più libertà d’impresa, ma anche più fragilità economica;
  • più varietà di offerta, ma anche più disorientamento del consumatore;
  • più locali, ma meno persone.

In 28 anni abbiamo assistito a un processo di democratizzazione del caffè, ma anche a una sua banalizzazione.

E se nel 1996 bastava alzare la serranda per avere una clientela fedele, oggi serve visione, identità, e la capacità di dare al cliente ciò che non trova altrove.

Ma il 29 c’è Coffee Reload, giornata dedicata al caffè di qualità

Proprio per questo, a Torino, il 29 novembre presso il Mercato Centrale si terrà COFFEE RELOAD, una giornata dedicata al caffè di qualità e al rilancio del settore, perché in Italia, il caffè buono, esiste ancora.

Fabio Verona

Esplorando Pura SPG425O di Smeg, da Smart Label 2025 Innovation Award: fino a 480 calici all’ora con osmosi inversa

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Pura (foto concessa)
Pura (foto concessa)

MILANO – Smart Label a HostMilano negli anni ha visto crescere la sua rilevanza fino a diventare la più attesa anticipazione internazionale dei trend del fuoricasa, capace di intercettare la direzione in cui si muove a livello globale l’ospitalità in tutte le sue declinazioni.

Tra i progetti premiati nell’edizione 2025, Pura SPG425O di Smeg si è aggiudicata la Smart Label 2025 – Host Innovation Award: qual è la maggiore innovazione di questo strumento?

Arianna Bonomi, Marketing and Communication: “La nuova linea Pura introduce il sistema MyPersonal Wash, che consente di adattare ogni singolo ciclo di lavaggio alle esigenze specifiche del barista e al tipo di bicchiere, garantendo al contempo il pieno rispetto delle più rigorose normative igieniche. Il risultato è sempre lo stesso: stoviglie impeccabili, pronte per un servizio di qualità superiore.
Pura SPG425O da un’altra prospettiva (foto concessa)

Il progetto nasce con una duplice missione: offrire un’esperienza d’uso eccellente per l’operatore e assicurare al tecnico un sistema semplice da installare e da manutenere. In questa direzione, un elemento distintivo della macchina premiata è il sistema di osmosi inversa integrato, unico nel suo genere: invece di essere collocato esternamente, è montato all’interno di un pratico cassetto estraibile.

Questa soluzione intelligente permette di effettuare interventi tecnici senza interrompere il funzionamento della macchina. Il modulo può infatti essere rimosso con facilità e posizionato su un banco di lavoro, evitando al tecnico di operare in condizioni scomode e in spazi ridotti.

Un approccio innovativo e funzionale, che coniuga efficienza, ergonomia e qualità del risultato.”

Quanti baristi richiedono performance di questo tipo, compreso il sistema di osmosi inversa?

“Il sistema di osmosi inversa è scelto da tutti quei professionisti che desiderano garantire la massima durata ai propri bicchieri, riducendo al minimo le ore spese a lucidarli manualmente e mantenendo costante uno standard elevato di servizio. Si tratta di una soluzione che permette di offrire al cliente la migliore esperienza possibile, con bicchieri sempre brillanti e impeccabili.

I benefici, tuttavia, non si limitano al vetro: lo stesso livello di qualità e brillantezza si riscontra anche sulla posateria e sull’intero set di stoviglie, elevando l’immagine e l’efficienza complessiva del servizio.”

E’ necessario il ricambio di cartucce? Come funziona il sistema di osmosi inversa?

“Quando il sistema viene installato correttamente e si rispettano le operazioni di manutenzione ordinaria, l’unico intervento richiesto è la sostituzione del pre-filtro a carboni attivi due volte l’anno. Si tratta di un’operazione semplice, dal costo contenuto, che consente di preservare per diversi anni la durata delle membrane filtranti.

Il funzionamento del sistema di osmosi inversa si basa proprio su queste membrane a bassissima permeabilità, in grado di trattenere minerali, metalli, sali e batteri presenti nell’acqua, che viene spinta a pressione attraverso di esse. Il risultato è un’acqua pura e sicura, ideale per garantire la massima qualità di lavaggio e la brillantezza delle stoviglie.”

Quanto viene risparmiato dal barista sia per tempistiche di servizio, di costi, di spazio e anche per la sua manutenzione?

“Il risparmio può variare a seconda della quantità di stoviglie da lavare, del numero di cicli giornalieri e del livello di attenzione dedicato alla qualità del lavaggio, inclusa la lucidatura di bicchieri, tazzine e posate. Tuttavia, si possono facilmente recuperare fino a 10 ore a settimana, eliminando la necessità di lucidare manualmente e riducendo i lavaggi ripetuti dovuti a stoviglie non perfettamente pulite.

Smeg Osmosis Drawer SmartLabel (foto concessa)

Inoltre, grazie al ridotto consumo d’acqua della linea Pura e al sistema di osmosi integrata, è possibile ottenere un risparmio fino al 22% di acqua e detergente.

Il sistema di osmosi inversa estraibile consente infine di evitare fermi macchina durante la manutenzione: i tecnici possono intervenire rapidamente e con maggiore comodità, riducendo tempi e costi di assistenza.”

Qual è la sua capienza massima?

“Il modello Pura SPG425O è in grado di lavare perfettamente fino a 480 calici all’ora, garantendo efficienza e qualità costante anche nei contesti di maggiore affluenza.

E’ una macchina ideale per i coffee shop specializzati o è più consigliata per caffetterie ad alto volume, come possono essere le grandi catene?

La gamma Pura fa della versatilità il suo punto di forza, risultando adatta sia ai coffee shop specializzati sia a locali con alto volume di servizio. Grazie al Precision Washing System, la macchina combina alta produttività con una cura superiore delle stoviglie, consentendo di ridurre fino al 20% il tempo sui cicli ripetuti e di risparmiare fino a 100 litri d’acqua al giorno.”

Quanto costa Pura SPG425O ed è o sarà disponibile anche sul mercato italiano?

“Il modello Pura SPG425O sarà disponibile sul mercato italiano a partire dal mese di ottobre. Per conoscere il prezzo e ricevere un preventivo personalizzato in base alle proprie esigenze, invitiamo tutti a visitare lo stand durante Host, dove sarà possibile valutare direttamente la macchina e le sue funzionalità.”

Groupe Seb: vendite dei 9 mesi a 5,664 miliardi di euro (-1,1%), ma crolla il risultato operativo (-40%), caffè professionale torna alla crescita

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Groupe Seb
Il logo del Gruppo Seb

MILANO – Trimestrale deludente per Groupe Seb, che continua a raccogliere risultati al di sotto delle aspettative iniziali e annuncia perciò drastiche misure di ristrutturazione delle attività. Qualche timido segnale positivo dal ramo delle macchine da caffè professionali, dove il Gruppo francese primeggia essendo proprietario del colosso tedesco delle macchine superautomatiche WMF, della svizzera Schaerer, della statunitense Wilbur Curtis e de La San Marco, l’iconico marchio gradiscano che gli è stato venduto nel 2023 da Massimo Zanetti Beverage Group.

Ma veniamo ai risultati: le vendite dei nove mesi ammontano a 5,664 miliardi di euro, stabili a parità di perimetro, ma in calo dell’1,1% in termini reported, rispetto allo stesso periodo dell’esercizio 2024.

I cambi hanno avuto un effetto negativo per 124 milioni di euro, mentre l’integrazione di Sofilac e La Brigade de Buyer hanno contribuito in positivo per 62 milioni di euro.

Il risultato comprende una lieve contrazione organica delle vendite nel terzo trimestre (-1,2%).

Nello stesso periodo, l’effetto dei cambi è rimasto negativo per 60 milioni di euro, a causa dell’ulteriore apprezzarsi dell’euro.

Dai dati disaggregati di Groupe Seb emerge una realtà differenziata da un’area geografica all’altra

Positiva – anche se non esaltante – in area Emea, fortemente negativa nelle Americhe, mediocre in Asia.

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Essse Caffè protagonista dell’evento food “C’è + Gusto” 2025 a Bologna

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“C’è + Gusto” 2025 (immagine concessa)

BOLOGNA – Un aroma inconfondibile ha avvolto Palazzo Re Enzo. Era quello di Essse Caffè, caffè ufficiale di C’è + Gusto 2025, la grande festa del cibo organizzata da la Repubblica e La Stampa.

Per un intero weekend, Bologna si è trasformata nella capitale dei sapori italiani – e il caffè, grazie a Essse Caffè, è diventato il cuore pulsante di un racconto fatto di tradizione, emozione e scoperta.

“Per noi il caffè è un gesto che unisce, una storia che si rinnova ogni giorno – racconta Agata Segafredo, communications director di Essse Caffè – Essere qui, nella nostra città, è come chiudere un cerchio: Bologna è il cuore da cui tutto è partito”.

Il caffè come viaggio sensoriale

All’interno della manifestazione, Essse Caffè ha invitato il pubblico a entrare nel proprio mondo: un universo fatto di profumi, persistenza e passione.

Le masterclass gratuite firmate La Classe di Essse hanno conquistato i visitatori con esperienze immersive e un racconto semplice ma autentico di ciò che rende unica ogni tazzina.

  • “Dai chicchi alla tazzina: l’arte dell’espresso italiano”, condotta da Vito Campanelli, Coffee Master & Ambassador di Essse Caffè, e Giulia Mancini de Il Gusto, ha svelato i segreti di un espresso perfetto — quella cremosità che incanta l’occhio e il profumo che resta in memoria.
  • “Espresso italiano ma non solo: il caffè in tutti i momenti della giornata” ha mostrato come ogni metodo di estrazione, ogni aroma e ogni gesto possano raccontare una storia diversa.

Un viaggio che ha permesso a chiunque di scoprire che il caffè non è solo una bevanda: è un linguaggio che parla di persone, cultura e piacere condiviso.

Tra tradizione e futuro: il caffè come linguaggio universale

Agata Segafredo è salita sul palco del talk “Generazioni a confronto – Passaggio di testimone tra continuità e rivoluzione”, insieme a Susy Ceraudo, Elisabetta Moro e Valeria Piccini, moderato da Lorenzo Cresci.

Il dialogo ha toccato un tema caro a Essse Caffè: la forza della tradizione come punto di partenza per innovare.

“Oggi l’espresso non è solo un’abitudine – ha detto Agata Segafredo – È un simbolo culturale, un linguaggio che racconta chi siamo”.

E nel racconto di quattro generazioni di torrefattori, la storia di Essse Caffè diventa il ritratto di un’Italia che cambia ma resta fedele ai propri rituali.

Un caffè che profuma di casa, ricerca e futuro

Nata nel 1979 a Bologna da Francesco Segafredo, insieme alle sorelle Chiara e Cristina Segafredo, l’azienda porta nel suo nome le tre “S” di Scienza, Sapienza, Specializzazione: un equilibrio tra competenza tecnica, innovazione e amore per il caffè che si percepisce in ogni tazzina.

Oggi Essse Caffè è presente in oltre 60 Paesi, con un fatturato di 44,2 milioni di euro nel 2024 e una crescita costante anche nel segmento domestico, grazie al recente lancio del caffè in grani per la casa.

Accanto alla ricerca di qualità, l’azienda continua a investire in sostenibilità e responsabilità ambientale, con certificazioni ISO 14001 e un bilancio di sostenibilità che racconta un modo di fare impresa etico, consapevole e proiettato al futuro.

Un espresso che unisce

A C’è + Gusto, Essse Caffè ha ricordato a tutti che dietro ogni tazzina c’è una storia fatta di mani, passione e tempo.

Una storia bolognese che sa di famiglia e di futuro, di persone che credono che il caffè non sia solo un prodotto, ma un linguaggio universale: un modo per condividere emozioni, costruire legami e celebrare – ogni giorno – il gusto di stare insieme.

La scheda sintetica di Essse Caffè

Scienza, Sapienza e Specializzazione: tre “S” che riassumono perfettamente i valori e la filosofia di Essse Caffè, prestigiosa torrefazione bolognese fondata nel 1979 da Francesco Segafredo assieme alle sorelle Chiara e Cristina Segafredo. Oggi Essse Caffè è un marchio di successo in tutta Italia e all’estero, sinonimo di autenticità ed eccellenza, contraddistinto dall’inconfondibile “family feeling” delle sue miscele.

L’obiettivo? Garantire un prodotto di massima qualità, tutti i giorni, tutto l’anno, realizzando con cura l’intero processo, a partire dall’accurata selezione della materia prima.

Grazie alle collaborazioni universitarie – Facoltà di Agraria delle Università di Bologna, Cesena e Foggia – l’Azienda ha acquisito elevato spessore scientifico nel proprio settore, con conoscenze su ogni tipologia di caffè, dalla torrefazione al confezionamento, fino al caffè in tazzina.

Ai fondatori, oggi si affianca la quarta generazione di torrefattori della famiglia: Agata Segafredo, Pietro Buscaroli, Riccardo e Ruggero Auteri che condividono la missione imprenditoriale con uno sguardo imprescindibile verso il futuro.

Italian Coffee Experts TALKS: la qualità non è un dettaglio, ma sta sempre nei particolari

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MILANO- Ideato da Bazzara in collaborazione con Host Fiera Milano, Italian Coffee Experts TALKS è un nuovo progetto di approfondimento pensato come anteprima del Trieste Coffee Experts, il più importante summit B2B extra-fieristico in Italia dedicato al mondo del caffè, in programma il 6 e 7 dicembre 2025.

Tra gli interventi, mediati da Andrea Bazzara, Sales Manager di Bazzara e Event Director del Trieste Coffee Experts, presentiamo oggi il punto di vista di tre segmenti differenti – la tazzina, la macchina e la pulizia della strumentazione – con un denominatore comune: la ricerca della qualità.

Infatti, come ricorda Andrea Bazzara: Carlo Barbi, CEO di ClubHouse, Maurizio Giuli, Chief Strategy Officer di Simonelli Group, e Gianfranco Carubelli, CEO di PulyCaff, sono tre partner storici del Trieste Coffee Experts. Figure di spicco del panorama caffeicolo, accomunate da passione, visione e lungimiranza, qualità che hanno portato tutti e tre a essere insigniti del prestigioso riconoscimento di “Personaggio del Caffè dellAnno”, promosso proprio da Bazzara.”

Carlo Barbi, CEO di ClubHouse

“Negli ultimi cinque-dieci anni la tazzina, specie quella da espresso, ha vissuto una grande evoluzione. Storicamente si lavorava sul design estetico e funzionale, ma oggi l’attenzione si concentra sull’esperienza sensoriale, proprio come nel mondo del vino con i calici da degustazione.”

In questa direzione, ClubHouse ha sviluppato – insieme al tre volte campione italiano baristi Daniele Ricci – una tazza dal taglio obliquo, pensata per esaltare gli aromi e rendere più intensa la percezione dei flavours, anche per il consumatore meno esperto: “in un certo modo ti obbliga ad andare a sentire e percepire i flavours della bevanda”.

Barbi sottolinea inoltre come il colore della tazzina possa influenzare la percezione del gusto:

“Studi condotti in Brasile e in Svizzera hanno dimostrato una correlazione tra il colore esterno della tazza e la percezione di alcune note aromatiche, come quelle al cioccolato. Sono evoluzioni molto interessanti che danno una nuova funzione al prodotto.”

La tazzina è forse il mezzo di marketing più forte nel mondo del caffè”, aggiunge Barbi, “perché è il punto di contatto diretto tra prodotto, marchio e consumatore.”

Durante Host Milano 2025, l’azienda ha presentato nuove linee di tazze per il consumo domestico, pensate per chi vuole vivere a casa un’esperienza da home-barista, con collezioni dedicate all’espresso di alto livello e packaging curati per la vendita online.

Maurizio Giuli, Chief Strategy Officer di Simonelli Group

Stiamo vivendo una fase di transizione nel settore”, spiega Maurizio Giuli, Chief Strategy Officer di Simonelli Group. “I costi della materia prima stanno impattando su tutta la filiera, ma i consumi globali di caffè continuano a crescere: il mercato non è in recessione.”

Dopo anni segnati dallo Specialty Coffee, Giuli osserva una nuova tendenza: “Stiamo andando verso bevande diverse, più comunicative e visive, pensate per Instagram o TikTok. Questo significa che le nostre macchine oggi devono fare cose diverse rispetto anche a soli tre o quattro anni fa.”

A Host Milano 2025, Simonelli Group ha presentato diverse novità: come la nuova gamma di Appia Simonelli, “completamente rinnovata con un occhio alla sostenibilità e alla semplificazione del lavoro del barista”.

Ma ci sono novità anche per quanto riguarda la Victoria Arduino, con un’edizione limitata pensata per il 120esimo anniversario del marchio”.

Sul fronte dei consumi, Giuli invita alla consapevolezza: “Gli aumenti di prezzo non derivano da speculazioni, ma da reali dinamiche del mercato. Ci sarà una polarizzazione: chi cerca qualità potrà trovarla ancora a un prezzo accessibile, mentre il resto del mercato subirà di più laumento.”

Gianfranco Carubelli, CEO di PulyCaff

“Negli ultimi anni c’è sicuramente più sensibilità verso la pulizia delle attrezzature”, spiega Gianfranco Carubelli, CEO di PulyCaff, “ma è facile crescere quando prima non ce n’era affatto.”

Italian Coffee Experts

Pur riconoscendo i progressi, Carubelli sottolinea l’importanza della formazione: “Manca una figura docente specifica per questa materia, che per me è fondamentale per far sorseggiare al nostro datore di lavoro, che è il cliente, un caffè prima di tutto igienizzato e al massimo delle capacità.”

Per questo PulyCaff organizza corsi dedicati: “Collaboriamo con torrefazioni e scuole per formare operatori e dipendenti. Insegniamo solo ciò che è certo, validato dal laboratorio, perché prima di parlare bisogna essere credibili.

Riguardo alle novità presentate a Host Milano 2025, spiega: “Le nostre innovazioni non si vedono nello stand, ma sono dentro i prodotti. Le formulazioni cambiano e si evolvono: il PulyCaff del 2015 non è quello del 2025.”

CONFIDA: il vending è innovativo per il 64% degli italiani, ma le aziende del settore non riescono ad accedere a incentivi del Piano 5.0

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CONFIDA

ROMA – Nei primi sette mesi dell’anno, il settore della distribuzione automatica ha registrato un sensibile calo delle consumazioni (-4,6%). Questo trend negativo arriva dopo la lieve ripresa iniziata nel 2021 (+10,48%), proseguita nel 2022 (+5,07%) e stabilizzatasi nel 2023 (+0,74%).

È la fotografia scattata da CONFIDA, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, durante gli Stati Generali del Vending tenutisi a Roma nella sede di Confcommercio-Imprese per l’Italia alla presenza di 200 imprenditori del settore e numerosi rappresentanti delle istituzioni.

Le cause del calo e cambiamenti nelle abitudini di consumo

Il comparto paga il calo della produzione industriale con il conseguente aumento della cassa integrazione (la distribuzione automatica, infatti, sviluppa il 37% delle consumazioni nel manifatturiero), l’effetto dell’inflazione che ha causato una contrazione dei consumi alimentari fuori casa (oltre un terzo degli italiani nell’ultimo anno ha peggiorato la propria situazione economica), e l’utilizzo dello smart working, oggi utilizzato regolarmente dal 31% degli italiani.

Parallelamente, sono cambiate le abitudini di consumo che ora virano verso scelte sempre più personalizzate, causando una frammentazione crescente delle identità alimentari.

Per il 79% degli italiani, tuttavia, le vending machine rappresentano un’alternativa comoda e veloce per il consumo di bevande e alimenti, offrono un’esperienza di uso semplice e immediata (79%); rappresentano un momento di evasione dalla routine (74%) e il 64% dei consumatori lo considera anche un settore innovativo; è quanto emerge da una ricerca IPSOS per CONFIDA.

Impatto sulla produzione di vending machine

“Il calo delle consumazioni della distribuzione automatica ha portato, come conseguenza, anche ad una riduzione del 28% nei primi sei mesi del 2025 della vendita di vending machine nuove: una produzione di eccellenza del Made in Italy, che vive anche una crescente concorrenza di produttori asiatici le cui vending machine, talvolta, non rispettano le normative europee oppure provengono da Paesi in cui la manodopera è sottopagata e poco tutelata.

Per questo. – commenta Massimo Trapletti, Presidente di CONFIDA il Piano Transizione 5.0 era un provvedimento molto atteso dalle aziende del settore, che tuttavia non si è potuto utilizzare per le difficoltà applicative. Auspichiamo pertanto che la revisione contenuta nella Legge di Bilancio renda più agevole l’accesso al beneficio per le nostre imprese.”

In aggiunta, il settore richiede un protocollo integrativo al contratto collettivo del commercio a cui fanno riferimento i lavoratori del comparto, al fine di inquadrare al meglio le peculiarità delle professionalità della distribuzione automatica.

“Il settore della distribuzione automatica include circa 30.000 addetti, per un totale di 3.000 imprese – commenta Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio – Un numero decisamente sufficiente per prendere in considerazione di elaborare un protocollo dedicato al mondo del vending che integri il nostro principale contratto collettivo nazionale al prossimo rinnovo, dando al settore le specifiche necessarie a valorizzare le proprie qualità.”

Sfide future: regolamento europeo e sostenibilità

Infine, la distribuzione automatica dovrà affrontare anche le criticità che emergono dal Regolamento Europeo sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (PPWR), che entrerà in vigore il prossimo anno.

In particolare, gli obbiettivi di riutilizzo e l’introduzione dei sistemi di deposito e cauzione vanificherebbero gli investimenti fatti negli anni sul riciclo degli imballaggi con il progetto economia circolare “RiVending” ormai diffuso in tutta Italia con oltre 16 mila cestini per il riciclo della plastica posizionati in 2.500 aziende.

Il comparto, quindi, chiede alle istituzioni italiane nell’applicazione della PPWR di esentarlo da quelle previsioni inapplicabili per le caratteristiche intrinseche della distribuzione automatica.

JDE Peet’s apre il laboratorio di innovazione modulare a Utrecht

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Jde Peet's
Il logo di Jde Peet's

È stato svelato il nuovo impianto di innovazione modulare di JDE Peet’s a Utrecht, nei Paesi Bassi, con l’obiettivo di accelerare le innovazioni di prossima generazione nel settore del caffè. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Efa News.

Il laboratorio di innovazione modulare di JDE Peet’s

AMSTERDAM – L’olandese JDE Peet’s, uno dei colossi del caffè mondiale con circa 4.400 tazze di caffè servite al secondo in oltre 100 mercati, annuncia l’apertura del suo laboratorio di innovazione modulare completamente rinnovato a Utrecht, nei Paesi Bassi, “per accelerare le innovazioni di prossima generazione nel settore del caffè”.

La nuova struttura, spiega il comunicato ufficiale, “sottolinea l’impegno dell’azienda verso la rapida diffusione delle innovazioni orientate al cliente, nonché l’importanza strategica del centro di ricerca e sviluppo globale di JDE Peet’s a Utrecht”.

La struttura modulare e all’avanguardia dell’Innovation Lab consente ai team di sviluppare rapidamente nuovi prodotti, processi e materiali di confezionamento per il caffè, che possono poi essere rapidamente diffusi a livello globale attraverso la rete di produzione di JDE Peet’s.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Sifatech presenta le confezionatrici verticali per caffè e prodotti sfusi

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Le linee per il confezionamento di prodotti alimentari di Sifatech (immagine concessa)

PADOVA – Sifatech è un’azienda giovane composta da persone esperte e qualificate, con oltre 20 anni di esperienza nel mondo delle macchine automatiche per l’industria alimentare.

Le confezionatrici verticali di Sifatech

Tra i servizi offerti, le confezionatrici verticali Sifatech sono ideali per il confezionamento automatico di biscotti, frollini, caffè, pasticcini secchi e snack dolci.

Grazie alla tecnologia a 4 saldature, è possibile ottenere confezioni stabilo pack o pillow bag che mantengono il prodotto integro, fresco e visivamente accattivante sullo scaffale.

Soluzioni pensate per biscottifici artigianali e industriali, con possibilità di dosaggio volumetrico o ponderale, gestione multi-formato e integrazione con marcatore, sistema MAP o linee complete.

Per saperne di più basta cliccare qui

Domori: piantumate 33mila piante in Ecuador per il progetto rigenerativo

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Il logo Domori

Domori, capogruppo del Polo del Gusto di Riccardo Illy, ha avviato l’anno scorso un progetto di agricoltura rigenerativa che mira a ricostituire un ecosistema in un’area di 90 ettari nella provincia di Guayas, in Ecuador. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale dell’Ansa.

Il progetto di agricoltura rigenerativa di Domori

NONE (Torino) – Le piante di cacao si esauriscono dunque occorre rianimarle e con esse la terra. E’ per questo che Domori, che produce cioccolato di pregiata qualità, capogruppo del Polo del Gusto di Riccardo Illy, ha avviato l’anno scorso un progetto di agricoltura rigenerativa che si concluderà entro l’anno e i cui risultati sono lusinghieri.

Il progetto mira a ricostituire un ecosistema in un’area di 90 ettari nella provincia di Guayas, in Ecuador, uno dei Paesi dove l’azienda di rifornisce di materia prima.

Qui sono state piantumate 21 mila piante di cacao della varietà Nacional Arriba, 10mila piante autoctone e 1.500 piante da frutta.

L’iniziativa è stata condotta grazie anche alla Unocace, cooperativa che raggruppa molti coltivatori. All’iniziativa di Domori nello specifico lavorano circa 99 famiglie di produttori delle varie province.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

La pasticceria Fabrizio Galla lancia la nuova colazione salata a San Sebastiano da Po

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fabrizio galla
Una delle novità di Fabrizio Galla (immagine concessa)

SAN SEBASTIANO DA PO (Torino) – La pasticceria Fabrizio Galla, punto di riferimento dolce del territorio piemontese, apre le porte a una nuova proposta di colazione salata. Disponibile negli orari di apertura ogni sabato e domenica nella pasticceria di San Sebastiano da Po, l’offerta è pensata per chi ama iniziare o proseguire la giornata con equilibrio e gusto, senza rinunciare alla qualità artigianale che da sempre contraddistingue la firma del Maestro Galla.

“In tanti ci chiedevano qualcosa di salato già dalle prime ore del mattino: volevamo rispondere con la nostra impronta, senza snaturare il linguaggio della pasticceria – spiega il Maestro Fabrizio Galla –. Abbiamo lavorato per mesi sulle basi perché volevamo che ogni boccone raccontasse la stessa cura che mettiamo nei dolci. E’ un’idea nata per ampliare l’esperienza mattutina in pasticceria, offrendo alternative sfiziose e leggere che combinano l’eleganza della sfoglia e delle focaccine artigianali con ingredienti freschi e selezionati”.

Le novità a la carte

Croissant con salmone, avocado e songino

Il grande classico della colazione francese diventa un piccolo piatto gourmet: burroso e fragrante, farcito con salmone affumicato, avocado cremoso con succo di limone e buccia di limoni di Sorrento, si completa con un tocco fresco di songino e mandarino candito.

Focaccina croccante ai semi di girasole e mais con salame di Varzi e olive taggiasche

Un incontro tra rusticità e morbidezza, arricchito dal profumo del salame di Varzi e dalla sapidità elegante delle olive taggiasche, con l’aggiunta di fichi.

Il Toast “Aperto”

Focaccina croccante con semi di girasole e mais, fontina filante, prosciutto cotto e grani di senape: un comfort food dal gusto deciso, servito con la leggerezza di un open sandwich.

Panino sfogliato con prosciutto crudo, burrata e pomodorini confit

La sfoglia fragrante abbraccia la cremosità della burrata e la dolcezza dei pomodorini confit, con la nota sapida del prosciutto crudo e la dolcezza della mela cotta al forno per chiudere il morso in equilibrio.

“Abbiamo ragionato sulle farciture come su piccole ricette: ogni elemento è calibrato per dare armonia e freschezza – racconta Federica Russo, capo laboratorio della pasticceria di San Sebastiano Po –. Non volevamo solo “riempire un cornetto”, ma proporre un vero modo nuovo di vivere la colazione qui da noi”.

Con questa novità, la pasticceria di San Sebastiano da Po conferma la sua vocazione alla ricerca e alla sperimentazione, rinnovando la tradizione con un tocco contemporaneo. La colazione salata è disponibile ogni sabato e domenica, a partire dalle prime ore del mattino, per accogliere chi ama cominciare la giornata o concedersi una merenda pomeridiana con gusto e qualità.

Pasticceria Fabrizio Galla

Via Chivasso 79, San Sebastiano Po (To)

Aperta dal martedì alla domenica, dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30

info@fabriziogalla

fabriziogalla.it