CIMBALI M2
lunedì 25 Novembre 2024
  • CIMBALI M2
Home Blog Pagina 25

iMprint, viaggio a ritroso dalla tazzina alle piantagioni, con blockchain e realtà immersiva, al Trieste Coffee Festival

0
sca polojac iMprint
Alberto Polojac (foto concessa da Sca Italy)

MILANO – Il lancio della piattaforma IMprint si è svolto all’interno della cornice del Trieste Coffee Festival, promosso da Alberto Polojac, presidente SCA Italy, titolare di Imperator e tra gli ideatori dell’evento. E’ sempre lui che ne racconta obiettivi, genesi e sviluppo prima di entrare nel merito dell’innovazione tecnologica presentata in Fiera.

Polojac: “Trieste Coffee Festival nasce dieci anni fa: oggi siamo alla nona edizione, con la sospensione dei due anni pandemici. Dal 2014 siamo attivi con una manifestazione che serve a regalare al pubblico dei momenti in cui la filiera si apre alla popolazione locale e turistica. L’importante è comunicare quel che il caffè può trasmettere come valore a 360 gradi nelle sue sfaccettature.

La bevanda deve agganciarsi ad altri treni che corrono più veloci per farsi notare anche tra gli scaffali del supermercato. Abbiamo la possibilità di scegliere diversi prodotti partendo come sempre, fidandosi dell’etichetta e di ciò che vi si trova scritto. Normalmente chi descrive meglio, ha qualcosa in più da dire.

(immagine concessa)

Giuseppe Coletti si inserisce, ceo e co founder di Authentico che si occupa di innovazione tecnologica e di aver sviluppato iMprint: “Assieme racconteremo uno strumento che va verso il consumatore e le aziende che se ne preoccupano. Si inserisce in vari canali, non solo nello storytelling, ma anche nel merito di cosa fa un’azienda sul piano della sostenibilità.”

Piattaforma iMprint

Polojac riprende la parola: “Descrivere l’intera filiera aiuta il consumatore finale a comprendere e tracciare la provenienza di un lotto, seguendo il percorso della pianta, del caffè, dal porto alla nave, sino al suo stoccaggio.

Ad oggi la tracciabilità del caffè è stata nella migliore delle ipotesi garantita da un QRcode che faceva riferimento ad una determinata zona. Altrimenti ci si deve appoggiare ai sacchi di juta che riportano dei codici ICO, con i dati dell’esportatore, l’origine, il lotto per la tracciabilità del verde.

Ma la realtà è molto più complessa. Vogliamo sapere di più nell’etichetta e per questo ci serve un sistema entrato ormai nelle nostre vite, la blockchain, di cui si è iniziato a parlare anni fa: oggi, applicata alla tracciabilità, è particolarmente efficace perché si può usare per fotografare ogni momento che resta unico.

Si immortala un istante che diventa un documento, un certificato di importazione, di origine, può essere anche quello indicato dalla normativa EUDR che garantisce che quella materia prima non abbia causato deforestazione negli ultimi dieci anni.

Oltre a ciò, abbiamo aggiunto un’altra tecnologia ormai matura, ovvero il visore per osservare le realtà immersive.

Per noi è stata una sfida, soprattutto rispetto all’EUDR. La tracciabilità sin qui era stata considerata senza particolare attenzione.

Abbiamo dovuto rispondere a questa normativa, andando persino oltre essa, includendola all’interno di un progetto più ampio che riguarda tracciabilità e esperienza immersiva. Che è interessante perchè aiuterà a completare il racconto con il caffè, nella parte che spesso non si riesce a vedere perché i Paesi produttori, le piante, sono coltivate lontano.

E’ un ambiente che solo gli operatori del settore riescono a toccare con mano, al contrario di quello che capita per altri prodotti come l’olio.

Questa tecnologia, presentata durante il Trieste Coffee Festival, si integra alla tracciabilità di filiera, dando la possibilità a chi vi accede di avere un‘esperienza in piantagione, negli impianti di lavorazione. Una certamente virtuale, ma che dà un assaggio reale di quello che si trova laggiù con una precisione nel dettaglio impressionante.

Giuseppe Coletti scende nel tecnico con una prima dimostrazione di iMprint

“Con Imperator abbiamo sviluppato un sistema per tracciare il caffè dalla pianta alla tazzina. Abbiamo coinvolto due realtà, la parte dell’importazione e quella della torrefazione. Questo già è stato sfidante: la filiera è complessa, contiene tantissimi attori, comprende la parte doganale.

Alla base di iMprint c’è la blockchain. La conosciamo principalmente legata alla cripto valuta, ma essenzialmente è un registro che somiglia a quello Mastro, in cui si scriveva soltanto e non si cancellava mai. Condiviso da migliaia di computer su una rete, su cui ognuno può inserire informazioni e dati, convalidati almeno dal 50% dei computer per renderla validata. Da quel momento in poi è tecnicamente impossibile modificarla, cancellarla, crackarla.

La cosa interessante è che la blockchain è composta da moduli che possono essere usati per collegare tra di loro una serie di dati. Viene usata nella tracciabilità alimentare perchè di fatto, come obbliga la legge per tutelare la salute dei consumatori, le aziende trasformatrici devono notificare i passaggi effettuati dal cibo a partire da chi l’ha coltivata sino ad arrivare al prodotto confezionato.

La blockchain è la tecnologia indicata per permettere questa tracciabilità, in quanto, mette insieme una serie di blocchi informativi senza poterli slegare, in una catena dove ognuno della filiera può inserire documenti e passa la palla al successivo.

Ogni volta che avviene un trasferimento della materia prima da un attore all’altro, diventa incancellabile. Alla fine di questo percorso, si hanno una serie di indizi con cui rintracciare la materia prima.

Ovviamente lo spunto è stato l’EUDR che obbliga la produzione di documenti e certificati da parte delle aziende che devono scambiarli attraverso sistemi digitali al fine di garantire che caffè e cacao non abbiano causato deforestazione.

I controlli sono molto forti e le sanzioni salate (4% del fatturato). Si sta discutendo in particolare delle ricette in cui il caffè diventa ingrediente di altri prodotti. Non è facile. Ma questo è stato il punto di partenza: sfruttare quella che sembra una minaccia e renderla un’opportunità per le aziende che hanno modo di raccontare il fatto di usare caffè certificati, in totale trasparenza. Il consumatore stesso potrà verificare.

La blockchain, che mappa i vari stadi della filiera, geolocalizza le piantagioni – così come prevede la normativa – ci fa sapere chi sono i farmers, insieme alle attestazioni che certificano l’assenza di deforestazione. C’è bisogno di un ente terzo locale che fornisca questi documenti che poi vengono raccolte e caricate dal farmers su iMprint. Tutto è tracciato sino all’ultima fase della torrefazione.

Sul pacchetto di caffè, ci sarà anche la possibilità di ripercorrere a ritroso il viaggio del chicco. Vogliamo tornare dalla tazzina alle piantagioni.

Il primo caffè tracciato in blockchain con un QRcode che mostra il lotto di produzione, la varietà, la geolocalizzazione, i dati dell’azienda, le certificazioni, il racconto dei processi di produzione, di raccolta, di trasformazione e torrefazione. Un modo quindi anche di fare cultura.

Sono state poi aggiunte le schede sensoriali, i profili di tostatura, consigli di estrazione, caratteristiche organolettiche. Quindi tracciabilità, sostenibilità ambientale, cultura della bevanda in totale trasparenza.”

iMprint
Il logo celebrativo dei 40 anni

Matteo Borea analizza l’andamento dei prezzi del verde sotto la lente della Cina

0
matteo borea eudr
Matteo Borea (immagine concessa)

Matteo Borea, Coffee Master e proprietario di terza generazione di La Genovese, una
rinomata torrefazione di Albenga (Savona), condivide il suo punto di vista su un tema parecchio caldo e discusso da tutto il settore e del quale scriviamo tutti i giorni: i rincari e futuri aumenti della materia prima, che avranno ripercussioni ulteriori per gli operatori.

Le ragioni sono le più note, dal cambiamento climatico alle difficoltà logistiche, ma c’è un’altra variabile sottolineata da Matteo Borea, ovvero la presenza sempre più rilevante di un grande player come la Cina.

Caffè Verde: il vero motivo per cui il prezzo del caffè verde aumenterà e di cui nessuno parla

di Matteo Borea

Iniziamo col dire una cosa: il mercato del caffè è un campo minato, e non sto parlando delle classiche fluttuazioni dei prezzi o dei cicli climatici che mandano in tilt la produzione. C’è qualcosa di più profondo e complesso in gioco, qualcosa che molti non hanno ancora capito. E, incredibilmente, in pochi (per non dire nessuno) ne parlano. Quindi, eccoci qui a svelare il mistero.

Il cambiamento climatico ha già messo a dura prova i coltivatori di caffè, rendendo i raccolti
imprevedibili e spesso deludenti. Se a questo aggiungiamo problemi geopolitici che destabilizzano le catene di fornitura e flussi finanziari, si capisce subito che il mercato è in una fase di trasformazione totale.

Tuttavia, c’è un altro fattore cruciale, quasi sottovalutato: l’ascesa di un nuovo attore principale nel mercato del caffè.

Questo attore si chiama Cina: il gigante silenzioso del caffè

Sì, esatto. La Cina tradizionalmente famosa per il tè, sta rapidamente scalando le classifiche come importatore di caffè.

Facciamo alcune considerazioni: la Cina è diventata la principale destinazione delle
esportazioni agricole brasiliane, con vendite che hanno raggiunto la cifra record di 104 miliardi di dollari solo nel 2023. E non è tutto: il governo brasiliano ha siglato un accordo da 500 milioni di dollari per promuovere il caffè brasiliano nella più grande catena di caffè cinese.

E gli Stati Uniti? Se si parla di Cina non si può non parlare di America!

Ah, gli Stati Uniti, sempre lì a contendersi il podio con l’UE come maggiori consumatori di caffè al mondo. Eppure, nonostante abbiano importato caffè per un valore di 8,3 miliardi di dollari nel 2023, il rapporto sempre più stretto tra Brasile e Cina è una minaccia tangibile.

Perché? Perché la Cina è passata dal 20° al 6° posto tra i maggiori acquirenti di caffè brasiliano in soli due anni che neanche Valentino Rossi ai tempi di Sete Gibernau era capace di tanto.

Questo, per il modesto parere, significa una cosa sola: meno caffè per gli altri grandi
importatori, come gli Stati Uniti e l’Europa.

Le implicazioni sono molte e il cambiamento è inevitabile.

Ma vediamo insieme cosa significa tutto questo per il mercato del caffè:

1. Spostamento degli equilibri di potere: la crescente influenza della Cina ridurrà il potere contrattuale di acquirenti tradizionali come gli Stati Uniti e l’Unione europea. Un nuovo ordine mondiale del caffè, insomma.

2. Pressione sui prezzi: la domanda cinese in aumento, combinata con le sfide produttive
legate al clima, manterrà i prezzi del caffè elevati nel medio-lungo termine. Non è una questione di “se”, ma di “quando”.

3. Trasformazione della filiera: gli investimenti cinesi accelereranno la modernizzazione e la verticalizzazione della produzione di caffè in Brasile e altri paesi produttori.

4. Geopolitica: i legami commerciali tra Cina e Brasile avranno ripercussioni sulle relazioni
internazionali, in particolare con gli Stati Uniti. È una partita a scacchi di cui stiamo appena
vedendo le prime mosse.

5. Opportunità per i produttori: nonostante le sfide, l’interesse cinese potrebbe portare
capitali e know-how necessari per affrontare le difficoltà climatiche e produttive. Una boccata d’aria fresca per molti coltivatori.

6. Evoluzione dei consumi: la rapida crescita del mercato cinese del caffè, guidata dai
giovani consumatori, influenzerà le tendenze globali di consumo e produzione.

Borea: “Ecco cosa vedo all’orizzonte: “The new normal””

E qui arriva il punto cruciale, il vero nodo della questione. Sul lungo periodo (ma nemmeno
troppo) il prezzo del caffè verde aumenterà. Punto. E non tornerà ai livelli precedenti. Anzi, potremmo considerare questo il nuovo standard.

Perché? Perché la domanda non è soltanto più alta; è più strategica, più interconnessa con
dinamiche geopolitiche e finanziarie globali.

Mi sento di dire una cosa ai miei colleghi torrefattori: non sperate in un ritorno alla normalità.

Questa è la nuova normalità. Questo è solo l’inizio di una nuova era: il caffè verde sarà prezioso e soprattutto scarso per noi europei.

Quindi, non dite che non ve l’avevo detto. Il futuro è ora, e qualcuno in Cina ha già iniziato a scriverlo… sorseggiando un tè, forse.

Matteo Borea 

Groupe Seb: fatturato dei 9 mesi a €5,7 mrd (3,5%), divisione Professional (Wmf, Schaerer, La San Marco) a 726 mln (+4,1%)

0
Gruppo Seb
Il logo del Gruppo Seb

MILANO – Trimestrale positiva per Groupe Seb, che cresce del 4% nel terzo quarto e del 5,6% su base 9 mesi confermando l’outlook per l’intero esercizio 2024. La multinazionale francese – leader mondiale nella produzione dei piccoli elettrodomestici, ma fortissima anche nel settore delle macchine da caffè professionali – chiude il terzo trimestre con vendite pari a 1,985 miliardi di euro, in crescita del 4% a parità di perimetro e del 3.4% in termini nominali.

Le vendite dei primi 9 mesi raggiungono così un totale di 5,725 miliardi, pari a un +5,6% a parità di perimetro e un +3.5% in termini nominali. Sempre nei 9 mesi il risultato operativo raggiunge i 444 milioni, con un incremento del 14%. Il margine operativo passa al 7,8%, dal 7% del pari periodo 2023.

Nonostante un quadro geopolitico e macroeconomico tuttora incerto, il mercato dei piccoli elettrodomestici ha mantenuto un trend complessivamente positivo spinto, in primo luogo, dall’innovazione di prodotto.

Particolare dinamismo è stato dimostrato da alcune categorie – tra cui aspirapolvere, friggitrici ad aria e macchine da caffè superautomatiche – che hanno contribuito in modo significativo alla buona performance del Gruppo.

Le vendite del segmento consumer di Groupe Seb hanno raggiunto, nei primi 9 mesi, i 4,999 miliardi, in crescita del 6,6% a parità di perimetro e del 3,4% su base nominale

Questo trend positivo si è accelerato nel terzo trimestre, con una crescita organica delle vendite dell’8,1%, grazie al buon momento in Europa e nord America, mercati che contano per quasi i due terzi delle vendite del gruppo in questo segmento.

Nella divisione Professional, la crescita, in termini nominali, è stata, nei primi 9 mesi, del 4,1%, a 726 milioni, ma si è verificato invece un calo dell’1,6% a parità di perimetro.

Il 90% di questa divisione di Groupe Seb è costituito dal segmento caffè professionale, con i marchi Wmf (uno dei leader mondiali nel mercato delle macchine da caffè professionali full auto), Schaerer, Wilbur Curtis e La San Marco.

Contenuto riservato agli abbonati.

Gentile utente, il contenuto completo di questo articolo è riservato ai nostri abbonati.
Per le modalità di sottoscrizione e i vantaggi riservati agli abbonati consulta la pagina abbonamenti.

Evoca Group presenta il nuovo ufficio di rappresentanza a Dubai

0
evoca
Niccolò Rossi, Middle East Asia & OME Sales Manager, a Evoca Group (immagine concessa)

DUBAI — Evoca Group, leader mondiale nella produzione di macchine professionali per il caffe e distributori automatici di marchi rinomati quali Gaggia, Saeco e Necta, annuncia l’apertura del suo nuovo ufficio di rappresentanza a Dubai. Situato presso la Saba Tower 1, Jumeirah Lake Towers, questo nuovo presidio commerciale sottolinea la volontà di Evoca di espandere la propria presenza in Medio Oriente, un mercato chiave in forte crescita.

L’ufficio di Dubai migliorerà la capacità di Evoca di servire i propri partner nella regione, offrendo un supporto più diretto e accesso immediato alle ultime innovazioni tecnologiche del Gruppo.

Questa iniziativa è in linea con la missione di Evoca di offrire prodotti e servizi di eccellente qualità, costruiti su misura per soddisfare le esigenze specifiche dei clienti in questo mercato in rapido sviluppo.

In concomitanza con l’apertura del nuovo ufficio, Evoca invita tutti i clienti e partner a visitare il suo stand Z4-J39 al Gulfhost 2024, la principale fiera del Medio Oriente per l’ospitalita e food service. L’evento si terra dal 5 al 7 novembre presso il Dubai World Trade Centre.

Durante la fiera, Evoca presenterà diverse novità: La Solare, dotata della nuova tecnologia LatteVelluto per creare bevande incredibilmente morbide e cremose a base di latte, e la Wittenborg W100, il modello superautomatico ideale per i corner caffe in luoghi di lavoro o negozi di prossimità, progettata secondo criteri di sostenibilità per offrire alte prestazioni riducendo al minimo l’impatto ambientale.

Entrambe le macchine sono candidate ai Gulfhost Innovation Awards nelle categorie “Migliore Innovazione nel Caffe” e “Migliore Innovazione Sostenibile”.

Saranno inoltre esposte Aurora, una macchina da caffe superautomatica compatta a marchio Saeco, e La Vetro di Gaggia Milano, una macchina da caffe tradizionale creata per baristi più esigenti.

Evoca Group accoglierà i clienti e visitatori presso il proprio stand e nel suo nuovo ufficio. Insieme esploreranno nuove opportunità di collaborazione e crescita in Medio Oriente.

La scheda sintetica di Evoca Group

Evoca è un produttore leader a livello mondiale di macchine da caffe professionali e distributori automatici per il consumo fuori casa, con una storia nel settore di oltre 90 anni. Grazie al suo ampio portafoglio di marchi, è in grado di offrire una gamma completa di prodotti agli oltre 10.000 clienti del Gruppo, servendo i consumatori in hotel, ristoranti, uffici, spazi pubblici e molto altro. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Essse Caffè: torna il panettone al chicco di Sebastiano Caridi

0
caridi essse
Torna l’esclusivo panettone al caffè firmato Essse Caffè e Sebastiano Caridi (immagine concessa)

BOLOGNA – Dopo il successo della prima edizione, torna in veste rinnovata l’esclusivo panettone al caffè, frutto della collaborazione tra il maestro pasticcere Sebastiano Caridi e Essse Caffè. Quest’anno, la latta che lo custodisce, divenuta ormai un oggetto da collezione, cambia nuovamente design per celebrare un traguardo speciale: i 45 anni di Essse Caffè, un marchio che rappresenta l’eccellenza nel mondo del caffè.

Il panettone al caffè di Essse Caffè e Sebastiano Caridi

Espresso e panettone, due simboli della tradizione italiana, si fondono in questo lievitato artigianale di altissima qualità, proposto in edizione limitata. Il sapore sorprende grazie a ingredienti selezionati, abbinamenti inediti e una lavorazione impeccabile. La raffinata confezione lo rende il regalo ideale per le festività.

Il panettone al caffè (immagine concessa)

Nato dall’impasto con espresso all’italiana, questo panettone è arricchito da deliziosi cubetti di caramello, che si sposano perfettamente con la sofficità dell’insieme. Grazie all’utilizzo del lievito madre a fermentazione spontanea, il risultato è una struttura porosa e leggera che sprigiona tutta la sua morbidezza in cottura. Le 62 ore di lavorazione, suddivise in quattro lievitazioni a temperatura controllata e due impasti, garantiscono una consistenza straordinaria.

“Il caffè è uno degli ingredienti più complessi da utilizzare nei grandi lievitati – spiega Sebastiano Caridi – Da tempo sognavo di realizzare un panettone che riuscisse a mantenere l’intenso sapore dell’espresso nell’impasto. Con Essse Caffè ho trovato la materia prima ideale”

Questo prodotto, infatti, rappresenta l’incontro tra due eccellenze: Essse Caffè, la prestigiosa torrefazione bolognese della famiglia Segafredo, che da 45 anni porta l’autentico espresso italiano nel mondo, e Sebastiano Caridi, giovane e affermato Maestro Pasticcere, costantemente alla ricerca dell’evoluzione nell’alta pasticceria.

Il panettone al caffè di Sebastiano Caridi ed Essse Caffè si presenta così non solo come un’eccellenza gastronomica, ma anche come un tributo all’arte del caffè italiano e all’alta pasticceria.

L’edizione limitata, con la sua elegante latta da collezione e un sapore inedito che fonde tradizione e innovazione, diventa il simbolo perfetto per celebrare il 45° anniversario di Essse Caffè. Un dolce che esalta il piacere delle festività, regalando un’esperienza di gusto unica e sofisticata.

Per info: www.esssecaffe.com

La scheda sintetica di Essse Caffè

Scienza, sapienza e specializzazione: tre “S” che riassumono perfettamente i valori e la filosofia di Essse Caffè, prestigiosa torrefazione bolognese fondata nel 1979 da Francesco Segafredo assieme alle sorelle Chiara e Cristina. Oggi Essse Caffè è un marchio di successo in tutta Italia e all’estero, sinonimo di autenticità ed eccellenza, contraddistinto dall’inconfondibile “family feeling” delle sue miscele.

L’obiettivo? Garantire un prodotto di massima qualità, tutti i giorni, tutto l’anno, realizzando con cura l’intero processo, a partire dall’accurata selezione della materia prima.

Grazie alle collaborazioni universitarie – Facoltà di Agraria delle Università di Bologna, Cesena e Foggia – l’Azienda ha acquisito elevato spessore scientifico nel proprio settore, con conoscenze su ogni tipologia di caffè, dalla torrefazione al confezionamento, fino al caffè in tazzina.

Ai fondatori, oggi si affianca la quarta generazione della famiglia: Pietro Buscaroli, Agata Segafredo, Riccardo e Ruggero Auteri che condividono la missione imprenditoriale con uno sguardo imprescindibile verso il futuro.

Riguardo Sebastiano Caridi

Classe 1988, calabrese faentino d’adozione, Sebastiano è già volto noto della tv come concorrente e primo classificato del contest televisivo “Il più grande pasticcere d’Italia” (2015); vincitore di altri numerosi premi – ricordiamo il titolo di Migliore Colomba Tradizionale all’edizione 2021 di Divina Colomba – oggi gestisce due pasticcerie che portano il suo nome, una a Faenza e una a Bologna, quest’ultima nel suggestivo contesto di Palazzo Fava; in via di apertura, una terza a Imola. Figlio d’arte (suo padre è il maestro pasticcere Paolo Caridi) porta avanti la passione di famiglia, così come l’amore per gli ingredienti italiani, la tradizione e le materie prime di qualità.

Campionato mondiale Wlags: trionfano Carmen Clemente, Salvatore Riunno, Iva De Rosa e Giulio Maisto

0
wlags world
Da sinistra: Carmen Clemente, Salvatore Riunno, Iva De Rosa e Giulio Maisto (immagine concessa)

TRIESTE – Triestespresso Expo, l’unica fiera mondiale dell’espresso con oltre 10mila visitatori andata in scena nei giorni scorsi a Trieste, ha ospitato il contest Latte Art Grading, il Campionato mondiale Wlags (World Latte Art Grading Battle Championship) a cura di Team Lags.

La conclusione del Campionato mondiale Wlags a Triestespresso

I vincitori della competizione sono: livello oro per Carmen Clemente, livello nero per Salvatore Riunno, livello rosso per Ivan De Rosa e, infine, il livello verde per Giulio Maisto.

Triestespresso Expo, nota per la sua eccellenza nel settore del caffè, ha rappresentato la cornice ideale per il campionato Wlags.

La sua posizione strategica e le sue strutture all’avanguardia ha offerto a partecipanti e spettatori un’esperienza straordinaria.

 

Bialetti in perdita di 3,8 milioni nella prima metà del 2024: in vista accordi per la ristrutturazione dei debiti

0
gruppo Bialetti industrie illa
Il celebre omino coi baffi del logo Bialetti

COCCAGLIO (Brescia) – Bialetti Spa sta per cedere gli asset dell’azienda come diretto risultato accordi di ristrutturazione che hanno sostenuto il gruppo finanziariamente nel 2018. Al 30 giugno non sono state presentate ancora offerte formali come afferma Il Sole 24 Ore. Il prossimo mese però la situazione è destinata a cambiare considerando che la scadenza per dismissione avverrà il 28 novembre –  con possibilità di proroghe qualora non giungessero offerte entro la data prevista -.

La dismissione degli asset di Bialetti

Si ricorda che l’accordo di ristrutturazione finanziaria ha previsto anche un prestito obbligazionario di 10 milioni da parte di illimity Bank Spa. Inoltre, Amco, controllata del Ministero dell’economia e delle finanze, ha contribuito allo stralcio del 35% dei crediti.

Nel caso in cui entro il 28 novembre non verranno presentate offerte, probabilmente ci sarà una proroga per rimborsare i debiti.

L’indebitamento di Bialetti è a 122,7 milioni di euro. I ricavi sono a 67,3 milioni per il primo semestre dell’anno in corso, un miglioramento del 6,2% rispetto al 2023, ma il risultato finale è una perdita di 3,8 milioni di euro (dati che si riferiscono al primo semestre del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023).

Fipe, ristorazione: inflazione rallenta al +3,1% rispetto a settembre 2023

0
fipe
(dati: Ufficio Studi Fipe)

ROMA – L’inflazione nei servizi di ristorazione scende al +3,01%, per il totale ristorazione e al +3,0% per la ristorazione commerciale. L’inflazione generale scende a +0,7% da +1,1% di agosto, soprattutto per l’ampliarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici. Leggiamo di seguito la nota pubblicata dall’Ufficio Studi Fipe.

Bar

Il profilo inflazionistico del bar (+3,3%) resta sugli stessi livelli rilevati ad agosto. Gli incrementi sopra la media del comparto riguardano solamente i prodotti di pasticceria e gelateria sia al bar che altrove.

(dati: Ufficio Studi Fipe)

Ristoranti

Per i ristoranti e le pizzerie la variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente si attesta a +3,3%. I prezzi della gastronomia registrano +3,0% mentre il delivery registra una contrazione del -1,5% rispetto a settembre 2023.

(dati: Ufficio Studi Fipe)

Mense

I prezzi delle mense registrano un +3,2% rispetto all’anno precedente.

(dati: Ufficio Studi Fipe)

Coface: nell’area euro le imprese subiscono il forte aumento del costo del lavoro per unità di prodotto, +4,2% su base annua

0
coface
La mappa di valutazione (dati concessi)

MILANO – La ripresa economica globale offre un quadro eterogeneo. Mentre l’economia statunitense sembra indirizzata verso un atterraggio morbido, l’area euro continua a misurarsi con varie incertezze, soprattutto nel comparto industriale. La Cina, invece, fatica a sostenere la propria crescita. Infine, l’indice di rischio politico e sociale rimane ad un livello elevato nonostante il calo dell’inflazione, segno di un contesto sempre più complesso e incerto.

In questo contesto, Coface rivede la valutazione di 5 paesi (4 riclassificazioni in positivo e 1 declassamento) e 17 settori (12 riclassificazioni in positivo e 5 declassamenti), che ben rappresenta il nostro scenario di stabilizzazione della crescita mondiale nel 2025, su livelli al di sotto del potenziale, ma senza grandi sconvolgimenti.

L’economia americana atterra, l’area euro non decolla

Dopo il promettente inizio del 2024, l’area euro ha assistito a una nuova contrazione del comparto industriale. Le prospettive non sono particolarmente favorevoli, come testimonia il calo dell’indice di fiducia dei responsabili acquisti.

Ne risente in particolare la Germania, principale polo industriale europeo, con una produzione manifatturiera inferiore del 12% ai livelli pre-COVID. Anche il settore dei servizi, che aveva trainato la ripresa, sta rallentando e i consumi delle famiglie restano frenati a causa di risparmi ancora elevati e un basso livello della fiducia in un contesto di incertezza politica.

Sembra essere confermato lo scenario di atterraggio morbido negli Stati Uniti. L’economia americana continua a dimostrare resilienza, come evidenziato dal rimbalzo del secondo trimestre (+3% annualizzato), con una forte domanda interna, anche se il mercato del lavoro sta gradualmente rallentando.

Disinflazione negli Stati Uniti, indebolimento delle imprese nell’area euro

Il terzo trimestre del 2024 ha portato buone notizie in tema di disinflazione, sia negli Stati Uniti che in Europa, sempre grazie al calo dei prezzi delle materie prime – in particolare dei prodotti petroliferi. Tuttavia, nell’area euro, le imprese continuano a subire il forte aumento del costo del lavoro per unità di prodotto (+4,2% su base annua), che comprime i loro margini.

Dopo il massimo nella prima metà del 2023 nell’insieme dei paesi dell’area euro, il tasso di redditività è calato di quasi 2 punti percentuali in Germania e nei Paesi Bassi, e del doppio in Spagna e in Italia, rendendo vulnerabili le imprese, come mostra l’aumento delle insolvenze negli ultimi mesi.

I primi tagli dei tassi da parte della Fed e della BCE nel 2024 segnano l’inizio dell’atteso allentamento monetario. Mentre la politica monetaria si farà più accomodante (o meno restrittiva) l’anno prossimo, politiche fiscali più restrittive avranno effetti negativi sulla crescita nella grande maggioranza dei Paesi, in particolare nell’area euro. A luglio 2024, la Commissione europea ha aperto una procedura per deficit eccessivo nei confronti di sette paesi, tra cui la Francia.

Elezioni americane: 2024, un voto decisivo

Con Kamala Harris e Donald Trump protagonisti delle elezioni presidenziali USA, la scelta per un programma o l’altro avrà ripercussioni anche al di fuori degli Stati Uniti. Sul fronte interno, K. Harris è favorevole a una regolamentazione dei prezzi e a una riduzione dei costi abitativi, mentre D. Trump punta ad una massiccia riduzione delle tasse e a rilanciare la produzione di energia (idrocarburi).

Sul piano internazionale, K. Harris è vista come garanzia di continuità a fronte di un D. Trump più imprevedibile e, per certi aspetti, più radicale rispetto al suo primo mandato alla Casa Bianca (2017-2021). Quale che sia il risultato, queste elezioni avranno un forte impatto sull’economia globale per gli anni a venire.

La Cina stenta a ripartire, le altre economie emergenti raccolgono il testimone

Nonostante gli annunci di misure di sostegno, l’economia cinese continua a rallentare, gravata da un mercato immobiliare in crisi e da una domanda interna stagnante.

In ogni caso, il contributo delle economie emergenti alla crescita globale rimarrà invariato nel 2025, soprattutto grazie all’accelerazione dei Paesi del Golfo e del Sud America, anche tenendo conto di una crescita attesa meno vivace in Brasile, dopo due anni di crescita intorno al 3%. Al di là dei fattori interni, molti Paesi della regione sono i veri vincitori della riorganizzazione in corso del commercio mondiale, diventando centri strategici che assorbono quote di mercato nelle catene di approvvigionamento sino-americane.[1]

“Nell’ultimo barometro, Coface registra una disomogeneità nella ripresa economica a livello globale: se da un lato gli Stati Uniti stanno dimostrando capacità di recupero, dall’altro l’eurozona si trova ad affrontare un contesto sfidante, soprattutto nel settore industriale, mentre la Cina risente ancora della crisi del mercato immobiliare” commenta Ernesto De Martinis, ceo di Coface per la Regione Africa e Mediterraneo. “A fronte di queste evidenze, le valutazioni di Coface di rischio politico e sociale rimangono elevate, nonostante il calo dell’inflazione, confermando uno scenario incerto. L’aggiornamento della valutazione di Paesi e settori riflette una previsione di crescita stabilizzata, seppur inferiore al potenziale stimato per il 2025.”

E’ possibile scaricare qui la pubblicazione completa.

Palermo: in più di 100 bar e locali l’iniziativa del caffè sospeso promosso da Morettino contro la polio

0
palermo birreria caffè sicilia goi maison
La città di Palermo (immagine: Pixabay)

In più di 100 locali di Palermo e provincia sono stati proposti salvadanai di raccolta per l’iniziativa “Un caffè sospeso contro la polio” che ha la finalità di raccogliere fondi a favore del  Rotary International destinati all’eradicazione della poliomielite dal mondo. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Palermo Today.

L’iniziativa del caffè sospeso a Palermo

PALERMO – Nei bar e nelle caffetterie di Palermo e provincia è arrivato un singolare progetto del Rotary Club Palermo Mediterranea. In occasione del  “World Polio Day” giornata mondiale rotariana, che è stata celebrata il 24 ottobre, il club palermitano ha promosso l’iniziativa “Un caffè sospeso contro la polio” che ha la finalità di raccogliere fondi a favore del  Rotary International destinati all’eradicazione della poliomielite dal mondo.

“‘Bevi un buon caffè per una buona causa”: questa l’iniziativa – si legge in una nota – che Ottavio Rago, delegato del Rotary Club Palermo Mediterranea per il Piano d’Azione e per la Rotary Foundation, ha proposto ad Arturo Morettino, dell’omonima rinomata azienda del caffè, che di buon grado ha sposato il progetto rotariano.

Il costo di un caffè equivale al costo di un vaccino antipolio ed è questo il messaggio che insieme Rotary e Morettino vogliono lanciare, chiedendo di contribuire con una piccola donazione nei locali pubblici che somministrano il Caffè Morettino.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui