lunedì 17 Novembre 2025
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Giusto Falchero, inventore del pasticcino mignon, si spegne a 95 anni

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La Mole Antonelliana, simbolo di Torino (immagine: Pixabay)

Giusto Falchero, l’inventore del pasticcino mignon e pasticciere simbolo di Torino, si è spento all’età di 95 anni. Grande innovatore, per più di 50 anni creò piccoli gioielli dolci. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Gabriele Farina per il Quotidiano Piemontese.

Addio a Giusto Falchero

TORINO – E’ morto a 95 anni Giusto Falchero, uno dei pasticcieri che hanno scritto la storia di Torino. Fu lui ad inventare il pasticcino mignon, che poi divenne tipico della pasticceria torinese.

Grande innovatore, per più di 50 anni creò piccoli gioielli dolci sperimentando gusti e formati, fu lui infatti uno dei primi ad utilizzare il frutto della passione.

Il suo laboratorio in via San massimo 4, in pieno centro, era luogo di passaggio e di scoperta di gusti e curiosità, con la certezza di imbattersi sempre in qualcosa di irresistibile. Lo storico laboratorio venne chiuso per sempre la notte di Capodanno del 2002.

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Fipe e Apci insieme per valorizzare la ristorazione italiana

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Siglato a HostMilano il protocollo d’intesa tra la Federazione Italiana Pubblici Esercizi e l’Associazione Professionale Cuochi Italiani (immagine concessa)

MILANO – In occasione di HostMilano, il più importante appuntamento internazionale dedicato al mondo dell’ospitalità, si è tenuta  lunedì 20 ottobre, alle ore 14.00, presso lo stand della Fipe – Federazione italiana pubblici esercizi la firma del protocollo d’intesa tra Fipe e Apci – Associazione Professionale Cuochi Italiani.

L’accordo nasce con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra imprese della ristorazione e professionisti della cucina, promuovendo sinergie strategiche per la crescita del settore e la valorizzazione della cultura gastronomica italiana.

Il protocollo prevede la realizzazione di iniziative congiunte, tavoli di confronto e progetti comuni orientati a potenziare la formazione professionale e la qualificazione delle competenze; sostenere la promozione del Made in Italy nel mondo e tutelare e diffondere l’identità gastronomica nazionale.

“Con questo accordo – ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe – diamo un segnale importante di coesione all’interno del mondo della ristorazione. L’unione tra imprese e professionisti rappresenta una condizione indispensabile per affrontare le sfide del mercato, sostenere la qualità del Made in Italy e rafforzare l’immagine della cucina italiana nel mondo.”

Stoppani: “Oggi più che mai, è necessario fare squadra per tutelare il valore economico, culturale e sociale della ristorazione italiana. Solo mettendo insieme le esperienze delle imprese e le competenze dei cuochi possiamo costruire un sistema più forte, capace di innovare senza perdere le proprie radici, e di offrire nuove opportunità alle giovani generazioni che scelgono questo mestiere con passione e impegno.”

“Questo accordo – ha dichiarato Roberto Carcangiu, Presidente di APCI – rappresenta un’opportunità concreta per dare un senso nuovo e condiviso al nostro settore. Apci e Fipe, pur con ruoli diversi, hanno la stessa responsabilità: stimolarsi e supportarsi a vicenda per costruire un modello di ristorazione sostenibile, capace di valorizzare le competenze dei cuochi e la forza delle imprese. Solo così possiamo affrontare le sfide del presente e offrire prospettive reali alle nuove generazioni”.

Carcangiu: “Non si tratta di un’alleanza di facciata ma di un percorso che vuole unire esperienze e visioni, con l’obiettivo di dare più solidità e coerenza al sistema della ristorazione. La collaborazione tra imprese e professionisti è la chiave per restituire al settore il ruolo economico, culturale e sociale che merita; è un invito a guardare avanti con fiducia, unendo le energie di chi ogni giorno vive la cucina e di chi sostiene le imprese, per dare nuova linfa a un comparto che rappresenta non solo economia, ma anche cultura, identità e passione”.

La collaborazione tra Fipe e Apci rappresenta un ulteriore passo nel percorso di integrazione tra mondo imprenditoriale e professionale, in un contesto in cui competenze, formazione e innovazione restano leve fondamentali per lo sviluppo sostenibile del settore.

Si chiude HostMilano, cinque giorni di visioni, innovazione e connessioni nell’ospitalità

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HostMilano

MILANO– Cinque giorni intensi, ricchi di visioni, connessioni e opportunità: si è conclusa martedì 21 ottobre scorso la 44.ma edizione di Host Milano, che ha saputo riunire professionisti, aziende e protagonisti da tutto il mondo, raccontando l’evoluzione dell’ospitalità in tutte le sue forme attraverso contenuti, formazione e momenti di confronto.

Un’esperienza all’insegna di qualità e innovazione: Host diventa così non solo una vetrina per esporre prodotti, ma una piattaforma strategica in cui le imprese rafforzano la propria competitività e mantengono viva la capacità di innovare senza perdere la propria identità e tradizione.

Protagonista assoluta anche la sostenibilità. Host è stata la prima manifestazione di Fiera Milano a dotarsi di una strategia ESG, che integra sostenibilità ambientale, innovazione e inclusione come leve competitive e tratti distintivi del proprio posizionamento internazionale.

Un impegno condiviso anche da molti espositori, che si traduce nella proposta di prodotti ecosostenibili come macchine per produrre birra recuperando la pasta spezzata durante la lavorazione o attrezzi fitness di design realizzati con materiali naturali e riciclabili.

A completare l’esperienza, Host 2025 ha messo in scena 800 eventi con la partecipazione di circa 3.000 opinion leader – tra accademici, esperti, maestri, chef e protagonisti dell’industria – che hanno animato la fiera con idee, confronti e nuove visioni per il futuro dell’ospitalità.

Cinque giorni frizzanti, che hanno conquistato sia gli espositori sia gli operatori: una crescita da tutta Europa – Germania (+16%), Danimarca (+45%) – e una straordinaria impennata di visitatori oltre oceano, dall’Australia (+20%), dal Brasile (+29%), dagli Emirati Arabi Uniti (+21%) e dagli Stati Uniti (+27%) hanno consacrato Host Milano 2025 piattaforma internazionale dell’horeca.

Tra i visitatori professionali si segnalano oltre 700 hosted buyer, arrivati a Milano grazie anche alla collaborazione di ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

I 2.050 espositori hanno scelto Host per presentare nuovi prodotti e soluzioni innovative, con l’obiettivo di rafforzare la propria visibilità e consolidare le relazioni commerciali.

Grande soddisfazione è stata espressa per l’incontro con i professionisti internazionali e per la qualità dei contatti generati, confermando Host come un appuntamento strategico e imperdibile per il settore dell’ospitalità.

Gli operatori hanno partecipato a Host con l’obiettivo di scoprire soluzioni distintive, innovazione e nuove opportunità di business. Il riscontro è stato estremamente positivo: particolarmente apprezzata l’ampiezza dell’offerta, che abbraccia l’intero comparto dell’ospitalità, e l’ibridazione tra filiere diverse, sempre più percepita come tendenza strategica e considerata un valore aggiunto della manifestazione.

Significativo interesse hanno suscitato anche le soluzioni per automatizzare processi complessi, mentre il design e le proposte basate sull’integrazione dell’intelligenza artificiale hanno riscosso grande attenzione soprattutto a livello internazionale.

 Host si conferma piattaforma globale dell’ospitalità, andando oltre i confini italiani: dal 15 al 17 dicembre l’appuntamento è a Riyadh con Host Arabia, nata dalla collaborazione tra Fiera Milano e Semark, mentre la partnership con l’associazione NAFEM ci vedrà coinvolti negli Stati Uniti a partire dal 2027.

Due contesti internazionali che consolidano la strategia di espansione globale di Host, creando nuove connessioni tra mercati, ponti tra culture e opportunità di business in tutto il mondo.

L’appuntamento con la 45.ma edizione di Host Milano è a Fiera Milano dal 22 al 26 ottobre 2027.

Eudr: le semplificazioni alla norma proposte dalla Commissione dividono imprese e politica

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Eudr
Foto di Hans Bijstra da Pixabay

MILANO – Le nuove semplificazioni mirate all’Eudr proposte, il 21 ottobre, dalla Commissione non sembrano avere dissipato i dubbi e le perplessità che hanno accompagnato, sin dall’inizio, il varo e l’applicazione della nuova normativa europea anti deforestazione. C’è chi lamenta l’eccessiva diluizione delle misure, chi le ritiene invece tuttora eccessivamente gravose e caotiche.

Chi esprime disappunto per la promessa disattesa di un ulteriore rinvio generalizzato di un anno delle scadenze, ipotizzato un mese fa dalla stessa commissaria europea all’ambiente Jessika Roswall.

Chi drammatizza, chi ironizza, chi alimenta – a volte, anche legittimamente – la polemica a sfondo politico o ideologico.

Un punto sembra tuttavia mettere più o meno tutti d’accordo. La mancanza di chiarezza e i ripetuti stop-and-go creano un’atmosfera di estrema incertezza, che continua a rendere difficile la pianificazione del percorso di adeguamento da parte degli operatori economici, vista la complessità delle filiere alle quali si applica la legge.

“La Commissione smentisce sé stessa”

“La Commissione smentisce sé stessa – è il commento che Fabrizio Nuti, presidente di Unic – Concerie Italiane (anche i pellami rientrano nelle merceologie soggette all’Eudr, ndr,) in merito alla mancata proroga di un anno.

“Adesso si propone un allungamento di soli 6 mesi e solo per le micro e piccole imprese. Evidentemente non si rendono conto che le imprese hanno bisogno di certezze, soprattutto sul piano normativo, per poter programmare il proprio lavoro”.

Nuti aggiunge un’osservazione valida anche per le altre filiere, compresa quella del caffè: “In queste ultime settimane, sull’onda dell’annuncio di settembre, sono stati firmati contratti di acquisto pelli che prevedono consegne nel 2026 e che ora dovranno essere rivisti per valutare la conformità ai severi e inutili requisiti richiesti dall’Eudr per i nostri prodotti.

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COSMICO, lo specialty coffee spinge a Bari: “O sei un bar classico o una caffetteria specializzata”

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Si entra da COSMICO Produzione fotografica a cura di B&C Communication
Si entra da COSMICO Produzione fotografica a cura di B&C Communication

BARI – Siamo a Bari da COSMICO, un progetto concepito da Andrea e Davide Namoini, fratelli ed imprenditori al terzo “appuntamento” con il mondo dell’hospitality. Con un passato importante nel mondo della mixology e del whisky, di cui sono imbottigliatori indipendenti, i due fratelli coltivano, con questo progetto, la passione del buon caffè, quello vero.

Ed è proprio dall’incontro felice con Luigi Paternoster, roaster di Pierre Caffè, che nasce COSMICO.

Seguiti e formati da Luigi, Andrea e Davide hanno acquisito ed affinato la conoscenza e la preparazione sugli specialty coffee; per questo, con COSMICO, si sovvertono le abitudini di consumo tipiche del Sud Italia e si servono solo specialty anche single origin, estratti in tutte le modalità, oltre che l’espresso.

L’espresso COSMICO Produzione fotografica a cura di B&C Communication

“Volevamo portare un tocco d’Europa a Bari, città che, negli ultimi anni, sta acquisendo una certa visibilità sulle mappe degli stranieri e dunque, riproporre anche da noi, i modelli che abbiamo osservato ed apprezzato, durante i nostri viaggi in giro per il continente, raccontano.”

Per i fratelli Namoini, un locale in forma ibrida, non avrebbe avuto senso:

O sei una caffetteria specialty o sei un bar classico” – chiarisce Andrea. “Con COSMICO, volevamo creare un contenitore nel quale consumare e trascorrere un tempo che fosse completo, e che andasse persino oltre la qualità della sola tazza di caffè”.

Infatti, non solo caffè da COSMICO, c’è un modo di mangiare differente, un differente modo di fare cultura, arte, musica.

La proposta specialty Produzione fotografica a cura di B&C Communication

Il caffè resta il protagonista, certo, ma a patto che sia immerso in un ambiente che restituisca il reale concetto di locale specialty; non a caso, il nome “COSMICO” promette bene: un aggettivo, invece che un sostantivo, per non etichettare troppo l’identità del locale e non creare false aspettative.

“Il caffè è COSMICO, il cibo sarà COSMICO”.

E per essere il linea con la filosofia della Third Wave, da COSMICO le attrezzature sono tutte di proprietà (sul bancone, una XLVI customizzata con caldaie separate per evitare una barriera estetica tra barista e cliente).

Per il caffè, la collaborazione è aperta con Pierre Caffè, con l’obiettivo di valorizzare i prodotti di questo roaster, definito dai gestori “un cicerone” in un mondo vasto come quello degli specialty.

Si passa, quindi, dalla miscela di monorigini (70 – 30 di Brasile/Ethiopia, più adatta per l’espresso), il cui prezzo parte da 1 euro e 80 centesimi, alla monorigine, dedicata alle estrazioni alternative. In carta, è prevista, a rotazione, una torrefazione europea, per girare il mondo insieme ai clienti.

COSMICO è un nuovo modo di far vivere la quotidianità al cliente, un nuovo stile di vita che include forme internazionali di consumo, dal brunch alla proposta healthy.

Apertura dalle 8.00 alle 18.00, con circa due appuntamenti mensili, durante i quali si organizzeranno cene a tema con chef itineranti e abbinamenti particolari di vini naturali.
“Cercheremo di portare i clienti solo verso il double shot, ma il terreno va ancora sondato; stesso discorso sulla tostatura, che è medio – chiara: dipenderà, più che altro, dal caffè stesso e meno dall’esigenza del cliente.

Ruolo importante quello della comunicazione, sulla quale stiamo lavorando tanto, proponendoci principalmente ad un target di persone più giovani, più aperte ai viaggi, alle novità, alle tendenze”.

Ora, a Bari, i tempi sono più maturi per sperimentare un locale di soli specialty.

In pieno centro, nel quartiere Murat, vicino al lungomare ed alla Città Vecchia, e nei pressi di tanti uffici e strutture turistiche, COSMICO è un locale di 100 metri quadri e 35 coperti.

Dentro COSMICO Produzione fotografica a cura di B&C Communication

“La scelta di una strada come via Melo, è stata intenzionale: non volevamo posizionarci sulle vie principali perchè sarebbe stata un’arma a doppio taglio. Abbiamo scelto di fare un piccolo passo nelle retrovie senza, per questo, essere troppo lontani dalle strade più frequentate. Per noi, l’ideale”.

Nel futuro prossimo di COSMICO, probabilmente si inserirà anche la moka tra le varie estrazioni, soprattutto nell’ottica di poter usare questo spazio come laboratorio di workshop.

Il personale presente: Cosimo, un coffee tender preparato per la parte caffetteria; Tania, sorella dei due imprenditori, la quale si occuperà, insieme a Davide, dell’accoglienza in sala; in cucina, invece, due ragazzi giovanissimi, Gabriele e Davide, formati appositamente per un menu moderno e attento a proposte vegetariane e vegane.

Trieste Coffee Experts con Apulia Software come main partner

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Trieste Coffee Experts

TRIESTE- Mentre si avvicinano il 6 e 7 dicembre, date in cui prenderà vita l’ottava edizione del Trieste Coffee Experts, Bazzara aggiunge alla sua importante rosa di sponsor Apulia Software, una realtà italiana che da dieci anni accompagna le PMI nazionali in percorsi di innovazione reale.

Apulia lavora con imprenditori, manager e team operativi per trasformare le esigenze quotidiane in processi più snelli, sostenibili e digitali. Questo lavoro viene svolto attraverso un approccio consulenziale solido e umano, con una forte competenza tecnica e con uno strumento potente e flessibile come Odoo.

Giuseppe D’Alò presidente di Apulia Software ha voluto spiegare come è nata la collaborazione con Bazzara e con il Trieste Coffee Experts:

“Quando Bazzara ci ha raccontato il valore del Trieste Coffee Experts, abbiamo subito scelto di esserci come Main Partner. Crediamo che il vero vantaggio competitivo nasca da una Digitalizzazione Stabile, capace di sostenere le imprese anche di fronte a sfide come l’EUDR o alle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime.

In un mercato globale in continuo cambiamento, la tecnologia deve essere un pilastro solido: consente di adattarsi alle nuove regole, reagire con agilità e trasformare l’incertezza in opportunità. La nostra presenza al summit vuole portare questo messaggio: l’innovazione non è solo progresso tecnologico, ma un percorso di fiducia e crescita condivisa.”

A commentare l’ingresso di Apulia Software tra i partner è anche Andrea Bazzara, Event Director del Trieste Coffee Experts:

“Il nostro summit si fonda sulla capacità di fare rete tra eccellenze diverse ma complementari. L’arrivo di Apulia Software conferma la vocazione del Trieste Coffee Experts a essere non solo un punto di riferimento per la cultura del caffè, ma anche un palcoscenico in cui innovazione, sostenibilità e imprenditorialità si incontrano per dare vita a nuove sinergie. Siamo orgogliosi di avere al nostro fianco un’azienda che condivide i nostri valori e che, con il proprio know-how tecnologico, arricchirà il confronto della prossima edizione.”

Trieste Coffee Expert

De’ Longhi e Acciaierie Venete per il recupero degli scarti dell’acciaio nella produzione delle macine per il caffè

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Il Logo Dē'Longhi

L’accordo tra De’ Longhi e Acciaierie Venete punta a creare un flusso diretto tra le due aziende per la gestione degli sfridi derivanti dalla produzione delle macine per il caffè. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del portale Nord Est.

De’ Longhi insieme ad Acciaierie Venete

TREVISO – Si chiama Acciaio Espresso, il progetto di economia circolare avviato da De’ Longhi e Acciaierie Venete per il recupero diretto degli scarti dell’acciaio utilizzato nella produzione delle macine per il caffè.

L’accordo punta a creare un flusso diretto tra le due aziende che permetta il recupero e la valorizzazione dei materiali, riducendo al contempo l’impatto ambientale.

Il progetto si sviluppa all’interno di una filiera progettata su misura. Grazie al coinvolgimento di Padana Rottami e Cia-Centro Italiano Acciai, entrambe controllate del gruppo Acciaierie Venete, è stata avviata un’intesa per la gestione circolare degli sfridi di lavorazione meccanica, ovvero gli scarti derivanti dalla produzione delle macine De’ Longhi.

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Andrea Illy: “Se non si affronta il cambiamento climatico nell’immediato, toccheremo un punto di non ritorno”

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Andrea Illy, presidente illycaffè (immagine concessa)

Andrea Illy, presidente di illycaffè, imprenditore di fama internazionale da anni impegnato in prima persona anche su tematiche legate alla sostenibilità, parla del futuro del caffè nell’intervista di Celeste Gregorini per Economy. Di seguito, riportiamo un estratto dell’articolo.

Andrea Illy sul futuro del caffè

MILANO – Il mercato globale del caffè vale oggi oltre 430 miliardi di dollari all’anno. Numeri enormi che lo rendendone, dopo il petrolio, una delle merci più scambiate al mondo. Eppure, sono tante le sfide che questo comparto, così strategico anche per il nostro Paese, è chiamato ad affrontare.

Per questo Economy ha voluto ascoltare la voce di uno dei massimi esperti del settore, Andrea Illy, presidente di illycaffè Spa, imprenditore di fama internazionale da anni impegnato in prima persona anche su tematiche legate alla sostenibilità.

Presidente, l’Italia, pochi giorni fa, all’Assemblea Generale dell’ONU, ha presentato la prima risoluzione dedicata alla filiera globale del caffè sostenibile. Quali sono, a suo giudizio, le sfide ma anche le opportunità che la filiera del caffè si trova a dover affrontare?

“Si tratta di una risoluzione molto importante, il cui tema centrale è l’adattamento al cambiamento climatico.

Purtroppo molteplici raccolti sono flagellati da eventi meteorologici che ne limitano la produttività, ci troviamo di fronte a fenomeni come il caldo torrido o le piogge torrenziali che innescano o rafforzano un circolo vizioso: clima, scarsa produttività, povertà. Il 70% della produzione mondiale di caffè viene da 12 milioni e mezzo di microcoltivatori che possiedono mediamente un appezzamento di terra inferiore ad un ettaro.

Metà di questi vivono ufficialmente al di sotto della soglia della povertà, nonostante lavorino sodo, trattengono un margine non è superiore al 5% della catena del valore complessivo del caffè tostato consumato nel mondo. Dati, questi, che fotografano una situazione davvero molto grave, che se non viene affrontata nell’immediato è senza ritorno”.

Tutto questo che ricadute ha sul prezzo del caffè?

“Enormi. Oggi siamo intorno ai 4 dollari per libra, una cifra molto alta se paragonata al 2002, anno in cui si è toccato il minimo storico di 40 centesimi per libra. Nell’arco di due decenni il prezzo è triplicato e se non si corre ai ripari le prospettive non sono rosee”.

In questo contesto di questo tipo quanto pesano i fattori finanziari?

“Molto, perché la maggior parte dei paesi produttori si trovano in aree dal basso reddito pro-capite e dove il costo del denaro è tre volte superiore a quello dei paesi OCSE. Pertanto, non sussistono le condizioni perché loro in autonomia, possano fare gli investimenti necessari per adattarsi alla situazione”.

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Osteria Popolare Pugliese inaugura il bar a Milano con il caffè Quarta

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Osteria Popolare Pugliese
Osteria Popolare Pugliese (immagine concessa)

MILANO – Non è un arrivo, ma un ritorno a casa. Dopo gli anni intensi di Brera con Santu Paulu, il progetto che aveva conquistato Milano con il suo spirito salentino, quell’anima torna a vivere all’interno dell’Osteria Popolare Pugliese, che dal 19 ottobre aprirà le sue porte fin dalle 7 del mattino, diventando anche bar.

Dietro al bancone, la firma e l’anima de I Salentini – Tony Ingrosso, Francesca Micoccio e Rocco Micoccio – che riportano in città un pezzo autentico della loro terra.

Il protagonista di questa nuova apertura è il caffè Quarta, simbolo del Salento e punto di riferimento per i salentini di tutto il mondo.

“Non stiamo solo lanciando un caffè: stiamo raccontando un’idea di territorio. Il Salento è la nostra radice e la nostra forza, un luogo capace di generare visioni che parlano al futuro.” dice Tony Ingrosso “Il caffè costerà un euro, per sempre: non una promozione, ma una promessa.” Un prezzo popolare per un gesto che vuole tornare a essere quotidiano e vero. Bere un caffè qui non significa semplicemente consumare, ma ritrovare un legame: con una terra, con una memoria, con una comunità.

Quarta Caffè è il nuovo protagonista (immagine concessa)

Accanto al caffè, immancabili il rustico dal cuore caldo e il pasticciotto tipico salentino, i compagni di sempre.

A completare l’esperienza, il profumo delle colazioni salentine: cornetti soffici e fragranti, monachine dal cuore morbido, brioche con tuppo dal profumo antico. Ogni morso è un piccolo viaggio nel Sud, un ponte tra Milano e il Salento. E per chi vuole continuare a portare con sé un sapore autentico, il bancone propone anche una piccola selezione di piatti genuini da asporto: arancini dorati, lasagne rustiche e la classica pitta di patate salentina, preparata con cipolla, pomodoro, olive e capperi, proprio come a casa.

Tutto è fatto in casa, con materie prime autentiche e una cura rigorosa, la stessa che da anni caratterizza le insegne del gruppo – Thuje, Tony è Pronto, Pizzeria Ragno dal 1978 e Osteria Popolare Pugliese – garanzia di qualità e di ospitalità sincera.

L’inaugurazione è fissata per domenica 19 ottobre, dalle 15 alle 18 per l’occasione il caffè lo offriranno I Salentini, in un gesto di benvenuto che riassume perfettamente lo spirito del progetto. Da lunedì, quel caffè resterà lì, ogni mattina, sul bancone, a un euro.

L’apertura del bar dentro Osteria Popolare Pugliese non è solo una novità, ma un modo di riscoprire un’identità che continua a vivere nel tempo. In questi giorni, infatti, va in onda su Food Network (canale 33) la seconda stagione di “Sapore Salentino”, ideata da Francesca Micoccio, una serie che racconta famiglia, cucina e tradizione, e che con questo nuovo inizio trova un nuovo capitolo e le voci di una comunità che non ha mai smesso di sentirsi a casa, anche a Milano.

Caffè Meletti: al via il bando per la gestione del locale storico

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bar storici italia
Al Caffè Meletti di Ascoli Piceno una delle scene più famose del film “I Delfini” di Citto Maselli, con Claudia

Le candidature per il Caffè Meletti dovranno pervenire entro il 27 ottobre; seguiranno l’analisi delle proposte, la selezione dei soggetti idonei e una fase di due diligence. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sul portale dell’Ansa.

Il bando per la gestione del Caffè Meletti

ASCOLI PICENO – La Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, proprietaria al 100% della Caffè Meletti srl, ha avviato la procedura per affidare a terzi la gestione dello storico locale di Piazza del Popolo. La decisione, deliberata il primo ottobre, si concretizza in una manifestazione di interesse pubblico già pubblicata sui principali canali istituzionali.

Come illustrato dall’amministratore Daniele Tagliabue in conferenza stampa, si tratta del primo passo di un percorso che porterà, entro febbraio-marzo 2025, all’individuazione del nuovo gestore.

Le candidature dovranno pervenire entro il 27 ottobre; seguiranno l’analisi delle proposte, la selezione dei soggetti idonei e una fase di due diligence con sopralluoghi e incontri conoscitivi.

I candidati ammessi riceveranno poi una lettera di procedura con modalità e scadenze per presentare le offerte vincolanti.

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