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sabato 30 Novembre 2024
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Caffarel, del gruppo svizzero Lindt, interessata all’acquisto di Nutkao: l’operazione si aggira sui 500 milioni

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nutkao caffarel
Il logo di Nutkao

Caffarel e altri gruppi dolciari, tra cui Baronie, Kruger, Andros e Natra, sarebbero interessati all’acquisizione dell’80% di Nutkao, azienda tra le principali produttrici al mondo di creme spalmabili, al momento in mano al fondo White Bridge investment. Le voci di corridoio provengono dal Corriere della Sera. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata su La Gazzetta d’Alba.

Nutkao: Caffarel interessata all’acquisizione dell’azienda

CANOVE DI GOVONE (Cuneo) – Arriva dal Corriere della Sera l’indiscrezione secondo cui è alto l’interesse per l’acquisizione dell’80% di Nutkao, al momento in mano al fondo White Bridge investment.

Le pagine economiche citano un lungo elenco di aziende che sarebbero interessate a investire nello stabilimento roerino che lo scorso anno ha fatto registrare 340 milioni di ricavi con la produzione di crema alla nocciola per diversi marchi della grande distribuzione.

La valutazione dell’operazione, secondo il consulente incaricato della trattativa si aggirerebbe sui 500 milioni di euro.

Tra i pretendenti ci sarebbe anche Caffarel (che fa parte del gruppo Lindt) che è anche tra i clienti di Nutkao.

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Iginio Massari contro la moda dei croissant cubici: “L’idea è stata spinta da chi produce gli stampi da forno”

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Iginio Massari costa panettoni
Il maestro pasticciere Iginio Massari (foto Pasticceria Massari)

I croissant dalla forma cubica, nati dal prestigioso locale Farmacia del Cambio a Torino, hanno ottenuto in pochi giorni una grande popolarità diventando così l’ultima moda della pasticceria italiana (ne abbiamo parlato qui). Il maestro Iginio Massari tuttavia ha dichiarato di non essere troppo entusiasta del prodotto e ha dichiarato ad Alfredo Magazine, il portale gastronomico di Rolling Stones: “Quando tu cuoci una cosa dandole una forma perfetta avviene una cottura in compressione, quindi sviluppa molto la crosta, ma l’interno cambia l’idea del croissant parisien. A livello d’immagine una forma perfetta attira maggiormente l’attenzione”.

Per saperne di più, leggiamo di seguito una parte dell’articolo di Leonardo Ciccarelli pubblicato sul portale Cookist.

Perché Iginio Massari è contro i croissant cubici

MILANO – I croissant cubici sono una moda consolidata dei social network, sia in Italia sia all’estero, e da qualche giorno abbiamo visto l’evoluzione di questa trovata con il croissant sferico. Entrambi dalla Farmacia del Cambio a Torino, uno dei locali più prestigiosi del Bel Paese.

Iginio Massari non ci sta e non le manda a dire: “L’idea de croissant cubico o sferico è stata lanciata più che altro da chi produce gli stampi da forno per farli”. Esordisce così il grande maestro pasticciere in un’intervista rilasciata ad Alfredo Magazine, il portale gastronomico di Rolling Stones. Il pasticciere lombardo si è lasciato andare dando però delle spiegazioni tecniche sul perché è contrario a questo stile “contemporaneo”.

Massari affronta la questione da un punto di vista tecnico, come si richiede a un pasticciere di questo livello: “Quando tu cuoci una cosa dandole una forma perfetta avviene una cottura in compressione, quindi sviluppa molto la crosta, ma l’interno cambia l’idea del croissant parisien. A livello d’immagine una forma perfetta attira maggiormente l’attenzione”.

Iginio Massari parla di buona operazione di marketing ma crede anche che a livello commerciale “i croissant cubici o sferici siano poco adatti perché puoi fare una produzione estremamente limitata”.

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I fondi del caffè alleati contro l’inquinamento delle acque: lo studio

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Fondi di caffè (foto di Elias Shariff Falla Mardini da Pixabay)

MILANO – Secondo uno studio effettuato dall’Università tecnologica federale del Paranà, la più antica istituzione universitaria brasiliana fondata nel 1912,  i fondi del caffè esausti, grazie all’aggiunta di cloruro di zinco per attivare il carbonio contenuto, possono rimuovere il bentazone in 70 casi su 100. La notizia è giunta dal portale d’informazione adnkronos che ha riportato lo studio.

Le proprietà dei fondi del caffè

Il bentazone è uno degli erbicidi più popolari nel campo dell’agricoltura ma anche uno dei più pericolosi: la stessa Epa (l’agenzia negli Stati Uniti per la protezione dell’ambiente) ha avvertito del suo possibile danno per la salute umana nelle acque di falda.

Ed ecco perciò che lo scarto dei fondi del caffè si rivelerebbe un valido aiuto contro l’inquinamento delle acque.

Questa non è di certo la prima volta che gli scarti del caffè presentano degli inaspettati benefici.

Infatti, uno studio svolto dall’Università del Texas a El paso e sostenuto da una sovvenzione del National Institutes of Health, ha scoperto che i Carbon Quantum Dots (CACQDs, ovvero nanoparticelle di carbonio di dimensioni inferiori a 10 nm, n.d.r.) derivati dai fondi di caffè esausti potrebbero proteggere le cellule cerebrali dai danni causati da malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson (ne abbiamo parlato qui).

Incapto, startup dello specialty sostenibile, chiude un investimento di 6 milioni guidato dal fondo italiano P101

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Il logo di Incapto

La startup spagnola Incapto, creata con l’obiettivo di promuovere un consumo di specialty coffee sostenibile, chiude un round di investimento da 6 milioni di euro guidato dal fondo italiano di venture capital P101 con la partecipazione dei soci della società JME Ventures, Atresmedia, il fondo portoghese Bynd e il family office della famiglia Drago – gruppo De Agostini.

L’operazione ha lo scopo di far proseguire alla realtà catalana la sua espansione in Europa. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Innovation Nation.

Incapto chiude il round di investimento da 6 milioni

BARCELLONA (Spagna) – Incapto, startup spagnola che promuove il consumo di specialty coffee in grani sostenibile ed equo solidale, nata in piena pandemia a Barcellona con lo scopo di proporre un’alternativa alle capsule, chiude un round di investimento da 6 milioni di euro guidato dal fondo italiano di venture capital P101 e con la partecipazione dei soci della società JME Ventures, Atresmedia, il fondo portoghese Bynd e il family office della famiglia Drago – gruppo De Agostini.

L’operazione consentirà alla realtà catalana di proseguire il suo percorso di espansione europea cominciato in Italia, Francia e Portogallo.

“Questa iniezione di capitale è per noi anche una grande iniezione di fiducia, in un momento così importante come l’ingresso nel mercato italiano, dove il caffè è molto più che una bevanda: è un’istituzione, un motivo di orgoglio nazionale. Siamo convinti che il cambiamento vada messo in pratica da subito, ciascuno nel suo quotidiano, e dalla nostra ci impegniamo ogni giorno per garantire un caffè buono per il pianeta, per i consumatori e per i coltivatori”, afferma Francesc Font, co-fondatore di Incapto.

Incapto nasce dall’incontro di Francesc Font e Joaquim Mach con Beatriz Mesas, assaggiatrice professionista di caffè, quando i primi due avvertono l’esigenza di creare un’attività di vendita online per acquisti ricorrenti e sostenibili, trovando nel caffè un prodotto potenzialmente ideale, il cui consumo si traduce però in un serio impatto sul pianeta. I tre sono co-fondatori della startup.

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Kava: l’app croata dedicata alle caffetterie specialty

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Il logo dell'app Kava

Sam Brown ha ideato un’app dedicata al caffè specialty chiamata Kava. Lo scopo del progetto è quello di creare una comunità centrata sullo specialty coffe. Ogni volta che si va a prendere un caffè in un locale, è possibile valutare la propria esperienza su Kava in maniera tale da aiutare la community a scegliere l’esperienza più adatta alle proprie esigenze.

Questa non è certo la prima app a tema caffè che compare nelle nostre pagine. Un progetto simile a Kava è Roasters App, un’applicazione che segna geograficamente i diversi locali che seguono la third wave, terza ondata, del caffè specialty (ne abbiamo parlato su Comunicaffe International).

Anche nel Bel Paese qualcuno ha proposto un’iniziativa simile con la piattaforma Specialty Coffee Italy, il portale dedicato solo ai caffè speciali in Italia (ne abbiamo parlato qui). Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo tradotto dall’inglese del portale Total Croatia.

Kava: l’app dedicata alle caffetterie specialty

MILANO – Kava, un’app per il caffè specialty ideata in Croazia, è stata lanciata su iPhone e Android nell’ottobre 2022. Sam Brown, fondatore e principale sviluppatore dell’app, ha avuto l’idea del progetto dopo aver provato diversi coffee shop dedicati allo specialty in Croazia. Da qui il nome dell’app che utilizza la parola croata per il caffè: Kava.

In un’intervista con Total Croatia News, Sam Brown ha spiegato:

“Come nomade digitale sono sempre in viaggio. Quando arrivo in una città sconosciuta, voglio trovare i migliori posti dove gustare uno specialty coffee. Ma le ricerche su Google spesso danno suggerimenti inesatti e le raccomandazioni dei blog sono spesso poco affidabili o obsoleti.

E anche trovando un posto che sembra buono, spesso non è chiaro che tipo di esperienza troverò. Sarà adatto ai possessori di laptop? Che tipo di cibo offriranno? Così ho avuto l’idea per un’app che risolve due problemi:

Innanzitutto, Kava è una mappa dei migliori coffee shop specialty in Europa (e nel mondo) tutti approvati da noi. Ogni volta che si viaggia in un posto nuovo, è possibile controllare l’app non solo per trovare il miglior caffè, ma anche per vedere informazioni accurate su ciò che viene offerto in ciascun locale. Tutti questi dati provengono direttamente dalla comunità Kava, quindi sono imparziali e aggiornati.

In secondo luogo, l’app crea una comunità centrata sullo specialty coffee. Ogni volta che si va a prendere un caffè, è possibile valutare la propria esperienza su Kava. Che tipo di caffè stai bevendo? Quanto è buono? Quali servizi sono disponibili?

Gli utenti possono divertirsi condividendo queste valutazioni, immagini, commenti e like con i loro amici e follower. Tutti questi dati ritornano nella mappa e danno agli altri utenti di Kava un’idea più chiara di dove dovrebbero andare per un caffè.”

La popolarità dello specialty coffee è cresciuta notevolmente in Croazia, con locali, expat, turisti e nomadi digitali che ora affollano i coffe shop del paese in tutte le città.

Per leggere l’articolo completo in lingua inglese basta cliccare qui.

Starbucks lancia Oleato, la linea di caffè con olio d’oliva Partanna, in Cina

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Il logo di Starbucks

Starbucks ha presentato l’innovativa linea di bevande Oleato anche in Cina. La nuova gamma comprende sei bevande create su misura per i consumatori cinesi, tra cui l’Oleato lemon cream latte. Dopo il debutto a Milano lo scorso anno, Oleato è stato introdotto in mercati selezionati tra cui Stati Uniti, Giappone e Francia. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo dell’agenzia Xinhua ripreso su Il Giornale d’Italia.

Starbucks in Cina con Oleato

SHANGHAI (Cina) – Starbucks ha lanciato in Cina la nuova linea di bevande “Oleato”, che uniscono il caffè arabica con l’olio extravergine d’oliva Partanna, fornito dall’azienda agricola italiana Asaro.

Questa nuova gamma comprende sei bevande create su misura per i gusti dei consumatori cinesi, tra cui l'”Oleato lemon cream latte”. È la prima volta che una bevanda Oleato viene creata esclusivamente per il mercato cinese.

“La combinazione di due ingredienti crea nuovi sapori e consistenze straordinarie che promettono di trasformare il modo in cui si gusta il caffè”, ha dichiarato Howard Schultz, fondatore di Starbucks, condividendo la sua esperienza in Sicilia che ha ispirato Oleato, durante il lancio tenutosi a Shanghai.

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Ferrero propone le barrette energetiche con il marchio FULFIL

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Ferrero salmonella Wells
Il logo della Ferrero

Il Gruppo Ferrero si introduce per la prima volta nel mercato delle barrette energetiche con il marchio FULFIL. Nello specifico, si tratta di un prodotto con 9 vitamine e con pochi zuccheri, una copertura esterna di cioccolato e un interno morbido. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Valentina Dattilo per il Quotidiano Piemontese.

Ferrero entra nel mercato delle barrette energetiche

ALBA (Cuneo) – I gusti e le tendenze dei consumatori si evolvono di continuo. Per questo il Gruppo Ferrero entra per la prima volta nel mercato delle barrette energetiche con il brand FULFIL, che permette di espandersi nell’importante segmento better-for-you.

La novità FULFIL è una barretta proteica ricca di 9 vitamine e con pochi zuccheri, con una copertura esterna di cioccolato e un interno morbido, per offrire ai consumatori un’intensa esperienza di gusto.

L’offerta delle barrette energetiche negli ultimi anni in Italia ha cambiato il suo posizionamento, passando da una gamma di prodotti specifici per lo sport alla proposta di snack per uno stile di vita attivo, scelti dal consumatore non solo in base alle caratteristiche nutrizionali, ma anche per il gusto e la praticità di consumo e la novità FULFIL si inserisce proprio in questa direzione.

Le nuove barrette proteiche FULFIL saranno distribuite in GDO (grande distribuzione organizzata), nel canale OOH (out of home), in particolare nei punti vendita Chef express ed Autogrill, e nel canale di palestre, circoli sportivi e farmacie in quattro diverse varianti di gusto: cioccolato & nocciola, cioccolato croccante al latte, cioccolato & caramello salato, cioccolato & crema alle arachidi.

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Dario Ciarlantini da recensore di superautomatiche: “Ma il risultato come TDS, la densità, sin qui non si avvicina al bar”

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Dario Ciarlantini mette i panni del recensore (foto concessa)
Dario Ciarlantini mette i panni del recensore (foto concessa)

MILANO – Dario Ciarlantini si mette dalla parte del consumatore con il suo canale Youtube, indossando stavolta i panni di chi vuole trasformare la sua pausa caffè casalinga in una vera e propria experience da home barista: come fare e cosa valutare? La risposta arriva da uno studio sul campo, testando davvero mano le varie proposte presenti sul mercato, delle superautomatiche pronte all’uso per un espresso a casa come al bar. O, forse, in alcuni casi, meglio del bar in cui non si puliscono la campana e la macchina?.

Il target: i modelli in grani dai mille euro in giù, che sono le più vendute.

Ciarlantini, come mai si è messo a fare recensioni delle superautomatiche?

“L’ho fatto per diversi motivi: innanzitutto volevo portare avanti un progetto mio che fosse indipendente, spinto un po’ dall’ispirazione mia e di mio fratello. In secondo luogo perché, da una ricerca su internet, ho realizzato che le recensioni sono spesso scritte da consumatori e non da dei professionisti.

Forse perché queste macchine sono un po’ snobbate dagli addetti ai lavori. Io però vado da sempre controcorrente. Ricordo che già nel 2014 venivo chiamato Mister Robusta perché,
come coordinatore nazionale SCA Italy, affermavo che la Robusta sarebbe stata il futuro – ovviamente quella buona – e tutti storcevano il naso.

Bene, qualche anno dopo hanno iniziato a parlare di corsi sulla Canephora. Parliamo di un settore che su alcuni aspetti è miope e ne è un altro esempio la presa di distanza dalle
superautomatiche, che però oggi sono diventate competitive.

Ci sono tantissimi modelli ed è quindi giusto iniziare a parlarne. Fra la capsula, la cialda e la
superautomatica, quest’ultima è certamente la migliore. Inserendo il prodotto, la macchina macina e si deve soltanto aggiungere l’acqua. La capsula invece è chiusa, è stata lavorata, è il risultato finale di tanti passaggi.

Per me è più pratico prendere il chicco di caffè e vederlo mentre viene macinato.

Un altro aspetto – di cui in passato anche la trasmissione Report ha parlato – è il possibile rilascio dei minerali e di sostanze plastiche all’interno della tazzina, che potenzialmente sono nocive. Probabilmente le capsule ne rilasciano di più rispetto alle superautomatiche.”

Quali sono i criteri con cui è partito per questa sua ricerca e confronto?

“Sostanzialmente mi ha guidato il motto “A casa come al bar”. Da qui nasce la domanda: veramente possiamo ottenere con la superautomatica un risultato paragonabile o simile a quello che troviamo in caffetteria?

Il parametro fondamentale è il corpo: la differenza tra la superautomatica e una macchina tradizionale è il risultato in tazza, che per essere ottimale deve rispettare la caratteristica principale dell’espresso, ovvero, la densità.

Così ho preso un valore scientifico come riferimento, cioè l’indice di densità o il TDS. Certo poi valuto anche altri elementi, come l’estrazione soltanto delle acidità e dell’amarezza o se invece emergono anche altri flavor.

Questa parte però è più soggettiva, perché il caffè che beviamo al bar è principalmente amaro e dal gusto sporco, così come può succedere con la superautomatica. Quindi è meglio basarsi soprattutto sulla densità.

Partiamo dall’estetica, poi parliamo di ergonomia, di pulizia, di temperature. Valuto anche l’ottimizzazione della macchina per capire bene come fare ad estrarre un buon caffè.

Il risultato fin qui come indice di densità non si avvicina a quella del bar, anche quando ho provato ad usare 11-12 grammi di macinato. Ricordo che al bar con 10 grammi si otterrebbe un caffè molto sciropposo.

Questo è un grosso limite delle superautomatiche e penso che sia dovuto al tipo di pompa utilizzata, a vibrazione e non idraulica, la stessa usata anche per le macchine a capsule o cialde. Un altro fattore che influenza è il materiale del gruppo estrattore. Perché quando si utilizza tanta plastica, difficilmente si mantiene l’acqua a temperatura elevata.”

Ciarlantini, c’è una differenza sostanziale tra il modello più economico e quello più costoso tra quelli che ha testato?

“Per rispondere parto da un esempio: un modello che ho analizzato, e costa 250 euro, ha lo stesso gruppo erogatore (un po’ il cuore delle superautomatiche) di quello venduto a 900. La sola differenza sta probabilmente nella possibilità e nella flessibilità di estrazione, in quanto con la seconda macchina, quella più costosa, si può arrivare ad inserire 12 grammi di caffè.

Certo dipende sempre dal proprio modello di riferimento, ma prendere una macchina da 250 o una da 900, alla fine cambia poco sul risultato finale. Non ho potuto ancora testare la durabilità di una macchina, sono sempre in fase di studio e mi attengo alle istruzioni dell’azienda per quanto riguarda la manutenzione.

Ciarlantini: “Stranamente ho notato una maggiore differenza tra i modelli che ho analizzato di diversi range di prezzo, non sull’estrazione ma nella pulizia.”

Ci sono diversi approcci: alcuni dicono “stacca il gruppo e lava con l’acqua corrente”, altri consigliano solo il risciacquo senza detergente, altre ancora lo includono nel procedimento. Non c’è una versione univoca.

Per me, la pulizia dev’essere fatta con il giusto detergente e deve essere prevista dalle istruzioni di ciascuna macchina. Inoltre, non si dovrebbe smontare e sciacquare solo il gruppo. Quindi comincerei ad avere qualche riserva quando, nelle istruzioni, non è consigliato un detergente, perché il caffè è oleoso e non va via solo con l’acqua.

Ad esempio sono rimasto stupito della macchina da 900 euro, la nuova Rivelia De’ Longhi, per cui è consigliata una pulizia senza detergente. Parliamo di un modello molto valido, con tanti punti a suo favore, ma il dubbio è rimasto quando ho visto l’esclusione del detergente.”

Quindi come si struttura questo suo servizio al consumatore finale?

Ciarlantini: “Provo la macchina da me acquistata, seguo le istruzioni che fornisce l’azienda (anche sulla macinatura, la quantità per l’estrazione) e poi faccio la recensione. In un secondo momento ne faccio un’altra con dei consigli per migliorare l’estrazione del caffè e del cappuccino, portando la macchina al massimo delle sue possibilità tecniche.

Quando non è prevista la pulizia, provo ad usare degli stratagemmi, anche se in un caso è stato proprio difficile bypassare per fare una pulizia manuale. Per ogni macchina do quindi un feedback standard e un altro con i trucchi del mestiere.

Quelle più viste sono le recensioni vere e proprie. Ho ricevuto tanti commenti e anche dei complimenti: non me l’aspettavo. Hanno apprezzato soprattutto che un professionista abbia recensito super partes, senza compenso economico da parte di nessuno. “

Cosa deve guardare un consumatore quando sta procedendo all’acquisto di una superautomatica, per esser certo che avrà un buon risultato in tazza?

“L’obiettivo che muove il consumatore all’acquisto è importante: espresso o cappuccino? Che tipo di caffè si è abituati a utilizzare? Con lo specialty per forza si dovranno scegliere quelle dotate di software che rendono il modello più flessibile.

La Philips 5400 e la Rivelia fanno al caso loro. Se si è un consumatore non alla ricerca di flavor particolari, anche le superautomatiche con software più semplici, possono andare bene. Da lì deriva il costo finale.

Ma, nel dubbio, sceglierei sempre quella che ti permette di fare una pulizia guidata.

I produttori non danno molta importanza a questo aspetto e spesso non lo indicano nelle caratteristiche generali. La Philips 5400 è la migliore nella guida delle operazioni di manutenzione. Per cui suggerisco, quando si va a fare l’acquisto, di leggere le istruzioni per capire se è contemplata questa opzione. “

Ciarlantini, continuerà a fare queste recensioni?

“A parte i numeri di visualizzazioni, ho notato molto interesse anche per altre tipologie di macchine e vorrei quindi provarle: parlo dei modelli delle superautomatiche sopra i 1000 euro, altre come Sage o La Specialista, e anche i sistemi per capsule e cialde. Questo perché qualcuno mi ha chiesto di occuparmene in quanto comunque molto diffuse. Penso che mi avvicinerò al tema con il mio solito approccio, dando un giudizio il più oggettivo possibile.

Invece macchine come la Faema Faemina o Linea Mini de La Marzocco o la Eagle One Prima della Victoria Arduino, non credo abbiano bisogno del mio intervento. Chi compra questi modelli, è già dentro questo mondo e non ha necessità della mia assistenza.

A me piace invece essere utile ed è questo che mi dà soddisfazione.

Quindi vorrei continuare questo mio progetto, anche se l’altro tema che dovrò considerare è l’acquisto delle superautomatiche testate fin qui: per continuare questa attività, spostandomi verso l’alto nella fascia di prezzo, sarebbe interessante contare sul coinvolgimento delle stesse aziende produttrici.

Anche i video che giro e pubblico sono professionali e rappresentano un investimento: se qualcuno volesse quindi mettersi in gioco con me, a suo rischio e pericolo, sarebbe apprezzato.

Lo stimolo comunque resta vivo proprio perché leggendo i commenti ai video, così tanti e sinceri, ho la conferma che il lavoro è necessario. E questo mi rende orgoglioso.”

Prezzi dei robusta a nuovi massimi storici, presto potrebbero scavalcare le quotazioni degli arabica

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mercati del caffè robusta futures Eudr arabica esportazioni
Il logo dell'Ice

MLANO – Robusta a nuovi massimi storici sulla borsa londinese e nel mercato fisico la situazione è anche peggiore. Perché ai prezzi altissimi si aggiungono i problemi logistici, i differimenti nelle consegne e la sempre più ridotta disponibilità. Una situazione che si sta facendo drammatica per commercianti e torrefattori.

Ma andiamo con ordine. Il contratto principale dell’Ice Robusta ha chiuso ieri, giovedì 21 marzo, a 3.385 dollari, 70 dollari sopra il giorno precedente.

Si tratta di un nuovo massimo per il contratto londinese, anche se il picco giornaliero è stato di “soli” 3.393 dollari, al di sotto del record intraday di 3.460 dollari raggiunto il 7 marzo.

A New York, il contratto per scadenza maggio ha guadagnato 330 punti terminando la giornata a 185,70 centesimi per libbra, livello massimo dall’inizio della settimana scorsa.

Al di là dei fondamentali specifici, entrambe le borse sono sostenute dai segnali costruttivi che arrivano dai mercati finanziari, in particolare l’aspettativa di un calo dei tassi statunitensi di qui a fine anno.

Intanto, i prezzi interni continuano a salire in Vietnam

Gli ultimi aggiornamenti riferiscono di prezzi al chilogrammo che hanno raggiunto, negli altipiani centrali, i 93.000-94.200 dong, pari a 3.752-3.800 dollari alla tonnellata, al cambio attuale.

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La Marzocco sponsor alla cerimonia della Guida Michelin 2024 in Francia

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Guido Bernardinelli e Chris Salierno, rispettivamente amministratore delegato e direttore marketing La Marzocco (immagine concessa)

FIRENZE Guido Bernardinelli e Chris Salierno, rispettivamente amministratore delegato e direttore marketing di La Marzocco, alla cerimonia della Guida Michelin 2024 presso il Palais des Congrès di Tours. La Marzocco – leader nella produzione artigianale di macchine per caffè espresso di alta gamma – è stata sponsor della manifestazione, oltre ad avere tra i suoi clienti alcuni dei ristoranti stellati e delle realtà gourmet più riconosciute su scala globale.

La presentazione della Guida Michelin (immagine concessa)

In occasione dell’evento, è stato preparato uno spazio ad hoc dove gli ospiti hanno potuto farsi coinvolgere in una coffee experience creata dall’incontro tra le macchine La Marzocco e Caffè Carlito.

La coffee experience de La Marzocco e Caffè Carlito (immagine concessa)

La scheda sintetica de La Marzocco

La Marzocco, fondata nel 1927 dai fratelli Bambi, fin dall’inizio si è specializzata nella produzione artigianale di macchine da caffè espresso per bar con particolare attenzione alla qualità, al risultato in tazza ed allo stile.

In oltre 90 anni di storia l’azienda fiorentina ha introdotto una serie di tecnologie e brevetti rivoluzionari, diventando leader per design ed innovazione nel settore delle macchine per caffè tradizionali.

Tutti i modelli, compresi gli ultimi nati per il consumatore finale, sono realizzati a mano ed esportati in più di 100 paesi dove si incontrano nelle migliori caffetterie, nei più raffinati ristoranti del mondo e nelle case.