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sabato 30 Novembre 2024
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Nestlé: in Europa raggiunto il 95% di packaging progettato per essere riciclabile

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nestlé packaging
Prosegue l’impegno del Gruppo per migliorare la riciclabilità dei propri imballaggi e delle infrastrutture di riciclo (immagine concessa)

ASSAGO (Milano) – In Europa il Gruppo Nestlé ha raggiunto l’importante traguardo del 95% di packaging dei propri prodotti progettati per il riciclo. Per quanto riguarda nello specifico gli imballaggi in plastica, sempre a livello europeo, quasi l’83% di quelli utilizzati da Nestlé lo è già  e negli ultimi 5 anni il Gruppo è riuscito a ridurre del 33% l’uso della plastica vergine.

Sono questi i dati che Nestlé ha diffuso oggi in occasione della Giornata Mondiale del Riciclo, ribadendo i propri impegni per migliorare i processi di riciclo e la gestione dei rifiuti.

Il Gruppo sta lavorando con costanza e determinazione per conseguire risultati sempre più significativi in ottica di economia circolare focalizzandosi su tre diversi fattori-chiave: riprogettare i propri imballaggiridurre al minimo i rifiuti e ottimizzare l’utilizzo di materiali riciclabili e riutilizzabili.

Nestlé si sta concentrando sullo sviluppo di packaging che utilizzano meno materia prima, alleggerendo ed eliminando coperchi, accessori, strati e pellicole di plastica non necessari, continuando sempre a garantire la sicurezza alimentare dei prodotti.

Parimenti, il Gruppo continua a testare alternative di imballaggio, sperimentando l’uso di sistemi di riutilizzo e di ricarica che prevedano la distribuzione di prodotti sfusi e di imballaggi riutilizzabili.

Inoltre, Nestlé sta eliminando gradualmente il packaging che non è ampiamente riciclato e sta studiando soluzioni che prevedono materiali alternativi come quelle in carta.

In questo quadro si inserisce l’impegno del Gruppo, annunciato nel 2020, a stanziare 1,5 miliardi di franchi svizzeri fino al 2025 per pagare un sovrapprezzo per la plastica riciclata ad uso alimentare al fine di contribuire a stimolare la creazione e la crescita di un mercato di questa tipologia di materiali.

Affinché i materiali di imballaggio riciclabili vengano effettivamente riciclati, è necessario un potenziamento delle infrastrutture di gestione dei rifiuti. Per questo motivo Nestlé collabora con diversi partner – governi locali e nazionali, associazioni di categoria, società e consumatori – per sviluppare e ottimizzare le infrastrutture di riciclo nei Paesi in cui opera e promuovere modelli di responsabilità estesa del produttore (EPR).

“Stiamo compiendo dei progressi nella riduzione del nostro packaging, nel renderlo più riciclabile e nell’utilizzo di materiali rinnovabili o riciclati” – ha dichiarato Antonia Wanner, Nestlé Head of ESG Strategy e Deployment – “Il design e i materiali utilizzati nelle nostre confezioni sono fattori su cui possiamo incidere direttamente. Ma vogliamo fare un ulteriore passo, fornendo il nostro contributo per la costruzione di infrastrutture per la gestione dei rifiuti, sostenendo l’armonizzazione delle normative e l’impegno per il rispetto dei diritti umani per i lavoratori del settore”.

Nello specifico, sono diversi i progetti che Nestlé ha implementato a livello europeo per accrescere la circolarità del packaging dei propri prodotti. Ad esempio, in Europa tutti gli imballaggi di KitKat sono progettati per essere riciclabili. Nel Regno Unito e in Irlanda Nestlé ha convertito le caramelle Quality Street e Smarties in confezioni di carta.

Sempre nel Regno Unito, il Gruppo ha annunciato un investimento di 7 milioni di sterline in un nuovo impianto di riciclo per la lavorazione della plastica flessibile. L’apertura è prevista per la fine dell’anno a Durham.

La scheda sintetica di Nestlé

Il Gruppo Nestlé, presente in 187 Paesi con più di 2000 marche tra globali e locali, è l’azienda alimentare leader nel mondo, attiva dal 1866 per la produzione e distribuzione di prodotti per la Nutrizione, la Salute e il Benessere delle persone. Good food, Good life è la nostra firma e il nostro mondo.

Nel 2023 Nestlé ha celebrato 110 anni di presenza in Italia, rinnovando il suo impegno con azioni concrete per esprimere con i propri prodotti e le marche tutto il buono dell’alimentazione.

L’azienda opera in Italia in 9 categorie con un portafoglio di numerose marche, tra queste: Meritene, Pure Encapsulations, Vital Proteins, Optifibre, Modulen, S.Pellegrino, Acqua Panna, Levissima, Bibite e aperitivi Sanpellegrino, Purina Pro Plan, Purina One, Gourmet, Friskies, Felix, Nidina, Nestlé Mio, Nespresso, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Starbucks, Orzoro, Nesquik, Garden Gourmet, Buitoni, Maggi, Perugina, Baci Perugina, KitKat, Galak, Smarties, Cereali Fitness.

Gruppo Hera e Chef Express: la partnership di economia circolare

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Giulio Renato, direttore centrale servizi ambientali e flotte del Gruppo Hera insieme a Sergio Castellano, chief quality & ESG officer di Chef Express (immagine concessa)

BOLOGNA/CASTELVETRO DI MODENA (Modena) – Al via una nuova partnership tra Gruppo Hera, una delle maggiori multiutility italiane, e Chef Express, società di ristorazione controllata dal Gruppo Cremonini. Le due società hanno infatti sottoscritto un accordo rinnovabile, della durata di 3 anni, per collaborare a progetti orientati in modo particolare all’economia circolare e alla sostenibilità ambientale e sociale, in coerenza con gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile (SDG) definiti dall’Agenda ONU 2030.

Gruppo Hera insieme a Chef Express

Si amplia così la proficua collaborazione fra i due gruppi, avviata nel 2022 e finalizzata al recupero e alla trasformazione in biocarburante degli oli vegetali esausti provenienti da oltre 200 bar e ristoranti gestiti dalle società di ristorazione del Gruppo Cremonini, con 128 tonnellate di oli raccolti nel 2023 e trasformate in oltre 132 mila litri di biocarburante, portando a un risparmio di 364 tonnellate di CO2.

Tra le priorità della partnership c’è quella di estendere ad almeno altri 10 locali Chef Express situati in Emilia- Romagna il monitoraggio della raccolta dei rifiuti organici destinati agli impianti del Gruppo Hera di Sant’Agata Bolognese (BO) e Spilamberto (MO), in cui tali scarti sono trasformati in biometano e compost, per quantificare e monitorare il contributo di ogni punto vendita in termini di decarbonizzazione.

Una recente sperimentazione ha infatti già coinvolto con successo il punto vendita Chef Express di La Pioppa Est a Zola Predosa: dagli oltre 50 mila chili di rifiuto organico raccolti in un anno e conferiti all’impianto Hera di Sant’Agata Bolognese si è stimata una produzione di 4mila metri cubi di biometano, sufficienti ad alimentare un’auto di media cilindrata, per una percorrenza complessiva di circa 90 mila Km.

La multiutility supporterà inoltre Chef Express proponendo altre soluzioni di efficientamento nella gestione dei rifiuti volti alla valorizzazione degli scarti del servizio di ristorazione dalla fase di raccolta a quella di trattamento.

Con il nuovo protocollo d’intesa, Gruppo Hera e Chef Express si impegnano ad estendere la collaborazione anche ad altri progetti di economia circolare e a promuovere azioni in linea con una cultura della sostenibilità con ricadute positive anche sotto il profilo sociale e culturale oltre che ambientale.

Si aggiunge infatti un ulteriore tassello alla collaborazione fra i due player, grazie al rapporto fra Hera e Last Minute Market, spin-off accreditato dell’Università di Bologna nato più di vent’anni fa per affiancare le aziende nella lotta contro gli sprechi alimentari, con fini sociali.

Si tratta della raccolta delle eccedenze alimentari nei locali Chef Express, che partirà con un progetto pilota su tre punti vendita: il bar snack presso la stazione ferroviaria di Bologna AV, l’area di servizio La Pioppa Est a Zola Predosa (BO) e il locale all’interno del Policlinico di Modena, per poi valutare l’estensione del modello su più ampia scala.

“Questo nuovo accordo con la società di ristorazione del Gruppo Cremonini, insieme al quale già produciamo biometano attraverso la lavorazione di reflui agroalimentari nell’impianto Biorg di Spilamberto – commenta Giulio Renato, Direttore Centrale Servizi Ambientali e Flotte del Gruppo Hera – testimonia il nostro impegno nel percorso di decarbonizzazione, che passa anche attraverso la corretta gestione dei rifiuti. Supportare le aziende a perseguire valori come l’economia circolare e la transizione energetica è una delle nostre mission: come multiutility, infatti, sentiamo la necessità di mettere a disposizione di imprese, istituzioni e cittadini il nostro know how. Questa partnership ci permetterà di agire ancora una volta in modo concreto, creando valore per tutta la comunità”.

“Siamo felici di consolidare la partnership con Hera con nuove aree di intervento e di proseguire nel nostro percorso di sostenibilità attraverso iniziative concrete e coerenti con i principi ESG e con il Piano Strategico di Sostenibilità di Chef Express – ha commentato Sergio Castellano, chief quality & Esg officer di Chef Express -. Il progetto legato al recupero degli oli vegetali di scarto destinati alla produzione di biocarburante idrogenato, già avviato, sta dimostrando in modo concreto e misurabile il nostro contributo ai processi tesi alla decarbonizzazione”.

Sergio Castellano aggiunge: “Sono felice di poter annunciare inoltre un ampliamento della nostra collaborazione per dare il via ad altri progetti dall’impatto oltre che ambientale, anche sociale. Grazie ad Hera abbiamo creato rete con Last Minute Market e questo ci permetterà di avviare un nuovo progetto per il recupero delle eccedenze alimentari all’interno dei punti vendita Chef Express in armonia anche con il Target 12.3 previsto nell’obiettivo 12 dell’Agenda 2030 dell’ONU”.

La scheda sintetica del Gruppo Hera

 Il Gruppo Hera è una delle maggiori multiutility italiane e opera nei settori ambiente, energia e idrico, con circa 10.000 dipendenti, impegnati ogni giorno nel rispondere ai molteplici bisogni di circa 5 milioni di cittadini localizzati prevalentemente in Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Toscana e Abruzzo. Quotata dal 2003, è tra le prime 40 società italiane per capitalizzazione (fa parte dell’indice Ftse Mib) e dal 2020 è entrata nel Dow Jones Sustainability Index, World e Europe.

Per informazioni basta cliccare qui

La scheda sintetica di Chef Express

Chef Express è la società che gestisce tutte le attività di ristorazione del Gruppo Cremonini, con oltre il 54% dei ricavi derivante dalle attività in concessione (stazioni, aeroporti e autostrade in Italia, e a bordo treno all’estero). In questo settore Chef Express è leader in Italia nel mercato dei buffet di stazione, con punti vendita in 54 scali ferroviari, è presente nel settore della ristorazione aeroportuale in 14 aeroporti italiani, e gestisce 57 aree di ristoro sulla rete autostradale italiana e sulle strade di grande comunicazione.

Nel mercato della ristorazione a bordo treno Chef Express è leader in Europa con oltre 120 treni serviti quotidianamente in 5 Paesi Europei. Nel canale degli shopping mall, outlet e retail park opera con la società C&P che, tra gli altri, annovera in portafoglio il noto brand internazionale di asian food Wagamama.

Nella ristorazione commerciale controlla direttamente le catene casual dining Roadhouse Restaurant, Calavera e Billy Tacos, mentre sviluppa in licenza altri marchi importanti come McDonald’s, Pret A Manger, Panella. All’estero gestisce la catena anglosassone Bagel Factory.

Gabriele Pezzaioli, vincitore del campionato italiano Brewing Cup, lancia la raccolta fondi per partecipare al campionato mondiale a Chicago

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Gabriele Pezzaioli trionfa nella categoria Brewers Cup (immagine concessa)

MILANO – Il campionato mondiale di preparazione del caffè si terrà a Chicago dal 12 al 14 aprile: l’Italia sarà rappresentata da Gabriele Pezzaioli e dal suo coach Filippo, vincitori dell’ultimo campionato italiano di Brewing Cup, che da Brescia hanno lanciato un GoFundMe per finanziare i costi di partecipazione.

“Le spese – spiega Pezzaioli sulla piattaforma – comprendono l’acquisto di caffè di alta qualità, l’attrezzatura specializzata necessaria e i costi di viaggio per le nostre sessioni di allenamento congiunte, oltre alle spese per soggiornare e muoverci a Chicago”.

“Vi invitiamo calorosamente a sostenere la nostra avventura, aiutandoci a far diventare realtà questa meravigliosa esperienza”, scrivono Gabriele e il team del Checchi Brunch & Specialty Coffee.

La raccolta fondi è raggiungibile qui

La scheda sintetica di GoFundMe

È la più grande piattaforma di raccolta fondi sociale al mondo, con oltre 25 miliardi di euro raccolti grazie a una community globale di 100 milioni di persone.

È uno strumento efficace, affidabile e sicuro per sostenere le persone che donano e chiedono supporto durante emergenze e eventi imprevisti. Ogni raccolta fondi viene verificata dai nostri esperti di Trust & Safety: le donazioni sono sempre prelevate dai beneficiari indicati e ogni singolo donatore è protetto dalla GoFundMe Giving Guarantee.

Master Coffee Grinder Championship: Fabio Ferrara vince la prima tappa, Ilaria Anna Izzo al secondo posto

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Il vincitore Fabio Ferrara insieme all'esperto Fabio Verona (immagine concessa)

TORINO – Otto concorrenti. Otto baristi esperti che si confrontano con sé stessi, con le proprie capacità di valutazione organolettica e di predizione nella regolazione della macinatura per la preparazione dell’espresso perfetto in relazione al caffè in dotazione. Otto persone che, quotidianamente svolgono un lavoro di estrema precisione e che al contempo chiacchierano con i clienti creando un momento di relax, intimità, soddisfazione, risveglio.

Otto professionisti che, grazie ad attrezzature all’avanguardia, hanno cercato la loro tazza migliore da offrire a giudici esperti al Master Coffee Grinder Championship.

E tra questi otto, soltanto due accederanno alla finale nazionale: Fabio Ferrara, vincitore della tappa torinese e Ilaria Anna Izzo, seconda classificata.

Giunta ormai alla terza edizione, la gara di caffetteria Master Coffee Grinder Championship, ha visto a Torino, presso il Lingotto Fiere in occasione di Horeca Expoforum, un inizio strepitoso.

Ilaria Anna Izzo al lavoro (immagine concessa)

Questi i partecipanti, che hanno dato vita alla competizione: Alessandra Gilardi, Ilaria Anna Izzo, Federico Barone, Fabio Ferrara, Massimo Lugli, Mattia Renzi, Leidy Arias e Francesco Orsi; tutti bravissimi professionisti, ma solo due sono riusciti ad avvicinarsi alla ricetta di Davide Giolitti, il Master Roaster di Costadoro che ha tostato un favoloso caffè proveniente dal Rwanda, coltivato da una cooperativa di donne, per continuare a esaltare e aumentare l’empowerment femminile nella filiera del caffè, che il MCGC continua a sostenere attraverso IWCA Italia.

Tutti i competitor della Master Coffee Grinder Championship hanno apprezzato la qualità e la completezza delle attrezzature messe a disposizione, in particolar modo i nuovi grinder gravimetrici di Eureka, gli Atom W75 e le mini multiboiler Studio di Dalla Corte.

Le nuove tazze realizzate da Ipa Porcellane appositamente logate per la competizione, di due misure differenti, hanno creato interesse tra il pubblico per la loro particolarità, soprattutto quella di maggior dimensione, per la capacità di esprimere meglio i profumi e gli aromi in un espresso, soluzione poco adottata nei bar tradizionali.

Il cuore dei grinder, si sa, sono le macine, ed abbiamo avuto anche un momento di importante formazione offerto da Keber, produttore italiano di macine professionali, che ha spiegato l’importanza del componente principale di un macinacaffè.

Come sempre il cosiddetto contorno è stato determinante per il perfetto risultato della pietanza.

Infatti, l’acqua utilizzata, è stata ottenuta attraverso i sistemi filtranti Brita (ricordiamo che il 90% di un espresso è composto da acqua n.d.r.); tutti i baristi hanno avuto a disposizione gli strumenti di lavoro messi a disposizione da DVG De Vecchi, IMS Filtri e Metallurgica Motta, e le attrezzature erano sempre pulite e controllate dall’esperto Andrea Antonelli di Pulycaff.

Tutti i partecipanti lo hanno detto, “la cultura e l’informazione sono fondamentali al bar”; infatti la difficoltà aggiuntiva di quest’anno nella gara è stata parlare ai giudici di argomenti di cultura generale estratti a sorte, che hanno messo non poco in difficoltà i competitor.

Il team di giudici, capitanato da Luigi Pillitu, era composto dai giudici sensoriali Luca Bernardoni (vincitore della prima edizione del MCGC e trainer di Hardy caffè), e Alessandro Spiga, importante trader di caffè verde e tesoriere dell’IWCA Italia.

Mentre il giudice tecnico è stato Simone Previati, vincitore della competizione 2023 e titolare della Full Service, azienda specializzata in assistenza per attrezzature professionali da bar.

La competizione è stata supportata anche dagli allievi della scuola alberghiera Immaginazione e Lavoro, ai quali va un grande ringraziamento per la professionalità dimostrata.

Il vincitore della tappa, oltre alla bellissima targa realizzata dalla cooperativa sociale Parallelo Lab, ha avuto in omaggio, da parte di Costadoro, un corso di latte art tenuto dalle due campionesse mondiali Manuela Fensore e Carmen Clemente, che lo prepareranno al meglio per il suo futuro professionale.

La prossima tappa del Campionato inventato da Fabio Verona, lo chef del caffè, si terrà il 16 giugno presso lo show room di Eureka Grinders a Firenze, sarà una giornata all’insegna della festa del caffè, con la fabbrica aperta e possibilità di visite guidate per tutti.

Invece per i concorrenti che vorranno gareggiare a Firenze i posti sono sempre solo 8, e molti sono già stati presi, quindi affrettatevi a riservare il vostro posto cliccando qui.

Latte art grading battle: Tianyu Wang, Ivan De Rosa e Danilo Esposito sono i vincitori della 2° tappa

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I vincitori della seconda tappa di Latte art grading battle (immagine concessa)

BERGAMO – Conclusa la seconda tappa di selezione Latte art grading battle che si è tenuta presso la sede Brita Italia in data 15 marzo. Alla competizione hanno partecipato numerosi latteartisti provenienti da tutta Italia. L’evento è stato gestito da Luca Ramoni e Andrea Villa con il supporto del team di Brita. Quattro giudici autorizzati, Simone Cattani, Maurizio Boi, Giuseppe Musiu e Zhonghua Hu (Michele), hanno decretato i vincitori nelle categorie livello verde, rosso e nero.

Il podio è stato così definito:

  • Vincitore livello Nero: Tianyu Wang
  • Vincitore livello Rosso: Ivan De Rosa
  • Vincitore livello Verde: Danilo Esposito

Sono stati presenti numerosi partner dell’evento, tra cui Rancilio, Hemro, Caffè Ottolina, Recappuccio, Pulycaff, Motta, Clean Express, Brita, Ferri dal 1905, Toschi, Qwarzo e IPA, che hanno offerto premi e cadeau.

 

Prossimi appuntamenti

Sono stati annunciati i prossimi appuntamenti LAGS, per consentire a tutti i partecipanti di organizzarsi nel migliore dei modi.

  • 3° tappa di selezione – 14 maggio 2024 – Napoli
  • 4° tappa di selezione – 5 giugno 2024 – Ragusa

E la Finale nazionale – 3 luglio 2024 – Brescia a cui accederanno direttamente tutti i vincitori delle 4 tappe di selezione.

Data di apertura/chiusura delle iscrizioni:

  • 3° tappa Napoli- apertura 8/4/24 h 15.00 – chiusura 18/4/24.
  • 4° tappa Ragusa – apertura 15/5/24 h 15.00 – chiusura 22/5/24.

Partecipazione

È possibile iscriversi ad una sola tappa alla volta. La quota di partecipazione è di 30€.

Numero limitato di iscrizioni

Ogni tappa ha un numero limitato di posti disponibili. Il Latte Art Grading System si riserva quindi di definire il numero dei partecipanti in base al numero di adesioni: se il numero fosse eccessivo si verrà spostati alla tappa successiva a cui il competitor desidera partecipare.

L’apposito link per l’iscrizione sarà attivo nelle date ed orari sopra indicati. Si ricorda a tutti che bisogna accedere una volta scattata l’ora indicata e che non è possibile mettersi in coda in anticipo.

Per informazioni bisogna contattare la mail system@latteartgrading.com o al numero 0309636365.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui

Bibite Sanpellegrino festeggia la Giornata mondiale della felicità con Cotton Candy Fizz, il cocktail analcolico, 20/03

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cotton sanpellegrino
Il cocktail Cotton Candy Fizz (immagine concessa)

MILANO – Felicità è un bastoncino di zucchero filato. Così le Bibite Sanpellegrino, insieme al bartender Giuseppe Bilotti del Kong Experience di Salerno, omaggiano la Giornata mondiale della felicità con Cotton Candy Fizz, un cocktail analcolico che strappa un sorriso al solo sguardo, evocando la spensieratezza e la contentezza irrefrenabile della fanciullezza. Il gusto completa l’esperienza giocando sulla dolcezza fiorata dei suoi ingredienti, rosa canina e fiori di sambuco, accompagnati da quello più netto e fresco di Tonica Sanpellegrino e del Tanqueray analcolico, in un connubio che culmina in un soffice zucchero filato posto a guarnizione.

Bibite Sanpellegrino per la Giornata mondiale della felicità

La Giornata mondiale della felicità, celebrata ogni anno il 20 marzo, è stata istituita per riconoscere il ruolo cruciale che la felicità e il benessere svolgono per le persone in tutto il mondo.

Non è casuale, inoltre, che la data coincida con l’equinozio di primavera, che porta all’inizio di una nuova stagione ma anche ad un’esplosione di colori ed una ventata di positività.

Il gusto del Cotton Candy Fizz è infatti studiato per essere travolgente ed esuberante come una sprizzata di felicità.

Ma anche l’occhio, che è specchio dei ricordi, vuole la sua parte; una menzione speciale va dunque al protagonista del cocktail: lo zucchero filato – quello che da bambini era la più desiderabile delle leccornie.

“Da sempre proviamo a trasmettere felicità e positività ai clienti che entrano nel nostro locale” – dichiara Marco Sileo, titolare del Kong Experience – ecco perché insieme al nostro bartender Giuseppe Bilotti abbiamo dato vita ad un cocktail che potesse esprimere, solo guardandolo, contentezza e good vibes”.

Una creazione unica ed analcolica che sposa il trend della sobrietà all’italiana – la tendenza arrivata da oltreoceano di chi sceglie proprio la sobrietà come stile di vita, reinterpretata dalle Bibite Sanpellegrino attraverso una drink list sobria ma ricca di gusto e creatività, che si arricchisce quest’anno con nuove ed inedite proposte.

Per preparare il cocktail basterà unire in un Collins glass tutti gli ingredienti, tra cui il ghiaccio, la Tonica Sanpellegrino, il Tanqueray, lo sciroppo di fiori di sambuco e il Cordiale – a base di zucchero e di un tè antiossidante ottenuto filtrando a maglia stretta rosa canina, rosa karkade, tè matcha, fiori di sambuco e moringa in polvere (antiossidante naturale).

Per mescolare bene tutti gli ingredienti, basterà poi far rimbalzare il chunk, prima di guarnire il drink con una leggera e delicata nube di zucchero filato rosa – o cotton candy, da cui il cocktail prende il suo nome.

Ingredienti

• Tanqueray 0.0. 35 ml
• Cotton candy cordial 25 ml
• Sciroppo ai fiori di sambuco 10 ml
• Tonica Sanpellegrino
• Pink cotton candy

Preparazione

1. Il cocktail è costruito con una tecnica build. Inserire in un Collins glass tutti gli ingredienti, tra cui ghiaccio chunk ice (parallelepipedo), Tonica Sanpellegrino, Tanqueray 0.0, Sciroppo di fiori di Sambuco. Successivamente, far rimbalzare il chunk per mescolare bene.

2. Il cordiale è realizzato con un tè antiossidante che contiene: rosa canina, rosa karkade, tè matcha e fiori di sambuco, per un totale di 1,5 g. Al composto si aggiungono circa 2/3 grammi di moringa in polvere prima di filtrarlo con maglia stretta e pesarlo, con una proporzione di 1:1 tra preparato e sciroppo di zucchero. In un secondo momento, aggiungere acido citrico e malico (rispettivamente 20g e 10g in un litro di composto), per dare una carica in più

3. Come garnish, prevedere zucchero filato colorato

Ecco KOHFEE: l’installazione artistica a Los Angeles dove è possibile bere caffè in una caverna

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Los Angeles KOHFEE
Los Angeles (image: Pixabay)

L’artista statunitense Terence Koh ha creato un’installazione artistica all’interno di una caverna a Los Angeles in cui è possibile consumare un caffè in un’esperienza travolgente che coinvolge tutti i sensi. I pavimenti e i soffitti del progetto KOHFFEE sono tenuti insieme da una miscela di terra cruda e letame di mucca: un’estetica originale e lontano dal classico format delle caffetterie di Los Angeles.

Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo tradotto di Kevin McGarry per il portale d’informazione artnet.

Il progetto KOHFFEE dell’artista Terence Koh

LOS ANGELES – “Bevevo circa otto caffè al giorno cercando di capire cosa fare,” ha raccontato l’artista Terence Koh ad artnet il mese scorso, inginocchiato su un fornello portatile in una piccola galleria che sarebbe diventata la sua installazione artistica chiamata KOHFEE.

“Pensavo al mio trasferimento a Los Angeles e a ciò di cui il mondo necessita in questo momento e non credo ci sia bisogno di un’altra caffetteria,” ha continuato Koh.

Koh era uno degli artisti più in vista di New York City nel 2000, insieme ad altri visionari della Lower East Side come Dash Snow, Ryan McGinley e Dan Colen. Questo prima che iniziasse ad allontanarsi dallo spettacolo, un movimento approssimativamente sincronizzato con l’ascesa di Instagram.

Attualmente in mostra fino al 29 marzo presso Make Room, una galleria commerciale nascosta nella zona residenziale Waring Avenue tra Hollywood e Hancock Park, KOHFEE offre un’esperienza differente dall’estetica oppressivamente neutra dei cafè rivestiti in cedro o piastrelle marocchine e pervasi di solitudine.

KOHFEE ha anche un odore differente: nel corso dell’ultimo mese circa, Koh ha trasformato lo spazio del progetto in una caverna per rituali del caffè le cui pavimentazioni, pareti e soffitti sono tenuti insieme da una miscela di terra cruda e letame di mucca.

La luce del giorno visibile dall’unico finestrino sullo spazio dell’installazione sembra lontana quando si è inginocchiati sotto la cupola terrena sul lato opposto della piccola stanza, accoccolati attorno al minuscolo falò di Koh dove fa bollire il suo infuso di caffè.

Per leggere l’articolo completo in lingua inglese basta cliccare qui.

La Russia stringerà un accordo con l’Uganda per la vendita di caffè

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Uganda vinci italia russia
La bandiera dell'Uganda

L’accordo tra Russia e Uganda prevede la promozione del caffè direttamente dagli agricoltori ugandesi fino ad arrivare ai supermercati, agli hotel e alle caffetterie russe. Con questa partnership si prevede una ripresa delle esportazioni di caffè ugandese verso la Russia, contribuendo a rafforzare l’economia dell’Uganda. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Cristiano Volpi del portale Africa24.

L’accordo sul caffè

MILANO – La Russia è pronta a stringere un accordo con il consorzio di investimento nel caffè dell’Uganda per vendere caffè ugandese con valore aggiunto. Questo accordo arriva in seguito al secondo summit Russia-Africa tenutosi a San Pietroburgo nel mese di luglio, durante il quale il presidente Museveni ha chiesto alla Russia di sostenere il continente per porre fine all’esportazione continua di materie prime dall’Africa, compreso il caffè.

Il 16 dicembre 2023, a Mosca, è stato annunciato un futuro accordo di cooperazione strategica a lungo termine che sarà sancito con la firma di un memorandum d’intesa tra l’Uganda e la Russia.

Alla cerimonia di firma hanno partecipato funzionari del Ministero degli Affari Esteri di entrambi i paesi, tra cui Moses Kizige, ambasciatore dell’Uganda in Russia, Nelson Tugume, presidente del Coffee Investment Consortium Uganda, Maria Zakharova, rappresentante del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, e Olesya Nosova, editor e ceo del giornale Komsomolskaya Pravda KP.

L’accordo prevede la promozione del caffè ugandese direttamente dagli agricoltori ugandesi ai supermercati, agli hotel e ai caffè russi. L’evento è iniziato con una degustazione di caffè per far conoscere ai padroni di casa russi la varietà e l’aroma dei migliori caffè dell’Uganda.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Caffè concentrato anche nella mixology, soluzione di qualità o no? Andrea Villa e Marco Poidomani danno una risposta

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Andrea Villa e Marco Poidomani sul caffè concentrato nella mixology (foto concessa)
Andrea Villa e Marco Poidomani sul caffè concentrato nella mixology (foto concessa)

MILANO – In Italia forse non tutti lo conoscono, ma il caffè concentrato è un prodotto già presente nel mercato: con l’aggiunta dell’acqua, può essere una soluzione più rapida e versatile da inserire nelle catene di caffetteria ma anche nei cocktail bar. Tutto si gioca ovviamente sul livello della materia prima usata per crearlo: se prima il caffè concentrato era collegato ad un’idea di bassa qualità, ora il trend sta puntando verso un salto in avanti.

Le applicazioni sono davvero interessanti, ma sino a che punto?

Caffè concentrato: promosso o bocciato?

Il primo a pronunciarsi è l’attuale campione italiano di Coffee in good spirits, Andrea Villa:

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Andrea Villa trionfa al Campionato italiano Coffee in good spirits (immagine concessa)

“Ad oggi preferisco sfruttare una buona estrazione, all’uso di un caffè concentrato che può risultare una soluzione valida quando si vuole ottenere la standardizzazione, perché permette di replicare la stessa ricetta con soltanto l’allungamento dell’acqua.

Se parliamo però del mondo specialty di alta qualità, si perde un po’ la sensazione dell’artigianalità: la bellezza della miscelazione sta nel riuscire indubbiamente a dare una certa costanza, ma anche nel far percepire al cliente finale il flavor che ha un determinato caffè.

Questo passaggio risulta più difficile da valorizzare con il caffè concentrato, che spesso è quello commerciale. Gli specialty cambiano continuamente e per questo motivo conferiscono un gusto particolare per ogni selezione che si sceglie di usare nella ricetta.”

Anche il precedente campione di Coffee in good spirits, Marco Poidomani dice la sua

Marco Poidomani all’opera (foto concessa)

“In Italia non è ancora utilizzato particolarmente, ma penso che sia presente già in qualche locale. Lo posso affermare perché molti clienti me lo chiedono e quindi è un mercato che esiste.

Fino a qualche tempo fa il caffè concentrato era o un liofilizzato di bassissima qualità, oppure derivava da dei caffè super forti che venivano poi bolliti per creare una sorta di sciroppo che non conservava gli aromi.

Questi prodotti vengono ancora usati per fare il gelato: invece di preparare l’espresso e calcolare la giusta proporzione che serve tra liquido e solido per creare la ricetta, è più semplice usare il caffè concentrato.

Ora invece la produzione di concentrati migliori sta accadendo soprattutto negli USA: si impiega una materia prima di una certa qualità, con un rapporto uno a 5 di acqua e caffè per poi impiegarlo entro un breve periodo. È comodo averlo a disposizione per poterlo diluire e inserirlo nella realizzazione dei drink.

Anche nelle catene di caffetterie viene versato nelle bevande a base latte (anche con le bevande vegetali). Parliamo di un’alternativa migliore del solubile con un risparmio notevole di tempi.

Quindi credo molto nel concentrato, al punto che già nel 2019 l’ho utilizzato come booster un concentrato del mio Geisha colombiano. Mi serviva una parte importante e ho concentrato il caffè per inserirlo nel Bravo (che dà la possibilità di iniettare qualsiasi ingrediente) e aiutarmi a ottenere il flavor finale di cui avevo bisogno.

Ha funzionato.

Naturalmente in quel caso specifico è stato un po’ difficile trovare il giusto equilibrio per valorizzare lo specialty in gara: innanzitutto in laboratorio abbiamo fatto la macinatura in alcol, che poi è stata messa in un macchinario che emanava ultrasuoni per estrarre maggiormente. Infine, abbiamo usato un attrezzo per liofilizzare il caffè e renderlo più denso, quasi come uno sciroppo.

Ma per ottenere questo risultato ci sono altri modi ben più rapidi e comodi: da poco ne ho sviluppato uno replicabile facilmente, usando 35 grammi di caffè e 200 di acqua a temperatura ambiente. Si sigilla il tutto in un sacco sottovuoto e lo si lascia riposare così per due giorni in infusione fuori frigo, poi si filtra e può resistere sino ad una settimana in frigo senza avere alterazioni.

Però non diventa uno sciroppo. Applico su questo prodotto una diluizione di uno a 3 e uso una parte di questo concentrato con 3 parti di acqua se lo devo usare in un caffè, mentre lo aggiungo in gocce per i drink.

Chiunque lo può preparare, basta avere una macchina sottovuoto per ottenere un prodotto fresco, senza conservanti o pastorizzazione.

Per gli eventi io lo preparo fresco e ho la fortuna di avere a disposizione un laboratorio in cui muovermi con le giuste attrezzature.

Il caffè concentrato quindi può essere un ingrediente in più quando non si può fare il manual drip, o ci si deve muovere in piccoli spazi.

Il caffè concentrato risparmia molto lavoro nei cocktail bar per preparare drink come l’Espresso Martini ben sostenuto senza usare il liquore al caffè.”

Il costo di preparare questo caffè concentrato?

“Dipende dal caffè utilizzato: il procedimento è molto semplice e richiede un investimento sulla macchina sottovuoto. Bisogna capire il costo della materia prima e fare una prova di diluizione: a seconda di quello che vuoi ottenere in termini di flavor si regolano le dosi.

Mettendoci ad esempio nei panni di una piccola caffetteria che acquista uno specialty, chiediamoci: una volta aperto, quanto dura questo caffè in grani nella sua massima espressione? Non molto.

Quindi io direi di comprarlo, di assaggiarlo e poi forse sarà meglio concentrarlo per consentirgli una maggiore durata. Prossimamente vorrò verificare se con l’abbattimento del caffè concentrato sottovuoto, si può allungare ulteriormente la shelf life del caffè.”

Keber a Torino per la masterclass SCA Macine: il segreto della macinatura di qualità a Lingotto Fiere, lunedì 18 marzo

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I segreti del cuore tecnologico dei macinadosatori con Keber (immagine concessa)

TORINO – In occasione di Horeca ExpoForum 2024 durante la quale si svolge la terza edizione della Master Coffee Grinder Championship, il primo campionato nazionale di macinatura, Keber sarà presente per Macine: il segreto della macinatura di qualità, la masterclass SCA guidata da Filippo Mazzoni, coffee equipment manager di Cimbali Group.

Un’occasione unica per comprendere sempre meglio l’importanza del cuore tecnologico di ogni macinadosatore: le macine.

Insieme a Keber, da 30 anni il punto di riferimento nell’industria del caffè per la produzione di macine in acciaio, si avrà la possibilità di conoscere le caratteristiche principali di questo componente, e sperimentare l’impatto di diversi set di macine sul risultato in tazza.

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Keber, che è parte di Cimbali Group, insieme a SCA Italy per la masterclass sulle macine da caffè (immagine concessa)

Le due sessioni all’interno della Sala SCA Italy in programma nella giornata del 18 marzo al Lingotto Fiere di Torino – la prima dalle 12.00 alle 13.00, la seconda dalle 14.00 alle 15.00 – prevedono sia una parte teorica sia alcune prove di macinatura guidate da Filippo Mazzoni: macine consone vs macine difettate; macine con rivestimenti diversi; macine da espresso contro filtro.

Un appuntamento importante per conoscere da vicino le macine, che ricoprono un ruolo fondamentale nel processo di preparazione del caffè in tazza.

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Controlli dimensionali per le nuove macine Keber

Attraverso la possibilità di infinite combinazioni di materiali, di rivestimento e di diametro e grazie all’approccio sartoriale, Keber realizza sempre un prodotto su misura per ogni cliente, ottenendo un prodotto più duraturo e che plasma il sapore del caffè coerentemente con il profilo aromatico desiderato.

Per prenotare basta cliccare qui

La scheda sintetica di Keber

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Macine Keber al termine della lavorazione: il diametro arriva sino a 240 millimetri

Keber, azienda con sede a Dolo (Venezia), da oltre 30 anni progetta, sviluppa e produce macine professionali in acciaio per i principali player del mercato del caffè, dai produttori ai ricambisti, fino ai distributori e torrefattori.

Controllo dimensionale durante la lavorazione delle macine Keber (immagine concessa)

È il punto di riferimento del settore grazie alla sua eccellenza tecnologica contemporanea. Nel 2019 l’azienda è entrata a far parte di Cimbali Group. L’azienda è riconosciuta a livello internazionale e le sue macine sono infatti vendute in tutto il mondo: l’Italia è il principale mercato con una quota del 60% mentre il restante 40% è distribuito direttamente su un mercato globale.

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Macine Keber durante la lavorazione