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Simonelli Group ospita Pierre Hermé, il “Picasso della pasticceria”, nella sede di Belforte del Chienti

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Marco Feliziani, ceo di Simonelli Group, insieme a Pierre Hermé (immagine concessa)

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Pierre Hermé, pasticciere francese di fama mondiale e cliente di lunga data di Simonelli Group, ha trascorso un’intera giornata presso la sede dell’azienda produttrice di macchine da caffè, immerso nel mondo tecnologico e creativo dell’azienda.

Simonelli Group: la visita di Pierre Hermé

Guidato dal team aziendale, Hermé ha avuto modo di conoscere nel dettaglio le tecnologie all’avanguardia, i rigorosi processi produttivi e le ricerche scientifiche che sono alla base della realizzazione delle iconiche macchine da caffè Nuova Simonelli e Victoria Arduino, queste ultime già presenti in alcuni dei suoi locali.

Erede di quattro generazioni di pasticceri alsaziani, Pierre Hermé è noto per la sua straordinaria raffinatezza e attenzione ai dettagli.

Nominato miglior pasticcere del mondo da The World’s 50 Best Restaurants nel 2016, soprannominato il “Picasso della pasticceria” da Vogue Magazine e “Imperatore della Cucina” dal New York Times, la sua visita da Simonelli Group avviene nel segno della comune passione per l’eccellenza che definisce la filosofia delle due realtà imprenditoriali.

“In Simonelli Group siamo da sempre impegnati nella ricerca di soluzioni tecnologiche innovative che migliorino le performance delle nostre macchine” ha dichiarato Marco Feliziani, ceo di Simonelli Group.

Feliziani conclude: “Ospitare Pierre Hermé nella nostra sede è stata un’esperienza di vera ispirazione. La sua esperienza e la sua visione possono aprire nuovi orizzonti da esplorare, rinforzando il nostro impegno verso l’eccellenza e la qualità dell’esperienza del caffè.”

Fipe, Pasqua: superati i 6 milioni al ristorante per una spesa totale di 450 mln

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I dati per Pasqua 2024 (immagine concessa)

ROMA – Saranno 6,4 milioni gli ospiti che consumeranno il pranzo di Pasqua 2024 nei ristoranti italiani, in linea con le presenze rilevate lo scorso anno, nonostante le aspettative degli imprenditori non siano mai particolarmente positive quando la festività arriva “bassa” in calendario. La spesa complessiva è stimata in 450 milioni di euro, in crescita rispetto al 2023 anche per effetto di un inevitabile aggiustamento dei listini.

A rendere noti i dati è il Centro Studi di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi, che ha pubblicato un’indagine sulle aspettative dei ristoratori per la domenica di Pasqua e il lunedì di Pasquetta.

Tra gli ospiti dei ristoranti ci saranno per lo più residenti, ma non mancheranno i turisti, tra cui molti italiani (il 35,2% del totale) che in queste festività si sposteranno in diverse località dello stivale. Per l’occasione, saranno in attività l’89,2% dei ristoranti, in leggero aumento rispetto all’anno scorso.

Quanto al menù, la maggior parte dei ristoratori (62,2% del totale) proporrà la formula “degustazione” composta da 6 portate ad un prezzo medio di 69 euro, bevande incluse. Il 37,8% offrirà, invece, un menù a la carte. In otto ristoranti su dieci la proposta gastronomica esprime un forte legame con la tradizione e con i prodotti tipici del periodo pasquale. Tra i primi piatti pasta fresca, declinata principalmente in ravioli o lasagna, e risotti saranno il mainstream della tavola dei ristoranti. Tra i secondi, non mancherà ovviamente l’agnello o il capretto cucinati secondo le tante ricette regionali e, per concludere, oltre ai dolci della tradizione (pastiera, cassata, colomba, uova pasquali), gli ospiti troveranno tanti prodotti tipici regionali, come la bounet o il fiadone, e qualche sorpresa dello chef.

Per il lunedì di Pasquetta Fipe prevede una leggera flessione rispetto al 2023, con il 78,1% delle attività che accoglieranno 4,9 milioni di clienti, tra residenti e turisti.

Il menù, a differenza del pranzo pasquale, sarà soprattutto a la carte, proposto dal 71,6% dei ristoranti, ad un prezzo medio di 51 euro, per tre piatti bevande escluse. La soluzione “menu degustazione” è quotata 68 euro, bevande incluse. La spesa prevista sarà complessivamente di 250 milioni di euro.

“Le aspettative della ristorazione per le festività pasquali confermano il trend di crescita degli anni post pandemia e la voglia degli italiani di celebrare la condivisione di un sentimento di comunità intorno alla tavola. Il ristorante resta un punto di riferimento di milioni di persone alla ricerca di benessere, convivialità e qualità”, ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio. “In questi giorni di festa un pensiero deve essere indirizzato alle migliaia di imprenditori e di lavoratori che ci forniranno servizi e dedicheranno attenzioni, favorendo serenità e convivialità e sostenendo l’economia del turismo.”

Antico Caffè Greco: i giorni prima della Pasqua fanno il pieno di scolaresche

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L'interno dell'Antico Caffè Greco di Via Condotti (immagine concessa)

ROMA – La mattina del 28 marzo un allegro vociare giovanile ha scosso il Caffè Greco. All’apertura del locale, appena aperti i battenti dell’antica caffetteria romana, uno sciame di ragazzi si è riversata nelle raccolte salette, accompagnati da attenti docenti, che illustravano loro la Storia narrata dai numerosi memorabilia, dagli arredi storici e dalle opere d’arte della nostra collezione.

Antico Caffè Greco tappa principale del turismo culturale a Roma

La barista Eleonora, che da 20 anni lavora al Caffè Greco, testimonia che sono tutt’altro che infrequenti questi “assalti”, sia di studenti che di turisti.

Presente a Roma almeno dal 1760, protagonista della scena culturale capitolina, luogo prescelto da artisti ed intellettuali del Grand Tour, il Caffè Greco sito in via Condotti, oltre ad aver accumulato nei secoli un patrimonio storico ed artistico di oltre trecento tra cimeli e opere d’arte, è da secoli un cenacolo di artisti, intellettuali e di persone che comunque amano l’arte, la bellezza e la cultura.

Oltre al turismo culturale odierno, erede dei pionieri ottocenteschi del Gran Tour (dal quale, effettivamente, nasce la parola “turismo”), il Caffè Greco accoglie anche tantissimi romani affezionati a questo luogo iconico, compresi i più giovani.

“Continuano a giungere richieste di visite guidate da parte di numerosi istituti scolastici. E non è una novità che il Caffè Greco attiri le nuove generazioni”, afferma il Presidente del CdA Carlo Pellegrini. “È sempre vivo l’interesse per il più antico locale di Roma”.

D’altronde, come ha efficacemente chiarito Stefano Pizzolato, presidente dell’Associazione Negozi Storici d’Eccellenza di Roma, i locali storici, contrariamente a quanto qualcuno potrebbe pensare, sono spesso in ottima salute. Anzi, spesso la consolidata tradizione, che si traduce, soprattutto, nell’attenzione al cliente, e nello stretto coinvolgimento dei collaboratori, è proprio quel quid che garantisce ai locali storici la capacità di attraversare indenni le sfide che la Storia continuamente propone.

L’occasione è stato il Forum “Attività storiche: tradizione e futuro delle nostre città” dove è stato presentato l’emendamento al decreto Concorrenza approvato dalle Camere che intende tutelare e valorizzare gli esercizi commerciali d’epoca, per un equilibrio fra lo sviluppo turistico e la salvaguardia della tradizione. C’erano anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il suo consigliere per le filiere produttive Maria Spena. Presente anche Enrico Magenes, presidente della importantissima Associazione Locali Storici d’Italia.

“Noi chiediamo un albo nazionale dove siano inserite queste attività”, spiega Pizzolato, e sottolinea, inoltre, l’importanza di garantire attività storiche nei percorsi di visita degli stranieri, anche per definire l’identità dei luoghi, evitando che vengano sostituite da attività non tipiche oppure non di pregio. E tra i principali problemi Pizzolato vede la mancanza di “un ricambio generazionale” e la “speculazione immobiliare, con il conseguente caro affitti”.

“È importante che la politica si sia sensibilizzata sull’argomento, perché è evidente l’amore per la storia, la cultura, le tradizioni, nutrito sia da parte della popolazione locale che da parte di tutto il mondo”, conclude Carlo Pellegrini.

Il caffè come fattore per prevedere i film vincitori dell’Oscar: lo studio

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Una classica tazzina di espresso (immagine: Pixabay)

MILANO – La società di PR digitale Storible ha pubblicato la sua nuova previsione sugli Oscar basata su un fattore inaspettato: il caffè. Raccogliendo i film con scene contraddistinte da una tazza di espresso e il loro numero in ciascun lungometraggio, l’azienda ha stabilito che la presenza di caffè potrebbe essere un indicatore più significativo di quanto si pensasse in precedenza nello stabilire i vincitori dell’Oscar.

Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo tradotto di David Mouriquand pubblicato sul portale Euronews.

Il legame tra il caffè e i film vincitori dell’Oscar

Secondo la loro ricerca perfettamente miscelata, il caffè appare in un terzo dei vincitori degli Oscar: ogni scena con una tazzina aumenterebbe le possibilità di vittoria di un film esattamente del 26,52%.

Basandosi sul numero di apparizioni del caffè, Storible ha concluso che il numero ideale di scene di espresso per un film per ottenere un Oscar è otto, e hanno calcolato che il vincitore della categoria Miglior film di quest’anno sarebbe stato Killers of the flower moon.

Tuttavia, quest’anno, i calcoli si sono dimostrati fallaci e il premio è stato vinto dal biopic Oppenheimer di Christopher Nolan.

L’epopea di Martin Scorsese sulla cospirazione genocida degli Stati Uniti riguardante la tribù Osage vanta 6 scene di caffè, il massimo di quest’anno.

Sia Poor Things che American Fiction seguono con quattro, mentre la Zona di interesse ne conta solo tre. Opere come Anatomy of a Fall, The Holdovers, Maestro e Oppenheimer ne hanno solo due.

Per leggere l’articolo completo in lingua inglese basta cliccare qui

Kiev: la storia di Maria che serve il caffè con la vetrina distrutta dai bombardamenti

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La bandiera dell'Ucraina

KIEV – Il 25 marzo la Russia ha attaccato Kiev lanciando due missili balistici. Gli obiettivi sono stati distrutti dall’aeronautica ucraina ma la loro caduta ha danneggiato alcune zone della città. Il quartiere Pechersky è stato quello più danneggiato. Ma nonostante gli orrori della guerra ci sono persone che trovano il coraggio di resistere.

La caffetteria di Maria a Kiev

È il caso di Maria che non ha smesso di lavorare neanche quando la vetrina della sua caffetteria è andata in pezzi a causa dei bombardamenti.

Maria, intercettata da Radio Libertà, ha affermato che il lavoro la aiuta a distrarsi dalle condizioni critiche del conflitto.

In un vide diventato virale sui social, Maria afferma: “È stato molto spaventoso. Ma la cosa importante è che tutti sono vivi”.

Maria continua: “Anche la nostra caffetteria è parzialmente attiva. E facciamo il caffè, lavoriamo. Teniamo duro. Andrà tutto bene. Come possiamo spezzarci? Stiamo lavorando”.

Kenya: inaugurato il primo Caffè delle imprese, il tavolo d’incontro delle istituzioni italiani operanti nel Paese

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La bandiera del Kenya

Roberto Natali, ambasciatore del Bel Paese in Kenya, ha fondato il Caffè delle imprese a Nairobi per favorire l’incontro e il dibattito tra i rappresentanti delle istituzioni italiane e gli imprenditori operanti nel territorio kenyota. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale dell’Ansa.

Il primo Caffè delle imprese in Kenya

NAIROBI – L’ambasciatore d’Italia in Kenya, Roberto Natali, ha inaugurato nella sede diplomatica di Nairobi, il primo Caffè delle imprese, un incontro tra i rappresentanti delle istituzioni italiane e gli imprenditori che risiedono ed operano nel paese africano.

L’iniziativa trimestrale, nelle parole di Natali, “è volta a favorire la conoscenza tra le imprese italiane in Kenya ed i loro titolari e far sì che possano intessere relazioni in modo da fare rete”.

Il primo degli incontri del Caffè delle imprese ha avuto altresì lo scopo di aggiornare le realtà imprenditoriali italiane sulle novità normative e sulle opportunità commerciali a cui il Kenya si sta aprendo, anche in funzione del Piano Mattei per l’Africa varato dal governo italiano e del recente trattato in fase di ratifica tra l’Unione Europea e il governo keniota.

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Amsterdam: ecco il bar dove non si possono usare gli smartphone

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Amsterdam di notte (immagine: Pixabay)

Il Café Brecht di Amsterdam si prefigge come un’oasi per coloro che desiderano sottrarsi, anche se solo per pochi istanti, alla frenetica vita digitale ospitando l’iniziativa The Offline Club: uno spazio unico, dedicato a chi riconosce di spendere troppo tempo sul proprio dispositivo mobile. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato su Il Messaggero.

Il Café Brecht e The Offline Club ad Amsterdam

AMSTERDAM (Paesi Bassi) – Probabilmente vi sarà capitato sulla vostra timeline di Instagram, forse perché l’algoritmo ha capito che state passando un po’ troppo tempo sullo smartphone e avreste bisogno di un break.

Il Café Brecht nella città di Amsterdam fa dunque al caso vostro. Questo bar si trasforma infatti in un rifugio per chi cerca di sfuggire alla tirannia degli smartphone e alla frenesia della vita digitale ospitando “The Offline Club”.

Questo spazio unico è dedicato a chi riconosce di dedicare troppo tempo al proprio dispositivo mobile e aspira a riscoprire il piacere delle esperienze offline, privilegiando le interazioni autentiche e la vita reale rispetto al mondo virtuale.

Il Café Brecht, raccontano gli ideatori attraverso il proprio profilo, “si propone come un’isola di tranquillità in un mare di connessioni costanti, invitando i visitatori a mettere in pausa i loro dispositivi mobili. Qui, l’attenzione si sposta dalle notifiche incessanti alla calma di un ambiente accogliente e stimolante, dove si può godere di un momento di pace personale o condividere esperienze con altri che condividono lo stesso desiderio di disconnessione”.

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Gruppo Lavazza, i ricavi nel 2023 a 3,1 miliardi +13% sul 2022, utile netto a 68 milioni, Baravalle: “Scenario complesso, limitati gli aumenti per tutelare i consumatori”

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Antonio Baravalle, amministratore delegato Lavazza

TORINO – Il Consiglio di amministrazione del Gruppo Lavazza ha approvato il bilancio consolidato al 31 dicembre 2023 ed ha comunicato ai media i principali indicatori finanziari del documento contabile annuale. Antonio Baravalle, amministratore delegato del Gruppo Lavazza, ha affermato: “Il 2023 ha visto uno scenario macroeconomico molto complesso per il settore a causa del forte aumento dei costi della materia prima, con quotazioni record del caffè verde, in particolare per la qualità Robusta”.

Il bilancio del Gruppo Lavazza per il 2023

Baravalle aggiunge: “Nonostante ciò, abbiamo scelto di limitare l’aumento dei prezzi sui nostri prodotti per proteggere i consumatori, mantenendo i volumi, riducendo però parte della nostra profittabilità. La solidità finanziaria del Gruppo Lavazza ci ha permesso di cogliere comunque importanti opportunità di mercato e crescere anche per vie esterne, come con l’acquisizione della società francese MaxiCoffee, raggiungendo un nuovo record di ricavi oltre i tre miliardi di euro”.

C’è di più: “Uno dei nostri punti di forza è la capacità  di  diversificare,  operando  attraverso  una  strategia  di  crescita  che  ci  garantisce  una  presenza significativa in diverse aree geografiche e settori. Continueremo a guardare al mercato internazionale e a valutare investimenti strategici e sinergici che possano contribuire al nostro sviluppo a lungo termine, implementando la nostra capacità competitiva e consolidando la nostra presenza nei mercati globali.”

Nel 2023 il Gruppo Lavazza ha affrontato sfide significative: in continuità con il 2022, anche il 2023 è stato un anno caratterizzato da costi in aumento del caffè crudo, soprattutto per la Robusta, che nel corso dell’esercizio ha visto toccare i massimi sfiorando quota 3.200 $/tons e sulla quale insiste il perdurare di quotazioni estremamente alte.

Come prevedibile, i livelli di inflazione raggiunti in tutti i mercati hanno eroso e stanno erodendo il potere d’acquisto dei consumatori. Ciò ha avuto un impatto significativo sui volumi, con il mercato del caffè che nel periodo gennaio-dicembre 2023 ha registrato una contrazione di circa il 3%.

Nonostante queste difficoltà, il Gruppo ha voluto proteggere i consumatori, mantenendo una strategia di prezzi accessibili per garantire una penetrazione costante nel mercato e preservare la sua base di clienti, continuando a investire per garantire una prospettiva a lungo termine. Questo ha portato, da una parte, all’erosione della marginalità; dall’altra, a un miglioramento della performance del Gruppo sia a valore che a volume rispetto al mercato, che ha permesso di incrementare la quota di mercato di + 0,3 punti.

Nel 2023 il Gruppo ha registrato ricavi pari a 3,1 miliardi con una crescita del 13% rispetto al 2022. A tale risultato ha contribuito l’acquisizione di MaxiCoffee che ha potenziato la presenza internazionale del Gruppo Lavazza.

Il fatturato ha registrato una stabile e continua crescita sia nel canale Home sia nel canale Fuori Casa: in particolare nell’e-commerce la crescita è stata del +28% vs 2022.

Continua la crescita del segmento Beans, che anche quest’anno si dimostra il più dinamico sul mercato: prendendo in considerazione le 15 principali geografie in cui opera il Gruppo, questo segmento registra, infatti, un incremento del mercato a +6,6% rispetto al 2022 e il gruppo Lavazza ha guadagnato quota di mercato grazie a una crescita del 9,1% rispetto al 2022.

Nel segmento dei Single Serve (capsule), grazie in particolare al completamento del lancio della rinnovata gamma di capsule NCC1, il Gruppo ha visto una crescita a valore del +15,3% rispetto al 2022 a confronto di un mercato che invece è cresciuto del 3% rispetto al 2022, guadagnando così quota di mercato.

 A livello geografico, il Gruppo Lavazza ha registrato tassi di crescita a sell out a valore nel canale Retail in tutti i mercati, in particolare negli Stati Uniti (+9,8%), in Polonia (+21%) e in UK (+8,6%); anche in Italia e Francia (mercati più rilevanti per il Gruppo) si registra un incremento rispettivamente del 6,3% e 5,8%.

L’Ebitda del Gruppo, pari a 263 milioni, mostra una contrazione rispetto a € 309 milioni del 2022, con un Ebitda margin pari all’ 8,6%, rispetto al 11,4% del 2022. La strategia del gruppo è stata di limitare l’aumento dei prezzi al consumatore in un contesto inflattivo, proteggendo i volumi e assorbendo parte dell’incremento dei costi all’interno dei propri margini.

L’Ebit si è attestato a € 97 milioni, in decrescita rispetto a € 160 milioni dell’esercizio 2022.

L’utile netto è stato pari a € 68 milioni, rispetto ai € 95 milioni dello scorso esercizio.

La posizione finanziaria netta a fine 2023 è negativa per € 292 milioni e riflette le operazioni straordinarie, in particolare l’acquisizione di MaxiCoffee completata nell’esercizio 2023.

Il Gruppo Lavazza ha continuato e continuerà a investire per garantire una prospettiva a lungo termine.

Un esempio tangibile è stata l’acquisizione di MaxiCoffee in Francia, finalizzata il 31 marzo 2023, che ha contribuito a rafforzare la presenza internazionale dell’azienda. La società francese si rivolge sia a clienti privati sia ad attività commerciali attraverso la sua piattaforma e-commerce, una rete di 60 agenzie commerciali presenti in tutta la Francia, le sue École du Café e i suoi “Concept Store”. La piattaforma offre una varietà di 8.000 prodotti tra più di 350 marchi differenti di caffè (in grani, macinato e in capsule) e un’ampia gamma di macchine da caffè, caffettiere, macinacaffè e accessori. L’acquisizione di Maxicoffee ha segnato un passo importante per il Gruppo Lavazza che si impegna a proseguire il percorso di sviluppo attraverso investimenti strategici.

“Per il 2024, stiamo lavorando per affrontare le difficoltà attuali e anticipare un ritorno a condizioni più favorevoli, con l’obiettivo principale del recupero del margine operativo lordo. Contribuiranno al raggiungimento del risultato i sacrifici compiuti negli anni precedenti, la solida base di consumatori e clienti mantenuta e la continua focalizzazione sulla gestione finanziaria e operativa” – aggiunge Antonio Baravalle, CEO del Gruppo Lavazza.

 Lavazza considera il capitale umano la risorsa primaria per un percorso di sviluppo sostenibile e di lungo termine per un Gruppo che sta diventando sempre più globale, e continuerà a investire nelle persone per promuovere un clima lavorativo positivo, produttivo e inclusivo. I dipendenti del Gruppo nel 2023 hanno raggiunto il numero complessivo di oltre 5.500 nel mondo, con quasi il 70% presso le consociate estere.

“Sempre con uno sguardo al futuro, abbiamo deciso di dedicare ancora una volta alle nostre persone un’attenzione particolare, come dimostra tra le altre cose l’importante e diffusa revisione salariale del 2023 in risposta all’inflazione e l’erogazione di una media di oltre 3.000 come premio di produzione per obiettivi per le persone delle nostre strutture in Italia. Continua, inoltre, il nostro impegno nel promuovere la diversità, l’equità e l’inclusione attraverso il programma Gap Free: un percorso di trasformazione culturale per la valorizzazione delle diversità e la promozione di opportunità più eque per tutte e tutti. Riteniamo importanti le certificazioni ottenute in questo ambito, che ci spronano anche a fare sempre meglio” commenta il CEO del Gruppo, Antonio Baravalle.

 A questo proposito, il sistema incentivante del premio di produzione non solo vuole riconoscere l’impegno professionale, ma attraverso obiettivi definiti tramite individuazione di indicatori finanziari e organizzativi vuole essere anche uno strumento di partecipazione diretta e consapevole di tutte le persone alla strategia aziendale di medio e lungo periodo, che viene comunicata e condivisa, creando un coinvolgimento comune per il conseguimento degli obiettivi.

In ambito DE&I (Diversità, Equità e Inclusione), nel 2023 il Gruppo ha ottenuto il riconoscimento del primo livello di Certificazione EDGE (Edge Assess) in Italia, fondamentale in primo luogo per supportare un’analisi interna oggettiva e comparabile circa la gender equality nelle sedi italiane, ma anche per adottare uno strumento di misurazione del gender pay gap interno riconosciuto, accurato e replicabile nelle consociate, ed infine, per identificare le aree di intervento specifiche che hanno costituito una base di partenza per lo sviluppo di un action plan di breve-medio periodo sul quale si basano molte delle azioni implementate nel 2023 e a piano per il 2024. All’inizio del 2024, inoltre, si è aggiunta la Certificazione di Parità di Genere ex Uni PDR 125:2022.

 Il Gruppo Lavazza integra i principi ESG nel proprio modello di business. A giugno 2024, in linea con gli anni precedenti pubblicherà il decimo Bilancio di Sostenibilità redatto su base volontaria, nel rispetto degli standard del Global Reporting Initiative che indica i criteri di riferimento principali a livello internazionale per la rendicontazione della performance di sostenibilità, e viene sottoposto a revisione da parte di una società di assurance esterna.

Nel 2023 è stato inaugurato a Torino il primo “Center for Circular Economy in Coffee”, un hub supportato dalla Fondazione Lavazza insieme a una rete globale di partner, che ha l’obiettivo di sostenere e valorizzare i principi dell’economia circolare, accelerare la transizione sostenibile e promuovere l’innovazione nel mondo del caffè.

Per maggiori informazioni: www.lavazzagroup.com

1 NCC: capsule in alluminio compatibili con macchine Nespresso Original. Lavazza non è affiliata a, né promossa o sponsorizzata da Nespresso.

La scheda sintetica di Lavazza

Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Il Gruppo è oggi tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un portfolio di marchi leader nei mercati di riferimento come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse.

È attivo in tutti i segmenti di business, presente in 140 mercati, con 8 stabilimenti produttivi in 5 Paesi. La presenza globale è frutto di un percorso di crescita che dura da oltre 125 anni e gli oltre 30 miliardi di tazzine di caffè Lavazza prodotti all’anno sono oggi la testimonianza di una grande storia di successo, per continuare a offrire il miglior caffè possibile in qualsiasi forma, curando ogni aspetto della filiera, dalla selezione della materia prima al prodotto in tazza.

Il  Gruppo Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè grazie ai continui investimenti  in Ricerca e Sviluppo: dall’intuizione che ha segnato il primo successo dell’impresa – la miscela di caffè – allo sviluppo di soluzioni innovative per i packaging; dal primo espresso bevuto nello Spazio alle decine di brevetti industriali sviluppati.

Un’attitudine a precorrere i tempi che si riflette anche nell’attenzione rivolta al tema della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – considerata da sempre un riferimento per indirizzare la strategia aziendale. “Awakening a better world every morning” è il purpose del Gruppo Lavazza, che ha l’obiettivo di creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, unendo la competitività alla responsabilità sociale e ambientale.

Caffetterie a marchio: piccole catene crescono nel cuore dell’Europa

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Il tavolino di un bar (Foto di Julia da Pixabay)

MILANO – Il mercato europeo delle caffetterie a marchio mantiene una solida traiettoria di crescita. E ai soliti grandi nomi, che dominano la scena, si affiancano competitor emergenti, che puntano sul caffè specialty e i prodotti premium.

Così il report Project Café Europe 2024, che delinea lo stato dell’arte del settore attraverso le interviste a più di 400 industry leader del vecchio continente. Il mercato è cresciuto complessivamente, nell’arco dei 12 mesi trascorsi, del 3,3% raggiungendo un totale di 45.008 unità.

Dei principali mercati, 33 su 40 registrano un aumento netto nel numero di esercizi attivi: il tutto in un contesto complesso e competitivo.

L’allentarsi delle pressioni inflazionistiche ha migliorato il sentiment. Il 62% degli intervistati descrive infatti la situazione come “positiva”: il 4% in più rispetto a un anno fa.

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Essse Caffè e Ambasciatori del Gusto: continua la partnership con l’assemblea annuale ADG

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Essse Caffè insieme ad Ambasciatori del Gusto (immagine concessa)

BOLOGNA – Continua la partnership tra Essse Caffè e Ambasciatori del Gusto nel segno del miglior made in Italy. Si è svolta il 18 marzo scorso l’assemblea annuale ADG: momento di incontro e confronto che ha annoverato tra i protagonisti proprio Essse Caffè in occasioni di degustazione e istituzionali.

L’assemblea annuale si è inserita nell’evento ADG Futura, think-tank di tre giorni (dal 18 al 20 marzo) dedicato al confronto tra istituzioni, territorio, filiera e addetti ai lavori. Preziosa opportunità di incontro tra le aziende partner, tutte eccellenze food and beverage, fatto di idee e reciproca ispirazione.

Essse Caffè e Ambasciatori del Gusto

L’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto rappresenta infatti il meglio della ristorazione e dell’accoglienza del nostro Paese; una mission che ben esprime alcuni tra i valori più profondi della torrefazione bolognese, fondata nel 1979 da Francesco, Chiara e Cristina Segafredo.

E l’Assemblea annuale ha messo in luce il meglio dell’italianità lato food&beverage, con partner storici e nuovi entranti. Proprio a Essse Caffè è andato l’onore di introdurre sette nuovi associati che hanno fatto il proprio ingresso in Ambasciatori del Gusto; a presentare le new entry, Gianluca Frassoldati, Responsabile Marketing Essse Caffè, e Vito Campanelli, Coffee Master e Brand Ambassador Essse Caffè.

L’espresso firmato Essse Caffè – simbolo del miglior saper fare italiano nel mondo – è stato inoltre il caffè dell’evento, con diversi momenti degustazione, in doppia versione. A partire dal pranzo di lunedì 18, presso Ruote da Sogno, che ha visto al centro S20, l’esclusivo sistema espresso Essse Caffè. A deliziare i presenti, l’espresso delle tre “Esse” formato monoporzione: anche in capsula, il risultato in tazzina si è rivelato straordinario e costante in ogni bevanda preparata.

Per la cena realizzata da Pirru Caffè, così come per la giornata di martedì negli spazi di Reggio Children, protagonista indiscussa è stata Miscela Masini, blend premium Essse Caffè per il fuoricasa: un espresso delicato ma avvolgente, con un’anima cioccolatosa. Qualità e flavour hanno conquistato tutti, riconoscendo a Miscela Masini eleganza al palato, acidità bilanciata e piacevoli note fruttate e floreali.

La partnership tra Essse Caffè e Ambasciatori del Gusto promette altre iniziative lungo il 2024: denominatore comune, la valorizzazione di sapienza e capacità tutte italiane che tengono alta bandiera del Made in Italy nel mondo.

La scheda sintetica di Essse Caffè

Scienza, sapienza e specializzazione: tre “S” che riassumono perfettamente i valori e la filosofia di Essse Caffè, storica torrefazione bolognese fondata nel 1979 da Francesco Segafredo assieme alle sorelle Chiara e Cristina. Oggi Essse Caffè è un marchio di successo in tutta Italia e all’estero, sinonimo di autenticità ed eccellenza, contraddistinto dall’inconfondibile “family feeling” delle sue miscele. L’obiettivo? Garantire un prodotto di massima qualità, tutti i giorni, tutto l’anno, realizzando con cura l’intero processo, a partire dall’accurata selezione della materia prima.

Grazie alle collaborazioni universitarie – Facoltà di Agraria delle Università di Bologna, Cesena e Foggia – l’Azienda ha acquisito elevato spessore scientifico nel proprio settore, con conoscenze su ogni tipologia di caffè, dalla torrefazione al confezionamento, fino al caffè in tazzina.

Ai fondatori, oggi si affianca la quarta generazione della famiglia: Pietro Buscaroli, Agata Segafredo, Riccardo e Ruggero Auteri che condividono la missione imprenditoriale con uno sguardo imprescindibile verso il futuro.

Per maggiori info basta cliccare qui

La scheda sintetica di Ambasciatori del Gusto

L’Associazione italiana Ambasciatori del Gusto (AdG) è una realtà senza scopo di lucro, espressione dell’eccellenza della ristorazione e dell’accoglienza italiana, che intende rappresentare in ogni suo aspetto e declinazione. Fanno parte dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto cuochi, ristoratori, pizzaioli, sommelier, persone di sala, pasticcieri e gelatieri, macellai ed anche giornalisti, scrittori, professori, ricercatori, presentatori radio e tv: coloro che attraverso il proprio mestiere si sono distinti nella valorizzazione del patrimonio agroalimentare ed enogastronomico italiano, riuniti per fare impresa, in Italia e nel mondo.