BOLGONA – L’associazioneVirtus Pallacanestro Bologna S.p.A. ha comunicato che martedì 29 ottobre, l’Assemblea dei soci ha approvato il bilancio dell’esercizio per l’anno 2023-2024 e confermato come presidente del Consiglio d’amministrazione Massimo Zanetti.
L’assemblea ha confermato come membri del Consiglio d’amministrazione Marco Preti, Giuseppe Sermasi e Nicola Gualandi, confermando poi la delega di ceo a Luca Baraldi.
Virtus Segafredo Bologna: confermato il Consiglio di amministrazione
L’Assemblea ha poi confermato nel ruolo di Presidente del collegio dei sindaci Michele Colliva e come sindaci Massimo Garuti e il nuovo entrato Pier Luigi Ungania.
Luca Baraldi ringrazia gli azionisti per la fiducia rinnovata e augura ai colleghi del Consiglio d’amministrazione di continuare a lavorare insieme sempre con l’obiettivo di ottenere i migliori risultati, dentro e fuori dal campo.
BOLOGNA – Fabbri 1905 si conferma tra i protagonisti di Eurochocolate 2024 (15 – 24 novembre): l’azienda bolognese, ambasciatrice della tradizione dolciaria italiana, sarà infatti sponsor ufficiale della storica manifestazione perugina, che quest’anno spegne le sue prime trenta candeline.
Un anniversario celebrato con il ritorno nel centro storico di Perugia, dove Fabbri 1905 accoglierà i visitatori nel suo ampio stand situato in una posizione di grande impatto, al fondo di Largo delle Libertà, nell’area del Belvedere da cui si dominano le fiabesche colline umbre.
Fabbri 1905 a Eurochocolate
Un vero e proprio temporary shop, dallo stile inconfondibile con i classici decori bianchi e blu, aperto sui tre lati, dove il pubblico potrà scoprire, assaggiare ed acquistare grandi classici e golose novità, anche grazie a un’intera area dedicata alle degustazioni. “Sulla bocca di tutti” – questo il claim della manifestazione – sarà il BomBon Fabbri 1905: una pralina dal cuore di Amarena Fabbri avvolta da finissimo cioccolato fondente in un sottile strato di zucchero. Sarà amore fin dal primo assaggio.
Tra le novità più golose anche le creme spalmabili Fabbri 1905, in tre varianti pensate per rispondere agli ultimi trend di mercato: cacao e caramello salato, cacao e socco, pistacchio, disponibili anche in formato mignon.
Con l’avvicinarsi del Natale protagonista dello stand sarà anche il panettone Cuor di Amarena Fabbri, originale creazione che unisce l’arte pasticcera italiana alla leggenda dell’Amarena Fabbri, creando un connubio unico per le feste.
Non mancheranno anche le classiche specialità al liquore, i celebri topping, i nuovissimi liquore alla ciliegia e liquore alla Grappuva – e ovviamente i prodotti icona di casa: Amarena Fabbri insieme a Fragola Fabbri e Zenzero Fabbri.
Tutti prodotti presenti nello stand possono diventare un dolce pensiero natalizio e in questa occasione saranno venduti a prezzi promozionali.
MILANO – Nel dibattito sul packaging sostenibile, spesso ci si concentra sull’imballaggio, trascurando un elemento altrettanto importante: l’etichetta. Piccola, ma essenziale per raccontare il prodotto e riportare le informazioni previste dalle normative, può fare la differenza per rendere un packaging davvero eco-friendly.
L’attenzione verso il packaging sostenibile, del resto, è in costante crescita, non solo da parte delle aziende, ma anche dei consumatori. Secondo una recente ricerca condotta da Nomisma*, il 62% degli italiani considera la sostenibilità un fattore determinante nelle decisioni d’acquisto, e per 2 consumatori su 3 il packaging gioca un ruolo fondamentale nelle scelte di prodotti alimentari.
Le nuove etichette di Labelys
Un’ulteriore conferma di quanto la confezione, etichetta compresa, sia sempre più rilevante nelle dinamiche di consumo odierne. In questo contesto, Labelys.it, il nuovo partner in Italia per la stampa online di etichette adesive personalizzate, presenta innovative soluzioni progettate per soddisfare le esigenze delle aziende del food & beverage impegnate a realizzare packaging 100% eco-friendly: la Carta in fibra di canna da zucchero e il PLA trasparente compostabile ricavato dal mais.
L’innovativa carta in fibra di canna proposta da Labelys è realizzata a partire da scarti della lavorazione agricola (bagassa), offrendo un’alternativa naturale e riciclata per le etichette di prodotti alimentari e bevande.
Questa carta è ideale per confezioni di vini, distillati e prodotti gourmet, dove l’estetica del packaging gioca un ruolo fondamentale nel posizionamento del prodotto, senza compromettere l’impegno verso la sostenibilità.
La fibra di canna non solo si presenta come una soluzione green, ma è anche altamente performante: garantisce un’adesività eccellente su superfici curve o ruvide, come le bottiglie di vetro, conferendo al prodotto un look premium e naturale, perfetto per i mercati del vino e delle bevande artigianali.
Altra novità online su Labelys.it è il PLA trasparente compostabile, un materiale realizzato con amido di mais, completamente biodegradabile. Questa soluzione è ideale per etichette destinate a prodotti alimentari freschi e confezionati, come latticini e succhi, che richiedono una visibilità perfetta.
Grazie alla sua resistenza e alla capacità di mantenere un’elevata qualità visiva, il PLA offre la stessa brillantezza dei tradizionali film plastici, ma con un impatto ambientale notevolmente ridotto. Un elemento fondamentale per le aziende del settore alimentare, che possono così migliorare la sostenibilità del proprio packaging senza compromettere la presentazione del prodotto.
L’e-commerce italiano Labelys.it fa capo all’omonimo Gruppo internazionale specializzato nella produzione di etichette adesive di alta qualità, con un focus sull’innovazione e la sostenibilità e una forte attenzione alle necessità di mercato e alle sfide ambientali del futuro.
L’impegno di Labelys verso la sostenibilità si riflette non solo nell’utilizzo di materiali riciclabili e compostabili, ma anche nella continua ricerca di soluzioni innovative che possano coniugare estetica, funzionalità e rispetto per l’ambiente, come le nuove carte in fibra di canna da zucchero e il PLA trasparente compostabile.
Soluzioni che rispondono alle esigenze di un mercato in cui la sostenibilità rappresenta un fattore determinante per la reputazione aziendale e la fedeltà dei consumatori.
*Fonte: Osservatorio Packaging del Largo Consumo Nomisma, Consumer Survey aprile 2024
TRIESTE – Dopo dieci gemellaggi fra Musei europei del caffè, quest’anno l’evento curato dall’Associazione museo del caffè di Trieste, si è svolto sabato 26 ottobre in ambito Triestespresso Expo e l’ospitalità da parte dell’Ente fieristico, convegno calendarizzato quale iniziativa collaterale.
In sintesi, si tratta di un appuntamento biennale di incontro e parternariato fra istituzioni museali dedicate al caffè. E’ un’attività socio-culturale che dal 2004 ha coinvolto aree espositive presenti in Europa (Germania, Svizzera, Austria, Francia, Ungheria, Olanda, Cipro, Belgio, Russia) e due anni fa, il decimo, con il Brasile, col grande Museu du café di Santos.
Da questa edizione del 2024, l’undicesima, l’Associazione coinvolgerà realtà espositive ubicate in Italia. Partendo da La San Marco di Gradisca d’Isonzo (GO), azienda che dal 1920 rappresenta l’eccellenza nella produzione di macchine per caffè espresso e, particolarmente apparecchiature che usano il tradizionale sistema a leva, diffuse in tutto il mondo.
Mentre, l’Associazione Museo del Caffè è un sodalizio di divulgazione culturale, il cui fine è quello di promuovere le conoscenze in questo ambito, in particolare nel settore della divulgazione del settore e del collezionismo. Fra le diverse attività, per rafforzare gli obiettivi statutari, si valorizzano oggetti caffeicoli moderni e storici, letteratura, visite guidate, seminari (noti i Cenacoli del caffè che si avvieranno in novembre) ed esposizioni attualmente in un contesto di “Museo Diffuso del Caffè” urbano.
Il Sodalizio è in attesa, che il Comune di Trieste definisca degli spazi espositivi ad hoc in Porto Vecchio per poter dar più adeguata visibilità.
Il rito di parternariato si è completato con un approfondito seminario che ha coinvolto illustri relatori, protagonisti nei diversi ambiti: Roberto Nocera, Marino Petracco e la presenza dei presidenti dell’Associazione Museo del Caffè, Gianni Pistrini e Doriano Simonato.
MILANO – Si torna da Caffè Pergamino, creatura di Luigi Parise situata in Piazza del Risorgimento, vicino a Piazza San Pietro e nata nel 2016, quando ancora si era pionieri dello specialty, poi diventato nel corso degli anni uno dei punti di riferimento per questo tipo di bevanda nella capitale.
Tutto è partito 8 anni fa, dalla passione e dalla visione chiara del titolare, che ha spinto la qualità sopra ogni altra cosa e sul caffè: Pergamino infatti, è un’autentica caffetteria e coffee shop, dove il passare del tempo non ha significato un cambio di passo e compromessi.
Anzi, proprio il contrario: da Caffè Pergamino, il caffè è core business e non ci sono sconti
Né in termini di prezzo – che non è proprio un argomento di discussione o motivo di lamentela per chi ormai è diventato un cliente affezionato del locale – né in termini di offerta. La collaborazione con i roasters eccellenti continua – da Rubens Gardelli a Davide Cobelli, le referenze sono sempre al massimo – nell’impostazione di una selezione in grani ricercata e artigianale.
Fissa al bancone una La Strada La Marzocco che riesce a reggere ritmi e volumi sostenuti, macinino on demand e la scelta di servire solo e sempre specialty – per l’espresso, rigorosamente in double shot perché questo è il modo di interpretare il caffè dello stesso Parise – anche destinato al consumo domestico per chi vuole acquistare materia prima di qualità per casa.
“A questi clienti consiglio anche di acquistare un macinacaffè, per avere un macinato sempre fresco sul momento” aggiunge Luigi Parise, che si distingue anche in questa scelta per l’essere coerente con la sua filosofia di qualità a qualsiasi costo.
Quindi in tutto questo tempo, Caffè Pergamino non è mai sceso a compromessi
“Assolutamente no – afferma con forza Luigi Parise – anzi, non abbiamo mai fatto passi indietro perché credo in questo progetto che sta in piedi da 8 anni. Siamo cresciuti sempre di più spingendo la qualità, senza preoccuparci come in tanti della questione dei prezzi, spesso frutto di speculazioni.
Siamo un coffee shop in cui sono a disposizione solo per citarne alcuni, The Barn, Nomad Coffee, Rubens Gardelli, Davide Cobelli, da quando abbiamo aperto. Acquisto un Geisha Village Panama che vendo in pacchi da 250 grammi: questo perché è un’eccellenza che rispecchia il nostro essere una boutique di caffè, le persone lo riconoscono e sono disposte a pagare questi prezzi.
Siamo certo fortunati ad avere una clientela di turisti che sono già abituati, ma anche i romani che ci conoscono vengono da noi dall’altra parte della città, espressamente per comprare il proprio caffè da estrarre in casa.
Non abbiamo Campari, Coca-cola: non siamo un bar, un “banco a ristoro”, ma una caffetteria a tutti gli effetti.”
Quindi possiamo affermare che oggi puntare solo sullo specialty si può fare?
“Assolutamente sì, se fatto con coraggio. Ho alle spalle altre tre aziende – due Irish Pub, il Morrison che compie 30 anni e il Be.Re. birreria top, in collaborazione con Stefano Callegari – che mi hanno permesso di arrivare sin qui con Caffè Pergamino: se qualcuno pensa che da zero si possa aprire un business riuscendo ad ottenere certi risultati da subito, sbaglia ed è così costretto a scendere a compromessi.
Invece io, usando le mie risorse derivate dalle altre attività, non ho mai dovuto fare un passo indietro. Sono sempre andato dritto per la mia strada, crescendo: abbiamo anche inserito – e siamo stati tra i primi a farlo quando ancora non era diffuso – il coffee shop con una vetrina per esporre caffè e attrezzature, che ci ha dato soddisfazioni, ma ci vuole una certa esperienza su cui contare per fare degli utili.
Noi possiamo vantarne una decennale e a breve, proprio forti di questo, avvieremo una ristrutturazione totale di Caffè Pergamino per migliorare l’operatività del locale (che misura 60 metri quadrati), puntando prossimamente a costruire un banco più performante per ottimizzare il work flow. Totalizziamo ormai un numero importante di vendite tra estrazioni e uso domestico.”
Ma l’espresso tra gli italiani va ancora per la maggiore oppure si fa strada il filtro?
“Più che altro è legato ad un discorso anagrafico e si procede per diverse fasce d’età: i giovani trai 18 e i 40 anni bevono filtro. Gli adulti ancora si mostrano scettici e hanno bisogno di assaggiare per capire e apprezzare la differenza. Collaboriamo in particolare con i roasters: Davide Cobelli è stato il mio formatore e anche dei miei ragazzi, con Rubens Gardelli attualmente stiamo lanciando, un liquore al caffè con il Cigno Bianco, da bere al posto di un amaro. Parliamo di un prodotto diverso dalla solita offerta, con della materia prima di qualità.”
Nel nuovo Caffè Pergamino cambierà altro?
“Sì, conto di spostare la chiusura dalle 19 alle 24. Perché le persone di sera, non sanno dove andare a bere un buon caffè. Dobbiamo essere noi i primi a proporci di forza e di traverso, prendendo il coraggio in mano per cambiare le cose e spingere lo specialty. Non mi sono mai adeguato per poter restare aperti.
Tutto quello che esula dal caffè è relativo, è un contorno. In futuro, la mia idea è addirittura quella di togliere tutto, anche il food: da noi si compra e si beve solo il caffè. Ora certo abbiamo delle opzioni per la colazione, sia salata che dolce – dai cookies ai toast e uova, alcuni lievitati cotti da noi la mattina – che però sono destinati a scomparire. Resterà qualche fornitore, ma la verità è che la sfida sarà quella di eliminare questa parte.
L’obiettivo è aprire più punti vendita in cui si serve soltanto qualità e dove una tazzina non può costare assolutamente un euro. Il brand Caffè Pergamino è registrato in tutto il mondo e l’espansione è nei programmi futuri.”
Quindi Caffè Pergamino anche di notte
“Ci proviamo. Ma questo non significa che proporremo una carta di drink a base caffè: non voglio mescolare le due cose. Offriremo il nostro prodotto continuando ad essere soltanto una caffetteria, così come dice l’insegna del locale. Pergamino è una caffetteria radicale, segue la mia visione che ho spinto con coerenza in tutti questi anni. “
Cosa ci dice invece sulla questione personale?
“Tra tutti e 4 i locali, ormai contiamo 60 collaboratori. Come in tanti settori, anche noi abbiamo avuto dei problemi: non si trovano persone che abbiano voglia di formarsi, che siano appassionati al lavoro. Da Caffè Pergamino siamo in 6 e avremmo bisogno di nuove risorse, almeno altre 5, per fare meno fatica e portare avanti i nostri standard qualitativi – anche perché prepariamo i filtri a mano -. Ma cercheremo di migliorare anche questo aspetto.”
Il fatto di avere alle spalle tutta questa esperienza gestionale e imprenditoriale, quanto è stato fondamentale per raggiungere il punto in cui è oggi il Caffè Pergamino?
“Purtroppo sono in tanti che si improvvisano. Da 40 anni nel settore e 25 in proprio, ho fatto un buon percorso caratterizzato anche dai sacrifici: il problema di base è che sono in troppi che oggi si mettono a fare questo mestiere senza avere le giuste competenze o l’esperienza necessaria. Invece so che non si finisce mai di imparare e per questo sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo.
E l’ideale sarebbe anche trovare dei nuovi collaboratori: con i 4 manager dei locali che seguo, ci incontriamo e confrontiamo, li ho cresciuti in 15 anni di lavoro insieme. Si è creato un team di management di giovani preparati e questo a dimostrazione che siamo riusciti a creare un ambiente di lavoro confortevole, un aspetto a cui tengo particolarmente.
Diamo sicurezza ai ragazzi a livello contrattuale, economico, dando loro una prospettiva di crescita: io sto con loro, sono un capo anomalo. Certo nel campo della caffetteria è molto più complicato trovare personale qualificato, perché molti nonostante i tanti anni dietro al bancone, sono in difficoltà e non sanno cosa sia lo specialty o un macinino on demand. Bisognerà quindi trovare persone disposte a lavorare sodo e ad appassionarsi.”
MILANO – I futures del caffè ritracciano e virano in territorio negativo, dopo due sedute al rialzo a cavallo della settimana. La giornata di ieri, martedì 29 ottobre, ha visto ribassi in entrambi i mercati, più marcati da questa parte dell’oceano. A Londra, il contratto per scadenza gennaio dell’Ice Robusta ha perso infatti il 2,3% (-$104) chiudendo a 4.398 dollari.
A New York, il contratto per scadenza dicembre è arretrato invece di 425 punti (-1,68%) terminando la seconda sessione della settimana a 248,10 centesimi. Intanto, tutte e due le borse hanno registrato una diminuzione delle posizioni speculative nella settimana al 22 ottobre.
Le prese di beneficio sui futures del caffè di ieri fanno seguito alle ricoperture operate nelle due sedute precedenti, dovute a fattori tecnici, ma anche alla perdurante incertezza sul fronte dei fondamentali, che mitiga le pressioni al ribasso indotte, dall’inizio del mese, dalla notizia del rinvio, dato per certo, dell’entrata in applicazione dell’Eudr.
L’IceRobusta era sceso, giovedì 24 ottobre, a quota 4.337 dollari, livello minimo, per la scadenza principale, dalla metà di agosto. Il rimbalzo nei due giorni successivi è dovuto anche alle notizie preoccupanti giunte dal Vietnam.
Come riferisce Bloomberg, la tempesta tropicale Trami ha portato forti precipitazioni in alcune zone degli altipiani centrali. Il tutto, mentre la stagione di raccolto sta per entrare nel vivo.
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Bere caffè contro la demenza: uno studio di un team di ricercatori di sanità pubblica presso l’Università Medica di Ningxia, in Cina, ha scoperto tramite l’analisi dei dati delle cartelle cliniche che le persone con ipertensione che bevono caffè hanno un rischio inferiore di sviluppare demenza. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo pubblicato sull’Ansa.
Il caffè valido alleato contro la demenza
Il loro studio è stato pubblicato su Scientific Reports. Ricerche precedenti hanno mostrato che bere regolarmente una quantità moderata di caffè o tè può ridurre l’infiammazione.
Altri studi hanno dimostrato che può anche favorire la salute della barriera emato-encefalica che protegge il cervello da ingressi pericolosi.
Entrambi questi fattori sono stati collegati alla riduzione del rischio di sviluppare demenza.
In questo nuovo studio, i ricercatori hanno utilizzato il i dati della biobanca britannica, un database di dati sanitari di oltre 500.000 persone seguite per diversi anni.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
L’azienda di Nervesa della Battaglia, guidata dal fondatore Martino Zanetti, punta a cento milioni di ricavi entro l’anno con le sue quattro attività: lo storico brand triestino, il Prosecco con la cantina Col Sandago, la birra e le ultime arrivate, le bollicine francesi. Leggiamo di seguito un estratto dell’articolo di Francesca Gamberini per Il Corriere della Sera.
Gli obiettivi di Hausbrandt
NERVESA DELLA BATTAGLIA (Treviso) – Dal caffè allo champagne, passando per la birra e il Prosecco. Il gruppo Hausbrandt punta a chiudere il 2024 a cento milioni di ricavi, con una crescita nell’ordine del 10% rispetto al 2023 e una strategia ben definita da qui al 2025. A Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso, quartier generale dell’azienda fondata e guidata da Martino Zanetti, imprenditore con la passione per la cultura e a sua volta pittore, si continuerà a investire sulla qualità, per mantenersi nella fascia dell’alto di gamma con tutti i prodotti del gruppo: lo storico caffè Hausbrandt, la birra Theresianer, la casa vinicola Col Sandago e l’ultimo ingresso nel gruppo, lo champagne Martin des Orsyn.
Un progetto che risale al 2019 e che ha origine nella Montagne de Reims, dove nelle caratteristiche cave sotterranee nascono le quattro cuvée Martin des Orsyn.
“Il nome racchiude un omaggio a mia madre — spiega Zanetti a Il Corriere della Sera, che ha voluto fortemente questa operazione e che ha realizzato di recente anche le nuove etichette, dove protagonista è il colore —. La produzione è di circa ventimila bottiglie l’anno e ci sta dando notevoli soddisfazioni. Vogliamo continuare a crescere”.
Il vino, rappresentato da Col Sandago, si sviluppa nella produzione del prosecco Superiore Docg, circa 400 mila bottiglie all’anno, e del Wildbacher, vigneto raro che si trova a Col Sandago, con 25 mila bottiglie e quattro declinazioni.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.
MILANO – Lino Enrico Stoppani è stato riconfermato all’unanimità per acclamazione presidente di Fipe Lombardia, l’associazione regionale lombarda dei pubblici esercizi. “Ringrazio per la rinnovata fiducia – ha dichiarato Stoppani – che mi spinge ancora di più a rappresentare un settore strategico anche per la Lombardia, incarnandone la storia e la tradizione, garantendo la socialità e rientrando a pieno titolo tra i protagonisti del turismo, comparto sempre più rilevante per la regione e strategico per il suo valore economico e occupazionale”.
Lino Enrico Stoppani confermato presidente di Fipe Lombardia
Sono 48.305 le imprese della ristorazione in Lombardia – oltre il 14% di quelle nazionali – nel 28% dei casi guidate da donne e nel 12% da giovani (elaborazione Centro studi Fipe su dati Infocamere). Rilevante il numero degli addetti del settore: 209.494 (oltre il 50% donne) sono i soli occupati dipendenti, di cui quasi il 70% con contratto a tempo indeterminato (elaborazione Centro studi Fipe su dati Inps).
Pubblici esercizi lombardi che hanno un peso significativo per l’occupazione, ma che potrebbero garantirne ancora di più: per il trimestre ottobre-dicembre 2024, secondo le rilevazioni sui fabbisogni occupazionali del sistema informativo Excelsior, le imprese del comparto sono, infatti, alla ricerca di 30.360 profili qualificati, soprattutto camerieri di sala, banconieri di bar e aiuto cuochi.
“Numeri – aggiunge il presidente Stoppani – che evidenziano la centralità delle imprese che rappresentiamo, fatte di donne e uomini consapevoli del valore che portano a città e piccoli centri. Valore che chiama le istituzioni a due grandi responsabilità: non discriminare il nostro comparto, attraverso scelte normative non ispirate al principio ‘stesso mercato stesse regole’, e sostenerlo con politiche lungimiranti su investimenti e formazione, indispensabili per agganciare le nuove transizioni della sostenibilità e della digitalizzazione”.
“All’orizzonte – conclude Stoppani – c’è la sfida delle Olimpiadi di Milano Cortina 2026, da intendersi non solo come occasione di business di breve periodo, ma come opportunità di aprirsi ancora di più al mondo, contribuendo ad affermare l’immagine della Lombardia all’estero”.
Il Comitato regionale di Fipe Lombardia: Lino Enrico Stoppani – Presidente (Milano, Lodi, Monza e Brianza); Giorgio Beltrami – Vicepresidente (Bergamo); Michele Masserdotti (Brescia); Giovanni Ciceri (Como); Alessandro Lupi (Cremona); Marco Caterisano (Lecco); Giampietro Ferri (Mantova); Andrea Maltese (Pavia); Piero Ghisla (Sondrio); Giordano Ferrarese (Varese).
ROMA – Si parla da tempo di EUDR, il ben noto regolamento comunitario sulla deforestazione, ma numerosi sono ancora gli approfondimenti da fare e gli adempimenti da implementare. Per una migliore comprensione della normativa, molte organizzazioni datoriali stanno supportando i propri associati, fra cui, una delle prime, è la Federgrossisti che, avvalendosi dello Studio Legale Associato E&D (SLED) ha organizzato un webinar dedicato al nuovo regolamento (UE) 2023/1115, cui hanno partecipato numerosi associati, unitamente alle rappresentanze di varie strutture territoriali della Confcommercio.
Il webinar di Federgrossisti sull’EUDR
L’intervento dei relatori, l’avvocato Marta Enne, l’avvocato Francesca Gaeta e l’avvocato Valentina Schiavone, ha approfondito gli aspetti critici e passato in rassegna i numerosi adempimenti a carico delle imprese.
Lo SLED ringrazia la dirigenza della Federgrossisti, (il presidente Francesco Geracitano e il direttore Antonio Fabiani) per l’organizzazione e l’opportunità offerta per illustrare e approfondire la normativa, considerata la complessità degli adempimenti posti dell’intera filiera (produzione, distribuzione e commercializzazione), relativamente a tutti i prodotti coinvolti: caffè, cacao, bovini, palma da olio, soia, legno e gomma, ivi compresi i prodotti derivati, come riportato nell’allegato 1 del suddetto regolamento.
Per arrivare preparati alla scadenza, ottemperando a tutti gli obblighi previsti con le azioni necessarie, Federgrossisti e lo SLED hanno sottoscritto anche un accordo che prevede particolari agevolazioni, riservate agli associati, sia per una consulenza generale, sia per una assistenza più personalizzata a seconda delle caratteristiche aziendali.
Gli operatori interessati possono contattare direttamente la Federazione tramite la seguente mail: federgrossisti@federgrossisti.org.
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