martedì 02 Dicembre 2025
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Caffè, vino e cioccolato a rischio per il cambiamento climatico: lo studio della Colorado State University

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Caffè in tazza
Caffè in tazza (foto di Wenderson Araújo CNC concessa da Agrobusiness Ambasciata del Brasile Roma)

Un futuro senza caffè, vino e cioccolato potrebbe non essere più solo uno scenario apocalittico da romanzo distopico, ma una concreta possibilità legata al cambiamento climatico. Le colture che danno vita a tre dei piaceri più amati del mondo stanno diventando sempre più vulnerabili all’aumento delle temperature e agli eventi meteorologici estremi.

Mentre la scienza prova a correre ai ripari studiando soluzioni di geoingegneria per raffreddare il pianeta, gli esperti avvertono: anche le tecnologie più avanzate potrebbero non bastare a salvare questi tesori della terra. Leggiamo in seguito alcune parti dell’articolo pubblicato su Wine News.

Caffè, vino e cioccolato minacciati dal clima che cambia

FORT COLLINS (COLORADO) – In tutto il mondo colture economicamente importanti come l’uva da vino, il caffè e le fave di cacao utilizzate per produrre il cioccolato potrebbero essere a rischio nel prossimo futuro, a causa dei cambiamenti climatici.

Gli scienziati stanno esplorando la geo-ingegneria come metodo per raffreddare il pianeta, incluso un ipotetico processo che prevede l’iniezione di particelle altamente riflettenti nella stratosfera per raffreddare la superficie terrestre.

Anche con il pianeta più freddo, il cacao rischia ancora

I climatologi hanno avvertito che anche questa strategia, che imita gli effetti di raffreddamento naturale delle eruzioni vulcaniche, potrebbe non essere sufficiente a salvare certe colture, che richiedono condizioni specifiche e sono sempre più vulnerabili all’aumento delle temperature e al peggioramento degli eventi meteorologici estremi dovuti al cambiamento climatico, mettendo così a rischio le forniture di caffè, cioccolato e vino e minacciando i mezzi di sussistenza dei produttori che dipendono da esse per il reddito.

La coautrice dello studio, la dottoressa Ariel Morrison, della Colorado State University, ha affermato: “l’intervento climatico Sai può offrire un sollievo temporaneo dall’aumento delle temperature in alcune regioni, ma non è una soluzione garantita per le sfide che l’agricoltura di lusso deve affrontare.

Ad esempio, le specie di cacao, sebbene più tolleranti alle alte temperature rispetto al caffè e all’uva, sono altamente suscettibili a parassiti e malattie causati da una combinazione di alte temperature, precipitazioni e umidità”.

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Torino, Bar Novanta: 15 minuti di permanenza al tavolo per bere il caffè, le regole che dividono il web

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

Il Bar Novanta di Torino impone tempi precisi ai clienti: 20 minuti per la colazione e un’ora per l’aperitivo. Il cartello posto sul bancone del locale divide il web. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Mattia Aimola per Il Corriere della Sera.

La politica del Bar Novanta

TORINO – Quindici minuti per un caffè, venti per la colazione, quarantacinque per il pranzo e un’ora per l’aperitivo. Sono i tempi scanditi con precisione quasi svizzera dal cartello apparso nei giorni scorsi sul bancone del Bar Pasticceria Novanta, in corso Duca degli Abruzzi, a Torino, a pochi passi dal Politecnico.

“Grazie clientela, vi informiamo sui tempi di permanenza al tavolo. Grazie per la collaborazione e la comprensione”, recita il foglio incorniciato, che nel giro di poche ore è diventato virale sui social, scatenando una valanga di commenti tra ironia, indignazione e qualche voce di comprensione.

La stessa indicazione è comparsa anche nelle altre due sedi, in corso Alcide De Gasperi e in corso Racconigi. Sabato, all’ora di pranzo, il bar è semivuoto: qualcuno fa aperitivo, due signore chiacchierano davanti a una fetta di torta. “È una scelta del titolare – spiegano dal locale -, capita spesso che qualcuno prenda un caffè e resti seduto per ore”.

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Daniele Ricci, il miglior barista italiano 2025: “Manca ancora formazione per il consumatore finale”

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Daniele Ricci

Daniele Ricci è un barista che per più volte si è aggiudicato il titolo nazionale. Oggi fa consulenze e spiega quali sono i pregiudizi, le difficoltà e il futuro nel mondo del caffè specialty in Italia. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Martina Di Iorio per il quotidiano Cibo Today.

Daniele Ricci sullo specialty

MILANO – C’è chi il caffè lo beve distrattamente, e chi invece lo studia, lo divulga e lo trasforma in cultura. Daniele Ricci, bresciano classe 1997, appartiene a questa seconda categoria: barista, formatore e consulente nel mondo dello specialty coffee, ha fatto della qualità e della consapevolezza la sua missione. Dalla scuola alberghiera di Brescia fino ai campionati mondiali, passando per Amsterdam, Zurigo e oggi Bruxelles, il suo percorso racconta l’evoluzione del caffè contemporaneo.

Abbiamo fatto due chiacchiere con lui sul ruolo del barista, sull’importanza della formazione e sulla necessità di sfatare tantissimi falsi miti e pregiudizi: dall’espresso italiano (spesso non di qualità) al prezzo del caffè. Anticipando anche quelle che sono le nuove tendenze in fatto di caffetterie.

Quanto conta la formazione nel tuo percorso?

“La formazione è fondamentale, non solo nel mondo del caffè ma in tutto l’ambito dell’hospitality. Negli ultimi 10 anni la figura del barista si è molto evoluta grazie a corsi e professionisti specializzati, ma secondo me manca ancora formazione per il consumatore finale”.

In che senso? Il cliente non è pronto al mondo dello specialty?

“È un aspetto su cui bisogna lavorare: serve più consapevolezza da parte di chi beve il caffè, non solo di chi lo prepara. Ora, con il prezzo che cresce, le persone iniziano a chiedersi cosa stanno realmente bevendo, da dove proviene e che qualità ha: ed è un passo avanti importante”.

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Rita Cocktail lancia la “Design Collection”, la drink list ispirata alle icone del made in Italy

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Nel cuore di Milano, Rita Cocktail rende omaggio al design italiano del secondo Novecento con una drink list che fonde estetica e gusto. La nuova Rita Design Collection trasforma icone come la lampada Arco dei fratelli Castiglioni o lo specchio Ultrafragola di Ettore Sottsass in esperienze sensoriali da sorseggiare, unendo memoria, arte e mixology in un racconto liquido che celebra la creatività italiana. Leggiamo in seguito alcune parti dell’articolo pubblicato su Interni.

A Milano nasce una drink list di cocktail ispirati alle icone di design

MILANO – Sembra un appello dal sapore nostalgico e, invece, è un estratto della nuova drink list dedicata alle icone del design del secondo Novecento, inaugurata da Rita Cocktail. Il bar milanese noto in città per la qualità delle proposte – tra intenditori viene appellato come ‘il posto dove si beve bene, da sempre’ – ha scelto di presentare agli ospiti l’opportunità di assaporare genio e bellezza attraverso quanto di più rappresentativo: sapori liquidi.

Rita Design Collection (così si chiama il progetto) è nata, dunque, dall’idea di rinsavire l’incoscienza e il benessere effervescente di una città in trasformazione, dove l’ottimismo correva di novità in novità abitando le strade di Milano (sempre più ampia e sempre più significativa nel suo ruolo geopolitico e non solo) durante gli anni del Boom Economico.

Le parole di Andrea Arcaini, bar manager Gruppo Rita

«Volevamo raccontare i nostri drink attraverso elementi ed oggetti che potessero essere già in qualche modo noti alla nostra clientela perché custodi di una memoria positiva o di un ricordo. Il pensiero alle firme del design italiano e milanese è stato quasi naturale e ci ha fornito uno stimolo e una guida per lo studio di ogni singola ricetta» afferma Andrea Arcaini, bar manager di Gruppo Rita.

«Abbiamo analizzato decine di opere di quegli anni, non solo del mondo del design ma anche della moda e dell’automotive (L’Arco di Castiglioni, Ultra Fragola, Costas, il chiodo di Moschino solo per citarne alcuni). Abbiamo quindi costruito un cocktail per ognuna di loro, partendo dal nome e collegando il contesto, la tecnica, il bicchiere, la garnish. Il liquido è pensato per far parlare l’opera con il cocktail e viceversa».

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Bra: nasce il nuovo pop-up store Caffè Ghigo con la torrefazione Cerutti

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Il nuovo store (immagine concessa)

BRA – La Caffè Ghigo Srl – l’autentico caffè di Bra – annuncia la nuova apertura di un pop-up store in Corso Garibaldi, realizzata in collaborazione con Cerutti “Il Caffè”, storica torrefazione familiare con oltre novant’anni di tradizione e una presenza consolidata nelle province di Como e Varese, oltre che in Svizzera e all’estero.

Il nuovo pop-up store Caffè Ghigo

Nel nuovo punto vendita sarà possibile scoprire e acquistare le pregiate miscele di Caffè Ghigo e Cerutti “Il Caffè”, disponibili in capsule, cialde e sistemi compatibili, oltre a una selezione di macchine da caffè pensate per l’uso domestico e professionale.

L’offerta si completa con la linea Cerutti “la pasticceria”, di cui la Caffe Ghigo Srl è official store, che include specialità come amaretti, baci del lago, cantuccini e panettoni artigianali, perfetti per accompagnare una pausa caffè di qualità.

A rendere l’esperienza ancora più esclusiva, il pop-up store ospita anche l’assortimento dei prodotti Baratti & Milano, di cui Caffè Ghigo è official store e unico punto vendita ufficiale di Bra.

Un’occasione imperdibile per scoprire e gustare le eccellenze di tre marchi storici che condividono la stessa passione per la qualità, l’artigianalità e la tradizione italiana.

Alla scoperta delle stanze segrete del Caffè Pedrocchi: un viaggio tra arte, storia e mistero

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Una veduta dello storico Caffè Pedrocchi di Padova

Le porte segrete del Caffè Pedrocchi si aprono eccezionalmente al pubblico! Un’occasione speciale per scoprire gli ambienti più nascosti dello storico edificio padovano, tra eleganza, arte e curiosità. Accompagnati da una guida esperta, i visitatori potranno ammirare da vicino le sale che raccontano epoche e stili diversi, dal fascino neoclassico all’esotismo egizio. Leggiamo in seguito alcune parti dell’articolo pubblicate su Padovaoggi.

Il Caffè Pedrocchi rivela i suoi segreti: l’architettura di Jappelli

PADOVA – Il Caffè Pedrocchi apre le sue stanze segrete! La struttura dell’edificio ottocentesco progettato da Jappelli è composta da una successione di stanze, ciascuna arredata e decorata in modo da ricreare l’ambientazione tipica di un determinato periodo storico.

Questa realizzazione è in linea con l’eclettismo ottocentesco, il gusto e l’interesse per gli stili passati. Jappelli, trasferendo in architettura una visione laica e illuminista della società, ne fece il suo capolavoro, creando uno dei simboli della città.

Accompagnati dalla nostra guida professionista abilitata, visiteremo tutte le sale al primo piano che normalmente sono chiuse ai frequentatori del famoso caffè. La concatenazione di questi ambienti vuol ripercorrere ecletticamente gli stili del passato, quali momenti di autonomo apprezzamento estetico in clima di revival.

Al piano superiore tutte le sale ruotano intorno alla sala da ballo dedicata a Gioacchino Rossini dall’abbagliante decorazione impero, tutta inneggiante alla musica sin nelle lire in stucco che ornano il soffitto. Continuazione del vestibolo etrusco, e parallela a questa, è la sala greca.

Segue un piccolo ambiente a pianta circolare, la sala romana con vedute romane: Castel S. Angelo, il Foro romano e quello di Augusto, la Colonna Traiana, forse le pitture più interessanti dell’intero complesso. Dal lato opposto della sala da ballo, la sala egizia, omaggio al noto scopritore di antichità Giovan Battista Belzoni, con il quale Jappelli aveva avuto contatti personali.

Prenotazione obbligatoria dal sito www.venetosegreto.com

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Campionato del mondo di pasticceria: trionfa la Cina

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pasticceria
La Cina sul podio (immagine concessa)

ROMA – Si è appena conclusa a Roma la nuova edizione del World trophy of pastry, gelato & chocolate, il campionato mondiale di pasticceria organizzato dalla Federazione internazionale pasticceria, gelateria e cioccolateria (Fipgc).

Undici le Nazioni in gara, provenienti dai cinque continenti, che si sono sfidate per due intense giornate sotto l’autorevole supervisione del Maestro Iginio Massari, presidente d’onore e simbolo dell’eccellenza dolciaria italiana.

Ogni squadra, composta da tre pasticcieri qualificati ai campionati nazionali e un team manager, ha avuto 7 ore e mezzo di tempo per realizzare una scultura in cioccolato, una scultura in zucchero, due praline, una torta moderna e una monoporzione gelato, interpretando il tema dell’edizione: “La natura: le bellezze della mia nazione”.

Dopo una gara serratissima, a conquistare il gradino più alto del podio è stata la Cina, grazie al giovane team composto da Lu Haoran, Sun TongTong e Liu Xinru.

La nazionale si è distinta tra tutte con l’opera intitolata “La bellezza della patria naturale”, che comprende due sculture straordinarie: una in cioccolato raffigurante un panda gigante su una zattera di bambù che solca le acque, e una in zucchero che rappresenta un vigoroso leopardo cinese, simbolo della maestosità delle montagne e dei fiumi della Cina. Le creazioni hanno saputo catturare l’essenza del paesaggio naturale cinese, unendo maestria tecnica e sensibilità artistica.

“Questa edizione ha rappresentato un vero salto di qualità, come mai prima d’ora”, ha dichiarato Matteo Cutolo, presidente Fipgc. “Abbiamo assistito a una competizione di altissimo livello tecnico e artistico. Inoltre, abbiamo voluto avere con noi il Maestro Massari e alcuni dei più grandi pasticcieri internazionali, per rendere la gara ancora più sfidante e fonte di ispirazione per tutti. Siamo davvero soddisfatti”.

La medaglia d’argento è stata conquistata dal Marocco grazie a Mohamed El Yazidi, Omar Eddib e Ali Gousaid, che hanno realizzato “Escursione Botanica”, un omaggio alla biodiversità vegetale e ornitologica del Paese. Le sculture in cioccolato e zucchero riproducono cicogne, simbolo di fertilità e buona fortuna, mentre nei dolci sono stati utilizzati ingredienti pregiati come mandorle, sesamo, albicocche, cocco, ananas e menta.

Chiude il podio l’Argentina che ha stupito con il suo team tutto al femminile composto da Julia Debicki, Emiliana Amandio e Trinidad Galarce. Le tre hanno conquistato il palato dei giurati con opere maestose che rappresentano il puma e il tucano, simboli della fauna e della ricchezza naturale del Paese. Nei loro dolci sono stati utilizzati ingredienti dal sapore esotico come mango, vaniglia, cacao, pistacchio e melograno, dando vita a creazioni che uniscono eleganza, gusto e originalità.

All’Italia è andato il premio Miglior Pralina, grazie al talento dei maestri pasticcieri Nicolas Vella, di Val della Torre (Torino), Marco Andronico, originario di Sannicola (Lecce), e Fabio Cascio, di Cento (Ferrara). Le loro praline di cioccolato, ispirate ai frutti del bosco come funghi e ghiande, racchiudono ingredienti preziosi come lamponi, quinoa, nocciole, mandorle e caffè, unendo creatività, tecnica raffinata e sapori autentici.

Tra le nazioni partecipanti figuravano anche Senegal, Perù, Vietnam, Messico, Colombia, Giappone e Germania.

A giudicare le performance e a decretare la squadra campione è stata una giuria composta dai Team Manager delle nazioni partecipanti, presieduta dal MOF Meilleur Ouvrier de France Thierry Bamas. La direzione tecnica e artistica è stata affidata al Maestro Davide Malizia, tra i più autorevoli esponenti del settore a livello internazionale.

La scheda sintetica della Fipgc

La Federazione internazionale pasticceria, gelateria e cioccolateria (Fipgc) è l’ente che promuove la pasticceria italiana in tutto il mondo. Vanta una presenza radicata e capillare sul territorio italiano, con delegati per ogni regione e dei sotto-delegati per ogni provincia. Ha lo scopo di unire tutte le realtà esistenti sul territorio (scuole, grossisti, associazioni, imprese del settore pasticceria, gelateria, cioccolateria, panificazione), per rafforzarne la collaborazione ed ottenere la crescita di tutto il settore e dei prodotti Made in Italy. FIPGC organizza in tutta Italia eventi, fiere, corsi di formazione di alto livello, preparazione One-to-One o di squadra per gareggiare nei concorsi a livello nazionale e internazionale.

Dal 2015 organizza i Campionati Italiani e i Campionati Mondiali di Pasticceria e Cake Design. Nel 2017 nascono anche i Campionati Nazionali di Pasticceria Alberghieri d’Italia: promossi insieme al MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è il primo campionato Juniores di pasticceria dedicato agli istituti alberghieri, che dà modo ai giovani che vogliono intraprendere la professione di confrontarsi con i grandi maestri d’Italia.

Fipgc è un soggetto che ha acquisito in questi ultimi anni una grande importanza a livello istituzionale. Un ruolo suggellato dai protocolli d’intesa con il Ministero degli Esteri, con lo scopo di sostenere il Made in Italy e delle eccellenze italiane nel mondo e con il MIM (Ministero dell’Istruzione del Merito) per rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro.

Dal calcio alla politica: cosa si discute davvero al bar secondo un nuovo studio

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Il tavolino di un bar (Foto di Julia da Pixabay)

In un’Italia sempre più connessa ma spesso distante, c’è un luogo che continua a resistere come punto fermo della socialità: il bar. Dalla colazione all’aperitivo, resta il crocevia dove si intrecciano storie, opinioni e abitudini quotidiane. È lì che si misura, ancora oggi, l’umore del Paese.

Un recente studio promosso da Sanbittèr racconta come, al di là della semplice abitudine, il bar sia diventato un vero spazio di confronto e libertà d’espressione. Leggiamo in seguito l’articolo pubblicato su Demografica.

Dal calcio alla politica: ma di cosa si parla in Italia al bar?

“Na tazzulella ’e cafè…”, cantava Pino Daniele quasi quarant’anni fa. Raccontava con malinconica ironia un’Italia che si rifugiava nel rito del caffè per affrontare le sue contraddizioni. Ma quel verso non era solo musica: era fotografia sociale.

Perché il bar, da sempre, è molto più di un luogo dove si consuma una bevanda. È il salotto pubblico del Paese, il microfono aperto della quotidianità, l’agorà moderna dove si mescolano opinioni, umori e speranze.

Così, mentre milioni di italiani oggi si preparano al weekend, il bar si riconferma il punto di svolta tra dovere e piacere. È lì che si accendono le conversazioni, si commentano le notizie, si discute di politica, sport, lavoro, ambiente. E proprio davanti a una tazzina fumante, si misura il battito della società.

A confermarlo è uno studio promosso da Sanbittèr, il quale fotografa questa realtà: il bar non è solo un’abitudine, ma un luogo di confronto, libertà e identità. Ecco cosa ci raccontano i dati, tra frequenze, orari preferiti e i temi più caldi del bancone.

Libertà di parola e voglia di confronto

Secondo lo studio promosso da Sanbittèr – condotto attraverso una Swoa (Social Web Opinion Analysis) su un campione di 480 tra barman, gestori, proprietari di bar ed esperti del settore e attraverso un monitoraggio svolto su 1.200 persone (uomini e donne tra i 18 e i 55 anni) – il bar non è solo un’abitudine: è un luogo di espressione.

Il 57% degli italiani lo frequenta proprio per poter parlare liberamente, senza formalità né giudizi. E il momento preferito per farlo? L’aperitivo. Dopo le 18, il bar si anima: il 41% degli intervistati lo sceglie per la maggiore affluenza, mentre il 35% lo considera l’orario ideale per scambiare idee e opinioni.

Questa ritualità ha varcato i confini nazionali, conquistando anche Stati Uniti, Regno Unito e Nord Europa. Il concetto di “chiacchiere da bar” è diventato un simbolo di italianità, come sottolinea Mattia Billiato, Senior Brand Manager Aperitivi: “L’aperitivo non è solo un momento della giornata, ma un modo di stare insieme, di raccontarsi e confrontarsi ed è proprio in questa dimensione che Sanbittèr si riconosce da sempre: nel piacere di condividere un sorriso e un brindisi, senza bisogno di un’occasione speciale. È la nostra idea di italianità, fatta di piccoli gesti e grande convivialità”.

Analizzando i momenti specifici di ritrovo:
 4 su 10 italiani (41%) frequentano il bar nell’orario aperitivo.
• Più di uno su 4 (26%) lo fa in pausa pranzo.
• Uno su 5 (21%) sceglie l’orario della colazione.

La Top 10 degli argomenti da bar

I dati emersi dall’analisi dei temi affrontati rivelano che le conversazioni davanti a un gustoso aperitivo spaziano da sport e politica fino al puro intrattenimento, offrendo un quadro completo degli interessi nazionali.

Il Calcio, lo sport nazionale per eccellenza, domina nettamente la classifica, essendo l’argomento principale per il 59% degli intervistati, a cui si somma un ulteriore 29% che discute di altri sport. Seguono immediatamente i temi di attualità, con la Politica al 49% e gli Eventi internazionali al 46%.

1. Calcio (52%)
2. Politica (49%)
3. Eventi internazionali (46%)
4. Ambiente (44%)
5. Cibo e alimentazione (41%)
6. Lavoro (37%)
7. Shopping (35%)
8. Gossip (33%)
9. Altri sport (29%)
10. Cinema (21%)

Se i macro-temi sono chiari, è interessante notare chi popola queste conversazioni. I personaggi più dibattuti sono:
• Gli influencer (41% del campione).
• Il proprio capoufficio (36%).
• Gli esponenti politici (29%).
• Sportivi e divi di Hollywood (entrambi al 27% a parimerito).

In sintesi, a distanza di decenni, quel verso di Pino Daniele continua a raccontare un’Italia che, davanti a una tazzina di caffè, cerca ancora risposte, sfoga dubbi, condivide entusiasmi.

E in un contesto sempre più digitale, il bancone del bar conserva una funzione insostituibile: quella di raccogliere voci diverse, di dare forma al pensiero collettivo, di offrire, tra un sorso e l’altro, un’occasione per capire meglio sé stessi e gli altri. E finché ci sarà “na tazzulella ’e cafè”, ci sarà anche un’Italia pronta a raccontarsi.

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Record 120, la macchina Victoria Arduino che ne celebra il design e performance in edizione limitata

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Record 120 (immagine concessa)

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Secondo appuntamento esplorativo nel mondo delle macchine che hanno conquistato la fiera dell’ospitalità internazionale HostMilano: poggiata compatta e lucida su un bancone di legno nello stand Victoria Arduino, la Record 120 ha incantato tutti con il suo design minimalista e il concetto che sta dietro questo ultimo modello celebrativo di 120 anni di storia del brand.

Proprio in Fiera, la waiting list di Record 120 si è chiusa in meno di tre giorni.

Record 120, la macchina per caffè espresso che celebra un secolo e più di design, innovazione e visione.

L’essenza del design Victoria Arduino

Una due gruppi disegnata da Carlo Viglino, Record 120 nasce dopo oltre 60 bozzetti,  da una collaborazione con uno studio automotive e l’obiettivo di racchiudere l’anima del brand in un unico oggetto.

Tutta in acciaio, si adatta a diversi contesti in quanto posizionabile sia under counter – per lasciare spazio al dialogo tra barista e cliente -, che sopra il bancone bar.

La bozza (immagine concessa)

Le sue forme morbide ricordano le WAT e Automatica degli anni ’50 e ’60, la precisione richiama la serie Athena, e l’estetica essenziale parla il linguaggio del presente.

Un pezzo unico, come la sua storia

Prodotta in soli 120 esemplari, ognuno rappresenta un anno di storia — dal 1905 al 2025.
Ogni macchina è realizzata interamente a mano.

La nuova macchina (immagine concessa)

In ogni configurazione, resta fedele al suo dna: unire innovazione, bellezza e funzionalità in un’esperienza estetica e sensoriale unica.

Mercati in ripresa, Kalmaegi risparmia le aree del caffè in Vietnam, ma sta arrivando Fung-wong, grandine in Brasile nel Minas Gerais

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Il logo dell'Ice

MILANO – È sempre il meteo a tenere con il fiato sospeso i mercati del caffè, con le notizie altalenanti dal Brasile, ma soprattutto con l’arrivo del tifone Kalmaegi, che è atterrato in Vietnam giovedì 6 settembre causando la morte di 3 persone nella provincia del Dak Lak e di altre 2 in quella del Gia Lai, rispettivamente la prima e la terza area di produzione del paese, senza però arrecare danni gravi alle colture.

Così, nella seduta di venerdì 7 novembre, i prezzi sono tornati a salire prepotentemente, con New York nuovamente in area 4 dollari. Il contratto per scadenza dicembre dell’Ice Arabica ha guadagnato infatti il 2,8% (+1.105 punti) risalendo a 407,80 centesimi.

Da notare il forte differenziale negativo sulla seconda posizione (marzo 2026), che ha chiuso invece a 385,85 centesimi, con guadagni nettamente più contenuti (+680 punti).

Ancora in calo le scorte certificate, che sono scese, sempre venerdì, a 417.478 sacchi, livello minimo degli ultimi 21 mesi.

Mancano sempre i dati del Cot (Commitments of Traders), a causa dello shutdown governativo.

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